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C'è altra soluzione?
Si dice spesso che con il suicidio non si risolve niente, e forse in pratica è proprio così, ma non pensate che andare avanti come lo facciamo noi, cioè sempre in perenne ansia, disagio, sempre dovendosi nascondere, soffrendo interiormente, vedendo gli altri felici, ecc. prima o poi ci possa essere il pericolo di mollare definitivamente, una voce che ti porta a pensare sempre di più se ne vale la pena o meno di continuare in questo modo. C'è altra soluzione a tutto questo?
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Il suicidio non è una soluzione infatti, ma è una costrizione per smettere di soffrire e perché si odia non la vita in senso oggettivo ma soggettivo, quello che si suicida in realtà ama la vita così tanto che non vuole vederla “sprecata”, e allora compie quell’atto, non perché non vuole vivere ma non vuole vivere a quelle condizioni. Perché non è vero che solo alla morte non c’è soluzione...a tante altre cose non c’è soluzione e non si può scappare.
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Re: C'è altra soluzione?
E' un argomento molto delicato, per quello che mi riguarda dico solo che anche se l'idea dovesse sfiorarmi (e mi ha sfiorato) non lo farò mai, almeno in un primo momento perchè non potrei mai dare un tale dolore ai miei genitori e a mia sorella che comunque mi vogliono molto bene; poi comunque sono proprio curioso di vedere come si svolgerà la mia vita; in definitiva direi che non ne vale la pena.
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Re: C'è altra soluzione?
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"la vita è bella in sé", sì è bella in sé, vaglielo a dire a chi è finito maciullato a pezzi da quei tizi in messico, che ci sono video agghiaccianti in rete. Avranno pensato anche loro, mentre tiravano le cuoia così, che era tutto meraviglioso? Io la curiosità di vedere che fine farò naturalmente, ad esempio, non ce l'ho, preferirei morire nel sonno, e se potessi sceglierlo attivamente, sceglierei di morire nell'incoscienza. Avevo scritto una cosa molto spinta, mi sono censurato. |
Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
Io non parlerei per gli altri, non hai nessun diritto di dire che le vite altrui non valgono la pena ed è meglio morire, pensalo per te.
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Re: C'è altra soluzione?
Le persone "funzionali" tengono lontani gli aspetti inaccetabili della vita (fra cui la morte stessa) semplicemente caricandola a testa bassa. Non fermarsi mai, avere sempre le giornate piene, sempre persone con cui interagire dalla mattina alla sera, sempre impegni e obblighi a tutte le ore del giorno. Per me è solo un'assuefazione, come l'effetto di una droga, se ti fermi un attimo a riflettere sul fatto che la gran parte di quello che fai è inutile e fine a stesso allora ti fai domande su che senso ha vivere e perché non farla finita. Ma non lo fanno, tirano avanti a fare e fare fino al giorno in cui si tirano le cuoia.
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Re: C'è altra soluzione?
La risposta può solo essere personale; "altra soluzione" esiste sempre in linea di principio: cambiare continuamente circostanze che siano sempre favorevoli. Potremmo avere anche il paradiso ma ci abitueremmo anche a quello, e una mezza nuvoletta che oscurasse il sole farebbe prendere un esaurimento nervoso. Quindi l'ideale sarebbe passare da un contesto di vita favorevole a un altro, senza dare la possibilità di far sorgere la noia.
Questo in pura linea teorica; già molti di noi farebbero sacrifici umani per una singola esistenza mezza decente anche senza cambiamenti (o forse solo per questo). A torto o ragione sono arrivato alla conclusione che il contesto ambientale è il 90% della qualità della vita. Poi se uno con un buon lavoro, buoni colleghi di lavoro, ambiente sano ovunque lo desideri (io voto per le Alpi), una buona relazione affettiva non sta ancora bene, non so a quale "altra soluzione" si possa pensare. Se si sta male anche in un buon ambiente il problema ha una componente strutturale (intesa come carattere e un vissuto che non ci si riesce a scrollare di dosso) così forte che altre sono le considerazioni da fare. |
Re: C'è altra soluzione?
