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Cultura umanistica/Cultura scientifica
Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei:D? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Tenderei a dire, di me stesso, che l'umanistica ha prevalso in quanto più semplice da trattare rispetto al rigore scientifico e/o matematico. Però a scuola ero totalmente un'altra persona e potendo rifarla con la mente di oggi, credo che avrei un altro approccio (più propositivo e ben disposto) verso entrambe le materie. Con le scienze già andavo benino, così come in italiano. Aritmetica nì; Algebra=al giabr= arabo per me...
Secondo me anche l'ideologia guidata dai numeri e rigore scientifico può degenerare tranquillamente al pari (ma in differenti forme vedi la realtà odierna degli algoritmi e di quanto ci influenzano) dell'umanesimo che certo ha più impatto emotivo/suscettibile di primo acchito. Tutt'oggi, con la musica (per dire), ho un approccio dualistico che sto cercando di ridurre ai minimi termini: addomesticare la parte razionale per far fuoriuscire il lato umano/emozionale. Al momento mi pare di essere Schwarzenegger/terminator che prende lezioni di umanità da John Connor. Ma suonare con "emozioni", è pur sempre un suonare calcolato, ma l'inganno lo fa l'approccio. In Italia io credo che ci sia un bel potenziale; il problema sta nel manico: a chi governa 1)non frega niente 2)non ci sono soldi per finanziare (ma per auto blu, diarie e stipendi d'oro sì). io sono spesso ispirato dagli antichi greci (soprattutto) e da altri illustri antenati: spesso il lato artistico, umanistico e scientifico erano padroneggiati. A volte -come in un racconto distopico- mi pare che noi esseri umani odierni siamo la devoluzione di una forma di vita che in passato era a livelli di semi-divinità (semi, perché hanno avuto bisogno di crearsi religioni e dei). |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Ho sempre avuto interesse per entrambe e non riesco proprio a capire il disprezzo che i cultori dell'una provano per l'altra, disprezzo che ho avuto più volte l'occasione di riscontrare.
Penso però che il disprezzo di molti umanisti per la cultura scientifica sia più dannoso che non il contrario, dal momento che, per com'è fatta oggi l'Italia, l'egemonia culturale è ancora saldamente in mano agli umanisti. Mi riferisco in particolare a molti filosofi o pseudotali, a pensatori e opinionisti che, sulla scia di una visione ottocentesca o primonovecentesca fortemente reazionaria, vedono la scienza o ancor più la tecnologia come una sorta di demonio distruttivo nei confronti di presunte essenze che a loro dire farebbero dell'uomo ciò che è. Da questo punto di vista l'influsso di Hegel, Heidegger e seguaci e poi di tutti i teorici del postmoderno (penso in particolare a gente come Baudrillard) è stato ed è tuttora deleterio. Per fortuna la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche vanno avanti per conto loro, indipendentemente dai laî di questi soloni pervicacemente aggrappati a un passato tra l'altro esistente solo nelle loro teste. Tornando sul personale, fino alla fine delle scuole medie immaginavo per me un percorso di studî e di lavoro nell'informatica, quindi un settore fortemente tecnologico. Avevo anche ottimi risultati in matematica mentre arrancavo in italiano... ma in quest'ultimo caso, e questo l'ho capito solo tardi, perché non ho mai avuto docenti in grado di stimolarmi. Poi alle scuole superiori la cosa s'è rovesciata, ho perso rapidamente interesse per le scienze "dure" dandomi allo studio umanistico. Attualmente faccio un lavoro che è in parte tecnico e in parte creativo, quindi posso dire di combinare due aspetti tipici delle due culture. Nel tempo libero cerco di coltivare le mie conoscenze umanistiche ma anche, con tutti i miei limiti, di informarmi sugli sviluppi scientifici e tecnologici. Concludo ribadendo che secondo me le due culture, quella umanistica e quella scientifica, non sono in opposizione e che solo una visione chiusa e gretta della conoscenza umana può vederle come in conflitto o dannose l'una per l'altra. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Non sono portata per nessuno di questi due tipi di cultura purtroppo, in più le umanistiche (quel poco che ho visto a scuola) non mi hanno mai appassionata.
