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Riservatezza: non sono più convinto
Mi scuso per il post che sarà troppo sintetico.
Mi piacerebbe ritornare ad uno degli argomenti principi del forum: il dover nascondere i punti deboli. Sono uno che è favorevole all'atteggiamento difensivo, al non aprirsi, al non esporsi, e ricordo che molti altri qui la pensano come me. Però sento di vivere col freno a mano tirato e di aver messo troppi catenacci. Esiste un punto di equilibrio ideale secondo voi? Oppure esiste un momento adatto dove si è abbastanza pronti per abbassare la guardia? |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
L'idea che mi son fatta è che più si è sicuri di sé, più ci si ama, più ci si apprezza, più allora si riesce ad abbassare la guardia e mostrare i propri punti deboli.
Bisogna trovare il giusto equilibrio. Io riesco a confessare facilmente tutti i miei problemi perché so che gli altri non possono ferirmi per questo. Ma so che per altri non è così. Non bisogna dare agli altri lo strumento per ferirci. Se aprendoci glielo diamo, allora dobbiamo valutare bene chi abbiamo davanti. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Fuor di metafora? (X Faria)
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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È dura andare avanti. Serve più fiducia nel prossimo, ok, ma se uno non ce l'ha, che deve fare? |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Se invece non sei immune allora c'è da valutare bene, perché se è vero che si vive molto meglio senza censurati, è pure vero che se uno viene ferito poi sta male. Quindi la risposta è "dipende". |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
Infatti. Persino fuori da qui dovresti essere molto invidiata.
Però è un altro continente rispetto a me. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Non è un traguardo. Sono nata così.
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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E quanto tu senti il bisogno di aprirti. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Mantengo sempre una distanza elevata. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
Io penso che alla fine se si vuole avere un rapporto vero che gli altri bisogna aprirsi, però va fatto solo con le persone giuste, al momento giusto e nel modo giusto insomma non è facile ma è uno step necessario se si vuol far crescere un rapporto con l'altra persona.
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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2) quando non sei così traumatizzato dal non poterti esporre a un rischio relativo (e di converso quindi, quando puoi scegliere un rischio relativo sufficientemente basso per la tua condizione attuale). Posso supporre che già solo il fatto di aver aperto un thread simile sia segnale che il momento sembra essere arrivato, o per lo meno che stai considerando la possibilità che lo sia. Il modo peggiore in cui potresti mettere in pratica questo proposito è ribaltarti come un calzino, completamente e ingenuamente, a chiunque, rivoluzionando totalmente il modo di funzionare che hai usato fino a poco prima. Questo ovviamente ti esporrebbe troppo a rischio, e quindi a eventuale conferma che il mondo è pieno di pericoli e che facevi bene prima a star nascosto. Invece, scegliere l'occasione giusta di fare giusto un passettino fuori e vedere come si sta, o dare fiducia giusto a qualche persona e vedere cosa succede, può secondo me essere un modo di intraprendere questo tipo di percorso. Penso che in molto di questo atteggiamento diffidente ci sia un diffuso senso di sfiducia nei confronti degli altri; magari è proprio quello che vorresti migliorare? Iniziare piano piano, con pochi, ti potrebbe convincere che tutto sommato il mondo non è terribile e pieno di insidie come eri convinto prima. Spero di non aver fatto supposizioni errate e/o offensive, e mi scuso per la genericità dei consigli. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Le persone con cui potrei sentirmi di abbassare la guardia lo so ormai quali sono: quelle con mia stessa onta, cioè il curriculum sessuale scarno. Però sono pochi, sono ai margini della società e quando non lo sono non si fanno riconoscere. E poi non è detto che siano persone affini. E finora ho parlato di uomini.... Quote:
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
Sei sicuro che puntare a persone simili a te sia per forza la strada giusta?
Potrebbe essere un bel cambiamento instaurare un rapporto profondo con una persona che magati ti porta ad uscire dai tuoi schemi. Vedere le cose da nuove prospettive può essere utile, magati ti aiuta a migliorare la tua vita. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Anche io vivo così. Nascondo le debolezze, sono molto riservato, chiuso e la conseguenza é quella di vivere col freno a mano tirato.
