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Sentirsi appassire al lavoro
Da meno di un mese ho un nuovo lavoro, dopo tanti anni di reclusione, depressione e disoccupazione.
In teoria doveva essere un lavoro tecnico, nelle corde dei miei studi e della mia esperienza professionale precedente; in pratica non so nemmeno se abbiano davvero bisogno di me. A mio avviso no. A mio avviso hanno provato con la mia assunzione a risolvere problemi ben più strutturali, che avrebbero dovuto invece affrontare licenziando tutto lo staff IT e rivedendo tutti i flussi aziendali. Dico ciò perché passo tantissimo tempo senza fare nulla; il resto del tempo lo divido tra il fare copia e incolla di file excel, lo spostare documenti da una cartella all'altra e il cianciare confusionario e incomprensibile del mio "capo". In tutto questo io mi sento appassire. Vorrei tanto poter lasciare questo posto di lavoro, ma non posso soprattutto per ragioni di welfare. Dovrei essere licenziato, ma sembra che nessuno si accorga di quanto la mia posizione sia inutile. Nel frattempo sto mandando cv in giro e facendo colloqui, ma nel mentre che attendo una opportunità migliore, ho il terrore di tornare in depressione e non riuscire nuovamente a cercare più. Nonostante la sensazione che i farmaci mi stiano aiutando a tener duro, non so se potrò andare avanti così a lungo: intere giornate passate a guardare l'orologio. Ho la sensazione che questa cosa sia deleteria a livello di salute. Che fare? |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
io userei il tempo vuoto per studiare qualcosa.. puo' tornare sempre utile per il cv o per il semplice gusto di conoscere qualcosa di nuovo
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Anche io sto facendo un tirocinio dove ho molto tempo vuoto, tempo che non passa mai. Da una parte sono contento di non avere molto stress ma dall'altra mi annoio.
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Io prima facevo un lavoro iper stressante, costantemente sotto pressione dal primo all'ultimo minuto. Adesso mi sono spostato in un ufficio diverso dove le cose sono molto piu' rilassate e mi ritrovo ad avere un sacco ti tempo a disposizione. All'inizio era la pacchia poi pero' ho iniziato anche io a sentirmi inutile. Ad un certo punto ho capito che cosi' non andava bene ed ho iniziato ad usare questo tempo "libero" per dedicarmi a progetti personali sempre legati al lavoro oppure a cose mie che con il lavoro non c'entrano niente. Il mio capo sembra essere contento delle mie performance... e io ho modo di migliorarli. Alla fin fine non e' affatto male come strategia |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Vi ringrazio tutti per le risposte.
Purtroppo non è così facile applicare certi consigli che altrimenti sarebbero ottimi. Lavoro in un open space coi capi, e quindi se mi mettessi a studiare robe, vedrebbero che non sto lavorando. Anche se in teoria dovrebbero essere ben consapevoli che non ho lavoro. Ma secondo me non ci capiscono un cazzo nemmeno loro di quello che dovrei fare, e io temo il giudizio più di quanto sarebbe fisiologico temere. Non che questo mi abbia fermato. Mi sono messo a creare un sito nel mentre. Però insomma la cosa anziché rasserenarmi e farmi passare la giornata aggiunge ansia alla sensazione di prigionia. @niubi: sarei disposto ma non ne varrebbe la pena, ho qualche esperienza nell'it e in teoria il lavoro in questo campo non dovrebbe mancare. In teoria. In pratica capita spesso di beccare gente che non sa cosa vuole ma lo vuole subito. Comunque ho fatto lavori manuali. Se non fosse per la paga ridicola lo rifarei. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Ciao, Daat.
Vorrei proporre un'opzione carognesca: perche' non "rubi" il lavoro ai colleghi? Mi spiego: guarda cosa fanno (o non fanno) i colleghi, con la scusa di aiutarli. Vedi se ci sono possibilita' di ottimizzare il lavoro, automatizzando alcuni processi. In pratica, i tuoi colleghi diverrebbero meno utili, mentre tu acquisteresti valore. Metti in ombra i tuoi colleghi, e metti in luce te stesso. Poi, proponi queste ottimizzazioni ai tuoi capi, che (spero) sarebbero ben felici di risparmiare tempo, risparmiare sul costo del lavoro, e fare bella figura con i loro capi. Mi rendo conto che e' un comportamento poco etico, ma homo homini lupus. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Copacabana, non è fattibile.
