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L'imbarbarimento culturale dell'italiano medio
Più passa il tempo più mi accorgo di sentirmi straniero in patria: gli italiani sono un popolo in cui non mi riconosco, un'accolita di barbari preoccupati unicamente di non pagare 150-200 di ici sulla prima casa ma incuranti del fatto che tasse e servizi locali verranno a crescere sempre di più. Siamo un popolo di bambini in tutto e per tutto: pretendiamo un minor prelievo fiscale ma più servizi, più sicurezza e più rispetto delle regole ma vogliamo essere liberi di fare i nostri comodi, più verde e più natura per crescere i figli ma poi sommergiamo ogni lotto edificabile nel cemento, desideriamo più libertà e concorrenza ma siamo pronti a scendere in piazza a menare un ministro della repubblica perché ha ideato un decreto sulle liberalizzazioni che intaccano i privilegi di categoria e a scorazzare in suv nelle anguste strade dei nostri centri urbani.
Il senso civico non è mai stato il nostro forte, ma siamo bravi a stornare l'attenzione dai veri responsabili: la colpa è degli stranieri, dell'europa dei burocrati, della concorrenza sleale dei cinesi (intanti noi siamo il terzo paese al mondo produttore di merce contraffatta) e di chiunque sia passibile di requisitorie pur di non ammettere che siamo noi la causa dei nostri mali. E' facile puntare il dito sulla classe politica, quando questa stessa classe politica è nata e germogliata nell'humus culturale in cui tutti siamo vissuti: ogni popolo ha i politici che si merita e noi abbiamo politici furbi e truffaldini esattamente come noi (che del resto continuiamo a eleggerli). Il nostro livello culturale ha quindi subito dei gravi smacchi: due terzi del popolino non legge o non ha mai portato a compimento la lettura di un libro, usa prevalentemente la tv come fonte di approvviggionamento per le informazioni e snobba internet, crede a ogni minima esagerazione del catastrofismo telegiornalistico, si dichiara fermamente credente ma poi non mette piede in chiesa e non conosce le sacre scritture, vorrebbe difendere le tradizioni ma provate a sottoporli a qualche domanda sulla nascita e sulla storia dei centri urbani in cui risiedono.... E' così o sono io a vedere tutto nero? |
purtroppo anche io la vedo così...
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komunisti :lol:
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Re: L'imbarbarimento culturale dell'italiano medio
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Vedo tutto nero nel senso che sono pessimista, non parliamo di ideologie 8)
C'è da dire che il nero è anche il colore degli anarchici e noi italiani abbiamo nello spirito un sentimento di insofferenza verso le regole e i criteri che dovrebbero regolare una gestione razionale del vivere collettivo. Siamo tutti anarchici in questol belpaese, ma un anarchismo spinto fino ai limiti dell'individualismo più estremo. Vogliamo tutto e il contrario di tutto! |
maddai muttley, te poi sei il primo che ieri ti sei visto la partita dell'italia (il calcio è lo sport della massa che stai a criticà)
eppoi, non ti conosco molto, ma non mi pari nè un barbaro, nè un intelletualissimo boys tantè che ancora devi trovare il tuo spazio in questo mondo prima vinci la tua battaglia superando il sistema e poi critica chi c'è intrappolato ed è barbaro, xchè attualmente nun me pare che sei messo così bene da poter fare il black saccent 8) |
Il calcio è lo sport di tutte le masse, non solo quella italica, e io qui sto criticando soltanto i miei connazionali 8)
Non c'è nulla di male nel criticare una congerie di persone che non legge, non si informa se non tramite la tv, disprezza la cultura e magari preferisce lavorare in nero. Io per quel che posso leggo, mi informo esclusivamente tramite internet, non considero l'arte e la cultura come paturnie per intellettuali megalomani e ho sempre lavorato in regola. Il mio è un j'accuse indirizzato ad un sistema culturale e valoriale, non ad una struttura. Approfitto del post per rilanciare la figura degli intellettuali, di cui il nostro popolino avrebbe un sistematico bisogno: nei decenni e nei secoli passati la nostra gloriosa nazione ha avuto questi preziosi personaggi come timonieri e sarebbe il momento di riscoprire questi uomini-vate per il bene di tutti invece di farne il bersaglio principale del pestaggio mediatico. Si dice che siano persone lontane dal popolo, dalla gente che lavora e che si spezza la schiena ogni santo giorno....per quanto mi riguarda non mi vergognerei affatto di essere lontano dagli imperativi dell'italiano medio. Bei tempi quando alla rai trasmettevano lo sceneggiato dei Fratelli Karamazov 8) |
quello che mi spaventa e che mi crea personalmente disagio è che ci si sta abituando a tutto questo.
