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Empatia (non buonismo)
L'empatia è la capacità di calarsi rapidamente nella situazione psichica dell'altro.
C'interessa molto, ci serve , ma non ci pensiamo. Quante volte ci sentiamo offesi, umiliati, traditi? Se ce lo fa un estraneo, non diamo gran peso, ma se è un amico o un familiare, è dura. Poi, quando il colpo arriva, spesso non te lo spieghi e questo lo rende più doloroso. A questo punto ci facciamo il nostro film dell'accaduto e rischiamo di rivederlo migliaia di volte, senza che arrivi mai il "The end". Ecco, bisogna, per quanto possibile, vedere il film dell'altro. Questo permette di avere un quadro più veritiero delle cose e di cambiare il senso dell'azione che è risultata per noi offensiva. Non è un miracolo e il torto resta, ma cambia il nostro giudizio. Sarebbe meglio, credo, essere sempre empatici nel vivere, non ogni tanto. |
Re: Empatia (non buonismo)
Per essere empatici bisogna vedere prima di tutto il nostro film, specialmente quello passato. Se non si capiscono le ragioni per cui ci si sente offesi, come si può superare l'episodio cominciando perfino a capire il punto di vista dell'altro?
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Re: Empatia (non buonismo)
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Se è vero che non possiamo modificare l'azione, è anche vero che possiamo cambiare la luce con la quale vederla. Capire il senso che quell'azione ha per l'altro completa il quadro, cosa che il solo nostro punto di vista non può fare. Dopo non è detto che corriamo ad abbracciare il nostro "nemico", ma solo che avremo un giudizio fondato su dati più completi. E le decisioni che ne conseguiranno, saranno più motivate e solide. Possiamo anche dirgli: "no grazie", ma sappiamo davvero bene il perché. |
Re: Empatia (non buonismo)
L'empatia è un concetto che mi affascina tantissimo.
È proprio grazie all'empatia che riesco a mantenere la mia fiducia verso il prossimo. Avvolte mi fermo a pensare ai comportamenti, alle situazioni, che sono tutte collegate tra di loro, le quali se analizzate bene rivelano il funzionamento della psiche umana, e dato che faccio anche io parte del genere umano (anche se non si direbbe) , mi immedesimo nell'altro, sentendomi meno solo. È una bella sensazione pensare, anzi essere consapevoli che in fondo non siamo alienati l'uno dall'altro e che possiamo specchiarci anche con un tizio totalmente diverso da noi. Si può fare questo solo mettendo da parte il nostro ego ed elevarci verso un livello piu universale. È grazie all'empatia quindi, che siamo in grado di accettare il diverso, smontando le barriere di ogni tipo. Ecco perché non sopporto la superbia. Non ho niente in comune con i miei amici e non si può dire abbia un forte legame con loro, ma io in qualche modo mi sento connesso a loro anche se forse possono essere superficiali o solamente diversi proprio perché attraverso quello che dicono e fanno riesco a leggere una storia e ad immedesimarmi. Sono d'accordo l'empatia è un concetto fondamentale per vivere bene, ma come hai detto tu, senza cadere nel buonismo e nell'ingenuità, ricordando che sto mondo non è perfetto anzi fa ancora parecchio schifo ed è pieno di gente che non vede l'ora di mettercelo in quel posto, altro che empatia :D. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
Non è che bisogna essere empatici,o lo si è o non lo si è. L'empatia è una questione che riguarda il sentimento,la sfera emotiva della persona,non la sua ragione.
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Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
Non so se ne sono dotato, ultimamente prevale l'egocentrismo in me,e non so se le due cose sono compatibili
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Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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Sono d'accordo allora, però è un qualcosa di più semplice di questo. Certo non è da tutti perché non tutti hanno la volontà o l'abitudine nel provare empatia, però non è indispensabile essere esattamente nella situazione o circostanza altrui. L'empatia è un qualcosa che tocca le emozioni, e le emozioni son sempre quelle, rabbia, amore, paura ecc. Se un corridore olimpionico si frattura la tibia, io attraverso l'empatia non mi collego alla circostanza ma all'emozione, cioè la sofferenza. E con un vissuto simile l'emozione subisce un contesto più vivido, contesto che però sarebbe comunque presente con la mancanza del vissuto. |
Re: Empatia (non buonismo)
Concordo, l'empatia non è un immedesimarsi perfettamente nell'altro, ma è più un cercare di pensare/provare emozioni/cercare di avere più prospettive e non soffermarsi sul proprio ed unico punto di visto.
