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XL 03-03-2019 23:44

Condividere/Amare
 
Sono arrivato alla conclusione che spesso io non riesco a condividere qualcosa di significativo con l'altro mantenendo in piedi contemporaneamente una relazione con questo.

E' capitato di recente nell'ultima seduta di psicoterapia.

Volevo parlare del fatto che penso spesso al suicidio, che non sto bene, di certi problemi familiari, ma entro nella stanza e la psicoterapeuta esordisce con la frase "sono molto stanca, non ci vediamo la settimana prossima perché devo andare a trovare mia figlia a Roma"...
Come ho reagito alla cosa?

Ho iniziato a simulare un benessere che non c'era affatto dentro di me... Ma l'ho fatto già altre volte questo, lo faccio spesso per evitare che si vada nel solito ciclo in cui l'altra persona si arrabbia sempre di più e finisce col cacciarmi via.

Perché l'ho fatto? Perché penso sempre che per mantenere in piedi una qualsiasi relazione non si può esprimere quel che si ha dentro perché l'altro non vuole sentire mai davvero quel che mi passa per la testa quando risulta troppo disturbante ed intollerabile.

Ho pensato a queste cose rileggendo una cosa che avevo scritto molto tempo fa...

"Più ti avvicini agli altri, più ti devi allontanare da te stesso. Scrivo, perché scrivo, ma scrivere per comunicare è inutile. Ogni volta che voglio dire qualcosa, il messaggio non arriva a destinazione. Nessuno vuole o riesce ad ascoltare quel che voglio dire, perciò ho finito con il discorrere o lo scrivere da solo. Per trasmettere qualcosa si è sempre costretti ad indossare la maschera preferita dal pubblico, la maschera che non annoi, la maschera che non spaventi, rattristi o atterrisca, la maschera del buon umore, la maschera che sia capace di renderci attraenti. Ma a che serve divertire, se poi alla fine non riusciamo a dire ciò che vogliamo dire, se la nostra parola è lontana dal nostro essere, lasciando negli altri del nostro pensiero, appunto, solo una maschera?"

E così ho finito col parlare da solo, non provo nemmeno a condividerli certi pensieri.

Cos'ha a che fare la condivisione con l'amore?
Ecco secondo me è la base di ogni forma di amore, se manca questa c'è magari una relazione concreta, ma non si condivide quasi nulla.

Si discorre con una persona ma non si condivide il contenuto e la forma del discorso, e tenere un discorso così è ancora più insensato dell'avere una relazione sessuale con una prostituta, che almeno in un verso qualche piacere lo dà.

La non amabilità che sperimento, la sperimento anche a livello di quel che mi passa per la testa, non è solo esteriore, attacca anche quel che c'è dentro. Ho provato a condividere adesso qualcosa con voi, di quel che penso, visto che non riesco con la psicoterapeuta.

Mi sembra che là sia impossibile parlare di certe cose, perché per lei questi pensieri sono "parti non sane" e non dovrebbero esserci, ma qualcosa bisognerà pur farci con queste "parti non sane" visto che ci sono adesso, non le si può mica mettere sotto al tappeto perché disturbano.

E' una cosa che mi capita spesso, o si apre un conflitto con l'altro fino alla distruzione del legame (ed in genere non sono io a reciderlo), o devo cedere e nascondere queste parti.

Franz86 03-03-2019 23:47

Re: Condividere/Amare
 
Cambia terapeuta.

XL 03-03-2019 23:57

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2232477)
Cambia terapeuta.

Ma non è un problema locale mi sa. Avrò a che fare sempre con esseri umani che non vogliono avere a che fare col brutto o col proprio fallimento. Uno psicoterapeuta che non riesce a curarti o a farti star meglio avrà a che fare sempre poi con queste cose, e come glielo si può spiegare che non ti potrà aiutare come immagina senza scaricarti addosso tutto?
Sarebbe una relazione frustrante per ogni psicoterapeuta una relazione in cui non ci sono progressi dal suo punto di vista. Uno psicoterapeuta è disposto a condividere qualcosa col paziente che "progredisce", non con quello che non riesce secondo certi parametri.

cancellato15324 04-03-2019 00:31

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232475)
La non amabilità che sperimento, la sperimento anche a livello di quel che mi passa per la testa, non è solo esteriore, attacca anche quel che c'è dentro. Ho provato a condividere adesso qualcosa con voi, di quel che penso, visto che non riesco con la psicoterapeuta.

Ma la terapeuta lo fa di mestiere, perchè non ti senti libero di parlare di certe cose e aprirti, come potrà aiutarti se non ti fidi di lei? Sei in terapia da poco tempo?

Quote:

Mi sembra che là sia impossibile parlare di certe cose, perché per lei questi pensieri sono "parti non sane" e non dovrebbero esserci, ma qualcosa bisognerà pur farci con queste "parti non sane" visto che ci sono adesso, non le si può mica mettere sotto al tappeto perché disturbano.
Se non avessi queste parti non sane non avresti neanche motivo di andare in terapia, o no? Non capisco il suo punto di vista. :nonso:

Quote:

E' una cosa che mi capita spesso, o si apre un conflitto con l'altro fino alla distruzione del legame (ed in genere non sono io a reciderlo), o devo cedere e nascondere queste parti.
Questo invece lo capisco benissimo, hai paura che aprendoti gli altri possano avere una reazione ostile nei tuoi confronti. Beh, può essere vero se non scremi le persone con le quali hai a che fare, ovvio che certe cose non si possano dire a tutti.
Ma il terapeuta non è un amico, sta lì per aiutarti.

Franz86 04-03-2019 00:38

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232481)
Ma non è un problema locale mi sa. Avrò a che fare sempre con esseri umani che non vogliono avere a che fare col brutto o col proprio fallimento. Uno psicoterapeuta che non riesce a curarti o a farti star meglio avrà a che fare sempre poi con queste cose, e come glielo si può spiegare che non ti potrà aiutare come immagina senza scaricarti addosso tutto?
Sarebbe una relazione frustrante per ogni psicoterapeuta una relazione in cui non ci sono progressi dal suo punto di vista. Uno psicoterapeuta è disposto a condividere qualcosa col paziente che "progredisce", non con quello che non riesce secondo certi parametri.

Beh ma se pensi tu alla frustrazione del terapeuta c'è un' inversione di ruoli mica da poco. :sisi:

Se ti apri più sul forum che con il professionista allora è una perdita di tempo, o comunque è solo contatto umano, non è terapia.

TM 04-03-2019 00:45

Re: Condividere/Amare
 
:applauso: hai un punto di vista, in questo, davvero molto simile al mio. Ho finito i ringraziamenti, purtroppo. Secondo me un caso in cui il messaggio può arrivare a destinazione è quando è vuoto, irrilevante.
Io ti consiglieri di cambiare terapeuta.
Almeno "noialtri" abbiamo questo forum.
Se non fosse per canali di comunicazione come FS molto, a mio parere, andrebbe perso. È una valvola, certo non perfetta, ma almeno c'è. Buona fortuna XL

alien boy 04-03-2019 00:53

Re: Condividere/Amare
 
non me ne intendo molto ma credo che uno psicoteraupeta debba ascoltare qualsiasi cosa abbia da dire il paziente, anche se per esempio manifesta il desiderio di fare una strage. O questa non è per niente professionale oppure non sa che risponderti quando parli in un certo modo e cerca di prendere una strada che porti a farti fare altri pensieri, a provare a far vedere la situazione da un'altra prospettiva. Se ti ascoltasse comunque andrebbe bene? Da solo non basterebbe, ci vorrebbe anche la comprensione che è la parte che permette la condivisione, ma non la implica nel senso che magari uno può capire e anche in parte immedesimarsi nel problema mantenendo comunque una resistenza verso il giustificare il pensiero negativo, non viene spontaneo rimanere in quella posizione in cui ci si è calati per arrivare ad "agganciare" il malessere altrui; dall'esterno si tenta di sfuggire dal rimanere bloccati nella visione che chi parla sta cercando di evidenziare, dal vicolo cieco in cui la personalità non coinvolta non vuole essere, in un certo senso, teletrasferita. Razionalmente chi ascolta può avere anche ragione nel comunicare la possibilità di nuovi spazi che l'interlocutore non è nella condizione di apprezzare, ma proprio per quest'ultima difficoltà sono approcci che possono non funzionare. Per cui forse si preferisce deviare la discussione, metterla sotto una luce diversa; oppure magari "riparare" con la forza ricorrendo ai farmaci, che comunque secondo me non vanno a sostituire o a ricostruire la persona annullando i nuclei del malessere, le proprie motivazioni che rispondono a ragionamenti che hanno una loro logica, giustificata dal proprio vissuto. Come una membrana, che puoi rendere spessa quanto vuoi, ma se poi dovessi abbassarla rischia sempre di far fluire i contenuti che si erano dispersi nella propria psiche.

