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Essere considerati "buoni"
Buonasera a tutti!
Apro questo topic perché vorrei esprimere una cosa che mi ha sempre dato molto ma molto fastidio, ovvero l'essere considerata "buona e remissiva" per il fatto che a causa del mio evitamento non replico e non mi oppongo praticamente mai. L'essere considerata una persona docile e senza carattere quando in realtà nel mio profondo non mi sento affatto così è da sempre uno dei temi più devastanti della mia vita. Qualcuno che prova la stessa cosa? Cercate in qualche modo di risolvere o ve la siete "messa via"? |
Re: Essere considerati "buoni"
Io ti suggerirei di pensare se il problema sia davvero l'essere considerata "buona" o forse più semplicemente il fatto che ti dispiace (ed è legittimo) essere remissiva per carattere.
Secondo me, essere considerati "buoni" è una cosa positiva. Dal mio punto di vista è una cosa che contribuisce a come mi voglio porre nei rapporti. Non mi dispiace se me lo dicono, anzi mi dà una sicurezza in più perché sono certo, ad esempio, che nessuno può fraintendermi o pensare che lo voglio fregare. |
Re: Essere considerati "buoni"
A me oggi hanno detto che sono troppo discreto, troppo attento a non disturbare, troppo educato. Perchè non assillo di chiamate la gente che dovrebbe chiamare me visto che lavora e io sono il loro diciamo cliente. Bah
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Re: Essere considerati "buoni"
Effettivamente è un qualcosa che ha infastidito anche me (quelle rare volte che è successo): perché detto da terze persone (non intime) -ed in questa società- mi sa di presa per il culto.
Lo ritengo un vago ma importante campanello d'allarme. Qui nel condominio dove vivo ho fatto e sto facendo la mia parte per non dar da sembrare "buono" |
Re: Essere considerati "buoni"
A me se vogliono che inizi a bestemmiargli in faccia e mancare di rispetto a tutti lo faccio senza problemi
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Re: Essere considerati "buoni"
Incredibile poco fa ero al lavoro e stavo pensando di aprire un topic (succede spesso ma poi non li apro mai) intitolato “essere considerati innocui”.
Riflettevo sul fatto che spesso nella vita vengo considerato una persona che non farebbe del male a una mosca, affidabile, in pratica un fesso. Una volta in un condominio in cui abitavo da poco, bisognava urgentemente raccogliere i soldi per un lavoro di manutenzione. Una signora ha detto di tirare fuori 50 euro a testa, e poi fa “li facciamo tenere a lui, vi sta bene?” Indicando me. Il mio vicino ha fatto una faccia come dire “ma certo, dove vuoi che vada questo” non in maniera negativa, ma proprio come se stessero parlando di una suora. Nonostante fossi uno sconosciuto ventenne che viveva da solo, nessuno aveva la sensazione che io potessi fregare i soldi. E niente poi molte altre volte vengo trattato come un ultra omega che è esattamente quello che sono. Qualche volta penso di cambiare ma in realtà non ce la faccio. Se rifiuto di fare un favore mi sento in colpa. Da oltre 10 anni nella mia carriera lavorativa faccio i turni di merda che non vogliono fare gli altri. Di recente ho comprato casa e in varie situazioni sto subendo dei raggiri ma non riesco a prendermela con nessuno ne a vendicarmi. Ad esempio molte altre case del condominio sono ancora in vendita. Quando vengono quei delinquenti dell’agenzia potrei non salutarli, o addirittura parlare male di loro, per fargli perdere i clienti, ma non ce la faccio. Mi sentirei in colpa. Eh niente alla fine io non credo di poter cambiare. Posso solo sperare di andare in paradiso. Ah mi sono ricordato di una volta che al lavoro mi hanno definito il collega perfetto perché “lavora veloce, fa sempre i pomeriggi e calcetto vuole stare in porta”. In pratica mi facevo il culo per gli altri, facevo i turni di merda, e il mio spirito competitivo inesistente mi portava a stare fisso in porta a calcetto. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Detto questo hai descritto molto bene una cosa che provo anche io. Mi ci è voluto molto tempo per dis-associare bontà d'animo e assertività, e capire che sono cose completamente indipendenti tra loro. Io so di avere blocchi, li vedo, li conosco, vedo quando entrano in azione e vorrei non essere così. Ma non posso affermare che sono diverso da come mi comporto. In gran parte sono quel che si riflette in modo diretto nel (non) comportamento. Posso dire che vorrei essere diverso nel senso di essere proprio una persona diversa, se questo vale per te non lo so. Penso che sia un problema molto comune almeno per l'utenza del forum. C'è secondo me molto spesso un banale problema di base di mezzi economici e familiari. Sul lato economico se uno ha un pozzo di soldi può anche essere bloccato quanto si vuole ma otterrà dagli altri quel che desidera. Sul lato familiare molto spesso le famiglie approfittano del figlio che è uscito di carattere tranquillo e conciliante poi lo fanno diventare un'ameba perché il destinato a fare da badante poi. Quest'ultimo è in parte il mio caso. Ma chiaramente ciascuno ha la sua storia e non ci sono regole. PS - lo so che tra familiari e persone con cui ho a che fare sono considerato un paramecio, il comportamento dei miei verso di me non si spiega altrimenti. Temo che si inneschi spesso un circolo vizioso per cui se si riesce a reprimere una persona per un lasso di tempo sufficiente, questa poi perde le capacità di reagire a "sopraffazioni" in senso lato e anche letterale. |
Re: Essere considerati "buoni"
Sono remissivo quando mi conviene, perché le guerre costano, e poi per vincerle bisogna farle bene, oppure meglio niente.
