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"se solo sorridessi...
...otteresti di più dalla vita"
questa è una frase che mi è stata rivolta come caldo consiglio per colmare le mie lacune sociali e amorose. Il significato è esattamente quello letterale perchè, mi è stato fatto notare, che io non sorrido praticamente mai, anche in contesti dove tutti ridono o sono comunque allegri, io resto sempre tiratissimo e difficilmente mi lascio andare. Io onestamente non vedo come possa fare la differenza, insomma, davvero basta solo il sorriso per aprire le porte della normalità? |
Re: "se solo sorridessi...
A certa gente che sorride io se potessi gli sparerei in testa. Presente le pubblicita' dove tutti sono felici per contratto ? In giro c'e' pure quel tipo di gente li'. Trovo che la compostezza sia un dono. Perche' lascia l' interlocutore libero dal condizionamento e dalla manipolazione emotiva dell'altro.
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Re: "se solo sorridessi...
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Sorridere fa sorridere gli altri, e si crea un circolo virtuoso in cui ci si sente meglio. Si invitano le persone a interagire, il ché è vitale specie per un timido che fatica a prendere iniziativa. Il broncio involontario invece comunica distanza e desiderio d'esser lasciato in pace. Se ci riesci senza eccessivi sforzi, val la pena, è un buon consiglio. Prova. Purtroppo se si è depressi può diventare faticosissimo anche fingere un sorriso. Ricordo che ci provavo, nei miei momenti peggiori, sapendo degli effetti positivi diretti e indiretti. Ma era come se avessi dei tiranti agli angoli della bocca. In questi casi specifici è inutile sforzarsi. Ma val la pena fare un tentativo. Male che vada, scopri d'esser depresso e in quel caso cerchi di affrontare la cosa. Normalmente sorridere dovrebbe essere la cosa più naturale, e spesso non lo si fa solo per abitudini errate e consolidate, che tuttavia possono essere cambiate. |
Re: "se solo sorridessi...
la fregatura è che non si può scegliere di sorridere, ma solo di combattere |
Re: "se solo sorridessi...
Ci sono delle teorie in cui si sostengono queste cose. Io preferisco ridere e sorridere se qualcosa suscita davvero in me qualche emozione e non creare e appiccicare emozioni a cose che ritengo sgradevoli.
Poi ognuno faccia quel che gli pare. I teorici del sorriso sostengono: non si ottiene alcun vantaggio a non sorridere sotto una montagna di merda, perciò perché rammaricarsi, sorridi ed il cervello poi diventa felice. Ma io ribatto: ma perché mettersi a sorridere sotto una montagna di merda poi la merda la fa sparire in ogni caso? Sorridere serve al più solo per adattarsi alla merda e non notare più il puzzo, ed io semplicemente questo a monte non voglio farlo. Questo tipo di felicità qua io non la voglio e non la cerco nemmeno. Se la merda sparisce sorrido, altrimenti no, non sorrido. I bambini mica si sforzano, sorridono se qualcosa li diverte, se sono felici di vedere qualcuno, ecco questo mi va di fare, la disciplina del sorriso la lascio agli altri. Preferisco lasciare indisciplinata e selvaggia questa parte di me. Mi si dirà che voglio essere infelice, no, io semplicemente manifesto una forma di non accettazione per quello che non mi sta bene. Se vedo un bel viso davanti a me (di una persona che mi è anche simpatica) magari sorrido (sempre a modo mio e non coi denti all'infuori), se vedo un mostro, una persona sgradevole o cose del genere, sarò libero di non esprimere il mio gradimento? O no? Delle persone fanno una vitaccia e devono pure sorridere sempre? E perché? Perché così accetteranno la vita che fanno... Ma perché bisogna accettarla e basta? E' tutto questo che non riesco mai a capire e credo che mai lo comprenderò. Anche il senso di gratitudine per qualsiasi cosa professato da certe religioni non lo comprendo. Io sono grato verso i gesti ai quali io do valore, non verso qualsiasi cosa perché lo ha detto il monaco tibetano sulla montagna sotto la cascata, che pure sorride sempre... A questo punto, non credo sia tanto diverso, il monaco, da questi tizi in giacca e cravatta che se ne vanno in giro come caimani. Che poi si scopre che questi tizi poi magari sono pure buddisti e cultori di questa roba qua. |
Re: "se solo sorridessi...
Io quando sto normale e non mi girano neanche,arriva sempre qualcuno che mi chiede perché sono arrabbiata o se mi è successo qualcosa,mi sa ché proprio la mia faccia ad avere qualcosa che non va!E poi la parola che me le fanno girare sul serio sorridi:moltoarrabbiato:
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Re: "se solo sorridessi...
non basta, comunque è uno strumento che può essere utile.
