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Le possibilità che abbiamo.
Ciao a tutti.
Stavo riflettendo su un tema che potrebbe sembrare "un discorso da vittima", ma provate a seguirmi. Mettetevi nell'ottica del thread dell'altro giorno sul sentirsi oggetto di ingiustizie, diciamo. Io penso che molte delle persone che guardiamo con invidia e rabbia abbiano effettivamente una vita migliore della nostra perché hanno avuto attorno un ambiente più favorevole. Maggiori possibilità concrete di seguire il percorso che volevano. E non sto necessariamente parlando di più soldi. Mi riferisco all'avere, per esempio, una famiglia che ti appoggia, gente intorno che ti stimola, un certo grado di libertà. Usiamo me come esempio. Sono una persona di venticinque anni con una laurea in tasca e senza un lavoro, con pochi amici, che non va mai in vacanza, non ha un ragazzo, non ha progetti, né hobby. Come contro esempio prendiamo una mia compagna di corso che al momento è partita per fare un dottorato all'estero, dopo una laurea col massimo dei voti e una tesi sempre all'estero. Io ho fatto tutti gli anni a stare quasi sempre in pari, a tornare a casa dopo le lezioni, a studiare da sola. Lei ha fatto gli anni ad andare più lentamente, prendendo voti più alti ma andando a tutte le feste, agli eventi, eccetera. Ora io sono qui che non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto alla mattina e lei sta scalando il successo nella vita dopo un'estate passata a fare vacanze in vari luoghi. E voi direte. "Beh, è semplicemente più brava di te." Ed è probabile che sia più intelligente. Che abbia più palle. Io sono un'insicura di prima categoria. Ma devo dare tutte le colpe a me per il mio fallimento? Non penso. Supponiamo che questa ragazza avesse avuto, come me, dei genitori iper restrittivi. Ciò significa non andare alle veglie della scuola alla superiori, non riuscire a tenere un gruppo di amici perché non ci esci mai e poi ti mollano. Vuol dire crescere con scarse social skills, fare fatica all'università, non andare mai alle feste, trovarsi male nei gruppi di studio. Vuol dire rimanere un po' soli. Quanto ciò influenza la tua voglia di vivere e la concentrazione sui libri? Secondo me tanto. Io ho passato molto tempo a sentirmi frustrata e sola e questo si ripercuoteva sul mio modo di essere anche sui libri. La mia mente sfuggiva cercando un'immaginario migliore, cose che non avevo, rodendosi per la bella vita altrui. È difficile studiare quando la testa è da un'altra parte. Ma come fai a tenerla dove deve essere se la vita che hai non ti soddisfa e non senti la forza per raggiungere l'obiettivo? Diventi appesantito, mentalmente. Non hai voglia di sforzarti, poi, se non pensi che dopo tutta quella fatica arriverà una bella vita, arriveranno tante possibilità, eccetera. Se non hai appoggio. Se non hai libertà. Io non sono andata in Erasmus. Non mi sono trasferita nella città dove studiavo. Ho solo passato discretamente i miei esami, scritto una tesi e preso un diploma di laurea. Manca tutta l'esperienza che dovrebbe esserci intorno. Questa ragazza ha avuto la mente sgombra dai pensieri negativi, sicuramente più di me. Viene appoggiata dalla sua famiglia, non si sente dire "ma no dai, non andare lì". I miei mi hanno sempre spinto all'accontentarsi. Alla mediocrità. Tutt'ora quando provo a parlare di queste cose mi guardano come se fossi cretina. Come se dicessi cose che non c'entrano nulla con me, come se io fossi destinata a fare una vita mediocre e basta. A stare qui. Prendere uno stipendio basso. Fare il minimo per sopravvivere. Ma io ero una su cui la gente fino alla fine del liceo avrebbe puntato. Ero intelligente, andavo molto bene, anche nelle lingue, non correvo il rischio di rimanere bloccata qui a fare la segretaria o la cassiera. E pensare che già lì studiavo male perché avevo sempre la testa da un'altra parte. Ero chiusa, mi sentivo già male e inadeguata... ma i miei non hanno mai pensato che avessi bisogno di essere spronata, o aiutata, e sono cresciuta così. Nonostante ciò, riuscivo ad avere bei risultati. Insomma, la materia grigia c'era! Ma, per esempio, non ho quasi mai espresso il desiderio di andare in qualche posto perché sapevo che mi avrebbero detto di no a priori. Non ho mai avuto la possibilità