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Motivi del mio blocco nel parlare
[Nota: questo post andrebbe letto insieme a quest'altro: http://www.fobiasociale.com/postt10039.html]
Il mio autentico e principale problema è la comunicazione verbale. Tutto sommato non soffro di ansia sociale, se non ad un livello sostenibile. Ho notato inoltre, attraverso indagini scientifiche ed utilizzando il metodo sperimentale 8), che se mi sottopongo più volte a determinate situazioni ansiogene, l'ansia cala (esempio: uscire con degli sconosciuti, andare dai clienti, andare a fare un acquisto in un negozio, ecc.) Invece per quanto mi sottoponga a situazioni chiacchierogene (:lol:), non aumenta il mio desiderio di parlare, anzi direi che diminuisce con l'aumento dell'esposizione. Riporto quindi alcune delle osservazioni e delle cose che ho capito in questi mesi di autoanalisi, al termine della quale mi sono autodiagnosticato il disturbo evitante di personalità. ISOLAMENTO E ABITUDINE AL SILENZIO Credo di aver preso l'abitudine a non parlare in anni di isolamento, credo che questo abbia portato la mia mente a vedere come normale il silenzio e come innaturale parlare, il suono stesso della mia voce, vale a dire che il più delle volte io non ho proprio voglia di parlare, non mi vengono delle cose da dire, ho una sensazione di vuoto mentale. Di conseguenza mi rendo conto spesso di non pensare neanche a delle cose da dire e mi rendo anche conto di non essere abituato a tramutare i miei pensieri in parole, a far sì che il mio pensiero si faccia verbo. Questo spiega tutti i miei pensieri ritardati sulle cose da dire e la mia maggiore facilità a comunicare per iscritto, laddove si può pensare e riflettere sui propri pensieri e tramutarli con calma in parole. Però anche quando scrivo ho l'impressione che i miei pensieri galleggino in un magma senza riuscire a trovare la strada per diventare parole, anche questo immagino sia conseguenza della mia scarsa abitudine a dialogare; persino quando facevo i temi a scuola a malapena riuscivo a riempire un quinterno, sono sempre stato molto sintetico anche per iscritto. Ed anche questo materiale che ho scritto l'ho sottoposto ad innumerevoli revisioni. In fin dei conti quindi ritengo l'isolamento la principale causa del mio blocco nel parlare e l'evitamento il mio peggior nemico. Credo all'implicazione: isolamento => timidezza => isolamento e via di seguito in un circolo vizioso. PAURA DI MOSTRARE LE EMOZIONI Ho paura e sono incapace di esternare le mie emozioni, tanto con le parole quanto con le espressioni del viso o con qualunque altro tipo di espressione non verbale. Non solo di dire a una ragazza: "sono innamorato" (l'emozione suprema! ah, l'amour... :D), ma anche emozioni più elementari come: "sono triste", "sono felice", "sono arrabbiato", "sono sorpreso", "sono preoccupato", "provo vergogna", ... AUTOSTIMA E PAURA DEL GIUDIZIO ALTRUI Il concetto di autostima è un concetto complesso. Io non ritengo di avere di me stesso una bassa autostima. Mi reputo abbastanza intelligente, nella media diciamo (ma neanche il genio che qualcuno mi dice che sono... :lol:), abbastanza carino, mi reputo senz'altro più bello rispetto a dieci/quindici anni fa - miglioro col tempo come il buon vino 8), chissà che tra dieci anni non diventi uno splendido quarantenne :lol: - (anche se poi penso che tutte le gentili ragazze del forum che mi hanno conosciuto diranno certamente il contrario... :lol:). Insomma mi reputo capace in molte cose, ed in genere sono poche le cose per le quali dico: "questo non riuscirò mai a farlo...". Ritengo, con l'impegno e l'applicazione di poter arrivare a qualunque risultato. Semmai la mia forza di volontà è