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uahlim 12-04-2008 02:34

Troppo introspettivi
 
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

Zed 12-04-2008 12:35

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

Anch'io sono daccordo con te.
Stavo anch'io per aprire un post simile, ma mi hai anticipato. ;)
L'idea mi era venuta in mente perchè è la seconda volta che una persona a me cara mi dice "tu pensi troppo".
Credo che se in alcuni casi può essere un vantaggio, nella vita puramente sociale è quasi un handicap dato che dovrebbe essere il cuore a guidarti

HurryUp 12-04-2008 13:49

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

Lo stile di vita che proponi come modello mi sembra piuttosto individualista, non proponi nessun collante sociale, anzi l'opposto: vivere ognuno la propria vita, non preoccupandosi dei giudizi degli altri, bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare... ammazza che collante sociale forte, mi dispiace ma non sono d'accordo con te

xanaxworship 12-04-2008 14:05

sono d'accordo.io sto "imparando" a vivere da solo.piano piano.non posso avere compagnia?si fotta!voglio uscire, lo faccio da solo.purtroppo le complicazioni sono dovute dalla malattia.ormai sto diventando un lupo solitario .anche se in cuor mio spero sempre di trovare qualcuno con cui condividere la vita.ma chissenefrega.il problema e che pensiamo troppo, bisogna pensare il meno possibile, e pensae a farle le cose.il pensiero e malato, e quindi e un nostro nemico. :wink:

gio1 12-04-2008 14:35

Essere introspettivi non è affatto negativo, aiuta a conoscersi, a riflettere di e su se stessi, a prender coscienza dei propri limiti, non significa "piangersi addosso", da quello che scrivi sembra che consideri equivalenti le due cose. E' cosi? :)
ciao

cancellato2488 12-04-2008 14:50

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

bah è vero...alla fine chi non agisce mai è perchè è fin troppo introspettivo.
Se mi lascio andare sono capace di fare/dire qualsiasi ora e intrattenere per una serata.
Ma io sai cosa ti dico?
Io la mia introspezione non la darei via per nulla al mondo.
In fondo dietro ai miei silenzi si nascondono pensieri ed emozioni e ridurre la vita a solo bere,mangiare,sesso (con in effetti semplificando realmente è : un passaggio in cui se ammazzi o ami alla fine terminerà comunque) non mi attira molto.
Piuttosto di vivere una vita "superficiale" (bere,mangiare ecc...ecc...senza pensare con chi lo sto facendo,perchè,cosa farò tra 2 minuti e cosa ho fatto prima), preferirei non viverla.
La soluzione migliore è sempre "mitigare"

HurryUp 12-04-2008 15:00

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Originariamente inviata da xanaxworship
bisogna pensare il meno possibile, e pensae a farle le cose.il pensiero e malato, e quindi e un nostro nemico. :wink:

Sono questi i memi che diffondi

hermit_nightman 12-04-2008 15:02

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.


Dovresti provare a non riuscire neanche ad entrare in un bar senza venire assalito da vertigini e sentire una perdita totale di controllo delle emozioni,senza neppure avere fatto un pensiero.... :evil:
peace

muttley 12-04-2008 18:07

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
pisciare

Se qualcuno mi osserva, non riesco proprio a farlo.

Pride2 12-04-2008 18:15

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da muttley
Quote:

Originariamente inviata da uahlim
pisciare

Se qualcuno mi osserva, non riesco proprio a farlo.

Mi piacerebbe vederti mingere.

Sentenza 12-04-2008 23:29

Concordo sul fatto che molta gente pensa troppo e agisce poco, ma l'introspezione di per sè non la vedo assolutamnete come un fatto negativo, occorre però il giusto mix tra il sapere stare da soli e il sapere stare con gli altri. l'uomo è un animale sociale e ha bisogno delle altre persone per provare sentimenti, per relazionarsi, per migliorare, insomma per vivere.
è giusto pensare di voler fare determinate cose da soli (per esempio pisciare o defecare.. :lol: ) ma è normale che troppa solitudine non aiuta certo a sentirsi meglio con sè stessi, anzi..

paccello 13-04-2008 09:35

Mi pare chiaro che pensare di più può significare che si è più attenti e sensibili, quindi portare a farsi più problemi ed a vivere, apparentemente, più male di chi il cervello lo tiene mezzo acceso mezzo spento. Beato chi riesce a trovare un equilibrio, a vivere bene (e fare del sesso, parliamoci chiaro) senza essere un rimbambito.

