Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Il contrasto fra l'essere un fobico/depresso e il pretendere di voler vivere una vita normale.
Forse dovrei accettare la mia depressione e viverla con tranquillità, sottomettermi ad essa per un certo periodo. Pensavo ad lungo periodo di mutua o un'aspettativa dal lavoro di almeno 6 mesi, per raccogliere forze, pensieri e curarmi nella mente e nel corpo. Almeno la depressione sarebbe ufficializzata e nessuno mi romperebbe più le scatole. Però ho paura che questo mi isoli e mi impigrisca ancor di più e poi non vorrei dare questo dispiacere ai miei genitori, soprattutto mio padre, che già per la mia attuale condizione ci patiscono abbastanza. Ho paura per la sua salute, che già ultimamente ha subito diversi affronti. Certo, cercare di vivere una vita normale essendo depressi è come spingere a mano una macchina per 10 km ogni giorno, ma difficilmente ormai riuscirei a fare diversamente, la mia vita è (in modo malsano) già piuttosto strutturata. Spero in un crollo psicologico o in qualche malanno fisico che mi costringa a fermarmi. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Se stai a casa cosí senza curarti,non serve a nulla.Poi ritorni e ritornano i problemi.Bisogna curarsi, se c'è margine di miglioramento .
Certo tendere verso una vita felice idealizzata bene non fa. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Però o questo o niente, bisogna accettarlo, bisogna accettare il fatto che una vita normale e piena è cosa irraggiungibile per molti qui e bisogna fissarsi obbiettivi realistici che ci spronino ad uscire dalla comfort zone ma senza farci violenza. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
No ma infatti chi la vuole la vita perfetta, da mo che non c'è più speranza, basta anche solo una vita normale (lavoro, sport, hobby) ma già questa è molto difficile da mandare avanti. Per lavorare bisogna stare bene, perché per quanto i datori si possano limitare nelle richieste è sempre tanto.
Per ora non so come uscirne, ma avendo già provato in passato delle pause so che poi quando bisogna ricominciare è dura |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Secondo voi cosa vuol dire curarsi e guarire?
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Altrimenti curarsi significa curarsi dalla malattie della mente, anche se io non ho mai parlato di guarire. come il diabete che si cura ma non si guarisce |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
No no, è che delle volte non capisco bene come si può curare la fobia sociale, o in generale paura dei rapporti con gli altri
): ad esempio se dovuta a un forte problema di insicurezza e debolezza |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Hai ragione ci sono arrivato anche io oggi, bisogna cercare di migliorarsi MS senza pretendere nulla, accettarsi e accettare la propria situazione
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Ho dato la sentenza della mattina :D |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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L'approccio tcc mi lascia seri dubbi di validità. In internet ne parlano come una medicina,f ai tcc e guarisci,non ci può essere tale sicurezza di successo con un problema cosí complesso e diverso da persona a persona ,mi sa tanto di reclame. Poi non so se syd abbia proprio la fs. Certo se non si guarisce con la terapia,tanto meno si guarisce prendendosi l'anno sabbatico e non facendo niente. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Bisogna smetterla di considerarsi "malati": avere caratteristiche fuori dallo standard (imposto da convenzioni macro e micro-sociali), per quanto magari non adattive, deve essere comunque visto come una variazione cromatica (seppur tendente magari al nero) necessaria, in contrasto con un mondo tutto monocromatico (grigio, o forse qualche colore sgargiante:mrgreen:).
