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"Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa." Senza farmaci, da soli è durissima. Oggi richiamo lo psichiatra e ritornero' a prendere quelle droghe: l'importante è che si sappia che son delle vere e proprie droghe. Senza son ridaduto in profonda depressione (con tutte le conseguenze a livello fisico e mentale), senza non riesco a vedere in faccia le persone (non rispondo al telefono...figuariamoci venire ad un raduno), senza non riesco a vedere il futuro perchè il futuro me lo sto mangiando giorno dopo giorno facendo nulla. Credo comunque che ai raduni sia libero di andarci chiunque: chiunque si senta in grado di affrontare sconosciuti (o quasi) che abbiano avuto o abbiano la stessa difficoltà nelle azioni quotidiane. Con farmaci o senza, con psichiatra alle spalle o senza. I social-fobici, per definizione, non possono e non riescono a partecipare ad un raduno: quindi è chiaro che al 90% si tratta di casi di ex-fobici o di persone sotto farmaci. Credo altrettanto che sia normale che tra 20 persone sconosciute (o quasi) possano nascere delle incomprensioni, se vogliamo conflitti o addirittura invidia per qualcosa: è assolutamente normale. Forse l'eccitazione pre-durante-post incontro (il saper riconoscersi come gli altri, uguale agli altri, essere parte del tutto) provoca atteggiamenti istinitivi che son scorretti ma comprensibilissimi: è dovuto alla poca esperienza nei rapporti sociali e forse alla presunzione inconscia che il fatto di "esserci" comporta già nella testa il pensiero di "saperci stare" . Ci vuole allenamento, si sbaglia. E purtroppo l'allenamento comporta assumere col tempo e l'esperienza anche degli atteggiamenti in parte ipocriti: il mondo va cosi', la pura e semplice genuinità e spontaneità esiste in casi rari oramai. Detto questo, credo che Sara sia la persona piu' diretta e genuina del forum: pur avendoci "litigato" e pur non conoscendola direttamente (come tra l'altro nessuno del forum) ritengo che sia la dimostrazione di quanto detto sopra. Sbagliando s'impara. A volte bisogna controllarsi, fare un respiro (anche cento) prima di rispondere a una frase che si ritiene offensiva o lesiva: questo è il primo passo per convivere con gli altri. Bisogna capire che nessuno è nato per provare invidia o per "attaccarci": è anzi un suo segno di debolezza e forse un segnale di richiesta d'aiuto. Infine, concludo, credo sia errato passare troppo tempo su questo sito: etichettarsi e leggere sempre cose negative non fa altro che aumentare l'agitazione e la tristezza interiore. E' invece utilissimo per scambiarsi qualche suggerimento, consiglio, aiuto : ma stare qui non deve diventare una schiavitu' o dipendenza (e vedo che per molti lo sia!). |
Io da dicembre faccio psicoterapia e mi ha aiutato parecchio. Nonostante per anni mi fossi autoanalizzato sino allo sfinimento e fossi giunto a diverse conclusioni già da solo, la terapia mi ha permesso di capire molte cose e di fare chiarezza dentro di me. Negli ultimi mesi ho percepito chiaramente diversi cambiamenti dentro di me, con effetti che forse non sono visibili a tutti ma che io osservo e vivo di giorno in giorno.
Avrei voluto che molte persone mi avessero conosciuto prima, specialmente qua dentro, per poter fare il confronto. Ancora non ho raccolto le cose più importanti, ma sento che sto vivendo uno dei periodi relativamente più sereni della mia vita. Di farmaci non ho mai fatto uso, un po' perchè mi spaventano terribilmente, un po' perchè, vedendo comunque molti miglioramenti, penso di poterne fare a meno. Per questi motivi consiglio a tutti coloro che ne hanno la possibilità di fare altrettanto e di affrontare la cosa nella maniera più diretta possibile. Non solo è importante trovare il giusto terapeuta, ma anche crederci veramente e non nascondere nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, sin dall'inizio. Io ho cercato di fare in questo modo sin dal primo incontro, parlavo come se davanti a me avessi avuto un muro. All'inizio non è stato facilissimo, ma poi passa. |
Bene finalmene una discussione sensata!