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Tanto amo entrambe le aree quanto sono carente nella loro conoscenza e negato nella relativa pratica. Ammetto che sono abbastanza "sordo" alla poesia e alla narrativa ma cerco di compensare con musica, pittura, architettura e qualche altra arte considerata, a torto, minore.
Avendo un piede in ciascuno dei due universi spesso mi è difficile parlare con i culturi di uno solo. Non perché non mi trovi a mio agio (alla peggio mi metto ad ascoltare se posso impare qualcosa) ma perché sento proprio che manca un canale di comunicazione. Niente di che, considerato che non interagisco nemmeno con gli animali attorno casa :D |
A scuola andavo bene in entrambi i tipi di materie. All'università ho seguito un percorso tecnico-scientifico e ho avuto un bel po' di difficoltà. Tra tesi della specialistica e una breve esperienza lavorativa post laurea ho riscoperto temporaneamente l'inclinazione verso l'approccio scientifico / matematico. Ma la cosa è durata poco. Dopo qualche anno ho avuto l'impressione di riscoprire l'attitudine verso il ragionamento di tipo logico-matematico provando con il settore dell'informatica verso la programmazione. Ma alla luce dei fatti più o meno recenti posso concludere che neanche in quello sto rendendo, conferma ne è il fatto che sto subendo anche delle problematiche a lavoro per le mie difficoltà.
Fin da ragazzino ho avuto un forte interesse verso la musica, in qualche momento anche verso la letteratura, filosofia, poesia. Pur possedendo una chitarra da quando ero adolescente e pur avendola usata in modo continuo per diversi periodi, non ci ho mai tratto nulla di utile o significato, prima di tutto non sono riuscito a imparare a suonarla decentemente. E la musica è il campo artistico al quale mi sono rivolto maggiormente (e comunque come ascolto più che pratica). Sostanzialmente non ho una buona cultura in nessuno dei due ambiti, il lato artistico continua ad interessarmi (vorrei approfondire ad esempio quello della poesia), quello scientifico/ tecnico a tratti e all'interno di contorni limitati che da soli servono a poco (specie lavorativamente), ma non mi applico abbastanza perché manco di motivazione, concentrazione, capacità di memorizzare, e mi limito principalmente a sfogare / dare voce al lato emotivo ascoltando brani singoli sparsi tra YouTube e il pc, senza variare più di tanto. Comunque è anche vero che i due ambiti non sono così separati, ad esempio ciò che sta dentro la musica si basa ovvismente su fenomeni acustici, sfrutta reazioni sensoriali al suono e "sulla carta" è organizzato secondo precise sequenze schematiche, di rigore matematico. |
Comunque se è vero che le due aree non sono in opposizione mi pare vero anche che i rispettivi seguaci spesso hanno caratteristiche distintive che si notano passando da un lato all'altro e che possono causare poca compatibilità tra i due "tipi". In questo sono un po' strano perché pur essendo ufficialmente = apparentemente (vista la formazione e le "scelte" professionali) un rappresentante dell'area tecnica mi considero più vicino allo stereotipo del creativo e non ho una grande simpatia ad esempio per la forte tendenza a seguire le ultime novità in ambito tecnologia, gli sviluppi nell'informatica e oltre, e dall'altro lato non ne ho per la laboriosità e la sfruttabilità tipica di chi lavora convintamente in certi settori, tipo l'IT. Preferisco lasciarmi trasportare dalla contemplazione della natura che rendermi cieco davanti ai devices, al di là dell'impegno lavorativo, tranne se devo esprimermi sul forum. Non sono mai stato un nerd, se si usa ancora 'sto termine.