La natura non ci viene in contro: le anomalie spesso devono fare i conti con le regole/convenzioni sociali che deriavano da un diktat naturale ancestrale: si sopravvive meglio se in gruppo. Le anomalie minano l'omogeneità del gruppo e lo rendono vulnerabile, quindi bisogna isolarle e portarle all'estinzione. La natura non è politicamente corretta. Ma noi siamo una società civile, suvvia, e mica possiamo comportarci come animali, quindi la diversità, la disomogeneità, la dobbiamo solo additare come "malattia", e magari aggiungere "vedi come sei diverso e sbagliato? Ma se guarisci potrai diventare come tutti noi!" I gruppi umani, anche di dimensioni contenute, cercano di trovare un comun denominatore che definisca l'insieme, una base condivisa che faccia sentire parte di qualcosa. Quindi, definito il "noi", si passa a cercare gli "altri", gruppi antagonisti con cui entrare in competizione. Facciamo un esempio: io ho i capelli lunghi, e se entro in un ambiente in cui questa caratteristica non è esposta da nessun esemplare del gruppo, verrò additato subito come "strano", "sinistro", o forse, se la convenzione di questo micro-gruppo legifera che uomo-capelli corti, donna-capelli lunghi, magari si cadrà anche nel "sessualmente ambiguo". Ma se io, con i capelli lunghi, entro in un ambiente di nostalgici appassionati di Heavy Metal, cosa succede? E se in questo nuovo ambiente arriva un ragazzo coi capelli corti e impomatati, magari col risvoltino trendy alla caviglia? Avremo le stesse reazioni di cui sopra, purtroppo: altro gruppo, altre convenzioni, ma lo stesso impulso atavico da animale sociale. Intuiti questi meccanismi alla base delle aggregazioni umane, l'unica cosa da fare è smetterla di sentirsi "sbagliati", ma semplicemente "diversi", e sapere che, se pure la diversità è lesiva per l'identità d'un gruppo, e quindi susciterà certe reazioni difensive, in nessun modo dobbiamo cedere. Scusate la confusa, forse pessima esposizione. E' domenica mattina e volevo scrivere qualcosa...:applauso: |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Io penso che nn dovresti fermarti per così tanto tempo, a meno che proprio nn ne hai bisogno...rompere la routine è dannoso per un depresso, stare a casa senza far niente poi sarebbe ancora peggio. Potrebbero aver senso 2 settimane se devi ricaricarti, ma 6 mesi sono un'eternità...
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Ho avuto anche io quella sensazione e l'ho fatto presente alla psicoterapeuta. Lei mi ha detto che sono io che ho standard troppo elevati, che non si può avere tutto ecc. Vabbè sto andando off-topic. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Quello che dice dotrue è vero 6 mesi sono rischiosi per un depresso, ma...
Se la prendi nel verso giusto può essere una svolta nella tua vita. La monotonia, la routine noiosa e il fare continuamente cose che non vuoi fare (lavoro) può anche alimentare un pensiero di fondo profondo che ti ha creato lo stato depressivo e quindi rinforzarlo. Io ho avuto entrambe le esperienze...continuare a lavorare nonostante fossi stressato, e questa escalation di stress mi ha portato all'implosione, e fermarmi per un pò di tempo, ormai più di un anno. Ovviamente entrambe le situazioni hanno degli aneddoti che hanno contribuito fortemente a farle succedere. Comunque, quello che dovresti fare se credi nel fatto che 6 mesi (o anche di più non darti un termine) possano darti un beneficio è pianificare questo periodo. Devi sapere già cosa fai quando sei fermo, e con l'aspettativa per depressione o malattia puoi sfruttare l'intera giornata. Non decidere di fare qualcosa una volta a casa, altrimenti dopo 2 mesi sei ancora lì che pensi, a maggior ragione per una mente di un depresso. Quindi prepari un piano di obiettivi che vuoi raggiungere e li segui, non saltando mai un giorno di attività. Chessò decidi di praticare uno sport, di fare tutti i giorni delle uscite x vedere qualcosa, niente di paurosamente importante a livello socialoso, devi agire su di te, ricostruirti, gli altri verranno da sé, se e quando sarà il caso. Se stai fermo perché pensi che riposarti ti farà bene, non farai altre che dare appoggio alla depressione. Pianifica la pausa-attiva poi fermati :bene: X i tuoi puoi spiegargli quello che hai intenzione di fare, ed a maggior ragione non puoi deluderli e non devi deluderti non facendolo. Se ci riesci avrai un punto di fiducia e di autostima in più per te stesso, oltre che le idee un pò più chiare sul futuro. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Qualunque protocollo di psicoterapia ha l'intento di farti vedere più lucidamente le cose e senza la "tara" della fobia, al netto. Se intravedi qualcosa e ci credi, fai passi avanti, diversamente sarai sempre "scoperto". |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Come sarebbe a dire "qual'è il problema"? Quali sono "i problemi".
Magari dipendesse tutto da un singolo problema che sta alla base di tutto e risolvendolo si risolve automaticamente ogni cosa. Non il problema, ma bensì i problemi, che sono quelli che scaturiscono dal vivere, ogni età della vita ha i suoi. :miodio: |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Mancano emozioni che fanno star bene, mancano persone che ti aiutano veramente cioè persone che si prendono a "cuore" il tuo bene. Poi forse se hai un po' di fortuna vedrai il problema non più di fronte ma di fianco a te.
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Il significato di fobia per rinfrescare la memoria è: Paura angosciosa per lo più immotivata e quindi a carattere patologico. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Per chi ha un vissuto traumatico però la paura non è immotivata
(non parlo necessariamente di traumi gravi, quindi figuriamoci in quelli gravi) |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
Concordo con claire sul fatto che 6 mesi senza altri interventi terapeutici non darebbero benefici, e in compenso darebbero tutti i danni del non avere un lavoro.
