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Evitanti si nasce o si diventa?
Mi piacerebbe conoscere un po' di esperienze e di storie di vita di chi soffre di disturbo evitante (diagnosticato o anche solo sospettato), in particolare se siete da sempre evitanti oppure se lo siete diventati col tempo, magari in seguito a eventi avversi, ecc.
Non mi interessano discussioni generiche sull'origine genetica o ambientale del problema. Voglio le esperienze dirette. Io, se devo pensarci, fatico a capire se lo sono stato da sempre o lo sono diventato. Se provo ad andare indietro coi ricordi una tendenza evitante riesco a individuarla già nell'infanzia: in particolare ricordo che evitavo tutto ciò che mi suscitava disagio (come determinati eventi sociali), ma forse era più introversione che evitamento... d'altra parte, se trovavo qualcosa che mi piaceva, riuscivo a buttarmi. Ad esempio se trovavo persone affini a me (anche se accadeva pochissime volte), riuscivo a non tirarmi indietro. Le cose sono via via peggiorate col tempo e, anche in seguito a eventi avversi su cui non mi soffermo, ho "imparato" a tirarmi quasi sempre indietro, arrivando così sino al presente: ora, se posso evito quasi tutto. Nel mio caso posso azzardare che c'era una base evitante lieve sin da quando mi ricordo, cioè sin dalla prima infanzia, che poi s'è via via accentuata coi ripetuti incontri-scontri con la realtà, cioè coi ripetuti fallimenti che ho avuto (soprattutto in àmbito sociale), e ora fatico a vedere come uscirne fuori. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Da che ho ricordi, sono sempre stato cosi, già a partire dall'asilo quando si facevano le recite io stavo sempre in disparte perché non volevo farle.
Anche io se trovavo qualcosa che mi piaceva riuscivo a buttarmi. Poi ho vissuto una forte fase di evitamento e reclusione dai 15 anni ai 18, verso i 20 in poi ho mitigato questa sensazione e da allora va un po' meglio ma niente per cui gridare al miracolo. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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Non credo di essere nato così , però le esperienze della vita nella mia infanzia mi hanno portato a peggiorare molto sotto questo punto di vista , da bambino ho avuto davvero esperienze molto traumatiche che normalmente un bambino non deve affrontare , ho superato difficoltà davvero incredibili se ci penso , poi anche in età adulta ovviamente ho passato un momento di crisi che non auguro a nessuno , però sono molto migliorato negli ultimi anni e mi apro molto di più con persone con cui magari sento di poterlo fare
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io credo che evitante lo diventi quando a fronte di una determinata difficoltà (in giovane età) la soluzione viene trovata nell'evitare il problema. Da li in poi lo schema con cui affronti problemi, sfide o difficoltà di diversa natura diventa quello di evitarli o di rinunciare, in un rinforzo infinito. Arrivati a una certa età di fatto si conosce solamente questo schema e una qualsiasi paura o difficoltà diventa un ostacolo insormontabile, dove se si può lo si evita, altrimenti ti tiene fermo e ti impedisce di progredire.
Evidentemente hanno anche una forte influenza i genitori che se hanno a loro volta una propensione all'evitamento è chiaro che possono "supportare" inconsapevolmente questo approccio alla vita in età dove si assorbe facilmente ogni cosa. Io ho in mente un paio di episodi infantili che se non sono stati l'innesco dello schema di evitamento/rinuncia, possono essere quantomeno alcune delle prime situazioni di cui ho memoria dove "adottavo" questo tipo di approccio tutt'altro che sano per affrontare la realtà. Ad ogni modo ci sono stati esperimenti scientifici su mammiferi (cani, roditori ed elefanti) volti a dimostrare quella che gli psicologi chiamano "impotenza appresa" che altro non è che l'approccio evitante(sconfitto in partenza) alle sfide della vita. La domanda è : come interrompere tutto questo e uscire dalla prigione? |
All'asilo non ricordo tantissimo, facevo continuamente domande e irritavo le maestre e non riuscivo a dormire in brandina, ma non ero ancora evitante.