di fare ciò che mi intrigava. (E si sa, gli stimoli creano stimoli.) Per altri non è stato così. Ho visto gente palesemente più in difficoltà di me nello studio fare molte esperienze all'università e ora essere su un gradino più alto, dove magari avrei potuto essere io, perché sono stati più propositivi e più appoggiati. Insomma, se una persona ha già i propri problemi e i famigliari ignorano la cosa e non la spingono, non la aiutano, questi problemi invece di risolversi con la crescita aumentano. E anche il migliore dei cervelli si spegne. Se metti il più aggressivo degli animali in gabbia, probabilmente dopo un po' si stuferà di ruggire, no? Io ci sto male veramente per questa cosa perché vedo cosa fanno altri, so che avrei potuto arrivarci benissimo anche io se solo non fossi affogata nell'insicurezza, nell'apprensione. So che le mie basi erano le stesse di quelle di tante altre persone che ora sono più in alto. Molti hanno semplicemente avuto più possibilità di quelle che ho avuto io. Specialmente, ripeto, a livello famigliare. Come si fa quindi a non ritenersi sprecati, bruciati? Come si fa ad avere voglia di fare qualcosa se senti che tanto la tua famiglia non lo approverebbe? Che non sarebbe felice per te? Poi magari è solo la paranoia nella mia testa. Ma io sono sicura che con un intorno diverso, la vita che abbiamo avuto potrebbe essere stata migliore. Insomma, non dobbiamo incolpare SOLO noi stessi. Voi cosa ne pensate? |
Oh no.
Ho fatto un poema. Quindi avrò zero risposte. Ma perché non so contenermi? |
Re: Le possibilità che abbiamo.
Sì è un po' lunghetto però è un bel post, ben vengano di così :)
Inutile fare confronti con gli altri, troveremo sempre qualcuno che abbia avuto più esperienza, più possibilità, più fortuna di noi. Bisogna accettarci così come siamo e cercare di migliorare quel che si può. Dobbiamo anche trovare gente alla quale piacciamo così come siamo, però so che può essere difficile (io un po' di speranza ce l'ho, sperando non si affievolisca) |
Re: Le possibilità che abbiamo.
Penso che sia controproducente fermarsi su quello che non si è potuto fare o che non si ha avuto. Per quanto riguarda lo studio sono d'accordo sul fatto che essere troppo rigidi e inquadrati e pensare troppo solo a quello sia controproducente per esperienza personale: da studente promettente a inizio carriera...non ho finito l' università proprio per l eccessiva considerazione che nella mia famiglia si aveva per lo studio trascurando altri aspetti altrettanto importanti......cmq l età conta ma conta di più la volontà che si ha e la motivazione a vivere situazioni nuove...e a non tirarsi indietro. Mi ero rassegnato a una vita da nerd a un età ben superiore ai 25 anni e nel giro di pochi anni ho cambiato stile di vita....almeno per quanto riguarda il tempo libero. Su altri aspetti concordo che sia più difficile...però un tentativo per migliorare qualche aspetto della nostra vita non ce lo dobbiamo negare.....anche perché fintanto non ci si mette in gioco non si può avere la certezza di cosa si è in grado di fare.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Jupiter, sei la mia controparte al femminile o quasi, io la laurea la vedo col binocolo :sarcastico:
A parte questo piccolo (chiamiamolo piccolo xD) particolare, mi ci rivedo tantissimo in quello che hai scritto. Stesse restrizioni giovanili con medesime conseguenze infauste. Non dico che la mia vita sarebbe stata radicalmente diversa, ma avrebbe preso un binario diverso dall'attuale (treno destinato a deragliare). Quando senti un tuo familiare dire " se c'è o non c'è nemmeno te ne accorgi" o "una volta i maschi erano il vanto della famiglia, l'avessi saputo avrei fatto un'altra femmina e non ti avremmo salvato" (n.b: son nato prematuro), non puoi fare come se niente fosse, frasi del genere le internalizzi e quella serenità interiore che ti permette di approcciare la vita con piglio deciso ...va a farsi benedire. Non credere che gli altri siano più intelligenti di te, magari son più furbi, cresciuti sin dall'infanzia guardando gli altri dall'alto in basso (non per intelligenza, ma per posizione sociale, economica, ecc). Una mia collega non sapeva nemmeno dov'era l'India (in quale continente) eppure è prossima alla laurea, mentre io son crollato agli