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Hor 10-05-2022 11:59

Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Noto che spesso nel forum si parla di "tappe della vita". Determinate cose vanno fatte a una determinata età, e se non si segue questa tabella di marcia prestabilita si dice che si è "fottuti", o comunque che la propria vita rischia di essere compromessa, di andare seriamente alla deriva, se non alla rovina.
Giocare e svagarsi nell'infanzia, fare le prime esperienze sentimentali nell'adolescenza, studiare all'università nella prima giovinezza, lavorare e mettere su famiglia nell'età adulta, ecc. ecc. Questo sarebbe un percorso di vita "normale".
Ora, è vero che ci sono cose che si possono fisiologicamente fare solo a una determinata età: una donna non può partorire a settant'anni, un uomo non può pretendere di fare bungee jumping a novant'anni, un bambino di sei anni non potrà mai laurearsi in ingegneria aerospaziale. Ma tolti questi casi estremi, ci sono davvero delle tappe fisse nella vita?
Io posso riportare il mio caso: ho avuto un'infanzia e un'adolescenza di forte conflitto coi coetanei e di solitudine pronunciata, per arrivare a costruirmi una vita sociale solo all'università. In pratica, molte esperienze che le persone "normali" fanno prima dei 18 anni io le ho fatte dopo i 20. Ho trovato un lavoro serio ancora prima di laurearmi, poi l'ho mollato, poi mi sono laureato molto tardi rispetto alla norma, poi ho trovato di nuovo lavoro, e questo ancora tardi rispetto alla norma. Non ho mai avuto alcun interesse a formarmi una famiglia.
In pratica la mia vita ha seguito un percorso piuttosto sballato in quanto a tempi rispetto alla norma, ma non penso affatto sia questo ad avermi "rovinato". Ho semplicemente seguito i miei tempi, nel bene come nel male.
Io non ritengo esistano tappe fisse nella vita, e penso che in tutte le cose c'è chi ci arriva prima e c'è chi ci arriva dopo (c'è anche chi non ci arriva mai, vuoi per difficoltà o vuoi per temperamento o disinteresse), e che forse l'idea che all'età tot corrisponda un determinato modo di vita sia anche uno stereotipo sociale. Esistono gli stereotipi di genere che attualmente vengono fortemente criticati, perché non dovrebbero esistere e non dovrebbero poter essere passibili di critica anche gli stereotipi riguardo all'età?

Black_Hole_Sun 10-05-2022 12:07

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Non esistono, solo l'idea che la vita debba essere "a tappe" tipo lista della spesa mi inorridisce.

La vita è caotica, gli eventi raramente dipendono da noi. Poi per quanto mi riguarda non ho mai avuto obiettivi, tutto è sempre stato un caotico trascinarsi nella marea. Le tappe sono l'abbecedario del perfetto cittadino, studiare, lavorare, fare figli e crepare. Sono cose che servono al sistema non all'individuo.

barclay 10-05-2022 12:10

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quando mi dicono che un certo ostacolo non esiste, io rispondo: se non esiste perché continuo a sbatterci contro?! :malvagio:

Darby Crash 10-05-2022 12:16

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Le tappe ed i rispettivi tempi esistono, ma non sono fissi e rigidissimi.

Sento troppo spesso la frase "ognuno ha i suoi tempi", detta per voler alleggerire una persona del peso dato dai propri fallimenti. È una frase così ovvia che non vuol dire nulla: è fattuale che ognuno abbia i propri tempi, ma questo cosa vuol dire? Non vuol dire niente, non tutti i tempi vanno bene allo stesso modo. E soprattutto, ci si può trovare ad avere certi tempi pur desiderandone altri. E allora se non si accettano i propri tempi, la frase "ognuno ha i suoi tempi" fa solo irritare.