Non sempre serve aver vissuto la cosa per riuscire ad essere "più vicini" ad una persona. Io mi sento piuttosto empatica e me l'hanno anche fatto notare. Di solito lo sono o lo diventano le persone che più hanno sofferto, ma non è assolutamente una regola generale. Come tutte le cose, la medaglia ha doppia faccia: l'empatico è più sensibile e rischia di farsi del male spesso. Se lo fossimo tutti un po', non dico proprio a livello di empatia, ma più a livello di comprensione verso l'altro, si starebbe davvero meglio. |
Re: Empatia (non buonismo)
l'empatia è un fenomeno rarissimo
anche coloro che hanno sofferto, una volta ripresi, ridiventano stronzi magari proprio verso coloro che affrontano problemi simili, semplicemente perché se ne fottono, perché campano alla giornata, senza memoria come i pesci rossi |
Re: Empatia (non buonismo)
Io non ne sono capace. Riesco ad afferrare cosa può pensare un'altra persona, che scenari potrebbe costruirsi, ma non riesco a comprendere cosa desidera di preciso.
Chi è molto empatico quando deve fare un regalo riesce a capire bene cosa regalare per far contenta l'altra persona, io non ci sono mai riuscito a fare cose del genere. Già non riesco a capire cosa serve a me di preciso in certi contesti (non sempre fortunatamente), figuriamoci gli altri :mrgreen:. Certo è che se sto male, io non riesco a capire proprio un bel niente, nemmeno vagamente cosa può passare per la testa ad un'altra persona. Nei momenti peggiori prenderei a calci tutto quel che trovo sotto tiro. Tornata la calma si ripristina questa capacità. Tutti, chi più chi meno hanno delle capacità di comprensione, l'empatia rappresenta una capacità elevata di comprensione che non tutti possono raggiungere secondo me. La capacità di comprensione si può sempre migliorare comunque. |
Re: Empatia (non buonismo)
Bravo Samuelemitomane! Bel ragionamento!
Sintetizzo gli interventi per rispondere. L'empatia è possibile per tutti, a patto di ricordarsene e di tenerla presente sempre. E' una questione di testa, che coinvolge il cuore. Faccio un caso mio, piccolo, ma emblematico. Il mio farmacista è molto simpatico. Quando sono al banco , scherziamo sempre. Quando capita che lo incontro al giardinetto a 100 metri dalla farmacia, si rivela abbastanza arrogante e poco simpatico. Adesso lo evito, ma un po' la cosa mi dava fastidio. Poi ho attivato l'empatia e la cosa mi è divenuta spiegabile: in farmacia, lui è separato e anche protetto dal banco. In più il tempo per la chiacchiera si riduce a un minuto/due. Al giardinetto, invece , siamo vicini e la conversazione si può prolungare e questo gli risulta più impegnativo. Questo poi, è un giardino molto solitario: probabilmente lui si prende una pausa e preferisce stare da solo, anche perché la farmacia è sempre piena di gente, peraltro non sempre facile: la farmacia non è pub! Quindi sono consapevole del fatto che se lo lascio da solo, non si offende. Quindi lo evito, non più in modo risentito, ma in modo comprensivo. Perciò, la situazione è la stessa, ma la vivo meglio. |
Re: Empatia (non buonismo)
L'empatia è utopia.Non si può sentire quello che sente l'altro se non lo si prova,ma si può dimostrare vicinanza e conforto.
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Re: Empatia (non buonismo)
so più importanti le azioni concrete che uno fa per l'altro , con l'empatia del prossimo te ce pulisci er c.... :D
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Re: Empatia (non buonismo)
Non sento di essere empatica a livello di sentimento, cioè col "cuore" come è stato detto.
Ma mi sforzo di capire con la testa l'altro ma questa non è empatia è un semplice ragionare sulle motivazioni dell'altro. Empatia secondo me è un identificarsi nelle situazioni e sentimenti degli altri, grazie alle esperienze fatte. Non so se empatia è sinonimo di altruismo perché in fondo teniamo sempre in considerazioni noi stessi, prima di tutto. |
Re: Empatia (non buonismo)
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"Non puoi capire" significa che non vuole essere aiutato, per me. |
Re: Empatia (non buonismo)
Empatia secondo me è "sentire l'altro" immedesimarsi con il "sentimento" nei panni dell'altro, è l'emozione in gioco avviene immediatamente senza riflessione.