Alle elementari ho cominciato a provare una forte ansia, soprattutto quando mi trovavo insieme a troppa gente ( ad esempio i compleanni ) e avevo problemi di concentrazione. (Aggiungiamoci che la maestra di matematica era pure violenta, da denuncia penale) Se mi dovevo trovare con compagno singolarmente (visita a casa sua o viceversa) ero meno teso. Una sorta di ansia mista ad eccitazione. A volte me ne rimanevo in classe a disegnare da solo, o a far disegnini per i compagni....ma non sempre. Dalla 5 elementare ho cominciato a girare nei corridoi da solo durante l'intervallo (non ne ricordo il motivo), mentre alle medie mi chiudevo nei bagni e camminavo avanti e indietro.Il periodo peggiore. Alle superiori è cominciata bene, ma quando i miei unici amici sono stati segati ( di solito fraternizzavo con le persone più strane della classe) ho ricominciato a vagare per i bagni nervosamente durate l'intervallo. Poi "amici" è una parola grossa, ci vedevamo raramente al di fuori della classe. Diciamo che devo conoscere bene il mio interlocutore, studiarlo... questo mi da la sensazione di "controllare la situazione"... ma se non c'è il controllo ed è invece tutto improvvisato allora ricomincia l'ansia. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Da piccolo non ero evitante sicuramente, riuscivo a stare nel gruppo, sentirmi parte, viverlo emotivamente, non come l'evitante che ha la sensazione di essere uno spettatore che non riesce a coinvolgersi con le dinamiche di gruppo (sensazione invece sperimentata dopo).
Per quanto mi riguarda penso di essere passato attraverso vari stadi evolutivi Timido-Molto timido-sociofobico- sociofobico/semidepresso-evitante/semidepresso-evitante/schizoide/semidepresso-semidepresso/semischizoide :mannaggia: :mrgreen: |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Sempre evitante, neanche all'asilo volevo andare. Quando nel periodo adolescenziale capitava di uscire con i compagni di scuola facevo molta fatica, dovevo andare contro la mia evitanza, mal di pancia e disagi vari... Uscivo con loro perché non volevo ci rimanessero male, non per un piacere mio. Ora non sono più così, mi importa meno degli altri, faccio quello che mi sento (evitare tutto:D).
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
io da che ricordo sono sempre stato così... l'essermi chiuso in casa nel periodo 12-17 anni ha fatto il resto
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Non ho competenze tecniche quindi posso sbagliare, però secondo me il disturbo evitante è una disfunzione comportamentale e cognitiva che può maturare nel corso della vita. Non lo vedo come uno stato immutabile, ma una condizione che sì, per essere diagnosticata deve perdurare per un po' di tempo, ma rimane un disturbo che si può sviluppare nel corso della vita.
Pertanto, non vedo contraddizioni nel pensare che una persona sia, da bambino, in grado di affrontare proattivamente alcune situazioni della vita, e solo successivamente maturi una spinta evitante più forte. Il mio percorso è stato questo, anche se non mi definisco affetto dal disturbo evitante. Sono sempre stato un bambino con alcuni turbamenti, propenso (per me geneticamente, ma in premessa hai chiesto di non soffermarsi su questo argomento) sia all'ansia che al malumore, ma avevo un orizzonte concettuale per il quale le cose che andavano fatte si facevano, in maniera naturale. Bisogna considerare che la vita espone a grandi pressioni di vario tipo, da quelle familiari a quelle sociali, soprattutto durante l'adolescenza e l'ingresso nell'età adulta. Può ben darsi che alcuni problemi nella visione di sè, latenti sin dai primissimi anni di vita, esplodano in un momento successivo, nel quale si è messi particolarmente alla prova. Secondo me ciò su cui bisogna concentrarsi è quale sia la propria concezione profonda della propria identità. Capire dove si annidano i problemi nella concezione e visione di sè stessi. Nel mio caso, il punto centrale dei miei problemi è probabilmente la paura dell'inadeguatezza. Nel mio caso penso che sia stato naturale sviluppare a partire dall'adolescenza e la prima età adulta le difficoltà maggiori, perché era in quegli anni che ho dovuto camminare con le mie gambe. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io penso di esserci nato e che sia una delle caratteristiche del mio essere autistico.