Il tuo è un caso, una possibilità. Ma credo che generalmente chi passa in solitudine i primi vent'anni, non abbia buone prospettive sociali anche per i successivi. Tra l'altro sono curioso di sapere come all'università tu sia riuscito a costruirti una vita sociale partendo quasi da zero. Forse ti sei trasferito in un'altra città.

vikingo 10-05-2022 12:19

La società il sistema mettono tappe per darsi uno schema ma non ci sono esistono i caratteri le persone,e le esperienze..perché se io mi ammalò a 20 anni di qualsiasi cosa e guarisco a 25,e chiaro non avrò il percorso lineare per la società,figurarsi un Asperger che riceve diagnosi a 30 anni,bortuzzo che diviene invalido a 20 ecc..la mia vita e sempre stata alti e bassi,navigare sulle onde..avevo difficoltà a portare in fondo tante cose per anni.in preda ad ansia emotività e psicodrammi per anni,ma dopo i 30 va meglio c'è più stabilità.non e un caso che sono arrivati miglioramenti che cercavo da sempre..quelli che sono ricchi sposati fidanzata a 20 anni casa di proprietà auto..percorso lineare di successo,saranno il dieci per cento forse..ognuno ha il proprio potenziale il proprio carattere.un ceto sociale proprio che condiziona.

Hor 10-05-2022 12:23

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2707491)
Tra l'altro sono curioso di sapere come all'università tu sia riuscito a costruirti una vita sociale partendo quasi da zero. Forse ti sei trasferito in un'altra città.

Sì, mi sono trasferito in un'altra città, relativamente grande, anche perché in quella da cui provenivo, che poi non era una città ma un paesino, non avevo nulla.
Poi anche all'università il primo anno l'ho passato quasi sempre da solo, anche perché ero in modalità "sopravvivenza", visto che l'impatto con una vita da solo, in un'altra città, in un altro ambiente, è stato brutale e ho avuto bisogno di molto tempo per imparare "come si fa". Alla fine ne sono uscito e sono cresciuto molto. Sono riuscito a conoscere altre persone perché ho imparato a buttarmi con la socialità, sono riuscito a conoscere persone affini perché ho scelto un indirizzo di studio abbastanza particolare (preferisco non scendere nei dettagli) e popolato da persone con una mentalità secondo me molto più aperta dell'italiano medio, quindi in grado di accettare anche persone particolari come me. Poi, comunque, anche all'università non ho mai fatto una vita sociale "normale", nel senso che non giravo per locali o feste e cose del genere.

Darby Crash 10-05-2022 12:29

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 2707493)
Sì, mi sono trasferito in un'altra città, relativamente grande, anche perché in quella da cui provenivo, che poi non era una città ma un paesino, non avevo nulla.
Poi anche all'università il primo anno l'ho passato quasi sempre da solo, anche perché ero in modalità "sopravvivenza", visto che l'impatto con una vita da solo, in un'altra città, in un altro ambiente, è stato brutale e ho avuto bisogno di molto tempo per imparare "come si fa". Alla fine ne sono uscito e sono cresciuto molto. Sono riuscito a conoscere altre persone perché ho imparato a buttarmi con la socialità, sono riuscito a conoscere persone affini perché ho scelto un indirizzo di studio abbastanza particolare (preferisco non scendere nei dettagli) e popolato da persone con una mentalità secondo me molto più aperta dell'italiano medio, quindi in grado di accettare anche persone particolari come me. Poi, comunque, anche all'università non ho mai fatto una vita sociale "normale", nel senso che non giravo per locali o feste e cose del genere.

ah, ecco, allora posso capire. Io non ho avuto la fortuna di potermi trasferire in un'altra città e dunque il giro sociale non l'ho costruito. Che figura avrei fatto facendomi conoscere come uno che vive da vent'anni nella stessa città e non esce la sera né ha qualche amico? Partendo da zero in una nuova città sarebbe stato diverso.

Comunque il senso del mio discorso era che nei fatti ogni persona ha il proprio percorso di vita che può essere più o meno regolare e variamente vicino a ciò che è considerato "normale", tuttavia sicuramente ci sono delle tappe e dei tempi che in genere è funzionale rispettare per avere una bella vita.

Franz86 10-05-2022 12:30

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Dipende da quanto è elevata la propria aspettativa di integrazione sociale: più è elevata e più riesce difficile svincolarsi (prima di tutto mentalmente) dagli stereotipi legati alla "normalità".
Perché in effetti solitamente la "gente normale" è alquanto legata a tutto un insieme di convenzioni, e questo si manifesta anche in maniere oggettive (per fare un esempio banale, il fatto che molti percorsi lavorativi dopo i trenta siano proprio preclusi).