Comprensione, capire l'altro comprendere con il ragionamento e rifletterci eventualmente. Mi ha aiutata Google. :D |
Re: Empatia (non buonismo)
La ''mia'' empatia è più qualcosa a livello di vibrazioni che ragionato... c'è a prescindere. Non ho bisogno di vivere/aver vissuto quello che affligge una persona per sentire il suo dolore, mi basta pensare che soffra, punto. Poi qualsiasi sia il motivo me ne frego in un certo senso, cerco di far parlare il mio interlocutore al riguardo per farlo sfogare, a prescindere che a detta mia sia una piccolezza o qualcosa di pesante. Che poi magari stare a cibarmi tutto il pappone mi stufa pure ad una certa, ma sopporto uguale se so che può servire a chi mi sta davanti.
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Re: Empatia (non buonismo)
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L'empatico dovrebbe capire anche che una certa forma di aiuto che si vuol fornire in un certo contesto non può esser catalogato come tale dall'altra persona in base a quel che conosce e sente. Empatizzare con chi si dovrebbe aiutare consiste anche nel comprendere che certe forme di aiuto non verranno interpretate come tali dall'altra persona. Torniamo all'esempio del regalo, io posso pensare che un certo oggetto debba servire all'altro, ma se l'altro non interpreta come tale il regalo mi sa che io non l'ho compreso davvero in qualche senso, liquidare la cosa come "il mio regalo è bellissimo è l'altro che non comprende che è così" non è una posizione empatica secondo me. Io non sono comunque riuscito ad afferrare che in base ai suoi stati interni l'oggetto regalato non risultava poi così allettante. E' un giudizio mio questo, non dell'altro, quando si fa così non si è riusciti a decentrarsi davvero. Per questo io personalmente penso che sia difficile esserlo e non è da tutti. Gli psicoterapeuti dovrebbero esserne dotati o sviluppare queste facoltà qua in modo elevato, altrimenti fanno guai. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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10 passi, non una camminata! Si tratta di affacciarsi un po' al balcone della casa del vicino, per vedere che cosa vede lui. Questo non ci serve per abbracciarlo, ma solo di cogliere la sua veduta ed essere così più vicini alla verità. Non vuol dire necessariamente amarlo o dargli ragione, ma solo vedere quel che noi non vediamo. Rifletti: quando qualcuno si lamenta con te di un altro, cosa dici? "Bisogna sentire l'altra campana..." Ecco, se qualcuno ci dà noia, proviamo a sentire la sua campana. Se non ce lo dice lui, possiamo immaginare: di solito abbiamo sufficienti informazioni per poterlo fare. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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Con questo non dico che dovresti indignarti ma neanche idealizzare erroneamente la cosa. MARZULLO MODE ON La maggior parte dei farmaci che prendi sono psicofarmaci? Se si, fatti una domanda e datti una risposta (in merito al comportamento del farmacista) MARZULLO MODE OFF Quote:
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Re: Empatia (non buonismo)
Mme Adelaide,
mi compiaccio vivamente per tutti gli interventi saggi che hai postato qui.:applauso: Superpippo |
Re: Empatia (non buonismo)
Io penso sempre che, se una soluzione non è semplice, non serve a nu cazz 'e niente.
Succede un episodio e io lo leggo in un modo. Conviene che io mi domandi quale possa essere la lettura dell'altro, in modo da vedere il senso di tutta un'azione. Se invece resto solo nella mia lettura, è probabile che ci resti dentro e quindi che non sappia più come uscirne. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Anche perché nessuno riesce a vedersi da fuori. |
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Chi non ha,chi non mostra empatia,non merita,di conseguenza,di ricevere empatia. Ci sono sofferenze del cuore,della mente,del corpo,che spesso nascondiamo,quando non sono evidenti. E solo chi é empatico può capire,ciò che non si dice,ciò di cui non si parla. La capacità di ascoltare i silenzi. Di leggere ciò che non é scritto,magari attraverso lo sguardo,gli occhi,che parlano,e ci dicono molto dell altro,oppure attraverso gli atteggiamenti del corpo. Non é impossibile essere empatici,é nella nostra natura d altronde. Ma le persone sono troppo crudeli,e distratte,per rendersi conto che esiste una verità assoluta,dentro ognuno di noi,e poche riescono ad accettare ciò.. |
Re: Empatia (non buonismo)
Empatia e la capacità di immedesimarsi nell altro fino a che questi si approfitta ti sfrutta o inizia a prenderti per il culo.:D
Essere empatici aiuta ma aiuta anche essere meritocratici. |
