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milton erickson 01-08-2024 07:33

La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Dopo vari mesi che non apro un thread mi rifaccio vivo per linkarvi un video interessante in cui Marco Crepaldi intervista un ex hikikomori



Tra gli aspetti che mi hanno colpito:

il fatto che per uscire dalla sua condizione sono stati importanti i piccoli passi fatti inizialmente per migliorarsi (uscire per andare in palestra ad esempio);

l'importanza di avere un hobby/interesse in cui si può essere valorizzati (la musica);

hobby importante anche come motivazione ad andare oltre i propri limiti;

l'importanza del coraggio e della tenacia nonostante i primi insuccessi, per fare esperienza e alla fine avere anche risultati positivi (quando parla ad esempio dei suoi primi appuntamenti disastrosi con l'altro sesso).

Voi che ne pensate della sua esperienza?

pokorny 01-08-2024 07:52

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Difficile dire qualcosa, è già impossibile avere contezza dei propri processi mentali intermedi, inteso che quelli superficiali si spera siano più o meno accessibili, mentre intendo per "intermedi" qualcosa che è appena al di sopra dell'inconscio. Figuriamoci immaginare cosa ci sia nella mente del prossimo.

Detto questo, io ritengo che chi ce la fa, sempre e comunque è qualcuno che ce l'aveva già fatta e doveva comunque arrivare a farcela, ma lo sviluppo degli eventi era stato inibito da qualche blocco che è venuto meno per chi sa quale motivo. Se considero lo sforzo immane che mi comporta andare in palestra ma ci vado, o tentare di avere hobby (adesso: perché prima mi davano gioia) ma comunque mi sforzo di fare, dovrei dirmi che ce l'ho fatta. Eppure sento che il mio destino è circoscritto entro una sorta di recinto da cui non so/posso uscire.

Forse il recinto di quel ragazzo è fisicamente e mentalmente più vasto di quelle temporaneo, fisico e mentale, in cui è restato confinato. Ma all'attivazione di chi sa quali eventi mentali, ha semplicemente occupato almeno parte dello spazio che ha a disposizione. Non penso insomma a cambiamenti ma alla realizzazione di potenzialità che c'erano già e aspettavano l'occasione giusta.

Ovviamente non ho alcuna prova ma credo che nessuno abbia prova del contrario :D

cosechenonho 01-08-2024 08:30

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Ohhhh! Un po’ di ottimismo per iniziare la giornata! :bene:

milton erickson 01-08-2024 08:51

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971552)

.... Eppure sento che il mio destino è circoscritto entro una sorta di recinto da cui non so/posso uscire.

Forse il recinto di quel ragazzo è fisicamente e mentalmente più vasto di quelle temporaneo, fisico e mentale, in cui è restato confinato. Ma all'attivazione di chi sa quali eventi mentali, ha semplicemente occupato almeno parte dello spazio che ha a disposizione. Non penso insomma a cambiamenti ma alla realizzazione di potenzialità che c'erano già e aspettavano l'occasione giusta.

Ovviamente non ho alcuna prova ma credo che nessuno abbia prova del contrario :D

Il problema è proprio questo: molte persone (lo dice anche nell'intervista) pensano a sè stessi come persone limitate e il cui destino è definito dalle esperienze negative avute da molto giovani, e che formano l'immagine negativa che hanno di sè stessi.

Le potenzialità in realtà ce l'hanno in molti. Solo che non coltivandole e trovando ambiti in cui possano essere apprezzate queste non escono fuori.

Trinacria 01-08-2024 09:41

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
L'ho sempre detto che avere una forte passione per qualcosa aiuta tantissimo. L'avrei tanto voluta avere ma purtroppo mi è sempre mancata.

pokorny 01-08-2024 09:43

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da cosechenonho (Messaggio 2971564)
Ohhhh! Un po’ di ottimismo per iniziare la giornata! :bene:

I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Se tutti o almeno la maggior parte "ce la facessero" non avrebbe senso notare un processo così comune. Ma questo non è affatto il primo dei topic sul forum che segnala il caso di qualcuno che "ce l'ha fatta". Il che mi fa pensare che sia un evento raro o comunque rappresenti l'anomalia.