inizi. Non sapeva fare un discorso di senso compiuto eccettuati quelli su Hogan, pantaloni, borse e scarpe firmate. Son persone che sembrano più "alte" (in senso metaforico) di te, ma in realtà son dei nani messi su un piedistallo. Ora mi taccio. Risposta alla tua domanda: SI, SI e ancora SI. La tua vita sarebbe stata migliore in condizioni diverse. Non penso tu abbia colpe, è difficile reagire a quest'età (soprattutto se l'opera di demolizione è iniziata in età adolescenziale). L'unico consiglio che posso darti (lo do anche a me) è di non rimuginare più del dovuto su questa cosa...ormai è andata, non possiamo modificare ciò che è stato, i concorsi di colpa sono superflui. Pensa a te stessa e a ciò che vuoi veramente, cambia "binario", imboccalo e, presto o tardi, arriverai alla meta prefissata :) |
Re: Le possibilità che abbiamo.
leggi la mia firma sta tutto là...
cmq una volta di più è la dimostrazione di quanto certe famiglie facciano danno |
Re: Le possibilità che abbiamo.
La famiglia fa tanto, e a sentire certe storie mi rendo conto di quanto siano probabilmente ingiustificate alcune lamentele (comunque leggere) sulla mia. A volte senti però storie di figli che si ribellano ai genitori e in qualche modo li "rieducano" ad essere più comprensivi e meno asfissianti o protettivi, ma non tutti hanno lo slancio e le capacità o la volontà per farlo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
La famiglia fa tutto direi, specialmente quando si parla della base del nostro carattere e della nostra emotività, ma é appunto sbagliato soffermarsi su chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, come già evidenziato sopra, e concentarsi su quello che si può fare, cercando di contenere invidie e rancori.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Allora Jupiter, anche io come te ho fatto l'università, ho preso una laurea, non ho fatto l'erasmus e non ho fatto parte della "Bella Vita" da Universitario.
Ma ti rispondo in punti sulla base di quello che hai scritto: 1) sbagli nel confrontarti solo con persone conoscenti che a te sembrano migliori. Chissà quante altre studentesse ci sono come te! Ma se proprio ti piace fare confronti, allora mettiti in confronto anche con tanta gente che all'Università non ci può andare perchè senza soldi oppure perchè semplicemente non ha la testa per studiare. E' facile fare i paragoni con chi se la passa meglio. Ricorda che c'è sempre chi sta peggio. 2) conosco diversi figli di papà che hanno fatto l'Erasmus, assidui frequentatori di dehors davanti all'università, a scuola con la Mini Cooper mentre io mi muovevo in bus, mentre io studiavo e lavoravo, loro andavano nei locali alla moda...e allora? Loro giocano un campionato a parte, non fanno parte del "mondo normale". Bravi o ignoranti loro saranno sempre un passo davanti alla gente normale senza santi in paradiso, parenti & raccomandazioni. Perchè anche nel mondo del lavoro sarà così, ti passerà davanti tanta gente senza alcuna qualità, viscida e marcia dentro e fuori. Ma è la vita, poi l'Italia è un stagno putrido melmoso pieno di questi personaggi. Ma tu, se mai avrai figli, ricordagli di essere come noi e di costruirsi da soli. 3) tutti quelli che se la spassano alla follia, arrivano a 30 anni che non hanno più nulla da fare e sperimentare. Mentre chi ha sperimentato poco nella vita, con pochi vizi e divertimenti, ha tutto un mondo da scoprire un passo alla volta. Amore incluso. Mia personalissima teoria. 4) capitolo famiglia & social: devi farti rispettare e farglielo capire che hai le tue idee e il tuo carattere. Altrimenti andrai affondo con loro, da vecchi. E non avrai mai un carattere, positivo o negativo che sia...devi averne uno e suscitare emozioni nelle persone che incontrerai. Altrimenti sarai sempre anonima, inosservata, un fantasma con la laurea. Anche a costo di rompere le balle alla gente. Almeno parleranno di te. Ed infine se tu e la tua amica foste in una ipotetica pista per fare una gara di corsa, ricorda che la tua amica è partita almeno due posizioni avanti (atteggiamento e carattere) e tu sei partita con i pesi da 5kg ai piedi (famiglia, fobie, ansia). Però alla fine sei arrivata al traguardo pure tu. Questo qualcosa vorrà dire...ed ora togliti i pesi :bene: |
Re: Le possibilità che abbiamo.