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Al più amano la propria, ma quando deducono da questo che amano la vita in generale commettono un errore per me. L'esistenza in generale non corrisponde solo alla propria esistenza, ce ne sono miriadi diverse, alcune sono più vicine al paradiso, altre più vicine all'inferno, siccome nessuno le ama davvero tutte direi che in conclusione nessuno ama l'esistenza in generale, ne amerà alcune e ne odierà altre (di esistenze). Se una persona dicesse che ama l'umanità e poi invece manifesta astio nei confronti di certe persone e vorrebbe vedere un nazista morto, non direi che ama l'umanità (perché fino a prova contraria anche questi tizi sono esseri umani), direi più correttamente che ama alcuni esseri umani e ne detesta altri. Ama tutto chi accetta tutto, e nemmeno i buddisti accettano tutto, hanno una morale, solo chi si trova al di là di questa roba ama tutto davvero, nel mondo c'è un tizio che ne fa a pezzi un altro? Va bene così. Ci sono malattie? Va bene così. Si muore di fame e nella sofferenza? Va bene così. Non basta il cristianesimo, chi accettasse davvero tutto per coerenza dovrebbe non cercare di cacciare nemmeno i mercanti dal tempio. Va bene anche questo. Bene e male dovrebbero sparire, l'esistenza bisognerebbe considerarla tutto un bene fin dall'inizio in ogni sua manifestazione, non deve tendere verso alcun bene, né ci dovrebbe essere motivo di farla tendere verso qualcosa, già così dovrebbe essere considerata bene, già questa è vita ed esistenza. Bisognerebbe non avere alcuna idea relativa a come dovrebbe essere l'esistenza che si scaglia contro il com'è l'esistenza e bisognerebbe amarla così com'è. Una persona del genere direi che ama davvero la vita, ma non ho incontrato nessuno (né letto di qualcuno) che ha mai dimostrato concretamente di amarla davvero in generale senza manifestare cattive intenzioni nei confronti di certi aspetti dell'esistenza, osservo solo cattivi esempi, cattivi maestri, l'incoerenza sovrana, si predica l'accettazione e l'amore per l'esistente e si pratica la non accettazione e il disprezzo nei confronti di certi aspetti dell'esistente che si vorrebbero modificare. C'è una parte nel cristianesimo che va in questa direzione davvero, c'è una parte nel buddismo che va in questa direzione, ma poi in concreto si finisce col voler cambiare comunque le persone "cattive" ed allora che senso ha questa cosa? I cattivi e i buoni all'interno di questa concezione non dovrebbero esistere proprio, fanno parte dell'esistenza anche loro, insieme. Come fa ad essere coerente un tizio che dice di abbracciare il proprio nemico e poi caccia a pedate un mercante dal tempio? Questo poi come lo si considera? Un nemico che si oppone al mondo che vorresti creare tu? E perché non lo abbracci invece di cacciarlo a pedate? Io non accetto tutto, non amo i miei nemici e questa intenzione non ce l'ho, quindi non devo dimostrare nulla del genere, per me c'è un conflitto tra bene e male e non si accetta tutto così com'è né vedo perché bisognerebbe poi accettarlo, non amo affatto la vita in sé, ma chi parla in questi termini per me dovrebbe dimostrarlo che ci crede davvero a quel che sostiene, io invece vedo solo buffoni ed incoerenza in giro. |
Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
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Quindi detto questo non è sicuro affatto che questa cosa sia risolutiva, non è mica chiaro se conviene tenersi questa sofferenza o ricorrere a questa cura un po' infernale, visto che la cura magari potrebbe essere peggiore da sopportare del male che si sopporta già. Questi discorsi non tirano fuori la persona dalla merda per me, la lasciano là dov'è. |
Re: C'è altra soluzione?
de sti tempi è facilissimo morire :sisi: , la vera sfida è restare vivi
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Ma comunque è molto semplice vedere se la strada presa è quella giusta. Lo vedi se la sofferenza diminuisce oppure no. A suicidarti poi si fa sempre in tempo. La scelta è solo tua. |
Re: C'è altra soluzione?