Ma se vuoi una nota ottimistica possiamo anche dire che tutti siamo in grado di sbloccare una gran parte degli ostacoli che ci legano a situazioni indesiderate. Siamo solo pigri e svogliati ed è solo questione di volontà. O qualcosa di simile :) Ma non potrei fare a meno di chiedermi: perché non si riesce a esercitare la volontà soprattutto in quanto mezzo per risolvere una parte sufficiente di problemi? Forse perché è uno dei problemi che ci impedisce di esercitare la volontà che ci impedisce di esercitare la volontà che al mercato mio padre comprò? E' qui secondo me il problema, fosse possibile potremmo praticamente essere persone completamente diverse a nostro piacere. Se qualcuno ha questa capacità sono contento per lui o lei che sia.

gaucho 01-08-2024 09:55

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971552)
Difficile dire qualcosa, è già impossibile avere contezza dei propri processi mentali intermedi, inteso che quelli superficiali si spera siano più o meno accessibili, mentre intendo per "intermedi" qualcosa che è appena al di sopra dell'inconscio. Figuriamoci immaginare cosa ci sia nella mente del prossimo.

Detto questo, io ritengo che chi ce la fa, sempre e comunque è qualcuno che ce l'aveva già fatta e doveva comunque arrivare a farcela, ma lo sviluppo degli eventi era stato inibito da qualche blocco che è venuto meno per chi sa quale motivo. Se considero lo sforzo immane che mi comporta andare in palestra ma ci vado, o tentare di avere hobby (adesso: perché prima mi davano gioia) ma comunque mi sforzo di fare, dovrei dirmi che ce l'ho fatta. Eppure sento che il mio destino è circoscritto entro una sorta di recinto da cui non so/posso uscire.

Forse il recinto di quel ragazzo è fisicamente e mentalmente più vasto di quelle temporaneo, fisico e mentale, in cui è restato confinato. Ma all'attivazione di chi sa quali eventi mentali, ha semplicemente occupato almeno parte dello spazio che ha a disposizione. Non penso insomma a cambiamenti ma alla realizzazione di potenzialità che c'erano già e aspettavano l'occasione giusta.

Ovviamente non ho alcuna prova ma credo che nessuno abbia prova del contrario :D


Sottoscrivo tutto

gaucho 01-08-2024 09:57

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Comunque si vede che è un bel ragazzo, ha oggettivamente le basi se supera i problemi mentali.
Buon per lui ma estendere sta filosofia a “tutti ce la possono fare” sti grancazzi

cosechenonho 01-08-2024 10:07

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971576)
I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Se tutti o almeno la maggior parte "ce la facessero" non avrebbe senso notare un processo così comune. Ma questo non è affatto il primo dei topic sul forum che segnala il caso di qualcuno che "ce l'ha fatta". Il che mi fa pensare che sia un evento raro o comunque rappresenti l'anomalia.

Ma se vuoi una nota ottimistica possiamo anche dire che tutti siamo in grado di sbloccare una gran parte degli ostacoli che ci legano a situazioni indesiderate. Siamo solo pigri e svogliati ed è solo questione di volontà. O qualcosa di simile :) Ma non potrei fare a meno di chiedermi: perché non si riesce a esercitare la volontà soprattutto in quanto mezzo per risolvere una parte sufficiente di problemi? Forse perché è uno dei problemi che ci impedisce di esercitare la volontà che ci impedisce di esercitare la volontà che al mercato mio padre comprò? E' qui secondo me il problema, fosse possibile potremmo praticamente essere persone completamente diverse a nostro piacere. Se qualcuno ha questa capacità sono contento per lui o lei che sia.

Eh dillo a me… non a caso tempo fa avevo aperto anche un topic sulla capacità di sopportare… :miodio:

dottorzivago 01-08-2024 10:22

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da gaucho (Messaggio 2971582)
Comunque si vede che è un bel ragazzo, ha oggettivamente le basi se supera i problemi mentali.
Buon per lui ma estendere sta filosofia a “tutti ce la possono fare” sti grancazzi

Ma infatti...a me pare di stare a sentire la classica storia trita e ritrita. Tipo il classico giocatore di calcio brasiliano che è uscito delle favelas grazie al talento.

Sarei più interessato ad un ex hukikomori che fa l operaio o l impiegato

Maffo 01-08-2024 10:50

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Diciamo che migliorare si può sempre migliorare, anche ad 80 anni, ma se uno è nato con un certo carattere se lo tiene a vita, piuttosto puoi imparare a conviverci come meglio puoi.

muttley 01-08-2024 11:05

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971576)
Ma se vuoi una nota ottimistica possiamo anche dire che tutti siamo in grado di sbloccare una gran parte degli ostacoli che ci legano a situazioni indesiderate. Siamo solo pigri e svogliati ed è solo questione di volontà. O qualcosa di simile :)

No, è che nella condizione di cui tanto ci lamentiamo, troviamo in realtà una jouissance nel senso lacaniano del termine.

pokorny 01-08-2024 11:20

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2971596)
No, è che nella condizione di cui tanto ci lamentiamo, troviamo in realtà una jouissance nel senso lacaniano del termine.

