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Varano 21-06-2023 17:28

«Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scatenatev
 
«Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo, in "tempo reale", come si é cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è "Simultaneo*. Scrivo una email e attendo la risposta immediata. Se non arriva m'infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano a ritmi lenti. Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall'attesa: la gestazione, l'adolescenza, l'età adulta. C'è un tempo per ogni cosa, e non é mai un tempo immediato. (...)
Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi d'attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall'inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più in fretta. L'efficienza compulsiva è diventato uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare o, peggio ancora, perdere tempo?(...) Eppure ci sono ancora tanti tempi morti: "Si prega di attendere" è la risposta che danno i numeri telefonici che componiamo quasi ogni giorno. Aspettiamo nelle stazioni, negli aeroporti, agli sportelli, sia quelli reali che virtuali. Attendiamo sempre, eppure non lo sappiamo più fare. Come minimo ci innervosiamo. L'attesa provoca persino rancore. Pensiamo: non si può fare più velocemente?».
Nell'articolo di Marco Belpoliti viene messo in evidenza un atteggiamento oggi molto comune: il non sapere attendere, il volere tutto e subito.
A partire dal testo proposto e traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture, rifletti su quale valore possa avere l'attesa nella società del "tempo reale".
Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.

Delta80 21-06-2023 17:32

Io fortunatamente so attendere, anzi devo dire che provo ancora emozioni positive nell’attesa, nel dubbio, ecc, sono un po’ all’antica forse

Varano 21-06-2023 17:40

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
io no delta, sono un fobico del mio tempo. vivo male l'attesa, vorrei avere tutto sotto controllo, veloce, efficiente e preciso.

Delta80 21-06-2023 17:47

Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2848776)
io no delta, sono un fobico del mio tempo. vivo male l'attesa, vorrei avere tutto sotto controllo, veloce, efficiente e preciso.

Ti capisco benissimo comunque, l’attesa può essere anche logorante per alcuni

Hor 21-06-2023 18:11

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Prossimamente una traccia su com'era bello andare in giro a dorso d'asino (per chi lo possedeva), rompersi la schiena sui campi, pagare la decima alla chiesa e scampare (se ci riuscivi) alla peste nera. Mica come adesso, quando nessuno conosce più il Vero Valore dell'attesa.

Teach83 21-06-2023 18:19

Io ho notato che i giovani sono pure impazienti circa la fruizione dei media.

Se guardano una serie tv o un film, skippano le parti noiose o le mandano avanti a 2x... tutto rigorosamente da uno smartphone di 10 cm.
Se il film è leggermente lento, si scassano le balle, mentre se sono 3 ore di Marvel spara-spara-esplodi, allora tutto ogghey 😂

Credo centrino youtube e tiktok: ti arriva na marea di roba fatta su misura per te grazie all'algoritmo.
Manco devi fare la fatica di cercare.

Forse le ultime cose "lente" rimaste di moda tra i giovani sono le partite di calcio, e gli eventi sportivi in generale.

Delta80 21-06-2023 18:22

Dite quello che volete ma a me piaceva andare a 300 metri da casa al freddo in una cabina telefonica per fare una telefonata per me importante, dubito avrei provato lo stesso piacere se la velocità era quella di ora, ma tant'è

Darby Crash 21-06-2023 18:35

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
l'attesa può anche essere positiva e piacevole quando si sa che alla fine si otterrà ciò che si desidera.

invece diventa spiacevole quando si accompagna all'incertezza. Si attende ma il tempo della nostra attesa potrebbe essere vano.

Capisco Delta che provava piacere nel farsi 300 metri al freddo per fare una telefonata: provava piacere perché sapeva che alla fine l'avrebbe fatta e che avrebbe avuto risposta! Ma d'altra parte si può attendere una telefonata o un messaggio temendo che questi non arrivino, allora non ci sarà alcun piacere.

Delta80 21-06-2023 18:41

Io la vedo anche da un altro punto di vista, siccome in generale tutto va veloce si cerca di fare andare veloce anche quelle cose che a volte serve un po’ di più, e si perdono anche persone ed occasioni così

cuginosmorfio 21-06-2023 20:01

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
sinceramente mi pare la solita sparata da persona adulta che ce l'ha col mondo dei giovani (e moderno). Se c'è un problema di attesa/nevrosi, è dentro di noi, nella nostra incapacità di darci -come spesso accade- una misura nel fare le cose; non sono certo tik-tok, instagram, facebook o altro che ti impongono di essere visionati costantemente.