L'asilo mi sono rifiutato di farlo, al catechismo non parlavo mai, sulle pagelle scolastiche delle elementari la maestra scriveva: "Ottimo rendimento, ma difficoltà nell'integrarsi con la classe, non socializza e parla solo quando interrogato". Mi ricordo feste natalizie, da bambino, dai parenti in cui mi isolavo mentre tutti giocavano a carte. Alle scuole medie i miei compagni stronzi mi avevano soprannominato chiocciola perché, a parte la scuola, non uscivo mai di casa. I miei parenti mi sfottevano per la stessa cosa: "Sempre rintanato in casa!" |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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Mi hai fatto anche ricordare che in primo superiore la prof mi cazzio in classe perché ero troppo chiuso e parlavo poco :miodio: |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
L'evitamento è la prerogativa degli hikikomori: evitano tutto.
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Lo sono sempre stato, nessun evento in particolare mi ha fatto diventare così come ho già raccontato nella mia storia evitavo già tutti a partire dall'asilo e per me è stato traumatico anche frequentare le scuole elementari.
Ho cominciato ad isolarmi totalmente però solo dopo un atto di bullismo di cui ho già parlato. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Lo stesso chiudersi e non partecipare attivamente a contesti e situazioni sociali è evitamento a mio modo di vedere, perché eviti l'esposizione a una situazione che può avere dei benefici (integrazione e maggiori risultati a scuola ad esempio) ma che ti genera ansia e sensazioni negative. L'ansioso ha ansia ma riesce a vivere queste situazioni,l'evitante trova il modo di evitarle spesso non cercando una via alternativa, ma rimanendo bloccato di fronte al problema.
Penso quindi che l'evitamento è una strategia di affrontare la realtà basata sull'impotenza appresa,in un circolo infinito che diventa sempre più forte. Io ho un problema o una sfida da superare : non mi sento preparato o pronto e quindi evito, scappo, mi defilo, non ci provo neanche. La volta successiva applico lo stesso schema che mi aveva permesso la volta precedente di evadere la difficoltà. Ad un certo punto ho assimilato che superare un ostacolo mi è impossibile perché non ne ho le capacità e possibilità, a differenza delle altre persone. Quindi o dal cielo mi cade la possibilità di evitarlo, oppure rimarrò bloccato senza nemmeno provarci. E rimanendo fermi il divario diventerà sempre più grande e le possibilità di superare gli ostacoli saranno sempre meno probabili perché si ha avuto un rinforzo enorme che condiziona il proprio approccio e per di più bisogna recuperare un gap con gli altri che sarebbe difficile anche se si fosse tra i più brillanti. La domanda è : come interrompere questo serpente che si morde la coda? |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Una bella domanda, che mi da occasione di riflettere sul mio primo vero e proprio evitamento di cui ho memoria.
Avrò avuto 12/13 anni e, frequentando un associazione del mio paese che vede tra i soci gente piuttosto anziana, faccio amicizia con un ragazzo sui 18/19 anni col quale avevamo diversi interessi in comune, tra cui la fantascienza. Lui all'epoca faceva anche giochi di ruolo e così, una sera, mi invita ad una serata insieme ad altri suoi amici per partecipare. Beh, tanta era l'ansia che ho finto un malessere e, nonostante fosse passato da me per accompagnarmi, ho declinato l'offerta e della cosa non si è più parlato... Certo, questo arrivava dopo gli anni di bullismo di elementari e inizio medie, però non so se possano essere correlate le due cose e, quindi, se sia stato quello a provocare l'evitamento o fosse una cosa insita in me. Comunque negli ultimi anni, anche se mi è costato davvero molta fatica, sto migliorando e riesco ad evitare l'evitamento (scusate il gioco di parole:D). |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Lo sono diventato.