Re: Empatia (non buonismo)
Verità assoluta? :interrogativo:
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Re: Empatia (non buonismo)
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E' che noi possiamo scegliere una via superiore, che tiene conto di che cosa lo ha mosso e tiene conto dei suoi limiti. Questo può cambiare la luce in cui vediamo un certo accaduto. Questa semplice modalità può condurci a uno scopo: che la ferita a noi inferta non ci faccia più male. Perché, fino a quando essa si riapre, ci farà soffrire. Il ricordo di un dolore ci fa soffrire. Che importa quale sia il metodo che ci porta alla fine di una pena? L'importante è che finisca. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Ma permette anche un giudizio non a senso unico, un giudizio che tiene conto della diversità dell'altro, che sfugge al nostro controllo. Il giudizio muove le nostre opinioni, che muovono le nostre emozioni. Se cambiamo il nostro giudizio, cambieremo le nostre emozioni. Spesso soffriamo per un pericolo già passato, ma non sopportiamo il ricordo. Vogliamo soffrire a vita o trovare una via che ci fa sereni? |
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A volte la superiorità risiede proprio in ciò. E cioè nel perdonare chi non riesce a comprendere,chi ha problemi di inferiorità intellettiva,empatica.. Ma quella ferita di cui parli,é pur sempre una ferita. E noi siamo pur sempre degli esseri umani imperfetti,dotati di sentimenti,emozioni,diverse a seconda del soggetto,che variano di intensità.. I sentimenti quali la frustrazione,la rabbia,il dolore,l odio..non sono cosi reperibili.. Rimangono,indelebili.. Non esiste una gomma magica,non esiste un farmaco che curi i mali dell anima. Esiste però qualcosa di intrinseco, qualche legge,forse della natura,che ci fa andare avanti,nonostante tutto,sopravvivere.. |
Re: Empatia (non buonismo)
E' vero, ma noi diamo un senso all'accaduto, che spesso è un senso unico.
Ma se il cambia, cambia anche il senso di ciò che abbiamo subito. Una volta scambiai due battute con un tipo simpatico. Ma era un borseggiatore abile e dopo scoprii che mi aveva sfilato il portafoglio. Mi preoccupati della trafila per rifare i documenti, ma lui non mi faceva rabbia: era un professionista. Ma se me lo avesse fatto un amico.... Eppure il fatto sarebbe stato lo stesso! |
Re: Empatia (non buonismo)
In realtà, ogni giorno, in tante occasioni, siamo empatici, ma non ci pensiamo.
Non sempre... Se un amico ci fa torto, pensiamo: "come hai potuto?". Dovremmo andare avanti sulla domanda. Ma si crea un'ostruzione a questo percorso, non appena pensiamo:"non avresti dovuto". Questo non permette di andare avanti, ma ci fa ricadere indietro. "Non avresti dovuto", è una barriera insormontabile. |
Re: Empatia (non buonismo)
Attenzione però: spostarsi sul punto di vista dell'altro, non vuol dire smarrire il proprio!
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Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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Puoi farlo sul breve termine per non entrare in crisi, è una soluzione d'emergenza, ma sul lungo termine non è efficace. Bisogna trovare il punto in cui spezzare il loop, qual è il pensiero che ti suscita più emozioni e poi lì cercare di adottare un punto di vista diverso, non degli altri, tuo. A me ha aiutato chiedermi insieme alla psicologa:"come mi sento quando ci ripenso?", "quali sono le parole che mi hanno turbato e perché?", "mi ricorda qualcosa?" o "è collegato al mio valore come persona? Ha detto delle parole a cui credo anche io in fondo?". |
Re: Empatia (non buonismo)
Bel post.
Fare focus, non sul pensiero, ma su cosa provo, tu dici. Ed è vero, perché è quel che provo a farmi soffrire, non quello che penso. O è meglio dire : penso secondo quello che provo. Io sono un sostenitore dell'idea che , quale che sia il problema o la situazione, è il nostro stato la base di tutto. Ciò premesso, a volte capire i perché dell'altro, ancorché non giustificabili, ci permette, come si dice, di farcene una ragione. Ma in altri casi, neanche questo basta. E'quando le offese sono molte e tutte gratuite. In questo caso, vale una sola idea: "lui è quello che è, ha fatto quello che ha fatto, le cose sono andate come sono andate: pure se mi arrabbio a che serve? Se non si trova nessuna ragione, perché continuo a cercarla?" Forse non sopportiamo le cose prive di un perché; abbiamo troppo bisogno di ordine. A volte si litiga perché c'è un problema. Ma a volte l'altro è il problema. Una grana si può risolvere, ma un piantagrane come lo risolvi? |
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