Comunque credo che se avessero avuto whatsapp nei secoli scorsi, non lo avrebbero certo buttato alle ortiche. Non so se Jacopo Ortis avrebbe però scritto le sua famose lettere o Mozart alla cugina :ridacchiare:

A latere, io sono molto affascinato dalla capacità di poter fare simultaneamente e bene più azioni.

cuginosmorfio 21-06-2023 20:16

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Artemis_90 (Messaggio 2848841)
Oggi c'era una ragazza incinta che doveva salire sul pullman, non era in uno "stadio" avanzato della gravidanza ma già si notava ampiamente la rotondità (era magrissima e aveva questo addome rigonfio tipico della gravidanza, tra l'altro aveva la collanina che portano le donne incinte) i tizi si sono accalcati per salire senza neanche notare la ragazza in dolce attesa che è rimasta sbigottita mentre gli altri gli passavano davanti, io ho atteso che tutti salissero e poi ho fatto passare lei. Talmente siamo abituati ad andare di fretta e alla velocità che non ci accorgiamo più di niente, neanche delle persone che ci circondano. Se uno schiatta per strada la gente va talmente di fretta che neanche se ne accorge, la velocità ci rende un pò meno umani e un pò simili a macchine secondo me.

Io se lo trovo libero occupo pure il parcheggio dedicato alle donne incinta. Detesto queste pseudo-imposizioni: non sono delle persone con handicap gravi. In quale maniera la sua gravidanza deve farle avere dei favoritismi? La scelta è stata sua.

Maffo 21-06-2023 21:34

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2848773)
A partire dal testo proposto e traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture, rifletti su quale valore possa avere l'attesa nella società del "tempo reale".
Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.

Ma è una delle tracce del tema di Italiano degli esami di 5a?

Maffo 21-06-2023 21:38

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2848845)
Io se lo trovo libero occupo pure il parcheggio dedicato alle donne incinta. Detesto queste pseudo-imposizioni: non sono delle persone con handicap gravi. In quale maniera la sua gravidanza deve farle avere dei favoritismi? La scelta è stata sua.

Cosa sto leggendo

pokorny 21-06-2023 22:27

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2848794)
Dite quello che volete ma a me piaceva andare a 300 metri da casa al freddo in una cabina telefonica per fare una telefonata per me importante, dubito avrei provato lo stesso piacere se la velocità era quella di ora, ma tant'è

Ho occasione di passare spesso davanti al posto dove era la cabina telefonica di zona. Ricordo benissimo che non avevamo il telefono a casa (non era RM ma una località vicina) ed era da ricconi averlo. Quindi ero sempre in fila e non potevo stare molto perché mi sollecitavano quelli a loro volta in fila.

Non rimpiango molto queste scomodità ma mi evocano un forte senso di continuità con il luogo. Che, tra parentesi, dopo esserci praticamente nato dovrò abbandonare a media scadenza per mille motivi, e non mi farà piacere.

sagoma 21-06-2023 22:58

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
sì, non saper attendere è un brutto difetto ma non so quanto sia stato causato dalle tecnologie attuali. Queste più che altro ci hanno 'rapito' nel senso che non riusciamo più a starci senza neanche per poco tempo (in questo senso si potrebbe pensare all'attesa), anche se non è necessario e quando in fondo non ci dà niente. Proviamo a stare 24 ore senza. Non ci riusciamo? => Siamo malati

Blue Sky 21-06-2023 23:36

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Questo per me è aggravato dal mio lavoro, dove è tutto un gestire tempi altrui e attendere risposte, o dare risposte.

Non è solo un fatto di comunicazione social, è la nostra realtà economica che viaggia a ritmi più veloci, e la nostra vita con le tecnologie che ci dà risultati e servizi in tempo immediato.

Palmiro 22-06-2023 07:03

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Maffo (Messaggio 2848887)
Cosa sto leggendo

Le solite idiozie da incel non scopante

Teach83 22-06-2023 07:11

Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2848794)
Dite quello che volete ma a me piaceva andare a 300 metri da casa al freddo in una cabina telefonica per fare una telefonata per me importante, dubito avrei provato lo stesso piacere se la velocità era quella di ora, ma tant'è

Anche io ricordo con nostalgia le vecchie cabine telefoniche di Bologna (ma già a quei tempi poco usate, parlo del 2001 - 2002 )... un po' meno nostalgico era il puzzo di urina delle suddette, visto che venivano usate dai senzatetto e dai drogati come orinatoio.