Materialmente parlando sorridere non è neanche difficile, basta applicare una lieve trazione verso l'alto dei muscoli facciali e decidere se scoprire anche i denti o meno. Per quanto mi riguarda sorrido poco, può essere per timidezza, pigrizia, perchè ho la testa altrove, oppure per mostrare indirettamente e a volte inconsciamente un disappunto o un disagio. Il sorriso 'senza denti' non mi costa un grande sforzo comunque, quello con dentatura visibile lo uso poco, ma a dire il vero sembra che anche gli altri lo riservino per momenti più selezionati. Il sorriso può essere utile in alcune situazioni per creare un clima almeno momentaneamente disteso oppure per comunicare un'assenza di propositi conflittuali. Credo che sia più utile in situazioni in cui ci si trovi ad interagire con sconosciuti o con persone che si conosce poco o con cui non c'è un rapporto dovuto a un motivo o all'altro. Può avere invece effetti non proprio benefici in situazioni dove già c'è un legame, una frequentazione o una conoscenza non formale e nell'aria aleggia una bassa concentrazione di simpatia o qualche dubbio sui pensieri degli altri, perchè potrebbe essere interpretato come un segno negativo, una presa in giro, una sfida, un palese e sfacciato coprirsi la faccia che altrimenti farebbe trasparire altri umori verso l'altro. Oppure può essere usato a fini manipolatori, come è stato già accennato. Diciamo che il sorriso (anche non completamente spontaneo) ha una valenza cha varia tra positiva e negativa, dipende se viene mostrato per aiutare nell'interazione entrambe le parti (o le diverse parti presenti) o se lo si fa per una ragione più egoistica, nel qual caso è potenzialmente vantaggioso per uno e svantaggioso per l'altro. Poi bisogna dire che sorridere non basta per dare l'impressione che si vorrebbe dare con il sorriso e che anche chi sorride, per un motivo o per l'altro, può avere delle ripercussioni negative. Esempi: una volta feci un sorriso ma una ragazza che conoscevo mi chiedeva ironicamente se quello che avevo fatto fosse effettivamente un sorriso, perchè a quanto pare non le sembrava degno di tale nome, le sembrava forzato ma in modo maldestro, non riuscito come possono essere certi sorrisi non completamente spontanei di 'estroversoni' abili nella comunicazione. Oppure: si sorride sperando di avere un feedback dall'altra parte, ma quello che si ottiene è o un nulla deprimente o un dimostrare fastidio per avere ricevuto quel sorriso ritenuto ingiustificato. In questi casi evitare di sorridere avrebbe evitato dei contraccolpi psicologici. |
Re: "se solo sorridessi...
Io sorrido spesso, ma la mia è una vita di merda uguale.
Forse mi aiuta a fare un'impressione da persona ''normale'' a primo impatto. Ma è solo un'impressione, appunto. :thumbup: |
Re: "se solo sorridessi...
Non cambia niente: io, più o meno, tendo sempre ad essere sorridente...eppure, idealmente, possiamo darci tutti la mano. Ciò che fà la differenza è il carattere, non il sorriso
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Re: "se solo sorridessi...
Sta cosa mi ricorda parte della mia adolescenza. Non so se vi ricordate: se a tizio piaceva tizia, la guardava e le sorrideva... se lei ricambiava, sorrideva a sua volta; a quel segnale lui le si avvicinava tranquillamente. Ma se lei non sorrideva, lui non le si avvicinava.
A me ovviamente che succedeva? Una cosa indecifrabile: mi guardavano ma non sorridevano(saranno stati 2,non è che mi guardassero in tanti) quindi io non sapevo che fare o pensare. Se avessero sorriso anche lievemente, lo avrei fatto anch'io. Con l'amicizia idem o quasi: mi ricordo che ho conosciuto una delle mie amiche dell'adolescenza perché lei era scoppiata a ridere per una scena buffa e io guardandola ho sorriso e a lei è venuto spontaneo rivolgermi la parola. Quindi un sorriso può cambiare veramente la direzione della vita, gli eventi; non dico sempre ma spesso succede. E'come un dare l'ok... non va preso sempre come conseguenza di contentezza... spesso serve come segnale |
Re: "se solo sorridessi...
proverò anche se ho i miei dubbi, grazie per i contributi
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Re: "se solo sorridessi...
Sì sì... se si ha un sorriso di merda con denti devitalizzati o rovinati dal vomito autoindotto sicuramente sorridere porterà ad avere successo :sisi:
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Re: "se solo sorridessi...
ma mandalo a cagare...
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Re: "se solo sorridessi...
Ma te lo ha detto una donna?
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Re: "se solo sorridessi...
Ho notato che ci sono persone che hanno il sorriso stampato in faccia tutto il giorno.