Non so come mai mi aspettavo questa tua risposta :) Penso che questo elemento sicuramente esista ma penso anche che potrebbe essere un ripiego, una specie di risposta alla minaccia costituita da avere una sensazione inconscia di non farcela. A quel punto penso che la mente sia abbastanza bastarda da presentarci i nostri limiti come zona di comfort.

muttley 01-08-2024 11:22

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Come facevi a sapere che sto leggendo Lacan?

gaucho 01-08-2024 11:57

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Questo è letteralmente il discorso quotidiano dei miei pensieri su me stesso

https://vm.tiktok.com/ZGe7ARx8N/

milton erickson 01-08-2024 14:33

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971576)
....Ma non potrei fare a meno di chiedermi: perché non si riesce a esercitare la volontà soprattutto in quanto mezzo per risolvere una parte sufficiente di problemi? Forse perché è uno dei problemi che ci impedisce di esercitare la volontà che ci impedisce di esercitare la volontà che al mercato mio padre comprò? E' qui secondo me il problema, fosse possibile potremmo praticamente essere persone completamente diverse a nostro piacere. Se qualcuno ha questa capacità sono contento per lui o lei che sia.

A mio parere sul termine volontà si fa una grande confusione: come se fosse una qualità innata che uno ha o non ha e non ci siano sfumature intermedie.

A mio parere molto di quello che chiamiamo volontà è anche il frutto delle esperienze negative : in primis con i genitori, ma anche con tutti gli altri (nel caso dell'intervistato sembra appunto che a esercitare una influenza negativa siano stati il bullismo subito a causa della sua obesità)

La volontà però non è una quantità fissa immodificabile. Si esercita e si rafforza come ogni altra facoltà: ovviamente prima si parte con compiti facili e poi via via più difficili.

Vero è che spesso fare il primo passo è difficile, soprattutto se nessuno ti incoraggia. Da questo punto di vista avere almeno una persona vicina che vada contro il coro di chi ti rema contro è importante. Lo stesso intervistato dice che la sua fortuna è che la sua passione per la musica non è stata ostacolata ma favorita dal padre.

milton erickson 01-08-2024 14:40

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da dottorzivago (Messaggio 2971585)
Ma infatti...a me pare di stare a sentire la classica storia trita e ritrita. Tipo il classico giocatore di calcio brasiliano che è uscito delle favelas grazie al talento.

Sarei più interessato ad un ex hukikomori che fa l operaio o l impiegato

Non credo che il problema sia tanto avere successo in un campo "prestigioso" (tipo sport o cinema o musica) grazie a chissà quale talento.

Penso sia più importante avere riconoscimenti esterni in un attività che piace (lavoro o hobby che sia)

pokorny 01-08-2024 15:45

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2971599)
Come facevi a sapere che sto leggendo Lacan?

Lo hai citato più di una volta in associazione a questo genere di problema. A sua volta il "ciascuno è fabbro della propria fortuna" è un tema che ti è molto caro, esprimi molto di frequente e, credo, anche il motivo del perché sei costretto a girare con barba e baffi posticci nel timore che qualcuno tra la maggioranza di utenti ti riconosca per strada e voglia la tua testa :D

Melmoth 01-08-2024 16:11

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da milton erickson (Messaggio 2971638)
A mio parere sul termine volontà si fa una grande confusione: come se fosse una qualità innata che uno ha o non ha e non ci siano sfumature intermedie.

A mio parere molto di quello che chiamiamo volontà è anche il frutto delle esperienze negative : in primis con i genitori, ma anche con tutti gli altri (nel caso dell'intervistato sembra appunto che a esercitare una influenza negativa siano stati il bullismo subito a causa della sua obesità)

La volontà però non è una quantità fissa immodificabile. Si esercita e si rafforza come ogni altra facoltà: ovviamente prima si parte con compiti facili e poi via via più difficili.