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Cosa cavolo significa che non è facile in concreto? Spiegati. Se non è facile dei disagi dovrà generarli comunque? O no? Se è facile farne uso come le soluzioni finte di cui hai parlato, allora perché si dovrebbe scartarla rispetto a queste? :nonso: Demolisci tu quel che sto dicendo, non mettere in mezzo Socrate o vattelappesca. |
Re: C'è altra soluzione?
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Quello che posso dirti è che per mia minuscola esperienza, prima della soluzione finale, c'è sempre un'altra strada da provare per tentare di alleviare la sofferenza. Scorciatoie però non ce ne sono. La strada va scelta e imboccata e puntualmente richiede un lavoro su di sé. Non sempre i farmaci bastano. Quindi non ci sono scorciatoie o tasti da premere per guarire. Tocca darsi da fare. E anche facendosi aiutare. Ma la sofferenza potrebbe diminuire. Ti sembrerà strano, ma ci sono persone che pensano solo al suicidio, senza aver mai tentato di parlare con uno psicologo o un gruppo di aiuto. Un altro spunto fondamentale è quello che ha scritto Equilibrium prima di me. Ti apre un mondo ma appunto ma non è facile mettersi in discussione. |
Re: C'è altra soluzione?
"La strada va scelta e imboccata e puntualmente richiede un lavoro su di sé."
Ma questo lavoro su di sé in cosa consiste? Se a me la vita che conduco dà noie perché è faticosa e frustrante, come può alleggerire questa cosa qua un lavoro aggiuntivo e frustrante da svolgere? :nonso: Se a me la vita disturba a causa di questa cosa e mi propongono nuovamente di lavorare per risolvere la cosa, non potrà mai funzionare si è sostituito un lavoro faticoso con un altro lavoro faticoso. Mi lamento del fatto che un algoritmo impegna tutte le risorse e arriva qualcuno che mi dice di avere la soluzione e mi dà un altro algoritmo che è soltanto diverso ma comporta lo stesso consumo di risorse, e ci ritroviamo sempre allo stesso punto. |
Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
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Per questo dico che dipende. |
Re: C'è altra soluzione?
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Se avessi un dente cariato e qualcuno mi proponesse di operarmi al dente senza anestesia (supponiamo di vivere in un mondo in cui non ci sia) so già che non sarei capace di stare fermo sottoposto a questo picco di stress, in linea di principio la cura funzionerebbe ma io potrei non avere le risorse per sostenerla. Se mi muovo mentre il tizio mi opera come fa ad operarmi? Mi potrebbero anche dire che c è questa alternativa ma per me sarebbe comunque impraticabile se comporta la sopportazione di cose del genere. Probabilmente sceglierei di farmelo tirare il dente. Per me vale un discorso analogo per il suicidio, se le alternative comportano questi picchi di stress, non è vero poi che si ha scelta, visto che si assume a monte che non sono facili da sostenere e comportano comunque la sopportazione di certe soglie di frustrazione, potrebbe darsi che queste soglie sono comunque troppo alte per quel soggetto. Se un bambino non riesce a star fermo per un ora a scuola ad ascoltare l insegnante e arriva uno psicologo che dice di avere la cura e comporta che il bambino stia fermo per un'ora in un altro ambiente ad ascoltare lo psicoterapeuta, in casi del genere non può funzionare la cura, si assume che la persona abbia la capacità che la cura dovrebbe fare assimilare alla persona da curare. |
Re: C'è altra soluzione?
Proviamo a procedere col discorso inverso.
