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Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Mi è capitato, un po' di tempo fa in una conversazione, che una persona mi chiedesse se avevo mai fatto dei test per vedere se ero autistico. La cosa non è stata detta in senso offensivo ma la persona che mi ha detto ciò riteneva probabile che io fossi autistico. E' una possibilità a cui non ho mai pensato, però negli ultimi giorni sto riflettendo su questa cosa.
Facendo alcune ricerche, emerge questa prima definizione di Ludwig Binswanger: Quote:
Leggendo sempre su wikipedia è scritto anche : Quote:
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Almeno basandomi sui dati riportati qui, forse sono un caso da manuale, con tutte le peculiarità individuali legate a questo tipo di situazione. Oggi un amico con cui sono in contatto virtualmente mi ha detto "sono anni che parliamo e mi parli sempre della figa", io dissi che come avevo già detto varie volte il problema per me è il non aver mai avuto una ragazza, lui insisteva "ma si tratta solo di centrare un buco, che differenza fa?". Ovviamente, la mia preoccupazione non è mai stata relativa alla sessualità o agli istinti, per me il punto a cui voglio arrivare è una relazione reciproca, sana, in cui non ci si sente soli. Ma anche guardandomi intorno, noto che effettivamente per la maggior parte delle persone, sono alla fine gli istinti e le pulsioni a determinare le scelte e i comportamenti, ma per me è diverso, è sempre stato diverso...e la neurodivergenza spiegherebbe questa diversità. Voi cosa ne pensate? Non chiedo certamente una diagnosi, che nessuno qui può fornire, ma solo delle possibili considerazioni e riflessioni... |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Possedendo io le abilità comunicative di un'aragosta, mia madre ebbe paura avessi tipo la sindrome di Asperger, intorno ai miei 14 anni.
Mi scarrozzò da uno psicologo di quelli che non parlano, restano muti e fumano sigarette dietro sigarette, e ti guardano. Non disse cosa avevo, escluse però l'Asperger, questo dopo due anni di analisi. Questo piacevole aneddoto per dirti che ovviamente molte manifestazioni minori dello spettro autistico sono sovrapponibili ad altri disturbi o turbe. Un po' di caos, ma oggi le cose sono cambiate, pertanto invece di andare da un terapeuta/manichino, potresti toglierti ogni dubbio e andare da uno che ti faccia fare il Test Minnesota e l'MCMI-III, contestualizzandoli. Saprai allora, con certezza, cos'hai. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
A me sul Forum dei Brutti hanno detto che sono autistico. Sicuramente una fonte affidabile.
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Bisogna fare i test. Ma io mi sono pentito di averlo fatto :mrgreen:
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Posso solo dire che rispetto a te non cerco la compagnia di una relazione perché evidentemente metto ancora più distanza tra me e le persone.