serotodopamino 13-04-2008 11:50

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da HurryUp
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

Lo stile di vita che proponi come modello mi sembra piuttosto individualista, non proponi nessun collante sociale, anzi l'opposto: vivere ognuno la propria vita, non preoccupandosi dei giudizi degli altri, bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare... ammazza che collante sociale forte, mi dispiace ma non sono d'accordo con te

HurryUpuccio mi sa che hai preso troppo alla lettera il discorso di uahlim, soprattutto sull'argomento "pisciare, defecare ecc...cioè tu pensi che lui sia troppo individualista ma secondo me voleva semplicemente dire che si dovrebbe prendere la vita più con semplicità, almeno in teoria, avere autostima e seguire la strada istintiva del coltivare le proprie passioni, in fondo la vita è fatta di emozioni, passioni, condivisioni...indirettamente lui, si e ci propone proprio di non preoccuparci dei giudizi degli altri su di noi, cioè di abbandonare il nostro egocentrismo e di renderci attivi nella società godendone ogni frutto, più facile a dirsi che a farsi, ma già l'atteggiamento giusto è l'inizio per una trasformazione comportamentale

calimeno 13-04-2008 11:57

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.

Facile a dirsi, difficile a farsi, è nella natura umana l'interazione sociale, purtroppo.
Il giudizio sociale non è una nostra fissa, esiste, ed è ben palpabile.

Quote:

Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.
Qui si va verso il nodo filosofico della scelta...
la base genetica ci pone dei limiti, la società ci pone dei limiti, di ciò che resta noi possiamo scegliere cosa fare, e sono le nostre scelte a costituire la nostra persona, quello che noi siamo.
E solo prendendosi la responsabilità delle nostre scelte si può accettare quello che siamo ed evitare di piangerci addosso.
Non è assolutamente una cosa facile, lo so, ma se ci pensate, noi abbiamo fatto un sacco di scelte, il nostro destino cmq lo abbiamo delineato anche noi.
Le scelte sono influenzate dai 2 fattori sopraccitati, ma anche dalle nostre esperienze passate, che ci possono far fare scelte corrette o sbagliate.
Io ho fatto una serie di scelte sbagliate, ne pago le conseguenze, ma sono stato io a scegliere, quindi me ne assumo la responsabilità.

bardamu 13-04-2008 12:28

Quello che Uahlim cercava di dire istintivamente secondo me non è che l'introspezione sia sbagliata in sé, anzi, il pensiero è inevitabile e se si è portati a ragionare sulle cose non può essere che un vantaggio. Probabilmente intendeva dire che bisognerebbe focalizzare il pensiero più sul mondo esterno che sui noi stessi, cercare di non vedere la realtà solo in funzione nostra. La fobia sociale è una sorta di psicosi del sé (non so se siano i termini giusti ma rendono l'idea), che ci fa guardare il mondo ponendo fra di noi ed esso lo schermo dell'immagine che abbiamo di noi stessi e che non vorremmo scalfire.
A volte penso all'immagine di me che cammino per strada tenendo davanti agli occhi una mia foto su carta semitrasparente. Mi fermo a parlare con la gente, vorrei chiedergli di loro, ma per quanto mi sforzi tutto quello che esce dalla mia bocca è: "Cosa vedi nella foto?" Uahlim, da quel che ho capito, dice di gettare via la foto e di chiedere agli altri "Cosa ne pensi del mondo?".
Ovviamente questa non è la soluzione ma solo il punto di arrivo. La soluzione sottintende anche il processo tramite il quale arrivare ad essa. E' come dire "per cessare la guerra bisogna entrare in uno stato di pace", ma il processo di transizione viene taciuto.

muttley 13-04-2008 13:24

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da Pride2
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Originariamente inviata da muttley
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Originariamente inviata da uahlim
pisciare

Se qualcuno mi osserva, non riesco proprio a farlo.

Mi piacerebbe vederti mingere.

Ma non volevi vedere il RU intento a compiere tale atto?

HurryUp 13-04-2008 13:26

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da serotodopamino
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Originariamente inviata da HurryUp
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Originariamente inviata da uahlim
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato.
Ciao a tutti.