Fermarsi è pericoloso. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Ma alla fine cosa ha funzionato nelle terapie che sono state utili? Come hanno aiutato a stare meglio, a guarire?
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Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Io premetto che se pur messo malissimo ero megliodi ora,avevo più volontà e voglia di rivalsa,non saprei dire come è successo so solo che dopo un po',rivedendo i miei schemi mentali ecc,mi ero trasformato,ero vivo.Secondo me può funzionare per ansia e fobia,ma non per una depressione cronica |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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La paura sproporzionata all'evento connesso in qualche maniera con quello traumatico avuto, è totalmente irrazionale. La nostra mente è convintissima che tutte le volte che ci sarà un evento connesso a quello traumatico per svariati motivi, debba farci pre-occupare, e quindi attivarci a livello d'ansia, ma a quando è a livelli abnormi è una cosa che non funziona come dovrebbe. Sulla gravità del trauma c'è anche una parte di soggettività: Una microsituazione drammatica e traumatica ripetuta centinaia, migliaia di volte equipara se non oltrepassa uno stress oggettivamente grave. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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- ho molta meno ansia e tremori (quasi nulla) in situazioni comuni come fare la spesa, andare a tagliarmi capelli, ordinare un caffè al bar - quando parlo con delle ragazze le tratto come i ragazzi e non come se fossero degli esseri diversi, fatati e magici:D - riesco a dire no e alcune volte (udite,udite) anche a far valer la mia opinione - non ho ansia nel guidare fuori città e fuori dall'autostrada - non voglio più suicidarmi - non rimugino su eventi passati sentendomi in colpa Come ho fatto: esponendomi gradualmente alle situazioni temute e rivedendo schemi "disfunzionali". Cosa non ha funzionato: riesco a fare le cose pratiche ma continuo ad avere grosse difficoltà di comunicazione e nell'instaurare nuove amicizie e relazioni sentimentali. Mi sento più solo e "vuoto". Ho la sensazione che la TCC ti renda un membro "normale" (o quasi) della società. Non a caso ho trovato lavoro e sono andato a vivere da solo. Ma lascia irrisolte alcune questioni profonde che non permettono di stare bene del tutto. Insomma ti rende un ingranaggio del sistema ma essere felici credo sia un'altra cosa:pensando:. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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La mia è più evitanza per inadeguatezza mia e noia di stare con la maggior parte delle persone. Quelli con cui mi piacerebbe stare non vogliono stare con me. Quote:
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E' ancora da valutare |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Syd, se la malattia o l'aspettativa è per problemi di ansia o depressione non hai nessun orario da rispettare. E' concessa l'uscita (e ci mancherebbe...). Io non la scarterei affatto come idea, ma devi essere irreprensibile e cazzuto tu, nel seguire il programma fatto, che se ti ci metti lo crei. Però devi essere anche preciso nel farlo, non una cosa fatta a caso tanto per mettere a posto la coscienza, deve essere un programma pianificato giorno per giorno, ora x ora. Fai una lista molto allargata di tutte le attività che ti piacerebbe fare ma che x mille motivi non hai mai fatto, attualmente ma anche in passato (se ti piacevano prima non'è detto che ora non ti possano più piacere). Poi la rifinisci eliminando tutte quelli che sai al 100% che non farai e quelle che sono logisticamente impossibili da fare. Poi le inserisci nei giorni della settimana, e organizzi il resto. Il riposo oltre quello notturno non'è concesso, e non devi mai concedertelo se non per stanchezza fisica. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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2) Tipo accademia militare :D 3) Questo mi piace 4) :o Sono sempre stanco, quindi posso concedermelo sempre |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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( scherzo :D ) |
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2.si..non scherzo. Se vuoi allontanare la depressione, se quella e' (voglio dire che sei sicuro che non sia un tratto caratteriale che fondamentalmente ti sta bene e che ti mette "al riparo") la strada giusta e' il rigore e la perseveranza. 3. Bene, falla^^ 4. Scindi stanchezza fisica da mente e quella che senti da stanchezza puramente fisica. La differenza e' abissale..oltre che basta che guardi cosa hai fatto prima...se non hai fatto un cavolo ovvio che e' mentale. Quella fisica di solito stai bene di mente. |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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Stavo "bene" solo quando stavo in ferie perché non avevo doveri, non avevo nulla a cui pensare, potevo andare a dormire e svegliarmi quando volevo. Mi dispiace e mi sento una cacca umana ma solo così vivo bene. Passioni per ora non ne ho e se le ho sono troppo tiepide per schiodarmi dal divano :) |
Re: Forse ho capito qual'è il problema: il contrasto
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