Io ormai ho poche possibilità, quasi nulle
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Mi rivedo tantissimo nel tuo post, questa parte in particolare potrei averla scritta io:
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Non sono stata abbastanza forte per riuscire a fregarmene e ad andare avanti comunque, contando solo su me stessa. Credevo di poterlo fare e ci ho provato, ma piano piano ho perso l'entusiasmo e mi sono lasciata andare. Quindi sì: non è solo colpa nostra e la famiglia influisce molto, sentire di avere qualcuno dalla propria parte ed avere il loro appoggio può, in alcuni casi, fare la differenza. È andata così e non c'è modo di cambiare le cose, fermasi a pensarci fa solo stare peggio. Focalizzati sui risultati positivi, e da questi cerca di trarre la spinta per migliorarti ancora. Tu sei riuscita a laurearti, è un gran traguardo (io ad esempio non ce l'ho fatta): pur avendo perso tante esperienze, e pur sentendo che ti manca qualcosa rispetto a molte persone che sembra abbiano "una marcia in più" rispetto a te, tieni a mente che c'è anche chi si è fermato prima e non è arrivato dove sei tu ora. Quote:
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Credo che conti molto AncHe la fortuna
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Ok, 2 o 3 precisazioni.
Non pensatè che la mia sia una famiglia di gente malvagia. Sono persone bravissime, solo che sono già loro un po' inette e poco mondane e non capiscono che involontariamente hanno fatto dei danni. E ripeto, involontariamente. Il problema con loro è che se cerchi di parlarci non ti comprendono. Quindi ovviamente mi sento come se io venissi dalla Luna, quando cerco di comunicare. Loro vedono che i miei coetanei fanno più cose, vanno all'estero, eccetera... ma boh, evidentemente pensano che siano loro a fare troppe cose e io a essere più nel giusto. Bisogna anche calcolare che vengono da famiglie umilissime e non hanno mai avuto né la possibilità né il pensiero di andarsene lontano, per esempio. Insomma, anche io, con caratteri come i loro non potevo pensare di uscire con un carattere decente io stessa. Quello che non sopporto e che non comprendano che hanno un ruolo nel mio malessere e il come è andata la mia vita. Mi dite che devo farmi rispettare ma io non ci riesco perché è un mio limite caratteriale, non riesco a dire, nonostante la mia età, "sto via una settimana". Con mio padre non discuto proprio perché so che le sue faccette quando pensa di aver ragione e mi da dell'ingenua mi fanno stare male. Io non reggo priorio il fatto che loro non mi capiscano e non mi sostengano. O non cerchino neanche di conoscermi e chiedermi cosa voglio fare nella vita. Non crediate che io non sappia di essere più fortunata di altre persone, esempio, chi vive in paesi poveri. E non pensiate che mi stessi paragonando a chi ha tanti soldi. Magari mi sono spiegata male, ma quello che intendevo era : a parità di opportunità (teoriche, es. stessa possibilità economica, stesso paese, stessa intelligenza) alcuni si ritrovano ad avere più possibilità di altri. Io sono intelligente quanto tante altre persone che con la mia stessa disponibilità economica hanno fatto molte più cose. Ma ho trovato più blocchi sul mio cammino. Sia quelli personali che quelli famigliari. Altri hanno il sostegno, invece. E con sostegno intendo quello psicologico. Non averlo, in più, nom fa che peggiorare la propria situazione personale. A me rode di essere cresciuta come sono cresciuta, perché so che sulla carta avrei avuto le stesse possibilità di tanti altri. Ma nella pratica non è stato così, e non per decisione mia, ma perché mi sono ritrovata in un famiglia così. Non ho capito cosa c'entri il trovare qualcuno a cui piacciamo come siamo. Io devo piacere a me. E come sono non mi piaccio. Decidere di raddrizzare un percorso di vita storto e fatto di mattoni vuoti alla mia età e con le mie debolezze caratteriali, è faticoso. Anche solo pensarci spaventa. Altrimenti insomma, mi alzerei la mattina. |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Tanto ormai la gabbia ce l'ho in testa.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