Persone che mostrano con spontaneita' un sorriso ogni volta che le vedi, anche con gli occhi, e' un tutt'uno. L' ho riscontrato in particolare in due donne abbastanza carine. Sara' che la vita gli va proprio bene, male di sicuro non gli va. Beate loro. Forse la faccia che hanno le aiuta, difficile immaginarle senza il sorriso certe facce. |
Re: "se solo sorridessi...
Oh io ci ho provato un paio di settimane, sembrava che le cose prendessero una piega diversa.
Il problema è che poi è difficile essere costanti, c'è sempre qualche evento che ti piega se sei depresso/sociofobico. Comunque è assolutamente vero che le persone allegre e sorridenti sono calamite viventi per le altre persone. |
Re: "se solo sorridessi...
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Re: "se solo sorridessi...
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Potrebbe anche essere che sono in cura psichiatrica, anche se hanno tutto dalla vita. La mia osservazione tentava di andare oltre la condizione psicologia o materiale. Non le ho mai viste con la faccia triste, e senza i loro occhi ridenti. Come alcune eroine dei manga giapponesi i cui lineamenti sono plasticosi. Secondo me e' una specie di predisposizione facciale. L' ho detto qui cercando eventuale conferma. |
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Non ho il sorriso stampato in faccia. Ho un ricordo d'infanzia: una maestra mi diceva spesso: "ma fai un sorriso!" Bo! Mi piace molto ridere, ma sorridere sempre come una fessa no. Parlando di sorriso mi viene in mente lo yoga della risata, un metodo che pare sia una via verso il benessere. Tutto sta nel ridere (anche forzatamente) per 15 minuti al giorno. Lo trovo molto interessante. |
Re: "se solo sorridessi...
Mo esiste pure lo yoga della risata,ma il sorriso dovrebbe essere un espressione sincera del volto e chissà pure dell'anima,non voglio sorridere perché il primo che passa al bar me lo dice:male:
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Re: "se solo sorridessi...
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Per esempio questa scena qua mi diverte sempre... Verdone forse si è ispirato ad uno di questi film violentissimi anni 70 "I ragazzi della Roma violenta" dove c'è un tipo che si eccita sessualmente con i flipper. Il film non è bellissimo però questa scena mi piace troppo. Non afferro il senso di un sorriso o una risata slegati da tutto il resto. Come ho scritto prima non lo comprendo, e mi sembra un'operazione manipolatoria più che spontanea, un'altra armatura emozionale che bisogna indossare per far contenti gli altri. Faccio un altro esempio. Una cosa che mi ha fatto divertire molto ultimamente è questa qua che ha scritto M.me Adelaide in un'altra discussione... "Star bene senza sesso non significa, invece, che all'occorrenza non possa far piacere. Una cosa può piacere senza che se ne senta la necessità. Ovvero se non c'è non ne avverti la mancanza, non soffri né la ricerchi, ma nel caso capiti è bello. Un po' come la Nutella. Non è che uno senza Nutella vive male. C'ha pure l'olio di palma, demone dei nostri giorni, per cui volendo si sta pure meglio. Poi però se capita uno il cornetto alla Nutella se lo magna volentieri. (Stavo per fare l'analogia con la pizza. Ma col cazzo, senza pizza non si vive)" La cosa aggiunta tra parentesi mi ha divertito tantissimo :mrgreen:. Sto sorridendo anche ora a rileggerlo. Non sono contrario al sorriso, ben venga, non mi piace e mi convince poco il doverlo forzare. Più che mettersi a ridere e sorridere così senza motivo e forzatamente io suggerirei di coltivare l'umorismo, l'ironia e cose del genere. La risata usata come una forma di ginnastica fisica e mentale mi convince poco. |
Re: "se solo sorridessi...
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Re: "se solo sorridessi...
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In realtà lo yoga della risata funziona in modo diverso rispetto a vedere video comici. È un metodo, bisognerebbe fare sta cosa dei 15 minuti quotidianamente.
Mi affascina pensare di poter fregare il cervello ridendo forzatamente per ottenere gli stessi benefici come se fosse risata spontanea. Non parlo per esperienza diretta, non lo pratico. Ho seguito un paio di anni fa un corso di aggiornamento che introduceva il metodo e quindi ho seguito la parte "teorica". Poi ho anche partecipato alla prova pratica, una dimostrazione. Ammetto che mi piacerebbe provare a frequentare un "club della risata" (sono i posti dove si pratica sto yoga della risata), ma il tutto mi imbarazza troppo per poterci andare xD. |
Re: "se solo sorridessi...
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Re: "se solo sorridessi...