Fino in 4-5 elementare era un simil capetto della classe e del gruppo che frequentavo nel quartiere. Organizzavo anche le feste di compleanno in casa e nonostante fosse piccola la mia festa era sempre la più bella, era un manicomio di confusione. Nel giugno dell'estate del mio 10° anno iniziò l'effetto domino che mi ha portato ad essere un evitante. Evitamento raggiunto al massimo tra i 18 e i 26 anni. Il primo evento traumatico fu la partecipazione di un campo scuola di una settimana. I miei furono convinti dai genitori di un mio compagno di scuola ad iscrivermi. A questo campo scuola eravamo tipo una sessantina. Conoscevo solo il mio compagno che si dileguò e fece amicizia già dalla prima ora del primo giorno. Iniziai a vedere con i mie occhi i primi episodi di bullismo dove io non ero dalla parte del leone ma della pecora. Non erano diretti verso di me ma quell'ambiente non mi piaceva. Mi chiedevo che cavolo ci facevo lì in campagna e perché non ero nel mio quartiere a godermi i primi giorni di vacanza. Fatto sta che a cena del secondo o terzo giorno scoppiai a piangere ininterrottamente, gli organizzatori dovettero chiamare i miei che mi riportarono a casa...ricordo ancora la loro delusione. Passai dopo i primi giorni della mia vita da evitante...non mi faci vedere per una settimana in giro e dopo facevo finta di zoppicare dicendo agli amici che mi ero fatto male e dovetti tornare a casa. Ovviamente la bugia duro pochissimo e la verità venne a galla, e anche lì la situazione precipitò ancora di più Ecco...quello fu il granello che ha fatto diventare tutto una valanga |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Da che ho ricordi sono sempre stata evitante... quando ho iniziato ad andare a scuola ricordo che provavo un senso di paura angosciante che mi portava appunto ad evitare il rapporto con gli altri... sensazione che poi mi sono portata sempre dietro, tranne in situazioni che mi ispiravano fiducia e comprensione... (in quel caso mi trasformavo completamente e riuscivo persino a diventare una sorta di estroversa, per assurdo). Ma era difficile che questo capitasse...
E anche se adesso la situazione è migliorata rispetto a quella volta, mi sento sempre impossibilitata ad esprimere il mio vero io per paura del giudizio degli altri. Credo che l'origine dell'evitamento derivi da tutto un insieme di fattori.. Sicuramente l'avere dei genitori estremamente protettivi e iper controllanti e giudicanti è una quasi garanzia di DEP, specialmente se a questo si aggiungono esperienze di rifiuto durante l'infanzia (come l'emarginazione a scuola da parte dei compagni). Poi probabilmente ci sarà anche una componente genetica... |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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Hai detto che il picco dello schema evitante l'hai raggiunto tra i 18 e i 26, posso chiederti cosa ti ha portato ad esserlo meno rispetto a quegli anni? Obblighi e quindi esposizione forzata ad esempio al lavoro oppure altro? |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
si nasce, nessuno si illuda, per quanto allenamento possiate fare se non siete predisposti non diventerete mai evitanti al 100%, ci sarà sempre un amicizia, una festa, un'attività nella quale vi farete coinvolgere non riuscendo a svicolarvi
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io sono stata una bambina timida e perfettina, che piangeva se sgridata o se prendeva un (rarissimo) brutto voto. Ho avuto episodi di doc Che riversavo su Mia madre: in maniera molto dolorosa e ossessiva sentivo l'impulso di raccontarle compulsivamente eventuali vizi/monellerie/peccati e pensieri cattivi, come per liberarmi da un peso. Mia mamma reagiva ignorandomi finche' non si incazzo' e mi minaccio' di mandarmi dallo psicologo. Ho cosi imparato a mettermi in disparte e non chiedere mai aiuto, con la complicita' delle personalita' dei miei Che materialmente non mi hanno Mai fatto mancare niente ma che ho sempre sentito emotivamente distanti da me. Il rapporto con mio padre in particolare e' stato sempre condito da distanza e imbarazzo, e' permissivo e penso di non averlo Mai sentito sgridarmi veramente. E' stato un figlio molto trascurato e in qualche Modo la mia personalita' riflette la sua. Alle elementari ero timidina ma stavo relativamente bene con gli altri, ma ad esempio rapportarmi con adulti mi mettevo ansia. Alle medie interruppi un'amicizia intensissim finita male perche' lei era diventata troppo peperina mentre sostanzialmente si vergognava di frequentarmi. Il dolore e la consapevolezza di essere "Meno" degli altri mi porto' a fare una scelta razionale Che purtroppo ho interiorizzato fin troppo: lo studio in Cambio della vita sociale che non mi potevo permettere. HQuell'evento in particolare, e la conferma dell'inabilita' sociale vissuta poi nel passaggio Alle superiori mi hanno cambiata definitivamente
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Già da piccolo ricordo che evitavo di interagire con compagni di classe, quando venivano i parenti in casa spesso mi chiudevo in camera per evitare di parlare o che mi chiedessero qualcosa.