Moonwatcher 04-03-2019 01:24

Re: Condividere/Amare
 
Ora capisco certe tue idee sulla psicoterapia, ma sul serio capita che si arrabbi fino a cacciarti? :interrogativo:

XL 04-03-2019 08:44

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Stregatta13 (Messaggio 2232493)
Se non avessi queste parti non sane non avresti neanche motivo di andare in terapia, o no? Non capisco il suo punto di vista. :nonso:

Si può essere in disaccordo su questo, ed io lo sono quasi sempre. Io vado in terapia per certi motivi miei, ma mi sembra di non riuscire a condividerli con la psicoterapeuta stessa.
Ma è un problema generale e pervasivo questo.
C'è in tutti i tipi di relazioni questo problema della condivisione, e non ne vengo a capo.

Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 2232514)
Ora capisco certe tue idee sulla psicoterapia, ma sul serio capita che si arrabbi fino a cacciarti? :interrogativo:

In realtà ci arrabbiamo entrambi certe volte, ma di nuovo, è un problema pervasivo, si arrabbia l'altra persona e mi arrabbio anche io. Per questo contengo quel che esprimo, se esprimo certe cose in certi contesti le altre persone reagiscono sempre in certi modi, io posso solo contenere quel che faccio per evitare queste reazioni, non di più.
Ad esempio un depresso non può essere o mostrarsi tale oltre un certo limite senza incontrare poi una forma di rifiuto, questo l'ho compreso da un bel po'.

Quote:

Originariamente inviata da alien boy
non me ne intendo molto ma credo che uno psicoteraupeta debba ascoltare qualsiasi cosa abbia da dire il paziente, anche se per esempio manifesta il desiderio di fare una strage.

Ma come reagisce a questa comunicazione? Ad ascoltare, ascolta, le parole arrivano all'apparato uditivo e qualcosa il cervello la elabora... Ma condivide davvero?
Il punto è questo, si può anche ascoltare un discorso senza condividerne il contenuto a diversi livelli.
Il problema per me non è parlare di certe cose, ma riuscire davvero a condividerle con l'altra persona.
Se esprimi qualcosa a qualcuno e questo si annoia, si arrabbia o inizia a provare sentimenti di disprezzo verso di te ecc. ecc. si è condivisa davvero questa comunicazione o no?
Secondo me no.
Ma è un problema generale questo, non ha a che fare solo con la psicoterapia, ma con tutti.

Se io fossi un militante dell'isis (o movimenti simili) e comunicassi il mio desiderio di fare una strage ad uno psicoterapeuta, questo prenderebbe una certa posizione morale probabilmente contrapposta alla mia, e non mi sentirei poi compreso, le mie motivazioni in buona misura verrebbero "derise" da questo atteggiamento.
Anche qua nel forum certe cose non le condivido per gli stessi motivi.

Ho parlato di questa esperienza per parlare di qualcosa che è molto generale per me.
La relazione con uno psicoterapeuta è come una qualsiasi altra relazione con qualsiasi altra persona, sarà soggetta agli stessi ed identici difetti se sono difettate anche le altre.

Io è vero, non mi fido di nessuno, perché il più delle volte non ho trovato nessuno che stesse davvero dalla mia parte e che abbia avuto a cuore i miei interessi. Quelli che sento miei però e che ho scelto io, non quelli che ha scelto qualcun altro per me perché pensa che siano più sani.
Mi sembra proprio inevitabile lo scontro e poi la successiva perdita di fiducia o un ridimensionamento ad una fiducia molto più contenuta e il capitolare in una condivisione limitata ai contenuti che l'altro accetta, che per me in fin dei conti potrebbero essere anche poco significativi.

Ma se voglio vedere qualcuno a questi compromessi necessari devo sottostare:
o c'è relazione con contenuti che l'altro accetta o c'è relazione senza condivisione o non c'è alcuna relazione.

Ho bisogno di socializzare, ma alla fine questo bisogno può concretizzarsi solo in relazioni con contenuti superficiali o non condivisi davvero. Ho delle idee che per la maggior parte delle persone sono intollerabili, le schermerebbero subito in un "sono idee da matti".

cancellato15324 04-03-2019 13:26

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232530)
La relazione con uno psicoterapeuta è come una qualsiasi altra relazione con qualsiasi altra persona, sarà soggetta agli stessi ed identici difetti se sono difettate anche le altre.

Assolutamente sì. Tutti i legami tirano fuori in noi le problematiche che abbiamo, io ho mollato di punto in bianco anche la mia psico a suo tempo e quando sono tornata mi ha detto: "Io da un evitante mi aspetto di essere evitata, mi hai solo confermato la diagnosi" non si è mica incazzata, se non avessi problemi non sentirei il bisogno di andare in terapia. :nonso:
Ci vuole tempo per fidarsi e affidarsi, adesso riesco almeno con lei a tirare fuori tutto ciò che mi preoccupa, perchè non mi sento giudicata (son poco più di 3 anni che ci vado ormai, non salto mai appuntamenti, son molto più predisposta a collaborare), questo non vuol dire che lei sia sempre d'accordo con me (e viceversa), ho pensieri/reazioni non sani quando racconto ciò che mi accade e lei mi fa lavorare su quegli atteggiamenti aiutandomi a cambiarli, spesso mi prende anche in giro in modo complice, si scherza insieme, non è che sta lì a farmi sentire inadatta e mettermi in difficoltà.

Quote:

Io è vero, non mi fido di nessuno, perché il più delle volte non ho trovato nessuno che stesse davvero dalla mia parte e che abbia avuto a cuore i miei interessi. Quelli che sento miei però e che ho scelto io, non quelli che ha scelto qualcun altro per me perché pensa che siano più sani.
Mi sembra proprio inevitabile lo scontro e poi la successiva perdita di fiducia o un ridimensionamento ad una fiducia molto più contenuta e il capitolare in una condivisione limitata ai contenuti che l'altro accetta, che per me in fin dei conti potrebbero essere anche poco significativi.

Ma se voglio vedere qualcuno a questi compromessi necessari devo sottostare:
o c'è relazione con contenuti che l'altro accetta o c'è relazione senza condivisione o non c'è alcuna relazione.

Ho bisogno di socializzare, ma alla fine questo bisogno può concretizzarsi solo in relazioni con contenuti superficiali o non condivisi davvero. Ho delle idee che per la maggior parte delle persone sono intollerabili, le schermerebbero subito in un "sono idee da matti".
Ma la condivisione con l'altro non comprende la comprensione totale, nè che l'altro debba essere sempre d'accordo con noi e noi con l'altro. Questo pensiero è utopico, non funziona così.
Io non sono sempre d'accordo con quanto dice la mia psico e se capita glielo faccio notare. Idem con le mie amicizie. Ma non vuol dire interrompere un rapporto, lo scontro c'è in ogni tipo di relazione con gli altri, non necessariamente deve essere distruttivo.
Ci si frequenta con qualcuno accettando il pacchetto completo, pregi e difetti, e non sta scritto da nessuna parte che o si è sempre d'accordo su tutto o non c'è un vero rapporto.

In terapia dipende da ciò che dici, se te ne uscissi fuori col fatto di voler fare una strage è ovvio che il terapeuta usi delle maniere più forti, se si tratta di fare del male a te stesso o agli altri non si può pretendere che ti dia ragione, e ci mancherebbe pure.
Se invece da evitante, ti sta bene evitare tutti (esempio a caso) non vedo perchè andare in terapia per cose sulle quali non vuoi lavorare. :pensando:

XL 04-03-2019 14:27

Re: Condividere/Amare
 
E' che io penso ci siano relazioni di tipo diverso.
A me che relazioni mancano davvero? :interrogativo:
Quelle affettive dove c'è una base condivisa comune abbastanza ampia.

Ora o questa base c'è... O non c'è, e non la si può forzare.

Anche quando ti relazioni con altre persone in ambito lavorativo si instaurano delle relazioni, ma sono coatte, si potrebbe essere su lunghezze d'onda diverse col proprio datore di lavoro, si scambiano alla fine servizi perché ci sono bisogni reciproci da soddisfare.

Ecco io con qualsiasi psicoterapeuta posso scambiare al più servizi, io lo pago, lo psicoterapeuta fa qualcosa per me come la farebbe un buon attore che recita bene, ma alla fine non ci sarà mai chissà quale fiducia e nemmeno grande condivisione.

Quote:

Originariamente inviata da Stregatta13
In terapia dipende da ciò che dici, se te ne uscissi fuori col fatto di voler fare una strage è ovvio che il terapeuta usi delle maniere più forti, se si tratta di fare del male a te stesso o agli altri non si può pretendere che ti dia ragione, e ci mancherebbe pure.

Ecco, ad esempio per me questa cosa non è così ovvia. Perché qua non ci può essere comprensione e condivisione?

Far male a sé stessi che significa? :nonso:

Se io volessi morire con un sistema agevole ed indolore per sfuggire ad una situazione esistenziale che non sopporto, e ho questa idea, questa idea è una cosa che mi sta facendo del male o del bene?

Lo psicoterapeuta per quale motivo dovrebbe avere la verità in tasca relativamente a queste valutazioni qua?

Vive per caso lui la mia vita? Sopporta lui quel che io devo sopportare io?

E' proprio la base di valori da dare all'esistenza che qua cade.