Poi certo si può anche campare da outsider e fare tutto alla rovescia, però bisogna averci la propensione (e la possibilità, e anche altre cose) altrimenti non solo è dura, ma ho impressione sia quasi impossibile.
E' un'impressione perché io la propensione fortunamente ce l'ho, ma non credo che chi invece sostiene con forza che queste fantomatiche tappe siano ineledubili sia necessariamente in errore ... convinzioni differenti nascono anche da vissuti personali differenti e propensioni differenti.

David Brent 10-05-2022 12:35

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
No, il problema però è quando si rimane completamente fermi

Keith 10-05-2022 12:51

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Non è che devono esistere per forza per tutti, però è meglio sfruttare l'età buona della vita quella fino ai 30-35 anni, perché dopo c'è il calo della forza fisica e anche della concentrazione. Almeno su di me vedo che è così.

vikingo 10-05-2022 12:57

Ma infatti io ho sfruttato la pandemia per imparare a vivere solo e sapermi gestire certe cose in ottica trasferimento.se vivi in una città del sud che non e Catania o Palermo se hai una personalità eccentrica succede che puoi buttare via anni..e non aveva più senso stare qui..poi che sia malta,Pordenone,Ancona poco cambia..qui non c'erano più margini per avere le cose che io voglio.che abbia 2 case di famiglia 3 o 50 non mi interessa..il fisico ancora regge ma siamo più vicini ai 40..e ogni occasione va colta ormai

Maximilian74 10-05-2022 13:12

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Riconosco che io sono uno di quelli che spesso ha fatto questo discorso di tappe, soprattutto ricalcando come è stata fino adesso la mia vita (non vita).
Beh, mentre a 15,16 anni i miei coetanei iniziavano ad avere i primi baci, le prime fidanzatine, a uscire in compagnia eccetera, io già da lì ero fuori da quei meccanismi, non ho mai fatto ne avuto assolutamente niente di tutto ciò, ero isolato, tagliato già fuori. Stessa cosa a 20 anni, a 25,a 30.senza mai assolutamente di passi avanti, mentre gli altri miei coetanei, a quelle età menzionate, avevano già alle spalle esperienze sia con ragazze, sia di socializzazione in generale. Io sono sempre stato negli anni solo spettatore degli altri che nell'arco degli anni hanno fatto, vissuto esperienze, avuto fidanzate, ne hanno pure avute più di una, hanno avuto amici, uscite. Non erano tagliati fuori come me, con lo zero assoluto. Io ora mi trovo a 48 anni, senza mai aver fatto nulla, ne a 15,ne a 20,ne a 25,ne a 30.a 30 tanti già convivono o si sposano, alcuni lo sono già (sposati) dai 25 anni. Alcuni a 30 hanno figli. Io dagli attuali 48 anni, andando a ritroso indietro nel tempo, non ho maturato nessuna esperienza ne di socializzazione ne di relazioni, nulla. Per me quel vuoto alle spalle pesa, perché niente e nessuno mi farà recuperare quello che non ho mai fatto, quando gli altri vivevano e si divertivano a 20 anni. Parlo per me, dubito che arrivare a 48 anni senza nulla alle spalle, si possa pensare di poter essere come gli altri. Quegli anni non vissuti alle spalle sarebbero stati la base per essere alla pari, normali, come gli altri adesso.un mio coetaneo senza i miei problemi ha vissuto esperienze negli anni, si è divertito, ha avuto relazioni, delusioni, cose normali, ma io che alle spalle ho maturato lo zero assoluto, non ho neanche la minima base, come posso pensare di essere preso in considerazione con lo zero assoluto in termini di esperienze e dello stare in mezzo alle persone alle spalle? Quindi per me il discorso che a ogni età, se si è normali, si vivono e maturano esperienze, incide.
Che gli racconto a una? Che da 0 a 48 anni non ho mai neanche baciato una volta una ragazza? Mi guarderebbe inorridita, e anche senza arrivare a dire questo, se ne accorgono che uno non è connesso con il mondo

edward00767 10-05-2022 13:32

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Esistono è innegabile, la fuori la gente ragiona così. Non lavori? "Mantenuto! Sfigato! Vai a lavorare!" Non hai mai avuto esperienze in ambito relazionale? "Vergine! Bruttone! Co***ne!" Non esci mai? "Reietto! Eremita! Problematico!"
Sentite tutte con le mie orecchie, purtroppo dobbiamo vivere in questa società, se si vuole uscire bisogna assolutamente essere in un certo modo se non si vuole essere visti come quelli strani da cui stare alla larga.
Ogni volta che mi scontro con la realtà vera fuori, rimango di sasso, altro che pensieri disfunzionali...