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Quella umanistica l'ho sempre trovata una gran rottura di scatole, una noia mortale... complici forse anche pessimi prof. avuti in età scolare, non so, ma tuttora non ne sono attratto o interessato nemmeno come autodidatta. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Mi piacciono entrambe, ho fatto studi tecnici e ho un lavoro tecnico, ma forse avrei preferito di più il lato umanistico, posto che probabilmente non avrei avuto le stesse capacità.
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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la matematica è una noia mortale, non ne vedo il senso. O meglio: ha senso solo come applicazione pratica in funzione di altro. La matematica pura come si studia a scuola è solo una sorta di vuoto gioco di numeri, una vuota successione di formule. Anche le scienze non fanno certo battere il cuore. Ok, si imparano delle cose su com'è fatto il mondo, ma non è emozionante. La poesia, la letteratura, la filosofia, l'arte, queste sì sono emozionanti! |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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O anche il prolungamento analitico e in questo momento non mi viene in mente altro anche se so che è tanta roba. Sembra in tanti casi che si possa creare informazione dal niente anche se ovviamente c'è sempre il trucco. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Può sembrare un video lungo ma non è che un accenno al valore delle lettere della Torah, come può sembrare che si divaga ma è un dialogo con una persona ignorante che vuole conoscere, è un'ottima introduzione. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
La matematica apre la mente e aumenta l'autostima = metti davvero le tue capacità alla prova, senza trucchi.
A scuola non si studia la matematica pura (tranne forse al liceo scientifico), ma una serie di algoritmi per risolvere problemi. Slegati da applicazioni pratiche questi sì che sono intollerabili. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Da sempre portato per la matematica, fino alle medie non la studiavo proprio a casa. Stando solo attento in classe prendevo sempre ottimo con grande facilità. Ho fatto lo Scientifico ( che mi ha messo in difficoltà), ma poi la laurea in Scienze e Tecnologie alimentari ( una sorta di chimica degli alimenti) l ho presa facilmente . Quando mi chiedono il segno zodiacale, ho imparato a chiedere di indovinarlo dando tre possibilità e puntualmente non indovinano mai! Inoltre faccio notare che, come stabilito dalla NASA i segni zodiacali sono quasi tutti sbagliati. Naturalmente non convinco mai nessuno a pieno, però, ottengo una reazione migliore rispetto a quando ridevo letteralmente in faccia a chi mi faceva questa domanda. Ho difficoltà, in generale, a capire l estrema emotività e i cambiamenti repentini di umore e idee di alcune persone. Le persone lunatiche tendo ad evitarle, mentre agli istintivi cerco di far capire che con un approccio più razionale si possono ottenere soluzioni più adeguate ai loro problemi. Sono molto convinto delle mie idee, ma sono sempre pronto ad ascoltare diversi punti di vista e credo che dagli altri qualcosa da imparare e da prendere ci sia quasi sempre. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Mi piacciono di più le materie umanistiche (ad eccezione della filosofia che ho sempre odiato con tutta me stessa) ma in realtà sono sempre stata più brava in quelle scientifiche perchè la mia mente è molto razionale e logica.
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Nella realtà, della matematica mi trovo ad applicare soltanto le quattro operazioni fondamentali, le percentuali e le proporzioni. Tutto il resto mi appare come un vuoto e freddo rompicapo che nulla ha a che fare col mondo. Quando faccio una equazione e trovo la x, che cosa trovo? Niente, è solo un'anonima x. Questa x non significa niente per me. Mi piacerebbe una matematica insegnata come storia della matematica, così da rendere più umana la successione di formule e teoremi. Inserendola in un contesto storico e culturale diventa subito più interessante. Ci si può immedesimare nei panni di quei matematici che hanno permesso alla scienza di fare passi in avanti. Così le fredde regole non apparirebbero più come calate dall'alto, ma si capirebbe che sono frutto della mente umana. Oppure sarebbe interessante una filosofia della matematica: con riflessioni sui concetti di numero, retta, punto, infinito, spazio... Quote:
dovrei almeno sapere cos'è un integrale. Ecco, vedi, credo che l'insegnamento della matematica faccia svolgere una enormità di esercizi e invece si focalizzi troppo poco sui concetti. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Sono più portata per le materie umanistiche. Da piccola mi sono orientata ad impegnarmi di più in ciò in cui ero già brava, perché ottenevo già riscontri positivi, infatti le materie scientifiche mi hanno sempre suscitato quasi antipatia e mi impegnavo poco (chiaramente sbagliavo, alla lunga mi sono trovata ad avere delle notevoli lacune). Invece nelle materie in cui ero brava studiavo tantissimo.