Buono si, nel senso che è difficile che faccio del male, ma non faccio neanche tutto questo bene al prossimo. No, cmq in genere non mi considerano il "fesso remissivo", chi mi conosce lo sa che un po' può affondare il colpo, ma se esagera poi la reazione c'è. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Di fondo sono ingenuo,non malizioso o pianificatore. Di base ho capito che non lo sono perché non sono in grado di argomentare, convincere, trascinare le persone dalla mia parte.
Detto ciò e dal momento che non me ne frega nulla in generale, sono abbastanza passivo, smemorato e senza interessi. Vedo le persone intorno a me essere ciniche, ma a me non me ne frega nulla... Del mio futuro e di me stesso.. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
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Il problema è quando il tamarro salta la fila della cassa, ecco, lì sono totalmente bloccato dalla paura. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
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Comunque quelle rare volte che qualcuno mi ha definito buona mi ha fatto molto piacere. Remissiva non mi è mai stato detto, anche perché non credo di esserlo molto, in compenso sono stata definita cocciuta :mannaggia: |
Re: Essere considerati "buoni"
Diciamo che ho un lato caratteriale buono, poi su altri aspetti in realtà sono solo un po' coglione.
Più che remissivo comunque in certe situazioni mi rompo proprio le scatole di mettermi a litigare, perché poi comunque con i furbetti che saltano la fila ci devi litigare. Fai la cosa giusta, però io personalmente mi stanco anche quando ho ragione e la ottengo. La soddisfazione che provo e quel che ottengo non compensa lo sbattimento. Per questo al supermercato mi scoccio di far questioni se uno si infila, è un mezzo stronzo lo so, ma ce ne sono troppi per me e non ce la faccio proprio. Sicuramente sarebbe preferibile non ci fossero questi stronzi, ma non si può autoregolare questa cosa, per me è chiaro che per risolvere questi problemi ci vorrebbe una persona che se ne occupi per mestiere, uno che non appena arriva il furbetto ci pensa lui a litigarci. Per questo sono proprio contrario alla filosofia dell'assertività diffusa dagli psicologi, se qualcosa mi spetta non devo mica attivarmi e mandare a quel paese qualcuno per ottenerla. La fila autoregolata è una cosa che non funziona, produce sempre infrazioni, questioni, litigi, disagi e così via. Secondo me anche in casi simili si scarica sul singolo un problema sociale. Si scarica sull'individuo la gestione dello stronzo di turno, mentre andrebbe scaricata su una regolazione con biglietti numerati e cose simili. Lo stronzo arriva alla cassa, allo sportello, dal medico senza numero? Niente servizi. Risolto in buona misura il problema. È come quando uno deve decidere se avviare una battaglia legale, alla fine uno magari riesce pure a spuntarla ma la cosa comporta dei costi, sbattimenti vari e così via. Molto dipende comunque dal costo soggettivo attribuito a questa o quell'azione. Ad essere buono sono anche buono, ma a modo mio, quando mi dicono di esser tale non è detto che associo questa cosa alla remissività, che nel mio caso secondo me è solo apparente, ho poche energie e non ce la faccio ad avviare diecimila battaglie, in certi contesti se è necessario litigo anche io, pensavo di esser remissivo, ma in modo erroneo prima di capire questa cosa qua. Non sono magari molto attivo, questo è vero, ma si può essere non remissivi anche in modo passivo, chi si relaziona con te poi lo capisce. Che poi gli altri mi vorrebbero molto più attivo l'ho capito, ma io questo riesco a fare. |
Re: Essere considerati "buoni"
Presente, da sempre considerato innocuo, un bamboccione. Ho già raccontato di come la dentista più giovane di 15 anni, mai vista nè conosciuta prima, mi abbia dato dell'angioletto, e in generale di quante colleghe, anche solo sentendomi al telefono e mai vedendomi di persona, mi abbiano detto di quanto fossi buono.
