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Fobia sociale e lingue estere
Qualcuno di voi è stato all'estero? Come si è trovato con il discorso lingua in relazione alla fobia sociale? Nel senso, è possibile che non conoscere una lingua, o comunque conoscendola molto meno dell'italiano, comporti dei cambiamenti a livelli di fobia sociale? Magari uno è più insicuro perchè non si sa esprimere o al contrario paradossalmente la vive meglio... o magari non cambia nulla:nonso:
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Re: Fobia sociale e lingue estere
non ho studiato lingue straniere perché mi vergogno ad utilizzarle.
Una mia conoscente fobica è laureata in lingue 110 e lode e invece di andarle a insegnare ha aperto una drogheria.Quando va in viaggio all'estero fa parlare suo marito. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
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Io comunque non son mai stato all'estero per periodi prolungati. All'università c'erano un sacco di possibilità di fare soggiorni di studio (che fosse Erasmus o altro, non entro nei dettagli che sono personali), ma ne ho sempre avuto una fobia totale. Sia per le lingue, che per la paura di rimanere isolato, che per lo sradicamento. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
Il fatto di dover lavorare 70-80% in inglese e di vivere all'estero mi ha ridotto di molto la "vergogna" di parlarlo, anche perché ormai lo parlo piuttosto bene e ho una certa confidenza.
Al contrario, nella lingua locale del paese in cui vivo non sono fluente, per cui provo ancora una certa vergogna nel parlarla. Ultimamente mi sto sforzando ad utilizzarla senza rifugiarmi nella scorciatoia dell'inglese (anche perché ormai la comprendo piuttosto bene e gli altri se ne accorgono)... ma, se il discorso si fa più complesso, devo cedere. Comr sempre, quando si è costretti a far qualcosa, la si impara o ci si abitua più velocemente. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
Forse la si vive anche meglio, ma solo in quei paesi dove la gente è abituata a comprendere le difficoltà di un "turista".
Ricordo che a Parigi se provavo a parlare in inglese mi continuavano a parlare in francese, anche se conoscevano l'inglese meglio di me... 'Sti stronzi. :moltoarrabbiato: |
Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
Per quanto mi riguarda dipende dal contesto. Non ho mai avuto problemi a parlare inglese durante le lezioni, e quando sono stato in paesi anglofoni non ho avuto problemi a parlarlo con gli autoctoni (anche se non volevo farmi sentire dai miei compagni di viaggio, indipendentemente dalla loro conoscenza della lingua).
Però, ad esempio, se parlo con un conoscente e devo dire una frase in inglese (magari una citazione, oppure se l'interlocutore chiede delucidazioni riguardo una pronuncia, per fare due esempi) faccio fatica, e di solito passo la palla ad altri o piuttosto fingo di non saperlo. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
Io ho studiato lingue straniere all'università, ma per paura non sono mai andato nel paese la cui lingua ho studiato. ._.'
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Premesso : non ho FS e simili.
Non ho problemi con l'inglese, riesco a parlarlo con madrelingua e all'estero - dopo un minimo di adattamento alla parlata locale. Ho trascorso un po' di tempo in Irlanda, la prima volta per una vacanza-studio organizzata alle superiori, la seconda per i fatti miei come turista. In ambo i casi sono stato ospite di una famiglia del posto e mi sono trovato bene. L' Erasmus non l'ho mai considerato perché nella prima uni che facevo i bandi sono incominciati a comparire quando io ho interrotto gli studi; in quella attuale invece l'ho sempre scartato io perché già in ritardo e con la paura di aggiungere altri mesi o anni ai due persi. Un po' rimpiango amaramente la scelta e il non essermi confrontato con questa esperienza; anche solo per abituarmi ad avere una forma di indipendenza. Sicuramente, inutile nasconderlo, nel non farlo ha pesato molto anche la paura di non essere in grado, di trovarmi in contesti sociali dove sarebbe emersa la mia inettitudine, di avere troppe difficoltà nella vita pratica quotidiana per poter pensare di mandare avanti casa e render conto a eventuali coinquilini. Anche la paura fottuta di poter avere una ricaduta depressiva e finire a dover abbandonare tutto; ritornando da "sconfitto" e dovendo rendere conto ad altri di conseguenza. Per me i viaggi in solitaria all'estero, anche un po' alla buona, sono sempre sembrati contesti largamente preferibili a tutto questo. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
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Re: Fobia sociale e lingue estere
Io parlo con gente madrelingua d'inglese. Non mi cambia nulla, sono persone normali come me.
Le prime (due) volte ho avuto difficoltà perché tendo a convertire la mia complessità di pensiero in inglese, ma non provavo disagio. Certo, mi sentivo un po' messo alla prova. Alla fine è una cosa che viene spontanea se ti concentri su quello che vuoi dire più che sulla forma che usi per dirla. Poi le forme si acquisiscono nel tempo. Se ti concentri su come dire qualcosa piuttosto che su cosa vuoi che questa sia, per forza di cose ti diventa tutto meccanico e ti irrigidisci di fronte alla fluenza della persona davanti a te. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
non sono mai stata all'estero, l'inglese lo mastico poco perchè male me lo hanno insegnato durante il mio percorso scolastico, io l'avevo ripreso quando seguivo alcune serie tv, poi basta.. e se non tieni allenato lo perdi, è inevitabile..
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Re: Fobia sociale e lingue estere
Sono stata più volte all'estero e non ho quasi mai parlato, ho la fortuna di avere un fratello laureato in lingue straniere. L'ultima volta ci ho messo cinque minuti per convincermi a chiedere un phon, alla fine se si vuole ci si fa capire, il mio problema è proprio la paura di rivolgermi agli altri e il giudizio. L'inglese un po' lo capisco e mi ricordo di una sera di qualche anno fa che ero all'ostello in mezzo ad altri ragazzi che parlavano inglese e io più o meno capivo il discorso generale, ma mi era quasi impossibile intervenire. Volevo scappare, poi mi sono rilassata perché erano persone divertenti e non mi giudicavano, anzi hanno accompagnato me e mio fratello alla fermata del pullman e mi hanno salutato e abbracciato :ridacchiare:
A Londra invece me ne sono fregata di più perché c'era pure mio padre quindi eravamo in due ad essere incapaci :mrgreen: Poi erano anni che volevo fare quel viaggio e mi concentravo di più sul vivermi le giornate. Se non avessi tutti questi problemi ci tornerei all'istante perché mi sentivo bene lì e sapevo orientarmi, cosa molto rara. |
Re: Fobia sociale e lingue estere
Sono piuttosto scarso in inglese,ero in vacanza in Grecia e ho fatto un viaggio di una ventina di minuti da solo in taxi con il tipo,mentre gli parlavo notavo una sorta di 'checacchiostadicendo" nell espressione del tassista,comunque le cose essenziali le so dire:D
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Re: Fobia sociale e lingue estere
Mi piace l'inglese,uno dei miei rimpianti è quello di non averlo studiato come si deve,quando sono andata a Londra comunicavo senza problemi ma basico proprio, in più mi serve per il lavoro perché è la lingua che conosco tutti!
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Io ho avuto difficoltà, la non padronanza della lingua del posto mi rendeva più insicuro, ma specialmente l'insicurezza preesistente e la scarsa propensione alla comunicazione ha inciso negativamente sulla capacità di apprendimento della lingua, mentre altri facevano meno fatica. La gente del luogo parlava e spesso non riuscivo a seguirli.
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