ogni cosa diventa fenomeno mediatico. non esiste nulla se non quello di cui parla la televisione. il sentito dire è il nuovo sapere. essere consapevoli non significa essere saccenti. |
scusate, ma voi entrate nelle case della gente x sapere che sono meno acculturati di voi?
o magari giudicate la gente solo perchè guarda il grande fratello? ;) |
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il prossimo voi non dovreste conoscerlo :wink: |
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la verità è che esistono anche estroversoni in gamba, molto più di fobici che han vissuto solo dietro 4 mura e anzi, i grandi della storia non erano sociofobbbici e spero che nessuno prenda come esempio quello sfigghè di leopardi :D la verità è che la cultura è ormai alla portata di tutti, proprio grazie ad internet, e questo a molti brucia, perchè non si sentono più esclusivi dotti però cmq, la cultura è nulla senza controllo puoi essere anche l'uomo più dotto del mondo, ma se non sai come vivere farai sempre la fame, quindi, dico a ti muttley, non dar colpa all'italia, o se vuoi dargliela, prendi le valiggggeee e vai all'estero, tanto sai le lingue, e vediamo se x te la musica cambia li, o se il problema non era la poca cultura del tuo paese fobic in action! |
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Proprio perchè la cultura è ormai alla portata di tutti, il valore della cultura è calato , di conseguenza meno persone sono interessate alla cultura. |
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Per rispondere a Calimero: come faccio a capire se il livello culturale della gente si è complessivamente abbassato? Semplice, perché sono stato investito dai lumi della conoscenza 8) ma mi basta anche ascoltare i discorsi delle persone in giro, sia tra gli sconosciuti sia tra i conoscenti e ogni volta il resoconto è sempre il medesimo. Poi non accuso nessuno della mia condizione che dipende solo da me, ma non mi dispiacerebbe che i miei connazionali fossero più avveduti e meno sprovveduti. L'avvento di internet non ha generato quel balzo in avanti del bagaglio culturale generale che ci si aspettava all'inizio, e questo pare prevedibile in un paese dove il web è ancora considerato in larga parte inutile. A diffondere questo concetto concorre l'informazione televisiva che mira a screditare il mezzo internettiano perché lo percepisce (e a ragione) come un pericoloso concorrente. Se osservate i nostri notiziari noterete come la rete sia dipinta come l'enclave inossidabile dei voyeur, dei pedofili e più in generale dei reietti invasati. |
la cultura è solo una delle tante fughe dalla realtà
è la matrix di chi nun vuole assumersi le proprie responsabilità continua a pensare ai massimi sistemi, al buco nell'ozono, al neo sigillismo inscatolato, intanto la gente superficiale se fa li soldi, se compra la casa, la macchina, si sposa, ha figli, e si accatta anche la playstation 3 tiè 8) |
Noi italiani, da superficiali quali siamo, semo sempre più spiantati però 8)
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All'italiano medio la cultura non interessa, a livello europeo siamo sempre fra gli ultimi posti come numero di libri letti in un anno. All'italiano medio interessano le veline, i culi, le tette, interessa che non gli si rompano le scatole e che non gli si mettano le mani nel portafogli. |
Re: L'imbarbarimento culturale dell'italiano medio
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E chissenefotte della politica, tanto con il mio voto non cambio un cazzo, la mia vita non cambia, quindi è tempo perso quello dedicato alla politica. E la vita è una. Il mio impegno verso il prossimo preferisco che sia il tempo che passo tra i fobici sociali, non quello che passo ad interessarmi di politica. |
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Il post iniziale potrei averlo scritto io. Inizio a sentirmi a disagio in questo paese di mammaluk, pronti a farsi prendere per il sedere dalla stessa persona ogni tot anni ed attenti solo al proprio portafoglio. Non mi ci riconosco, mi sento diverso. Per carità: non sono l'unico, ma siamo sempre minoranza.