Lo stile di vita che proponi come modello mi sembra piuttosto individualista, non proponi nessun collante sociale, anzi l'opposto: vivere ognuno la propria vita, non preoccupandosi dei giudizi degli altri, bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare... ammazza che collante sociale forte, mi dispiace ma non sono d'accordo con te

HurryUpuccio mi sa che hai preso troppo alla lettera il discorso di uahlim, soprattutto sull'argomento "pisciare, defecare ecc...cioè tu pensi che lui sia troppo individualista ma secondo me voleva semplicemente dire che si dovrebbe prendere la vita più con semplicità, almeno in teoria, avere autostima e seguire la strada istintiva del coltivare le proprie passioni, in fondo la vita è fatta di emozioni, passioni, condivisioni...indirettamente lui, si e ci propone proprio di non preoccuparci dei giudizi degli altri su di noi, cioè di abbandonare il nostro egocentrismo e di renderci attivi nella società godendone ogni frutto, più facile a dirsi che a farsi, ma già l'atteggiamento giusto è l'inizio per una trasformazione comportamentale

No, non l'ho preso troppo alla lettera.
Credo solo che l'introspezione sia una facoltà analitica su cui bisogna investire.
La soluzione comunicata da Uahlim è buttare alle ortiche l'introspezione.
La mia soluzione è invece farla in modo critico, in modo che sia socialmente utile e non dannosa per se' stessi.
Chiunque sia dotato di intelligenza sa bene quanto sia bassa la coscienza etica dell'umanità, e quanto sia urgente, quindi, investire sull'uso del cervello.
Se Uahlim avesse concluso il suo messaggio puntualizzando che, comunque, il suo messaggio non doveva implicare di non coltivare l'intelligenza, a favore di uno stato mentale perennemente disimpegnato, non avrei avuto niente da obiettare.
Ma proprio il fatto che lui abbia omesso questa puntualizzazione a me comunica che lui non la ritenesse importante.
Potete fare tutte le congetture che volete dicendo "ma secondo me lui intendeva dire questo", ma sta di fatto che quell'omissione c'è stata.

bardamu 13-04-2008 14:16

Re: Troppo introspettivi
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
Se Uahlim avesse concluso il suo messaggio puntualizzando che, comunque, il suo messaggio non doveva implicare di non coltivare l'intelligenza, a favore di uno stato mentale perennemente disimpegnato, non avrei avuto niente da obiettare.
Ma proprio il fatto che lui abbia omesso questa puntualizzazione a me comunica che lui non la ritenesse importante.
Potete fare tutte le congetture che volete dicendo "ma secondo me lui intendeva dire questo", ma sta di fatto che quell'omissione c'è stata.

Ho dato questa possibile interpretazione basandomi sul fatto che lui ha insistito sul non lasciarsi "condizionare" dalla gente. Il lasciarsi condizionare implica un legame diretto fra le opinioni della gente su di noi e le nostre azioni, un potere che noi diamo agli altri, una nostra sottomissione. Uahlim ha individuato la causa della sottomissione in questo modo di pensare deleterio e ha proposto di eliminarlo scartando tutto il pensiero. E' il classico caso di "gettare via il bambino assieme all'acqua sporca", sono d'accordo. Dico solo che secondo me l'ha detto senza pensarlo veramente in questi termini drastici, ma a questo punto vorrei che chiarisse meglio la sua idea....

serotodopamino 13-04-2008 14:20

Quote:

Originariamente inviata da bardamu
Probabilmente intendeva dire che bisognerebbe focalizzare il pensiero più sul mondo esterno che sui noi stessi, cercare di non vedere la realtà solo in funzione nostra. La fobia sociale è una sorta di psicosi del sé (non so se siano i termini giusti ma rendono l'idea), che ci fa guardare il mondo ponendo fra di noi ed esso lo schermo dell'immagine che abbiamo di noi stessi e che non vorremmo scalfire.

esatto, hai afferrato il concetto, ed è anche la stessa cosa che volevo dire io, tu l'hai espressa in maniera più chiara
Quote:

A volte penso all'immagine di me che cammino per strada tenendo davanti agli occhi una mia foto su carta semitrasparente. Mi fermo a parlare con la gente, vorrei chiedergli di loro, ma per quanto mi sforzi tutto quello che esce dalla mia bocca è: "Cosa vedi nella foto?" Uahlim, da quel che ho capito, dice di gettare via la foto e di chiedere agli altri "Cosa ne pensi del mondo?".
Ovviamente questa non è la soluzione ma solo il punto di arrivo. La soluzione sottintende anche il processo tramite il quale arrivare ad essa. E' come dire "per cessare la guerra bisogna entrare in uno stato di pace", ma il processo di transizione viene taciuto.
l' egocentrismo è il male dei sociofobici

gio1 13-04-2008 14:35

Quote:

Originariamente inviata da serotodopamino
l' egocentrismo è il male dei sociofobici

Pure egocentrici? Mai fare di tutta l' erba un fascio, la maggior parte dei sociofobici non sono affatto egocentrici, anzi.... Il concetto di egocentrismo è intimamente legato al concetto di comprensione, e quando mai un SF si sente compreso? Concetti, opinioni, idee..per un egocentrico sono sempre comprensibili agli interlocutori a cui è rivolto, e questo non mi sembra proprio il caso, almeno per moltio degli utenti di questo forum.

bardamu2 13-04-2008 14:56

Quote:

Originariamente inviata da gio1
Quote:

Originariamente inviata da serotodopamino
l' egocentrismo è il male dei sociofobici

Pure egocentrici? Mai fare di tutta l' erba un fascio, la maggior parte dei sociofobici non sono affatto egocentrici, anzi.... Il concetto di egocentrismo è intimamente legato al concetto di comprensione, e quando mai un SF si sente compreso? Concetti, opinioni, idee..per un egocentrico sono sempre comprensibili agli interlocutori a cui è rivolto, e questo non mi sembra proprio il caso, almeno per moltio degli utenti di questo forum.

Non credo affatto che tutti i fobici siano egocentrici nel profondo. Credo però che molti di essi si trovino nella condizione di non riuscire a pensare veramente agli altri, chiusi come sono nella loro gabbia di sofferenza. La minaccia perenne alla quale un fobico si sente soggetto fa si che il suo pensiero sia costantemente focalizzato sulla propria persona. Anche se a volte l'istinto ci fa avvicinare agli altri, spesso la paura ci ricaccia subito a noi stessi. Detto questo, c'è molta differenza fra essere accettati (compresi) ed essere amati. Io posso comprendere tutto, in funzione mia, ma posso anche allo stesso tempo non interessarmene o farlo solo per me. Amare qualcuno è identificare la propria felicità con quella dell'altra persona.

HurryUp 13-04-2008 15:23

Re: Troppo introspettivi
 
Quote:

Originariamente inviata da bardamu
Ho dato questa possibile interpretazione basandomi sul fatto che lui ha insistito sul non lasciarsi "condizionare" dalla gente. Il lasciarsi condizionare implica un legame diretto fra le opinioni della gente su di noi e le nostre azioni, un potere che noi diamo agli altri, una nostra sottomissione. Uahlim ha individuato la causa della sottomissione in questo modo di pensare deleterio e ha proposto di eliminarlo scartando tutto il pensiero. E' il classico caso di "gettare via il bambino assieme all'acqua sporca", sono d'accordo. Dico solo che secondo me l'ha detto senza pensarlo veramente in questi termini drastici, ma a questo punto vorrei che chiarisse meglio la sua idea....

Questa è un'accezione negativa che viene data al sistema rappresentazionale del sociofobico. Io nell'istinto di dare importanza al giudizio degli altri ci vedo una sensibilità sociale maggiore, non in senso moralistico, ma nel senso che il sociofbico percepisce in modo più diretto la nostra interdipendenza come animali sociali.
Però, non essendo intellettualmente preparato a dare un'interpretazione giusta a questa sua sensibilità, il soggetto tende a viverla male, trasformandola in un difetto.
Questo errore viene facilitato anche da chi, come serotonino, diffonde l'idea che questa sensazioni abbia radici egocentriche (in senso morale).

Anch'io comunque non penso necessariamente che il senso del messaggio di uahlim fosse così drastico, ma l'interpretazione del messaggio interno passa necessariamente attraverso il filtro dell'interpretazione degli altri, e di solito idee enunciate in quella forma vengono interpretate in quel modo che io criticavo (cioè come un pretesto per non usare l'intelligenza), e inoltre quella forma è molto persuasiva, perchè fa presa sul bisogno umano di sfogarsi e di non pensare ai problemi.

Solo che sfogarsi e non pensare ai problemi implica, sul piano sociologico, creare terreno fertile per i problemi e sterile per le soluzioni: che ti piaccia o no non si può sfuggire da questa implicazione :)

bardamu3 13-04-2008 16:29

Re: Troppo introspettivi
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
Questa è un'accezione negativa che viene data al sistema rappresentazionale del sociofobico. Io nell'istinto di dare importanza al giudizio degli altri ci vedo una sensibilità sociale maggiore, non in senso moralistico, ma nel senso che il sociofbico percepisce in modo più diretto la nostra interdipendenza come animali sociali.
Però, non essendo intellettualmente preparato a dare un'interpretazione giusta a questa sua sensibilità, il soggetto tende a viverla male, trasformandola in un difetto.
Questo errore viene facilitato anche da chi, come serotonino, diffonde l'idea che questa sensazioni abbia radici egocentriche (in senso morale).

