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In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
per evitare che tutto il personale finisca per odiarci o ridicolizzarci? alle solite stupide domande scomode che saranno poste (a volte in forma di battute) meglio rispondere in maniera sincera ma simulando una sicurezza inesistente o rispondere in maniera totalmente non vera? e soprattutto se non si vuole andare a mangiare pizze con i colleghi od andare a pranzo con loro come si fa a rifiutare sempre evitando che questi finiscano nel corso delle settimane per metterci piedi in testa o dire tra di loro che siamo strani perche' siamo isolati?
p.s. non mi trovo in questa situazione e non sto iniziando a lavorare, ma vedendo esperienze passate in cui sembrava che qualcuno volesse la cronologia delle mie relazioni oppure voleva invitarmi a mangiare con loro come se loro dovessero insegnarmi a vivere (o fare amicizia, cosa che a me non interessava assolutamente) so che il mondo e' fatto cosi' e non si puo' vivere in maniera isolata senza che qualcuno venga a rompermi le scatole. no quote |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
io son già considerata l'asociale:interrogativo: domande personali non me ne fanno, fortunatamente, riguardo alle uscite di gruppo ( che fanno continuamente ) all'inizio dicevo che non potevo, poi col tempo ho smesso di rispondere direttamente sul gruppo whatsapp dove proponevano, semplice:interrogativo:
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Lo scopo principale per me è fare il mio lavoro e soddisfare i superiori che mi pagano, non socializzare.
Non ho dunque motivo di "vergognarmi" di quel che potrebbe sembrare "inusuale" della mia gestione della mia vita privata nel rispondere alle domande indiscrete degli eventuali colleghi (vita mondana&sociale, amore, eccetera). |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Sul fatto di non voler andare a mangiare la pizza conservando però relazioni normali non esistono soluzioni. Anche tra gli animali superiori, seppure credo solo con i primati, offrire cibo è il primo test di relazioni sociali. Anche questo antichissimo comportamento esiste ancora solo che è sublimato, pensa solo ai banchetti funebri in cui si rinsaldano le relazioni. Alla terza o quarta volta che rifiuti, a livello inconscio sarai percepito come quello che sta da una parte e non vuole interazioni. Difficilmente chi invita si rende conto esplicitamente che sta agendo un tratto evolutivo di decine di migliaia di anni, ma questo non cambia le cose. Aggiunto un commento non richiesto, ovvero che essendo passato io attraverso questo stadio di non volere relazioni sociali (se pure solo per sottrarmi alla sofferenza mentale e non per spocchia) non riesco a capire che gusto si possa provare a non avere rapporti cordiali con gente a cui si deve stare accanto per un terzo delle ore di una giornata. Avere sul posto di lavoro due o tre persone relativamente vicine se non fidate è vitale per la normale vita quotidiana, senza chiamare in causa paroloni come "amicizia". Però chiaro, vale il "contenti voi contenti tutti". |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Quando lavoravo dicevo mezze verità ai colleghi, ad esempio di essere andata in vacanza o al ristorante con un'amica (invece ero andata da sola o con i genitori). La mia strategia era di parlare di posti in cui ero effettivamente stata, che avrei saputo descrivere in caso di domande ulteriori, e inventarmi la compagnia di un'amica immaginaria senza entrare nei dettagli. Ovviamente avevano capito che sono introversa, quindi non avrei mai potuto dire che frequentavo discoteche o grosse compagnie di gente... bisogna essere credibili insomma, qualche balla ma senza esagerare e dare risposte mirate e evasive alle loro domande da ficcanaso.
Gli inviti mi sono capitati solo due volte, in entrambi i casi ho risposto: "no non ci sono", e fortunatamente nessuno mi ha mai chiesto spiegazioni ulteriori. Inviato dal mio SM-A405FN utilizzando Tapatalk |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
È una sola la vita.
