Il magico potere degli introversi
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Re: Il magico potere degli introversi
Non so quanto potrebbero realmente apprezzare...forse in qualche occasione specifica, ma quel tipo di atomosfere da sole non credo attirino folle di estro...alla fine sarebbe come prendere noi e buttarci in feste locali, gente nuova da conoscere e con la quale interagire in continuazione...
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Re: Il magico potere degli introversi
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Re: Il magico potere degli introversi
Dissento.
Quello è solo un particolare tipo di introverso. Non sta scritto da nessuna parte che un introverso stia più tempo a casa, magari esce anche di più degli estroversi ma lo fa per lo più da solo. A sentire quella descrizione sembra più un infermiere o una crocerossina. |
Re: Il magico potere degli introversi
Mi reputo molto bravo ad ascoltare veramente le persone, ad interessarmi a loro e diversi conoscenti si confidano con me dicendo cose che non dicono a nessuno perchè con me non hanno diciamo pudore... ma parliamo di una cerchia limitata, con la maggior parte mi tengo a distanza proprio perché non percepisco chimica come dire.
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Re: Il magico potere degli introversi
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Poi dipende appunto da altre caratteristiche che contraddistinguono l'individuo; gli introversi hanno più probabilità di ritrovarsi con certi tratti psicologici, e così gli estroversi, quindi dipenderà anche da quello, ad esempio un introverso è spesso timido e ha delle problematiche che lo frenano un po', mentre un estroverso può mostrare altri aspetti negativi (irascibilità, spavalderia, ecc.) che non sono molto funzionali nel mantenere equilibrio nei rapporti. Comunque pensa anche al caso contrario, ovvero a un gruppo di soli introversi, un estroverso (moderato e non rompiscatole) porterebbe qualche elemento positivo nell'insieme. Il problema in questo caso è che è facile che si annoi e inizi a voler stravolgere le abitudini, mentre è vero che un introverso nel caso contrario ha un po' più di pazienza (ecco, questa può essere una caratteristica positiva dell'introversione) anche se spesso solo apparente. |
Re: Il magico potere degli introversi
Nah.
gli introversi si trascinano dietro la noia come una malattia. Non vivono molto e per questo non hanno molto da dire che ripetere quello che hanno letto o visto. Dopo un pò si capisce che non hanno veramente opinioni proprie. Quando parlano parlano poco o ti addossano un fiume di chiacchere, come una diga frantumata. Non fanno da collante con le persone per cui se te i trascini dietro devi sempre stare attento a intrattenerlo perché lui o lei si chiuderanno nel loro mutismo come se gli altri fossero troppo stupidi per capire i loro pensieri. Non sono mai presenti in quel che fanno e non hanno idea di quello che faranno. Le case degli introversi sono magazzini pieni di giocattoli, consumate dal vissuto ossessivo di chi le occupa, le case degli estroversi sono case e vengono usate come case, ci si arriva ci si rimbalza, ma la vita è fuori e fuori vivono. Forse l'unico che apprezza un'introverso è un'altro introverso, entrambi abitano lo stesso spazio ma vivono gelosamente la loro alienazione privata, così nessuno pretende nulla dall'altro. |
Re: Il magico potere degli introversi
Che sia così o meno (dipende molto dal tipo di introverso) a me piace molto il tuo pensiero Jerico e in parte lo condivido :)
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Re: Il magico potere degli introversi
Ci sono tutte delle sfumature sia tra estroversi che tra introversi...non siamo tutti catalogabili :)
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Re: Il magico potere degli introversi
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Bah..non ci vedo molta magia . E anche se fosse ci rinuncerei molto volentieri . L unico trucco che riesce bene è rovinarsi l esistenza..🙄
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Re: Il magico potere degli introversi
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Re: Il magico potere degli introversi
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Gli introversi di solito sono depressi, e lo sono perché spesso nella vita debbono subire la maggiore forza e prevaricazione degli estroversi, non è detto che siano sempre così accoglienti. |
Re: Il magico potere degli introversi
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Essere estroverso l'opposto, preferire la compagnia, stancarsi con la solitudine. Tutto il resto sono solo e soltanto stereotipi, nessuno escluso. |
Re: Il magico potere degli introversi
In realtà il discorso intro-estro è più complesso...non si limita a voler stare soli o in compagnia o a quante sere a settimana usciamo a bere birra con gli amici....