Il problema non è tanto la gentilezza e la bontà, che restano delle qualità, quanto piuttosto queste sfocino spesso in betaggine, incapacità di prendere una decisione, di imporsi o farsi valere anche quando si è nel giusto. Passare da una brava persona a un pirla debole/smidollato/senza spina dorsale è un attimo, e purtroppo è il mio caso. Il fatto, che vedo su di me, è che non riuscendo a diventare più decisi, si sfocia allora nella tristezza, nel vittimismo, ci si trascina nella vita senza più nessun entusiasmo o forza di volontà; si diventa degli ameba. |
Re: Essere considerati "buoni"
@qwerty
Va beh ma tu sei dell’est, voi vi fate rispettare. Non esistono i buoni da voi. Credo :pensando: |
Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
Si ma la cosa brutta non è essere considerato buono, il problema sono le conseguenze. Se ti considerano buono poi si approfittano di te e non ti rispettano. Ricordo un episodio a scuola in cui una professoressa non è stata corretta nei miei confronti (il motivo esatto non lo ricordo). Come si è giustificata? "Eh ma io non credevo che uno come te se la sarebbe presa..."
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Re: Essere considerati "buoni"
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Io non ho niente da cambiare, mi faccio rispettare e basta. |
Re: Essere considerati "buoni"
Io ho il problema contrario, per i miei modi di fare ho imparato col tempo che la gente mi considera "cattivo", nel senso che mi trova brusco, troppo diretto in quello che dico, incapace di osservare tutto il contorno di creanza e convenzioni che avvolge di norma l'interazione umana. In effetti devo dire che tutte queste cose, cioè tutte le regole con cui di solito ci si relaziona agli altri, che immagino vadano sotto il nome di "buona educazione", non le ho mai capite, non ne capisco l'utilità, mi sembra tutta un'enorme finzione a cui non riesco ad aderire.
Purtroppo tutto questo mi ha portato a diversi problemi, mi sembra di capire che per molte persone questi miei atteggiamenti vengano interpretati come un indice di inaffidabilità e di doppiezza, e difatti molto spesso mi sono ritrovato accusato di mentire o di comportamenti infidi quando questi da parte mi non ci sono assolutamente mai stati. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
Io sono troppo sincero e non va bene
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Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
No io non intendo buono in quel senso. Intendo un fessacchiotto, uno che si fa mettere i piedi in testa, che non è in grado di difendersi ne tanto meno di attaccare. Che subisce in silenzio, senza carattere, senza spina dorsale. Ovvio che ne esisteranno, ma sicuramente non è una tipologia di personalità diffusa. Anche le donne sono tutte alfa. Ad esempio io ho paura di tutte le donne albanesi, ma pure rumene e moldave.
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Re: Essere considerati "buoni"
Sempre stato un "buono" o un "fessacchiotto" una volta fui denominato anche "vegetale"
Le donne saranno alfa ma non nascondiamo che la ragazza "buona" o fessacchiotta è più tollerata...... Io venivonderiso anche dai prof alle medie e di "fessacchiotte" come me in classe ne avevo diverse |
Re: Essere considerati "buoni"
Sono considerata "buona"... buona a nulla per l'esattezza.
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Re: Essere considerati "buoni"
È difficile rispondere a questa domanda perché di me hanno sia pensato che sono troppo buona, ma forse in termine di "paziente " ma mai che mi facessi mettere i piedi in testa . Io sono buona con chi lo merita, con chi non lo merita uso il pugno di ferro :D
Metaforicamente parlando |
Re: Essere considerati "buoni"
sono buono ma in particolare con me stesso; inoltre a volte empatizzo col cattivo di turno quando lo vedo attaccato. Comunque forse cerco di volermi vedere e far passare l'dea di essere più cattivo di come sono, perchè spesso ho avuto l'impressione di essere considerato un idiota e che ciò non fosse proprio un'idiozia.