Almeno qui avete dimostrato di essere consapevoli dei vostri disturbi e tentate di affrontarli, non di nasconderli o di parlarne come se fossero dei trofei (cosa che ho visto su altri topic). Bravi, complimenti! Si deve sempre reagire...non serve a niente vivere in questa maniera...o non vivere, per meglio dire. Possiamo essere felici anche noi e se per fare ciò è necessario andare in terapia che ben venga allora! Faccio gli auguri a tutti, abbiate coraggio e non abbattetevi più! |
io da settembre faccio psicoterapia cognitivo comportamentale + terapia farmacologica da fine gennaio, causa forte depressione ( pianti da mattina a sera, addirittura pure d'avanti alla psicologa per la durata di tutta la seduta.
da settembre ad ora un po' le cose sono migliorate, nel senso che riesco ad affrontare le situazioni pur percependo una forte ansia, prima invece evitavo proprio o se affrontavo avevo una fortissima ansia, pensieri tipo , tutti mi guardano , mi prendono per scemo, sono brutto, sono uno sfigato, tremavo stile martello pneomautico ecc... diciamo che prima di un anno fa non sapevo neppure che esistesse la fobia sociale,infatti ero quasi convinto di essere l'unico scemo, perche' mi consideravo proprio uno scemo ad avere questi disturbi. poi ho scoperto che non e' scemenza ma e' un disturbo mentale che va affrontato ,se grave, con l'aiuto di qualcuno e cosi' ho fatto. apparte questo sono contro fare una specie "di gruppi a parte" credo sia bello confrontarci con fobici o meno fobici e addirittura con gente che non e' per niente fobica tipo il ragazzo svizzero che al raduno accompagnava semplicemente la sua ragazza. e' interessante vedere il suo comportamento e le sue reazioni che ha nei nostri confronti. da perte mia positivi |
Io sono in cura da circa 4 mesi da uno psichiatra. In realtà è una situazione che mi porto dietro da qualche anno ormai o forse, più o meno, da sempre. Prendo farmaci (Entact da poco più di un mese e dalla scorsa settimana anche il Nottem per dormire) e seguo una terapia cognitivo-comportamentale. Onestamente grandi benefici non ne vedo se non una maggiore consapevolezza dei miei problemi. Infatti ho scoperto questo forum quando lo psichiatra mi ha detto che soffro di fobia sociale. Purtroppo tendo molto ad abbattermi nel senso di credere che tanto non riuscirò a guarire/faccio tutto per niente probabilmente perchè voglio tutto e subito cioè guarire in fretta o comunque vedere risultati in breve tempo. Il paradosso è che dipende tutto da me. L'aiuto che ho trovato in questo forum è il parlare con alcune persone che mi hanno spiegato che la strada è ancora molto lunga, che bisogna continuare a lottare e non bastano pochi mesi di terapia. Detto questo sono d'accordo con Lily nel dire che anche a me i topic sul chi sta peggio o varianti sul tema mi interessano poco così come trovo pessimi pure quelli sull'andare a prostitute, escort ed affini. L'idea di raduni mi sembra buona. A me per esempio piacerebbe partecipare anche se per motivi "tecnici" (non guido) magari potrei fare fatica a partecipare se fossero trippo lontani oltre al fatto che forse avrei un po' di paura a incontrare persone che non conosco visto che sono nuovo del forum. Però credo che magari, con il tempo, potrei partecipare.
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E' solo per motivi economici che non ho mai intrapreso percorsi terapeutici da specialistici né tantomeno assunto farmaci.
Per farlo dovrei lavorare duramente e guadagnare bene, solo che il lavoro mi crea ansia, l'ansia poi deve essere curata da uno specialista....quindi devo per forza lavorare abbestia per andare dallo psicologo? :? |
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Le probabilità che io possa trovare uno psicologo che mi soddisfi tendono a zero, perciò io cerco un'altra strada per superare l'ansia.