Durante il mio percorso scolastico ho riscontrato anch'io questo nostro elemento culturale, cioè la superiorità percepita delle materie umanistiche, l'esaltazione della loro nobiltà e dall'altro lato la "modestia" di quelle scientifiche, messe all'angolo. Come se le materie umanistiche racchiudessero l'essenza dell'umanità e quelle scientifiche la costringessero invece all'interno di formule, ragionamenti troppo stringenti e freddi. Fin da piccola sono stata addestrata allo studio nozionistico, specialmente alle superiori e da qui derivano anche conseguenze negative, ad esempio le persone che studiano "a pappagallo" senza capire, nel senso che hai talmente tanta roba da analizzare e capire che risulta quasi più semplice (meno spaventoso) imparare a memoria, come se fosse una poesia. Poi ti dimentichi una virgola e non ti ricordi più nulla. Questa per me è una conseguenza dello studio nozionistico, lo si rende volutamente non semplice. |
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Io parlerei di rigore logico e non razionalità
Non è un commento al modo in cui ha descritto le cose OP ma lo prendo comunque come spunto: volevo dire che identificare razionalità e rigore logico porta a diverse aberrazioni in cui sembra (1) che una riflessione ha valore se e solo se è rigorosa, cioè internamente consistente; e (2) che radicare una riflessione nelle emozioni e esprimerla in questi termini sia un tipo di fallacia Per fare una riflessione logicamente rigorosa bisogna avere più o meno implicitamente definizioni e assiomi e poi le regole di deduzione fanno il resto. Il problema grande è che in questi ragionamenti "illuminati" spessissimo farti guardare la limpidezza del processo deduttivo è misdirection pura per non farti vedere idiozie ovvie e petizioni di principio nascoste proprio negli assiomi e nelle definizioni. Sulle emozioni, perché dovrebbe essere un difetto in una riflessione che faccia molto appello alle emozioni? A me sembra invece che è importante che il modo di riflettere su alcune cose sia ben radicato in qualche realtà emotiva, altrimenti si sta parlando di cose che non esistono |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Sull'altra cosa, di fatto cosa sia un integrale lo sappiamo tutti anche se non associamo il concetto al nome. Per esempio se vuoi conoscere il perimetro di una curva chiusa disegnata su un foglio e hai solo un righello, la percorri pezzetto per pezzetto in modo che in quel pezzetto la curva non si discosti troppo dal tratto di righello rettilineo. Con molta pazienza si segue la curva e si somma la lunghezza di tutti i pezzetti. Ovviamente se fosse fatta di spago si potrebbe controllare quanto la misura è stata corretta, basta tagliarla, tenderla e misurarla. Chiaro che più piccoli sono i tratti, più precisa sarà la misura. Questa idea si estende a molti oggetti matematici. Per esempio si può misurare l'area di un perimetro chiuso su una collina, estendendo il ragionamento di cui sopra. Bisogna conoscere l'altimetria, punto per punto dalla carta topografica, ma si fa. Si divide l'area in quadratini e rettangolini abbastanza piccoli da coprire bene la superficie e si fa come sopra. Ebbene, quel teorema strano di cui dicevo, afferma che posso calcolare l'area all'interno di quel perimetro solamente girando tutta la linea che lo delimita, senza "guardare dentro". E' chiaro che se prendo lo stesso perimetro su colline diverse le aree saranno diverse, per via delle diverse altimetrie. Ma quel teorema garantisce che potrò sempre avere la risposta esatta. Ovviamente chi conosce il teorema sa dove è il trucco, ma a me è parso magia per parecchio tempo. Il tutto per dire che anche quella che sembra arida scienza ha una sua bellezza che non è meno emozionante di un quadro di Mantegna. Ma nessuno di noi nasce portato per apprezzare tutto, compreso me. |
