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Non c'è niente da raccontare
Non c'è niente da raccontare, non c'è un esperienza positiva condivisibile, non esiste un dialogo senza disagio.
Come pretendo di poter iniziare a vivere e ad uscire dalla bolla senza aver un argomento di vita con altri, come si fa a inserirsi nella società a 25 anni senza un niente alle spalle? Chi mi viene a dire che a 25 "sono in tempo" magari è vero, ma la società e le generazioni nuove sono spietate nel mondo reale. Io dovrò andare avanti per anni, credendo nell'illusione, quando in realtà si scivola sempre più in basso nel pozzo coi muri circondati di muschio acquatico, ci si prova, che si deve fare alla fine? Rimango qui arranco e vado in autopilota finchè non faccio il botto, e poi non mi rialzo più, ma non intendo morire o chissà che altro, mi arrenderò e non ci proverò più, io le mie richieste di aiuto le ho date in mille modi negli ultimi due anni, a tutti coloro che conosco, chi se ne è fottuto, chi ha detto belle parole, poco importa, evidentemente ho frainteso tutto da sta vita. In questo momento è il mio pensiero e una mia sensazione, magari in una fase up riderò di questo post, chi lo sà... Scusate il piccolo sfogo. |
Re: Non c'è niente da raccontare
Ciao.Normalmente cerco di avere un attegiamento positivo o per lo meno incoraggiante verso gli altri.penso di vivere sentimenti simili ai tuoi, nonostante io non ritenga di essere priva o carente di esperienze di vita da raccontare, anzi forse fin troppe e tutte incasinate tra di loro, sono arrivata anch'io alla conclusione molto simile. Mi dispiace contribuire in maniera cosi negativa ,ma effettivamente oggi non mi sento ne di dispensare consigli di speranza.Pensaci bene prima di decidere di arrenderti del tutto. Se hai la forza di resistere ancora a questa sofferenza ,magari una soluzione tu la riesci a vedere e trovare.
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Re: Non c'è niente da raccontare
È un motivo per cui evito situazioni che mi possano mettere in difficoltà, al lavoro per esempio. Quando parlano delle loro esperienze, della loro vita ricca di situazioni e appagante sotto vari profili (sicuramente appagante rispetto alla mia non vita).
Loro, ci ho fatto caso, hanno sempre un sacco di cose da raccontare, su qualsiasi argomento, perché hanno vissuto e vivono, mentre io faccio da spettatore. E non ho argomenti, e quindi evito il più possibile di parlare perché altrimenti verrebbe a nudo la mia incapacità e le varie mancanze sotto tutti i punti di vista. Cosa umiliante e imbarazzante di fronte a gente che ha sempre qualcosa da raccontare |
Re: Non c'è niente da raccontare
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Il resto è facile, non abbiamo idea di quanto agli altri piaccia parlare. Basta essere (realmente!) attenti e continuare a fare domande. E questo ci assicurerà che saremo nuovamente cercati :D |
Re: Non c'è niente da raccontare
"Sii te stesso" funziona solo con chi non ha bisogno di sentirselo dire. "Non essere te stesso" non funziona comunque, perché puoi pure fingere di essere qualcun altro ma poi arrivano le domande "ma che fai nella vita?", "dove vai in vacanza?", "ma i social ce li hai?", "il sabato sera quando esci dove vai?". Io posso pure dire che non me ne importa nulla del fatto che in vacanza non ci vado e che il sabato sera sto a casa (ad esempio) e che ho i miei motivi se non lavoro e non sta agli altri giudicare, ma appena dici ste cose la maggior parte delle persone ti appiccica l'etichetta di ritardato/problematico. A quel punto che fai, o accetti di avere a che fare con questa gente sapendo che la considerazione che ha di te è quella, o cominci a raccontare cazzate per evitarlo, a me sembrano entrambe soluzioni inaccettabili. E più eviti queste situazioni, meno hai da raccontare, più difficile sarà in futuro...
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Il migliore amico che si è preso la depressione secondo me se l'è presa perché non si sente abbastanza stimato come introverso,fa il professore da anni ma non ha cattedra definitiva..mi dà la sensazione non lo vedo da mesi,di aver raccolto meno di quanto ha seminato ed e imploso,un laureato con specialistica precario a 35 anni,con 6 anni di insegnamento alle spalle,ma sempre precario sei..e hai 35 anni..volevi una stabilità maggiore,conviveva e ora e single mi hanno detto..era fidanzato da anni..e lui e era uno più esuberante,grintoso..la società occidentale ha standard lavorativi economici sociali,dopo una certa se stai sotto il par..o vai a vivere in oriente sul Pacifico o qui vivi in un limbo .tra ciò che sei e ciò che potevi essere..