Il motivo dell'incompatibilità sta nel fatto che la mia necessità psicologica di cercare un senso alla realtà attraverso la riflessione e la speculazione logica (necessità A), verrebbe, come al solito, considerata un pensiero disfunzionale, mentre la necessità opposta (quella di non cercare un senso alla realtà: necessità nonA) verrebbe considerata una pulsione positiva. Di conseguenza la tendenza dello psicologo sarebbe cercare, attraverso un plagio, di farmi scambiare la necessità A con la necessità "nonA". Preferisco andare in cerca di una personalità di questo tipo: http://it.wikipedia.org/wiki/INTJ con cui condividere una specie di terapia autogestita. |
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Quando mi spedirono per la prima volta da uno psicoterapeuta riuscì appena a parlare di quello che vivevo come un grande trauma da quando ero bambino (invece non lo era) prima di abbandonare (per la vergogna, perché non mi trovavo bene) al terzo/quarto appuntamento. Avrò avuto 16 anni circa e avevo preso l'iniziativa dei miei, tra me e me, con un certo sollievo (finalmente avevo qualcuno con cui parlare). Eppure è stato difficilissimo. Col secondo sono durato un paio d'anni, mi pare. Quando finalmente ero pronto ad affrontare certi argomenti, lui si trasferì. Seguì traumone da abbandono (in quel periodo mi sentivo profondamente solo e al capolinea), crisi d'ansia forte (quasi panico) durata una notte intera, successiva visita di corsa dal cardiologo il quale mi spedì da uno psichiatra (il mio cuore stava benissimo) che mi passò al collega psicoterapeuta, col quale sono rimasto fino ad oggi (a periodi alterni, in realtà). Anche con quest'ultimo, col quale mi sono trovato bene e mi ha aiutato molto (grazie al suo supporto ho fatto parecchie cose che non ritenevo alla mia portata), ci ho messo del tempo prima di capire fino a che punto potevo fidarmi, e insomma, cominciai a parlare di ciò che non riuscivo più a tenere per me soltanto dopo mesi, o addirittura un anno. (Mammà, se ora con gùgol sbarchi qui e ti pare di riconoscermi, non sono io, ok? 8)) |
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Io ero ben consapevole di essere limitato dell'espressione dalla fobia sociale, ma io non aspetto di superare questi limiti per partecipare a un raduno, e vorrei che fosse così per tutti |
Io ho provato la psicologia ma non mi ha fatto niente, forse per motivi simili a quelli di HurryUp, visto che tendo ad elaborare ciò che mi dicono, a mantenere sempre un atteggiamento critico che mi porta ad entrare in contrasto. Le parole possono darmi un punto di vista esterno, dei pareri, ma non fanno nulla all'ansia psicofisica, all'incapacità di socializzare e a tutte le altre cose.
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Perchè se ti abitui a fare un'attività quotidiana con ansio e antidep in corpo, una volta che non ce l'hai ho paura che potresti ritrovarti più ansioso e giù di prima, peggiorando la situazione iniziale, ed è un rischio che non voglio correre. |
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dici bene. io iniziai 4 anni fa a prendere antidepressivi, seppur a dosi leggere. a gennaio ho smesso graduatamente...il risultato: depressione profonda. e son costretto a riprenderli. è una sconfitta morale pesantissima perchè mi rendo conto di quanto non sia capace di vivere, non sia capace di stare con gli altri e come gli altri. son a terra. |
da metà luglio scorso faccio psicoterapia e prendo psicofarmaci.
