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Famiglia e principio di realtà
Provo ad aprire una discussione seria.
La mia ansia deriva principalmente dalla mancanza della famosa "base sicura" che ho patito soprattutto da adolescente. Cos'è (secondo la mia interpretazione) la base sicura? Prima di tutto una famiglia in cui aver diritto di esistere. Nella mia, mio padre in particolare si è impegnato assiduamente per proiettare nel clima familiare una serie infinita di illusioni e certezze arbitrarie, che pretendeva (anche con una certa violenza) essere riconosciute come vere. Immaginate due ragazzini costretti a "credere" a qualsiasi cosa dica il loro padre, pena litigi forsennati e acting out ai limiti dell'autolesionismo (e a volte oltre). A onor del vero, mio padre cercava aiuto in mia madre, che glielo negava (stranamente: mio padre è alto poco meno di 1,90, attraente, di successo e con carattere fortemente dominante). In queste circostanze la giovincella, alternativamente: a) pretendeva che mio padre non avesse difficoltà, b) si paralizzava tipo animale in via di predazione. Quindi, ecco, nisba: nel ménage casalingo la verità, il principio di realtà, non aveva proprio alcuno spazio. A questo aggiungiamo la comprensibile difficoltà di entrambi di accettare la sfiga della propria situazione, cosicché ho/abbiamo (io e la mia sis) imparato a nascondere in modo profondo e assolutamente convincente le nostre percezioni, per non a) infrangere due psiche fragili, b) dover fare da genitori ai nostri genitori. A dire il vero io, che sono sempre stato un tipo "dritto" (che non si tira indietro di fronte alle difficoltà) la seconda opzione l'avrei anche seguita. Ma non ne sono stato capace. Questa dinamica "mistificante" familiare spiega molto delle mie interazioni. Su base piuttosto sistematica, proietto un'immagine di me che non corrisponde al vero, oppure sono vulnerabile alle proiezioni altrui, che non riesco a falsificare dicendo che il re è nudo e non è vero che non valgo nulla perché ho i polsi piccoli (o che sono "intelligente", o qualsiasi altra cosa). E' una forma di insicurezza, se volete, ma affonda in radici talmente profonde che l'etichetta "insicurezza" non le rende in effetti merito. Avrei beneficiato molto della frequentazione di persone "oneste", ma ho scoperto che la mistificazione è un'attività molto amata dagli uomini in generale, oppure sono capitato male io. Da adolescente non reggevo proprio la compagnia dei miei coetanei, disposti a bersi qualsiasi stupidaggine e ad agire sulla base di essa. In ogni caso, il confronto del tipo "tu sei così" o "le cose stanno così" l'ho sempre gestito molto male, perché l'assertività ha il sapore antico della psiche di mio padre che va in frantumi. Insomma, come xché anch'io mi sono occupato, volente o nolente, di assistere due persone in difficoltà, senza però mai trovare il modo di renderli più sereni ed equilibrati. Ammetto di avere avuto anche un po' la pretesa che le difficoltà se le gestissero loro, da soli o con qualcun altro. Da soli non erano capaci, e fuori dalla famiglia queste questioni sono riservate a terapeuti e psichiatri. Cosa penso delle due categorie dovrebbe essere chiaro a chi mi legge. Mi fermo qui. Aggiungo solo che ad oggi la mia difficoltà è nel "farmi una ragione" di quello che è successo. Avrei credo bisogno di un sostegno serio nell'iniziarmi al prendere sul serio il principio di realtà uscendo dal mood "sognatore" che da tempo mi caratterizza. Questo ho difficoltà a trovarlo. Principalmente, e non scherzo, perché trovo che il suddetto mood, in varie forme, sia molto diffuso anche tra i professionisti che si occupano di queste cose. |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
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In forma innocua la tendenza gregaria la tolleravo, ma innocua non lo era proprio per niente. Fuori da scuola, nel paesino (non particolarmente baciato dal sole) in cui vivevo, c'era un ragazzino (un sedicenne) che ammazzava i gatti per divertimento. Gli altri, che pure non lo trovavano divertente, si comportavano come se lo fosse. Credo allora forse di aver associato in modo forte crudeltà e tendenza gregaria. Negli anni successivi, la tendenza a credere a bugie quando la verità è difficile da gestire l'ho trovata diffusamente. |
Re: Famiglia e principio di realtà
Fammi capire: se ho ben compreso tu sostieni che nella tua famiglia i rapporti tra i tuoi fossero dominati da una serie di opacità e scarsa trasparenza, cosa che ti ha reso indigeste le relazioni umane fondate sulla finzione, sulla non assoluta autenticità...dico bene?