Quelle pochissime volte, molti anni fa, che qualcuno provava a propormi qualcosa, di uscire eccetera, dove magari c'era altra gente, evitavo, e in rare occasioni che accettavo, speravo sempre che saltasse l'uscita per non trovarmi a disagio. Devo dire che l'evitamento è simile al disturbo schizoide, il quale si caratterizza dal fatto di evitare tutto ciò per il quale non si trova proprio interesse e piacere a fare le cose e andare assieme agli altri, non si prova piacere a conoscere persone. La differenza con evitamento normale è che evitamento normale si soffre perché si vorrebbe fare come gli altri ma si evita perché ci si sente a disagio, mentre schizoide proprio alcune cose non si prova interesse. Io temo di avere entrambi i problemi, lo capisco perché analizzo me stesso, e non è difficile capire che alcune cose proprio non mi sono mai interessate, invece per altre soffro di non farle/averle. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Per me si diventa..con le esperienze o con la crescita,per varie ragioni..uno non nasce evitante
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io sono abbastanza convinto che si diventa.
Certo bisogna avere tanti pezzi del puzzle che si incastrano alla perfezione per diventarlo fino a un certo modo (come lo sono io ad esempio)... predisposizione, genitori, esperienze poco fortunate, contesto scolastico; Io quello che vorrei capire è se si possa fare il percorso inverso. Da evitante iniziare a trovare la forza e la sicurezza per affrontate situazioni che normalmente mi sconfiggono in partenza e piano piano ripercorrere la strada all'opposto verso una normalità o una parvenza di essa. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Nel mio caso, c'è stato un momento nell'adolescenza in cui mi sono sentito defraudato della libertà di agire, e dunque della responsabilità su ciò che accadeva attorno a me. Di base c'è stato un forte senso del dovere nei confronti dell'autorità (astratta), sicuramente indotto.
Il messaggio che mi è stato comunicato è stato "lascia perdere, non puoi farci nulla, e comunque un tuo intervento sarebbe sgradito". Quando cercavo di intervenire nei litigi familiari, mi si invitava a farmi "gli affari miei", come se non lo fossero. Questo è stato secondo me l'innesco dell'evitamento che è venuto dopo. In precedenza non mi trovavo a mio agio in alcune situazioni "normali", ma si trattava più che altro di miei gusti particolari, non di evitamento. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Per quanto mi ricordi sono sempre stata così.
Alle elementari avevo qualche amichetta da cui andavo a giocare ma più che altro era perché i miei genitori lavoravano e quindi a volte mi lasciavano da qualche compagna di classe. Per la maggior parte del tempo preferivo stare per i fatti miei. Le mie compagne di classe si sentivano per telefono, si andavano a fare la passeggiata o passavano i pomeriggi insieme. A me non me n'è mai importato niente e la cosa è andata sempre peggiorando. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io lo sono nato. Poi la vita è come il film "sliding doors", in base alla casualità delle cose che accadono si possono prendere strade diverse. Nel mio caso sono successe cose che hanno a volte alleviato, ma soprattutto come negli ultimi anni aumentato l'evitamento.
Quando ti trovi bene e vieni accettato in un gruppo l'evitamento quasi scompare, ma quando invece vieni rifiutato reagisci peggio delle persone comuni, diventando totalmente evitante. Il primo episodio che mi ricordo è a 8 anni quando non sono andato ad una festa di compleanno di un compagno di classe perché semplicemente preferivo andare a nuoto. Però non era sempre così, altre volte andavo. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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A 23 anni mi iscrissi all'università. Ero completamente isolato dal mondo, fu uno sforzo enorme per me, aldilà dello studio. Corso di studi dove la maggiorparte erano donne( io non avevo amiche e venivo da scuole superiori maschili) Furono 4 anni che mi cambiarono abbastanza per tutti i vari motivi. Da allora iniziai a sforzarmi per uscire, in quel periodo andai anche in ferie con degli sconosciuti, andò male ma era scattata la molla del provarci ad uscire dall'isolamento. Seminai tanto ma raccolsi poco, non avevo amici e quando uno è fuori dai giri è difficile rientrarci,ma migliorai...ricordo che a 23 anni avevo paura anche ad andare dal fornaio qui in zona |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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E dopo oltre dieci anni isolato in casa ad evitare completamente il mondo non vedo più tante prospettive per il futuro. Oltre a quello c'era pure mia madre che aveva una certa tendenza ossessivo compulsiva per certe cose e...da un pero non nasce un melo In me queste condizioni hanno sempre trovato terreno fertile (come anche la depressione e la fobia sociale forse c'è anche una certa predisposizione genetica), sono cresciute e si sono radicate |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
io presumo di esserlo diventato. da bambina (asilo, primi anni elementari) ero vivace e furbetta, ma poi con l'ambiente scolastico ostile in cui mi trovavo, e la non accettazione da parte dei miei compagni che sistematicamente mi escludevano dal gioco o semplicmente dalle conversazioni, sono cambiata.. ho cominciato a sentirmi completamente inadeguata in qualsiasi contesto sociale.
