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La prima colpa del fobico
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Re: La prima colpa del fobico
Tu intendi colpa, mmh... come la si intende in psicologia? Cioè un disagio, un "complesso"? Si'?
Perchè la colpa comunemente in sè è intesa come l'effetto di un danno perpetrato, voluto. Un fobico non riesce ad avere amici perchè traumatizzato, ed è fobico per lo stesso motivo, generalizzando molto. Nell'aver mancato qualcosa, è innocente. Io credo. |
Re: La prima colpa del fobico
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Poi vabbè puoi dire perché soffri di fs o qualcosa del genere ma è una scusa. Per il mondo è colpa tua. |
Re: La prima colpa del fobico
Mh, e chi porgerebbe, Alakazam, l'autorità al mondo di giudicarti colpevole?
L'ansia sociale o il disturbo evitante o la fobia sociale sono uno squilibrio, dovuto anche alla tossicità proprio del mondo di cui parliamo, alla società che lo ricopre. La tua responsabilità, se dobbiamo per forza usare questo termine, risiede solo nel consapevolizzare il tuo stato e fare quello che puoi, come puoi, per porvi rimedio, non darti contro. E non cerco di invalidare il tuo ragionamento per aprire un dibattito, lo giuro, anzi immagino lascerò ora il posto ad altri utenti perchè di base non penso sia delicato contraddirti ulteriormente. |
Re: La prima colpa del fobico
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Quello del.. "è colpa tua se <qualsiasi cosa>" è un modo (tra tanti) di lavarsi le mani senza entrare nel merito delle cose. Poi a volte può essere anche vero, eh, che uno ce l'ha sta colpa. Ma tante altre volte no. |
Re: La prima colpa del fobico
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Re: La prima colpa del fobico
sperando che il topic non si avviti nel solito vortice di vittimismo fobico,
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la persona con cui sto l'ho conosciuta sul lavoro. la mia rete sociale primaria è costituita prevalentemente da persone legate alla di lei famiglia d'origine. poi coltivo ulteriori relazioni informali negli ambienti che frequento (prevalentemente scuola e lavoro, e provo ogni tanto a inserirmi nella c.d. "cittadinanza attiva" a livello locale). certo per fare queste cose devi avere risorse fisiche e soprattutto mentali, e attualmente le ho. tornando a monte, a sorreggere tutto è però il lavoro. non so per gli altri, ma io senza lavoro sarei (e sarei stato, ed ero) il nulla più assoluto. non ho niente da offrire per quello che sono, ma solo per quello che faccio. quindi tornando a te, dipende anche un po' da che lavoro fai. non mi riferisco al prestigio, io ho sempre fatto lavori normali tipo portalettere, fornaio ecc.. ma alla possibilità che ti da il lavoro di instaurare rapporti. |
Re: La prima colpa del fobico
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Per il resto, come immaginavo, confermi il mio pensiero. Da adulti c'è solo la famiglia o comunque la vita di coppia; il resto viene dopo, come contorno, i colleghi di lavoro, gli hobby e i relativi gruppi e così via. Ma la base è quella di prima, il resto è un contorno. Se non c'è quella ti ritrovi ad essere in difficoltà a trovare qualcuno con cui, chessò, andare in vacanza, passare le feste e così via. Tranne che con la famiglia di origine, tipo fratelli e sorelle (se non hanno una vita propria) o addirittura con i genitori. Gli amici, anche se ce li hai, ad una certa età saranno ovviamente poco disponibili, tra lavoro e la loro vita più privata. E stiamo parlano di persone normali. Se poi parliamo per chi soffre di fs... |
Re: La prima colpa del fobico
La cosa più urgente è trovarsi una passione secondo me.
C'è una cosa che mi dà fastidio. È che se tu stessi parlando di sesso, invece che si amici, la gente non avrebbe avuto problemi a derubricarti come gay, asessuale o demisessuale per il fatto che non cerchi sesso attivamente. Il meccanismo lo sappiamo: "come ti permetti tu uomo a non essere devoto alla Dea.., ci deve essere qualcosa dietro..." ecc ecc. Invece siccome parli di amici allora nessuno ti dà del demisociale, del carente di particolari ormoni o ti dice che hai una socialità particolare. Però se non cerchi attivamente amici evidentemente tutta questa compagnia non ti serve. |
Re: La prima colpa del fobico
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È potere ma non volere? Ma uno controlla il volere o solo il potere? |
Re: La prima colpa del fobico
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1.Atto o comportamento che implica conseguenze dannose verso individui o la comunità; 2.In psicologia: complesso di colpa, profondo e insopprimibile disagio, provocato da rimorso per vere o presunte infrazioni alla legge morale o religiosa. |
Re: La prima colpa del fobico
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Non capisco la tua posizione riguardo la questione. Se vuoi dire che gli altri ti colpevolizzano e tu non ti senti colpevole, allora probabilmente la pensiamo allo stesso modo. |
Re: La prima colpa del fobico
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Mi sento colpevole? Non so se è la parola giusta, ma chi può cambiare le cose? Io, solo io, quindi se non lo faccio la colpa è mia. |
Re: La prima colpa del fobico
Essere asociali non è una colpa, è un orientamento caratteriale.
