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Il Vero Amore: mito o realtà?
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E così lo ricerchiamo, lo aspettiamo, lo bramiamo, magari inizialmente solo attraverso la passione fisica, quindi nell'attesa di una persona ideale che possa soddisfare ogni nostra esigenza, che possa darci quell'affetto e quella considerazione che tanto desideriamo. Questa persona dovrà assomigliarci il più possibile, dovrà avere i nostri stessi interessi, condividere ogni nostro pensiero ed emozione. Chi non ha mai sperimentato il desiderio di modificare un poco sé stesso per assomigliare maggiormente alla persona amata - senza ovviamente tradire radicalmente le proprie convinzioni - oppure di modificare un poco la persona amata perché assomigli di più a sé stesso? Questo bisogno del Vero Amore è universale, è sempre stato presente in ogni luogo e in ogni tempo, fa parte credo del nostro inconscio collettivo. Da dove viene questo bisogno? Viene dalle origini, dai primordi, è qualcosa di ancestrale: quando eravamo ancora feti nell'utero di nostra madre, eravamo in una condizione di perfetto soddisfacimento dei nostri bisogni, niente e nulla poteva intaccare la nostra tranquillità e il nostro benessere. Poi siamo venuti al mondo. Noi tutti sappiamo che siamo venuti al mondo in modo traumatico, anche se non ne abbiamo memoria. Da quella condizione di assoluto benessere nella quale ci trovavamo, siamo stati scaraventati nel mondo esterno, laddove la temperatura non è più ottimale, il nostro stesso peso ci schiaccia - non più fluttuanti nel liquido amniotico -, proviamo per la prima volta dolore e tutto può essere pericoloso al nostro benessere. Il bisogno del Vero Amore è il desiderio del ritorno a quella condizione intrauterina della quale non abbiamo una memoria consapevole, giacché le aree del cervello preposte alla memoria si sono formate in seguito, è un'esperienza che non abbiamo sperimentato con i sensi, ma della quale resta traccia nel nostro inconscio. E' il desiderio dell'eterno ritorno. La letteratura e il cinema hanno sempre prediletto questa concezione così romantica dell'amore assoluto: Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, Aida e Radamès... Si pensi poi in campo cinematografico ai grandi melodrammi di Douglas Sirk, di Luchino Visconti, a Jules e Jim o La mia droga si chiama Julie di Truffaut, a Duello al sole di King Vidor... Si potrebbe andare avanti all'infinito, con esempi siffatti, nei quali gli amanti preferiscono morire o dare la morte alla persona amata, pur di non rinunciare all'amore. [La più mitica per me resta la contessa Serpieri (Alida Valli) in Senso di Luchino Visconti che manda a morte l'ufficiale Mahler, del quale era follemente innamorata, mentre lui era un insensibilone profittatore che la usava solo per i suoi biechi scopi, disertare e avere il suo denaro. Ma ricordiamo che quella era pur sempre finzione, nella realtà solo le donne privilegiate fanno queste cose. :D] E non è solo una prerogativa del dramma, il più delle volte anche la commedia ci propone questo archetipo dell'amore assoluto, tanto per citare un esempio, perfino una commedia demenziale quale Tutti pazzi per Mary. Che lunga premessa ho fatto, cari lettori, spero apprezziate le discussioni di ampio respiro. :D La domanda che vi pongo è: questa concezione dell'amore assoluto è realistica? Io credo di no. E credo inoltre che benché molti possano sottoscrivere che non lo è, ciononostante lo sognino e lo desiderino, compreso me stesso, e spesso si contraddicano nei comportamenti. Tutti prima o poi prendiamo coscienza che quel ritorno a quella perfetta condizione intrauterina è impossibile. Questa scoperta può essere davvero agghiacciante, come il risveglio da un sogno per riprecipitare in un incubo. Non si può cercare nell'Altro quell'amore così assoluto, non può diventare un organismo pronto a soddisfare ogni nostra esigenza fisica ed emotiva, salvo ottenere l'effetto contrario di ridurre l'altro a un oggetto, disumanizzarlo, attraverso la dipendenza e la pretesa di possessività. E così quel sogno del Vero Amore, di fusione totale, ne proclama invece la morte. Il Vero Amore è un mito, ed infatti se ne parla come si parla dei miti, si dice che ci si crede o non ci si crede. Ora, la morale della favola non è che bisogna accontentarsi di un amore minore, o di tanti piccoli amori, o che si debba ricercare ed apprezzare ciò che è effimero, oppure che ci si debba rassegnare. La morale è che l'amore vero è quanto di più distante possa esserci dalla perfezione, nasce dall'umiltà, dalla rinuncia alla propria perfezione, dalle diversità e dal desiderio di lasciare autonomia all'altro. Ne consegue anche che non è sensato aspettare quell'amore vero, avere l'idea romantica dell'anima gemella, che si potrebbe incrociare e poi perdere di vista, o non incrociare affatto, ed in questo caso sarebbe una tragedia (torniamo alla citazione iniziale). Da ogni donna che conosciamo e che ci piace e interessa - ho detto che ci piace e interessa, non di provarci con tutte! - può nascere un amore, più o meno grande [in un altro topic vi fornirò gli strumenti per misurarne la grandezza :D], ma può anche non nascere, e ciò non sarà una tragedia, ma se quella persona era davvero interessante, conoscerla sarà stata comunque un'esperienza piacevole, utile e di cui portare per sempre con sé il ricordo con gioia. Il film chiave da vedere per capire cos'è il vero amore è L'uomo che amava le donne di Truffaut. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Mah secondo me dipende tutto da noi e da come vogliamo vivere le cose.....perchè secondo me non è una cosa che piove dal cielo ma una cosa che va costruita...se ci credi e trovi una persona che la pensa come te secondo me può diventare realtà....
