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Una vita da disoccupati
Visto che Vita da disoccupati è stata chiusa si potrebbe scrivere qui tutte le problematiche riguardanti il lavoro (più che altro l'assenza di lavoro) come fate voi a cercare lavoro, e sfogarsi perché questo, a me e altri, genera depressione e anche problemi nella vita di tutti i giorni, non solo personale ma anche relazionale. La disoccupazione incide su tutto, relazioni, autostima ect
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Anche fare un lavoro di merda ti fa venire la depressione (almeno a me)
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re: Una vita da disoccupati
Problematiche..a 20 anni ero troppo giovane e privo di esperienza,scartato !
Ora a 28 (e con un pizzico di esperienza) sono ormai fuori dal mercato. Vanno avanti solamente i più fortunati,i raccomandati e gli extracomunitari. Per trovare lavoro me ne dovrò inventare uno io. E dovrò usare i pochi risparmi che mi sono fatto con il rischio di perdere anche quelli |
re: Una vita da disoccupati
Sempre meglio che non fare niente però, almeno ogni tanto qualche sfizio te lo puoi togliere, hai indipendenza
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re: Una vita da disoccupati
Dicono tutti che bisogna inventarsi un lavoro ma secondo me non per tutti è possibile, se non hai le risorse per essere autonomo
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re: Una vita da disoccupati
Sì anche un lavoro di merda provoca problemi notevoli.
La disoccupazione ne crea di più, economici in primis e poi psicologici ma non tanto il sentirsi inutile alla società ma la continua ricerca di un nuovo lavoro è frustrante per le mancate risposte, per le porte chiuse in faccia, per la mancata esperienza etc. Ne so qualcosa... |
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re: Una vita da disoccupati
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Non essendoci controlli non conviene assumere un italiano quando hai queste alternative. |
re: Una vita da disoccupati
ciripi
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re: Una vita da disoccupati
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Dato che si parla tanto (in generale eh ;) ) di extracomunitari che vanno a fare il lavoro che gli italiani si rifiutano di fare.. Provate voi a presentarvi ad una azienda che ricerca personale per raccogliere uva,pomodori,arance,ecc. Gli extracomunitari hanno sempre una corsia preferenziale,perchè : 1) Accettano anche 10 euro al giorno (per 9-10 ore di lavoro) 2) Non si lamentano perchè sono facilmente sostituibili 3) Naturalmente lavorano rigorosamente in nero 4) Non hanno (e non vogliono,altrimenti non lavorerebbero neanche loro) nessuna tutela A parte il fatto che tu,da Italiano,non puoi lavorare in nero. Ma tralasciamo questo piccolo aspetto.. ma come si fa a lavorare per 10 ore al giorno e ritornare a casa con la bellezza di 10 euro ? P.S Concordo con Krieg |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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Il problema viene dopo :testata: Io avevo una mezza idea di aprire qualcosa di mio,sono andato ad informarmi e quasi mi mettevo a piangere :piangere: |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
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P.S. a proposito di lavoro, eri tu quello capace con la computer-grafica? |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Rebecca quanti anni hai ?
Se non superi i 29 puoi chiedere informazioni anche per quanto riguarda la garanzia giovani ;) Hazel,per tutte le fantasiose tasse che abbiamo in Italia. E con questa crisi e con il numero crescente di negozi che chiudono bottega...non so se sia il caso di muovermi in questo senso :interrogativo: che situazione di m... TheCopacabana no mi spiace |
re: Una vita da disoccupati
Faccio un dettaglio:
la ricerca del lavoro è fatta di tentativi e fallimenti, per chiunque. Ma quando mi è accaduto di sottostimarmi, sono arrivato a rinunciare nuovi tentativi, dandomi per sconfitto, senza nemmeno aver provato: "tanto mi dicono di no..." |
re: Una vita da disoccupati
Non credo manchi il lavoro, credo invece che manchino i posti di lavoro... :pensando:
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re: Una vita da disoccupati
Pure io ho fatto un corso gratuito che mi darà un attestato, per di più in un settore che sta crescendo molto adesso (quello delle risorse umane). La laurea breve ce l'ho, il corso pure, certo le esperienze sono un po discordanti ma almeno ho fatto un passo verso quella direzione. Speriamo bene che almeno mi chiamino per un colloquio. Prevedo che sarà bello tosto in ogni caso
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re: Una vita da disoccupati
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Poi su infojobs adesso hanno tolto la possibilità di ordinare le candidature inviate in maniera cronologica, ma perchè? Così non posso più sapere velocemente chi mi ha scartato o meno che come primo della lista spesso compaiono candidature di 7-8 mesi fà, luminari ovunque a gestire sti siti. Per i corsi volevo fare quello da pizzaiolo ma toccà aspettare che decidano il da farsi su questo decreto che se lo inizio ora e poi serve quello certificato dallo stato è inutile http://www.ilfattoquotidiano.it/2016...morta/3142453/ |
Mi preoccupa pensare che di fronte ad una situazione assurda si punti ad accontentarsi e a giocare al ribasso perché “ormai la situazione è questa”, e ancora grazie se ti assumono per tre mesi pagandoti una miseria.
