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perplessità sulle convivenze
Mi chiedo se nelle convivenze le spese vengano condivise al 50% ,io ho come l'impressione che in quasi tutte le convivenze l'uomo ci metta la casa e il reddito mentre la donna ci metta solo il suo peso specifico e l'uomo accetta questa situazione per avere sesso e una facciata sociale.
Va bè che parlo da osservatore esterno, tenete presente che quando io ero un bambino ed un adolescente le convivenze non erano socialmente accettate sono diventate socialmente accettate nella seconda metà degli anni 90 , prima esisteva il matrimonio e soltanto il matrimonio la famiglia e soltanto la famiglia. Sarà ma queste convivenze senza figli che nascono oggi e finiscono domani a me non convincono. |
Re: perplessità sulle convivenze
Non è tanto il punto della casa, perché a volte capita che sia la donna stessa a metterla, oppure l'uomo, diciamo alla pari. Il problema è che viene richiesto di più all'uomo di far stare la famiglia in agiatezza finanziaria.
Se la donna non lavora ci può essere qualche lamentela nella coppia, ma in genere la situazione è accettata. L'uomo che non lavora invece è una situazione inconcepibile, inimmaginabile. E anche qualora lavorino entrambi, è accettato che la donna porti a casa 800 Euro, ma l'uomo invece si trova a doversi smazzare per guadagnare sempre di più, fare un secondo lavoro. |
Re: perplessità sulle convivenze
Che tante donne nelle relazioni dai 30 in poi vedano gli uomini come dei bancomat con le gambe è purtroppo una realtà, però non sono tutte così, anzi c'è nè sono alcune che ci smenano pure, stà all'intelligenza della persona frequentare le persone giuste.
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Re: perplessità sulle convivenze
Le convivenze sono legalmente equiparate al matrimonio se ci sono figli o se comunque la donna vuole creare problemi. In un sistema come quello attuale è una follia totale iniziare relazioni in questo senso, le cose hanno probabilità elevatissime di finire male. C'è poco da guadagnare e tutto da perdere
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Re: perplessità sulle convivenze
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Pago spesso (se non sempre..): vero é che ho un pelino più di "possibilità" economica (proprio un pelino-pelino, eh..) ma devo ammettere anche che non vedo grandi corse per aprire il borsello :interrogativo: E allora faccio da me. |
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A parte che conosco solo donne che lavorano, ma di norma contribuiscono nel mutuo e nelle spese ( oltre spesso a farsi carico della maggior parte dei lavori domestici ). Se ci sono dei figli ci sta che la donna rimanga a casa anche qualche anno, ma di norma poi riprende a lavorare ( anche perchè con un solo stipendio e dei figli difficilmente si campa bene a meno di non avere una casa di proprietà già pagata ). Nella mia esperienza di convivenza ( senza uomini di mezzo ) entrambe contribuivamo alle spese nell'ordine delle nostre entrate, quindi non a metà ( in quanto sarebbe stato a mio parere squilibrato ). |
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Io pagavo l'affitto, le utenze, la spesa e le uscite. Mai una volta che si degnò di contribuire, tanto "potevo permettermelo." Attenzione: non stiamo parlando di una persona con gravi difficoltà economiche, ma semplicemente di una libera scelta di investire i soldi in altro, come ad esempio in abbigliamento costoso. E posso garantire che è veramente frustrante essere scambiati per un bancomat vivente, perché alla fine tutto diventa una pretesa. Inutile dire che la convivenza non è durata a lungo. |
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E' solo parecchio distratto e io sono particolarmente .. veloce e quando vedo la lentezza, supero e precedo di conseguenza. |
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Dal momento che ti invito, è sottinteso che sia io a pagare, ma è buona educazione anche contraccambiare appena si presenta un'altra occasione. |
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Avrei solo da obbiettare sul fatto che qualcuno ci mette casa, perché nel caso di separazione non è che altro se la porta metà di casa con se, resta sempre a proprietario, e non importa che sia uomo o donna si abita in casa di chiunque dei 2 la ha :nonso: |
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Re: perplessità sulle convivenze
Non mi piace l'idea di dividere le spese a metà facendo i conti della serva. È un atteggiamento lontano dalla mia concezione di rapporto (anche in amicizia). Allo stesso modo non mi piace l'idea di doversi parare evitando di essere in debito, ma mi rendo conto che in alcuni casi è inevitabile.
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Infatti sta cosa di essere in debito perché qualcuno mi invita e dovrei sentirmi in dovere di invitare anche io a mia volta è assurda. Se hai piacere invitare senza aspettarti nulla buona, altrimenti evita! ( come faccio io, non invito mai nessuno visto che non sono disposta a spendere).