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Dipende forse anche dal contesto. Ci sono ambienti che di suo sono più tranquilli e quindi anche se uno sta un po' in disparte non gliene frega molto a nessuno.
Il mio problema è riuscire a lavorare insieme, perché ad esempio devi fare una pratica ma devi portare un documento a quello, dire quella cosa a quell'altro ecc e quindi per forza ci devi interagire. Come fate in questi casi? Io all'inizio cercavo di stare informale e tipo "stoccafisso", imparziale insomma ma gli altri erano molto estroversi, parlavano e scherzavano sempre (a volte anche pesantemente) e quindi quella sbagliata ero io che non ero come loro.. in questo caso l'unica possibilità per me era di andarmene, non potevo mica competere con certa gente.. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Al lavoro a parer mio ci si dovrebbe andare per lavorare, e nessuno è tenuto a raccontare i minimi dettagli della propria vita.
Io avevo la mia capo che passava le giornate a litigare con suoceri, ex, maestre, e che sovente faceva battute anche volgari con gli altri colleghi, inutile dire che io ero proprio agli antipodi e raccontavo poco e niente. A me non riesce socializzare a prescindere con tutti solo perché secondo qualche stramba teoria sarebbe giusto farlo perché sono colleghi. Se poi ci sono le basi per un rapporto più profondo, con una persona di cui mi fido, ben venga. Comunque di base se capiscono se sei introversa dopo un po' non insistono (e se lo fanno sono dei grandi maleducati), al massimo a volte si può raccontare a grandi linee cose fatte (posti visti, libri letti, serie o film...) senza entrare troppo nei particolari; salutare sempre cercando di essere gentili e cordiali e sorridere. Si può cercare di mantenere un buon rapporto scindendo la vita lavorativa da quella privata. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Però per tutto il tempo di cosa si parla? Solo di lavoro? Una volta capito cosa fare io non riesco più a parlarne.
Ho visto che gli altri, per non parlare dei propri fatti, parlano di cosa hanno fatto gli altri altri colleghi (quasi sempre in negativo).. Ma io non voglio nemmeno parlare dei colleghi, cosa me ne frega di quello che fanno o non fanno.. bisognerebbe parlare di cose generali e astratte forse, finché l'altro non si stanca e se ne va da solo :D |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Quindi so già dove non potrei mai andare a lavorare :sisi:
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Mica per nulla il fenomeno hikikomori nasce da quelle parti, un' esagerazione genera il suo opposto.
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
Una cosa strana che avevo sentito sul Giappone è che più che la produttività guardano il tempo che dedichi al lavoro, quindi puoi anche essere scarsamente produttivo ma l'importante è che passi più tempo possibile al lavoro:D Penso che questo c'entra con quei video dove si vedono giapponesi addormentati ovunque perché sono stati ore e ore al lavoro.
Ho scritto troppe volte lavoro e io neanche lavoro. |
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Poi ovvio ci sono quelli che è palese non abbiano chissà che amicizie fuori dal lavoro ma hanno per esempio marito e figli e quindi parlano solo di loro.. noi nemmeno quello possiamo dire! Altri invece parlano magari di quello che gli succede.. ma a me capitano solo disgrazie.. Altri ancora dei loro hobby, tipo sport, ballo, corsi... forse questa è l'unica cosa abbordabile, si parla dei propri interessi, però anche qui raccontare sempre e solo che si va a giocare a briscola con i vecchi del paese ogni sabato sera a 30 anni (un esempio) non è che sia la miglior cosa da dire. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Io non ci vedo niente di difficile a cercare di mantenere la riservatezza della vita privata; cosa peraltro tendo a fare con parenti e conoscenti. Non c'è bisogno che parli della tua famiglia, di cosa hai fatto ogni weekend, con chi o se esci la sera, o ricevere telefonate private con gli altri che ascoltano, o raccontare di un problema familiare, o fare pettegolezzi sugli altri colleghi. Posso parlare di una serie che ho visto, di un posto che visitato, parlare dei miei gusti musicali o delle cose che mi piacerebbe fare o vedere. Puoi benissimo mantenere rapporti cordiali e amichevoli e rimanere sul vago quando vuoi evitare certi argomenti, facendo capire che non ne vuoi parlare, a meno che non ti venga fatto il terzo grado. Certo, un minimo di rapporti li devi tenere. Inoltre nell'ultimo lavoro avevo la fortuna di lavorare vicino casa, quindi tornare a casa per pranzo, e con questa scusa evitavo la pausa pranzo. Inoltre in ufficio eravamo solo il mio superiore e io. Poi stavo facendo un ragionamento soggettivo: so benissimo che tra le soft skills richieste ci sono la socializzazione, la sempreverde capacità di lavorare sul gruppo e le buone capacità relazionali. E sono consapevole che io stessa sono carente da questo punto di vista, e che probabilmente una persona che non parla di sé può essere vista come snob e stare antipatica, perché si percepisce che vuole mantenere la distanza. Stavo parlando di un mio limite di aprirmi con persone che sono colleghi, e di come cerco di conciliare la mia riservatezza con l'obbligo di condividere otto ore e più della giornata con altre persone, che spesso io avverto come costrizione. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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A me invece, già dal primo giorno di lavoro, a dirmi "Ma non hai amici o qualche compagnia con cui uscire? Alla tua età sarebbe normale..", chiesto così, dal nulla, senza conoscermi o altro. Quindi purtroppo proprio fisicamente e come comportamento si vede già come sono.. e non riesco più di tanto a mascherarlo. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
I colleghi non sono amici, almeno non inizialmente.
Il fatto che per loro sei riservato e asociale non dovrebbe pesarti come quando a pensarlo sono gli amici o i parenti. Sarà il tempo ad aiutarti a selezionare i colleghi con cui potrai aprirti, ma senza fretta e soltanto se e quando sarai tu a volerlo: come ha già scritto qualcuno, al lavoro il tuo obiettivo principale è soddisfare le richieste dei superiori, il resto non è necessario. Eccetto ovviamente quei casi in cui la socializzazione è richiesta proprio dal datore come parte importante del processo (ad esempio, nei gruppi di lavoro in aziende più "smart" o cose simili): qui la soluzione è cercare di non aprirsi troppo, e se la situazione diventa insostenibile, ci sono sempre le dimissioni. Non essere compatibili con l'ambiente di lavoro, mi sembra un motivo sufficientemente ragionevole per rinunciare ad esso. |
Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
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Re: In che modo porsi all'inizio di un nuovo lavoro
ah boh, io dopo 16 anni di lavoro ancora non l'ho capito come si fa..
non fidarsi di nessuno è la regola base. la mia unica certezza. un'altra quasi sempre valida, ma lì dipende dalla persone, è di non provarci mai con colleghe/i. non che devi essere chiuso agli approcci, se ci provano loro va bene, ma valuta che sia una cosa concreta, poche chiacchiere, si esce e poi valuti. Io personalmente sarei cmq per l'evitare storie sul lavoro. Se qualcosa va male diventa tutto di dominio pubblico. Te lo dice uno che a fronte di due rifiuti, con relative perculate, si è rovinato la vita. Per il resto.. tu dici che non ti interessa socializzare con loro.. non che hai ansia.. beh, se non ti interessa non andare. Dopo un po' cominceranno a non chiedertelo più. Io però proverei almeno una volta, hai visto mai che ti ci diverti. Sulla tua vita privata non dire molto. Non essere troppo chiuso, ma non dire molto. Di che sei single, nel week-end esci con gli amici e fai sport. Se ti chiedono di ex-ragazze di che ne hai avuta una o due tempo fa. Una a distanza e un'altra più nelle vicinanze ma non nella zona del lavoro ,così non sono rintracciabili. La cronologia te la inventi e se ti chiedono foto digli che le avevi sul cell ma si sono cancellate. |
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