Non so se hai mai avuto, ma non credo, il pensiero di essere totalmente autosufficiente perché sai di potere fare affidamento alla stabilità e all' aiuto degli altri, i cui feedback sono spesso deludenti. Questa è una postura mentale che ho avuto da sempre. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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L'autismo è soprattutto una questione cognitiva, di modalità di ragionamento. Chi è autistico può avere ansia nelle situazioni sociali, ma questa è conseguenza dell'incapacità cognitiva di afferrare le regole della comunicazione: i sottintesi e i non detti, il ritmo delle pause nel prendere e dare parola, le convenzioni del dialogo (salutare, chiedere scusa, dire grazie, ecc.), la gestione del paraverbale; in tutte queste cose l'autistico è deficitario oppure funziona a modo suo e di conseguenza non riesce a ingranare con le persone neurotipiche. Un'altra caratteristica tipica dell'autismo è la rigidità (si parla di "cervello statico" in contrapposizione al "cervello dinamico" neurotipico"): tendenza a scandire la giornata seguendo precisi rituali temporali e difficoltà più o meno marcata ad affrontare le novità, a opporsi a ciò che interrompe quel che è noto. Infine c'è la questione degli stimoli: chi è autistico tende ad andare in tilt di fronte a troppi stimoli. Possono essere troppe informazioni che arrivano contemporaneamente, ma anche, più banalmente, troppi segnali luminosi o uditivi. Vanno infine precisate due cose: - Non tutte le persone nello spettro autistico rientrano in tutte le caratteristiche di cui sopra. Io ad esempio sono estremamente rigido, ho enormi problemi con le novità, ma non ho quasi alcun problema con gli eccessi di stimoli luminosi o sonori. - L'autismo è uno spettro. Non ci sono da una parte i neurotipici dall'altra gli autistici e il nulla in mezzo. È un continuum e ognuno può trovarsi in un punto qualsiasi dello spettro. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Ah ecco, non sapevo cosa rispondere perché la cosa non mi riguardava, ma ci sono e ci sono stati caterve di utenti con questi problemi, quindi bene che ora ti sappiano dire la loro opinione in materia :bene:
Ma non ho capito, tu Sheev ne avevi parlato con uno psicologo ed eri rimasto insoddisfatto? :pensando: |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Hor ha detto cose giuste...
Anch'io sono stato diagnosticato, anche se con il passare del tempo me ne importa sempre meno, diciamo che mi è servito soprattutto all'inizio per escludere la schizofrenia. Un libro interessante sulla storia dell'autismo è: NeuroTribù. I talenti dell'autismo e il futuro della neurodiversità. Tony Attwood è un professionista molto competente a riguardo, soprattutto nell'Asperger, anche se ormai si tende a parlare di autismo ad alto funzionamento, lo spettro appunto nominato da Hor aggiungo: Sheev essere diagnosticati in età adulta è più difficile perché si concentrano soprattutto sull'età infantile, e una persona con un autismo ad alto funzionamento, ad esempio, che è stata in grado di fare masking per gran parte della vita, anche se prima o poi crolli non si può recitare in eterno, se non va da qualche professionista esperto in materia potrebbe sentirsi dire di tutto, anche perché di solito sono presenti anche le comorbilità a complicare la situazione, cioè si può essere autistici e poi nel corso del tempo sviluppare altre problematiche perché di solito vivere in certe condizioni senza consapevolezza e senza aver ricevuto gli adeguati aiuti crea ulteriori problemi che ruotano intorno al nucleo principale cioè l'autismo, che è una condizione e non una malattia... |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
L'autismo non esiste e tantomeno l'asperger, categorie inventate.
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Anche io da qualche tempo sospetto di essere autistico, quanto meno autismo lieve. Una nota giornalista tempo fa fece una sorta di outing dichiarando che le era stata diagnosticata una forma di autismo lieve.
Questa giornalista non ha assolutamente problemi cognitivi, parla liberamente ed è molto seguita sui social e lavora per una famosa testata giornalistica nazionale. Questo outing insomma mi ha messo la pulce nell'orecchio, perché io dai tempi della scuola media ho fatto sempre una fatica bestiale a stare in mezzo agli altri, come se mi mancasse qualcosa, qualche abilità mancante insomma |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
I test online da fare sono qui https://www.neuroscapes.org/home.php in particolare il RAADS-R. Sono gli stessi test che vengono svolti dal vivo per confermare o meno la presenza della condizione.
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
( ho scritto troppo ma stavo ragionando in modo dettagliato, forse a Sheev potrebbe interessare la mia esperienza ).