FONTE: Bologna, la marcia. Edito da Feltrinelli 🤣

Non so come ho fatto a non prendermi qualche malattia, anche se avendo il cellulare, le sfruttavo pochissimo.

claire 22-06-2023 08:45

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Palmiro (Messaggio 2848965)
Le solite idiozie da incel non scopante

Non lo eri anche tu qualche tempo fa?

Winston_Smith 22-06-2023 09:20

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2848845)
Io se lo trovo libero occupo pure il parcheggio dedicato alle donne incinta. Detesto queste pseudo-imposizioni: non sono delle persone con handicap gravi. In quale maniera la sua gravidanza deve farle avere dei favoritismi? La scelta è stata sua.

Quindi per coerenza non lasci il posto libero neanche a uno che ha il braccio ingessato perché si è fatto male sciando, immagino.

claire 22-06-2023 09:39

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2848987)
Quindi per coerenza non lasci il posto libero neanche a uno che ha il braccio ingessato perché si è fatto male sciando, immagino.

Dipende, solo se è femmina ed è andata a sciare con un chad :ridacchiare:

cuginosmorfio 22-06-2023 09:54

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Punto primo: incel ci sarà qualcun altro. Non io. Adesso perché ho espresso un comportamento che urta qualche sensibilità si è sùbito etichettati come incel e quindi misogini. Ripigliatevi.
Per adesso non c'è obbligo per legge di lasciare quei posti liberi.

Punto due: posto che a me della coerenza frega il giusto, io eviterei di fare discorsi pseudo moralistici su essa et similia perché nessuno è coerente al 100% in vita sua. Siamo tutti banderuole. Non mi interessa d'essere il cittadino modello bravo e buono.

Punto tre: se la femmina è Claire che andata a sciare con Can, gliela parcheggio io.

claire 22-06-2023 09:56

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2848996)

Punto tre: se la femmina è Claire che andata a sciare con Can, gliela parcheggio io.

Che sogno

Winston_Smith 22-06-2023 09:57

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2848996)
Punto due: posto che a me della coerenza frega il giusto, io eviterei di fare discorsi pseudo moralistici su essa et similia perché nessuno è coerente al 100% in vita sua. Siamo tutti banderuole. Non mi interessa d'essere il cittadino modello bravo e buono.

Ok, grazie per la conferma.

Varano 22-06-2023 10:07

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Roma, 22 giugno 2023 – Sapevo che prima o poi l’avrei fatto. Entrare in gara con l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Sfidare un non-essere "programmato per fornire spiegazioni e supporto su una vasta gamma di argomenti". Fare le pulci a un mostro che non ha la testa eppure se la ritrova piena di suggestioni e rimandi e più lo istighi e più affina le sue capacità. Insomma guardare in faccia il nemico che un giorno si prenderà il mio lavoro. L’occasione è arrivata ieri con le tracce della maturità. Il giornale mi ha chiesto di scrivere sull’elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp, da una riflessione di Marco Belpoliti.

Mi è andata di lusso. Non solo perché l’arte di aspettare è diventato effettivamente un talento raro e rivoluzionario. Ma perché era il classico tema-rifugio in cui anche il maturando più debosciato, in crisi ipoglicemica o di idee, può uscire a testa alta con il minimo sforzo. E infatti mi è parso di capire, dalle interviste fatte a bruciapelo fuori dalle scuole, che in tanti si siano buttati proprio su quello: una piscina riscaldata, il cinque stelle della prova di italiano. Cosa sia l’attesa e la sua immotivata ripulsa lo sappiamo tutti. Quale scatto da centometristi richieda la vita ai tempi dei social anche. Perché mai andarsi a incartare su un ex ministro o sul concetto di nazione. Ecco pronto un gioco da ragazzi con tollerabili margini retorici, ricche possibilità di digressione e basso rischio di indisporre la commissione, a patto di non scrivere in rumeno. Per questo forse era l’ultimo suggerimento, sotto la torreggiante autorevolezza della corazzata Quasimodo-Moravia-Fallaci: perché anche l’ultimo della classe avrebbe trovato una zattera alla quale aggrapparsi, come me che non ho dovuto scegliere ma certi giorni sono proprio fortunata.

