Re: Come vi sentite in questo momento?
 

Non sei l'unica no, a volte mi prendono dei down tremendi con sensi di inutilità pazzeschi, fortuna che sono passeggeri...

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Re: Come vi sentite in questo momento?
 

io invece litigo con tutti per cazzate immani , m accorgo che sono cazzate ma continuo a litigarci , quarantena du cazz

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Mi sto comportando come il virus, settimane fa ho avuto un picco di produttività, bene o male riuscivo a combinare qualcosa; ora down totale, anedonia, la depressione che mi fa dormire 12 ore al giorno, non riesco più a trovare un senso nelle cose, nella vita.

Periodicamente ho questa sensazione di vuoto, di insensatezza e non posso far altro che aspettare che passi, ma non si sa quando passerà né se passerà.

I farmaci non servono a nulla, gli psicologi men che meno (poi non li sento da quando sono iniziate le restrizioni).

Dopo anni chiuso in casa la situazione sta diventando alienante, sto perdendo il controllo, non so cosa fare.

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Apatico. Ho un po' di giramento di cazzo verso l'ambiente in cui vivo. Ma so che il giramento di cazzo è così sottile quanto profondo, che anche qualora dovessi volare in Islanda avrei sui coglioni perfino orsi e pinguini.
Vorrei dormire 1 mese intero, per poi svegliarmi per capire che tutta questa vita è il sogno di uno spirito immortale, che non ha paura del tempo ...

Mi dispiace, alla fine dovresti trovare una terapia sia di psicoterapia e magari anche farmacologica per sopportare i momenti peggiori , so che è difficile anch’io all’inizio dovetti cercare e cambiare un po’ prima di trovare il modo di convivere con i miei problemi di ansia e depressione, ciò nonostante è difficile pure ora per me ma almeno con i farmaci riesco a lavorare e mantenermi, spero riuscirai presto a trovare una soluzione

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Stavo meglio nei giorni scorsi

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Mi sento circondato dall'altrui stupidità (non che io...).

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Faccio troppa fatica a reggere emotivamente il contraccolpo di ogni cosa che, nel lavoro, non va come dovrebbe.
Non a caso sono un buon lavoratore, sono molto apprensivo rispetto alle tematiche che gestisco... ma a che prezzo!

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Tra ieri e oggi, piango e non ho quiete.
Non ce la faccio più a continuare così e mi sento fortemente stressata.
Alla fine, mi alzo, faccio quel che devo, ma mi sento sempre più un corpo senza vita che cerca di far tutto per gli altri e che fa quel che deve solo per dover sopravvivere... Non voglio continuare a vivere così, so solo questo...

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Il non essere nel mio territorio mi fa sentire esposta, come se avessi perso tutto quello che un tempo avevo e col quale adesso, sebbene momentaneamente, non posso più rapportarmi (come per i bambini: se un oggetto è davanti a me esiste, se non c'è è perso per sempre). A ciò si aggiunge la sensazione di aver dovuto rinunciare alla mia identità, a quella che ero nel mio vecchio territorio, e quindi di aver perduto quella che ero un tempo (ovvero quel misto di abitudini perlopiù sane che ero riuscita a guadagnare man mano). Vivevo la sensazione di perdita di me stessa con rabbia: sentivo di subire una violenza - autoimposta, fondamentalmente -; adesso alla rabbia si succedono, di tanto in tanto, frustrazione e stanchezza e questa sensazione di aver perduto tutto e che niente può essere riguadagnato una volta tornata nel mio territorio. E fondamentalmente è così: comunque tutto ciò ha inciso in me, ha portato a cambiarmi e questo si ripercuoterà (non vuol dire per forza in maniera negativa, anzi) nel momento in cui sarò ricatapultata nel mio vecchio contesto dando vita a nuove abitudini e visioni diverse. Se da un lato so che è una cosa che ha dei risvolti positivi, questo spirito diciamo di conservazione (di regressione) mi fa vivere la cosa con tristezza: la sensazione di vuoto e di "perdizione" che mi ha sempre accompagnata.
So che devo diffidare di quei "sento" che utilizzo nei miei discorsi, proprio perché sono delle sensazioni: ovvero con un appiglio oggettivo quasi del tutto nullo; ma la sensazione riesce ad essere più forte dell'obiettività, della razionalità, dell'(auto)analisi psicologica.
Serve solo tempo, probabilmente, così come sempre (pure se questa è comunque una tendenza a ritornare sui miei vecchi passi che non so quanto sia effettivamente efficace), per smaltire la passione e quindi la sensazione momentanea e lasciare spazio ad una visione più lucida quando e se arriverà.

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Stanco morto, ho ripreso oggi a lavorare dopo un mese che ero fermo, 8 ore mi sono sembrate il doppio tralasciando il fastidio/impaccio della mascherina al quale non sono abituato.

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Arrabbiato con me stesso.

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Accaldato

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Sotto un tram

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Freddamente razionalizzante, in controllo, ljbero.

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Sento la mancanza di un amico. Mi ricordo di come sono io, soprattutto in questo periodo, e riconosco che le due cose siano inconciliabili, eppure continuo a desiderarlo

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Sono agitato

Mi hanno multato due volte oggi, ma tranquillo.

Credo sia umano desiderarlo

Per gli spostamenti?