Io ho iniziato a manifestare problemi sociali e tendenza all'isolamento già quando andavo alla scuola materna, già all'epoca ero molto selettiva e tendevo ad autoescludermi come se fosse la mia dimensione ideale. Erano gli anni 90 e non c'era attenzione per questi argomenti, le maestre passavano la mattinata o prendendosi il caffè e chiacchierando oppure sedute alla cattedra sfogliando Novella2000, mentre noi ci inventavamo i giochi da soli. Mi ricordo che andava circa così alla materna, eravamo in perpetua autogestione. Il fatto è che i miei, per vari motivi, non mi hanno mandato all'asilo, che a quanto mi hanno spiegato è importante per le competenze sociali, invece io quel tempo l'ho passato a casa con i miei e mia nonna, tra i quali non correva nemmeno buon sangue, quindi sono rimasta immersa in un'atmosfera difficile e qualcosa a modo mio la avvertivo. Poi altre cose interessanti sono che: - Tendevo ad inventare delle parole per divertimento, oppure prendevo parole esistenti e le usavo con altri significati, di sana pianta, per divertimento, e infatti a volte ho fatto delle figuracce perché usavo le parole in modo abbastanza libero e fantasioso. - Alla scuola elementare una volta ci diedero una fotocopia con un disegno e la consegna era di colorare solo le cose di un certo colore, invece io ero già partita felicemente a colorare, prima ancora di leggere la consegna insieme alle maestre, perché volevo colorare e basta (ma su questa cosa mi corressero e dopo sono sempre stata attenta a seguire i comandi anche troppo). - Fin da piccola ma anche durante l'adolescenza e l'età adulta: * Problemi a relazionarmi in ogni contesto io mi sia trovata, dopo un po', essendo troppo calma e tranquilla, finivo sempre per essere presa d'assalto dagli altri. * Preferenza per attività solitarie e ripetitive (mi piaceva disegnare e mi hanno raccontato che disegnavo sempre le stesse cose, avevo dei periodi di fissa su determinate cose, oppure mi piaceva una videocassetta e la guardavo più volte di fila anche nella stessa giornata fino ad imparare a memoria i dialoghi). * Grande selettività nelle amicizie e frequentazioni, ho avuto pochissime amicizie e sempre con bambini/e con situazioni particolari come la mia, era una predilezione istintiva ma presentava sempre caratteristiche ripetitive. * Avere un mondo interiore molto più ricco, interessante e appagante della vita reale e quotidiana, tendenza a fantasticare, immaginazione molto marcata ed eccentrica (ancora oggi che ho 33 anni ho interessi che fanno letteralmente dormire la gente, i miei interessi sono molto ristretti e settoriali, per esempio l'altro giorno ho iniziato a leggere un libro su Jung, che mi interessa e mi entusiasma, e ho avuto un picco di buon umore, che ho sentito proprio nel cervello, una felicità semplicemente per aver imparato una cosa, felicità che quasi nessuno avrebbe sulla faccia della terra, cioè ho un modo di percepire le cose molto personale, mi sembra). * Modo di relazionarmi atipico con maschi e femmine, mi ricordo che la maggior parte delle bambine già da piccole venivano abituate ad agghindarsi e ad avere atteggiamenti molto "da donna", in modo anche eccessivo, io invece legavo di più con le bambine più maschiaccio, e le bambine più femminili mi allontanavano (e io non le gradivo). Oppure ad esempio già alle elementari sia bambini che bambine facevano sul diario la classifica del sesso opposto (che cosa terribile e ridicola, lo so), invece a me non ne poteva fregare di meno, ero completamente estranea a questo tipo di interessi, i ragazzi hanno iniziato ad interessarmi molto ma molto più tardi e avevo un fortissimo blocco per timidezza. * Ho anche una sorta di senso di rifiuto e repulsione per alcuni usi comuni, come l'ipocrisia diffusa in tanti contesti, oppure il fare la bella faccia a persone sgradite, vedo che tanta gente ci riesce senza grande sforzo, gestisce lo stress con più semplicità, invece a me anche queste piccole cose creano forte disagio e pressione, non riesco a reggere la socialità forzata a lungo, ho bisogno di tempo per riprendermi. Invece quando sono con persone con cui c'è un legame importante sono molto più espansiva e in alcune occasioni