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Essere consapevole di non essere come gli altri
Buonasera forum, sono ormai arrivato al punto che non me ne frega più niente di me stesso, praticamente sto solo respirando, da anni sono uno zombie senza una meta e non ho voglia di fare nulla. Non esco mai e, quelle poche volte che lo faccio, vado sempre da solo. Il sabato sera non so cosa sia. Esco poco anche perché spesso sento una strana sensazione di stanchezza anche se non ho fatto nulla.
Ho 29 anni e non faccio nulla dalla mattina alla sera. Una volta provavo un certo disagio andando in giro in paese sapendo che gli altri fossero certamente a conoscenza che io non facessi niente ma adesso proprio mi scivola la cosa perché di me non me ne frega più nulla. L'ho detto anche ai familiari, non me ne frega di me stesso. A mio nonno che si lamentava che non facessi niente ho risposto duramente che non voglio nulla, non voglio famiglia, non voglio figli (li detesto e non li voglio perché già siamo troppi al mondo) e che se ho problemi di soldi o vado in galera oppure mi lancio dalla finestra. E che continuerò a fare il nulla perché sono un incapace in tutto ed è per questo che non cerco lavoro. E in fondo non ho nulla da perdere. Ho vari problemi ma i peggiori sono il Doc e la manualità che è davvero scarsa. Sono sempre goffo e impacciato mentre gli altri li vedo invece svegli e sanno fare di tutto. Io ho difficoltà anche a piantare un chiodo, dico davvero! Quelle rare volte che ho provato a fare qualche lavoro è stato un disastro. Alla cassa del supermercato o in qualsiasi momento in cui mi vedo coinvolto mi sale l'ansia. Non ho paura delle persone ma ho vergogna di me stesso, mi sento estraneo, mi faccio schifo. Ultimamente ho anche paura che qualcuno possa alzarmi le mani. Ho pensato di essere Asperger ma non ho certezza in merito, non ho una diagnosi. Con le ragazze non ci provo più. In passato ho avuto alcune storielle da 16enne con qualche bacio, nulla più. Io a quasi 30 anni non ho mai sperimentato nulla del sesso e certamente nessuna è interessata a un deficiente e rincoglionito problematico come me, per di più senza esperienze e lavoro. Provo una grande tristezza e rassegnazione. Mio padre alle volte mi dice "vedi quello? Quello sembra uno sveglio ma è un tardone" oppure "quello fa lo spaccone in giro ma è uno stupido" e frasi simili, forse per farmi sollevare il morale ma sono consapevole di essere inferiore agli altri perché lo vedo, lo tocco con mano, mi mancano tante cose per essere "normale". Inoltre alterno momenti di grande tristezza e disperazione ad altri in cui momentaneamente sono allegro e addirittura canto canzoni. È evidente che ho dei seri problemi mentali. Mia madre finalmente mi ha detto che se voglio andare da qualcuno a farmi vedere (psicologo) va bene mentre prima diceva che non avevo niente e che ero solo giù di morale. C'è qualcuno più o meno nelle mie condizioni? |
Uguale, quando ho provato a lavorare ho combinato solo disastri (l'ultimo ieri, le responsabile ha detto letteralmente di non aver mai visto una cosa del genere, probabilmente dovrò anche pagare i danni), non capisco nemmeno le cose più elementari e sono lento anche nei movimenti, una specie di babbione insomma. I concetti che le persone normali assimilano in una giornata io li faccio miei in un mese.
La manualità è ancora peggio: ho difficoltà persino ad afferrare gli oggetti, sento le dita come dei ciocchi di legno. Ho deciso di farmi visitare perché passi la depressione, l'ansia o la fobia sociale, ma qui secondo me c'è qualche problema neurologico grave. A questo bel quadretto aggiungi dei genitori che invece di mandarmi nel centro di salute mentale più vicino mi danno del fannullone |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Fannullone è colui che comunque conduce una vita normale, che magari esce, ha un gruppo di amici ma non ha voglia di lavorare.
Gente come noi, a primo impatto, potremo sembrare lo stesso dei fannulloni ma io ad esempio non esco mai, non ho amici e sto quasi sempre chiuso in casa. Secondo me c'è differenza tra i due aspetti. Io probabilmente soffro di una qualche forma di depressione e fobia sociale, ma anche io credo di avere un problema neurologico più grave di fondo visto che a volte non ragiono, non capisco le parole (anche se le sento) e soffro di disturbo ossessivo compulsivo (Doc). Riguardo la manualità faccio pena e questo penso che sia uno dei tanti campanelli d'allarme che nella testa qualcosa non va. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
In gioventù ho avuto delle ancore di salvezza che mi hanno permesso di non cadere nello sfascio più totale. Aver sempre lavorato mi ha permesso quantomeno il minimo sindacale, fermo restando che questo sensazione di essere sempre un passo indietro c'è sempre stata. Il divario ha iniziato a farsi sentire con prepotenza dopo i 30 anni quando gli altri iniziavano mettere radici per esempio nella vita di coppia mentre io mi sono fermato in una stasi inamovibile.