altalenante, un giorno è molto forte, un altro viene meno, e quindi penso: "non avrò mai la costanza e la volontà per fare quella tal cosa...". Ma allora perché ho comunque paura del giudizio altrui, pur avendo (abbastanza) fiducia nelle mie capacità? Perché il problema non sta nella stima che ho io di me stesso ma in quella che penso gli altri abbiano di me stesso, ma non semplicemente nel senso che penso che gli altri mi ritengano brutto e/o stupido, solo che penso che ritengano sprecate le mie qualità perché non sono in grado di comunicarle, fatto d'altronde oggettivamente vero. Ecco riapparire il circolo vizioso. Ad ogni modo la paura del giudizio altrui mi paralizza, ed ho costantemente il bisogno di sentirmi approvato ed apprezzato, e non solo da qualcuno, ma da tutti. Ma per quanto mi si facciano complimenti o apprezzamenti, io non riesco a fare a meno di pensare che non siano genuini. Ad esempio, per quanto un cliente mi dica di essere soddisfatto del mio lavoro, ciò non mi basta, ce n'è sempre un altro che vorrebbe la mia testa servita su un piatto d'argento... :lol: e anche se questi ultimi sono pochi, e la maggior parte è soddisfatta, non mi basta lo stesso... PAURA DELLA REAZIONE ALTRUI Ho molta paura della reazione degli altri, di come gli altri possano reagire, soprattutto se devo dire qualcosa che possa essere imbarazzante o toccare la loro sfera privata, paura di infastidire. Ho quindi spesso paura di esprimere un concetto perché mi sembra che l'interlocutore mi possa trovare indiscreto o che raccontare i fatti miei possa mettere in imbarazzo, oppure semplicemente che possa non essere d'accordo con me, o ancora che mi possa deridere. Perciò, per la paura del giudizio e della reazione altrui, per la paura di mostrare le emozioni, ma anche a causa di un certo senso di orgoglio (di cui parlo più avanti), indosso una maschera, ma di un modello diverso da quella che indossava Bardamù, ed un modello che mi sa che quest'anno non va molto di moda... :lol:, una maschera che è pesante da portare, ma che allo stesso tempo è rassicurante perché mi permette di non espormi e di nascondere il mio vero io, giacché parlare, qualunque cosa si dica, anche se non si parla esplicitamente di sé stessi è pur sempre un'emanazione del proprio io. VERGOGNA DEL PASSATO Un po' mi vergogno anche del mio passato (nonché del presente), della vuotezza della mia vita sociale e di quella dei miei genitori, ho sempre paura di essere scoperto e che qualunque sia l'argomento di cui si parla possa portare a svelare ciò; mi vergogno di non aver fatto nell'adolescenza e nella giovinezza tutto quello che facevano i miei coetanei, di non aver ascoltato la musica giusta, di non aver avuto interesse per il calcio o altri sport e via di seguito... e questi sono solo esempi, mi riferisco a tutte le cose che si fanno da ragazzi... e attenzione, parlo di vergogna, e non tanto di rimpianto del passato... so che è sbagliato è assurdo, in teoria non me ne vergogno, ma pare che purtroppo una parte della mia mente non vada d'accordo con me... D'altra parte però allo stesso tempo il mio orgoglio e la mia presunzione di superiorità (vedi punto successivo) mi rendono molto penoso adeguarmi a ciò che fanno tutti, soltanto perché lo fanno tutti. ORGOGLIO E TESTARDAGGINE Dato che sono orgoglioso e testardo penso anche che sforzandomi di parlare snaturerei la mia vera natura e che solo in questo modo potrei essere accettato, mentre rimanendo fedele a me stesso non lo potrò mai essere; ma che d'altra parte verrei accettato non per il mio vero io, ma perché mi sono adeguato a come gli altri mi vorrebbero. Sono insomma affezionato all'immagine che ho di me stesso e l'idea di cambiarla mi fa paura (in