passo anche per "estroversa", cioè c'è una differenza marcata tra contesti (socialità di necessità o forzata VS. socialità piacevole e voluta ). * Difficoltà a distinguere tra "realtà/verità oggettiva" e "verità raccontate per concludere una discussione difficile, per tranquillizzare qualcuno, oppure per mentire, per svincolarsi da domande scomode". Faccio fatica a distinguere. Mi è capitato di parlare con gente sconosciuta e di rispondere con onestà a domande fin troppo personali, appunto perché io non riesco facilmente a mentire o a raccontare mezze cose, mi viene spontaneo raccontare tutte le mie cose senza pensarci (e a volte sappiamo che può essere un rischio). Sono stata (e sono) "atipica" in tante cose. In base a tanti piccoli elementi c'è la possibilità che io sia forse Asperger, o non so in che "categoria" potrei rientrare, e poco importa nel pratico, ma una differenza con le altre persone la sento e ho iniziato a sentirla molto presto. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Potrei raccontare molte altre cose ma mi contengo altrimenti la gente si addormenta davvero
Un'altra cosa in particolare è che a me rilassano molto i lavori meticolosi, dettagliati, che richiedono tempo e ragionamento, ad esempio rifare un archivio, ricopiare e riorganizzare dati, catalogare oggetti, fare liste, fare schemi, trascrivere. A me piace fare cose che a tantissime persone non piacciono. Infatti mi è capitato di fare tirocini in cui mi veniva chiesto appunto di svolgere attività laboriose e normalmente considerate noiose (che richiedevano tempo), perché nessun altro voleva farle, e invece io mi sono divertita tantissimo. Queste sono le mie stranezze :sarcastico: |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Da qui l'ostilità verso il gossip, il truccarsi, ecc.. ecc.. attività invece che caratterizzano la grande maggioranza delle neurotipiche. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Infatti a me piace molto la sistematizzazione e mi trovo a mio agio a seguire e applicare regole e concetti che posso riconoscere in modo oggettivo, perché è una cosa utile che mi toglie la fatica di interpretare ogni volta, invece ho difficoltà nel relazionarmi con le persone proprio perché, oltre una certa soglia, le trovo imprevedibili, incoerenti, confuse e appena mi sembra di aver capito qualcosa di loro ecco che fanno cose che non mi aspettavo (e mi sembra di non averci capito nulla). Praticamente con alcune persone mi sento come se stessi maneggiando una bomba :mannaggia: Ho delle capacità empatiche e riconosco le emozioni degli altri però quando ho a che fare con altre persone mi incasino facilmente e mi disoriento. In generale ho alcuni elementi/interessi/gusti femminili ma avrò un modo di ragionare diverso, infatti ho sempre fatto fatica ad avere amicizie femminili. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
a me la cosa che attualmente rende la vita più difficile, a parte la difficoltà nelle relazioni e nei contesti sociali, è il sovraccarico sensoriale causato soprattutto da suoni e luci e in misura minore dagli odori
in una società molto rumorosa può ucciderti il sistema nervoso, durante il mio ultimo soggiorno in ospedale, nonostante non fosse ora di dimettermi, sono stati costretti a farlo in anticipo perché stavo scapocciando e la sofferenza mentale che provavo avrebbe compromesso la guarigione fisica più stai male più i tratti emergono e si intensificano, quindi un rumore che in una condizione di benessere puoi tollerare meglio e per un tempo maggiore, in altri casi ti azzanna alla gola in tempi molto brevi |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Se la sindrome di Asperger è effettivamente sotto analisi da anni per inquadrarla meglio, non è che mi risulti l'autismo non esista... come mai pensi questo? |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Il passaggio sugli empatici fa paura. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
L'elemento del sistematizzare (cioè la personalità in cui S è molto forte) mi ha fatto riflettere su una cosa: è anche la tendenza a sistematizzare tanto, la preferenza per i sistemi di concetti ordinati e prevedibili, a causare la difficoltà sociali.