le cose sono piuttosto migliorate. le mie reazioni sono più controllate e pacate e non uso (quasi) più metodi violenti per esprimere le mie insoddisfazioni. non ho (quasi) più attacchi di panico, ma non credo che mi spariscano per sempre. a metà della terapia mi è successo di litigare con tutti gli amici e senza l'aiuto e il conforto e i pianti presso lo studio della dottoressa non so come avrei fatto ad arrivare fino ad oggi. non litigo più tanto spesso con mia madre perchè ho imparato a esaminare i suoi comportamenti. riesco a guidare da sola in città. giovedì ho l'ultima visita prima delle ferie e le dirò che partirò per le ferie senza aver organizzato e prenotato nulla. ricordo che nella prima seduta aveva scritto su un foglietto le parole che ripetevo più spesso nei miei discorsi: organizzare, pensare. devo però ancora trovare l'equilibrio. sono ancora spesso triste. x muttley: non diffidare! |
Re: VERY FOBIC O NON VERY FOBIC..
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Per Lilly e Fuxia: ok, mi fiderò, ma non ho capito se la mutua passa anche lo psicologo, perché a me è soprattutto quello che interessa. Ho fatto una ricerca su internet al proposito e le risposte sono contrastanti.
Per Anima: guarda che io conduco una vita molto parca fatta soprattutto di astinenze :P |
io ho sempre cercato di farcela da solo,sono sempre stato scettico a riguardo di psichiatri e farmaci,pero devo ammettere che per la prima volta mi sta passando per la testa di iniziare qualcosa,da solo combino ben poco,vorrei provare qualche farmaco disinibente,se esiste;sono confuso,non so bene cosa succede quando vai alle sedute..si parla solo con lo psichiatra? si fa terapia di gruppo? dovrei scegliere uno psicologo o uno psichiatra? pensandoci mi piacerebbe andare da una donna sento che mi sentirei piu' a mio agio a dire i miei problemi,giovane sarebbe l'ideale perche' secondo me puo' capire meglio,le anzianette non mi ispirano,e perche' no anche carina almeno ci andrei piu' volentieri dato che devo spenderci dei soldi
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C'è stato un malinteso..è chiaro che quello era solo un esempio, riferito al raduno da poco fatto. Io nn assumo certo farmaci x partecipare ai raduni. Ma x uscire di casa, x studiare, lavorare, conoscere le persone, salutare, parlare. Per non pensare + tutte le notti ad ammazzarmi, riuscire a dormire bene qlche volta. Ciao Hurry Up! |
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La considero un disagio, ma non ho opinioni ortodosse riguardo alla cura ideale. Infatti penso che partecipare a tutte quelle attività come uscire di casa, studiare, lavorare e conoscere le persone, non sarebbe realmente impossibile se le persone accettassero, con la stessa naturalezza con cui accettano le persone comuni, che io possa esprimermi con una voce monotona, una dizione imperfetta e un'espressività extra-verbale povera di gesti. Se quindi mi sono precluse tantissime opportunità di vita sociale, la preclusione non la percepisco come una conseguenza della mia fobia sociale, di un mio limite, ma della non accettazione, o non comprensione, da parte degli altri, del mio modo di esprimermi. Neanche il più forte attacco di panico, probabilmente, mi persuaderebbe a cambiare idea. Fino ad ora ho sperimentato sintomi psicofisici come attacchi d'ansia, un attacco di panico, e, in altre occasioni, sintomi di imminenti attacchi di panico: eppure continuo a non sentire in me il problema. Ciao :wink: |
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Grazie di aver spiegato queste cose in modo così lucido.. io lasciandomi prendere dall'emotività non ci sarei di certo riuscita. |
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A volte ho come l'impressione che tu ti culli un po' nell'idea di poter controllare gli altri, come se lo sforzo richiesto- benché totalmente fallimentare già in partenza - fosse molto meno oneroso che lavorare su se stessi. Cosa che comunque tu in qualche modo già fai, ma ripeto ho quest'impressione che deleghi un po' troppo agli altri il compito di capire, di comprendere, di accettare. Non corri il rischio che, nel frattempo, l'unico risultato sia di continuare a vivere male - tu e soltanto tu - tra attacchi d'ansia e sintomi vari? Quote:
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visto che non ho mai avuto la minima compagnia femminile,ecco il perche' desidero avere una donna,la vedo come un occasione per avere compagnia femminile |
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Forse devo chiarire meglio il sistema di riferimento da cui parto, che non è ortodosso. Io parto da un sistema di riferimento in cui esiste un'etica che presuppone una catena di responsabilità etiche che vincola ogni essere umano al dovere di tendere alla meta-comunicazione. In questo sistema di riferimento, è ovvio che la fobia sociale è, prima ancora che un disturbo ansiogeno del soggetto, una prova per gli altri (e per il soggetto) di fare meta-comunicazione. Nell'etica comune la fobia sociale, limitando la comunicazione extra-verbale, è socialmente inaccettabile, inadeguata per poter partecipare alla comunicazione sociale. Nella mia etica di riferimento, invece, la fobia sociale non implica un'impossibilità del socialfobico di comunicare, e quindi l'emarginazione del socialfobico, in questo sistema di riferimento, non è giustificata. Quote:
Però allo stesso tempo vorrei che l'accoglienza degli altri non sia condizionata al fatto di riuscire a raggiungere l'espressività extra-verbale, ma che sia presente a priori, altrimenti, quand'anche in futuro riuscissi a raggiungere un'espressività completa ed essere accolto, la soddisfazione sarà amara, perchè sarei sì accolto, ma saprei che, comunque, quell'accoglienza non me la darebbero se non avessi superato la fobia sociale, e quindi non sarebbe, in linea di principio, un'accoglienza completa. Quote:
Come si traduce, sul piano pratico, questa necessità psicologica di giustizia? Semplice: cercando di persuadere gli altri a tendere ad essa anche se la probabilità di persuasione è bassa. Il fatto che la probabilità di convincere gli altri a usare la meta-comunicazione è bassa non mi sottrae dalla responsabilità di farlo, se esiste anche solo una possibilità su 100 di rendere giusti i rapporti sociali, non sfruttare quella probabilità è un errore :) Quote:
In questo caso la funzione dell'attacco ad personam è un po' come la funzione del dolore quando ti ostini a maltrattare il tuo organismo :) |
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In particolare queste frasi: "la preclusione non la percepisco come una conseguenza della mia fobia sociale, di un mio limite, ma della non accettazione, o non comprensione, da parte degli altri, del mio modo di esprimermi. " E qui: "eppure continuo a non sentire in me il problema". Ma anche adesso, a mio avviso, nella frase che ho messo in grassetto poco più sotto (vedi giù). Quote:
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Superare la fobia sociale non è una condizione necessaria per comunicare, quindi sul piano logico e pratico, io affermo che non mi sento responsabile della mia emarginazione. Quote:
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Se poi la logica dimostra che esiste un modo per meta-comunicare, un'etica che pone come condizione necessaria il superamento della fobia sociale non può trovare un fondamento nella logica. Quote:
Come ho detto prima, poi, le probabilità basse di realizzare la meta-comunicazione non mi portano a concludere l'inutilità dell'impegno in quel senso. Inoltre nel frattempo io non sto ad aspettare che il resto del mondo cambi, cerco anche di superare la fobia sociale. Quote:
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Il mio ideale etico non è individualista, tende a una meta-comunicazione generale tra tutti gli esseri umani, poi ovviamente tenderei a frequentare le persone a me più affini, ma non per impossibilità di comunicazione con gli altri. Quote:
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In effetti mi sfugge come un interlocutore non sciolto ma bloccato (dalla fobia sociale) possa meta-comunicare. Hurry, non mi starai parlando della telepatia? |