fondo ho paura di crescere); credo sia per questo che sono attratto dalle ragazze timide, dolci e silenziose, e aggiungerei anche un po' infantili... e credo sia per questo che trovo la silenziosità un tratto distintivo di sensibilità e nobiltà d'animo... ovviamente non proprio sempre, ma in linea generale... Chiaramente l'immagine che ho di me stesso, è quella che reputo pure gli altri abbiano di me. Se mi sforzo di parlare penso che chi mi conosce pensi: "ecco che moon si sforza di parlare, ma che patetico che è..." SENSO DI INUTILITA' Mi capita di pensare all'inutilità di dire questa o quella tal cosa... Cioè, sono solo sciocchezze, non è dicendo quello che cambierò le cose... Non è una cosa essenziale, e posso fare a meno di dirla... ehm, in effetti ho quest'opinione anche di quello che ho appena detto: che l'ho detto a fare? potevo tranquillamente farne a meno, era una cosa del tutto superflua... :lol: INADEGUATEZZA DELLA VOCE Sento anche un po' inadeguata la mia voce: a volte mi blocco nel dire un pensiero che si è completamente formato nella mia mente, è lì, lo vorrei esprimere, ma non ci riesco semplicemente perché magari mi trovo troppo distante dall'interlocutore e temo che non mi riesca a sentire, e che magari mi senta invece chi mi sta accanto e che faccia così una figuraccia. Ho infatti la brutta abitudine di parlare pianissimo e detesto registrare e riascoltare la mia voce. FASCINAZIONE PER L'AUTODISTRUZIONE A volte mi sento come il personaggio di un racconto di Poe, che sull'orlo del baratro ha paura di cadervi ma allo stesso tempo ne è affascinato e desidera gettarsi. Allo stesso modo riscontro in me una certa tendenza autodistruttiva, che mi spinge a fallire miseramente, ad esempio tacendo, quando dovrei dire qualcosa che per me è estremamente importante e che se non dico so che mi ossessionerà per sempre. Sento una voce che dice: "moon dillo! lo devi dire!", e un'altra che dice: "ma no moon, che lo dici a fare? sta' zitto!". Mah, questo punto non mi convince del tutto, perciò l'ho messo per ultimo, forse è un po' una cazzata, ma mi piaceva l'idea malsana e nerissima di fondo e mi sembrava bella la metafora. Orbene, direi che tutte queste paranoie siano sufficienti come motivi. Madòòòòòòòò quante me ne faccio... mi conviene o no di continuare a farmele e mantenere un atteggiamento che mi rende evidentemente infelice? (domanda retorica -.-) Preferirei che nessuno quotasse questo messaggio. |
A scuola ho sempre parlato poco. Quindi capisco un pò la questione dell' "abitudine al silenzio". Credo che la chiave sia abituarsi invece ad esprimersi, e la cosa va abbinata ad un pò di autostima: quel tanto appunto che basti a esprimersi.
Non capisco molto la paura del proprio passato legata al non esprimersi... Perchè non è detto che parlando ci si esponga così tanto, si può parlare di tante cose. Mentre la paura della reazione altrui ce l'ho anch'io, la paura di scocciare, di essere importuno. Questo mi può frenare non solo nel parlare con persone che non siano gli amici, ma anche con nell'esporsi con l'altro sesso. L'inadeguatezza della voce... Un pò mi ritrovo. Non ho una voce forte o molto maschia, anche se in passato avevo ricevuto dei complimenti per essa. Però capita che le persone non mi sentano ed è un pò frustrante. E' molto difficile per me superare gli altri con la voce, come invece alcuni fanno come respirare. Ma forse è un pò un falso problema: ci si sente inadeguati ma non è il caso. |
l'altro giorno in una delle cumpa dove mi inserisco a caso :lol: ,tra i vari ragazzi ce ne sono un paio ke parlano poco o niente e venivano continuamente derisi,addirittura ad uno gli si sono avvicinati e gli hanno detto"se nn dici qualcosa adesso ti facciamo a pezzi",ovviamente era uno skerzo ma fatto piuttosto aggressivamente....povero ragazzo guardava x terra senza saper cosa fare;d'altronde gli estroversoni aggressivi sono la maggioranza nel mondo :roll:
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
cioè...moon....sei un grandeeeeeeeeeeeee
hai riassunto 1 anno di mie seghe mentali in un unico post logorroico :o THE BEST....DOPO QUESTA POSSO ANDARMENE DAVVERO IN SANTA PACE.... 8) hai detto tutto tu...non hi niente da aggiungere mi ritrovono a partire dal problema della comunicazione verbale e non l'ansia in sè, nel punto 1 (ISOLAMENTO/DISABITUDINE A PARLARE)... nel punto 2 io più che paura di mostrare le emozioni non sono abituato a manifestarle verbalmente... se sono incazzato, carico lo si può percepire...ma difficilmente io vengo da te a dirti "sono incazzato"....al max vieni tu da me ...e te ne accorgi tu stessa e/o io dop oqualche "ma e se" ammetto "si ok...non è la giornata giusta". I "ti amo", "ti voglio bene" ecc...ecc...so sempre dirli scherzosamente e pian piano lo scherzo diventa serietà Anche in autostima...non credo di averne poca...amo tant ecose di me...testa, cuore...alcuni aspetti caratteriali...modi di pensare...di fare...anch'io ritengo che con la caparbietà possa arrivare a tutto senza limiti...anche estroversare (esempio ieri). Anch'io ho poca autostima perchè temo di essere considerato poco perchè mi rendo conto che non riuscendo a comunicare verbalmente fatico a mostrare le mie qualità... anch'io sono molto orgoglio e testardaggine...credo che sia un bene e un male...x orgolgi oe testardaggine mi obbligo ad estroversare, sforzarmi di comunicare, ma allo stesso tempo di lottare a muso duro, reagire... non mi vedo solo fors enella paura delle reazioni altrui....se una cosa è sbagliata al dico...cerco di essere sensibile e magari a volte mi trattengo....e se capita che dico qualcosa di sbagliato poi cerco di scusarmi...diversamente non mi faccio problemi.. EDIT: insomma...è difficile da spiegare...io ieri ho dimostrato di poter fare uscite da estroversone...cose che anche ragazzi estroversoni e discotecari non oserebbero mai fare (se non dopo qualche bicchierino)...io l'ho fatto... il problema è proprio essersi disabituati a parlare e interagire...lo capisco bene...io ero lì ieri sera...e...mentre gli altri avevano ormai iniziato a carburare io che avevo broccolato per primo attaccando bottone e creando un ponte tra i 2 gruppi ridendo e scherzando (dicendo cose che nemmeno un Corona o un buffone di uomini e donne avrebbe detto probabilmente) beh...dopo una mezzora stavo iniziando a spegnermi...perchè...appunto disabituato a parlare non sapevo di cosa parlare...x fortuna lei ha fatto qualche assist a ela conversazione è andata in fin dei conto avanti ridendo e scherzando...ma...è un bel problema |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Voglio solo che mi amiate. (cit.) Quote:
La paura mangia l'anima. (cit.) Quote:
ma praticarli, spero :lol:... allora ok Quote:
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@Lilly: quello che dici è corretto, però ricorda che stiamo parlando di quelle che sono cognizioni errate, quindi non convinzioni coscienti e quindi io sono d'accordissimo sul fatto che anche non esponendomi non sfuggo al giudizio degli altri. Però alla prova dei fatti agirò con questo "sottofondo" nella testa. Inoltre ti sei concentrata solo su un punto della mia analisi, e non su quello determinante, infatti ho cercato di mettere i vari punti in ordine di priorità, e quindi ritengo il principale fattore la scarsa abitudine al dialogo e la sensazione di "vuoto mentale" che ne consegue quando mi trovo tra persone con cui non sono in confidenza.