Perché? Perché le persone tendono a comportarsi in modo vario, non sempre prevedibile "matematicamente", oppure dicono una cosa e ne fanno un'altra, oppure - in certe situazioni - affermano delle cose che non pensano completamente, perché stanno esercitando un comportamento diplomatico in presenza di altre persone e l'obiettivo è rendere l'interazione calma e piacevole, priva di inutili attriti, e si cerca di entrare in contatto pacifico con gli altri. Invece chi ha la forte tendenza a sistematizzare (e a percepire la realtà in questo modo) non capisce questi comportamenti e si confonde. Perché se è abituato a ragionare in termini Sì/No, bianco/nero, poli opposti, non capirà tutta la gamma di atteggiamenti intermedi di tipo sociale e nel momento di interagire con altre persone rischia di apparire di mente rigida, se non addirittura ottuso, fissato, che non sa mediare, che non sa stare con gli altri. Invece la necessità di mediare, di staccarsi un minimo da se stessi per entrare meglio in contatto con gli altri, si presenta di continuo nella vita quotidiana, anche in coda al supermercato. In qualunque circostanza sociale servono abilità di questo genere, infatti nelle offerte di lavoro come requisito minimo c'è sempre "buone capacità relazionali". Anche per questo è importante, anche se si è asociali o si preferisce la solitudine (e capisco benissimo) , restare in allenamento facendo piccole cose ogni giorno/ogni tanti giorni, perché facilmente ci si arrugginisce e invece conviene sempre essere un minimo pronti e preparati, perché altrimenti nel momento in cui ti servirà comunicare con qualcuno per cose importanti e necessarie, avrai la crisi, invece restando in allenamento sei sempre più o meno pronto. (ma intendo dire anche proprio a livello di abituarsi ad avere a che fare con gli altri, imparare a far funzionare la comunicazione, imparare ad andare a braccio, improvvisare, aggirare possibili conflitti, cose così). |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
X Dystopia
Secondo me anche l'estremo S certi comportamenti li capisce; è che ci arriva col ragionamento, non con le doti innate. Credo che sia ad esempio il motivo per cui esiste la redpill. La redpill è una forma di sistemizzazione, chi la rifiuta e la criminalizza è perché pensa che non c'è motivo di ragionare sulle regole, visto che con l'empatia puoi risolvere diverse questioni personali. Ma se l'empatia non ce l' hai? Allora usi la sistemizzazione. Nell' mbti dovrebbe essere l' antitesi tra Thinker e Feeler, dove guarda caso corrisponde molto spesso a uomini e donne. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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anch'io ho capito come funzionano i rapporti tra persone, ma appunto l'ho capito sempre usando il mio approccio istintivo, che tende a sistematizzare, e invece con il solo intuito non ci ero mai davvero arrivata, ed ecco perché ho sempre avuto difficoltà sociali. Chi tende a sistematizzare forse ha bisogno di analizzare, classificare, creare principi cardine in base ai quali ragionare, come se stesse scrivendo un manuale. Altre persone invece hanno imparato a rapportarsi con gli altri con la semplice esposizione alle situazioni, senza il bisogno di "studiare" la realtà. Questo spiega come alcune persone si trovino sui forum a discutere sulla realtà e studiarla, anziché viverla e basta. Infatti io adesso riesco a spiegare come ci si rapporta con gli altri proprio perché ho studiato a mia volta, ma prima di fare questi ragionamenti non la capivo e avevo riscontri negativi. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Premessa, giuro che sono serio. A parte che tendo a confondere sempre asperger e autismo, non riesco a credere che ci si possa chiudere in sé stessi come dire, senza deliberata intenzione e per dare un segnale di insofferenza.