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la letteratura? e noto che non hai nominato il calcio, forse perchè anche qui il calcio che dovrebbe essere culturalmente paragonato al gf è guardato dai fobici? credo che non abbiate il diritto di giudicare come la gente passa il tempo libero, se legge, se guarda un dvd o se guarda il gf... soprattutto quando questa gente poi anche senza cultura, nella vita se la cava molto meglio di voi, nun trovate? |
Parlando in termini generali, in Italia si assiste ormai da anni ad un declino economico senza apparenti possibilità di ripresa. Parallelamente si sta verificando anche un declino culturale. Le due cose sono in relazione? Quale fra le due è la causa e quale la conseguenza? Sarebbe facile dire che il declino economico sia alla base di quello culturale ma secondo me esiste un rapporto dialettico tra i due, ovvero si influenzano reciprocamente. Ad esempio in Italia l'economia non tira, l'impresa non è competitiva perché non investe sull'innovazione e innovazione significa cultura. Quando si da' meno peso alla cultura si resta fermi quindi. E nella storia, così come nella vita di tutti i giorni, sono state le menti grandi e acculturate a spianare la strada.
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ma va là con sta cultura che salva il mondo
basta una buona economia e meno corruzione e non centra una cippa la cultura sono giochi di potere e di azioni poco morali basterebbe una sola persona con le buone idee ed il potere x metterle in pratica e tutti gli altri potrebbero sguazzare nell'oro con la terza media |
La cultura ci rende liberi e più svegli.
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ma parlami della tua cultura, in cosa consiste, a cosa ti è servita fino ad ora, cosa hai capito della vita? siete troppo classici e categorici credete che se uno segue una cosa non conosce altre cose e cmq peccate di superbia oltre al fatto che potete essere considerati gnurant da un elettricista, xchè non sapete nulla sulla sua materia la cultura ti da l'illusione di capire la vita ma la vita per esser compresa va prima vissuta ed un very fobic in questo punto pecca ohmmmmm |
Qui non si parla di cultura a compartimenti stagni: lo scibile umano è troppo vasto per poter essere racchiuso in una sola mente. Ognuno si specializza nella sua branchia, nel suo settore. Il problema è un altro, ovvero la superficialità nell'affrontare ogni argomento tipica dell'homo italicus, la presunzione che informarsi e approfondire le cose sia inutile, la cieca fiducia riposta nel sentito dire dell'informazione televisiva.
Oggi nessuno sembra più vergognarsi di non sapere, anzi l'ignoranza è diventata un vanto da esibire ai quattro venti. Conosco gente plurilaureata che si vanta di non aver mai letto un libro di sua spontanea iniziativa e questo dice tutto. |
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Esattamente come ci sono persone che vivono meglio di me pur essendo ignoranti e zotici:se si intende il "vivere meglio" in termini economici il discorso che stiamo facendo non c'entra un tubo,nel senso che se si dovesse dare un valore alla cultura solo in quanto può farci guadagnare vuol dire che non si è capito una mazza e che siamo fuori strada;se si parla appunto in termini di qualità umane...beh,come ho detto sopra:la cultura non è una bacchetta magica che se ce l'hai allora vai alla grande in tutto e se non ce l'hai non hai speranze in nessun senso,questo mi pare ovvio. |
Penso anch'io, come Muttley, che la cultura renda più liberi, perchè in grado di offrire quegli strumenti che ci permettono di pensare autonomamente, senza affidarci acriticamente alla parole altrui o ai luoghi comuni. Ovviamente non bisogna confondere la cultura col nozionismo, Calimero. Ovvio che conoscere la data di nascita e morte di Dante non importa a nessuno: è semmai necessario capire che tipo di cultura, mentalità e situazione storica ha generato un'opera enciclopedica e tanto complessa come la Divina Commedia, interrogandoci sull'utilità che può avere nel presente un'opera scritta ormai secoli fa.