@Paccello: la paura del passato non è infatti ai primi posti nella mia classifica :P, ma è comunque fonte di blocco in alcune situazioni. @Giova: visto che siamo uguali perché non ci sposiamo così risolviamo tutti i nostri problemi? :lol: Scherzi a parte, per me l'orgoglio ha agito per tanti anni (bè, in buona parte ancor oggi) in una maniera davvero molto spiacevole, nel senso che se qualcuno mi diceva "perché non parli", "dicci qualcosa", allora io mi trinceravo ancor di più, e pensavo: "che cavolo vuoi, non sono problemi tuoi, lasciami in pace, non voglio parlare"... @Passenger: e allora io ti controquoto, anche se non ho capito chi ti ha dato questo diritto... :P Quote:
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...nonostante ciò, non mi sembra il caso di vergognarsi di essere omosessuali, né mi pare che sia una buona soluzione cercare di diventare eterosessuali :? |
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ma come fate a scrivere così tanto??? :roll: io non capire
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Comunque questo è il risultato di mesi di elaborazioni, non è che lo abbia scritto di getto, mesi durante i quali ho scritto anche questo: http://www.fobiasociale.com/postt10039.html (sottotitolo: la vera storia di un evitante :?) |
Guida interfobica per gli autofobici. :D
cit. http://it.wikipedia.org/wiki/Guida_galattica_per_gli_autostoppisti_(serie) |
Amico Moon, ho letto con interesse quello che ha scritto, mi ritrovo in numerosi punti...
Permettimi un'osservazione Quote:
Secondo me abbiamo tante caratteristiche e qualità "sopite" che nemmeno le immaginiamo...magari te vivendo in un altro contesto saresti diventato un chiaccherone...quindi non si tratta di "cambiarti", ma al contrario di "realizzarti", ovvero far fiorire la tua personalità appieno. Ostinarsi nel difendere i nostri difetti secodo me è sintomi di cecità, non di orgoglio. Anche perché la sensibilità non è un difetto, ma lo è l'essere bloccati: un essore spesso è quello di abbinare i difetti con le qualità. Non potremo tenerci le cose buone e tirare via le cose cattive? La sensibilità, una volta acquisita, non la si può perdere! Io commetto invece l'errore opposto, spesso voglio diventare quello che non potrò mai essere finendo col rifiutare l'attuale me (con tutti i problemi che ne derivano). Sono sicuro che queste cose le sai già, ma lo ho volute esprimere ugualmente non mi fa mai male fare un bel "ripasso" ogni tanto! ps: se vuoi cancello il quote, non hai che da chiedere. era per far capire il senso del discorso. |
No john, lascia pure il quote, non fa nulla...
Quello che dici è giustissimo e come dici tu lo sapevo già... :P ma hai fatto benissimo a dirlo... repetita juvant :wink: |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
Tutto quello che hai scritto vale anche per me..in particolare la vergogna del passato e della mancanza di vita sociale è quella che mi impedisce di più in assoluto di aprirmi agli altri. Ho deciso però che devo costringermi assolutamente di mettermi in gioco, ultimamente lo sto facendo un pò più spesso, anche se poi va a finire magari che comunque faccio la figura del pesce lesso, però non posso continuare a nascondermi per paura, sennò è un circolo vizioso che non finirà mai! Uff, non si può sprecare tutta la vita (come io sto facendo ora :-S) per queste stupide paure..
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Comunque il forum si chiama FobiaSociale.com, non AnsiaSociale.com, non capisco il tuo disappunto, secondo te la paura genera sempre ansia? O forse sono io che intendo male il termine ansia? Tu di cosa soffri? |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
Io oltre che essere un fobico sociale sono anche balbuziente, quindi so bene che cosa si prova.