Crepuscolo 10-05-2022 14:00

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Esistono per chi ci crede, come con la religione. Io penso che la vita andrebbe vissuta come meglio si crede senza attaccarsi a queste cose. Però capisco che è facile sentirsi sbagliati quando si è circondati da persone che vedono la vita come un qualcosa fatto di tappe da raggiungere. Le persone che vivono facendo quello che vogliono (e non quello che vogliono gli altri) sono quelle che ammiro di più.

vikingo 10-05-2022 14:08

Una qualità l'ho sicuro.che ho tirato dritta per la mia strada e fatto quello che voluto..

Blizzard 10-05-2022 14:50

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Esistono per il sistema che ci circonda. Che nel tempo le può anche spostare queste tappe, in base anche all'epoca in cui viviamo e agli strumenti che ci circondano. Personalmente ormai me ne frego se non ho fatto l' eseprienza nel tal anno in cui "doveva" essere fatta:D

Keith 10-05-2022 15:36

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Maximilian74 (Messaggio 2707501)
Se ne accorgono che uno non è connesso con il mondo

Mai frase fu più veritiera.
Quote:

Originariamente inviata da Crepuscolo (Messaggio 2707508)
Le persone che vivono facendo quello che vogliono (e non quello che vogliono gli altri)

semplicemente non esistono. o magari sono i punkabbestia o similari, ma anche lì ci sono regole non scritte da rispettare.

muttley 10-05-2022 15:52

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Se io arrivassi alla mia età senza aver mai camminato per via di una condizione medica disabilitante e, un giorno, la scienza medica scoprisse un modo per farmi camminare, cosa dovrei fare? Rinunciare a questa possibilità perché non ho potuto vivere le esperienze che due gambe funzionanti avrebbero potuto farmi fare in giovane (tipo diventare un corridore professionista ma anche solo vincere una corsa campestre o giocare al campetto con gli amici)?
O forse dovrei dire che in fondo, dopo tutti questi anni, di camminare non me ne importa poi molto, in fondo sto bene così...cioé non è che sto bene, ma questa è l'unica vita che conosco e la preferisco con le sue limitazioni alle incognite di una vita nuova.

idk 10-05-2022 16:27

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Dipende molto dall'indole dell'individuo. Più sei tendenzialmente conformista e più la tappa riveste un senso e un ruolo centrale, meno lo sei e più tendi a mischiare le carte e seguire binari devianti.

Crepuscolo 10-05-2022 16:28

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 2707534)
semplicemente non esistono. o magari sono i punkabbestia o similari, ma anche lì ci sono regole non scritte da rispettare.

Esistono ma sono pochi, bisogna avere coraggio per non farsi condizionare da nessuno e vivere la vita come si vuole.

Darby Crash 10-05-2022 16:38

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da idk (Messaggio 2707551)
Dipende molto dall'indole dell'individuo. Più sei tendenzialmente conformista e più la tappa riveste un senso e un ruolo centrale, meno lo sei e più tendi a mischiare le carte e seguire binari devianti.

si possono anche voler seguire delle proprie tappe che non sono quelle tanto comuni e diffuse, sarebbero comunque delle tappe.

oppure si possono avere desideri effettivamente comuni che tanti altri hanno, ma averceli perché si sentono veramente e non soltanto per il bisogno di adeguarci alla società...

edward00767 10-05-2022 18:22

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2707566)
.

Mi è sembrato di leggere me stesso nelle ultime frasi, mi dispiace molto...