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Ti capisco molto bene perché sono in una situazione simile. Ho un lavoro se così si può chiamare ma che non mi occupa le giornate come si deve ed è così da anni. Me lo tengo buono perché non so fare praticamente nulla e non ci ho neanche mai provato.
Sono sempre stata passiva in tutto ed è stato solo quando ho compiuto 30 anni che tutto questo mi è crollato addosso facendomi malissimo. L'umore è veramente sotto i piedi ma mi sto sforzando a resistere. Non è facile quando hai passato un sacco di tempo ad oziare e a non prenderti cura di te. Ora vedo tutto con altri occhi e mi odio per aver preso coscienza solo ora della mia situazione. Capisco che è davvero difficile andare avanti così ma cerca di trovare anche un solo obiettivo per non scoraggiarti. Non mollare, non ancora, datti più tempo. Prova a metterti in gioco in qualcosa o a darti piccoli traguardi da raggiungere. Te lo dice una che si sente fuori dai giochi ma sta provando a recuperare qualcosa, star male attivamente è sempre meglio che star male passivamente. Ti auguro di riuscire a riprendere in mano la tua vita. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Comprendo molto bene la tua situazione.
Ho 25 anni, soffro di tanti disturbi psichiatrici (tra cui il DOC come te, la depressione e la fobia sociale) molto invalidanti, che mi hanno tenuto segregato in casa per 10 anni. Passo le giornate a fare nulla, a vegetare sul letto o davanti al monitor del pc e combattendo con i pensieri ossessivi e suicidi; uscendo solo un'ora a settimana giusto per andare dallo psichiatra. Solo nell'ultimo paio di settimane ho iniziato ad uscire tutti i giorni perché i medici mi hanno inserito in una struttura di ricovero diurno. Sono costretto ad andarci e alla fine ho preso la cosa in maniera passiva, vado (seppur con tutte le mie difficoltà), faccio quello che devo fare (e che riesco) e mi tolgo il pensiero. Ormai vivo in un costante stato di depressione, anedonia e apatia. Vado avanti alla giornata, per inerzia, grazie ai farmaci e al fatto che comunque devo alzarmi per forza per andare al ricovero. La mia vita ha perso totalmente senso, non ho più alcuno scopo, alcun obiettivo, ho perso qualsiasi motivazione, qualsiasi passione, mi sembra tutto inutile ed insignificante. Non ho prospettive per il futuro, anche perché non ho né titoli di studio né esperienze lavorative o capacità spendibili. Mai avuto esperienze con le ragazze, di alcun tipo. Ho riparlato con una coetanea solo negli ultimi giorni, nella struttura di ricovero, una studentessa infermiera. E' stato possibile solo perché ha fatto lei il primo passo, ma io sono totalmente incapace di relazionarmi e rispondo a monosillabi e solo se interpellato. Il disagio era enorme, quando ho sentito rivolgermi la parola sono andato in panico. Fa troppo male vedere la vita degli altri (non a caso mi sono isolato da tutto e da tutti, sia nella realtà che su eventuali social network). Gli ex compagni o i coetanei in generale che lavorano; che studiano; che si laureano; che escono con gli amici o vanno in vacanza con il partner; che hanno uno scopo, un obiettivo nella vita; che sono riusciti a seguire la loro strada nella vita. Ora anche nella struttura di ricovero mi ritrovo faccia a faccia con operatori ed infermieri che hanno la mia età o sono addirittura più giovani. Mentre io sono dall'altra parte, come paziente, incapace ed impossibilitato a vivere una vita dignitosa e normale. Mentre sono per strada e guido per recarmi alla struttura di ricovero penso sempre che sarebbe facile girare il volante e andare contro un camion, o sfondare il guard rail e finire giù dal ponte. Perché cazzo non ho ancora trovato il coraggio? Non sono in grado neppure di farla finita da solo... Ogni notte prima di addormentarmi spero sempre di non risvegliarmi il giorno dopo. Scusate per il papiro. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
La depressione porta apatia, bassa stima di sè stessi e tutti quei comportamenti da te descritti.