Se per alleviare la tua sofferenza tu cerchi un percorso semplice e indolore, io ti dico che questo percorso, non portando a un lavoro profondo su di te, a un cambiamento sostanziale, forse sarà solo un effimero palliativo, alla cui fine dell'effetto tu starai come o peggio di prima. Il tuo destino più probabile sarà di restare solo con la tua sofferenza senza nemmeno la "determinazione" per il suicidio, che rimanderai vita natural durante: perché il suicidio richiede non poche risorse e stress anche quello! Se per te (te inteso non come personalmente a te, chiaramente) va bene così, allora la tua storia te la sei già scritta in anticipo. Oppure puoi provare una storia più interessante, quella ancora da scrivere... |
Re: C'è altra soluzione?
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Solo con la mia sofferenza lo resto perché non c'è alcunché là fuori che non mi faccia sentire solo con questa, anche il tuo bel discorso mi lascia solo con la mia sofferenza. Te l'ho già detto che questa roba mi lascia nella merda comunque, devo dire e riconoscere per forza che mi è di aiuto? Non mi aiuta. Sono diventato anche abbastanza nevrotico perché molte persone l'aiuto vogliono imporlo non gliene fotte nulla della mia domanda. Se si può fare solo questo, per me questo semplicemente non basta. A te basta, va bene così? Hai risolto. Io no, non ho risolto niente rimango sempre e comunque insoddisfatto nel profondo. Non mi va bene il tuo tipo di aiuto e non mi va bene l'esistenza e può essere come dici tu che non mi vada bene nemmeno dovermi suicidare in certi modi. Non mi va bene niente di tutto questo, non è che scelgo con felicità una di queste cose, è come agire sotto minaccia, agisci per evitare un male ma ne subisci un altro. Scelgo il minore dei mali per me, com'è logico, ma comunque devo subirlo e quindi il male non l'ho alleviato. Ci si comporta come certi venditori che vogliono venderti qualcosa che per te è inutile dicendoti poi che sei un coglione nel rifiutare il loro affare. E' un affare? Andate a venderlo a qualcun altro, di affari del genere io personalmente ne ho le palle piene e venditori del genere non li reputo miei amici. Tu dimmi il tuo prodotto a cosa servirebbe come si usa e cosa fa, se mi torna utile lo prendo, se no vai a quel paese tu insieme alla tua cura del profondo, già vivo male, poi devo anche affliggermi a causa di queste persone fastidiose. Sul mercato c'è solo questo prodotto qua? Non mi frega nulla lo stesso a me non serve. A chiedere aiuto sono io, e la domanda di aiuto la formulo io non è che vale il contrario è l'altro che vuole aiutarmi a cazzi suoi dandomi magari una forma di aiuto che a me non serve perché deve dimostrare che è sempre possibile aiutare tutti. Se si fa così non ci vuole niente a dimostrare che si possono aiutare tutti. |
Re: C'è altra soluzione?
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il suicidio è bello perché annulla ogni problema |
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L'aiuto invece devi cercarlo, sperare di trovarlo, e scegliere di accettarlo per quel che comporterà. L'imposizione e il marketing non funzionano. La scelta di farti aiutare resta tua. La strada la si può anche percorrere assieme, ma devi essere tu a scegliere di imboccarla. Purtroppo è così. |
Re: C'è altra soluzione?
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Questo discorso è un discorso da venditori, si assume che l'aiuto che tu proponi a me sicuramente serve. Non può essere anche questa forma di aiuto un prodotto che a me non serve e non risolve quello che io vorrei davvero risolvere? Tu dici "l'aiuto c'è sei tu che non vuoi farti aiutare" io dico che "questo aiuto qua non mi è d'aiuto" e che è una cavolata poi quella che tu sostieni, che io "non voglio farmi aiutare". E' con questo giochetto retorico qua che si cerca di imporre l'aiuto, dimmi tu se non è un giochetto retorico, roba da ipnosi, ti viene prospettata una scelta tra la strada buona e salvifica e la strada verso l'inferno quando non è affatto sicuro che ci sia, magari sono due inferni uno più profondo dell'altro, ma due inferni. E' proprio di questo che si sta discutendo, e lo si assume come vero a monte, "la strada salvifica c'è, è questa qua e devi soltanto sceglierla", ma se per me quella strada non è salvifica ed è un altro inferno che non mi aiuta? No, mi deve aiutare per forza e se non mi aiuta visto che io poi scelgo altro devo passare per quello che rifiuta l'aiuto e la salvezza. Ma se un tizio mi regala una cosa che a me alla fine non serve, mi disturba, e poi vuole pure che io ricambi o provi gratitudine io questo tizio lo mando a quel paese, io regali fatti con questo atteggiamento qua non li voglio proprio, teneteveli. |
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Per te non vale la pena tentarli. Mi dispiace che la pensi così e lo capisco anche. Come vedi. Non c'è proprio nessuna vendita |
Re: C'è altra soluzione?
