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La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
Tra tutte le discriminazioni c'è ne è una della quale non si parla mai ma che secondo me non è affatto una cosa priva di conseguenza: la faccia da sfigato. Faccio subito una premessa, ossia che non sto parlando di un individuo dalla faccia brutta, ma di uno con la faccia da sfigato, visto che le due cose non necessariamente coincidono. Comunque dicevo che ci sono persone, forse anche la maggior parte, che in base alla faccia sono convinte di poter conoscere le caratteristiche "interiori" della persona. Quindi se uno ha gli occhi fatti in una certa maniera, i lineamenti in un altro, i cappeli in un altro ancora, allora sarà sicuramente indice di un carattere altrettanto sfigato. Da qua appunto il titolo: pur sapendo che valutare una persona in base a caratteristiche morfologiche è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, sono tutti a farlo: dai media alla realtà vera e propria. Penso che questa cosa sia un pregiudizio che per molti rappresenta un ostacolo non da poco e sono il primo ad averlo vissuto. Per carità, non voglio dire che con un'altra faccia sarebbe tutto rose e fiori visto che conosco persone che all'apparenza sono ben più sfigate di me eppure non hanno problemi, ma che sia una cosa che abbia inciso non poco non lo metto in dubbio, anche perchè sappiamo tutti come il primo giudizio per un fobico sia importantissimo. Ovviamente non mi riferisco solo a casi in cui la persona è sociofobica, parlo anche di una persona X e dal carattere "buono" che comunque subisce questa cosa a causa di questo concetto lombrosiano.
Insomma, a voi è capitato di essere visti male a prima vista a causa della vostra faccia? E pensate anche voi che questo sia un pregiudizio che, anche se pare stupidissimo, di fatto sia una cosa relativamente "invalidante" e molto presente nonostane l'idiozia alla base del concetto? |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
E' ancora più interessante chiedersi perché è nata la fisiognomica... Se non ci fosse nessun rapporto tra aspetto e carattere, non ci si sarebbe potuto andare a pensare. So bene che non c'è una relazione chiara e netta tra aspetto e carattere, che l'agnellino spesso è un lupo (il truffatore si basa su questo e oggi la truffa è forse più diffusa del furto) e viceversa ma anche secondo me esiste un "qualcosa" di imponderabile ma non per questo meno reale. Io ricado esattamente nel gruppo delle persone che basta guardarle o sentirle parlare per far capire che non ho autorità, ascendente, e quel che sia. Non sono bello, nemmeno orribile, ma pur con un aspetto medio (tendente al 5.5 diciamo) ispiro solo l'idea che mi si possa fare qualsiasi scortesia o trattare come l'ultimo idiota. Come dico sempre queste cose sono più dovute a segnali non verbali che all'aspetto, ma sono convinto che quest'ultimo ci mette molto del suo in due modi. Il primo in ordine cronologico è che in qualche momento della vita la persona dall'aspetto non autorevole inizia a essere emarginata per questo motivo. Il secondo è che a causa di questo, si innesca una perversa spirale di autosvalutazione che poi porta a lanciare proprio il tipo di segnali che la conferma.
Per rispondere alla domanda (che avevo dimenticavo) sì, lo noto eccome, per me è un dato di fatto ed è abbastanza invalidante. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
Secondo me un fondo di verità nella fisiognomica c'è. Mi è capitato di conoscere persone dai lineamenti molto forti, che solo a guardarle in faccia incutevano timore, e che poi si rivelavano avere effettivamente una personalità forte e aggressiva, così come mi è capitato l' opposto, con individui che si rivelavano effettivamente un po' "sfigati", come il loro volto suggeriva.