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Una parte è sicuramente genetica, poi se ci metti ambiente famigliare (nel mio caso anche i miei decisamente introversi, ma anche qui la genetica ci ha messo lo zampino) e anche contesto in cui vivi (nel mio caso paesino) allora penso che gli ingredienti ci siano tutti.
Quello che ho notato è che comunque nel corso della mia vita ci sono stati momenti in cui avevo molta più voglia di socializzare e in cui ho avuto anche amici e uscivo, non dico regolarmente, ma quasi... Ora alla soglia dei 40 anni, complice "lockdown", ma non solo (purtroppo è un età in cui fisiologicamente tendi di nuovo a chiuderti se sei single, amici e conoscenti che convivono/sono sposati o comunque hanno casini tra divorzi e figli, ma anche altri problemi) sono di nuovo abbastanza evitante.... Il fatto è che non sento neanche tutta questa necessità di socializzare o sentire qualcuno (a parte poi che di veri amici mi sa che manco ne ho, qualcuno si è allontanato con altri invece ho rapporti superficiali) |
Anche io, come molti che ho letto nel thread, sono sempre stato evitante, poi i traumi dell'infanzia e il fatto di non avere una figura forte o competente che mi aiutasse ad uscirne non hanno fatto che peggiorarne l'entità.
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
ci si nasce, ma poi le batoste relazionali possono far precipitare una situazione che invece con la giusta dose di fortuna poteva essere molto meno grave.
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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ti passa la voglia e ci si chiude in se stessi. forse stando in coppia o con amici fissi si sarebbe mantenuto il legame con l'esterno. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Lo sono da sempre, la terapeuta mi ha detto che quasi sicuramente c' è stato un distacco da mia madre quando ero davvero piccolo (tipo due anni o giù di lì)
Da allora mi sento sempre fuori posto nelle situazioni sociali, non è che mi causino particolare ansia o altro, è che proprio sento che quello non è il mio posto e non riesco a ricavarci qualcosa di buono. In passato mi sforzavo molto di più di uscire controvoglia (adolescenza e nei miei primi vent'anni) proprio perché speravo di cambiare le cose, ma non è servito a niente. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Da che io ricordi ho avuto sempre quella paura ad agire, a fare qualcosa che occupasse troppo la mia mente. Non credo che sia evitamento, anzi, non credo proprio nel disturbo evitante. Il fatto è che l'introversione mi porta talmente a godere del mio pensiero che non ho voglia di fare azioni che mi impongano un impegno mentale importante. Ad esempio il parlare in pubblico è un'azione che mi chiede concentrazione massimale ed io sono troppo pigro (per non riuscirci poi...).
Alla fine faccio delle attività che la maggior parte dei normie evitano (sport faticosi) ma rimane sempre quella tensione e quella voglia di comfort che mi contraddistingue. |
Re: Evitanti si nasce o si diventa?
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Si nasce timidini e un po' introversi, ma evitanti assolutamente si diventa!
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Re: Evitanti si nasce o si diventa?
Io credo di esserlo fin da quando ho ricordi, ma credo che ci si diventi in base a gli eventi. I traumi infantili con gli altri possono farti vedere le persone come minacce continue, col tempo si tende a chiudere i ponti e farsi lo scudo, io da un lato ne sono contento, perchè ultimamente sto diventando mezzo misantropo :D. Ma alla fine finisco per diventare tanto triste perchè sono tanto solo
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