Concordo. Infatti magari per certi soggetti in passato la volontà era presente. Si tratta quindi di recuperarla.
Alla fine la sua mancanza credo sia la naturale conseguenza del non aver raccolto nulla nonostante sforzi prodotti. Perché continuare a sforzarsi quando non si riesce neanche ad immaginare uno scenario in cui si potrebbe stare bene...
Bisognerebbe primariamente lavorare su tutte quelle distorsioni cognitive che castrano la volontà. Convinzioni che comunque possono essere anche abbastanza fondate, più sono deboli e confutabili dalla realtà più c'è margine di miglioramento.

gaucho 01-08-2024 16:52

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971661)
Lo hai citato più di una volta in associazione a questo genere di problema. A sua volta il "ciascuno è fabbro della propria fortuna" è un tema che ti è molto caro, esprimi molto di frequente e, credo, anche il motivo del perché sei costretto a girare con barba e baffi posticci nel timore che qualcuno tra la maggioranza di utenti ti riconosca per strada e voglia la tua testa :D


Muttley è un privilegiato si vede

muttley 01-08-2024 17:08

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971661)
Lo hai citato più di una volta in associazione a questo genere di problema. A sua volta il "ciascuno è fabbro della propria fortuna" è un tema che ti è molto caro, esprimi molto di frequente e, credo, anche il motivo del perché sei costretto a girare con barba e baffi posticci nel timore che qualcuno tra la maggioranza di utenti ti riconosca per strada e voglia la tua testa :D

La barba e i baffi posticci sono una questione di stile, tra qualche anno ce li avranno tutti e potrò fregiarmi del titolo di trend-setter :figo:
Ma non sono un sostenitore dell'autodeterminazione alla felicità, semmai ritengo che l'infelicità sia una sorta di strategia di coping di cui sovente siamo attori inconsapevoli o restii ad ammetterne il funzionamento. L'infelicità è il sintomo, la misura del nostro far fronte a situazioni di trauma e di disagio, qualcosa che scegliamo (consapevoli o meno) per compensare precedenti situazioni incomode.

Quote:

Originariamente inviata da gaucho (Messaggio 2971670)
Muttley è un privilegiato si vede

https://www.ibs.it/images/9788867422920_0_200_0_75.jpg

cuginosmorfio 01-08-2024 20:28

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
l'infelicità è borghese ; dovremmo tutti imparare dagli africani che muiono di fame&sete ma sorridono a 32 denti, col colonialista bianco europeo che chiòsa: a loro basta poco, vedi come sono felici

muttley 01-08-2024 20:34

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Sono felici perché ce l'hanno più grosso.

Melmoth 01-08-2024 23:53

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2971724)
l'infelicità è borghese ; dovremmo tutti imparare dagli africani che muiono di fame&sete ma sorridono a 32 denti, col colonialista bianco europeo che chiòsa: a loro basta poco, vedi come sono felici

Aahahaha. Vero, ho sempre invidiato i loro sorrisi bianchissimi a 32 denti

gaucho 02-08-2024 09:03

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2971727)
Sono felici perché ce l'hanno più grosso.


Tutte queste generalizzazioni, pensa se uno di colore che ce l’ha piccolo leggesse questo post come si sentirebbe, vergonniahhh

Nightlights 02-08-2024 09:21

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da gaucho (Messaggio 2971786)
Tutte queste generalizzazioni, pensa se uno di colore che ce l’ha piccolo leggesse questo post come si sentirebbe, vergonniahhh

La sua è tutta invidia del mancato aspirante ricevente.
Il prof brama il black mamba :sisi:

Varano 02-08-2024 14:21

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2971552)
Difficile dire qualcosa, è già impossibile avere contezza dei propri processi mentali intermedi, inteso che quelli superficiali si spera siano più o meno accessibili, mentre intendo per "intermedi" qualcosa che è appena al di sopra dell'inconscio. Figuriamoci immaginare cosa ci sia nella mente del prossimo.

Detto questo, io ritengo che chi ce la fa, sempre e comunque è qualcuno che ce l'aveva già fatta e doveva comunque arrivare a farcela, ma lo sviluppo degli eventi era stato inibito da qualche blocco che è venuto meno per chi sa quale motivo. Se considero lo sforzo immane che mi comporta andare in palestra ma ci vado, o tentare di avere hobby (adesso: perché prima mi davano gioia) ma comunque mi sforzo di fare, dovrei dirmi che ce l'ho fatta. Eppure sento che il mio destino è circoscritto entro una sorta di recinto da cui non so/posso uscire.