Si dà sempre meno importanza alla cultura e questo lo si vede anche da come è ridotta la scuola (siamo agli ultimi posti in Europa), da come ragionano i ragazzi già in giovanissima età: c'è tra di loro l'esaltazione della furbizia e della nullafacienza e viene bollato come secchione chi - giustamente - si sforza e suda sui libri per ottenere dei risultati validi. Si punta alla mediocrità anzichè all'eccellenza, perchè l'importante è tirare a campare faticando il meno possibile. In fondo abbiamo anche dei modelli in politica, per cui conta di più la faciloneria e il "buttarla in caciara" con le battute e la finta simpatia (che non è altro che ruffianeria) che la reale sostanza. In realtà c'è una parte di me che è tentata ad emigrare fuori i confini di un paese che avverto sempre più angusto e ottuso, dove la cultura di massa la fa da padrone. Ormai in televisione è sempre più rara l'occasione di poter vedere qualche buon film in prima serata, perchè le programmazioni delle diverse reti pullulano ormai di reality (volgari) e fiction di bassa lega (qualunquiste, buoniste ecc). Puoi sperare di beccare un film d'autore solo alle 2 di notte e questo significa che è il pubblico stesso a favorire un certo tipo di programma, anche se a volte mi sorge il dubbio se sia nato prima l'uovo o la gallina; mi chiedo se programmi tanto squallidi nascano da una richiesta implicita degli italiani o se sia invece il potere ad utilizzare la tv come mezzo di controllo sociale, rimbambendo i suoi utenti con programmi sciocchi con lo scopo di formare generazioni di cittadini acritici, incapaci di analizzare i reali problemi del paese e paghi solo di soddisfare i bisogni più materiali .... |
giusto clizia, il nozionismo è quello che insegnano a scuola, purtroppo, e forse è proprio per questo che i gggiovani d'oggi (ma anche quelli di ieri!) rifiutano un metodo di apprendimento così lontano dalla realtà in cui si vive e si rivolgono alle facili soluzioni furbette che portano alla mediocrità.
la cultura è curiosità, è voler sapere cosa c'è oltre al culo e le tette delle veline di striscia, è emozionarsi nel leggere, guardare, osservare, è sapere chi comanda e perchè lo fa, è in poche parole passione. la cultura rende l'uomo libero, non ricco. e non c'entra nulla con la fobia sociale: non facciamo diventare i nostri problemi una scusa per essere pigri e "ignoranti". |
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Per me i ragazzi di oggi rifiutano tutto ciò che è fatica, ed è arduo per loro non solo apprendere le nozioni, ma anche esercitare lo spirito critico, perchè costa impegno e coinvolgimento pensare e mettere in moto il cervello. A volte sono proprio loro che fanno appello al nozionismo perchè li rassicura..... Il segreto è rendere attuali le cose, far capire che tutto ciò che ha a che fare con gli uomini - anche se si parla di uomini di secoli fa - ci riguarda sempre e comunque, perchè - come diceva Terenzio - nulla di ciò che è umano ci è estraneo... |
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Ci sarebbe poi un discorso da fare su intrattenimento intelligente e intrattenimento stupido, ma ad un certo livello diventa una scelta personale, se coltivare sé stessi, mettere in discussione le proprie idee e acquisire una consapevolezza maggiore, oppure lasciarsi andare alla passività mentale. L'ignoranza in sé non è mai una colpa, il non desiderare di uscire da tale condizione invece si. Il grado di civiltà di una società non si misura dal successo individuale acquisito da alcuni, in termini di denaro, potere o beni materiali. La cultura non è un mezzo per superare il prossimo, ma un qualcosa che permette di innalzare noi stessi, chi ci sta intorno e chi verrà dopo di noi, verso un'evoluzione delle idee sempre meno codificata e sempre più tesa in avanti. Lo scopo della cultura è mettere sempre in discussione l'umanità stessa, per permetterle di imparare dai propri errori. |
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Non mi stupisce che gli studenti siano così poco interessati agli insegnamenti scolastici...al liceo dove andavo io sono stata fortunata,nel senso che gli insegnanti erano perlopiù capaci e appassionati al loro lavoro:però anche i miei professori preferiti hanno sempre avuto questo atteggiamento di disprezzo e chiusura verso "il mondo e i giovani d'oggi"(i loro alunni,insomma),non si sono mai sforzati di interagire con noi,ci hanno sempre dato l'idea che la Vera Cultura fosse una santuario sigillato con cura nel quale solo pochi eletti avessero accesso al prezzo di sacrifici e fatica. |