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Anche io credo di aver buttato via le chiavi. Il fatto è che qualcuno potrebbe aiutarti ad aprirla, la cazzo di gabbia. Ma se i tuoi cari non la vedono (o fanno finta di non vederla) allora è un mare di merda, con rischio di affogo. |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Non capiscono che non funziona offendere per spronare. Almeno non con tutti. |
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Mio fratello, una volta, mi disse "Tanto morirai da solo". Non capiscono che peggiorano la situazione e ci feriscono ulteriormente |
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Cmq riguardo il percorso storto, difficile da raddrizzare...io sono nella tua stessa barca. D'altronde cosa si può fare? Possiamo impegnarci nei limiti delle nostre possibilità per tentare di cambiare la situazione e per il resto..sperare che la ruota giri a nostro favore... |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
la famiglia è la prima scuola della vita.
Prendiamo il fatto che, le cose più importanti per vivere (camminare, parlare, mangiare ecc) si imparano da piccoli, ecco, da piccoli ancora non si va a scuola, ancora non si hanno amici o comunque si passa davvero pochissimo tempo con altri che non siano la famiglia. Un bambino quindi apprende da chi sta intorno a lui (quindi la famiglia) il ''comportamento'', come sono gli altri (cioè non il bambino stesso). Oltretutto un bambino dà, per forza di cose, molta fiducia a quello che dicono i genitori (o i ''grandi'') quindi, se ad esempio in presenza di estranei il bambino non parla (per ovvi motivi, infatti cosa voiete che debba dire un bambino in un discorso tra adulti??!?!?!?!?), si sente dire:<<è timido!>>, il bambino si convince di essere timido anche perchè gli altri adulti fanno sembrare il fatto di essere timidi una cosa bella e quindi, il bambino ne è contento senza capire. |
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Jupiter,
mai accontentarsi MAI MAI MAI |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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A me fu detto "non avrai mai un ragazzo", per offendermi. Peccato che fin ora ci abbia preso. Quote:
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Per me il non sentirmi approvata è straziante. E pensare che l'unica cosa che posso fare per vivere tranquilla è accettare di non essere accettata, è molto deprimente. Quote:
Quando lo dico io a casa mia, mi guardano come un'alienaaaaaa |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Sono dei pattern che partono quasi in automatico. Se hanno fatto lavoro su sé stessi magari possono correggerli ma senza psicoterapia e/o aiuto comunque sarà dura. |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Non ho letto tutto.
Cmq, ho sempre avuto dalla mia famiglia il supporto necessario, in modo secondo me equilibrato. Due figli, uno a livello sociale perfettamente integrato da sempre, l'altro iscritto su fs.com. Timido ci sono nato e più di tanto non penso si possa cambiare. |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Non solo, non mi possono aiutare perché la gabbia dipende dai miei giudizi e dai miei pensieri. |
Re: Le possibilità che abbiamo.
I genitori sbagliano sempre ma pure loro sono persone, hanno problemi, debolezze, paure. Fare il genitore è difficile. Non si dovrebbero fare figli.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
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Era per fare un esempio, nessun violento in famiglia, anch'io come molti qua dentro ha avuto una famiglia esemplare , ma che qualcosa non vada lo dimostra il numero di fratelli che non hanno una vita sociale soddisfacente anzi non l'hanno per nulla :( |
Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
Per me fare il genitore è la cosa più semplice del mondo , tanto è vero che tutte le popolazioni ne sono capaci :) e in tutte le era della umanità
l'importante è essere sereni come individui , non avere nevrosi : vedete un ciaffone dato da un genitore sereno non fa male , perché sapete che ve lo siete meritato , ma provate invece del ciaffone a sentirvi in colpa* e costantemente e in maniera immotivata : ho ancora il ricordo ti quando mia madre mi mise fuori della porta di casa perchè non avevo badato al fratellino... mi sentii smarrito , abbandonato mi avesse riempito il sedere di botte prob sarei stato più tranquillo *il senso di colpa è micidiale |
Re: Le possibilità che abbiamo.