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Infatti secondo me anche a scuola dovrebbero insegnare la matematica in un modo che fa sperimentare agli studenti questo processo qui, mica dargli già il risulto finale sterile |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Per il prolungamento analitico l'informazione è costituita dall'enorme restrizione delle funzioni ammissibili, anche se ci devo pensare bene; deve essere qualcosa di simile al potenziale in campi conservativi. Però resto sempre a bocca aperta per la meraviglia. Solo "staccando" dalla contemplazione mentale e ricordando come si fa la dimostrazione accetto la stranezza. Esattamente come un gioco di prestigio, c'è sempre la spiegazione. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Non capisco quelli che dicono che la conoscenza scientifica sarebbe fredda e arida rispetto a quella umanistica.
Anni fa avevo letto dei saggi brevi di Michael Ende, scrittore che peraltro stimo tantissimo, in cui sosteneva appunto che la conoscenza scientifica avrebbe tolto l'aura di romanticismo che prima avvolgeva il Mondo, inaridendolo, riducendolo a mera quantità misurabile, avulsa da ogni significato emotivo. Io non potrei essere più in disaccordo. Sulla matematica non posso dir nulla perché in merito sono ignorante, ma di fisica o astronomia qualcosina ho imparato, e ogni volta che mi immergo nelle descrizioni del funzionamento dell'universo, dei processi di formazione e degenerazione delle stelle, delle vicende dei sistemi stellari, delle scoperte che si fanno sui pianeti a noi circumvicini, del modo in cui l'infinitamente piccolo, quello delle particelle elementari, si struttura creando via via le grandi formazioni misurabili in anni-luce... tutto questo mi ricolma di quello che i filosofi chiamano appropriatamente il sublime. Non riesco proprio a capire come si possa dire che le scoperte scientifiche avrebbero inaridito il Mondo: secondo me hanno aperto enormi spazî di immaginazione e lirismo, prima insospettati. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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In ogni caso, la conoscenza scientifica resta più fredda rispetto a quella umanistica in quanto principalmente descrittiva. È una indagine su com'è fatto il mondo, ma non c'è spazio per la creatività, i sentimenti, la bellezza. O meglio: i sentimenti e la bellezza possono essere generati da chi si approccia a queste materie con un forte interesse, ma non risiedono nelle materie stesse. Invece, ad esempio, leggendo un romanzo o guardando un dipinto, i sentimenti e la bellezza sono interni all'oggetto che si sta approcciando. (sono convinto che un video che mostra la degenerazione di una stella sarebbe molto bello, ma a questo punto sarebbe più cinema che astronomia ahah) Ho l'impressione che le materie umanistiche diano più libertà di movimento, stimolino di più l'immaginazione, la capacità di riflettere. Quelle scientifiche sono assolutamente preziose e utili, ma alla fine si tratta solo di descrizioni o regole. Il corpo umano è fatto così, la legge di gravità è questa, i pianeti sono questi e son messi in questo modo... |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Vedi ad esempio qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Bellezza_matematica Del resto ci sono molti àmbiti della produzione estetica che hanno legami con le scienze matematiche: pensiamo alla musica, che è fatta di rapporti, o a tutta la questione delle proporzioni nelle arti figurative. Io vedo i due àmbiti, quello estetico e quello delle scienze esatte, più vicini e intrecciati di quanto si pensi. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Sarebbe stato bello fare lezioni dal tema "la matematica nelle arti figurative: da Vitruvio a Brunelleschi" oppure "il tempo dispari nel rock progressivo italiano da una prospettiva matematica" |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Cambia continuamente ritmo, mi pare pure ci sia qualche 7/4 di mezzo, ed è tutta costruita sulla sezione aurea. Non riesco a capire fino in fondo tutte le sottigliezze di quell'opera ma sapere che è costruita con un piano precisissimo da grande architetto me la fa piacere anche di più. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Premessa iniziale; io a scuola non andavo benissimo (non sono mai stato bocciato comunque).