Tranquillo, sei solo uno dei tanti MILIONI di depressi nel mondo. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Mi accodo, il mio stato mentale e la situazione generale sono lì. Ieri sera c'era da dividere il conto al ristorante e per fare 72 diviso 3 ho dovuto usare la calcolatrice (ah, per me dovrebbe essere un "dovere professionale" fare la divisione al volo).
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Per dire, ieri ero alla cassa del supermercato con mia sorella e l'ho fatta passare davanti per pagare e iniziare una conversazione con la commessa. Di solito mando avanti prima gli altri, pensate come sono ridotto. Ma anche ad andare al McDonald's mi fa salire l'ansia. Qualche giorno fa ero entrato ma me ne sono andato subito perché già l'ansia stava aumentando. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Tra l'altro di nascosto dai familiari sento spesso "ma questo non esce mai, mica è normale".
Si ma comunque, a parte i miei problemi, dove diamine vado? E poi non ho quasi mai voglia di uscire. Forse se avevo un amico o comunque una persona con cui uscire sarebbe stato diverso. Ho 29 anni ma sono rimasto ai 14 anni. |
A quasi 23 anni nemmeno io sono sulla buona strada, ma proprio per niente. Se riesco ad allacciarmi le scarpe è già tanto.
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Ad esempio anche per fare 7+5 ho bisogno di contare con le dita come i bambini in prima elementare...e questo è solo uno dei tantissimi problemi, disfunzionalità cognitive causate dalla depressione probabilmente. |
Anch’io ho dei problemi, sono bipolare e con disturbo ossessivo compulsivo, purtroppo l’essere bipolare mi ha comportato dei periodi di mania in passato dove mi sono messo nei guai soprattutto economicamente, ora ho solo periodi di depressione e tristezza, il disturbo ossessivo compulsivo invece è cresciuto molto nell’ultimo periodo, ma ora la depressione è il problema maggiore, ho avuto la fortuna di lavorare da tantissimi anni sempre nello stesso posto ( lavoro manuale al chiuso con pochissimi contatti ) , ma ora perderò il lavoro alla fine dell’anno e sarò solo, con cose da pagare che non riuscirò , forse andrò per strada , io e la mia ansia sociale, e tutto il resto. Molti anni fa tra l’altro ebbi una gravissima crisi emotiva dove ne sono uscito per miracolo, venni ricoverato per molti mesi in una struttura e da allora prendo farmaci , non ho mai avuto momenti di felicità , sono un incapace, sensibile e fragile, non ho mai avuto una vita sociale di nessun tipo , giusto un amico che però ora sento solo al telefono una volta ogni tanto, la donna che amavo quando mi sono dichiarato mi ha praticamente riso in faccia perché oltre a tutti questi problemi sono estremamente brutto con grossi difetti evidenti, praticamente una vita di continua sofferenza
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Sulla maggior parte delle cose non sono come gli altri. Sul livello comunicativo stendiamo non un velo pietoso, ma proprio una sindone.
Al lavorare ancora a fatica ci riesco ma sono imbranato ed ho sempre dovuto aspirare a poco.. ma dove il dramma è evidente e con le donne. Non ci ho mai saputo fare, e me lo hanno detto anche in tanti, senza però mai dare consigli.. Per ultimo una collega nuova con la quale poteva.. forse, non lo so.. nascere qualcosa, ma non ho saputo cogliere gli attimi e si sa, queste cose vanno fatte all'istante, altrimenti passato il periodo tutto passa, la donna si snerva perché ti ha lanciato qualche segnale e tu non l'hai voluto recepire, e memore anche delle catastrofiche esperienze passate sul lavoro vado con i piedi di piombo ed è sbagliato. In tutte le cose l'attesa e la ponderazione non sono più un valore e deve essere tutto rapido, e io sono lento. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Infatti uno dei miei problemi è proprio l'enorme sensibilità. Quando sento di nascosto dai familiari che non esco mai e che non è normale, spesso mi metto a piangere.
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Fino ai 20 anni qualche bacio l'ho dato e anche qualche toccatina ma nulla più. Da 10 anni il buio più totale, sono regredito tantissimo e non saprei nemmeno come iniziare una conversazione. Penso che la solitudine e la depressione ti portino a questo.