Io ho provato diversi percorsi per riuscire a trovare una soluzione alla mia condizione in questi ultimi 10 anni, tra terapie psicologiche, farmacologiche e il ricovero.
Nonostante l'impegno e la fatica, non è mai cambiato nulla, anzi...con il passare degli anni sono solo peggiorato. Penso al suicidio ogni giorno, non vedo più altra soluzione per porre fine alle mie sofferenze, ma purtroppo non riesco nemmeno a trovare il coraggio per arrivare fino in fondo. Ho tentato ma non ci sono riuscito. Mi auguro che arrivi il prima possibile la giusta spinta necessaria ad uscire ad abbandonare questo limbo. Mi rifiuto di arrivare così a 30 anni; quell'età lo sempre vista come il tempo limite. |
Io non ho soluzione ai miei problemi se non vivacchiare alla meno peggio, anni fa ebbi un crollo emotivo molto grave ed ero sotto zero, ma non so ora se mi arriverà nuovamente una crisi così grave di quel tipo
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Re: C'è altra soluzione?
Non capisco quando si dice "il percorso per stare bene è lungo e faticoso". Cioè uno che già sta male deve aggiungere ulteriori affanni nella speranza forse un giorno di stare meglio? Qual'è il senso di tutto ciò?
Sinceramente mi sono un po rotto le palle della solita retorica che la vita è sacrificio, fatica, lacrime e sudore se vuoi ottenere risultati. Dove sono tutte queste persone positive stremate dalla fatica? Io non le vedo. Siamo stremati solo noi che viviamo nella depressione, siamo stanchi prima ancora di alzarci dal letto. Questo non vuole entrare in testa a chi non sa cosa significhi, sinceramente preferirei avere un cancro o l'aids, almeno sai che muori. La depressione è come morire ogni giorni, per mesi, anni, decenni. Cosa me ne faccio della fatica? A che scopo? Meglio sviluppare dei palliativi che danno una sensazione di benessere temporaneo, che poi non è reale chissenefrega. Almeno prima di morire potrò ricordare quel momento in cui ho avuto l'illusione di stare bene piuttosto che incamminarmi in percorsi tortuosi che nella migliore delle ipotesi possono portare verso l'accettazione di essere dei miserabili. |
Re: C'è altra soluzione?
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Certo ci vorrà magari una certa dose di impegno se si vogliono raggiungere determinati risultati in qualcosa, ma sembra quasi che la vita per essere considerata tale deve essere per forza costellata di difficoltà, ostacoli, problemi da affrontare altrimenti non va bene. È un estremizzazione che appesantisce solamente l'esistenza, secondo me. Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
Re: C'è altra soluzione?
Io non riesco proprio a convincermi che felicità e infelicità dipendono da noi. Sarei anche capace di arrivare a compiere crimini efferati per dimostrarlo (è un'esagerazione un esperimento mentale), per mostrare che quando un essere è in balia di una potenza superiore a lui, potenza che può torturarlo, non potrà dominare più nulla come crede, nemmeno i suoi pensieri se questa potenza può ficcargli degli aghi nel cervello nei punti giusti. Basta un piccolo batterio che si mangia pezzi del tuo cervello e hai voglia di far meditazione e altro il cervello va a farsi benedire.