Il fatto è che non è giusto né normale che debba essere così, i soldi ci sono, solo non sono nelle nostre tasche. Non dovremmo pensare che manchi proprio la possibilità di stare meglio, mancano innanzitutto leggi feroci nei confronti dei delocalizzatori e degli sfruttatori, perché tutto il sistema tende a favorire proprio questi ultimi. Il mercato stesso (in cui l'unica regola è il profitto) favorisce chi sfrutta e chi ha prezzi più competitivi (ottenuti sfruttando e delocalizzando). Bisogna incominciare ad individuare il vero nemico. Dall'alto non arriveranno leggi, non arriveranno riforme per rendere migliori le nostre vite, anzi i nostri diritti verranno smantellati sempre di più, le scuole, le università idem, ormai concepite come passerelle per il lavoro (che non c'è) e ritagliate di tutte le cose considerate inutili e troppo difficili, abbassandone drasticamente la qualità. Se si spalanca lo sguardo sulla situazione attuale si sente davvero mancare la terra sotto ai piedi. Per questo mi fa un po' sorridere quando qualcuno dice “eh ma trovati qualcosa, un lavoretto”, come se, se lavorassi io, sarebbe tutto sistemato. Bisogna cominciare a mettere in prospettiva e vedere la voragine. |
re: Una vita da disoccupati
Io non voglio inventarmi un lavoro. Voglio farne uno dignitoso che non sia fondamentalmente inutile.
Ad inventarsi il lavoro sono nati gli "youtuber", i "blogger" e tutta 'sta gente che nel 99% dei casi dovrebbe pulirmi le scarpe per 2 € al giorno. |
re: Una vita da disoccupati
Ma io sarei capacissimo di farlo. Non è la mia strada, per diversi motivi, semplicemente.
Inoltre, su YouTube non serve fare centinaia di migliaia di visualizzazioni per fare soldi. Bastano 5 - 10 mila visualizzazioni a video e sei a cavallo. |
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Tanto "c'è chi dice sì" nonostante tutto. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Ho sempre più paura del futuro, una paura cieca che sarò sempre ai margini di questa società, ormai sono un caso perso.
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re: Una vita da disoccupati
Questa discussione non passerà mai di moda, le macchine stanno sostituendo gli uomini e non ci sarà lavoro per quasi nessuno tra poco...
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re: Una vita da disoccupati
Se avete studiato lingue e/o conoscete discretamente l'inglese potreste trovare facilmente un posto in Cina ed in particolare nell'area di Shenzhen. Il costo della vita in Cina è ancora più basso che qui,socializzare è più facile e le prospettive li sono migliori che nella vecchia Europa.Se siete maschi tanto meglio,trovare una ragazza li è molto più facile che in Italia ed imparereste il cinese molto più rapidamente.
In Germania se non avete capacità particolari potete trovare comunque lavoro, ma spesso si tratta di par time o lavori stagionali tipo gelataio,cameriere etc. In Italia se non si hanno competenze e "conoscenze" si è tagliati fuori a meno di essere autonomi e molto spesso lavorare in nero. Molti ragazzi sono stati rovinati dall'ideologia del posto fisso,statale o simili,molti che non hanno studiato e dai 16-17 anni hanno iniziato a lavorare come idraulici ,elettricisti,saldatori etc ora lavorano tutti,chi ha studiato per anni si ritrova disoccupato,sottoccupato,precario etc..... |
re: Una vita da disoccupati
Ci potrei fare un pensierino.
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re: Una vita da disoccupati
Parecchi giovani laureati italiani sono in giro per il mondo qui non c'è lavoro e le aziende quando possono delocalizzano all'estero o in italia ma agli antipodi.