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Che si tratti di convivenza o amicizie non importa, il concetto resta uguale. No? |
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Se hai piacere ad offrire qualcosa (anche in amicizia), non aspetti che siano sempre gli altri ad andare per primi a chiedere il conto. |
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Le volte che sono andato a mangiare una pizza con gli amici ognuno si pagava il suo, era scontato, non c'era neanche bisogno di dirlo. Si usciva per stare in compagnia, non per scroccare la cena al poveraccio che aveva avuto l'idea di mangiare insieme da qualche parte:D |
Re: perplessità sulle convivenze
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Dico "tu", ma vale per chiunque. Metti il caso che tu proponga un aperitivo o una cena ad un collega in un posto in cui tu vorresti andare. Ecco, dal momento che è un invito che ti sto facendo, io mi propongo anche per pagare. Poi, si può anche dividere il conto, però non pretendo di voler andare in un determinato posto scelto da me e aspettare che sia l'altra persona a pagare. |
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La convivenza e il matrimonio sono una cosa seria. Non si scherza su queste cose. C'è poco spazio per l'improvvisazione. Bisogna impegnarsi solo con donne generose o quantomeno neutrali e non pretenziose. Ma una che già da subito succhia risorse.. prima o poi ti manda in rovina economica, se non è oggi sarà un domani. E anche se non ti manda in rovina sarà sempre una che pensa che l'uomo debba pagare e smazzarsi di lavoro, e questo in una compagna che dovrebbe non dico amarti, ma almeno volerti bene.. non va bene.
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Potresti anche contraccambiare alla prossima uscita, non credi? Poi, se ognuno preferisce pagare ciò che ha consumato, è un'altro discorso. Ciò che conta è che non sia sempre la stessa persona a pagare. |
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La discriminante è se questa cosa ha carattere continuativo e ripetuto e diventa scontato, dovuto. |
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La cosa migliore è dividere le spese in base alle possibilitá economiche di ciascuno, chi guadagna di più pagherà qualcosa in più.
In una convivenza se una delle due persone ci mette la casa è giusto che l'altra paghi un po' di affitto, se invece sono due persone sposate allora no. |
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Infatti l'ho detto anche sopra. Non è una fissazione, si tratta di rispetto. Io ho piacere ad offrire se lo voglio io, ma non deve diventare una cosa scontata, dovuta. Della serie che se decido di smettere di pagare sempre io il rapporto si sfascia. È piu chiaro così? |
Re: perplessità sulle convivenze
Non ho mai visto nessun uomo arricchirsi con il matrimonio.
Sicuramente ti arricchisci dal punto di vista affettivo, poi una donna ti può dare dei figli, ma dal punto di vista finanziario la famiglia è quasi sempre una sciagura. Peccato che ancora non c'è l'uguaglianza e rimane forte il concetto che se vuoi una donna devi spendere e lavorare sodo, che in pratica la compagna è un bene come un'automobile.. cioè una cosa che costa. Quando avremo superato questo concetto finalmente ci sarà la parità e la modernità. |
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A me è capitato anche in "amicizia". Quando ho cominciato a tirarmi indietro, dicendo di non poter sostenere più il costo di tutte quelle uscite, sono stata cercata sempre meno sino a sparire nel nulla e non risentirci più. Davanti ad un comportamento simile, penso di aver tutto il diritto di essermi sentita usata. E sicuramente non si trattava proprio di amicizia, altrimenti sarebbe continuata nonostante il mio budget si fosse notevolmente ridotto. |
Re: perplessità sulle convivenze
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È successa anche a me la stessa cosa in "amicizia". |
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Se vado a mangiare con qualcuno, capita che al momento del conto l'altro dica "faccio io dai" e magari tu dici no, e l'altro insiste. In questi casi ci sta che la volta dopo cerchi in tutti i modi di pagare io. Questa cosa è più evidente al sud, nella mia esperienza. |
Re: perplessità sulle convivenze
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Parti già con il presupposto che l'altra persona se ne approfitti, si capisce da come scrivi, a me come approccio non piace. Abbiamo semplicemente una concezione diversa. Non sto a contare quante volte offro io oppure l'altro. Non mi interessa che ci sia equità in tale senso, voglio stare bene con una persona e basta. Se mi metto a fare i conti della serva vuol dire che non mi fido più di tanto e ho bisogno di pararmi. Nulla di male, ma ambisco ad altro. |
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Ma anche l'altra persona, se sta bene con me, dovrebbe pensarla allo stesso modo e fare lo stesso, no? Diversamente comincerei a dubitare e di torna al punto dibattuto. |
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Re: perplessità sulle convivenze
Non e vero tutto dipende dall' aspetto e dall' attrazione... Se ti ritrovi sempre e più o meno obbligato a cacciare soldi significa stai compensando altre mancanze che nel momento in cui chiudi il rubinetto la relazione inizia a inclinarsi..
Ma oggi giorno le donne lavorano tutte e tante fanno lavori da ufficio e guadagnano più dell' uomo medio .. che cerchino i soldi sono concetti arcaici ormai da qualche decennio cercano prevalentemente la superiorità genetica .. lo stipendio viene dopo .. sennò basterebbe avere un bel lavoro e invece non mi risulta che gli uomini con bei lavori e begli stipendi siano tutti felicemente fidanzati o che ipergamino.. Poi nn conta quanto soldi fai ma lo stile di vita e quanti soldi usi... Puoi pure avere i debiti ma se fai vita da nababbo fai colpo |
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