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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p.s. anch'io mi ci vedo, in effetti tutti gli ansiatori sociali ci si vedrebbero. |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Detto questo provo talora anch'io una fortissima ansia (con i sintomi di malessere fisico descritti sopra) in situazioni del tutto nuove. Direi che per me l'ansia è direttamente proporzionale alla novità. Eliminata la novità mi sparisce l'ansia ma permangono tutte quelle altre robe carine: paura del giudizio, del rifiuto, etc. etciù Comunque devo ancora capire se l'ansia è causa o effetto. Se sono le situazioni a portare ansia (nel qual caso l'ansia sarebbe un effetto) o è l'ansia che porta la paura e quindi ad evitare le situazioni (nel qual caso sarebbe la causa). Quando avrò terminato e messo a punto i miei studi teorici vi farò sapere. :cool: EDIT basandomi sull'intuizione però direi che l'ansia è effetto e non causa. |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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e non ci sono momenti in cui il tuo mondo evitante crolla? voglio dire....non ci sono mai stati, nella tua vita, momenti di crisi più duraturi e più dolorosi del solito? e ancora....a livello fisico come somatizzi quelle che tu chiami "robette"? ciao ciao |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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sono d'accrodo che l'ansia sia un effetto della valutazione della situazione. |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
[QUOTE=moon-watcher;205779]Sì, lo sto attraversando, proprio perché il mio mondo evitante non mi soddisfa più.
in che modo lo stai attraversando? che cosa provi? scusami se ti pongo questi quesiti;, se lo faccio, è perchè mi interessa particolarmente. Voglio capire! |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
ma perchè tutti vogliono sapere cose di moonwatcher?? ...nessuno vuole sapere cose di me?:D:D
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
"la paura è il movimento di allontanamento dalle cose come sono" (cit.)
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
[quote=illusione;205780]
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Ecco, quello che provo in questo periodo è una grandissima frustrazione, dovuta al fatto che sento che qualcosa sta cambiando in me, ma che non riesco a direzionare questo cambiamento. E' come se non conoscessi i codici necessari per muovermi nella vita sociale, quei codici che gli "altri" sanno utilizzare a menadito. Il conflitto tra ciò che sono e ciò che vorrei essere è la causa delle mie insoddisfazioni. Sto inoltre attraversando una fase di auto-colpevolizzazione, per essere stato sinora spettatore inerme della mia vita, ed averla lasciata gestire, ahimè, ai miei genitori. |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Senza stare a tirare in ballo il disturbo evitante, mi sembra di aver notato una serie di tratti comuni in alcune categorie di utenti... come l'apparente estroversione in certi contesti (che può essere la capacità di "estroversare" per giova...la capacità di avere rapporti amorosi....o, per quanto mi riguarda, la forte sicurezza in me stesso quando sono in contesti formali/professionali come la scuola e certi tipi di lavoro), ma blocchi assoluti in altri. E poi il fatto che il problema di certa gente più che un ansia paralizzante, come quella che ha prassi, è quella di una serie di "modi storti e sbagliati" di porsi con il mondo. Se ho ben capito quindi, la caratteristica essenziale degli evitanti (o quelli che si rispecchiano almeno un po' nella sintomatologia evitante) rispetto ai fobici è che i primi hanno problemi "a monte", cioé vedono il mondo in modo distorto. Ecco forse perché un evitante non ha fobie specifiche, ma un'ansia, magari leggera e costante nei casi più lievi, perché l'inadeguatezza non è quando si mangia al ristorante o si fa una firma, ma per lo stare al mondo. Tornando al blocco per parlare (si, non sembra ma sto facendo un commento in topic con il titolo :) ), credo di aver capito infine qual'è il nocciolo. Cioé che i "silenziosi" (io, giova...te credo) temendo il giudizio degli altri non rivelano se stessi. Sono bloccati. E allora si "rifugiano" in ruoli e modi di porsi che non rispecchiano la loro personalità reale, ma ci vengono spontanei perché è la via più breve e veloce per non stare male, per non soffrire. Ecco perché il silenzio: perché parlare è un'attività spontanea, piacevole, viene come respirare. Non si può forzare una persona a parlare...e soffocando il nostro