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Ascolto Interiore
E' la mia ultima conquista cognitiva. Quando siamo in disagio sociale, ansia o angoscia, i pensieri corrono e crediamo che il malessere dipende dalle cose cui stiamo pensando. Ci mettiamo in ascolto dei pensieri.
Invece bisogna ignorare questi pensieri che si rincorrono, per metterci in ascolto del disagio. Bisogna ascoltarci "dentro", cioè ascoltare e accogliere proprio la nostra interiorità, sia pure dolorante. L'ansia / angoscia prende il petto ed è soffocante. La rabbia , invece, è di pancia. Pensare complica le cose. Dar spazio al nucleo del malessere, lo allenta. Esiste, dobbiamo rispettarlo, non andarcene fuori di testa. |
Re: Ascolto Interiore
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Re: Ascolto Interiore
Va bene. Ma domani. Ora è tardi.
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Re: Ascolto Interiore
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Re: Ascolto Interiore
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Attendo anche io i dettagli dell'argomento, quale procedimento mentale andrebbe messo in atto non appena l'ansia (o altra emozione) ci avvolge?
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Re: Ascolto Interiore
Ecco, quando sono in ansia/angoscia, quando sono in imbarazzo/disagio nelle situazioni sociali, quando sono sopraffatto dalle emozioni, ho notato che s'innesca una fuga di pensieri, che non ottengono lo scopo di rassicurarmi. Anche se trovo una soluzione, si affacciano 100 altri pensieri/dubbi irrisolti.
Se questo sistema non funziona, è chiaro che bisogna cercarne un altro. Allora mi concentro su " come mi sento", su cosa mi fa male dentro: oppressione in petto e fiato corto? (è ansia / angoscia) Morsa sulla pancia? ( probabilmente rabbia) Tensione? Ecco, mi metto in ascolto di questi segnali psicosomatici, anche se dolorosi, senza paura, ma con fiducia. Se essi esistono, non è bene ignorarli, dato che affrontiamo abitualmente le cose solo di testa. Vedo che il solo fatto di esperire la mia parte psicosomatica, mi distende, mi placa. Poi riprendo in esame i problemi, ma da posizione calma. Quindi l'affollamento di pensieri precedenti, si dirada, diventa semplice. L'ascolto interiore, mi rende più stabile e non preda dei venti. |
Re: Ascolto Interiore
Caso fresco fresco: 15 minuti fa mi ha importunato una telefonista, per tentare di appiopparmi un contratto, non desiderato. La chiamata in sé era indesiderata. Abbiamo alzato i toni e chiuso subito.
Mi sono accorto però, di quanta adrenalina m'ha messo in corpo. Ora sto evitando di ricordare la faccia tosta di sta' donna, perché penso solo a sentire la mia adrenalina residua. Quando si sarà esaurita, potrò rielaborare i fatti, con lo scopo di evitare in partenza di dovermi arrabbiare di nuovo. Ma adesso è meglio di no: ragioneró a palle ferme. |
Re: Ascolto Interiore
Ricordo che l'adrenalina serve a preparare il corpo all'attacco, alla difesa o alla fuga.
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Re: Ascolto Interiore
I pensieri in quei casi sono l'inizio della fine... Io ultimamente cerco di lasciar scorrere il flusso di negatività senza addannarmici troppo, poiché alla fin fine, anche se non sembra, è la cosa più facile da fare. Se do troppo retta ai miei pensieri mi ritrovo con una matassa gigantesca da sbrogliare dopo, e da lì per tornare ad uno stato di pace il passaggio non è diretto. ''Ho fatto il gomitolo, ora sto più o meno tranquilla e posso scioglierlo''... E invece tornando su ogni singolo nodo rischio solo di ricominciare a farmi trascinare e non sbrogliare nulla.
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Re: Ascolto Interiore
Sono molto contento di trovare in te un riscontro.
Tra il tuo metodo e il mio, cambia un aspetto: tu fai un atto di.volontà , consapevole dei vantaggi e confortata dai benefici che ottieni. Io prendo la stessa decisione, ma tenendo più conto dell'irrazionale. Anzi, relazionandomi con la parte psicosomatica per tutta la durata della crisi. Se vuoi fare una prova, la prossima volta che ti capita un'ansietà o paura o una forte preoccupazione , o un'arrabbiatura, prova a sentire in quale parte del corpo può essere localizzata. E' istruttivo. |
Re: Ascolto Interiore
Non c'è solo il corpo. Il disagio che mi capita, lo lascio stare; non lo sfotto con i pensieri. Lo sento e basta. In tal modo, averto che il disagio è una cosa, non sono Io , né la mia vita.
Se è una cosa, si può trattare come le altre. La vita è piena di cose. |
Re: Ascolto Interiore
Quindi cosa bisognerebbe fare di preciso? controllare il disagio, il malessere fisico? per me i pensieri sono tutto, non riesco a controllarmi quando sto male ne a ragionare razionalmente, son schiava del disagio e delle paure
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Re: Ascolto Interiore
Intento ammirevole ma continuo a non capire come metterlo in pratica.. se c'è una cosa che ho capito è che i pensieri non si controllano, anzi se qualcuno ci è riuscito mi faccia sapere perchè credo sarebbe la soluzione a quasi tutti i nostri disagi.
Esempio, dopo qualche giorno in cui sono stato relativamente bene, ieri un piccolo fallimento personale (roba proprio da niente) mi ha scatenato di nuovo una cascata di pensieri negativi e di insulti verso me stesso, col risultato che oggi sono nuovamente il coglione che non sa fare niente e non saprà mai fare niente. Non so quali sono le emozioni che mi portano a questo disagio.. delusione, frustrazione, rabbia? bho.. In che senso dovrei mettere in pratica un ascolto interiore? riesci ad essere più concreto? |
Re: Ascolto Interiore
Leggo con molto piacere questa discussione di Superpippo e devo confermare la sua posizione e la sua tecnica.