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Il problema è che chiediamo aiuto ma ormai siamo come Casper il fantasma; invisibili.
Soprattutto invisibili a chi una vita ce l'ha e sono la gran parte delle persone, poi mettici che oggi sono molto menefreghisti quindi 2+2 fa quattro. Basta vedere già quando guidi per dirne una che sarebbero capaci di passarti sopra e manco ti vedono, non c'è più rispetto né considerazione dell'altro mediamente, e poi chi se lo caga uno con problemi o che non ha niente da raccontare e nella vita lavora e basta? |
Mi hanno detto di non rivelare l'invalidità,ma se non dovessi tornare a lavorare in tempi recenti,io posso anche dire prendo mille euro stando sul divano se qualcuno dovesse fare qualche battutina,però se non dovessi tornare a lavorare ma qualcosa dovrò dire..
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
Io dalla bolla sono uscito a 33 anni ed è stata dura, ho la mia rete sociale ma non è paragonabile a chi è cresciuto "normale". Io devo ringraziare anche il mio lavoro....lavoro in un ambiente dove l'82% sono donne quindi questo mio tabu che mi limitava tantissimo si è attenuato tanto.
Ho smpre detto che lo spartiacque è 23/24 anni.....li puoi,volendo, tranquillamente rimettere in carreggiata la situazione. Dopo è tutto TUTTO piu complicato |
Re: Non c'è niente da raccontare
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Ho notato anche io che qui ci sono più persone che parlano di avere amici, relazioni, uscite. Bisogna vedere esattamente che tipo di problemi hanno, può essere che ne hanno uno in forma leggera, o hanno disturbi diversi da fobia eccetera, magari sono disturbi che pur essendo fastidiosi, non inibiscono totalmente alla vita sociale. |
Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Io non ho mai avuto niente di ciò. Sono a zero. |
Re: Non c'è niente da raccontare
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Esatto io ad un certo punto ho desistito e ho scelto la mia strada perché non volevo fare tappezzeria o essere ricordato di meno..perché quello più esuberante doveva prendersi il like .parlo nei gruppi sopra 7 persone,fino a 3 4 persone mai avuto problemi,sempre preferiti..una decina di amici più o meno stretti in vita mia li ho avuti,oggi 2,2 amiche donne importanti,e la sfera sentimentale carente,con le 2 della primavera,sono uscito con 5 donne in 34 anni..però non tornavo ad uscire dal 2015,e non era scontato succedesse,ci sono persone anche qui dentro che non hanno relazioni da anni,e alla fine e come non averle..
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In questi casi capita che fanno un'uscita o una pizzata e ti invitano, forse per pietà, ma se ci sei o no non cambia nulla, sei quello che parla poco e non è interessante. Io anche ero quello invitato tanto per. Ci andavo, ma non ero poi così incluso nel gruppo come altri, ero ai margini, appunto. |
Re: Non c'è niente da raccontare
Sono riuscito ad iniziare a recuperare qualcosa solo verso i 24 anni, diciamo che alcuni progressi sono stati fatti, ma niente di paragonabile all'esperienza di un mio coetaneo, anzi penso di aver raggiunto il massimo aspirabile.
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Re: Non c'è niente da raccontare
A pensarci bene, che brutto però essere invitati per pietà.
È vero comunque, se parli poco non sei interessante. Le dinamiche che regolano i rapporti fra le persone sono molto più complicate di quello che si possa credere. Io non credo molto alla sincerità dei rapporti fra le persone, parlo in generale. Credo che ci sia di base sempre un interesse a mo di tornaconto. Poi è solo una mia opinione è |
Re: Non c'è niente da raccontare
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Ma quando tu chiedi se c'è qualche punto di uscita, la risposta che posso darti secondo la mia esperienza personale con questi problemi è :dipende. Se I disturbi sono a uno stadio grave, tale da aver compromesso in modo irreversibile il funzionamento sociale, bisogna essere onesti con sé stessi e pensare, riflettere, se è il caso di iniziare un percorso di accettazione. Sia chiaro, é un percorso doloroso, difficile, ma forse l'unico se la situazione è veramente grave e se si è arrivati a una certa età. Se i disturbi sono di una intensità meno incisiva, e se si ha un'età dai 15 ai 25,(ma io non sono nessuno, è solo una mia opinione), secondo me c'è ancora qualche margine di miglioramento della situazione. In ogni caso avere questi problemi è veramente una brutta rogna, credo che su questo siamo tutti più o meno d'accordo. |
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Calissano se lo sono dimenticati ma di che parliamo,ricco bello e famoso,l'oblio può toccare a tutti..io voglio vedere se a Ragusa con questo fisico in un posto dove vikingo non sanno chi sia si avvicina una donna..tutto passa da lì..perché se succede,vuol dire che mi sono reso interessante,e chiaramente un esperimento sociale..