Una cosa che soffro molto è non avere mai avuto l'occasione di aprirmi con una persona, aver avuto sempre paura di far vedere il vero me, e da quello deriva il vuoto totale di anni perduti per sempre, l'adolescenza non vissuta ti rimane dentro e te la porti per tutta la vita, gli anni migliori... Però che bisogna farci? Abbiamo perso le tappe della gente comune, ma esistiamo e non l'abbiamo scelto, a na certa dovremmo metterci l'animo in pace, e usare ciò che abbiamo a disposizione al meglio... Si vabbè io predico bene e razzolo male anzi malissimo, però in certi momenti mi chiedo davvero, se uno non ha niente a disposizione cosa fa? Ti butti di getto in situazioni, magari con uno xanax in circolo, e poi? Dopo come trovi il coraggio di affrontare i cambiamenti? Come fa la gente ad attuare cambiamenti di relazioni dall'oggi al domani? Sarò io alieno, ma a me sembra tutto così difficile ed estenuante...

RKO 10-05-2022 18:33

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Esistono ma non sono uguali per tutti, ognuno ha le sue all'interno del proprio percorso di vita.
Una tappa per come la vedo io è un punto di svolta per il quale da quel momento in avanti le cose non sono più come erano prima, sia nel bene che nel male, e quindi ti cambiano.
Riesco ad identificarne 2-3 nella mia vita, dopo le quali il mio percorso è effettivamente cambiato.

Ezp97 10-05-2022 20:22

Mah, io vivo e lascio che le cose se devono accadere accadano da sé anche perché sono apatico, stanco, senza amici da anni, quindi zero voglia di vivere.
Però c'è da dire che si è fottuti eccome se non si fanno certe cose entro una determinata età.

gaucho 10-05-2022 20:28

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Esistono le inc**ate quelle sì

vikingo 11-05-2022 04:22

Mi spiace molto ma spezzata a meno di 30 anni mi pare,spero faccia in tempo a ritagliarsi dei momenti di rivalsa felici.in nord Europa lasciano le case a 20 anni per cercare gloria,solo qui vedi gente di 40 anni con la mamma,i figli non sono il continuo dei genitori.lo trovo vergognoso

choppy 11-05-2022 12:29

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2707542)
Se io arrivassi alla mia età senza aver mai camminato per via di una condizione medica disabilitante e, un giorno, la scienza medica scoprisse un modo per farmi camminare, cosa dovrei fare? Rinunciare a questa possibilità perché non ho potuto vivere le esperienze che due gambe funzionanti avrebbero potuto farmi fare in giovane (tipo diventare un corridore professionista ma anche solo vincere una corsa campestre o giocare al campetto con gli amici)?
O forse dovrei dire che in fondo, dopo tutti questi anni, di camminare non me ne importa poi molto, in fondo sto bene così...cioé non è che sto bene, ma questa è l'unica vita che conosco e la preferisco con le sue limitazioni alle incognite di una vita nuova.

Io non rinuncerei mai caro Muttley, poi chiaro per certe cose sarei pure disposto a sacrificare un po' tutto.

David Brent 11-05-2022 12:54

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da vikingo (Messaggio 2707692)
Mi spiace molto ma spezzata a meno di 30 anni mi pare,spero faccia in tempo a ritagliarsi dei momenti di rivalsa felici.in nord Europa lasciano le case a 20 anni per cercare gloria,solo qui vedi gente di 40 anni con la mamma,i figli non sono il continuo dei genitori.lo trovo vergognoso

in nord europa lo fanno perchè sono aiutati a farlo dallo stato, c'è un welfare che funziona, in italia non lo si fa perchè semplicemente non si può, lavori precari, affitti altissimi, stipendi bassissimi, come fa a mantenersi un giovane? in norvegia lo stato ti paga tutto, facile andarsene così, in italia l'unico welfare è la famiglia, senza famiglia sei completamente rovinato