E' proprio per questo che poi non sento che c'è condivisione, lo psicoterapeuta vuol mettersi a difendere un mandato sociale, ma a me non frega nulla di questo mandato sociale, gli interessi miei in tal caso possono scontrarsi in modo deflagrante con quelli sociali, e la base condivisa essenziale per poter portare avanti un rapporto affettivo o di fiducia va a farsi benedire.
Rimane dopo tutto la base coatta di cui ho parlato, questa c'è sempre, delle relazioni ci sono in fin dei conti anche con persone con cui non si condivide quasi nulla di significativo. Se devi mangiare ci vai dal salumiere, se devi curarti dal farmacista e dal medico... E così via.

Io penso che solo questi scambi qua posso avere o pretendere, perché non c'è alcuna persona capace di accettare davvero la mia base più dura e inamovibile, anche uno psicoterapeuta non mi accetterebbe in fin dei conti.
Non accetta i miei valori, non li condivide, il grosso di me, quel che sono, lo butterebbe nella spazzatura come "non sano" (ma farebbero lo stesso anche altri psicoterapeuti in base a quel che ho letto, è anche inutile cambiare).

Questo alla fine l'ho compreso, ma capire questo lascia intatta comunque questa voragine.

cancellato15324 04-03-2019 15:14

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232645)
E' che io penso ci siano relazioni di tipo diverso.
A me che relazioni mancano davvero? :interrogativo:
Quelle affettive dove c'è una base condivisa comune abbastanza ampia.

Ora o questa base c'è... O non c'è, e non la si può forzare.

Questo è un pensiero dicotomico, dove esistono solo gli estremi, tutto-niente. Se non capiscono tutto non sono amici.
Se la pensi così, il rapporto ideale di cui parli non lo troverai mai. Le relazioni non sono perfette o ideali, siamo persone e si possono apprezzare gli altri anche se non siamo sempre d'accordo su tutto.

Quote:

Anche quando ti relazioni con altre persone in ambito lavorativo si instaurano delle relazioni, ma sono coatte, si potrebbe essere su lunghezze d'onda diverse col proprio datore di lavoro, si scambiano alla fine servizi perché ci sono bisogni reciproci da soddisfare.
I rapporti sul lavoro non sono amicizie, sono colleghi ed è normale ci sia questa superficialità, non è gente che scegli, ma che ti trovi a frequentare causa forza maggiore.
Quando parli di rapporti devi distinguerli l'uno dall'altro. Ci sono gli affetti (amici, partner, famiglia), i conoscenti (persone che conosci di vista, colleghi di lavoro, amici di amici) e gli sconosciuti. Ogni rapporto è diverso dall'altro e le dinamiche cambiano.

Quote:

Ecco io con qualsiasi psicoterapeuta posso scambiare al più servizi, io lo pago, lo psicoterapeuta fa qualcosa per me come la farebbe un buon attore che recita bene, ma alla fine non ci sarà mai chissà quale fiducia e nemmeno grande condivisione.
Assolutamente no, non centra niente il recitare una parte. Fa il suo lavoro e deve avere il giusto distacco, non siete amici, ma nemmeno se ne strafrega (in linea di massima, poi ci sono anche terapeuti coi quali non riusciamo a legare ed è normale, son persone anche loro e si deve instaurare un legame di fiducia, sennò non serve a niente).

Quote:

Ecco, ad esempio per me questa cosa non è così ovvia. Perché qua non ci può essere comprensione e condivisione?

Far male a sé stessi che significa? :nonso:

Se io volessi morire con un sistema agevole ed indolore per sfuggire ad una situazione esistenziale che non sopporto, e ho questa idea, questa idea è una cosa che mi sta facendo del male o del bene?

Lo psicoterapeuta per quale motivo dovrebbe avere la verità in tasca relativamente a queste valutazioni qua?

Vive per caso lui la mia vita? Sopporta lui quel che io devo sopportare io? :nonso:

E' proprio la base di valori da dare all'esistenza che qua cade.

E' proprio per questo che poi non sento che c'è condivisione, lo psicoterapeuta vuol mettersi a difendere un mandato sociale, ma a me non frega nulla di questo mandato sociale, gli interessi miei in tal caso possono scontrarsi in modo deflagrante con quelli sociali, e la base condivisa essenziale per poter portare avanti un rapporto affettivo o di fiducia va a farsi benedire.

Io penso che solo questi scambi qua posso avere o pretendere, perché non c'è alcuna persona capace di accettarmi davvero, anche lo psicoterapeuta non mi accetta in fin dei conti, non accetta i miei valori, non li condivide. Ma questo l'ho compreso, ma capire questo lascia in piedi comunque questa voragine.
Se la pensi così, non posso fare a meno di chiederti: cosa vai a fare in terapia? Se stai bene così e pensi di avere ragione, a cosa serve? Sei ambiguo in questa cosa, se cerchi aiuto evidentemente stai male ed è assurdo pensare di dire al proprio terapeuta di voler morire e pretendere che lui sia d'accordo. :nonso:
Non si tratta di verità in tasca, fa un lavoro in cui aiuta gli altri a risolvere certe questioni, il suicidio non può essere una tua libera scelta, o meglio lo è, ma allora non chiedere aiuto perchè se lo chiedi è normale che non lo approvi e cerchi in qualche modo di farti cambiare idea.

Una mia amica autolesionista faceva esperimenti coi i farmaci (non scendo nel dettaglio) la psico (la stessa mia) si è resa conto che stava diventando pericolosa per se stessa e non poteva andar bene una terapia in cui la vedeva una volta a settimana e le ha chiaramente detto che non poteva più far niente per lei dato che non c'era collaborazione, così le ha proposto la comunità. Quindi secondo te l'ha abbandonata/rifiutata? Ha fatto l'unica cosa che poteva fare per darle veramente un aiuto, non esiste che debba prendersi la responsabilità di seguire una persona imprevedibile che si fa continuamente del male rischiando la vita. E questo per dire che il terapeuta non è una persona che vuole i tuoi soldi e basta (come sento spesso dire qui dentro), altrimenti ciò che dici non avrebbe senso, se non collabori ti molla ed è giustissimo così. L'aiuto lo chiedi tu, nessuno ti obbliga e sta a te collaborare.

cancellato2824 04-03-2019 15:16

Re: Condividere/Amare
 
non ho mai fatto psicoterapia
pero' penso il loro sia un lavoro, come un medico che ti visita la gola o misura la pressione
cioe' da una parte essendo questioni psicologiche sembra di mettere a nudo se stessi e che necessaria una confidenza enorme, in effetti son dati sensibili ma come dopotutto anche quelli medici, o magari si puo' pensare a una vista ginecologica/dall'andrologo, ma per loro i tuoi problemi e segreti sono cose all'ordine del giorno, di una banalita' annoiante, inoltre a un medico non gli cambia la vita se per esempo ti trova la pressione alta o anche un tumore (senza per questo che non gliene freghi nulla se tu crepi e che non vorrebbe esserti d'aiuto) similmente neanche gli cambia a uno psicologo se se depresso e continui a esserlo
se se la prende o te lo fa pesare boh o e' lei in torto (c.zo d colpa ne hai se la sua terapia funziona male? al limite dovresti esserne tu scocciato) o forse funziona proprio cosi' la psicoterapia, questo non lo so
il tuo mi sembra un modo di voler compiacere, ma allora chesso' immagino anche con un medico " come va la dermatite? funziona il farmaco che le ho dato?" " si' si', grazie, mi e' proprio servito'" quando invece la pelle continua a tormentarti
poi anche mi pare che da una parte vorresti per poterti aprire che non recitasse in qualche modo una parte, ruolo, ma potesse davvero capirti, empatizzare, la compassione di cui si parlava in un topic qualche giorno fa , ma d'altra parte per me e' proprio perche' non soffre con te che non le fai sta grande crudelta' a dirle delle tue sofferenze
poi non e' il vicino che al "come va?" preferisce rispondi "bene bene" con un sorriso piuttosto che attaccargli una tiritera di ore sulla schiena che ti fa male, la macchina che non parte e una vita di disgrazie, se lei e' pagata per ascoltarti per un'ora che tu in quell'ora gli dici che stai bene o che stai male secondo me a lei non le cambia le cose non piu' che a un medico trovarti la pressione alta o bassa

XL 04-03-2019 15:20

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Stregatta13 (Messaggio 2232681)
Se la pensi così, non posso fare a meno di chiederti: cosa vai a fare in terapia? Se stai bene così e pensi di avere ragione, a cosa serve? Sei ambiguo in questa cosa, se cerchi aiuto evidentemente stai male ed è assurdo pensare di dire al proprio terapeuta di voler morire e pretendere che lui sia d'accordo.

Diciamo che è un rapporto simile a quello che avrei con una prostituta, non è del tutto inutile quando la recita regge (è quando non regge che ci sono problemi), ma nemmeno è utile come pretenderebbe uno psicoterapeuta. Mi dà la forma di un contatto umano senza però poi il contenuto e la condivisione di un contatto affettivo, con la forma soltanto la mia mente si acquieta per un po' e la cosa mi dà sollievo, ma la condivisione poi continua a mancare.
In questo sono bravi, lo ammetto.

Franz86 04-03-2019 15:28

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232686)
Diciamo che è un rapporto simile a quello che avrei con una prostituta, non è del tutto inutile, ma nemmeno è utile come pretenderebbe uno psicoterapeuta. Mi dà la forma di un contatto umano senza però poi il contenuto e la condivisione di un contatto affettivo, con la forma soltanto la mia mente si acquieta per un po' e la cosa mi dà sollievo, ma il contenuto continua a mancare.