Così ho preso un caffè, ho sentito addosso gli spilli della mia, di maturità, e mi sono messa a scrivere: "L’attesa è uno stato metafisico…" eccetera. Seguita dalle riflessioni che qualsiasi diciottenne avrà fatto: non sappiamo aspettare, l’attesa è noiosa, cerchiamo la salvezza nei social e così facendo ci perdiamo il meglio della vita (avevo premesso che era facile).

Poi ho chiesto a lui/lei, alla chat che dice di sapere comporre musica, testi, ricette, favole. Che tema sceglieresti tra Quasimodo e Moravia. E lei/lui mi ha risposto immediatamente: "Sono un assistente virtuale neutrale, non ho preferenze personali".

E allora, le/gli ho detto: scrivimi un tema che abbia questo titolo "Non sappiamo più attendere, riflessioni sull’era dell’istantaneità". E il coso è partito, senza guizzi di ingegno, ma con assoluta diligenza: "Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra avvenire all’istante, in tempo reale. La parola ’simultaneo’ è diventata una chiave di lettura per comprendere la nostra società moderna. Scriviamo una email e aspettiamo una risposta immediata. Se questa non arriva, sorgono frustrazione e fastidio: perché non risponde?". Piatto ma sincero, ce ne fossero. Punteggiatura impeccabile, scelta accurata delle parole: "Nel contesto dell’era digitale, abbiamo a nostra disposizione sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp, che promuovono una comunicazione immediata, un botta e risposta rapido e continuo. Tali strumenti hanno trasformato il modo in cui ci relazioniamo, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Tuttavia, ciò che ci circonda sembra ancora segnato dall’attesa: il processo di gestazione di una vita, lo sviluppo dell’adolescenza, la maturazione nell’età adulta. C’è un tempo proprio per ogni fase della vita, e raramente è un tempo immediato".

Didascalico però inappellabile. Con l’apologia dell’aspettare, l’invito a rallentare dentro a un "tempo differito" per "dare valore alle esperienze che rendono la vita degna di essere vissuta". Questa è la prosa-poltrona dentro cui la commissione sprofonda e si rincuora. Niente brividi, niente fuochi d’artificio. Solo il ritmo senza scosse di un’auto elettrica con il cambio automatico che farà molta strada.


https://www.quotidiano.net/cronaca/m...atgpt-b04bbd2c

Chamomile 22-06-2023 14:00

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2849006)
Roma, 22 giugno 2023 – Sapevo che prima o poi l’avrei fatto. Entrare in gara con l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Sfidare un non-essere "programmato per fornire spiegazioni e supporto su una vasta gamma di argomenti". Fare le pulci a un mostro che non ha la testa eppure se la ritrova piena di suggestioni e rimandi e più lo istighi e più affina le sue capacità. Insomma guardare in faccia il nemico che un giorno si prenderà il mio lavoro. L’occasione è arrivata ieri con le tracce della maturità. Il giornale mi ha chiesto di scrivere sull’elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp, da una riflessione di Marco Belpoliti.

Mi è andata di lusso. Non solo perché l’arte di aspettare è diventato effettivamente un talento raro e rivoluzionario. Ma perché era il classico tema-rifugio in cui anche il maturando più debosciato, in crisi ipoglicemica o di idee, può uscire a testa alta con il minimo sforzo. E infatti mi è parso di capire, dalle interviste fatte a bruciapelo fuori dalle scuole, che in tanti si siano buttati proprio su quello: una piscina riscaldata, il cinque stelle della prova di italiano. Cosa sia l’attesa e la sua immotivata ripulsa lo sappiamo tutti. Quale scatto da centometristi richieda la vita ai tempi dei social anche. Perché mai andarsi a incartare su un ex ministro o sul concetto di nazione. Ecco pronto un gioco da ragazzi con tollerabili margini retorici, ricche possibilità di digressione e basso rischio di indisporre la commissione, a patto di non scrivere in rumeno. Per questo forse era l’ultimo suggerimento, sotto la torreggiante autorevolezza della corazzata Quasimodo-Moravia-Fallaci: perché anche l’ultimo della classe avrebbe trovato una zattera alla quale aggrapparsi, come me che non ho dovuto scegliere ma certi giorni sono proprio fortunata.