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(torniamo a parlare di cose serie...) la mia psichiatra è poco più grande di me. nel senso che ha circa solo cinque-sei anni in più. e non so perchè ma questo fatto mi ha fatto subito sentire più tranquilla: conosce le abitudini dei gggiovani (addirittura conosce i locali che frequento/avo) e le dinamiche di certi rapporti che, probabilmente, una dottoressa anziana non avrebbe mai potuto affrontare direttamente sulla propria pelle. mi da molta sicurezza quando parlo perchè sembra una vecchia amica a cui racconto tutto quello che mi accade e non mi vergogno, quando sono in buona, di fare battute scherzose. sa che mi manca "il gruppo" e quindi credo che lei partecipi consapevolmente a questo mio gioco di "finta-amicizia". ci diamo comunque sempre del "lei" per mantenere la giusta distanza del rapporto. |
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Te lo posso spiegare con un'analogia: è come se mi avessi dato un'equazione con un'incognita per il gusto di farmi vedere i simboli dell'equazione (non per farmela risolvere), ma io, per divertimento, mi mettessi anche a risolverla. (nell'analogia, la battuta equivale a mostrarmi l'equazione, l'atto di risolverla equivale all'atto di rispondere alla battuta come se fosse stata seria). Ora mi fermo, penso di essere stato abbastanza chiaro :) Quote:
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Ora riesco ad intuire i vantaggi della meta-comunicazione, di come faccia funzionare la comunicazione: per sfinimento dell'interlocutore. ;) ;) Quote:
--- Aggiungo in coda (perché intanto ho finito i messaggi): Quote:
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Torno un attimo indietro. In riferimento a questa tua affermazione che mi sembra così categorica, come nel tuo stile: ;) Quote:
Il mio discorso in realtà verteva proprio su questo punto. Non ho ben chiaro come tu possa ritenere fino in fondo oggettiva la preclusione. Mi spiego meglio: chi conosce l'ansia per le situazioni sociali sa che metterà in azione un meccanismo di evitamento che parte dall'assunto (eterno, incrollabile, sempre vero) che non sarà accettato dagli altri se si troverà in questa o quella situazione sociale, auto-precludendosi di fatto ogni possibilità di verifica. Ciononostante, quello che dovrebbe essere soggetto a verifica, la non accettazione, diventerà un fatto (arbitrariamente) oggettivo e di conseguenza anche la preclusione, quando la prima è perlomeno da discutere e la seconda, a priori, non è possibile stabilirla con certezza (perché dipende dalla prima che è soltanto un'ipotesi, appunto). In ogni caso (vedi interrogativi a raffica di prima) è necessaria, utile, richiesta, l'accettazione indiscriminata, di tutti i potenziali interlocutori (quelli che io chiamavo altri)? Non so quanto mi sono spiegato meglio. |
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Nella meta-comunicazione, questi fattori non impediscono di comunicare. Come ti ho già spiegato, nella meta-comunicazione l'unico obiettivo è comunicare, nella forma poi potrebbe anche essere simile a una conversazione di robot, ogni parola potrebbe essere balbettata oppure pronunciata lentamente, si può anche parlare con lo sguardo abbassato: queste cose non limitano la comunicazione. L'incoraggiamento continuo dato dall'accoglienza e dalla meta-comunicazione poi ha l'effetto di far sciogliere sempre di più l'interlocutore. |
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Ovviamente, solo chi ragionerà sull'effettiva praticabilità della MC sarà persuaso della possibilità di metterla in atto, chi invece, in base alla sua logica (ma più che altro in base ai suoi gusti) concludesse che non è praticabile, non la praticherà. Però dimostrare la possibilità di praticare la MC aumenta la probabilità che qualcuno lo capisca e la pratichi. Quote:
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"La preclusione è una conseguenza della non accettazione, o non comprensione degli altri" questa affermazione non dice che necessariamente un very fobic viene emarginato dagli altri, ma dice che se accade che viene emarginato e che lui usi la meta-comunicazione, la causa dell'emarginazione non può essere altro che la non accettazione o non comprensione, da parte degli altri, del suo modo di comportarsi. Se infatti io uso la meta-comunicazione, non c'è niente che mi impedisce di comunicare, ne mi si può dire che uso una comunicazione non chiara (dato che la meta-comunicazione chiarisce tutto), quindi, se in queste condizioni vengo emarginato, l'omissione non è mia, ma degli altri. Quote:
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tecniche di rilassamento, funzionano?