Forse tutto ciò potrebbe essere giustificato dal fatto che effettivamente non sono tutto. Ecco, forse non sono sano di mente. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Io l ho capito dopo i venti anni..mai stato "normale" :mannaggia:
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Forse non è chiaro che qua non si parla di episodi depressivi come può capitare a tutti ma di patologie croniche invalidanti. Io riesco solo ancora a lavorare solo con non so quale forza della disperazione, ma non so fino a quando. Per il resto sono come morto, l'unico desiderio che ho quando mi sveglio al mattino è che la giornata finisca presto, o meglio che non inizi affatto. Probabilmente non sarò più in grado di lavorare a breve per questo ho fatto domanda di invalidità perché ho anche altre patologie croniche alla vista e all'udito. Ma dov'è il problemi, siamo a MILIONI. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Secondo me se ci si perde per strada e il treno deraglia ritrovarsi è molto difficile..perdi totalmente la bussola
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Se poi non credi che siamo MILIONI, pensa che la depressione "nella sua forma più grave può portare al suicidio ed è responsabile di 850.000 morti ogni anno". https://www.lescienze.it/news/2011/0...ssione-551224/ Quindi i MILIONI di cui parlo non sono persone semplicemente tristi. E' un dato di fatto. Se poi la vuoi prendere come una cosa consolatoria, o che ti fa stare ancora più male, sono fatti tuoi. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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eventi traumatici esterni farmaci (depressione iatrogena) |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Si ma ragazzi so che è difficile da mettere in pratica, ma bisogna accettarlo e vi dirò di più, non essere come gli altri per un uomo non è nemmeno tanto grave, ma figuratevi essere ragazze sfigatelle...peggio ancora. Per una donna non avere relazioni, una vita, un ragazzo, è peggio ancora.
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Ogni vita umana è difficile a modo suo per il fatto che siamo umani e vulnerabili. Devo ammettere però, che con certi intoppi caratteriali o come volete chiamarli, la vita sia molto più difficile. Io ad esempio certo volte mi sarei augurato una malattia al cuore piuttosto che la fobia o l’ansia. Una persona che ha un problema cardiaco si cura ma non trema quando deve parlare in pubblico , non si preoccupa eccessivamente di cosa pensano gli altri e non si fa problemi inesistenti; con una sorta di eventi a catena che sconvolgono tutto il vissuto presente e futuro. Ansia > imbarazzo> depressione (molto spesso conseguenti al non essersi sentiti all’altezza dopo la manifestazione ansiosa ).
Poi se si parla di come non venga accettata la malattia sia a livello personale che sociale ,di male in peggio. Una persona con disturbi cardiaci è una persona sofferente , meritevole dell’appoggio e della comprensione altrui chi ha delle paure e depressione è uno/a poco coraggioso e che non reagisce alla vita. Riflessione: sono più per il cambiamento sociale sull’opinione collettiva di questi ostacoli cognitivi di chi si ci ritrova suo malgrado ,piuttosto che mandare tutti in terapia. Ci ho messo molto a capirlo ma credo che in certi malesseri ci sia di base una disfunzione dal micro (comunità ) al macro ( sistema).. In pratica se uno ha un problema al cuore è una causa interna ma alla mente io credo sia sempre un intoppo nel sistema sociale. Fonti: sociologia e psicologia sociale |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Non ho voglia nemmeno di andare a prendere qualcosa al bar o a fare una ricarica telefonica dal tabaccaio anche quando con la macchina ci passo a due metri. Troppa fatica. Provo una stanchezza strana, strana perché di fatto non faccio mai niente e il motivo di tale stanchezza è strano, forse dipende dalla depressione? Anche quando mi sveglio spesso sento una certa pesantezza e stanchezza specialmente alle gambe e braccia.