Forse il recinto di quel ragazzo è fisicamente e mentalmente più vasto di quelle temporaneo, fisico e mentale, in cui è restato confinato. Ma all'attivazione di chi sa quali eventi mentali, ha semplicemente occupato almeno parte dello spazio che ha a disposizione. Non penso insomma a cambiamenti ma alla realizzazione di potenzialità che c'erano già e aspettavano l'occasione giusta.

Ovviamente non ho alcuna prova ma credo che nessuno abbia prova del contrario :D


Ci sono persone che hanno tutto per riuscire, ma poi entrano in certi loop e possono uscirne o fare una brutta fine.
Non lo so cosa succede, sembra che alcuni di noi debbano toccare il fondo per ripartire...anziché fare un percorso lineare. Io penso di avere preso l'ultimo treno o il penultimo, perché si era messa male la vita.
Senza soldi, senza macchina, senza amici, senza look, senza autostima, senza lavoro...qualsiasi uomo ne uscirebbe distrutto.

Exutente 02-08-2024 17:51

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da milton erickson (Messaggio 2971548)
Dopo vari mesi che non apro un thread mi rifaccio vivo per linkarvi un video interessante in cui Marco Crepaldi intervista un ex hikikomori

https://www.youtube.com/watch?v=9E2Hk3nXgdM


Tra gli aspetti che mi hanno colpito:

il fatto che per uscire dalla sua condizione sono stati importanti i piccoli passi fatti inizialmente per migliorarsi (uscire per andare in palestra ad esempio);

l'importanza di avere un hobby/interesse in cui si può essere valorizzati (la musica);

hobby importante anche come motivazione ad andare oltre i propri limiti;

l'importanza del coraggio e della tenacia nonostante i primi insuccessi, per fare esperienza e alla fine avere anche risultati positivi (quando parla ad esempio dei suoi primi appuntamenti disastrosi con l'altro sesso).

Voi che ne pensate della sua esperienza?

da persona che era iscritta proprio qui sopra 15-16 anni fa e si sentiva impotente, ma anche da terapeuta sicuramente confermo sull'importanza dei piccoli passi del nostro percorso, di apprezzarli, di notare le storie che la nostra mente ci dice tenendoci nel problema.

Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci.
Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza

muttley 02-08-2024 17:53

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da Exutente (Messaggio 2971900)
Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci.
Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza


Non è cambiato niente, tutte le notti aspetto ancora una stella cadente (cit.)

Qwerty 02-08-2024 18:06

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da Exutente (Messaggio 2971900)
da persona che era iscritta proprio qui sopra 15-16 anni fa e si sentiva impotente, ma anche da terapeuta sicuramente confermo sull'importanza dei piccoli passi del nostro percorso, di apprezzarli, di notare le storie che la nostra mente ci dice tenendoci nel problema.

Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci.
Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza

Che nick avevi?

anahí 02-08-2024 18:22

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da Exutente (Messaggio 2971900)
da persona che era iscritta proprio qui sopra 15-16 anni fa e si sentiva impotente, ma anche da terapeuta sicuramente confermo sull'importanza dei piccoli passi del nostro percorso, di apprezzarli, di notare le storie che la nostra mente ci dice tenendoci nel problema.

Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci.
Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza

"Ce la faceva" a fare cosa?

milton erickson 02-08-2024 21:33

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da Exutente (Messaggio 2971900)
da persona che era iscritta proprio qui sopra 15-16 anni fa e si sentiva impotente, ma anche da terapeuta sicuramente confermo sull'importanza dei piccoli passi del nostro percorso, di apprezzarli, di notare le storie che la nostra mente ci dice tenendoci nel problema.

Non so oggi, ma ai tempi avevamo molto l'idea che chi ce la faceva avesse evidentemente meno problemi, non poteva capirci.
Son quei pensieri che alla lunga ci mantengono nel problema se ci identifichiamo solo con essi, ci impediscono di fare anche minimi passi e apprezzarli, usarli come punto di partenza

Sarebbe interessante se te la sentissi di parlare un po' più approfonditamente della tua storia, dei miglioramenti fatti e di cosa ti ha aiutato a migliorare.