Talvolta diventa una discriminazione, ma non è una colpa. Te la fanno sembrare una colpa, perché sei lo spettro delle loro insicurezze, che gli fanno paura. Loro avrebbero paura se fossero come te. |
Re: La prima colpa del fobico
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"Sono troppo asociale per..." Questo lo puoi dire. Invece non puoi dire che sei solo, sarebbe molto umiliante. |
Re: La prima colpa del fobico
Non è umiliante se sei solo ma nella tua solitudine hai il tuo equilibrio.
A quel punto le persone che dovessero entrare nella tua vita devono farti stare meglio di come stai adesso. Altrimenti non ne vale la pena. |
Re: La prima colpa del fobico
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Re: La prima colpa del fobico
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Sei malato perché hai una malattia, sei asociale perché hai un basso livello di xxx nel sangue, che producono un alto livello di yyy nel cervello ecc ecc. |
Re: La prima colpa del fobico
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E poi parliamoci chiaro, non è una società dove stare da soli è facile, spesso è impossibile. Chi è da solo è sempre in svantaggio, appunto perché è da solo in tutto, anche per esigenze banali. Se stai male e devi andare in ospedale e serve qualcuno che ti "assista"? Se non puoi guidare e non ci puoi andare da solo? Se sei sotto effetto di farmaci e non puoi essere autonomo per qualche giorno/settimana? O se comunque in generale se hai bisogno di qualcuno per un urgenza che fai? Chiami i pompieri? Senza parlare del contesto economico, spesso se si è in due ci si può permettere cose che da soli non sarebbe possibile. Esempio banale, l'affitto. Infatti spesso poi non ci si può permette di separarsi perché vivere da soli costa di più. E senza parlare di tutti quelle sinergie positive che si vengono a creare se hai una rete sociale, in termini di opportunità lavorative e quant'altro. Anzi spesso, nel contesto lavorativo, diventa un obbligo, se te la devi giocare nel mercato del lavoro, più persone conosci più opportunità possono arrivare. Se vivi isolato spesso sei fuori dai giochi. Gli amici che (non) ti sei fatto durante gli anni scolastici sono ora lavoratori, dal barbiere all'avvocato al medico, e averli come amici può sempre tornare utile. Ma non in maniera opportunistica, ma per la classico mutuo aiuto che è normale e fisiologico darsi, anche a livello solo informativo. Magari, se sei senza lavoro, da solo non te ne scappi negli Usa. Però se sei insieme a 2-3 vecchi amici, magari si trova in coraggio di andare insieme, cambia tutto, perché ci si aiuta a vicenda, non è come partire da soli. E così per qualsiasi altro progetto che magari da soli non si fa, però insieme a qualcun'altro si, potrei fare mille esempi. Ripeto, in questa società funziona così, si va avanti così, se si è soli e ritirati socialmente, si è in un contesto molto svantaggioso, spesso non si riesce neanche a sopravvivere, perché spesso fa la differenza tra trovare un lavoro o meno. Nel contesto dei nostri antenati primitivi chi veniva isolato moriva, per questo stiamo male se stiamo da soli e siamo portati naturalmente e istintivamente a socializzare e ad aiutarci a vicenda, perché siamo sopravvissuti in questo modo. Oggi ci sono molte più opportunità, ma se vuoi stare da solo te lo devi poter permettere, in tutti i sensi. |
Re: La prima colpa del fobico
Perché una certa situazione deve essere voluta e perché deve essere non voluta?
Tu dici che se è voluta è meglio. Ok, ma parlavamo di colpe e normalmente la colpa la si dà a chi "ha voluto" oppure "non ha abbastanza voluto evitarlo" ("se l' è cercata"), non a chi "non ha voluto". La differenza tra malattia mentale e salute mentale è molto labile. |
Re: La prima colpa del fobico
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Se è voluta e stai bene così il problema non si pone, stai bene e basta, non ti interessa di quello che possono pensare gli altri. In tal caso non ha senso parlare di colpa, perché la cosa non è un problema. Non è una colpa, è una tua decisione. Se invece la cosa è un problema, anche se non vuoi essere in tale condizione, la responsabilità è ovviamente tua. Non vuoi essere solo ma lo sei e la responsabilità è la tua. Se invece vuoi essere solo, il problema non si pone e non ha senso parlare di colpe. |
Re: La prima colpa del fobico
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A me ha aiutato molto in determinati periodi e in più frangenti, sia psicologici che pratici. Però questa è una cosa molto soggettiva e personale, perché dipende dalle priorità individuali, da che significato si dà alle amicizie e quanto sono importanti per ognuno. Magari per altre persone è sufficiente avere una solida relazione a 2 e una volta che c'è quella le amicizie vengono viste come un qualcosa di superfluo o di non necessario. Non è che ci sia una scelta giusta o sbagliata, secondo me dipende proprio da come si è fatti caratterialmente. |
Re: La prima colpa del fobico
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