Passo praticamente tutti i giorni chiuso in casa perché non so dove andare e con chi andare e non ho sinceramente nemmeno la voglia di uscire o fare qualcosa. Tutto ciò dura da molti anni. In più in giro mi sento un tipo Aspie, goffo e stupido oltre che pochissimo sveglio. Non ho nemmeno eventuali reazioni o riflessi quando accadono certe cose, come quando mi cade qualcosa dalle mani. Se mi sta per cadere qualcosa al 90% va in terra. La manualità è un disastro e spesso non capisco quello che mi dicono le persone, persino i parenti più stretti! In più il dannato Doc mi fa sempre compagnia con ossessioni e fisse di vario tipo. Anche i maledetti pensieri intrusivi ci si mettono. Non sento più emozioni, non me ne frega nulla del virus, delle elezioni, di ciò che accade nel mondo etc. È difficile da spiegare cosa provo. Quando nasce magari un bambino a un parente non provo assolutamente niente, anzi mi fa schifo perché penso che già siamo troppi al mondo e non c'è bisogno di procreare e poi immagino gli impegni che dovrà avere per il bambino. Con le ragazze non ci provo più da 10 anni anche perché se vengono a sapere come sono ridotto fuggono subito! In casa ho già sentito frasi del tipo "ma questo non fa un c... tutto il giorno" oppure "stai sempre in casa carcerato" o anche "a 30 anni avevo due figli ed ero sposato da 6 anni" ma anche "non bisogna mollare mai nella vita" etc etc. Temo purtroppo che la mia salute peggiorerà ulteriormente e non so come andrò a finire. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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ad esempio il lavoro, devi capire che la gente è scarsa di base, poi impara facendo esperienza, guardando gli esperti e facendo anche errori, alla fine riesce a fare quello che fa ma nessuno nasce "imparato" non ti dico quando devo mettere un chiodo io :D a parte che ho la fobia di fare troppo rumore -____- picchio il martello ma la paura di far troppo casino mi fa dar una carezza al chiodo, poi immancabilmente il chiodo si piega -_____- non ho ancora capito se la colpa è dei muri tipo bunker o dei chiodi di pessima qualità sono contento che i tuoi ti seguano, vedrai che passo passo, senza fretta, migliorerai la tua condizione :bene: |
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Ho lavorato per un paio d'anni come segretario a contatto con la gente quotidianamente. Non è cambiato nulla, mi sentivo sempre goffo, timido e impacciato anche là dove sapevo fare il mio lavoro come lavorare al PC. Avevo costantemente l'ansia tant'è che ero costretto a prendere tranquillanti. È come se gli altri mi giudichino costantemente, camminata compresa!
A volte è capitato che i conti li facevano i clienti perché mi vedevano in difficoltà e allora mi aiutavano. Incredibile vero? Direi umiliante ai massimi livelli! Infatti ero in difficoltà proprio nei calcoli. Una volta un cliente mi ha detto stizzito "ma che fai!" perché non sapevo fare il conto. E ha preso lui la penna e ha fatto da solo. Credo che io non abbia un semplice calo dell'umore ma qualcosa che non vada a livello celebrale e cognitivo. Anche quel lavoro da segretario per me è stato un grande sforzo, sapevo che sarei andato in difficoltà però credevo che migliorassi la mia situazione, cioè ho avuto anche un certo coraggio considerando la mia situazione da fobico/stupido. E non è cambiato nulla rispetto a prima, zero... |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
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Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
Ieri ho avuto una litigata con mia sorella. Mi ha detto che è preoccupata che non faccio nulla ma soprattutto che dovrà tra qualche anno preoccuparsi lei di me, come se sono un handicappato in pratica. Ma la sua affermazione, pur dura, ha una base di verità. Da solo non sono in grado di fare nulla sostanzialmente perché non ragiono bene, non capisco a volte le parole, sono poco sveglio, insomma tanto normale non sono e purtroppo sono consapevole di questo. Quando qualcuno mi parla delle volte penso ad altro senza motivo oppure ho dei fastidiosissimi pensieri intrusivi.
A scuola non a caso sono stato spesso vittima di prese in giro e bullismo a causa del mio carattere troppo morbido e remissivo. In giro sono quasi sempre serio, non rido praticamente mai mentre a casa cambio personalità e addirittura canto e ballo senza motivo come uno stupido mentre altre volte sono giù di morale in silenzio e piango. Lei ha anche detto che quelle volte che mi invita da qualche parte lo fa per il mio bene perché mi vede sempre solo. Ho esagerato quando le ho risposto che non si dovrà preoccupare di guardarmi come uno deficiente perché mi lancerò dal balcone. Effettivamente non mi importa nulla di me, proprio zero. Uno zombie senza alcun briciolo di carattere e personalità. |
Re: Essere consapevole di non essere come gli altri
mi trovo, circa, nella tua stessa situazione.
passo le mie giornate a "vegetare". mi alzo, anche se sono sveglia dalle 3 e mezza di notte, per seguire una routine che non mi faccia sentire inutile. sbatto il tappeto del cane, pulisco per terra, faccio areare la casa e fine. tutta la giornata è solo un cumulo di ore che non so come smaltire, come impegnarle. titoli di studio? si. mi sono fatta il culo anche all'università, ma nonostante le continue ricerche di lavoro, mi trovo con il nulla in mano. e quando dico nulla, è nulla. questo, ulteriormente, mi fa sentire sotto terra, ma qui, quindi sento e percepisco di stare male, anche oggi e adesso sono sbottata e piango, non ce la faccio più..i giorni passano e io mi sento in una dimensione a parte, e vi dirò anche.. a volte spero che mi venga un colpo e farla finita, che io un senso a tutto questo non lo trovo.. |
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