vero io finisce che non abbiamo nulla da dire perché non abbiamo "un'identità" capace di esprimere liberamente emozioni e sensazioni. Giova mi sembra un esempio perfetto, poiché lui tentava di recitare un ruolo ma andava in crisi quando non era più capace di recitare...io sono uguale, anche se in modo diverso. Anche la logorroicità si spiega: perché soffocando se stessi in modo totale, recitando dalla mattina alla sera, da qualche parte bisogna "espoldere" e tirare fuori quello che si ha dentro. Quindi un primo passo è iniziare, in ogni istante della mia vita, chiedermi: questo, lo faccio perché lo voglio fare, perché mi piace o perché in realtà vorrei fare quest'altra cosa? (ho un po' semplificato, ma credo di essermi spiegato) Ragionando così mi sono accorto cos'era quel disagio nascosto che spesso provo...faccio le cose svogliato, stanco, in automatico...non mi diverto, il mio divertimento è il giorno dopo, per la soddisfazione di aver fatto certe cose ("aver messo delle x sulla lista"), ma non mi piace il farle in se stesse: cioé il punto è che bisogna proprio reinventarsi in una miriade di ambiti. Forse è questo il motivo, come diceva moringsheep, che uno dei modi per guarire dal dep consiste nel rimuovere tutti i meccanismi di evitamento: perché piano piano, rimuovendo i comportamenti che ci hanno soffocato, finiamo per "liberarci" e stare finalmente bene. Questo, però ha un prezzo. Tenersi una maschera ha abituato tutti quanti a certi nostri comportamenti, ha creato delle aspettative e quindi "rompere" in modo eclatante è molto difficile, in certe situazioni. Mi rendo conto, inoltre, che per chi ha dei disturbi seri, e non delle seghe mentali, è molto più difficile forzare certi meccanismi perché si sono radicati tantissimo nella personalità...auguro a chi ne soffre di liberarsi quanto più possibile e quanto più velocemente possibile delle catene che lo opprimono. Personalmente, ho scritto molto, nell'ultimo anno, su questo forum, perché avevo un'attività lavorativa che mi faceva stare molto al computer, e mi dava molti tempi morti. Però mi ero accorto che era un modo per evitare: prolungavo il tempo di svolgimento di quello che dovevo fare, perdendo intere giornate e sottranedole allo studio e ad attività più utili. Mi sono accorto che stavo facendo una cosa dicendo a tutti che era per passione mentre in realtà era per non affrontare il mondo. Qualche giorno fa ho abbandonato tale attività...e ho deciso di darmi da fare...smettendo di mettermi dietro ai paraventi per paura di mettermi in gioco...vediamo un po' che succede:rolleyes: |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
[quote=moon-watcher;205786]
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ho capito. grazie |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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che cosa significa? in che senso andava in crisi? spiegatemi, per favore! |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Comunque cercati i post di giova88, 1giova88, o meglio giova+ altr perole o numeri perché si sarà fatto 20 nick, regolarmente venivano bannati, ma poi si reiscriveva. In pratica lui era fissato con il fatto che quand'era piccino era superestroverso e poi crescendo, con l'adolescenza, era diventato introverso...e allora andava nei posti cercando di fare l'estroverso a tutti i costi, ritornando quello di un tempo...ma non gli riusciva, qualche battuta gil veniva ma poi stava zitto e non diceva altro. "In crisi" vuol dire che veniva qua a lamentarsi che non sapeva parlare, scrivendo una mole enorme di discorsi. Secondo me - è un'ipotesi - sbaglia perché non puoi obbligarti a essere come vorresti, te sei come sei, e devi partire accontentandoti delle tue capacità...poi magari puoi anche diventare estroverso, ma deve avvenire in modo "naturale"...ti devi forzare a piccoli passi senza avere pretese, che finiscono sempre per essere eccessive o realistiche Altra caratteristica dell'atteggiamento evitante secondo me è la dipendenza da cose o persone che ci danno sicurezza...dai nostri rifugi. Io lo sono per molte situazioni/cose, giova ad esempio era dipendente dal forum, infatti chiedeva lui stesso di farsi bannare ma non riusciva a farne a meno e si reiscriveva. |
Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
oltre a questo c'è anche il topic sul motivo del blocco del traffico :p
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
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Re: Motivi del mio blocco nel parlare
però consuma un sacco in acqua :D
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