Si, l'altra faccia della medaglia è la "sensibilità sociale" del sociofobico. Tale punto di vista però è sviluppato in modo abnorme e asimmetrico nella propria mente e autogiustifica sé stesso. Sarei così sensibile alla socialità senza la mia paura dell'altro? E soprattutto, lo sarei stato dall'inizio? Magari potrei riuscire a gestire il giudizio altrui in modo da non soffrirne, ma a quel punto mi interesserebbero ancora gli altri? Sei sicuro che sia possibile sempre asportare la paura del giudizio e far rimanere la sensibilità? Credo che la fobia sociale sia interconnessa pesantemente al carattere di una persona ma non si identifichi totalmente con esso. Ci sono sociofobici che sono meno interessati degli altri alla gente, indipendentemente dalla paura che ne hanno. Oserei dire che ci sono sociofobici molto socievoli e sociofobici misantropi, indipendentemente dall'intensità del disagio.

HurryUp2 13-04-2008 17:51

Re: Troppo introspettivi
 
Quote:

Originariamente inviata da bardamu3
Si, l'altra faccia della medaglia è la "sensibilità sociale" del sociofobico. Tale punto di vista però è sviluppato in modo abnorme e asimmetrico nella propria mente e autogiustifica sé stesso.

L'autogiustificazione avrà sempre un fondamento logico e etico, finchè il sistema rappresentazionale del sociofobico non diventerà socialmente accettabile, cioè finchè non ci sarà un nuovo patto sociale per cui le persone si impegnano a decodificare il linguaggio del socialfobico.

Quote:

Originariamente inviata da bardamu3
Sarei così sensibile alla socialità senza la mia paura dell'altro? E soprattutto, lo sarei stato dall'inizio? Magari potrei riuscire a gestire il giudizio altrui in modo da non soffrirne, ma a quel punto mi interesserebbero ancora gli altri? Sei sicuro che sia possibile sempre asportare la paura del giudizio e far rimanere la sensibilità? Credo che la fobia sociale sia interconnessa pesantemente al carattere di una persona ma non si identifichi totalmente con esso. Ci sono sociofobici che sono meno interessati degli altri alla gente, indipendentemente dalla paura che ne hanno. Oserei dire che ci sono sociofobici molto socievoli e sociofobici misantropi, indipendentemente dall'intensità del disagio.

La misantropia non è necessariamente segno di asocialità, può essere uno stile particolare per comunicare agli esseri umani la necessità di maturare, quindi la misantropia può essere asociale solo a un livello superficiale di interpretazione.
Poi io intendevo dire che la preoccupazione del giudizio altrui è un segnale di sensibilità sociale, non ho detto che poi questo segnale venga decodificato come segnale di coscienza sociale, il soggetto puà avvertire quel segnale (la paura) senza capire che è manifestazione di coscienza sociale, e quindi può coltivare un'etica asociale.
Anch'io sono consapevole della necessità di superare il sintomo della paura, ma non diventando individualista.
Cioè, non voglio immettere nella mia testa quella vocina che dice "ma che ti frega degli altri!", gli altri hanno un posto importante nella mia rappresentazione simbolica della realtà, non voglio metterli sullo sfondo, non è un sistema rappresentazionale costruttivo.

vetro 13-04-2008 19:09

Quote:

Ma tu parli anche così...?
lui non parla come mangia.

HurryUp 13-04-2008 20:33

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da Dany_e_Simba
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Originariamente inviata da HurryUp2
...finchè il sistema rappresentazionale del sociofobico non diventerà socialmente accettabile, cioè finchè non ci sarà un nuovo patto sociale per cui le persone si impegnano a decodificare il linguaggio del socialfobico.

Ma tu parli anche così...?