Io lavoravo nella logistica, e un giorno qualche cervellone ha pensato di licenziare 50 persone e di trasferire a 200 km di distanza l'azienda.. quindi tutto va a puttane e non c'è più sicurezza di nulla!! Aspettavo la disoccupazione e mi arriva la lettera che non sono disoccupato ma risulto ancora lavoratore !!:moltoarrabbiato: Dopo ho risolto, un errore del cervellone hanno detto, e avanti ora mi godo il riposo per un po di tempo. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
Ma voi se rispondete ad un annuncio di lavoro su subito.it e barrate la casella "Manda una copia del messaggio al mio indirizzo e-email", vi arriva?
A me da qualche giorno non sta più arrivando e non vorrei che di conseguenza non arrivi neanche il cv a chi ha messo l'annuncio. Mi avranno blacklistato perchè ne mando troppi e sembro un bot? :o |
re: Una vita da disoccupati
A costo di risultare antipatico (un ruolo che in fondo sta iniziando a piacermi sempre di più :D) ribadisco quanto espresso in altri topic in merito ad altri argomenti: siamo sicuri che la disoccupazione, più che una causa del malessere, non ne sia invece la conseguenza?
Io ho sempre avuto difficoltà nel lavoro, ma un paio di buone occasioni le ho avute, naturalmente sprecandole, in quanto provo un'allergia naturale verso le responsabilità nei confronti dei superiori. Per il resto ho potuto constatare che chi riesce a trovare lavoro e ad affermarsi oggigiorno (problemi psicologici a parte) é chi investe di più in formazione. Purtroppo questo comporta l'esborso di importanti somme di danaro che non tutti si possono permettere...ma se una persona é dotata di perseveranza e non é attanagliata dai problemi psicologici di cui sopra, prima o poi dovrebbe spuntarla, anche emigrando all'estero, come fanno sempre più spesso molti nostri connazionali. |
re: Una vita da disoccupati
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re: Una vita da disoccupati
io ho cercato lavoro ovunque, ma sono stato rifiutato anche per lavori manuali umili. una volta mi fu addirittura detto in un colloquio di lavoro a milano per custode che io non andavo bene perchè ero italiano, lo cercavano filippino perchè così non avrebbero pagato i soldi dei contributi, poi però nelle tv esce fuori che gli italiani sono bamboccioni e sta cosa non la sopporto.
Approfittando di un regime fiscale favorevole un paio di mesi fa ho aperto una attività con partita iva, non sto guadagnando praticamente nulla, ma sempre meglio che perdere tempo a fare colloqui nella quale non ti assumeranno mai o che ti assumeranno per 20 giorni con stipendio da fame e poi un calcio nel sedere dopo che hai perso salute fisica e mentale. |
re: Una vita da disoccupati
Difficile trovare lavoro con un semplice diploma o una laurea triennale (a meno che non sia in ingegneria o informatica), l'unica é proseguire con la formazione fino alla laurea magistrale e poi un master.
E qui si aprono due tipologie di problemi: quello economico, giacché non tutti hanno i soldi per l'università e/o il master e quello legato all'interesse per lo studio. Per molta gente lo studio rappresenta un peso estenuante, specialmente coloro che hanno problemi di concentrazione e poca o nessuna motivazione. Se però si ha un minimo di disponibilità economica, allora si tratta di trovare la forza di volontà per andare avanti sgobbando noiosamente sui libri. |
re: Una vita da disoccupati
A fine mese tornerò ad essere disoccupata. :pensando:
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re: Una vita da disoccupati
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Anch'io avrei potuto entrare a far parte di un settore ritenuto (più a torto che a ragione) elitario e "prestigioso" come quello delle comunicazioni (palinsesti televisivi) per una ditta molto solida e affermata anche oggi, ma ho rovinato tutto per via dell'ansia, quindi vi rinunciai ingloriosamente. Però l'occasione l'ho avuta (dopo aver frequentato un corso della regione), quindi non é vero che là fuori c'é solo il deserto...là fuori ci sono delle difficoltà e i tempi si allungano sempre più, ma se a questo si aggiungono i problemi psicologici, la frittata é fatta. Trovo pertanto improduttivo lamentarsi della crisi e dei stragneri che ci arubbano il lavoro quando dietro a questi scenari si annidano problemi caratteriali e di adattamento significativi uniti ad un più o meno conscio rifiuto dell'idea stessa di lavorare. |
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