Potrei teoricamente farlo nello sviluppo, ho anche provato, ispezionando il codice, ma la verità è che il ragazzo che sta nello sviluppo è più fresco di studi di me e più allenato a programmare. Il resto non c'è niente da rubare, è solo un guazzabuglio di processi confusionari e gestionali fatti col culo che bisogna far parlare passando a mano (nel 2022 :o ) i file excel esportati da uno e importati nell'altro. Sto seriamente ragionando sul dimettermi prima della scadenza del periodo di prova. Avrei a disposizione il reddito di cittadinanza e potrei effettivamente studiare qualcosa, mentre cerco di meglio. Però amici vari mi suggeriscono di non mollare, perché lo stipendio è buono e alla fine posso sempre cercare altro mentre sono lì. Il problema è gestire il rischio di appassimento. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Ma un mese è pochissimo, almeno almeno ci vuole un anno x capire come gira il lavoro e come varia con il variare delle stagioni, ordini, commissioni ecc... Robe così, magari d' estate è diverso che di inverno ..
Certo che 8 ore senza fare nulla è snervante, ma pure 8 ore in fabbrica lo è. Il reddito di cittadinanza pure io lo voglio fare quando mi finisce la naspi, cmq vedrai che con la brutta stagione stare all ufficio al calduccio magari ti piacerà pure, ma almeno ce l' aria condizionata c quest' estate? E le ferie? Insomma la qualità di un lavoro dipende anche dagli orari, dalle ferie, dai colleghi e dal luogo in cui si lavora, c'è tanto rumore? Ci sono tante donne? Robe cosi |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Sono il primo a dire che una situazione del genere non sia il massimo, ma in caso l' alternativa sia stare a casa non pagati.....Sarebbe meglio? Secondo me no. Hai parlato di paghe ridicole per i lavori manuali....Curiosità: per te quanto sarebbe una paga ridicola? |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Sapendo che non sei uno che se la prende, mi permetto di darti una risposta schietta.
Ti lancio uno spunto, poi sta a te pensare se dico una cazzata (possibilissimo). Hai parlato di un lungo periodo in cui non sei riuscito a lavorare. Hai pensato se questo tuo desiderio ora di licenziarti non sia "figlio" di quello stesso approccio mentale, come una tendenza a tornare ai vecchi errori? una sorta di evitamento? Lo dico perché, guardando le cose dall'esterno, per uno che viene da un periodo di disoccupazione l'ultima cosa che si dovrebbe consigliare è lasciare il primo lavoro che trova. Il consiglio in casi simili è dare più continuità possibile. Non mollare la liana finché non se ne ha in mano un'altra. Insomma qualsiasi cosa pur di non tornare nello stato di disoccupazione. Per il resto, direi che la cosa più razionale da fare sia cercare altrove ma nel frattempo tenere il lavoro, e soprattutto non avere fretta di giungere a conclusioni. Il fatto di atrofizzare le proprie capacità in un lavoro poco impegnativo è fondato, però sei sicuro che a casa disoccupato non sarebbe peggio? |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
non penso esista una soluzione, se non quella di tenere duro un altro po', non sbroccare, dosare bene i farmaci.
quando sei stato assunto eri entusiasta? anche a me è capitato quest'autunno e ho risolto con un trasferimento interno. mi sentivo davvero in trappola, non sempre c'è la soluzione che salvi capre e cavoli purtroppo. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
La mia preoccupazione è che non riesca a resistere ancora a lungo, e licenziandomi perderei diritto al RdC. Mentre se lo faccio entro il 7 sono ancora all'interno del periodo di prova, e quindi non conterebbe.
Però le tue considerazioni, Blue Sky, sono fondate. Penso che trascinerò questa scelta fino all'ultimo giorno utile, e userò queste poche ore che mi rimangono per ragionare con estrema cautela sulla questione. E cercherò nel frattempo di essere più rilassato: il peggio che mi possa succedere è che mi licenzino, nel qual caso tutti i miei dubbi si risolverebbero. @Varano: non eccessivamente, diciamo che dopo anni di disoccupazione un po' di entusiasmo era fisiologico, ma avevo due offerte di lavoro e ho scelto quella dove sono capitato per lo più per ragioni di distanza (40' di auto contro 1h15' minimo di mezzi). A parità di condizioni avrei voluto scegliere l'altra azienda. Avevo qualche bad vibe da questo posto. Ma mi sono detto che alla fine il lavoro è lavoro e un modo per rendersi utile uno che ha voglia di fare lo trova sempre. Però non immaginavo che la situazione fosse così tragica. Che la disorganizzazione mentale di uno dei capi fosse talmente elevata da condizionare in negativo tutto il gruppo di lavoro. Purtroppo l'azienda non è abbastanza articolata da poter prevedere un trasferimento interno. Devo stare dove sto. E se non mi piace come ragiona il capo, se non mi piace il suo essere mentalmente disordinato, dovrò tirar fuori le palle e dirglielo. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Hai provato a esplicitare, in modo diplomatico e opportuno, la tua disponibilità a fare di più? O sei sicuro che di una persona in più non ci sia effettivamente bisogno all'interno dell'organizzazione? Imo, se lo fai nel modo giusto, dire al tuo capo che non ti sembra di fare molto male non può fare. Poi boh, in azienda non ci ho mai lavorato e forse non mi rendo conto.