Non mi piace l'idea che qualcuno soffra per colpa mia, anche se se lo meritasse. Ma non mi piace neanche l'idea che debba soffrire io anche se fosse per una giusta causa o un motivo 'morale'. Quindi non lo so, le autovalutazioni lasciano il tempo che trovano ed è bello raccontarsi, magari per intercettare delle sensazioni negli altri. Tanto è tutto inutile. Peace, love and nihilism... |
Re: Essere considerati "buoni"
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Re: Essere considerati "buoni"
la mia bonta' e la mia remissivita' le vedo in contrasto l'una con l'altra
Ovvero vorrei essere meno timorosa anche per essere gentile con piu' fermezza |
Re: Essere considerati "buoni"
io purtroppo non accetto osservazioni né rimproveri, soprattutto se fatti in malo modo e direttamente. per il resto sono sempre calmo, cerco di evitare il più possibile i conflitti. ma quando succedono sono uno che toglie il saluto e se può te la fa pagare. però alla fine sto male quando accumulo troppo rancore e vedo quella persona con cui ho litigato, mi avveleno il sangue per niente ma è più forte di me. quest'anno ho messo in ignore diversi colleghi e superiori, manco buongiorno e buonasera. forse ho raggiunto un bel numero di haters, infatti vorrei cambiare ambiente...speriamo.
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Re: Essere considerati "buoni"
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Un po' col tempo sono migliorato in questo, c'è ancora sicuramente strada da fare. |
Re: Essere considerati "buoni"
Mai fare arrabbiare un buono, di persone che abbaiano è pieno
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Re: Essere considerati "buoni"
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è una scelta un po' estrema ma perlomeno non si è falsi. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Gli slavi non sono cattivi, anzi sono un esempio di vita perché sono persone molto umane, hanno i buoni modi e se li tratti bene ti trattano come un parente. Io mi considero l'uomo più buono del mondo, ma sono anche una persona giusta, quindi anche severa all'occorrenza. Essere buoni non significa essere remissivi, sottomessi e accettare tutto come uno sciocco. Quelli casomai oltre ad essere buoni saranno anche timidi e incapaci di gestire le situazioni ma sarebbe da stupidi o quantomeno da ignoranti mischiare i concetti. |
Re: Essere considerati "buoni"
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E poi, diciamo la verità, non lo saprei fare. Il troppo buono è considerato tale anche solo semplicemente perché ha un modo di parlare poco aggressivo e poco energico, che probabilmente è dovuto anche ad un basso livello di eloquenza. Se la mia eloquenza stesse dietro ai miei pensieri, io sarei giudicato cattivo. Basta vedere qua come sono visto: il misogino, il poco empatico. Chi mi conosce di persona mi giudica diversamente: inoffensivo, timido. Tutti questi giudizi sono discutibili. È da discutere le caratteristiche che sono alla base di queste percezioni esterne. Ad esempio la mia scarsa forza dialettica mi rende più pigro nella comunicazione e meno baldanzoso, quindi lascio parlare e passo per accomodante. In realtà non sono accomodante, sono solo democratico e rispettoso delle opinioni altrui, cosa che sento di esprimere perché sono un pensatore e sarei autolesivo se fossi contro il libero pensiero. Tutte queste concatenazioni sono poco piacevoli da mettere a fuoco per cui la gente comune accorcia e sintetizza con timido, mammalucco, bonaccione, sfigato, questi termini che di scientifico non hanno nulla, e sono più percettivi che realmente descrittivi. Comunque io non ci sputo sulle donne buone e remissive, magari ne conoscessi una! |
Re: Essere considerati "buoni"
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Come posso obbligare gli altri a rispettarmi? Il rispetto mica si può imporre. È una cosa che non posso controllare, è come vendere più prodotti, non è che per vendere dico "oggi mi faccio comprare tot prodotti". |
Re: Essere considerati "buoni"
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Però da quando ho cominciato a modificare la profondità della voce, a parlare più lentamente e far valere le mie ragioni le cose sono migliorate. Per la gente normale queste cose contano. Per me che sono mezzo autistico non importa se la cosa me la dici urlando, a bassa voce, guardandomi o no negli occhi, io recepisco cmq il messaggio, e vedo se ti posso venire incontro e cosa si può fare. Ma invece il comportamento dei normies varia molto in base a come gliele dici le cose, sono fatti male lo so, sono primitivi :D Poi si, come dici giustamente tu se un collega ti ha fatto un torto grave gli si toglie il saluto, certo, mi pare giusto. Questa è una cosa che dovrei imparare anche io, mentre invece tendo a far vedere di essere quello superiore e che no nse la prende, invece no, a volte bisogna arrabbiarsi. A volte però, non sempre. |
Re: Essere considerati "buoni"
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Ahahahaahahahahah, si esistono anche questi personaggi. Non posso parlare chiaramente altrimenti verrei frainteso per via del regolamento, tra loro esistono anche persone non serie. Diciamo che accade in tutti i popoli, buoni e tipi non buoni o comunque particolari. E poi onestamente ogni razza ha il loro segno distintivo. Del tipo che i cinesi sono precisi, l'italiano un furbacchione ecc ecc Mi dispiace veramente per te per quello che ti è accaduto. |
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