Cos'è l'uomo? Un misero agglomerato di cellule che non è padrone nemmeno del suo naso e che è in balia di forze che lo possono trasformare e distruggere rendendolo un cumulo di materia informe in ogni momento. Questa precarietà pare quasi che sparisce in certi discorsi ottimistici, si è padroni di tutto, della propria felicità del proprio star bene, a me pare invece che non si sia padroni proprio di nulla, accidentalmente si possono fare certe cose, ma solo accidentalmente. Alcune persone hanno fatto più volte esperienza di questo controllo e si è creata questa illusione, ma questa illusione sparisce velocemente quando si torna in balia di queste forze e queste si fanno sentire, e chi subisce certe malattie senza riuscire a controllarle, chi subisce rifiuti e torture varie legato come un salame poi lo comprende bene, impara bene questa lezione. Tutti questi bei discorsi sullo spirito libero da ogni determinazione sono a monte falsi per me, c'è prima la materia, l'organico, che è regolato dalle stesse forze che fanno cascare un sasso, senza questa roba qua lo spirito evapora. Si dice che si coltiva la consapevolezza ma poi a questa cosa com'è che uno non ci pensa? In fin dei conti da morti si è liberi da queste forze, non possono più dominarci perché non esistiamo più, l'organismo è disgregato e con esso dovrebbe aver cessato di esistere anche la coscienza, la volontà, i desideri e il resto. Io non percepisco più questa cosa in negativo, percepisco in negativo il morire, il soccombere, non l'essere effettivamente morti. Una eternità silenziosa di pace libera da ogni conflitto. |
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Avere fiducia nella propria figura medica di riferimento e già come scalare l’Everest. Nessuna lotta solo fiducia e un pizzico di pazienza. |
Re: C'è altra soluzione?
La soluzione al suicidio è ottenere una vita migliore soddisfacendo i propri bisogni e desideri o raggirare/spegnere i meccanismi che causano il dolore.
Il suicida vuole smettere di soffrire. La sofferenza è provocata dal dolore. Si è persa la speranza di uscirne. C'è la paura che non solo il futuro non sarà migliore ma che possa perfino peggiorare. Sono problemi che non si riescono a risolvere. Ambizioni che non si riescono a perseguire. Ottenere una vita migliore non è facile per nessuno, per alcuni è molto difficile e per altri è impossibile altrimenti lo avrebbero già fatto, forse commettono errori? strategie sbagliate? chissà se sì, se sì chissà quali. Raggirare i meccanismi che causano il dolore.. Quando penso di avere una brutta vita è perché la confronto con la vita di chi sta meglio o con la mia vita a quando stavo meglio e allora cerco di smettere di farlo e anzi cerco di pensare a chi sta peggio o quando stavo peggio ma per tanti questo non funziona. Penso anche che l'uomo sia progettato per abituarsi a quello che ha e non essere mai soddisfatto se non temporaneamente, desidera sempre qualcosa di più. Questo non significa cercare di smettere di desiderare ma abbassare l'asticella, porsi dei piccoli obiettivi di tanto in tanto e raggiungerli, non pensare alla soddisfazione di arrivare in cima al grattacielo ma alla soddisfazione di fare un gradino alla volta. Anche questo però per molti non funziona. La realtà è diversa per ogni persona, la realtà non è fuori ma dentro ognuno di noi, filtriamo e interpretiamo tutto e ogni testa è diversa in base anche al vissuto, metti poi che la tua testa non funziona nemmeno come dovrebbe e questo complica tutto. Quando ogni speranza è persa bisogna cercare aiuto, magari dove tu hai fallito nell'uscirne fuori qualcuno può aver successo. |
Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
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Re: C'è altra soluzione?
Lasciando perdere il suicidio, per rispondere alla domanda quale altra soluzione.
Fino adesso, non si è ancora visto o sentito o letto di qualcuno che è riuscito davvero ad uscire da queste situazioni. E ciò è indicativo di quanto sia veramente tutto molto ma molto difficile |
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