Sono convinto che lasciarsi andare, mostrare le proprie debolezze senza paura e rendersi vulnerabili possa paradossalmente pagare, nonostante non riuscirei mai ad avere questo atteggiamento. A parte il rapporto con gli altri e il mondo esterno, sono convinto che un modo di vivere più aperto andrebbe proprio a fare bene alla persona, aumentando il rispetto verso se stessi e liberandosi dai pesi inutili di dover mantenere una facciata o nascondere tante e troppe cose di se stessi. Saresti vulnerabile inizialmente ma poi credo che la verità a lungo termine abbia effetti benefici, senza contare che l'essere più aperti e mostrare senza paura i propri punti deboli, puòa sua volta portare le persone ad aiutare o magari essere un primo passo nella risoluzione dei problemi. Lo vedo per quel che riguarda la mia vita...la riservatezza e l'ossessione per mascherare punti deboli, alla fine porta solamente ad altro evitamento e altri problemi in un qualcosa che ormai si autoalimenta da solo. Essere sinceri e ammettere le proprie debolezze sarebbe quasi una liberazione, un aver toccato il fondo e da li provare a ripartire invece di tentare di mantenere un castello di bugie che ormai crolla da tutte le parti. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Ti dico che cosa ha ispirato il mio thread. Sul momento mi ha ispirato un dialogo avuto con una mia collega che mi conosce da poco è costei mi fa andare in stato di discomfort soltanto trattando l'argomento "trovare la ragazza". Mi sono chiesto: "ho voglia di andare via e di scappare da questa discussione, ma è possibile che una cosa del genere mi porti così lontano dal comfort?". Una sensazione brutta ma brutta. Poi lei mi ha detto che l'ambiente dove lavoriamo è pieno di belle ragazze per cui posso tranquillamente trovarla lì (insegnanti). Lì io ho pensato quanto è difficile per me rompere un muro con quelle persone e provarci. L'altro motivo per cui ho aperto il thread è un pensiero che covavo da un po' riguardo una mia lettura di un libro che ancora non ho finito. Sylvia Loeken in "Introversi e Felici" scrive questo: AFFRONTARE LA PAURA - STRATEGIE UNIVERSALI (...) La grande difficoltà consiste nel cambiare le proprie abitudini. Per ogni cervello rompere una consuetudine è fonte di fastidio. Quando vi rifiutate di percorrere i cammini già battuti, nei quali ormai reagite in modo automatico, è molto stancante per il vostro cervello, disturbato da tutto ciò che è incognito. A maggior ragione È importante che agiate in maniera consapevole. Lo scrittore e imprenditore americano Seth godin nel suo libro La chiave di svolta consiglia un metodo ancora più drastico. Sostiene che chi dice a voce alta la cosa di cui ha paura, la fa sparire. Provate anche voi! dite: "ho paura di tenere questa presentazione, perché nel pubblico ci sono dei miei detrattori". Dal punto di vista neurobiologico, la fase successiva è un'ottima strategia: la corteccia cerebrale, il luogo del pensiero consapevole, ha il potere di calmare il centro della paura del cervello (ovvero l'amigdala). Acquisendo coscienza del perché la cosa di cui avete così tanta paura sia importante, aiutate il vostro cervello a creare nuovi percorsi. A quel punto, l'area deputata alla paura non ha più bisogno di attivarsi nella stessa misura per quella specificazione. Se prendiamo ad esempio una presentazione in pubblico, questo può significare non provare più panico ma soltanto un lieve disagio. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
E quando è che il metodo di Godin si utilizza?
Quando hai amici di cui ti fidi per cui puoi raccontare le tue paure. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Ma Folle, il mio territorio qual è? La riflessione? Non voglio mica diventare Zanza, però almeno avere più facilità nello stringere rapporti di amicizia.