Ovviamente non è una regola valida al 100%, ci sono in giro tanti visi angelici che sono dei criminali. Il modo in cui gli altri ci percepiscono può dipendere anche dalla comunicazione non verbale, che spesso fa trasparire tutte le insicurezze di una persona, per quanto quest' ultima possa cercare di nasconderle. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Non credo di avere un aspetto particolarmente ingenuo tale da suscitare la voglia di praticare truffe o fregature, ma sicuramente ho un impatto aggressivo pari allo zero termico. Un'aggressore se dovesse scegliere come preda fra me e una vecchietta di 105 anni, sicuramente sceglierebbe me, proprio in virtù della percezione di pericolo nullo che trasmetto, e questo è un mio grande cruccio, non basta l'altezza, non bastava neanche la palestra quando ci andavo, forse è proprio il linguaggio non verbale, potrei anche tatuarmi dei teschi in faccia e non cambierebbe nulla |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
Secondo me confondete appunto il linguaggio non verbale con la faccia. Non ci sono le minime evidenze per dire che la fisionomia ha una correlazione con la personalità, anche se è un dato di fatto che ci siano dei bias nella percezione di un individuo dovuti alla faccia, con tutto quello che ne consegue.
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
La fisiognomica non ha alcun fondo di verità
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
O sono io deficiente, o non so, non sono mai riuscito ad associare queste cose qua ai visi. Lo status sociale ed economico, il modo di vestire parlare, muoversi e così via spesso mi danno diverse informazioni sulla persona, ma la faccia e i lineamenti del viso sinceramente no.
Persone con la cosiddetta faccia da criminale (mi riferisco all'immaginario comune che rappresenta questo tipo come quello scuro di pelle e con quell'alone di barba quando è comunque rasata) si sono rivelate pezzi di pane, certi visi angelici invece delle vere carogne. Anche il cosiddetto viso intelligente che spesso si vorrebbe associare all'intelligenza non conta nulla in base a quel che ho osservato in pratica. In base alla mia personale esperienza i lineamenti non hanno alcun peso nel determinare cosa c'è a monte, e dietro (solo in casi molto particolari si può fare secondo me, ma rimangono limitati a certe patologie specifiche). Penso questo non per partito preso, ma perché in pratica mi sembrano inaffidabili queste associazioni, forse ci prendi di più con l'astrologia. Non so se gli altri fanno più di tanto affidamento su questi parametri, qua bisogna indagare, non so. Solo in ambito erotico-sessuale potrebbero avere una certa valenza per me, ma potrei solo affermare se un viso mi attrae, se devo dire cosa c'è dietro a quei lineamenti là senza conoscere la persona meglio, io non saprei dirlo :nonso:. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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fammi sapere se nella nostra città ci sono dei corsi tipo questo: :mrgreen: |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Cosa deve fare un con la faccia sia brutta e sfigata?
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
Ma poi chi ha detto che gli sfigati non siano persone affascinanti da conoscere?
Io mi contornerei solo di sfigati. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Ho sempre trovato deprimenti (in taluni casi ridicole) le persone con un forte ego, quelli che sanno fare la cosa giusta al momento giusto, e che ovviamente cadono sempre in piedi. Subisco il fascino dei "diversi", degli asociali, dal punto di vista facciale non mi sono mai posto il problema di sembrare sfigato e di riflesso non ho mai giudicato il libro dalla copertina (proprio perché non giudico la copertina) |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
la "faccia da sfigati" penso che abbia poco a che far con i tratti fisici del volto bensì soprattutto gli atteggiamenti corporei/facciali
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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E mi raccomando niente raduni al di sotto di Frosinone, eh. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Ritengo che bisogni andare oltre i luoghi comuni. È vero che ci sono luoghi dove è più facile osservare atti di inciviltà, ma non dimentichiamoci che il disagio psicologico non è strettamente legato a questo fattore, bensì ad oppressioni e regole disfunzionali incuranti delle naturali inclinazioni del soggetto. E trascurando i benefici indubbi di un clima più mite, possiamo osservare che laddove la società ha una rigidità al limite i casi di malessere psicologico sono maggiori, nonostante un grado di civiltà medio migliore. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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E adesso via libera al coro dei martiri del libero pensiero e della libera "battuta", dateci dentro. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Anyway, questo topic ha il solito vizio di fondo: si concentra troppo su cosa pensano gli altri di noi, e poco su cosa pensiamo noi di noi stessi (di solito si tratta di pareri assai poco lusinghieri). |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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In compenso mi verrebbe da chiederti: hai mai sentito parlare della Milano da Bere*? *Errore di battitura. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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E cosa pensi di te stesso di poco lusinghiero? |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Dovremmo cercare di capire cosa possiamo sapere e cosa no. Allora sarebbe legittimo porci la domanda: come facciamo a sapere cosa pensano gli altri di noi? Ci sono almeno due canali attraverso i quali possiamo trarre queste informazioni: A) Tramite interazione diretta; B) Tramite interpretazione di interazioni indirette; Il punto A) ha comunque un difetto di fondo: si tratta di percezioni che noi filtriamo attraverso i nostri sensi e decodifichiamo attraverso la nostra mente. La questione posta da Muttley dunque non è così banale: siamo sicuri che stiamo interpretando bene i segnali? È possibile che, in realtà, le nostre interpretazioni poggiano su un apparato cognitivo disfunzionale dove c'è un pensiero negativo di base? E che filtra, di conseguenza, la percezione del mondo secondo questa direzione? |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Io amo la mia città, ma se c'è da rimarcare qualche lato..diciamo così non phobic-friendly.. lo faccio e anche se lo fa un altro non è tutto questo dramma. solo che qui bisogna sempre rimarcare, affermarsi, sbattersi fino alla morte, fino all'intasamento dei server.. per avere ragione Cmq chiedo scusa per la mia battuta, non volevo ferire nessuno. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Su scala più larga c'è anche quello dell'italiano marpione all'estero.. Comunque a Roma ci sono nato e ci vivo.. just sayin', eh.. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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==================== Ebbene no, la mia risposta non sarà quella che ti aspetti. La tua osservazione ha del giusto in assoluto ma non tiene conto di un paio di aspetti almeno per quanto riguarda me. Il primo è che non possiamo dirci dei perfetti sconosciuti di penna. Per quanto io sia uno sfigato invisibile e quindi non mi aspetti che i miei interventi siano così seguiti, la frequenza con cui mi rispondi per obiettare qualcosa - e non è da ieri - mi fa pensare che un poco almeno avresti saputo contestualizzare il mio intervento. Io non mi sto affatto lamentando dei romani. Dico solo che non ho il carattere adatto per vivere qui ma come ho sempre detto il mio sogno sarebbe stato proprio quello di essere il classico coattone romano che sa vivere e che basta guardarlo per girare al largo (e naturalmente, anche per questo essere gettonatissimo dalle coattone femmine). Ovviamente bravo a svicolare col T-max e infradito e cose così. Non pretendo certo che tu ti ricordassi di me fino a questo punto ma almeno un paio segnali anche in questo topic li ho resi sufficientemente espliciti. Mi pare di aver detto che avrei voluto essere adatto all'ambiente in cui mi toccasse vivere e credo che anche in un altro passaggio mi sono lamentato del fatto che non ho l'accento. Ma me ne sono lamentato, mica ho detto che "gvazie a dio non ho la squallida pavlata di questi buvini" :) Per me è una grossa sofferenza, mi sento un disadattato totale solo per come (non) parlo. Beh, penso di aver detto abbastanza perché si capisca che non mi sento molto parte in causa dell'osservazione che hai fatto. Ma dato che mi hai citato ho pensato fosse meglio esplicitare ancora di più il mio punto di vista. |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Lombroso ha dei meriti, ma anche i demeriti di aver sottoposto la scienza per servire la politica. E in quel periodo i piemontesi cercavano qualsiasi giustificazione per mandare l'esercito nell'appena conquistato regno duosiciliano il quale versava in uno stato di degrado e dove la delinquenza e il malaffare affondavano le loro radici fin nelle istituzioni. Lombroso è stato smentito dalla comunità scientifica. Poi dimmi: quale sarebbe il viso dello sfigato? |
Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Re: La persistenza del concetto lombrosiano (aka la faccia da sfigato)
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Del resto si sa che il problema delle persone timide e insicure è l'ossessione per quello che di loro pensano gli altri, quindi è proprio su questo che bisogna lavorare: meno ossessione sul giudizio altrui, e più approfondimento sul giudizio nostro. Anche perché il giudizio che affibbiamo agli altri è sovente la proiezione delle nostre opinioni su noi medesimi. |
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