David Brent 11-05-2022 14:23

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2707748)
Ci rendiamo conto del paradosso? Molti di noi nati in posti diversi come fai esempio tu, avrebbero avuto vite assai diverse: migliori (Norvegia, Danimarca, Olanda ecc...) o peggiori (Nord Corea per fare un esempio drastico). Però no, se sei nato dove sei nato e hai i problemi che hai nel trovare il tuo incastro nella società (quindi non lavori, non hai casa, ecc..), sei un disadattato, sei tu il problema, non la società, l'ambiente dove sei cresciuto. Se ci aggiungi anche la famiglia inadatta alla crescità di un figlio siamo arrivati alla frutta. La verità è che non solo il nostro stato non ti ha dato mai niente ma non ti darà mai niente e punterà sempre il dito contro il singolo individuo, frutto della famiglia, dell'educazione o della mancanza di essa (scolastica e non) e della società in cui è cresciuto (società adatta solo a determinati tipi di persone "o ti conformi alla massa o sei fuori"). Inoltre, nascere non è una scelta ma vivere è obbligatorio, è tutto un'assurdità. Ridicolo. Secondo me i nostri geni contano.. ma ben poco, quello che fa la differenza è l'ambiente (e tutto il suo contorno) in cui si nasce e si cresce. E se l'ambiente è negativo (non abbraccia la diversità, non ripara chi è rotto bensì distrugge chi è già spezzato) dovunque ti giri, andrai ben poco lontano.

Concordo pienamente, ti capisco pure quando parli della famiglia che ti ha distrutto e tarpato le ali perchè è successo anche a me così, anche io progettavo di andare fuori sede per cambiare vita, di fare una determinata facoltà, anche perchè coi lavori manuali sono un disastro. Fossimo in Norvegia (ad esempio), lo stato ci avrebbe pagato totalmente gli studi, e mi pare forse perfino l'alloggio, o forse solo una parte, ma comunque...invece in Italia la famiglia è l'unico welfare esistente, l'unica cosa che ti può aiutare, se ce l'hai di merda sei fottuto. E la vita è così, è quasi tutta fortuna, è già destino quando ancora si è dei feti, perchè dipende quasi totalmente da ambiente, momento storico, genetica e dove nasci, come dicevano i naturalisti.
Questo pensiero mi deprime, ma allo stesso tempo mi rincuora, perchè se conosco quello che ha fatto la LUISS e ora prende 2000 euro al mese, so che non è perchè lui è un genio e io un idiota, ma perchè lui ha avuto la famiglia che l'ha sostenuto, e in sto caso anche parecchio...insomma alla fine non è colpa nostra, quindi sti cavoli, non bisogna sentirsi in difetto, anche noi se avessimo avuto una famiglia normale saremmo da un'altra parte, di sicuro migliore

choppy 11-05-2022 16:38

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2707748)
Ci rendiamo conto del paradosso? Molti di noi nati in posti diversi come fai esempio tu, avrebbero avuto vite assai diverse: migliori (Norvegia, Danimarca, Olanda ecc...) o peggiori (Nord Corea per fare un esempio drastico). Però no, se sei nato dove sei nato e hai i problemi che hai nel trovare il tuo incastro nella società (quindi non lavori, non hai casa, ecc..), sei un disadattato, sei tu il problema, non la società, l'ambiente dove sei cresciuto. Se ci aggiungi anche la famiglia inadatta alla crescità di un figlio siamo arrivati alla frutta. La verità è che non solo il nostro stato non ti ha dato mai niente ma non ti darà mai niente e punterà sempre il dito contro il singolo individuo, frutto della famiglia, dell'educazione o della mancanza di essa (scolastica e non) e della società in cui è cresciuto (società adatta solo a determinati tipi di persone "o ti conformi alla massa o sei fuori"). Inoltre, nascere non è una scelta ma vivere è obbligatorio, è tutto un'assurdità. Ridicolo. Secondo me i nostri geni contano.. ma ben poco, quello che fa la differenza è l'ambiente (e tutto il suo contorno) in cui si nasce e si cresce. E se l'ambiente è negativo (non abbraccia la diversità, non ripara chi è rotto bensì distrugge chi è già spezzato) dovunque ti giri, andrai ben poco lontano.

Altri esempi drastici : Groenlandia (con tutto quel freddo), Africa nei paesi in cui si muore di fame. Poi ci sono alcuni paesi borderline, in cui non sai se la vita sarebbe migliore o peggiori se fossi nato là, ad esempio uno che conosco si è trasferito in Polonia dove guadagna meno, ma la vita costa un terzo e quindi è più ricco. Solo il potere di acquisto fa la felicità.