Anche per contrastare il pessimismo qui imperante ( io ci provo a volte con i miei interventi, ma non è facile...)

sagoma 03-08-2024 03:56

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
non ho visto il il video (non ce l'ho fatta...)
Le cose sono meno sotto il proprio controllo di quanto alcuni potrebbero pensare. Oppure sono sotto il proprio controllo ma è un controllo bastardo che ti impone di fare le stesse azioni nel tempo perchè hai paura che non facendole può succedere qualcosa di brutto. Mia esperienza. La paura è costante, ci vuole un coraggio e una voglia che la fronteggi e superi nel tempo per uscire dal proprio schema acquisito. E anche in quel caso non è detto che ce la si faccia, per qualche motivo. Ci sono anche gli altri, mica tutti fanno il tifo per il nostro 'successo' e lo favoriscono. C'è chi è con più esperienza e con più punti riconosciuti a disposizione. Invece magari più che passi avanti servono passi indietro, accontentarsi di quello che si può essere, da un'analisi più lucida possibile. Se sei lucido c'hai meno illusione dentro, quindi meno forza propulsiva.
Ci vuole l'illusione dentro per molti per fare un passo più avanti degli altri, ma pure per questa, come per altre qualità più misurabili, non si sa come acquisirsela e conservarsela dentro. Ma magari 'illusione' non è il termine adatto, io ce l'ho pure avuta forse, bisogna avere la 'credenza', qualcosa più di sostanza. Quella che poi ti fa dire che quello altrui è pessimismo, ma vieni però a stare dall'altro lato dove c'è questo pessimismo cosiddetto, e vedi che il pessimismo non è solo questione di pensiero, quello è conseguente. Quel pessimismo è più un sentimento, se si può dire così

sagoma 03-08-2024 04:02

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
dopo aver scritto il post ho notato un sacco di errori, che ho corretto, magari rileggerlo adesso, risulta almeno un po' meno confuso il pensiero espresso ahahah

Chamomile 03-08-2024 11:50

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Più vedo queste cose e più noto che, come persona, non c'entro nulla neppure con gli altri disadattati.

insiemealvento 03-08-2024 17:50

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
penso che abbiamo tutti le capacità di migliorare la nostra condizione, tenterò un ragionamento per spiegarmi:

penso che la sofferenza, fisica e mentale, sia una realtà inconfutabile e non aggirabile per tutti gli esseri senzienti, umani in questo caso...è proprio ciò che ci accomuna tutti ma proprio tutti

penso anche che non esista in maniera autonoma un sé o un io, inteso come nucleo della nostra persona con tutta una serie di caratteristiche a corredo, ma che sia soltanto il frutto di un insieme di cause e condizioni e quindi come il resto dell'universo sia in costante mutamento

se ciò che considero il mio io non esiste autonomamente allora non posso nemmeno attribuirgli degli aggettivi, tipo bello o brutto buono o cattivo etc etc, come se fossero caratteristiche che gli appartengono e lo caratterizzano in maniere fissa e immutabile, ma esso muterà in base alle cause e condizioni nel quale nasce e si sviluppa

di conseguenza penso che ognuno di noi abbia le potenzialità per liberarsi da tutta una serie di false convinzioni che si creano man mano che facciamo esperienze per la prima volta e poi le ripetiamo, finendo col ripetere schemi di parole, di pensieri e azioni che vanno a creare e/o rinforzare le convinzioni riguardo noi, gli altri, il mondo...insomma un circolo che si autoalimenta perfettamente fin da quando veniamo al mondo e quindi è difficile da vedere e poi scardinare

a forza di ripeterle arriviamo a pensare e pronunciare frasi del tipo io sono fatto così...e lui è fatto cosà come se fossero condanne immutabili ed eterne...

a causa di tutto quello che ho scritto penso che la mente possa acuire tale sofferenza o possa fare il contrario...anche quando si tratta di sofferenza fisica che non può essere curata dalla scienza (come nel mio caso), perché una mente tranquilla e allenata affronterà meglio di una mente non tranquilla né allenata anche quel tipo di sofferenza, come affronterà meglio qualsiasi altro problema

(mi dispiace per il pippone ma se non articolavo un non potevo spiegare la mia posizione)

p.s. penso che "l'addestramento" della mente sia importante, e la base di questa mia nuova visione, che sopra ho tentato maldestramente di spiegare, la devo sicuramente al mio crescente interesse e avvicinamento verso il buddhismo, parola gigantesca, e ci tengo a precisare che non posso definirmi un praticamente né un conoscitore, sono un curioso dilettante

Exutente 03-08-2024 18:49

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2971902)
Non è cambiato niente, tutte le notti aspetto ancora una stella cadente (cit.)

muttley, mannaggia:testata:

Exutente 03-08-2024 18:50

Re: La storia di uno che ce l'ha fatta
 
Quote:

Originariamente inviata da Qwerty (Messaggio 2971904)
Che nick avevi?


giova88. Storico pazzo del forum al termine della mia adolescenza


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