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Se la società che ci ciroconda bombarda continuamente il singolo di sciocchezze, se i ragazzi sono abituati ad essere sempre distratti dalla cultura di massa e metabolizzano degli stimoli che li porta a maturare un tipo di pensiero frammentario ed analogico, è normale che si sentano lontani da un tipo di apprendimento, basato invece sul pensiero logico-lineare, sulla concentrazione, sulla fatica del ragionamento....non si può dare ora la colpa solo ai prof. o alla scuola, che vive di riflesso tutti i contraccolpi di una società che cambia troppo velocemente, incapace di darsi una direzione chiara! Sinceramente io i ragazzi non li vedo solo come delle povere vittime degli insegnanti che non sanno appassionarli alla vera cultura; ho avuto quest'anno la mia prima esperienza di contatto coi giovani nelle scuole, e vi assicuro che è moooooolto difficile appassionarli, anche se tu la passione per le tue materie ce l'hai. Sono scazzati, annoiati e non sono affatto curiosi verso un tipo di cultura che usa codici espressivi e linguistici molto differenti rispetto a quelli a cui loro sono abituati. Bisognerebbe avvicinarsi alla cultura dei giovani, ma dipende in che modo. Non sono d'accordo che ci si debba svendere per assecondare le sirene della cultura di massa. Ho dato ai miei ragazzi di II^ media una lista di libri da leggere, evitando con cura di infilarci Harry Potter o 3 metri sopra il cielo. Perchè se i ragazzi continuassero solo a leggere questo tipo di cose, non imparerebbero mai ad allargare la loro prospettiva, e resterebbero perennemente chiusi in un codice comunicativo povero ed autoreferenziale. Il compito della scuola è allargare i loro orizzonti e non confermare le loro certezze o i loro miti. Non sono d'accordo con quei prof. che si piegano alla cultura giovanilistica pur di accontentarli e non indispettirli: non farei MAI vedere Troy ad un bambino delle medie solo per rendergli più digeribile l'Iliade. Però lo farei vedere ad una classe di un liceo - dotata di spirito più critico e di strumenti di un certo tipo - per operare un confronto tra l'opera classica e la sua rivisitazione moderna, destrutturando però il film e analizzandone il messaggio e le caratteristiche con spirito critico. Farlo vedere ad un ragazzino troppo immaturo sarebbe invece pericoloso, perchè tenderebbe ad appiattire acriticamente il poema sul film.... Insomma, è difficile trasmettere la cultura alle nuove generazioni, e se la scuola va incontro a tanti fallimenti è la società intera che si dovrebbe porre in discussione, cercando di capire il perchè di un generale declino culturale, senza cercare facili capri espiatori.... |
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Molti non se ne rendono conto, ma la cultura umanistica è indispensabile tanto quanto la scienza. Ad un livello superiore, per costruire un'autostrada o una lampadina, un filosofo è necessario tanto quanto un ingegnere, che ci crediate o no. Per quel che riguarda la presunta discriminazione che la cultura porterebbe nei confronti di chi non ce l'ha, dovrebbe essere un buon motivo per inseguirla. Dalla notte dei tempi il padrone che conosce 1000 parole ha sempre comandato sul contadino che ne conosce 100. Leggiti Mistero Buffo, il giullare che con la satira (altissima forma d'espressione) irride il potente e lo dissacra. LA CULTURA E' LIBERTA'. Libertà per l'uomo di pensare i propri pensieri. Chi considera la cultura come una forma di superbia si sbaglia di grosso. Il desiderio di imparare sempre è la più grande forma di umiltà che esista. E' chi non vuole imparare nulla, chi crede di sapere già tutto e di non aver bisogno di nuove idee che è superbo e si crede al di sopra degli altri. Chi coltiva il desiderio di apprendere considera sempre e comunque sé stesso come un umile scolaro. Intelligenza e cultura non vanno sempre a braccetto, ma l'intelligenza, senza cultura, è come un uccello con le ali troppo piccole per poter volare. |
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