Con le materie umanistiche ero più costante, non prendevo voti molto alti ma neanche molto bassi, mi muovevo tra il 5 e il 7, mentre nelle materie scientifiche facevo molti saliscendi. Potevo passare dal 3/4 fino all'8/9 a seconda dell'argomento. Questo soprattutto in matematica e fisica, in altre materie tipo informatica ero un disastro totale. Le materie umanistiche soprattutto alle superiori le vedevo come delle ancore di salvezza (ho fatto un istituto tecnico quindi niente latino e greco), perché mi bastava studiare un po' e almeno la sufficienza riuscivo a prenderla. Nelle materie scientifiche invece se non capivo l'argomento mi attaccavo. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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Nessuna delle due
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
In matematica il voto più alto che ho preso è stato un 8- e ho sempre oscillato tra il 6/6- e il 7/7,5.
Alunna normale che studia normalmente. La mia mente appena vede la matematica cerca di fuggire, in ogni modo. Si ucciderebbe se potesse. :ridacchiare: In Italiano, letteratura e storia ho sempre avuto 8 studiando normalmente; in lingue anche 9 e qualche 10 sempre studiando normalmente. Se vogliamo, via, sarei più portata per le materie umanistiche che mi piacciono anche molto di più. :) |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Bho dipende come mi gira sul momento. Ho periodi in cui mi fisso con argomenti a caso tipo ultimamente la cinofilia e l'Alpinismo, ovviamente non la pratica ma il mero raccogliere informazioni. Sono cose scientifiche o umanistiche? Non lo so ma sinceramente non me ne frega, non sto a pensare a quale schieramento culturale appartengano le cose a cui mi "interesso". Comunque sono sempre fissazioni passeggere che vengono presto sostituite da altre altrettanto inutili.
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Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
umanistica sicuramente.
A scuola avevo voti medio/alti, all'esame di maturità ebbi il voto più alto della mia classe al tema di italiano e mi presi pure la stretta di mano dal professore esterno agli orali. Anche con le lingue, impegnandomi, rendevo abbastanza e con facilità ( ero arrivata a saper conversare e capire se parlavano piano in francese, mannaggia a me che poi non ho coltivato questa cosa ed ho dimenticato tutto ). Ho sempre scritto tanto, letto tanto, mi aiuta con la fantasia, con l'introspezione e mi rilassa. In matematica, geometria, etc, sempre un dramma. Penso fondamentalmente non capissi certi passaggi e avevo professori che elencavano nozioni o davano per scontato che certe cose fossero ovvie e che non c'era bisogno di spiegarle. Quindi ho sempre avuto un grande gap sugli altri che col tempo mi ha portato proprio ad odiare queste materie. Adesso forse ci ho fatto pace, chissà che in futuro non mi venga voglia di riprendere qualche libro. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
Le materie umanistiche pur andando bene in esse non le ho mai particolarmente apprezzate, mentre quelle scientifiche sono stato sempre un po' una frana.
Ritengo di essere stato uno studente medio, seppur secondo alcuni miei professori potessi dare molto di più, ma in generale me la sono sempre cavata facendo il minimo indispensabile. |
Re: Cultura umanistica/Cultura scientifica
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