Rivedo in questo le dinamiche sottese al rapporto tra i miei: madre borderona e padre remissivo che tenta di ingoiare tutti i rospi per impedire che il ménage famigliare crolli sotto il peso di una persona dall'emotività instabile (un po' come quando si finge di sopportare un ragazzino a scuola solo perché ha la "diagnosi" e quindi gli puoi permettere tutto o quasi). Il discorso del principio di realtà continua però a sfuggirmi: se non sbaglio, con questa definizione, si intende quella capacità che si acquisisce normalmente in età adulta e che consiste nel saper rimandare la ricerca del piacere immediato. Io ho da sempre grosse difficoltà in questo ma non saprei come collegare la genesi del tutto alle opacità relazionali intercorse tra i miei. Concludo dicendo che il disagio sempre dalla famiglia, nonostante utenti mistificatori come quello là il cui nick ricorda vagamente i vestiti extra large sostengano che non sia vero e che alla fine dipenda dalle tue caratteristiche di partenza (se sei bello e figo sarai felice, se sei basso, pelato e dal value insufficiente sarai condannato ad infelicità imperitura). |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Tutto questo mi ha reso vulnerabile, nel senso che mi sono trovato molto male a giocare tutta una serie di giochi basati su inganno e false attribuzioni, sia benevoli (come quando si flirta con un po' di malizia) sia malevoli (come quando si giustificano azioni arbitrarie). In pratica, nell'immediatezza di uno scambio, tendo a dar sempre ragione agli altri, che condivida o no quello che dicono. Se non voglio farlo, devo "controllarmi", cioè attuare una leggera dissociazione. D'impulso non mi riesce. Il che poi ha fatto corto circuito, quand'ero adolescente, con vari temi di cui è pieno il forum, incentrati sul "non avere carattere", "non farsi rispettare", ecc. Quote:
Alla fine, se ho iniziato a costruirmi i modelli astratti e sono diventato "controllato" è principalmente perché di base tendo all'impulsività. |
Re: Famiglia e principio di realtà
Ho come il sospetto che la tua forte capacità di analisi e la tua sensibilità ti portino a cogliere ed interpretare le sfumature più nascoste di ogni situazione, di solito in modo negativo. Quale famiglia riuscirebbe a salvarsi una volta messa sotto la potentissima lente d’ingrandimento di Angus, che ne svela le più perverse dinamiche sotterranee e i suoi subdoli riverberi sulla psiche della prole?
Sarà anche un consiglio da prete, come direbbe un noto utente, ma forse le tue qualità si sono anche rafforzate con i meccanismi di coping che hai creato per convivere con tutto questo, quindi in certa misura possono diventare il grimaldello per fare pace con almeno parte del tuo vissuto familiare. Un po’ di sano e banale benaltrismo farebbe bene ad alcuni utenti prigionieri delle loro intelligenze sopraffine e che rifuggono il minimo comun denominatore delle scappatoie condivise come troppo facile, con l’ansia di arrivare sempre alla verità suprema in veste di minoranza illuminata. In parole povere: ci sono stati abusi e violenze nella tua famiglia? Situazioni di indigenza tali da averti creato privazioni materiali significative? Casi di criminalità? Se la risposta é no a tutte queste domande sei già stato mediamente fortunato, anche se ovviamente non ti priva del diritto alla recriminazione. |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Extra large sbaglia nel dire che matematicamente certi tratti implicano una mancanza di rete (di cui si può fare a meno solo se si ha una famiglia). Che la rendano più difficile però è vero, almeno nella nostra società competitiva e del "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". |
Re: Famiglia e principio di realtà
Mi dispiace per quello che hai passato da piccino Angus. Sto cercando di comprendere e immedesimarmi nella menta di un ragazzino che, non solo deve far fronte a tutta la complessità che la tenera età comporta, ma anche con questa situazione famigliare particolare e delicata. La "razionalità" che ti7vi è mancata, forse ha appunto provocato questo atteggiamento. Alla fine si tratta di un meccanismo di difesa e di dissociazione dalle sensazioni provate in passato.