Ma sei tu che dovresti avere delle pretese, pensare alle sue è assurdo, vedi che rovesci i ruoli.

E infatti è anche assurdo paragonare il rapporto con un terapeuta con un' amicizia o con altra sorta di rapporti come facevi in apertura, è una dinamica completamente differente: tu con un professionista hai il pieno diritto di essere anche sgradevole per lui, nei limiti dell' educazione si intende, e lui non deve prendere la cosa sul personale ma considerarla solo dal punto di vista clinico, ma se vi date i contentini a vicenda non è una vera terapia.

XL 04-03-2019 15:38

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2232688)
Ma sei tu che dovresti avere delle pretese, pensare alle sue è assurdo, vedi che rovesci i ruoli.

E infatti è anche assurdo paragonare il rapporto con un terapeuta con un' amicizia o con altra sorta di rapporti come facevi in apertura, è una dinamica completamente differente: tu con un professionista hai il pieno diritto di essere anche sgradevole per lui, nei limiti dell' educazione si intende, e lui non deve prendere la cosa sul personale ma considerarla solo dal punto di vista clinico

Ma può essere che a me del punto di vista clinico, non freghi nulla. Stai supponendo che sono d'accordo con l'idea di cura che hanno, ma ho messo più volte in evidenza che non c'è alcuna alleanza terapeutica su queste cose. Io sfrutto quello spazio per altri scopi, li avverto come manipolatori certi scopi clinici.
Altri spazi che mi diano qualcosa di simile a quel che cerco in concreto non ci sono, che dovrei fare?
O escludo del tutto le relazioni, o prendo queste cose qua e le uso a modo mio, ma tutto questo non va né nella direzione curativa da loro delineata, né verso una risoluzione, né rappresenta un rapporto profondo di condivisione e fiducia, è un surrogato di questo rapporto, se si resta all'interno dei loro scopi davvero questa fiducia non ci può essere, perché non li condivido, magari io voglio rimanere "malato" in certi sensi, non guarire come desiderano loro, cerco l'accettazione di me e di queste parti, non una cura da me stesso.
La cosa mi dà sollievo, ma il resto a loro non posso dirlo, né posso condividere davvero queste idee qua, si sentirebbero oltremodo svalorizzati, minati nel loro ruolo (quello che si sono costruiti idealmente), e facendo così perderei anche la possibilità di avere questo surrogato qua.
Altrimenti lo so che starei ancora peggio.

Franz86 04-03-2019 15:44

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232691)
Ma può essere che a me del punto di vista clinico, non freghi nulla. Stai supponendo che sono d'accordo con l'idea di cura che hanno. Io sfrutto quello spazio per altri scopi, avverto come manipolatori gli scopi clinici.
Altri spazi che mi diano qualcosa di simile a quel che cerco in concreto non ci sono, che dovrei fare?

Se sfrutti la terapia come mezzo per ottenere contatto umano, fondamentalmente castrandola, poi è assurdo che ti lamenti che non funzioni.

Ma penso che molti cadano in questo equivoco e che sia anche una tendenza spontanea in persone con lacune relazionali / affettive, però se si ha un terapeuta che asseconda questa modalità andrebbe cambiato.
Specialmente se lo si paga.

cancellato2824 04-03-2019 15:49

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232645)


Far male a sé stessi che significa? :nonso:

Se io volessi morire con un sistema agevole ed indolore per sfuggire ad una situazione esistenziale che non sopporto, e ho questa idea, questa idea è una cosa che mi sta facendo del male o del bene?

Lo psicoterapeuta per quale motivo dovrebbe avere la verità in tasca relativamente a queste valutazioni qua?

Vive per caso lui la mia vita? Sopporta lui quel che io devo sopportare io?


Non accetta i miei valori, non li condivide, il grosso di me, quel che sono, lo butterebbe nella spazzatura come "non sano" (ma farebbero lo stesso anche altri psicoterapeuti in base a quel che ho letto, è anche inutile cambiare).

Questo alla fine l'ho compreso, ma capire questo lascia intatta comunque questa voragine.

si' certo non e' un amico, se anche lei mettiamo e' depressa deve ben nasconderlo e non potra' dirti "fai bene, ammazzarsi e' la cosa piu' razionale"
come se vai a comprare un farmaco in farmacia difficilmente il farmacista ti dira' quanto fan male i farmaci, di usare la medicina dolce e magari provare col digiuno e l'acqua benedetta
come il prete non ti dira' che Dio non esiste o che e' un p..
come il salumaio non ti dira' che la carne rossa accorcia la vita e le torture che subiscono gli animali ecc.
se si va dallo psicologo si pensa che sia per star meglio, per guarire dalla depressione, quantomeno per evitare gesti estremi, e' quello anche che si aspettano parenti e cari di chi ci va, che lo aiuti e per quanto possibile protegga, se succede qualcosa un po' ci va di mezzo
che poi facilmente anche un amico a prescindere da come la pensi al riguardo ci andra' cauto a dirti "si' si',nel tuo caso la cosa migliore e' suicidarti" per paura di esser poi accusato eventualmente di induzione al suicidio
tu sei sicuro che il grosso di te, quello che sei e parte sana di te pensa (mettiamo) sia sensato suicidarsi? come puoi essere sicuro che non sei condizionato dalla "malattia"? e poi se pensi di essere cosi' nel giusto che ci vai a fare dalla psicoterapeuta? cioe' se io per esempio son contraria ai farmaci non vado in farmacia a pretendere mi dian ragione che i farmaci van evitati a tutti costi anche quando in pericolo di vita, non vado neanche dal prete a chiedergli un aiuto teologico se son gia' del tutto sicura che Dio non c'e' e mi scoccia che lui continui a tirarlo in ballo e a non accettare la mia di evidenza ecc.

XL 04-03-2019 16:02

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da ila82 (Messaggio 2232697)
cioe' se io per esempio son contraria ai farmaci non vado in farmacia a pretendere mi dian ragione che i farmaci van evitati a tutti costi anche quando in pericolo di vita, non vado neanche dal prete a chiedergli un aiuto teologico se son gia' del tutto sicuro che Dio non c'e'

L'esempio da fare è diverso.
Se sei un drogato e sei riuscito a procurarti certe ricette, in farmacia magari ci vai lo stesso, ma non per star bene nel senso che hanno delineato loro istituzionalmente, ma per star meglio in un senso ben diverso delineato da te.
Ai farmacisti non puoi certo dire di essere un drogato apertamente, e che sei là per questi scopi, altrimenti te lo impedirebbero, usi questo servizio in modo diverso e con altri scopi rispetto a quelli ufficiali.
Io faccio qualcosa di simile con la psicoterapia. Magari come il drogato non sto condividendo certi scopi di benessere, ma altri scopi di benessere che ho in mente io.
Ecco perché viene a crearsi questa cosa del mio "non dire tutto" se sapessi che davvero c'è questa condivisione di scopi base a monte forse direi tutto e si creerebbe una condivisione reale, altrimenti non posso fare altro che sfruttare la cosa a modo mio visto che non saprei dove andarmi a procurare qualcosa di simile altrove.

cancellato2824 04-03-2019 16:20

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232706)
usi questo servizio in modo diverso e con altri scopi rispetto a quelli ufficiali.
Io faccio qualcosa di simile con la psicoterapia. Magari come il drogato non sto condividendo certi scopi di benessere, ma altri scopi di benessere che ho in mente io.

cioe' quali scopi di benessere, se si possono dire? cioe' mi pare anche il tuo scopo sia stare meglio, probabilmente disoglierti dal suicidio, trovare ragioni per non farlo (visto che sicuramente non sara' lei a fornirti mezzi , modalita' e consigli per farlo ) poi psicologi e psicoterapeuti stan proprio per portare su un modo di pensare piu' funzionale, quindi necessariamente cercare un po' di cambiare il tuo modo di ragionare, se lo consideri la tua (sana) essenza per me non ha molto senso
se piu' che altro invece vuoi liberta' di parlare e ricevere ascolto e comprensione per me forse meglio il forum o qualche utente in privato, dal vivo o per messaggio

Da'at 04-03-2019 17:04

Re: Condividere/Amare
 
E' significativo che tu abbia scelto il "drogato" per fare un parallelo.

Ma non che contesti di per sé, in linea di princìpio, l'hackeraggio di certi beni/servizi per scopi diversi da quanto originariamente previsto.

E' che, come giustamente ti fa notare Franz, se fai di testa tua l'unico con cui puoi prendertela per non riuscire a raggiungere determinati risultati sei te stesso.

Ora, hai sto problema ed è una gran cosa che tu l'abbia riconosciuto. Questo problema impatta sulla tua vita sociale, tant'è che sei finito a ricorrere a un servizio di psicoterapia pur di avere un contatto sociale come va a genio te, che altrimenti non sapresti dove ottenere. Così, come il drogato dell'esempio di cui sopra, anziché risolvere il tuo problema alla radice, affronti i sintomi attraverso palliativi che finiranno inevitabilmente per aggravare le cause.