MrBean 11-05-2022 19:38

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 2707486)
Ora, è vero che ci sono cose che si possono fisiologicamente fare solo a una determinata età: una donna non può partorire a settant'anni, un uomo non può pretendere di fare bungee jumping a novant'anni, un bambino di sei anni non potrà mai laurearsi in ingegneria aerospaziale. Ma tolti questi casi estremi, ci sono davvero delle tappe fisse nella vita?

Questa è un'eccezione e probabilmente non era la prima volta che faceva bungee jumping, però per dare un po' di "ottimismo"...

Permesso di quotare accordato

Varano 11-05-2022 20:33

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
anche io sono stato a scoppio ritardato, ora vivo la vita di ventenne.
ci sono dei passaggi obbligati che se manchi o ritardi ti porteranno a sentirti diverso rispetto agli altri.
scuola, patente, fidanzata, amici. se a 20 anni non hai esperienza in una di queste cose hai ritardato una tappa. se a 30, 40, 50 non lo hai fatto probabilmente per la gente comune la tua vita sarà considerata manchevole e con delle lacune incolmabili.
a volte non ci penso alle mie lacune, però a volte vorrei affrontarle di botto ma non ce la faccio e torno al punto di partenza.

Nightlights 11-05-2022 21:52

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2707898)
E questo vale anche per tutto il resto.
Se non hai lavorato che hai fatto? Ti sei laureato un paio di volte? Hai suonato in una rock band in giro per l'Europa?
Non ci arrivano, non comprendono cosa significa non fare niente.

Ma tutto il ragionamento a monte è senza senso per me...anche se una persona non ha fatto niente, e le andava bene così, dove sta il problema? Bisognerebbe guardare solo e soltanto il presente, com'è la persona in quel momento? simpatica? antipatica? rispetta gli altri? non li rispetta?

Varano 11-05-2022 22:08

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Nightlights (Messaggio 2707899)
Ma tutto il ragionamento a monte è senza senso per me...anche se una persona non ha fatto niente, e le andava bene così, dove sta il problema? Bisognerebbe guardare solo e soltanto il presente, com'è la persona in quel momento? simpatica? antipatica? rispetta gli altri? non li rispetta?

poi vai a un colloquio di lavoro o a un primo appuntamento e ti fanno il terzo grado chiedendoti financo il nome della maestra dell'asilo.
finché uno vive nella propria mente ok, ma il contatto con la realtà è brusco e col presente ci puoi parlare i primi secondi, poi il maledetto passato lo devi cacciarlo sul piatto.

Nightlights 11-05-2022 22:13

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2707904)
Cosa hai studiato? Che lavoro fai? Quali sono i tuoi passatempi?
Il desiderio di conoscere le tue tappe, valutarti come essere umano, misurare il rispetto che ti devono dare.
E quando non ti chiedono più niente arrivano gli sguardi confusi e innoriditi, sei diventato il sub-umano.

Si potrebbe rispondere: ho studiato poco e svogliatamente, al momento lavoro perchè è necessario, oppure non lavoro perchè non è necessario, i miei passatempi sono internet e vedere come la pensano gli altri...oppure se ce n'è qualcuno in particolare dirlo anche...ma senza vergogna...le persone che valutano gli altri in questo modo non sono degne di considerazione, sono le qualità umane che contano per riuscire ad avere rapporti di qualità (ti parlo da persona che ha lavorato, e non lavorato, ha studiato ma "non si applicava abbastanza" ecc...).

Nightlights 11-05-2022 22:18

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2707905)
poi vai a un colloquio di lavoro o a un primo appuntamento e ti fanno il terzo grado chiedendoti financo il nome della maestra dell'asilo.
finché uno vive nella propria mente ok, ma il contatto con la realtà è brusco e col presente ci puoi parlare i primi secondi, poi il maledetto passato lo devi cacciarlo sul piatto.

Nel caso di un colloquio lavorativo un pò di manfrina bisogna farla ovviamente, ma fuori da lì fingere o inventarsi storie non serve a niente. Nei rapporti informali, se si nota che la persona che si ha di fronte vuole sentirsi raccontare cose strabilianti e via dicendo, si può anche spararle grosse, lo fanno tutti che ti credi...