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Non c’è possibilità di passare successivamente a Smart working . Cazzo è l’unico lavoro nell’it che si fa in presenza ?
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Però quando sento che c'è qualcosa dove posso intervenire parto senza stare ad aspettare che mi chiedano di andare. Ultimamente sto un po' meglio. Forse aprire questo thread è stato terapeutico. Quando non ho niente da fare vado su internet e cerco di studiarmi qualcosa, se ci riesco e finché ci riesco, poi mi metto a cazzeggiare tranquillamente. Riesco a non sentirmi troppo in colpa a differenza di quando ho aperto il topic. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Alla fine non ci si pensa, ma il "non fare un cazzo" al lavoro ti logora peggio di spaccarsi la schiena ma almeno avere da fare.
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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è solo un esempio, non mi occupo di quello, ma ho provato sentimenti simili e posso dire che è la cosa peggiore lavorativamente parlando, farsi un mazzo per essere trattati come merde dalla società |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Domani devo anche andare in ufficio in presenza, mi affetterei la milza piuttosto
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Oggi non è stata malissimo.
Un guasto di rete mi ha tenuto teso per un'oretta scarsa. Mi sono ridato alla sigaretta elettronica, così posso scendere a prendere una boccata d'aria senza sembrare strano. Nel frattempo l'agenzia con cui avevo avuto un colloquio lunedì scorso ha presentato il mio cv ai loro clienti, e sono interessati a conoscermi: questo lunedì avrò una videocall con loro. Purtroppo il posto di lavoro sarebbe più distante di una quindicina di minuti, però se il lavoro è più interessante e offre più prospettive di crescita personale, forse val la pena fare il cambio. Vedremo anche cosa mi racconteranno. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Come è stato già detto, lascia solo quando sei certo di avere in mano qualcosa di meglio... |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
A lavoro va un po' a schifio. Sto tenendo botta meglio dopo l'impulso di mollare, ma grazie a un numero maggiore di pause e a un maggiore disinteressamento a tenere l'impiego.
Poi però capitano certe cose che ritornano a farmi sentire una merda. Venerdì il capo mi ha fatto il "panino". Un complimento qua, uno là, poi la farcitura con la critica in mezzo (ma espressa "costruttivamente", ovvio!), e infine ribadire che sì, tutto sommato è soddisfatto, sto andando bene, eccetera eccetera. La "farcitura" era appunto il numero delle pause. E ci ha messo in mezzo anche la mia seconda richiesta di permessi. Perché per la seconda volta ne ho chiesto uno, questa volta di ben 2 ore (uscendo alle 16 anziché alle 18). Il motivo è sempre lo stesso: colloquio di lavoro. Il permesso l'ho preso oggi, ma ho continuato a sentirmi in colpa tutto il tempo, perfino durante il colloquio. Oltre a questo si aggiunge il senso di colpa per l'eventuale cambio di lavoro qualora questi altri mi assumano, il tempo che stanno spendendo (poco e male) a formarmi, il fatto che dovranno trovarsi un'altra persona a sostituirmi (forse... forse invece licenziano tutto l'IT come già ho suggerito sopra). Insomma, comunque vada, sarà un insuccesso. E per una persona che ha passato diversi anni a sognarsi i rimproveri silenziosi e sprezzanti al lavoro, tutti questi sensi di colpa fanno sicuramente solo bene, proprio. Vabbé. Si inculino, alla fine mi stan cacando poco, è colpa loro. Aiuta un po' scrivere questa specie di "diario". |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
I permessi sono un tuo diritto, purtroppo alcuni titolari rompono il cazzo a riguardo, ma non sei tu ad essere dalla parte del torto.
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
beh, nei panni del tuo capo sarei infastidito anche io. per me lui non si immagina minimamente che già vuoi andartene.
sei arrivato da poco, ti fai le tue belle pause, permessi, ecc. dal SUO punto di vista è chiaro che debba scoraggiare questa cosa, facendoti sentire in colpa. anche a me fecero sentire come un ladro dopo che mi avevano formato per una settimana e li avevo piantati in asso. mi ricordo ancora le frecciate del dott. G...ci andò pesante, anche sul personale. mi fece sentire un bamboccio viziato, ma qualche stoccata gliela tirai pure io. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Verissimo. Comunque ci tengo a precisare che non è che faccio pause scansandomi il lavoro. Se non le facessi starei semplicemente seduto a guardare l'orologio, o a chiedere in continuazione al capo "c'è qualcosa che posso fare?" e sentirlo elaborare frasi sconnesse in risposta perché non sa come ricavare del tempo per seguirmi. Ha un certo caos mentale quell'uomo, mi impietosisce. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Pare proprio che cambierò lavoro, e anche a breve.