A me qualcuno che risponde o risponde a monosillabi pare veramente che non voglia interagire con me; con la mia coda di paglia "deduco" che sto sulle scatole. Ovviamente è un mio istinto sbagliato perché so che queste problematiche esistono, sono studiate e curate. Ma non riesco a sfuggire a questo mio schema di reazione. Cosa c'è nella loro mente quando comunque qualcuno si rivolge a loro con parole gentili, persino se sono scuse? Just curious: non possiamo entrare nella mente degli altri e persino la risposta del più grande esperto del mondo in queste problematiche è limitata dal fatto che non può "essere" nella mente di un altro. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
x Pokorny
Nemmeno io ho ben presenti le categorie dell'autismo ecc, so solo alcune cose base. Quando parlo della difficoltà di interagire e della chiusura in se stessi mi riferisco ad una ipotetica "fase iniziale" in cui si riscontrano queste caratteristiche personali, ci si rende conto di avere queste difficoltà e si fanno queste riflessioni, avviene un momento di realizzazione, dove capisci queste cose di te e ragioni sull'impatto che hanno nel pratico. Poi è ovvio che se si persevera nel proprio modo di fare sapendo che è controproducente, e si prosegue nell'essere inflessibili ed estremisti, senza lasciare nemmeno uno spiraglio alla realtà esterna, lì è anche un fatto di volontà, chiaramente. Però se penso a quando ero adolescente e avevo atteggiamenti di ostinata chiusura, e ancora non capivo il mio modo di essere/funzionare, io in generale lo sapevo che il chiudersi era controproducente, che si trattava di un atto di ostilità che non giocava a mio favore, ma l'impulso di chiudersi era più forte di qualunque altra cosa, lo consideravo sempre inevitabile, ragionavo in modo più assoluto. Magari se ci si chiude, all'inizio la chiusura si presenta come una misura necessaria per sopravvivere, ma nel lungo periodo subentra un forma di radicalizzazione, ostinazione, e in quel caso subentra la volontà. Adesso che è passato tanto tempo e sono più consapevole sono migliorata e riesco ad avere delle buone interazioni, quando sento che mi fa piacere, o che mi è utile o necessario, o qualunque altra ragione. Non c'è più un blocco totale, un rifiuto assoluto, un dogma. In generale resto una persona che sa di avere delle caratteristiche di questo genere, come essenza, e in base alle circostanze fa dei passi avanti o meno, si cimenta o meno. Se ci sono persone che non mi piacciono e con cui non voglio avere interazioni, non mi impongo di interagire e non interagisco in maniera per forza positiva. C'è un misto di tratti di personalità, consapevolezza di sé, volontà, impegno, capacità di ragionare in modo globale (vedendo sia sé che il contesto). |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Qualcuno è soggetto all'iperfocus?
Si tratta di una concentrazione e quindi una focalizzazione molto molto intensa sopra un'attività. Ve ne racconto una: una sera erano le 20 e così ho messo la cena a riscaldare in padella e, conoscendomi, ho messo la piastra a induzione al minimo e ora capirete il perché. Nel frattempo mi sono messo a scrivere della roba che mi interessava particolarmente e senza rendermene conto sono entrato in iperfocus. Durante questo stato, almeno nel mio caso, il tempo si annulla, non è che scorre lento o veloce, proprio non esiste non lo percepisco, inoltre anche i miei sensi, tranne la vista dato che la stavo utilizzando, vengono scollegati perché tutta l'attenzione viene focalizzata sull'attività in corso, raggiungendo così un estremo livello di concentrazione che esclude tutto il resto. Erano le 20 quando ho messo la cena a riscaldare e sono riemerso dall'iperfocus verso le 24:30 e appena ho ripreso contatto con la realtà circostante ho subito sentito una terribile puzza di bruciato perché il cibo nel frattempo si era quasi carbonizzato. Per me era come se fossero passati pochi istanti tra l'inizio e la fine della mia attività. Non ho cenato, inoltre essendo ancora molto eccitato dalla stimolazione intellettuale non sono riuscito a prendere sonno prima delle 3 e alle 6 dovevo svegliarmi. Questo è il motivo per il quale devo fare molta attenzione a intraprendere determinate attività se non ho molto tempo a disposizione e il giorno dopo ho degli impegni da assolvere |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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in un luogo come questo direi che non occorrerebbe nemmeno nominarlo l'autismo per farsi un'idea a riguardo l'apparenza, cosa vediamo in un dato momento, non conta un cazzo fratello, a meno che non siamo così bravi da leggere ogni minimo segnale del corpo e del volto, mimica e prossemica, per andare oltre e collegarlo a ciò che potrebbe stare accadendo all'interno |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Attenzione, che autismo non significa solamente fare scena muta con gli altri, specie se si tratta di autismo ad alto funzionamento. Un autistico, posto in determinate situazioni, può anche essere logorroico, e ne ho conosciuto uno che era proprio così.