Per come la vedo io hai due alternative (escludendo la terza più ovvia cioé farsi andar bene le cose come sono adesso):
o fai di testa tua, però devi delinearti degli obiettivi da solo, trovare una metrica oggettiva per capire quanto ti stai avvicinando ad essi, usare i beni e servizi che ti sono accessibili (tra cui la psicologa) in modo da ottenere risultati;
oppure ti affidi a un professionista (che sia questo attuale, dopo avergli fatto un discorso in cui spieghi quanto scritto in questo thread, oppure un nuovo psicoterapeuta con cui non si sia già creato un rapporto distorto come il pregresso), assieme a lui/lei delinei gli obiettivi e gli dai ogni elemento necessario per comprenderti, comprendere la situazione e capire quali sono i tuoi margini d'azione per poterla cambiare.

Però se non risolvi sta cosa e continui ad alimentare il tuo desiderio di connessione attraverso succedanei di rapporti sociali in cui presenti una realtà edulcorata per non confrontarti con la tua paura del giudizio, non crescerà mai in te la capacità di sostenerlo, e quindi sostenere le tue istanze, presentandoti così finalmente come autentico. Cosa che facilita enormemente poi la capacità di condivisione e connessione (compresa quella necessaria nel rapporto amoroso).

XL 04-03-2019 17:25

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

se piu' che altro invece vuoi liberta' di parlare e ricevere ascolto e comprensione per me forse meglio il forum o qualche utente in privato, dal vivo o per messaggio
Le altre persone generalmente non sono ben disposte a far queste cose con me, non ne pagherei una se fosse possibile altrove per me riuscire ad avere questo tipo di scambi dal vivo, mi manderebbero a quel paese ancora più velocemente in base a quel poco che ho visto e conosciuto.

Se la psicoterapeuta mi aiutasse a procurarmi certi mezzi (che non so procurarmi da solo) gliene sarei davvero grato.

Può essere vero che poi magari li userò, può essere che non li userò.
E' un rischio che l'altra persona dovrebbe correre per costruire questa fiducia.

Magari non li userò e capirò davvero che voglio vivere, e si avvierà qualcosa di nuovo, o magari li userò, e niente, vorrà dire che non volevo davvero più star qui.

In ogni caso questo per me sarebbe di aiuto. Una persona che mi dicesse "io ti appoggio comunque e ti aiuterò, scegli tu quel che credi migliore" sarebbe un sostegno reale.

Quote:

Però se non risolvi sta cosa e continui ad alimentare il tuo desiderio di connessione attraverso succedanei di rapporti sociali in cui presenti una realtà edulcorata per non confrontarti con la tua paura del giudizio, non crescerà mai in te la capacità di sostenerlo, e quindi sostenere le tue istanze, presentandoti così finalmente come autentico. Cosa che facilita enormemente poi la capacità di condivisione e connessione (compresa quella necessaria nel rapporto amoroso).
Può essere che io non voglia sostenere le mie istanze contro qualcosa, può essere che voglia ACCETTAZIONE.

Io ho provato sulla mia pelle l'esclusione totale quando ho tirato fuori tutto davvero. Vengo emarginato ancora di più se poi appunto non ho dei mezzi per "menarli" o "far presa" sugli altri.

Ho fatto l'esempio del drogato non a caso, è un tipo di individuo che fino a poco tempo fa sarebbe finito in galera se avesse mostrato agli altri cosa faceva apertamente. E come ti difendi da queste cose apertamente se non sei un super camorrista? Che poi anche i camorristi veri e propri si danno alla latitanza, mica dicono a tutti gli altri "sono qui, venitemi a prendere!". Non riuscirebbero a difendersi in quella posizione con uno scontro aperto.

Sono autentico quando affermo di non voler mettermi a fare certe lotte, poi viene a crearsi un problema ancora più grande di quello che si voleva risolvere, io voglio ottenere certe cose, ma così come dici tu, con una lotta aperta, non ci riuscirei comunque, capitolerei ancora più velocemente.
Dovrei sventrare la realtà e ricomporla e non ho questo potere, non sono onnipotente, anche se non mi sarebbe dispiaciuto.

Io meglio di così non riesco a fare in base a tutto quello di cui dispongo, altri forse riescono, ma io sono io, con le mie motivazioni, i miei desideri (assurdi o meno) e così via, e questa esistenza qua riesco a mettere insieme.
Aiuti esterni reali forse qualcosa la aggiungerebbero, però mi rendo conto che non si desidera appoggiarmi (in certi casi) o non lo si sa fare (in altri), il massimo che c'è in giro sono questi surrogati qua, e io li uso così, dove potrei trovare persone ben disposte ad appoggiarmi? A me sembra non ce ne siano davvero ed io meglio di così non so fare.

Che dovrei fare? Di più? Di più di questo già non riesco, è un discorso già chiuso a monte. La condivisione a queste condizioni per me risulta inaccessibile, comprese le relazioni d'amore e di affetto.
Non vivo bene? Vero. Ma ho alternative migliori? Io non ne vedo in base ai miei parametri, un'alternativa migliore sarebbe uscirne indenne (senza altre sofferenze aggiuntive) ma non possiedo (ancora) i mezzi per farlo.

Visto che le persone attorno a me sono piuttosto suscettibili preferisco non dovermi sorbire poi anche delle aggressioni oltre alla mancanza di amore e condivisione, che non migliorerebbero la situazione di certo.

Io non posso proprio condividere nulla di significativo in base a come sono fatto e com'è fatto il mondo circostante. Questo ho realizzato con questa riflessione. Non pensavo al fatto che cambiando psicoterapeuta questa cosa potrebbe cambiare, mi sa che non cambierà comunque.

Paolo Zam 04-03-2019 17:32

Re: Condividere/Amare
 
Questo sicuramente non ti accadrà solo col terapeuta, ritenendo comunque molto importante il suo ruolo.
Lo psico terapeuta deve conoscerti e leggere anche ciò che non trasmetti, forse in modo più efficace.
Ci sono passato.
Gli psichiatri e gli psicologi non sono nostri amici o chi ci fa parlare liberamente ... Sono medici a cui affidiamo la nostra salute.

Sul fatto di deviare il contenuto dei discorsi ti capisco succede spesso anche a me ... Fa parte del ns disturbo evitante

Lùthien. 04-03-2019 19:29

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232481)
Sarebbe una relazione frustrante per ogni psicoterapeuta una relazione in cui non ci sono progressi dal suo punto di vista. Uno psicoterapeuta è disposto a condividere qualcosa col paziente che "progredisce", non con quello che non riesce secondo certi parametri.

Vorrei solo dire una cosa (che poi diventeranno più cose :sisi:). Questo è quello che pensi tu. Un buon terapeuta deve sostenere il paziente anche e sopratutto nei momenti bui e quando non "progredisce", non è che ti deve cacciare via dallo studio. E poi vorrei chiederti, perchè pensi che non progredirai? Non ti è mai capitato di progredire? O pensi proprio che non progredirai mai? E poi quali sarebbero questi parametri? L'obiettivo che vuoi raggiungere lo stabilisci tu col terapeuta, ma lo stabilisci tu.

Cerca più di pensare al fatto che hai tutto il diritto di esprimere il tuo malessere, parti da questo. Mi sembra proprio che tu non ti dia nemmeno il diritto di aprirti con chi ha studiato per questo ed è pure pagato per ascoltarci.

E poi dici anche Sarebbe una relazione frustrante per ogni psicoterapeuta una relazione in cui non ci sono progressi dal suo punto di vista.
I progressi ci devono essere anche e soprattutto dal tuo punto di vista! Sembra che pensi sempre alla terapeuta come una persona da dover accontentare. Essere accontentata non è il suo ruolo. Datti spazio tu, quei 50-60 minuti di terapia sono per te, non per lei. E se con questa terapeuta non ti trovi a tuo agio (ma mi pare di capire sia un sentimento generale il tuo) puoi provare a cercare altri professionisti.

Chiedo scusa, ho letto solo i tuoi primi due interventi, quindi non so se hai risposto a domande già simili alle mie.

XL 04-03-2019 20:31

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Lùthien. (Messaggio 2232805)
E poi vorrei chiederti, perchè pensi che non progredirai? Non ti è mai capitato di progredire? O pensi proprio che non progredirai mai? E poi quali sarebbero questi parametri? L'obiettivo che vuoi raggiungere lo stabilisci tu col terapeuta, ma lo stabilisci tu.

E' che forse non credo proprio a queste pratiche in tal senso.
A meno che non possiede arti magiche a me sconosciute non mi potrà aiutare in certi termini.

Potrei dire tante cose, una sarebbe "trovare una donna che mi piaccia". Ma so poi che sulle strade da percorrere aperte per fare questa cosa qua ci sono situazioni problematiche che non sono disposto ad affrontare, e allora a cosa mi serve chiedere aiuto se poi dovrò affrontare qualcosa di già noto io da solo senza aiuti concreti?

Se io non voglio farlo, lo psicoterapeuta a che mi serve? Dovrebbe avere il potere di rimuovere questi ostacoli... Lo possiede? No, quindi per un mucchio di cose andar là a me non serve a niente. Sono consapevole già di questa cosa.