Così ho preso un caffè, ho sentito addosso gli spilli della mia, di maturità, e mi sono messa a scrivere: "L’attesa è uno stato metafisico…" eccetera. Seguita dalle riflessioni che qualsiasi diciottenne avrà fatto: non sappiamo aspettare, l’attesa è noiosa, cerchiamo la salvezza nei social e così facendo ci perdiamo il meglio della vita (avevo premesso che era facile).

Poi ho chiesto a lui/lei, alla chat che dice di sapere comporre musica, testi, ricette, favole. Che tema sceglieresti tra Quasimodo e Moravia. E lei/lui mi ha risposto immediatamente: "Sono un assistente virtuale neutrale, non ho preferenze personali".

E allora, le/gli ho detto: scrivimi un tema che abbia questo titolo "Non sappiamo più attendere, riflessioni sull’era dell’istantaneità". E il coso è partito, senza guizzi di ingegno, ma con assoluta diligenza: "Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra avvenire all’istante, in tempo reale. La parola ’simultaneo’ è diventata una chiave di lettura per comprendere la nostra società moderna. Scriviamo una email e aspettiamo una risposta immediata. Se questa non arriva, sorgono frustrazione e fastidio: perché non risponde?". Piatto ma sincero, ce ne fossero. Punteggiatura impeccabile, scelta accurata delle parole: "Nel contesto dell’era digitale, abbiamo a nostra disposizione sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp, che promuovono una comunicazione immediata, un botta e risposta rapido e continuo. Tali strumenti hanno trasformato il modo in cui ci relazioniamo, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Tuttavia, ciò che ci circonda sembra ancora segnato dall’attesa: il processo di gestazione di una vita, lo sviluppo dell’adolescenza, la maturazione nell’età adulta. C’è un tempo proprio per ogni fase della vita, e raramente è un tempo immediato".

Didascalico però inappellabile. Con l’apologia dell’aspettare, l’invito a rallentare dentro a un "tempo differito" per "dare valore alle esperienze che rendono la vita degna di essere vissuta". Questa è la prosa-poltrona dentro cui la commissione sprofonda e si rincuora. Niente brividi, niente fuochi d’artificio. Solo il ritmo senza scosse di un’auto elettrica con il cambio automatico che farà molta strada.


https://www.quotidiano.net/cronaca/m...atgpt-b04bbd2c

La proposta per il tema era banaluccia, per carità, ma un articolo in cui si ripete per tutto il tempo di saper fare di meglio e che sembra troppo facile per la propria intelligenza non mi sembra da meno. E poi vorrei anche vedere, il tema era per i diciottenni e questa è una giornalista.

Varano 22-06-2023 21:49

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
Quote:

Originariamente inviata da Chamomile (Messaggio 2849121)
La proposta per il tema era banaluccia, per carità, ma un articolo in cui si ripete per tutto il tempo di saper fare di meglio e che sembra troppo facile per la propria intelligenza non mi sembra da meno. E poi vorrei anche vedere, il tema era per i diciottenni e questa è una giornalista.

io per primo a 18 anni scrivevo banalità e temi generici, non avrei mai scelto un'analisi del testo perché non conoscevo nulla di quegli autori.
e poi ho fatto diversi errori ortografici, fu un pessimo tema il mio. ancora oggi non mi capacito di come sia successo, non ero teso né agitato.
come spesso mi accade nei momenti topici della vita, ero distratto e assente.
per cui lungi da me criticare i maturandi, ma per la prima volta ho realizzato che l'intelligenza artificiale è già così meglio della maggioranza degli studenti.
perlomeno non dovrebbero fare strafalcioni o dire cose divisive, diciamo che per puntare al 6 andrebbe bene. chissà se avrà ancora senso studiare con fatica nozioni spesso inutili

sagoma 22-06-2023 23:18

Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
 
a volte mentre sto ascoltando della musica dal pc mi viene l'istinto di aprire youtube pure sul cellulare per far partire un (altro) brano. Poi mi accorgo che non ha senso e mi fermo ma è indicativo del fatto che non sono soddisfatto di quello che sto facendo, non sono abbastanza preso e concentrato, e ho bisogno di cercare dell'altro, anche se della stessa tipologia, per colmare la lacuna


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