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
Io pur essendo una tipa riservata e riflessiva mi espongo abbastanza, nel senso che non riesco a fingere, sono abbastanza naturale (sicuramente più della media) e spesso mi si legge in faccia quello che provo/penso. Per questo non sono molto capace di nascondere i punti deboli.
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Penso che un punto di equilibrio esista eccome, lo incarna un mio conoscente che ho sempre ammirato. Sorride sempre, è gentilissimo, aperto, parla volentieri di tutto, la gente sta sempre tutta benissimo in sua compagnia, viene chiamato, cercato, è sempre in compagnia festereccia. Ma a malapena qualcuno dei suoi conoscenti sa dove abita e che lavoro faccia. Altro di lui non si sa. Ha un sacco di conoscenti proprio perché molto solare ma la sua persona è blindata. Inutile dire che per me è un ideale straordinario e irraggiungibile. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Poi non sono del tutto d'accordo. Penso sia molto difficile trovare qualcuno capace di essere sensibile ed empatizzare verso qualsiasi tipo di problema e disagio: si tende invece a empatizzare verso problemi che sono simili a quelli che abbiamo vissuto. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Così nella vita. Se riguardo a una situazione ti senti forte e preparato, allora ci entri; se invece ti senti debole e impreparato, non ci entri. Quel che bisognerebbe fare è fare in modo di sentirci pronti per le situazioni che ci interessano. Nel tuo caso a una prima impressione il problema non mi pare così invalidante. Se l'inibizione è causata solo dallo scarso curriculum sessuale... beh, delle esperienze sessuali mica se ne parla fin da subito, non sono argomenti frequentissimi in ogni conversazione. Quindi potresti provare a instaurare rapporti sperando di entrare in confidenza con qualcuno o di essere molto apprezzato prima ancora di entrare nel cuore dell'argomento "esperienze sessuali" |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Come fa uno senza vita sociale ad aprirsi? Se facessi conoscenza con qualcuno, questo verrebbe a sapere che sono senza amici e conduco una vita miserevole. Mi prenderebbe per uno con dei problemi mentali e mi eviterebbe. A me poi non va di sentirmi in completo imbarazzo e quindi me ne rimango per conto mio.
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Non è in fondo così diverso quello che si fa da un terapeuta? solamente il potersi aprire con una figura professionale e in teoria non giudicante, da la sensazione di aver fatto un passo avanti. E in un certo qual modo non è lo stesso principio su cui si basa la confessione come va avanti da secoli? Se sei sincero, ammetti paure e debolezze alla fine si dovrebbe creare la congiunzione giusta per ripartire o avere benefici su medio termine. Viceversa, si è obbligati a nascondere, a dover evitare e rinunciare per continuare a tenere in piedi il castello di carte. Poi la cosa drammatica, che non so se è il caso della tua collega, è che le persone non sono stupide e intuiscono o sentono la tua "falsità" o tentativi di indossare una maschera per autodifesa, e quindi ti testano, ti mettono sotto pressione, proprio perché cercare di smascherare qualcuno che si capisce indossare una maschera è un qualcosa di naturale, come se fosse una sorta di istinto predatorio. Quindi, in un ambiente di lavoro come il tuo, dove sicuramente un chiacchericcio di sottofondo tra colleghe è presente, alla fine il tuo muro rischia proprio paradossalmente di attirare l'attenzione e la voglia di smascherarti, mentre per te magari diventerà sempre più complicato nasconderti dietro una facciata. Non so se è una tua amica, ma in fondo questa collega di cui parli è andata in avanscoperta e sembra quasi aver percepito. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Magari trovi la persona che pur avendo delle esperienze alle spalle può scoprire qualcosa di nuovo con te (e viceversa). Mai dire mai. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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Re: Riservatezza: non sono più convinto
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È ciò che ogni volta dico agli psicoterapeuti. E loro mi rispondono "ma non è vero, vedrai che nessuno ti giudica male se scopre che hai una vita sociale penosa" ahah, certo, come no. |
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