Certo non dobbiamo incolpare solo noi stessi, ma nemmeno farne una ragione di non-vita. Forse ci speri ancora che i tuoi genitori possano cambiare, ma non lo faranno eh.
Ora hai chiara la situazione cerca di andare oltre, è l'unica. E te lo dice una che ci prova con tutte le sue forze, ma che fatica. Penso che una possibilità, almeno per quanto mi riguarda, sia crearsi un ambiente più favorevole. Quindi laurearmi, trovare un lavoro e poi trovare un buco in affitto. Quello che mi abbatte è che ci vorrà ancora qualche anno per tutto questo. Da quanto ho capito con lo studio hai finito. Ora pensi di continuare con qualche dottorato o master oppure vorresti cercare un lavoro? P.s. l'intelligenza non si perde per strada, a 25 anni poi...Lo sei ancora, hai ancora quelle capacità quindi non mollare. |
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Vorrei fare i soldi per potermi pagare un master così da poter avere accesso a un lavoro diverso da quello che dovrei fare. Poi trasferirmi in un'altra città, magari già durante il master, o già dopo qualche mese di lavoro. Ma ho un mare di problemi che mi limitano. Insicurezza, il non guidare, il fatto che probabilmente i miei cercheranno sempre di distogliermi dall'idea di trasferirmi ("e poi stai da sola?", "e poi ce la fai?") - ricorda che per come sono stata educata non passo mai nemmeno una notte fuori casa - il non ricordare niente di quello che ho studiato (e che mi servirebbe sul lavoro) e il non avere la minima spinta a voler recuperare (giuro, ho il cervello così vuoto che sembra che l'università l'abbia frequentata un'altra persona!)... Ho un lavoro così grosso da fare su me stessa per recuperare le mie capacità e conoscenze e per raggiungere un livello di sicurezza almeno accettabile, che potrebbero volerci anni. L'idea di dover fare ancora così fatica, dopo anni già passati giù di morale, e tutto solo per sentirmi un po' più normale... mi fa venire voglia di mollare in principio. Insomma sono un po' demoralizzata... |
Re: Le possibilità che abbiamo.
Ci saranno anche pochi figli, ma ci sono ancora troppi genitori. (cit.)
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Re: Le possibilità che abbiamo.
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Re: Le possibilità che abbiamo.
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I problemi si affrontano, passo per passo. Dopo anni (quelli più delicati poi) passati in un ambiente soffocante e reprimente è normale non vedere una via d'uscita. Ma è un peccato non provarci almeno, forzandosi anche, se si pensa che una cosa sia giusta per se stessi (e nel tuo caso è così mi pare, quindi non mollare). I tuoi genitori non ti sostengono? Bene, ora sei abbastanza grande per fare le tue scelte, per quanto sia difficile a causa dell'insicurezza. Cerca di pensare in modo oggettivo, come se organizzassi tutto e ti informassi per un'altra persona e quando sei arrivata ad una conclusione, agisci e vai avanti con la consapevolezza che non riceverai supporto dai tuoi genitori anzi magari ti ostacoleranno anche. Nemmeno io guido (tranne rare eccezioni), non è detto che sarà sempre così. Nel frattempo ci sono i mezzi pubblici. Capisco benissimo la questione del "cervello vuoto". Ma è sempre dovuto all'insicurezza. Non pensare che per gli altri sia diverso, semplicemente vanno avanti e non si soffermano troppo a lungo su certe questioni tanto da finire per crederci e crearsi limiti. "Ho un lavoro così grosso da fare su me stessa per recuperare le mie capacità e conoscenze e per raggiungere un livello di sicurezza almeno accettabile, che potrebbero volerci anni." Ecco questo è giustissimo. E sì, ci vorranno anni. Questo però non vuol dire fermarsi a riflettere ma di fare, agire e nel frattempo di conseguenza aumenteranno l'autoconsapevolezza e la sicurezza. Scusa il mattone. |
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