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E a 34 anni siamo ai titoli di coda..
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Noi no perché abbiamo problemi che sono il muro, il blocco che impedisce di fare tutto. Sul cambiamento drastico, capisco cosa vuoi dire, però lo vedo un aspetto che può magari migliorare la persona per sé stessa, su cose che uno farebbe da solo con sicurezza, senza blocchi, ma non credo che serva ad avere chances nei rapporti con gli altri, perché con gli altri bisogna saperci stare, ci sono regole non scritte, varie sfaccettature, meccanismi sociali che non sono così semplici come possa sembrare. Il cambiamento drastico su se stessi si può fare, ma appunto lo vedo più come un reagire ai problemi che porta a fare cose che prima non facevi, ma sempre da solo, ho forti dubbi che possa aiutare a cambiare le sorti per quanto riguarda i rapporti con gli altri. Anche qui, voglio precisare che è solo una mia opinione, non è assolutamente detto che sia così |
Un neurodiversi ho gli insegni certi meccanismi sociali a 18 anni,o a 34 anni fa quello che può si adatta,si maschera cerca di non far filtrare diversità,ma al massimo introversione,ma non so neanche dove possa arrivare col carattere..a maggior ragione se deve imparare a 30 anni certe cose,per ottenere qualcosa se non si sa cosa sia..questa psicologa e molto brava però se mi rendo conto,che per ottenere quello che voglio io..e troppo tardi mollerò..e uscito se capiterà con qualche altro introverso,o Asperger o solitario fine..in qualsiasi posto del mondo..non mi ricordo l'ultima volta che sono uscito con più di 5 persone credo il 2019..o 2020..e ad un certo punto uno si mette in gioco ma poi si accetta..
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Re: Non c'è niente da raccontare
Ma sono strasicuro che l’aver poco da raccontare sia una chiara conseguenza e pensiero pessimistico dovuto all’ansia, semplice.. l’ansia deve manifestarsi in qualche modo e spesso anche a me capita di domandarmi incessantemente “Che cosa dirò? Che cosa farò? E se non ho nulla da raccontare?” Tutto questo, guarda caso, me lo domando spesso durante l’ansia anticipatoria, poi ovviamente nelle situazioni riesco a sbloccarmi e scopro che alla fin fine ho delle cose da raccontare, so di poter raccontare qualcosa ..
se solo ci si lasciasse andare istintivamente meglio di così riusciremmo anche a togliere di mezzo questi pensieri, certo magari non diventeremmo mai dei trascinatori di gruppi o degli indiscussi estroversi chiacchieroni pieni di cose da dire e raccontare, ma almeno non avremo la fissazione e la convinzione di non saper raccontare nulla di interessante.. tutta ansia, “solo ansia” |
Re: Non c'è niente da raccontare
Stessa situazione mia al lavoro (unico ambito dove mi interfaccio con qualcuno). Quando partono a raccontare quello che hanno fatto, più o meno recentemente, io sparisco totalmente. Ascolto, ma è come se parlassero di un'altra dimensione; viaggi, uscite, programmi ecc...
Io invece il nulla cosmico, infatti mi chiedono giusto al massimo come sto, qualunque altra domanda sarebbe inutile, un manichino avrebbe più risposte da dare. |
Re: Non c'è niente da raccontare
Ma piu che raccontare io direi sapere, ci sono poche cose che si sa e di cui si può parlare, avendo poche esperienze dirette in generale si può solo vaneggiare con la teoria x molti x questo bisogna sperimentare anche x conoscere se stessi
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Se si gestisce l'ansia la parlantina viene,io ero un concentrato
d ansia,mezzo balbuziente,qui dentro c'è un livello intellettivo di ragionamenti alto,non e vero che non si e interessanti,ma lo devono vedere gli altri,ma servono anche i contesti adatti.. |
Ha detto che e migliorato non che il nuovo Robespierre,o il nuovo casanova,il problema e capire quanto si possa migliorare sopra una certa età..perché non hanno più senso neanche psicologi o terapie di scienze infusa,uno si può sfogare pure da un prete a sto punto..
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Re: Non c'è niente da raccontare
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Vabbè comunque altre età quelle alla fine, ma da li capisci già che qualcosa in te non va, e nulla ora la situazione sarebbe peggio, si viene ghettizzati da adulti, magari non ci sono più gli insulti gratuiti, ma ci sono parole dette alle spalle, si viene visti come "poveraccio lui ha dei problemi", sguardi di compassione, paura di farti entrare nelle loro case etc. |
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