Il problema di adesso è come licenziarmi da dove sto. C'è un grosso progetto che parte tra un mese, nel quale io ho un ruolo secondario ma potenzialmente importante (sgravare il mio attuale capo affinché lui possa concentrarsi su questo progetto), e sento quasi che quello che sto per fare è un tradimento. Però è anche vero che quando ho aperto questo thread stavo proprio male. E tutt'ora starei male, se non fosse che ho accettato la routine del lavoro (e dell'avere tanti tempi morti) grazie proprio alla forza propulsiva che ho ricavato dal rimettermi a cercare altri impieghi. Quindi continuiamo col piano "s'inculino". |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Il lavoro è stato il colpo di grazia da cui non mi sono più ripigliato
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Credo che molta gente sia grossomodo scontenta del lavoro, però poi hanno una vita privata più o meno soddisfacente, un'obiettivo di vita.. anche solo aspettare la partita di calcio.. il problema è che con la depressione alla fine non ti piace niente, non desideri niente, ti sembra di lavorare per niente.. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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magari prenderei qualche calmante per reggere la situazione. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
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Tradimento mi sembra eccessivo come termine, hai semplicemente trovato un posto che, a quanto pare, ti ispira di più, è una cosa normalissima che hanno fatto miliardi di persone prima (e dopo) di te, troppi sentimentalismi sul posto di lavoro sono deleteri secondo me. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Sempre come tecnico IT.
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Ho dato le dimissioni, ieri. La voce si è diffusa. Alcuni colleghi cercano di prendermi da parte e chiedermi "le vere ragioni" delle dimissioni.
Cerco di essere politico. Democristiano quasi. Non è il caso di dir loro che mi trovavo di merda e mi sentivo di merda e ogni minuto passato lì era un minuto che volevo scappare urlando. Alla fine loro resteranno, e probabilmente anche con un buon lavoro (certamente migliore di quello che avevo io). Nel frattempo mi sta salendo una discreta ansia per il nuovo impiego. So che hanno fatto due webconf ieri e oggi, e in teoria ne avrei dovuto ricevere registrazione, ma ancora non ho avuto niente in mail. Spero che quei 5km in più non si tramutino in 20 minuti extra di traffico infernale. Spero che finiti i 6 mesi lì troverò un impiego più vicino, magari proprio nella mia città. Andare al lavoro in bici, che sogno. O addirittura a piedi. In alternativa, se mi sforzo un po' a formarmi, potrei riciclarmi sui tanti lavori da remoto che vanno fortissimo in sto periodo. |
Missione compiuta, complimenti
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Hai fatto bene
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Re: Sentirsi appassire al lavoro
Mi compiaccio con te, perché vedo che ci tenevi, quindi in bocca al lupo!
Devo dire che io, che comunque sono soddisfatto del mio lavoro e non ho motivi per cambiarlo, farei proprio fatica a dare le dimissioni, è il classico tipo di discorso che faccio fatica a fare, e non mi è mai capitato di doverlo fare. Una cosa però che sto notando con il tempo è che i dipendenti vanno e vengono... sì certo possono esserci progetti su uno o l'altro, però nelle aziende si è anche abituati all'idea che uno se ne vada e si debba sostituirlo con un altro. Spesso questa è anche una buona scusa per fare un bel "reboot" prendendo uno stagista a costo inferiore :sisi: |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
Ultimo giorno di lavoro, andato.
E' stato strano. Ho parlato coi colleghi più oggi che in tutti gli altri giorni messi assieme. E mi è venuto un pochino di magone. Ma ci sta, ho passato due mesi lì, e a qualcuno mi ero pure affezionato. Spero che i colleghi siano simpatici anche nel nuovo impiego. |
Re: Sentirsi appassire al lavoro
I lavori di ufficio sono spesso fuffa legalizzata, senza nessuna vera utilità, o comunque con un numero spropositato di persone rispetto quelle che servirebbero veramente.
Di base è il settore "discarica" dove si inseriscono un sacco di figure "titolate" (almeno a livello di studi) ma in ambiti che non hanno grandi sbocchi, e che comunque non danno certo chissà quale apporto all'economia. Il tutto è poi ingingantito dalla confusione che regna: responsabile incapaci, disorganizzazione, sistemi informatici antiquati, procedure ferraginose, il tutto per portare a termine lavori inutili di cui nessuno sentiva la mancanza. |
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