Non riesco ad immaginare la sensazione di smarrimento, unito poi alla conferma dello stesso anche nell'ambiente esterno( nei paesini succede che si creino certe dinamiche ). Io non sono una professionista, ma potrebbe anche essere che tu abbia sviluppato un disturbo di maladaptive daydreaming o simile. Il fatto che tu però sia cosciente di questo, non è scontato. Io purtroppo vivo forse il problema opposto, dato appunto da un eccessivo pragmatismo familiare che ricadeva in qualsiasi aspetto. anche semplicemente la postura a tavola a 4 anni o il reprimere in un certo senso le emozioni che potevano creare disagio. Piuttosto preferivano che le esprimessimo in maniera, qualcosa di non disturbante diciamo. Non è che fossero assenti, anzi. Ma diciamo che la severità, unita ad un certo "protocollo" ( assolutamente non necessario, dato che siamo gente normalissima) ci ha fatto crescere con una corazza, che difficilmente le altre persone riescono a rompere. Ma non siamo freddi come sembriamo è che facciamo molta fatica ad esprimere le emozioni normalmente. Io ci sto lavorando, però. Credo che i traumi e le esperienze, servano anche a questo. E chissà, magari un giorno, trasmetterai la sicurezza e la capacità di comprensione del razionale che i tuoi non ti hanno dato. Magari anche meglio di altri. |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
La domanda che mi viene leggendo la riflessione, è se ora pensi di poter trarre delle chiavi di lettura rispetto alle tue dinamiche interiori, che ti permettano di stare meglio, interagire meglio ecc.
Cioè, la vita che ci rimane è tutto ciò che accade da questo momento in avanti. Pensi di aver individuato delle linee di pensiero che ti possano aiutare? |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
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Edit: Ah il frega niente è inteso come ;- "probabilmente non te/ve ne fregherà niente del fatto che io potrei anche essere d'accordo ". Ormai ogni cosa la specifico, perchè qui su è un attimo. Alti livelli di permalosità. |
Re: Famiglia e principio di realtà
Per non pensare alla ***famiglia*** uno può prendere psicofarmaci per anni
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Re: Famiglia e principio di realtà
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Non è sotto a un ponte, e quindi? |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
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A parte che nella mia qualche brutto episodio da intervento dei carabinieri c’é stato parecchi anni fa, comunque anch’io rimugino parecchio su vecchie storie e alcune cose del passato talvolta riemergono sotto nuova luce. Tutto mi ha condizionato, come e quanto lo so e lo saprò fino ad un certo punto, vivo col freno a mano tirato ma non troverò mai la pietra filosofale. E la scappatoia del “poteva andarmi molto, ma molto peggio” é un coping che negli anni assume sempre più spessore. Sarà il fatto che, anche se a volte rosico, di persone serene ne conosco pochissime. |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
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Per quanto riguarda me, in parte sicuramente agisco nella medesima maniera. Diciamo che però nell'arco della mia vita ne sono successe tante e alcune seriamente imprevedibili e di difficile gestione/comprensione . Questo mi ha permesso e costretto a dover carpire ecletticamente tutte le modalità di difesa che esistono. Dall'altra parte però, ammetto anch'io che questo mi ha permesso di sviluppare un discreto senso di adattamento. E anche questo, forse non è scontato. Per lo meno lo avevo fino a qualche anno fa |
Re: Famiglia e principio di realtà
le famiglie disfunzionali fanno danni enormi
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Re: Famiglia e principio di realtà
L'umanità è un gregge e segue la corrente a prescindere dal buon senso in quanto il buon senso è veicolato dai media di turno...
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Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
Mio padre ha un forte disturbo ossessivo compulsivo di personalità.