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Ad esempio se corro per le scale ho il respiro affannato dopo, ma non mi sembra che divento anche ansioso, perché dovrei? :nonso: Se lo forzo io il respiro e lo faccio divenire affannato, come faccio ad interpretare la cosa come un sintomo dell'ansia o di una forma di paura? Il motivo per cui ho il respiro affannato c'è comunque adesso, lo sto simulando io. Se inizio a credere che non lo sto forzando io magari non credo nemmeno che risulto ansioso o che ho paura di qualcosa ma che sto avendo un malore. Il mal di pancia che provo quando ho mangiato certe cose indigeste è identico a quello che provavo quando dovevo andare a scuola, come fa questo sintomo a produrre l'emozione o la paura di qualcosa dato che può essere causato da un mucchio di cose diverse? Se so che i muscoli della faccia li posso spostare io indipendentemente dalle emozioni che provo, come faccio a produrre queste emozioni spostandoli? Devi anche auto ipnotizzarti un po' per far funzionare queste cose qua, ma a questo punto non è tanto quel che fai che produce l'effetto ma il fatto che la tua mente crede che le due cose siano associate (o meglio ci credi tu). Se riesci a produrre questi ancoraggi conviene che li produci con azioni anche più semplici (alzo il braccio destro -> sale il buon umore), per questo una volta avevo in mente di provare con l'ipnosi, per produrre credenze che in altri modi non riuscirei a creare. Se sono ben sveglio credenze strane non le riesco ad "installare". Se credi che un medicinale (che non fa assolutamente nulla come l'acqua fresca) faccia qualcosa, non è l'azione dell'assumerlo che produce la risposta, ma il fatto che tu credi che ci sia questa associazione, l'azione funziona in relazione a questa credenza. Se credi che sia vero "rido dunque mi sto divertendo" ovvio che poi inizi a divertirti, ma se non credi a questa cosa qua non è detto che poi l'umore si aggiusta. Dovrebbe poi funzionare anche con l'orgasmo, se si ripetono mosse e gridi che si esprimono quando lo si prova poi allora lo si dovrà provare in modo inverso senza eccitarsi prima? Le persone di sesso femminile che fingono poi allora lo provano davvero? Il loro cervello penserà da solo automaticamente "sta gridando di gioia, vorrà dire che prova piacere" e la persona inizierà a provarlo davvero? Mi convince poco. Se si simula e si sa che si sta simulando non credo che si riesca a passare alla causa di tipo emozionale grazie al movimento di certe parti del corpo, mancherà comunque qualcosa. |
Re: "se solo sorridessi...
Dipende dal modo di sorridere.
Se una persona sorride spontaneamente è perché sta bene, e una persona che sta bene risulta positiva e attira la socialità delle altre persone. Se una persona sorride forzatamente, esprime un disagio mascherato, un'instabilità di fondo e quindi attira al massimo l'indifferenza delle altre persone. Sorridere è utile se si sta bene con sé stessi, ma se si sta bene con sé stessi non c'è bisogno di sorridere, viene spontaneo farlo. |
Re: "se solo sorridessi...
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Re: "se solo sorridessi...
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http://www.brainmindlife.org/basiumorismoerisate.htm "La maggior parte dei ricercatori rimane scettica sulla portata degli effetti fisiologici della risata simulata in quanto tale, e la psichiatra dell’Università di Tübingen Barbara Wild, che ha studiato il metodo di Kataria, ritiene che le sensazioni di benessere riferite dai partecipanti ai gruppi di esercitazione siano principalmente da ascriversi al complesso di stimoli derivanti dall’esperienza di gruppo. Si deve infatti notare che vari aspetti della predisposizione psicologica, della situazione di contesto e dell’interazione con l’istruttore e con i partecipanti, difficilmente possono ritenersi irrilevanti. Basti pensare all’eccitazione indotta dalla presenza di persone di entrambi i sessi che si incontrano per ridere insieme, alle condizioni di reale divertimento che spesso deriva dall’aspetto buffo assunto da alcuni nell’esecuzione degli esercizi, o agli effetti evocativi indotti dall’ascolto di un modo insolito e poco contenuto di ridere, come quello a raffiche di intensità crescente e quasi parossistica che normalmente si presentano nei bambini, o a vocalizzi chiocci e a suoni vocali improvvisi e curiosi dovuti all’inspirazione forzata dalla riduzione di apporto di ossigeno conseguente a un clono risorio protratto. Lo studio della fisiologia dei partecipanti alle sessioni di questo yoga speciale non potrebbe perciò fornire dati puri sull’effetto esclusivo del pattern motorio funzionale della risata sulla mente e sul corpo. Ma, accantonata la pretesa un po’ datata di scindere le manifestazioni neuromotorie della risata dallo stato funzionale del cervello, un tipo di ricerca che appare più interessante è quella che valuta le conseguenze in termini neuroendocrinologici e immunologici di esperienze che provocano il riso." ... |
Re: "se solo sorridessi...
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