Cosa cerco dunque?
Un appoggio morale, un sostegno, e anche una via di uscita indolore casomai non dovessi più sopportare certe cose.
Potrebbe aiutarmi anche il contatto fisico e cose del genere. Ma non sono soluzioni, le soluzioni che cerco è roba vicina alla magia, la psicoterapia lascia tutto così com'è e come lo conosco, non salta fuori dalla realtà che conosco.

In linea di principio non lo escluderei che esista la "magia" (cioè un qualche sistema per accedere a certe realtà in modi inusuali e impensabili per noi, la scienza avanzata è una forma di magia), però nessuno degno di una qualche attendibilità promette cose del genere. Maghi col pendolino e paragnosti vari sono poco credibili insieme a tutte 'ste pratiche religiose, e quindi preferisco altri approcci.

Alla fine ti dicono "devi farle tu le cose"... Eh, e ci ero arrivato anche io da solo da un pezzo a questa conclusione, ma mettiamo che io proprio non voglia farle in certi modi queste cose e desideri lo stesso ottenere certi risultati, c'è qualche sistema per aggirare certi ostacoli?

Il problema è questo per me. In alternativa se proprio queste cose non si ha il potere di risolverle, preferirei al minimo poter parlare con qualcuno dei miei guai, anche lamentarmi fino allo sfinimento, senza dover sorbirmi pressioni per far cose che io, in fin dei conti, non voglio fare, o essere colpevolizzato per un'esistenza che a me non piace.

Le regole di causa ed effetto non le ho scelte io, non mi si dica che sono stato io a provocare tutto questo, non sono dio, io mi muovo all'interno di queste regole (che penso tali) e sono queste che mi disturbano e che vorrei cambiare. Quando mi dicono che è tutta una mia visione e che queste regole me le sono immaginate (si inizia a parlare di profezia che si auto avvera e così via) io metto alla prova l'interlocutore per vedere se ci crede davvero.

Altri tipi di persone potrebbero aiutarmi in linea di principio? Direi di sì, ma non sono motivate a farlo, tutto alla fine è regolato così.

Da'at 04-03-2019 20:57

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232741)
Può essere che io non voglia sostenere le mie istanze contro qualcosa, può essere che voglia ACCETTAZIONE.

Io ho provato sulla mia pelle l'esclusione totale quando ho tirato fuori tutto davvero. Vengo emarginato ancora di più se poi appunto non ho dei mezzi per "menarli" o "far presa" sugli altri.

E perché non dovresti ottenerla? Sembra che l'alternativa all'indossare maschere di cortesia sia inevitabilmente l'esclusione sociale.

Sembra che tu non concepisca la possibilità che esporre le proprie istanze non necessariamente implichi il doverle imporre.

Quindi, salvo qualche segreto inconfessabile talmente tabù da non essere neanche citato, in pieno anonimato, su un forum di sconosciuti, forse dovresti indagare su questo senso di inadeguatezza delle tue idee.

Ma se è così e se c'è altro che non si può dire, ok, basta saperlo e allora l'alternativa è come appunto dici te, vivere in latitanza. Ma quella vera: alla fine i camorristi e criminali li beccano quasi sempre perché ad un certo punto, magari dopo anni, cedono al bisogno di ritrovare contatto con ciò che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle.
Un thread come questo, se è questa la strada che vuoi imboccare, non ha senso di esistere.

Lùthien. 04-03-2019 21:10

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232842)
Il problema è questo per me. In alternativa se proprio queste cose non si ha il potere di risolverle, preferirei al minimo poter parlare con qualcuno dei miei guai, anche lamentarmi fino allo sfinimento, senza dover sorbirmi pressioni per far cose che io, in fin dei conti, non voglio fare, o essere colpevolizzato per un'esistenza che a me non piace.

Ho capito. Certo non è esattamente questo che si fa in terapia, quindi forse non me la sentirei di consigliarti di continuare la stessa. A meno che tu non metta in chiaro le cose col terapeuta, che vuoi solo sfogarti e pagare per questo, ma non so quanto sia facile trovarne uno disposto a stare a queste condizioni. Nemmeno avere un amico su cui sfogarsi unilateralmente credo sia fattibile.

Quote:

Le regole di causa ed effetto non le ho scelte io, non mi si dica che sono stato io a provocare tutto questo, non sono dio, io mi muovo all'interno di queste regole (che penso tali) e sono queste che mi disturbano e che vorrei cambiare. Quando mi dicono che è tutta una mia visione e che queste regole me le sono immaginate (si inizia a parlare di profezia che si auto avvera e così via) io metto alla prova l'interlocutore per vedere se ci crede davvero.
Parli molto in generale e non so a cosa tu ti riferisca nello specifico, ma, ad esempio, alla profezia che si auto avvera io ci credo perchè mi è capitato.

Quote:

Altri tipi di persone potrebbero aiutarmi in linea di principio? Direi di sì, ma non sono motivate a farlo, tutto alla fine è regolato così.
Non so quali siano gli altri tipi di persone che potrebbero aiutarti. Ma dici che non sono motivate a farlo. Ti auguro solo di trovare un po' di sollievo.

XL 04-03-2019 22:26

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Da'at (Messaggio 2232856)
E perché non dovresti ottenerla? Sembra che l'alternativa all'indossare maschere di cortesia sia inevitabilmente l'esclusione sociale.

Sembra che tu non concepisca la possibilità che esporre le proprie istanze non necessariamente implichi il doverle imporre.

Quindi, salvo qualche segreto inconfessabile talmente tabù da non essere neanche citato, in pieno anonimato, su un forum di sconosciuti, forse dovresti indagare su questo senso di inadeguatezza delle tue idee.

Ma se è così e se c'è altro che non si può dire, ok, basta saperlo e allora l'alternativa è come appunto dici te, vivere in latitanza. Ma quella vera: alla fine i camorristi e criminali li beccano quasi sempre perché ad un certo punto, magari dopo anni, cedono al bisogno di ritrovare contatto con ciò che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle.
Un thread come questo, se è questa la strada che vuoi imboccare, non ha senso di esistere.

Dipende dalle istanze.
Bisogna difendersi poi, non è una cosa immaginaria questa, anche tu adesso mi stai attaccando e stai dicendo che quel che ho scritto è senza senso e addirittura non dovrebbe esistere.

La cosa bella è che si agisce così e poi lo si nega.
Prima si dice a qualcuno "esprimiti non hai nulla da temere" e poi invece si reagisce in malo modo quando una persona esprime davvero quel che pensa o sente, qualora non corrisponda a certi ideali morali.

Certe persone dicono che non devi preoccuparti se fai un errore, di non catastrofizzare tutto e via dicendo e poi però quando l'errore lo fai davvero e coinvolge pure gli affari loro, son queste persone stesse a farne un dramma infinito e sfrantumarti i coglioni all'inverosimile rimproverandoti senza sosta perché non avresti dovuto sbagliare.

Poi la solita ciliegina sulla torta, ti raccontano pure che sei tu che le pensi 'ste cose, e cascano tutti dal pero.

Ma questo atteggiamento qua ce l'hanno tutti, non è un problema locale, ho paura che lo ritroverò sempre.

Ma veramente roba da mandare tutti, ma proprio tutti a quel paese. Io per questo non mi fido di nessuno e non mi voglio fidare più di nessuno.

Sono solo in un senso irrimediabile e solo resterò inevitabilmente. Posso stare insieme agli altri fisicamente, ci possono essere rapporti di forza, potere, interesse, ma sarò sempre separato in certi sensi da questi perché sono troppo diverso da quel che questi desiderano che io sia (e per reazione vale anche il viceversa). Non bisogna andare nemmeno in un posto sperduto per provare questa forma di lontananza.
Questo ho realizzato scrivendo quel che ho scritto inizialmente, e continuo a realizzarlo sempre.
Sarà insensato come dici, ma per me ha senso comunque.

alien boy 05-03-2019 01:06

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232530)
In realtà ci arrabbiamo entrambi certe volte, ma di nuovo, è un problema pervasivo, si arrabbia l'altra persona e mi arrabbio anche io. Per questo contengo quel che esprimo, se esprimo certe cose in certi contesti le altre persone reagiscono sempre in certi modi, io posso solo contenere quel che faccio per evitare queste reazioni, non di più.
Ad esempio un depresso non può essere o mostrarsi tale oltre un certo limite senza incontrare poi una forma di rifiuto, questo l'ho compreso da un bel po'.



Ma come reagisce a questa comunicazione? Ad ascoltare, ascolta, le parole arrivano all'apparato uditivo e qualcosa il cervello la elabora... Ma condivide davvero?
Il punto è questo, si può anche ascoltare un discorso senza condividerne il contenuto a diversi livelli.
Il problema per me non è parlare di certe cose, ma riuscire davvero a condividerle con l'altra persona.
Se esprimi qualcosa a qualcuno e questo si annoia, si arrabbia o inizia a provare sentimenti di disprezzo verso di te ecc. ecc. si è condivisa davvero questa comunicazione o no?
Secondo me no.
Ma è un problema generale questo, non ha a che fare solo con la psicoterapia, ma con tutti.

Se io fossi un militante dell'isis (o movimenti simili) e comunicassi il mio desiderio di fare una strage ad uno psicoterapeuta, questo prenderebbe una certa posizione morale probabilmente contrapposta alla mia, e non mi sentirei poi compreso, le mie motivazioni in buona misura verrebbero "derise" da questo atteggiamento.
Anche qua nel forum certe cose non le condivido per gli stessi motivi.