Io sto facendo psicoterapia cognitivo-comportamentale da un annetto; è stato molto difficile all'inizio perchè mi vergognavo tantiss del mio problema anche con la strizzacervelli e dovevo "violentarmi" per non raccontarle delle palle...So che è paradossale (spt pensando agli eurini che sborsavo), ma tendevo a comportarmi anche con la strizza nello stesso modo in cui mi comporto con il resto del mondo cioè simulando una normalità, un equilibrio in realtà lontaniss da me. Now va un pochino meglio anche se mi imbarazza ancora non aver avuto una vita normale da raccontare...cavolo mi sento sempre l'Edward ManiDiForbici della situazione...Non ho mai preso farmaci perchè mi fanno una gran paura (di solito basta un caffè lungo per farmi svalvolare...non pox neanche drogarmi caz), sarei terrorizzata dall'idea di perdere il controllo,la lucidità...Adex sto provando con la strizza le tecniche di rilassamento e il training-autogeno però richiedono un allenamento abbastanza lungo e non ho fama di esser una tipa muj costante (ho cambiat 3facoltà...)
C'è qualcuno che le ha provate?Ne vale la pena?Lo chiedo perchè mi sento abbastanza cretina quando cerco di utilizzarle, forse perchè non appartengono alla cultura occidentale che prevede una cura "chirurgica" ed immediata...boh sos consigli |
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(perché volerlo fare, non perché non dovrebbe essere possibile farlo ma volerlo) Quote:
La frase originaria era questa: Quote:
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Naturalmente è improbabile che lo sia se è uno sciovinista della comunicazione extra-verbale... probabilmente sarà una persona dotata di intelligenza! Quote:
Quando dico che percepisco che l'esclusione non sia conseguenza di un mio limite, la mia impressione è fondata su una logica non relativa, ma oggettiva: 1) uso la metacomunicazione 2) se uso la metacomunicazione ho tutte le possibilità di partecipare a una conversazione 3) se ho tutte le possibilità di partecipare a una conversazione, l'esclusione non può dipendere da me 4) infatti dipenderebbe dagli altri che non accetterebbero il mio modo non standard di esprimermi. C'è qualche passaggio che non ti è chiaro? 8) |
Toh, adesso ho un messaggio. Ne approfitto e riporto qui quello che avevo scritto in coda al messaggio di prima, così evitiamo confusioni (e nel frattempo ho pure ampliato la mia risposta).
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Credevo fosse di portata un tantino più generale. ;) Quote:
Avere tutte le possibilità di implica soltanto avere tutte le potenzialità, opportunità di non garanzia di (oppure non ci intendiamo sull'italiano e a quel punto non avrei proprio cos'altro dire). Può anche essere condizione necessaria ma non è sufficiente. L'esclusione può dipendere da te, da quello che comunichi a prescindere dal modo. Se con l'uso della metacomunicazione esprimessi in modo inequivocabilmente chiaro argomenti di nessun interesse per gli altri partecipanti alla conversazione? Non si tratterebbe di non accettare il modo di esprimerti, perché non ci sarebbe nulla da eccepire, ma proprio ciò che esprimi, il messaggio che comunichi. Ora siamo esattamente al punto di partenza, cioè alla tua affermazione iniziale e a ciò che si percepisce come oggettivo in modo più o meno arbitrario. Potrei anche riformulare - in parte ripetendomi - la domanda che hai aggirato, ma mi limito a chiedermi di nuovo (e solo eventualmente anche a te): accantonata (o superata) la metacomunicazione, è possibile mettere in discussione la non accettazione degli altri? --- idem come le altre volte Quote:
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Detto questo,anche a me è dispiaciuto che il topic del nostro raduno sia stato chiuso(sebbene per ragioni comprensibili),potevano venire fuori altre opinioni e confronti interessanti... |
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