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Mi aspetto la risposta di un utente, cmq no, non è una concezione realistica.
Questo passaggio: >Da ogni donna che conosciamo e che ci piace e interessa - ho detto che ci piace e interessa, non di provarci con tutte! - può nascere un amore, più o meno grande [in un altro topic vi fornirò gli strumenti per misurarne la grandezza ], ma può anche non nascere, e ciò non sarà una tragedia, ma se quella persona era davvero interessante, conoscerla sarà stata comunque un'esperienza piacevole, utile e di cui portare per sempre con sé il ricordo con gioia. ...posso condividerlo ed esprime molto buon senso, io poi sono piuttosto malinconico riguardo il passato; anche se a forza di non far nascere mai un ca**o, di non riuscire ad avere il rapporto che si vuole con qualsivoglia donna, poi si rischia di incrinare i rapporti tra te e il sesso opposto. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Personalmente, sto cercando di fare mio l'insegnamento che "perfezionismo e idealismo sono il male".
Il sottoscritto è una persona che a volte dopo aver parlato una sola volta, a volte aver visto e basta una ragazza parte per la tangente e si fa fantasie sul futuro creandosi una storia d'amore con tanto di dettagli sulla conquista, e il futuro degli anni a venire. Decisamente folle:o Boh, preferisco non darmi risposte, ma fare esperienza (-->tentare di fare esperienza), e vedere pian piano sulla mia pelle come funzionano le cose, mettendo da parte film&romanzi storici. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Vabbè io dopo che ci son uscito una volta ho già messo giù il piano pensionistico di entrambi.....
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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che ovviamente non servono a nulla :rolleyes:. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Si può cercare l'Amore Vero (TM Moon-watcher:D) e comunque non disprezzare le persone che ci si trova a conoscere solo perché non rispondono a quell'ideale. Anch'io tendo (ultimamente un po' di meno, dopo varie batoste) a partire in quarta nell'idealizzazione di chi ho di fronte e ad arrivare già alla scelta della cappella funebre per entrambi (così ho superato Milo:D), però non lascerei perdere se scoprissi una distanza (ragionevole) del reale dall'ideale. L'ideale è un asintoto (scusate, deformazione professionale:D) a cui far tendere il reale, ovviamente sapendo che ci si arriverà solo in buona approssimazione e concedendo un opportuno margine di imperfezione sia a lei che a te (io tendo a concederlo poco a me stesso, perché temo che non me lo concederanno gli altri).
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Anche lei matematico? :D Quote:
E io sono uno degli altri, per inciso. :D |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Cmq, l'ho fatto capire in un paio di post di benvenuto a "colleghi"...comincia per "i":D |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Caro Moon, prima mi ammazzate il topic discutendo di professioni da razionaloni e poi ti lamenti che nessuno risponde? -.-
Contravvenendo alle mie abitudini, risponderò scrivendo un post insulso, non sapendo cosa aggiungere, per pura solidarietà. up up up!:D Non so, forse si potrebbe sottolineare che quel Vero Amore romantico e fatale da film di cui parli è in realtà piuttosto egoistico, come hai ben spiegato è un desiderio di possesso, la ricerca di una condizione di perfetto appagamento, per se stessi. Il vero amore con la v minuscola, invece, è luogo di compromessi anche perchè si desidera non solo la propria felicità, ma anche quella dell'altro. Non sempre il Perfetto coincide con l'Assoluto. :) |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Sì, il succo del mio discorso era quello, la ricerca del vero amore con le minuscole.
Ho già detto tutto mi sa, ho fatto un topic autoconcludente che non richiede discussione. :D Forse la conclusione era banale, ma l'analisi mi sembrava interessante. :rolleyes: Comunque vado fiero di questo topic. :cool: -.- ps: però l'idea del "vero amore" come approssimazione asintotica del "Vero Amore" era interessante, dài! :D |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Si infatti hai scritto un topic autoconcludente, ma siccome sei un chiagnazzaro ti devi lamentare comunque.
Comunque l'idea degli asintoti non mi piace, prima di tutto perchè me li hanno chiesti all'orale della maturità e non sapevo cosa fossero. E poi io penso proprio che il Vero Amore sia qualcosa di natura completamente diversa dal vero amore; è un assoluto, che esprime l'intensità del desiderio individuale di amore, di un impulso primordiale, non la profondità del sentimento reciproco in una relazione. Quindi in realtà il vero amore è meglio del Vero Amore, e sta da tutt'altra parte nel grafico, ben lontano dagli asintoti dell'ideale astratto. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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son d'accordo con milo.ma purtroppo la smania di ricercare qualcuno che sia la propria fotocopia e la poca volontà di superare gli ostacoli assieme, il condividere,l' accettare e il mettere da parte un pò di se stessi per venire incontro all'altro, son qualità che hanno pochissime persone.e solo quelle secondo me trovano il loro grande amore...il resto son solo delle illusioni che rendono le persone sole. |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
idealizzare è male (cit)
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Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
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Del mio post mi sembrava interessante anche l'idea che un po' tutti sentano questo bisogno del Vero Amore e di quanto possa essere traumatica la scoperta che è solo un illusione. ps: non sono un chiagnazzaro però... sigh sob :( :D |
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?
Cos'è un chignazzaro?
e poi Bianca che ignorantona, non sapere gli asintoti in quinta superiore, li sapevo pure io che c'avevo la media del 4 a maths :D |
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