Invito a leggere un libretto di jung "tipi psicologici", piuttosto esplicativo... |
Re: Il magico potere degli introversi
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Personalmente non sono fiero di essere introverso (anche se a volte ironizzo sugli estroversi) ma neanche mi svaluto per questo o ci vedo del non sano in questa condizione presa idealmente separata da eventuali problematiche che possono causarla o aumentarla. Si può far qualcosa per bilanciare certe differenze e imparare ad essere consapevoli di se stessi come dei caratteri altrui, ma poi in fin dei conti io introverso resto naturalmente nella mia indole, così come gli estroversi fanno con la loro. |
Re: Il magico potere degli introversi
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Se ti ricarichi quando stai da solo non significa che stai da solo tutto il giorno. Magari stai fuori di casa 15 ore al giorno e sempre in compagnia ma anzihè divertirti ti stanchi e basta. Inoltre: il fatto di stare da solo non implica necessariamente lo tare a riflettere e rimuginare. Magari stai tutto il tempo a leggere un libro o giocare ad un videogioco. Allo stesso modo: stare in compagnia non implica avere meno tempo per pensare. Nulla vieta di pensare ad alta voce facendo diventare una riflessione personale una conversazione di gruppo. Che voglio dire con questo? Che non ha senso parlare di estroversi ed introversi in quei termini perché si tratta solo di stereotipi che coprono una fetta del totale. È un discorso con lo stesso valore di uno che parte con il presupposto che i maschi sono rozzi, volgari, interessati solo a calcio e sesso e le femmine oche stupide che pensano a borse e trucchi. Solo perché si tratta di uno stereotipo che non ci offende non significa che è meno fallace nel rappresentare la realtà. |
Re: Il magico potere degli introversi
Se c'hai soldi e una famiglia (gradevole) che ti viene a trovare magari ci sta, ma addirittura magico...
BBBbbbbbbbboh |
Re: Il magico potere degli introversi
Per come la vedo io, ci sono diversi modi di vivere la stessa condizione. Quella che JR descrive in apertura, è un'introversione di tipo inclusiva e positiva. Per farla semplice, una persona introversa, ma capace di includere delle persone nella propria vita. In quel caso è comprensibile, che una persona introversa sia in grado di dare molto valore al tempo che passa con chi gli sta vicino.
Il problema è che l'introverso è facile che finisca in una deriva più cupa, se continua ad essere solo. O finisce per avere intorno persone incompatibili dalle quali si sente stressato. Finisce per non avere valvole di sfogo, si isola, incattivisce e quant'altro. La stessa cosa in realtà la vedo succedere anche con personalità differente, come i cosiddetti super estro, la differenza è che loro non si fermano. Anche se stanno male, per la loro natura intrinseca, continuano a muoversi. E per conseguenza diretta è più facile che riescano a uscire dai loro brutti periodi. Come è anche vero che quando imboccano una strada senza uscita si schiantano con il muro più velocemente di noi. Con conseguenze variabili a seconda del contesto.. Poi ovviamente il discorso è molto più complicato di così, ci si possono scrivere libri in merito (e ne sono stati scritti, uno su tutti quello di Susan Cain che io ho trovato molto ripetitivo onestamente), ma secondo me è indubbio che l'introverso abbia un potenziale di costruirsi una vita più che soddisfacente per se stesso e gli altri. |
Bella merda essere introversi, almeno nel mio caso.
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Re: Il magico potere degli introversi
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Tant'è che secondo la dicotomia che va per la maggiore su FS un introverso non ha amici (a parte internet) né vita sociale (a parte internet), cosa assolutamente non vera. Come spesso capita, sono gli eccessi a produrre problemi, e indubbiamente uno sbilanciamento nell'introversione tale da provocare totale distacco emotivo dagli altri e alienazione è fonte di disagio, per sé e per il prossimo. Ma possiamo facilmente immaginare anche un caso opposto di eccessiva estroversione intesa come incapacità di riflettere su sé stessi e di vedere il proprio agito da una prospettiva diversa: se non ci si sa mettere in discussione si rischia di diventare irruenti, maleducati, egoriferiti, ecc. Poi capisco da dove possano nascere certi pensieri di rifiuto: quando si supera una propria difficoltà (o si inizia comunque a vedere la luce in fondo al tunnel), è naturale provare un certo grado di disgusto verso la condizione precedente che si è vissuta. Ma poi bisogna essere in grado di riequilibrare il tutto e capire che non sempre bianco e nero sono ben evidenti e distinguibili. Che ci sono delle sfumature importanti e capire che ci si può accettare nelle caratteristiche non problematiche, senza doversi rassegnare al mantenimento delle caratteristiche invece dannose. |
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