(Eccessiva preoccupazione dei dettagli, regole, liste, ordine, programmi che si perde di vista l'obiettivo finale, perfezionismo che interferisce con lo svolgimento di ogni attività, workaholic che elimina svago e amicizie, scrupoloso e intransigente su etica e valori, accumulatore compulsivo, riluttante a lavorare e collaborare con gli altri ad eccezione che si faccia esattamente quello che dice lui, avaro e tirchio, il denaro è qualcosa da accumulare in caso di emergenze e catastrofi, rigido e testardo con questi standard assurdi è incapace di concludere qualsiasi cosa, litiga con tutti, niente e nessuno si conforma a lui.) Per il fatto che il suo cervello funziona così e pochi funzionano come il suo è un grandissimo manipolare. Mia madre per sopravvivere ha dovuto diventare un'abilissima negoziatrice, sviluppare una chiave per riuscire a creare un'interfaccia tra mio padre e il mondo. Mia madre è diventata la regina del discorso indiretto (questo video lo spiega molto bene link). Tutto questo ha reso la mia famiglia disfunzionale con una pessima comunicazione, io stesso in questo momento uso tantissimo la comunicazione paradossale con mio padre perché non ho alternativa. Capire come funzionano le comunicazioni e i rapporti disfunzionali aiuta a vivere meglio ma purtroppo non le risolve. |
Re: Famiglia e principio di realtà
Vedo mio padre in una maniera molto simile. Le sue narrative erano quelle adottate da tutta la famiglia, se mia madre vi si opponeva era con pochissima convinzione e molto timore. Opporsi significava farlo entrare in allarme, cosa che si esprimeva in episodi di rabbia che spaventavano un po' tutti. Per vivere bene in quel contesto ho accolto come mie le sue opinioni e i suoi punti di vista e sono state premiata diventando la preferita. Mi ribellavo solo nella segretezza assoluta del mio mondo interiore. Oggi mi risulta difficile fidarmi delle mie percezioni e sensazioni, e quando mi fido mi risulta difficile esternarle con convinzione. Il mio bro ha sofferto molto di piu' comunque, perche' ha interiorizzato le narrative di una persona che non lo ha mai stimato del tutto. La sua stabiita' la ha raggiunta adottando poi un'inflessibilita' uguale e contraria rispetto a quella di mio padre
Riguardo all'autenticita', io so che per sentirla ho molto bisogno che l'altra persona non mi proponga il suo punto di vista, soprattutto su di me, in maniera troppo decisa e inflessibile. Se succede questo mi riesce molto difficile oppormi e dire "no, io non sono cosi'". Se invece una persona, magari a causa di traumi simili o di polso piccolo, riesce ad essere piu' delicata, allora comincio a vedere le cose, e a vedermi, piu' chiaramente. In realta' comunque a volte non so se esiste una me stessa vera dietro ai ruoli che ricopro e ho ricoperto con le varie persone. A volte ricercarla mi sembra paradossale e contraddittorio. C'e' un koan zen che diceva "Che aspetto aveva il tuo volto prima che nascessero i tuoi genitori?" |
Re: Famiglia e principio di realtà
Io però non ho capito di preciso di cosa parli.
Ad esempio quando scrivi... Quote:
Non ho capito abbastanza precisamente a cosa ti riferisci. Cosa sia di preciso una mistificazione è una cosa abbastanza sfumata certe volte, si vede anche nel forum che si hanno visioni della realtà agli antipodi. Su chi sia il mistificatore e sognatore e chi non lo sia non c'è un accordo unanime, se non in casi davvero estremi, vorrei capire se i tuoi genitori rientrano in questi casi estremi o no, perché se non rientrano in questi per me sorge solo un conflitto tra due teorie della realtà diverse e per te quella che sostengono loro risulta falsa ma magari non è una teoria di quelle da manicomio perché ha un certo seguito. Mia madre diceva "Ci penserà dio a farti star bene", ecco per me è una mistificazione questa cosa però è roba che ripetono in tanti e ci credono pure. Altra cosa sarebbe stata se sosteneva di essere un alieno proveniente dal pianeta x con un uovo e così via. Quando parli di illusioni a cosa ti riferisci? Cose del primo tipo o del secondo? E se puoi, è possibile fare qualche esempio? |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Veniva fuori da una famiglia del primo dei tuoi tipi (religiosa e tradizionalista), di cui ha fortemente criticato i contenuti, forse in modo simile al fratello di anahì, ma ha conservato lo "stile" assolutistico. "La mappa è il territorio" potrebbe essere il suo motto, e sempre e solo la sua mappa. |
Re: Famiglia e principio di realtà
questa discussione mi riporta in mente un bel film: "Dogtooth" di Yorgos Lanthimos
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Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
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La forma però è la stessa. Quando erano molto giovani, per dirne un'altra, ebbero un periodo di litigi furibondi perché mia madre voleva un lavoro autonomo, mentre mio padre pretendeva di forzarla a restare sotto la sua ala (e il suo controllo). (La vinse mia madre.) |
Re: Famiglia e principio di realtà
Angus pensi che questo genere di relazioni presenti nella tua famiglia potessero rientrare nella definizione di doppio legame?
https://it.wikipedia.org/wiki/Doppio...e_(psicologia) |
Re: Famiglia e principio di realtà
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Re: Famiglia e principio di realtà
Questo mese ho visto un film dove un uomo ricco aveva come amante una donna disinibita e anticonformista,le amanti hanno tutte questo profilo in genere
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Re: Famiglia e principio di realtà
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https://youtu.be/vnSiJOOdo30 E' un po' troppo fissato sull'assunzione "narcisista=cattivo" pero' da' spunti interessanti |
Re: Famiglia e principio di realtà
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