E' la via giusta secondo me. Essere in grado di metterla in pratica è solo una questione di misura. Si inizia da cose piccole, da paure piccole. La cosa dovrebbe poi portare a riuscire ad agire al di la della sensazione-emozione negativa. Non si tratta di placarla, di negarla, di ucciderla. In questo modo o aumenta subito, o se si riesce nell'intendo, si ripresenterà successivamente con rinvigorita forza. Si tratta di lasciar essere ciò che è, senza voler intervenire. L'unico intervento va fatto,come dice Superpippo, sui pensieri. Che vanno semplicemente fermati. Con una sensazione negativa non c'è discussione che abbia senso. Bisogna riuscire a distinguere se stessi da essa. Tecnicamente è utile farlo o compiendo piccole azioni che ci intimoriscono, o senza dover compiere nulla, tenersi grandi emozioni negative e lasciarle essere. Spero di non aver frainteso ciò che Superpippo intendeva. |
Re: Ascolto Interiore
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Le ricadute sono continue e cicliche e il lavoro e lungo... |
Re: Ascolto Interiore
Ti ringrazio. Comincio a capire, è una cosa di cui si è parlato anche in sedute di psicoterapia, purtroppo però non sono mai riuscito a metterla in pratica.. L'impressione è che il passo dall'emozione al pensiero negativo è talmente breve che non si riesce ad agire tra l'una e l'altro.
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Re: Ascolto Interiore
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Allora valuti il tuo stato e lo prendi in considerazione, comunque sia fatto. Lo lasci esistere. Non ti ammazza, ma chiede solo un po' di attenzione, ascolto, cura, rispetto, pace. Il tuo stato è sempre un' emanazione di TE. Una volta che ci riconciliamo con noi stessi, siamo in grado di riprendere in mano la questione che ci angustiava. Tutto questo può essere definito " mettersi il cuore in pace", prima di risolvere un problema, non a seguito della soluzione del problema, come comunemente s'intende e abbiamo appreso. |
Re: Ascolto Interiore
Ho scoperto che sotto la mia superficie spesso assillo-preoccupo-ansiose, si cela uno strato più profondo, che è invece amabile.
E' come il mare: per quanto possa essere in tempesta in superficie, è sempre calmo in profondità. |
Re: Ascolto Interiore
Ho provato in questi giorni a mettere in pratica quanto letto in questa discussione, in particolare come suggerito da semifobico. Devo dire che, quando si riesce a concentrarsi sull'emozione ed evitare di farla diventare padrone dei tuoi pensieri si esce un po meglio dal momento di "down". È una cosa molto molto complicata comunque, non penso di riuscire a farla diventare automatica.
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Re: Ascolto Interiore
Cioè lasciare andare le emozioni negative senza fermarle, come ad esempio la troppa ansia, per concentrarsi su reazioni fisiche che procurerebbe, come la tachicardia per poi usare ragionamenti su come affrontare la causa dell'ansia?
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Re: Ascolto Interiore
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Re: Ascolto Interiore
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Allora, facciamo un caso più generale, in una situazione non critica. Mettiamo che ti accingi a fare una cosa ordinaria, come andare a lavare 4 tazzine che hai lasciato a mezzogiorno e poi di metterti una bella felpa più calda. Ecco, mentre fai queste due cazzate, prova a sentirti in contatto con te stesso e vedere come stai cambiando, cosa provi. Ti verranno dei pensieri in mente, va bene. Ma resti collegato. Quando hai terminato, valuti da te la qualità di questa esperienza. Potrebbe piacerti. |
Re: Ascolto Interiore
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Mi risulta, infatti, che in psicologia si usi l'espressione fare focus su sé stessi, per i nei momenti di smarrimento e di crisi. Vuol dire raccogliersi su di sé. Forse (ma non ne sono certo), si usa anche il termine baricentro per dire: ritornare alla propria base d'appoggio. |
Re: Ascolto Interiore
Ma sto comprendendo che l'ascolto interiore, non solo serve a superare i momenti di stallo e di crisi, ma più semplicemente per stare bene, a prescindere.
Non è che devo aspettare una botta di sfiga per stare collegato con me stesso! Posso farlo anche per vivere meglio i momenti normali, quelli poco interessanti che passano. Potrebbero invece rivelarsi felici. Nessuno psicologo o psichiatra ci ha mai detto che a noi la felicità è negata! (azzo!) |
Re: Ascolto Interiore
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1) Prova a farlo con la tristezza. Non è un sentimento che sorge dalla tensione di dover compiere un'azione, che quindi ha tutta una serie di componenti aggiuntive. Se te la tieni essa non ti sta impedendo nulla di pratico, evita che ad essa seguano pensieri i tipici pensieri pessimisti del tipo "sarà sempre così", "non risolverò mai niente" ecc... che sono quei pensieri che alimenterebbero altra tristezza. Poi passi a capire quali pensieri generano la tristezza primaria e li blocchi. Non sempre, non in modo estremista, ogni tanto dagli pure sfogo. 2) Prova a farlo con i pensieri che sono conseguenza di una gioia. Anche se sembra masochista, prova a tenerti la gioia senza che essa ti imponga dei pensieri. Ascoltala e basta, è più facile con i sentimenti positivi. E' solo un allenamento. 3)Prova poi nella pratica ad affrontare piccole paure, in modo diverso dal solito. Ovvero invece che reprimendo la paura, accettandola. Oserei dire volendola. Ma devono essere paure piccole piccole. Almeno queste sono cose che ho provato io, ma ci vuole perseveranza, mesi,anni... |
Re: Ascolto Interiore
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