Autismo significa non capire in maniera intuitiva le regole implicite della comunicazione tra persone, poi questo può portare a esiti anche molto diversi, al parlar poco o al parlar tanto. |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Io mi sarei sentita come quello che guardava le stelle e poi cadeva in una buca… e mi sarei ricordata della mia inettitudine a vivere… oltretutto avrei avuto oltre che spavento anche scarso senso pratico ad areare il locale, tranquillizzarmi, rassicurare eventuali vicini eccetera eccetera… ma ti parlo da persona inadatta a tutto :mannaggia: |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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a volte mi assentavo anche mentre guidavo ma non ho mai fatto incidenti, il corpo continuava a guidare, ecco perché ho smesso quasi del tutto e non ho mai preso un'automobile, oltre al fatto che amo camminare...se avessi fatto del male a qualcuno mentre guidavo sarebbe stato terribile |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
La sensibilità ai rumori rientra nella discussione secondo voi?
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Non è secondo noi...sono cose che molte persone preparate per decenni hanno studiato :}
Tutti e 5 i sensi possono essere coinvolti, ad esempio il contatto con determinati tessuti o il contatto visivo con determinati colori può causare problemi. Lo spettro è ampio e variegato l'autismo spiega solo una parte e poi subentrano le differeze tra persona e persona, soprattutto quando si parla di autismo ad alto funzionamento la faccenda si complica, è proprio per questo motivo che hanno creato il concetto di spettro, per abbracciare una ampia gamma |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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la conoscenza disponibile sul pianeta, rispetto a quella personale, è così vasta che siamo tutti ignoranti e tutti sbagliamo, anche se prendi l'ultimo premio nobel in qualsiasi campo sono molte di più le cose che ignora rispetto a quelle che conosce e anche lui può confondersi e travisare presi singolarmente siamo piccoli piccoli, tutti, ecco perché molte persone nel corso dei decenni hanno unito le forze per creare teorie comuni, e studiare, e sperimentare, proprio per sopperire ai limiti individuali e provare a fare un minimo di ordine che potrà essere messo nuovamente in discussione man mano che la ricerca continua la scienza non è la verità, e se qualcuno sa cos'è la verità me lo dica, la scienza è in continua evoluzione è ciò che era ritenuto giusto ieri oggi viene superato e domani cambierà ancora, è una continua approssimazione verso modelli sempre più precisi man mano che vengono scoperte nuove evidenze, non esistono dogmi l'autismo ha una base genetica, e quindi ereditaria, e una base che si relaziona con l'ambiente e con tutto ciò che un essere umano entra in contatto da quando si sviluppa nell'utero materno, che è a sua volta un ambiente come lo è l'ambiente che contiene la madre, questo è quello che attualmente sostengono persone che hanno dedicato la vita alla ricerca poi chissà magari tra 100 anni scoprono che è nato tutto da un virus xenomorfo o che siamo stati vittime di una allucinazione collettiva :} |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
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ma @Sheev si è eclissato? |
Re: Diversità e autismo, alcune domande e considerazioni
Avete scritto cose molto interessanti ma ultimamente non riesco proprio a concentrarmi sulle cose... in seguito tornerò a leggere meglio. Troppi impegni, troppe cose in sospeso...
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