Ho parlato di questa esperienza per parlare di qualcosa che è molto generale per me.
La relazione con uno psicoterapeuta è come una qualsiasi altra relazione con qualsiasi altra persona, sarà soggetta agli stessi ed identici difetti se sono difettate anche le altre.

Io è vero, non mi fido di nessuno, perché il più delle volte non ho trovato nessuno che stesse davvero dalla mia parte e che abbia avuto a cuore i miei interessi. Quelli che sento miei però e che ho scelto io, non quelli che ha scelto qualcun altro per me perché pensa che siano più sani.
Mi sembra proprio inevitabile lo scontro e poi la successiva perdita di fiducia o un ridimensionamento ad una fiducia molto più contenuta e il capitolare in una condivisione limitata ai contenuti che l'altro accetta, che per me in fin dei conti potrebbero essere anche poco significativi.

Ma se voglio vedere qualcuno a questi compromessi necessari devo sottostare:
o c'è relazione con contenuti che l'altro accetta o c'è relazione senza condivisione o non c'è alcuna relazione.

Ho bisogno di socializzare, ma alla fine questo bisogno può concretizzarsi solo in relazioni con contenuti superficiali o non condivisi davvero. Ho delle idee che per la maggior parte delle persone sono intollerabili, le schermerebbero subito in un "sono idee da matti".

se per esempio io volessi condividere l'assenza totale di speranza di riprendermi in qualche modo e riuscissi a trovare una persona che mi dia ragione, la cosa neanche basterebbe a risolvere granchè. Ci sarebbe una forma di consolazione che è già qualcosa, se però la persona è convinta di quello che dico io per questo stesso fatto neanche mi potrebbe aiutare. Dovrebbe essere convinta di qualcosa di diverso dai miei pensieri se questi sono di quel tipo. Se poi si sta parlando di suicidio difficile che uno voglia aiutare qualcuno ad amazzarsi e se questo gli ha chiesto aiuto non credo che sia solo perchè non aveva i mezzi pratici per metterlo in atto. Se dicesse che capisce la decisione e la giustifica anche, il primo sarebbe veramente soddisfatto di questo e più contento andrebbe ad ammazzarsi? Può essere un escamotage per avvicinare l'altra persona a sè e se si usa si pensa che sia possibile farlo ed è questo probabilmente il risultato a cui si ambisce. Se si volesse veramente condividere la verità di ciò che si vuole si dovrebbe ammettere che si cerca un contatto con l'altra persona, invece che limitarsi a descrivere la propria situazione e il bisogno di ricorrere ad atti estremi. L'accettazione da parte della psicoterapeuta che effettivamente non c'è niente da fare non credo che sia sufficiente, si dovrebbe puntare al fatto che condivida come soluzione quella di creare un contatto più intimo col paziente. Le si dà una responsabilità che chiaramente non vuole prendersi perchè è pagata per fare altro.

XL 05-03-2019 07:45

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2233005)
se per esempio io volessi condividere l'assenza totale di speranza di riprendermi in qualche modo e riuscissi a trovare una persona che mi dia ragione, la cosa neanche basterebbe a risolvere granchè. Ci sarebbe una forma di consolazione che è già qualcosa, se però la persona è convinta di quello che dico io per questo stesso fatto neanche mi potrebbe aiutare.

Io questo però se leggi bene tutto non l'ho escluso in assoluto, ho ammesso che se mi sono sbagliato su cosa sia la realtà ed esistono strade magiche non si può escludere in assoluto.
Ma se rimaniamo sullo stesso piano di realtà soluzioni del genere già mi è chiaro che non esistono neanche per l'altro. Quindi non è che l'altra persona mi sta dando qualche speranza rispetto a quel che cerco davvero, comunque me le ha già negate tutte.
Questa cosa per me già è così, in base a come risponde l'altra persona. Direi che speranze in tal senso non me le dà nessuna persona che non abbia grossi scopi di lucro per farmi credere che esistono aggeggi tipo biosimpaty e cose del genere.

Quote:

Originariamente inviata da alien boy
Dovrebbe essere convinta di qualcosa di diverso dai miei pensieri se questi sono di quel tipo.

E io persone così non ne ho mai incontrate, a parole possono dire certe cose in certi frangenti. Io però metto tutti un po' alla prova e quando vedo che "precipitano" nello stesso piano di realtà nel quale sto io e mi dicono "per ottenere questo devi fare quest'altro" = stessa regola, mi accorgo che siamo immersi nella stessa realtà.
La realtà in fin dei conti è costituita da leggi inviolabili, non da cose.
Non aggiungono davvero nulla di nuovo a quel che sapevo già e che mi disturbava, né modificano le idee che già mi ero fatto mostrandomi situazioni che violano davvero queste regole come farebbe un illusionista, arrivo a sapere poi che credono alle stesse cose.

Quote:

Originariamente inviata da alien boy
L'accettazione da parte della psicoterapeuta che effettivamente non c'è niente da fare non credo che sia sufficiente, si dovrebbe puntare al fatto che condivida come soluzione quella di creare un contatto più intimo col paziente. Le si dà una responsabilità che chiaramente non vuole prendersi perchè è pagata per fare altro.

Ed io questo l'ho capito, per questo l'unica cosa che posso avere (in questo piano di realtà qua) è un po' di forma senza contenuto. Torno al parallelo con la prostituta. Io so che una prostituta non mi accetta, ma se non altro sotto pagamento in certi frangenti riesce a produrre nella mia mente questa illusione e la cosa mi dà sollievo.

La realtà in cui vengo accettato in certi modi non è che gli psicoterapeuti mi fanno credere che esiste, non mi danno alcuna speranza in tal senso anche loro (mi dicono e comunicano indirettamente che devo cambiare in certi modi specifici per essere accettato, ma è proprio quello che credevo già io), si arriva sempre al punto in cui si dice "eh ma nessuno viene accettato completamente", o frasi del cavolo tipo "eh ma non si può piacere a tutti", sì va bene, ma poi non mi si può dire che è vero che tutti vengono accettati in egual quota da tutti, ci sono persone maggiormente accettate che stanno meglio e persone che quasi quasi verrebbero buttate nella spazzatura e che in genere non stanno bene.

Prostitute emotive non ne esistono, o costano davvero troppo... Io che posso fare? Queste possibilità ho in concreto per stare meno peggio (dal mio punto di vista ovviamente, non da quello di altre persone: genitori, preti, psicoterapeuti, cazzguru e vattelappesca). Parlare con qualcuno in una stanza e che mi dedica un po' di tempo è la cosa più vicina in termini formali a quel che cerco, non mi soddisfa pienamente e nemmeno in modo sufficiente, è un surrogato, ma in base a quel che conosco non posso accedere proprio alla situazione non-surrogato, in base a quel che so e che credono anche altre persone (che in linea di principio non hanno interesse ad imbrogliarmi) il non-surrogato non esiste (impossibilità legata al piano di realtà, non logica), ma mi manca lo stesso.

DeadSoul 05-03-2019 10:04

Re: Condividere/Amare
 
Cosa sconosciuta per me :nonso:

Moonwatcher 05-03-2019 17:21

Re: Condividere/Amare
 
Ma visto che dici che per modificare certe cose non hai la voglia e le possibilità per fare gli sforzi necessari, alla fine non è molto frustrante pagare una psicologa per questo? Per sfogarsi ed avere un contatto umano, dato che quello che cerchi mi pare di capire sia più la comprensione ed accettazione non sarebbe più utile incontrare e parlare dal vivo con qualcuno del forum?
Rettifico la domanda, dato che nel frattempo ho letto che ti è stato già suggerito e ho letto anche la tua risposta: ma ci hai già realmente provato o che le persone non son disposte è una tua proiezione (:mrgreen:)? Abiti in una zona dove ci sarebbe qualcuno ragionevolmente vicino? Chiaro, non può essere chiunque, se ti trovi davanti il Marco Russo ti fa la terapia dell'estroversione :ridacchiare:, ma che nessuno iscritto qui sarebbe disposto a condividere davanti una birra problemi comuni e darsi pacche sulle spalle mi pare poco sostenibile per la mia esperienza.

Da'at 05-03-2019 17:42

Re: Condividere/Amare
 
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Originariamente inviata da XL (Messaggio 2232907)
Dipende dalle istanze.
Bisogna difendersi poi, non è una cosa immaginaria questa, anche tu adesso mi stai attaccando e stai dicendo che quel che ho scritto è senza senso e addirittura non dovrebbe esistere.

La cosa bella è che si agisce così e poi lo si nega.
Prima si dice a qualcuno "esprimiti non hai nulla da temere" e poi invece si reagisce in malo modo quando una persona esprime davvero quel che pensa o sente, qualora non corrisponda a certi ideali morali.

Certe persone dicono che non devi preoccuparti se fai un errore, di non catastrofizzare tutto e via dicendo e poi però quando l'errore lo fai davvero e coinvolge pure gli affari loro, son queste persone stesse a farne un dramma infinito e sfrantumarti i coglioni all'inverosimile rimproverandoti senza sosta perché non avresti dovuto sbagliare.