Nightlights 11-05-2022 22:35

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2707916)
È una valutazione molto comoda se non per il fatto che queste realtà nascono proprio nei momenti più critici.
(Primo l'esempio del colloquio di lavoro dove è obbligatorio risultare necessari).
Ma anche nella conoscenza casuale, quando sei alla canna del gas e non vuoi fare scappare quella persona che per miracolo ti si è avvicinata.
Anche fosse satana, o la persona più antipatica che puoi immaginare, non ti puoi permettere di rifiutarla a un certo punto.
Crolla tutta la logica, i castelli di carta, non c'è più nessuna dignità, ne hai bisogno e basta.
E cosa fai? Ti metti a dire a quella persona, senza vergogna, che sei disagiato?
Stare zitti sarà sempre la regola d'oro, al massimo.
Ma sarai messo alle strette, e io non ho studiato perché ero svogliato, e non lavoro perché non è necessario.
Io sono cosi perché non riesco a essere diverso da come sono.
I miei passatempi non sono interessi, tutto quello che faccio lo dimentico il giorno dopo.
Esiste solo il presente che nessuno vuole.

Nel caso lavorativo, dire che si ha bisogno di lavorare per sopravvivere NON VUOL DIRE essere disagiati. E' la realtà del mondo in cui si vive, non c'è nulla di cui vergognarsi. Tutto il resto è vita privata, e in quel contesto purtroppo la realtà è dura e in certi casi diventa necessario fare buon viso a cattivo gioco, cioè fare in maniera che gli altri rompano le scatole il meno possibile. Lo so benissimo anch'io.

edward00767 11-05-2022 22:37

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2707916)
È una valutazione molto comoda se non per il fatto che queste realtà nascono proprio nei momenti più critici.
(Primo l'esempio del colloquio di lavoro dove è obbligatorio risultare necessari).
Ma anche nella conoscenza casuale, quando sei alla canna del gas e non vuoi fare scappare quella persona che per miracolo ti si è avvicinata.
Anche fosse satana, o la persona più antipatica che puoi immaginare, non ti puoi permettere di rifiutarla a un certo punto.
Crolla tutta la logica, i castelli di carta, non c'è più nessuna dignità, ne hai bisogno e basta.
E cosa fai? Ti metti a dire a quella persona, senza vergogna, che sei disagiato?
Stare zitti sarà sempre la regola d'oro, al massimo.
Ma sarai messo alle strette, e io non ho studiato perché ero svogliato, e non lavoro perché non è necessario.
Io sono cosi perché non riesco a essere diverso da come sono.
I miei passatempi non sono interessi, tutto quello che faccio lo dimentico il giorno dopo.
Esiste solo il presente che nessuno vuole.

Ma io credo che nelle nostre situazioni l'unica è mentire, a meno che non sia una persona la quale sai per certo che non ti giudicherà, o inizierà a guardarti storto. Io con alcune persone ho detto "sto cercando lavoro" due anni fa, dopo qualche mese si sono accorti che ero disagiato e hanno cominciato a prendermi per il culo, funziona così dalle mie parti e penso ovunque, mai farsi vedere con certi vissuti, incomprensibili dai più, come biasimarli, per gli altri è tutto naturale, come fai a spiegare certe robe? Preferiscono un vissuto criminale paradossalmente, è più accettato del non fare nulla tra le quattro mura domestiche e avere paura dei propri simili all'esterno.

Varano 11-05-2022 23:20

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
una volta una ragazza mi ha chiesto domande molto intime, mettendomi alle strette. da lì ho capito che o sei un bravissimo attore oppure è finita.
se vi chiedono il posto più strano dove lo avete fatto, le vostre pratiche sessuali preferite, vorrei vedervi mentire a sangue freddo.

Svalvolato 12-05-2022 08:31

Re: Ma esistono poi queste famose "tappe della vita"?
 
Non esistono ufficialmente, ma non si può pensare per esempio di laurearsi a 32 anni, e di pensare che gli altri la vedano come una cosa normale perchè abbiamo "i nostri tempi".

Ci sono tappe, imposte dalla biologia o dalla società in cui bene o male viviamo, che non si possono ignorare più di tanto.


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