Poi la solita ciliegina sulla torta, ti raccontano pure che sei tu che le pensi 'ste cose, e cascano tutti dal pero.

Ma questo atteggiamento qua ce l'hanno tutti, non è un problema locale, ho paura che lo ritroverò sempre.

Ma veramente roba da mandare tutti, ma proprio tutti a quel paese. Io per questo non mi fido di nessuno e non mi voglio fidare più di nessuno.

Sono solo in un senso irrimediabile e solo resterò inevitabilmente. Posso stare insieme agli altri fisicamente, ci possono essere rapporti di forza, potere, interesse, ma sarò sempre separato in certi sensi da questi perché sono troppo diverso da quel che questi desiderano che io sia (e per reazione vale anche il viceversa). Non bisogna andare nemmeno in un posto sperduto per provare questa forma di lontananza.
Questo ho realizzato scrivendo quel che ho scritto inizialmente, e continuo a realizzarlo sempre.
Sarà insensato come dici, ma per me ha senso comunque.


Veramente fra le righe ho detto che ti sei aperto qui dentro, hai fatto bene e ti ho invitato a rendere anche la psicologa partecipe di queste riflessioni. Non riesci proprio a sostenere un confronto? Vedi un attacco in ogni divergenza di idee?
Mi dispiace, ma sei te che devi decidere se quanto stai ottenendo adesso ti sta bene -e allora continua così- oppure no, e quindi val la pena provare una strategia differente. Stammi bene.

XL 05-03-2019 17:47

Re: Condividere/Amare
 
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Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 2233188)
Ma visto che dici che per modificare certe cose non hai la voglia e le possibilità per fare gli sforzi necessari, alla fine non è molto frustrante pagare una psicologa per questo? Per sfogarsi ed avere un contatto umano, dato che quello che cerchi mi pare di capire sia più la comprensione ed accettazione non sarebbe più utile incontrare e parlare dal vivo con qualcuno del forum?
Rettifico la domanda, dato che nel frattempo ho letto che ti è stato già suggerito e ho letto anche la tua risposta: ma ci hai già realmente provato o che le persone non son disposte è una tua proiezione (:mrgreen:)? Abiti in una zona dove ci sarebbe qualcuno ragionevolmente vicino? Chiaro, non può essere chiunque, se ti trovi davanti il Marco Russo ti fa la terapia dell'estroversione :ridacchiare:, ma che nessuno iscritto qui sarebbe disposto a condividere davanti una birra problemi comuni e darsi pacche sulle spalle mi pare poco sostenibile per la mia esperienza.

In realtà già ce l'ho una persona con cui mi vedo e con cui parlo di tanto in tanto di queste cose (conosciuta in un cim), ma non mi basta, se insisto penso che si stancherebbe. Poi con le amicizie bisogna ricambiare, devo consumare anche energie per tenerle in piedi. Io ho bisogno di prendere molto di più in queste relazioni e dare poco, per star meglio e più in equilibrio (nonostante tutto la cosa in parte funziona a livello contenitivo ma non risolutivo, prima stavo peggio). Inoltre ho già visto come ha allontanato un'altra persona depressa particolarmente insistente, non posso agire così con altre persone, in base alla mia esperienza tollererebbero la cosa ancora meno. Anche qua nel forum s'è visto che degli utenti dopo avere aperto certe discussioni hanno ricevuto poi certe lamentele relative ai loro eccessivi "piagnistei".
Forse alla fine non è che la psicoterapeuta è cattiva, io alla fine non è che ho detto questo (infatti penso che sia generale la cosa), ho l'impressione che questi affetti siano talmente negativi che quando vado giù davvero duro nessuno ce la fa poi a condividerli, ha bisogno di schermarsi.
Ma questo magari è quello che penso davvero del mondo, della vita e così via.
Ho un bisogno strutturale di coltivare illusioni mi sa, di relazioni fittizie assurde e cose del genere.
Ho un rapporto con la realtà stessa cattivo, non c'è molto da pensare o capire, non mi piace e sono vicino al rifiuto quando immagino sia fatta in certi modi (ed è abbastanza larga ed elastica già questa rappresentazione).

La psicoterapeuta comunque è un tipo di persona che mi attrae anche, o meglio quel che immagino sia illusoriamente, non so quanto reciti. Succede qua e là che però irrompe forse l'altra immagine e perturba tutto. Torno alla realtà e da un lato sto male perché non mi piace, dall'altro perché divento consapevole di nuovo che era tutto un po' finto. Da questo dilemma non ne vengo fuori.

In pratica preferisco una bella foto finta e creata ad arte che una foto reale di merda. Preferirei fosse reale anche quella bella ma se non c'è preferisco quella illusoria. La realtà mi manca, ma mi manca quella bella non quella di merda che conosco già. E se è solo di merda forse non mi interessa neanche tanto alla fine.

cancellato15324 05-03-2019 17:59

Re: Condividere/Amare
 
Il punto è che tu non sei disposto a fare assolutamente niente, nè per gli altri, nè per migliorare con la terapia. Pretendi di stare fermo senza fare sforzi e che le cose accadano per magia.
Così è impossibile cambiare qualcosa, starai per forza sempre male. :nonso:

XL 05-03-2019 18:27

Re: Condividere/Amare
 
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Originariamente inviata da Stregatta13 (Messaggio 2233198)
Il punto è che tu non sei disposto a fare assolutamente niente, nè per gli altri, nè per migliorare con la terapia. Pretendi di stare fermo senza fare sforzi e che le cose accadano per magia.
Così è impossibile cambiare qualcosa, starai per forza sempre male. :nonso:

Ma è la verità, non sono disposto, mi sento fiaccato quando faccio certe cose e non ricevo abbastanza in cambio, il miglioramento accessibile per me non è abbastanza, ora che dovrei fare?
E' proprio questa cosa qua che poi mi fa innervosire.
Non è vero comunque che non sono disposto a fare assolutamente nulla, ho scritto nell'altro messaggio che una persona la frequento, ma non mi soddisfa abbastanza comunque in termini di impegno che devo metterci e quel che ricevo.
Poi già l'ho detto io che la soluzione, in base a quel che so, deve per forza di cose saltar fuori dalla mia rappresentazione della realtà, e in certi sensi deve essere magica rispetto a questa.

cancellato15324 05-03-2019 18:34

Re: Condividere/Amare
 
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Originariamente inviata da XL (Messaggio 2233205)
Ma è la verità, non sono disposto, mi sento fiaccato quando faccio certe cose e non ricevo abbastanza in cambio, il miglioramento accessibile per me non è abbastanza, ora che dovrei fare?
E' proprio questa cosa qua che poi mi fa innervosire, ma chi vi ha chiesto di motivarmi a far qualcosa?!
Io mi lamento di certe cose, e mi si vuol motivare a fare proprio le cose di cui mi lamento. Ma mi prendete per il culo tutti?

Ma, e qui parlo per me, io solo ora ho capito il tuo problema in questo campo, non posso ricordare tutti i post di tutti gli utenti, quindi ci sta che certe volte non prenda in considerazione situazioni personali che non posso conoscere nel complesso.
Il mio non è un attacco e non voglio offenderti, sia chiaro.
Più che dirti che dispiace che stai così, cosa possiamo fare qui dentro?

XL 05-03-2019 18:59

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Stregatta13 (Messaggio 2233208)
Ma, e qui parlo per me, io solo ora ho capito il tuo problema in questo campo, non posso ricordare tutti i post di tutti gli utenti, quindi ci sta che certe volte non prenda in considerazione situazioni personali che non posso conoscere nel complesso.
Il mio non è un attacco e non voglio offenderti, sia chiaro.
Più che dirti che dispiace che stai così, cosa possiamo fare qui dentro?

Se ce l'avete davvero la soluzione magica, non sarebbe male :mrgreen:.
Se non ce l'avete non importa, alla fine condivido questi stati e basta.
Né voi, né io possiamo far niente.
Quel che riesco a fare è contenere tutte queste cose con certe illusioni. In base a certe sensazioni pare che il mio cervello finisca col creare anche un mondo fittizio alternativo dove ci sono persone che mi piacciono e che sono comprensive oltre i normali limiti.
Solo in contesti fittizi del genere io sono stato bene, altrove mai.
La psicoterapia la uso davvero così, è quando la cosa sbava troppo fuori e riemerge troppo l'immagine reale che inizio a star male di nuovo.
Probabilmente non è nemmeno la mancata condivisione il problema, è quest'altro.

cancellato15324 05-03-2019 19:08

Re: Condividere/Amare
 
Forse dico una cazzata, ma l'ipnosi l'hai mai considerata? Ora, non so bene come funziona, ma in teoria tu non dovresti fare niente. :pensando:

https://www.stateofmind.it/tag/ipnosi/

XL 05-03-2019 19:33

Re: Condividere/Amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Stregatta13 (Messaggio 2233217)
Forse dico una cazzata, ma l'ipnosi l'hai mai considerata? Ora, non so bene come funziona, ma in teoria tu non dovresti fare niente. :pensando:

Non ho mai provato. Ma dovrebbe davvero funzionare come in quel film demenziale con Jack Black per sortire qualche effetto :mrgreen:.


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