Beh sì, in questo caso me ne frego del giudizio degli altri, in un certo senso improprio!
Ma tu sei interessato a sensibilizzare la gente sulla fobia sociale? Sensibilizzare non in senso moralistico o romantico, ma nel senso di far sì che gli altri abbiano accesso alle informazioni su cosa sia la fobia sociale e capirlo?
Se sei interessato a questo quale credi che sia il mezzo? Farlo per strada, o nelle feste, o nelle uscite al pub, dove la gente impegna al massimo l'1% del cervello?
E' ovvio che l'unico mezzo che può essere usato è internet, in particolare i forum, e l'unico modo per farlo in modo efficace è usando un metalinguaggio tecnico che sia il meno ambiguo possibile, facendo sì che chiunque frequenti quel forum, volente o nolente, si ritrovi a sapere cos'è la fobia sociale, a dargli l'interpretazione giusta, non fondata su pregiudizi o notizie incomplete.
Altrimenti quale alternativa proporresti? Sono curioso...

SafeAsMilk 13-04-2008 21:57

Ciao!!
Per certi aspetti credo tu abbia ragione HurryUp, sempre che abbia ben compreso ciò che intendi dire. Sarebbe bello poter rendere "socialmente accettabile" la visione del mondo del sociofobico... il fatto è che la stessa etichetta diagnostica che molti di noi si sono visti assegnare (come in passato quella più generica di pazzo...) è frutto di una concezione della realtà in cui ci sono i "sani" da una parte che definiscono i criteri della normalità della quale ovviamente noi finiamo col non esserne un campione rappresentativo... così per chi è "deviante" rispetto al normale (ed i test ad esempio altro non sono che strumenti costruiti da chi ha una certa IDEA di ciò che sia normale per misurare di quanto le persone si distanziano dalla media o se preferite, dalla mediocrità...) sono subito pronti dei metodi per riportarli negli argini della media.. Questo è un discorso piuttosto generico me ne rendo conto, ma penso dia l'idea del significato storico e sociale di manicomi, carceri e psicoterapie!
Poi nel particolare le cose penso siano molto più complesse... Quello che conta è ciò che ognuno di noi desidera, la fetta di vita a cui ognuno di noi, in modi molti diversi magari, aspira..

...mmmh... mi sa ke ho perso un poco il filo!!!
cmq, rispetto a quello che era il tema iniziale della discussione forse Uahlim intendeva dire non tanto che la vita è semplice, ma almeno per quanto ho letto nelle altre righe, che sarebbe meraviglioso viverla con semplicità, nell'immediato, insomma sponteamente... non credo poi che questo significhi rinunciare all'introspezione, solo ci sono momenti per riflettere e momenti per agire..
:D

HurryUp2 13-04-2008 22:09

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Originariamente inviata da SafeAsMilk
Ciao!!
Per certi aspetti credo tu abbia ragione HurryUp, sempre che abbia ben compreso ciò che intendi dire. Sarebbe bello poter rendere "socialmente accettabile" la visione del mondo del sociofobico... il fatto è che la stessa etichetta diagnostica che molti di noi si sono visti assegnare (come in passato quella più generica di pazzo...) è frutto di una concezione della realtà in cui ci sono i "sani" da una parte che definiscono i criteri della normalità della quale ovviamente noi finiamo col non esserne un campione rappresentativo... così per chi è "deviante" rispetto al normale (ed i test ad esempio altro non sono che strumenti costruiti da chi ha una certa IDEA di ciò che sia normale per misurare di quanto le persone si distanziano dalla media o se preferite, dalla mediocrità...) sono subito pronti dei metodi per riportarli negli argini della media.. Questo è un discorso piuttosto generico me ne rendo conto, ma penso dia l'idea del significato storico e sociale di manicomi, carceri e psicoterapie!
Poi nel particolare le cose penso siano molto più complesse... Quello che conta è ciò che ognuno di noi desidera, la fetta di vita a cui ognuno di noi, in modi molti diversi magari, aspira..

...mmmh... mi sa ke ho perso un poco il filo!!!
cmq, rispetto a quello che era il tema iniziale della discussione forse Uahlim intendeva dire non tanto che la vita è semplice, ma almeno per quanto ho letto nelle altre righe, che sarebbe meraviglioso viverla con semplicità, nell'immediato, insomma sponteamente... non credo poi che questo significhi rinunciare all'introspezione, solo ci sono momenti per riflettere e momenti per agire..
:D

Io sono a favore di una categorizzazione del disturbo ansiogeno, i test possono misurare in modo fuzzy (conosci la logica fuzzy) la funzione di appartenenza a questo disturbo ansiogeno.
I test psicologici sono intellettualmente onesti se e solo se vengono chiariti esplicitamente i criteri della funzione tra domande e risultati.
Categorizzare in modo fuzzy è indispensabile per renderlo facilmente comunicabile alla gente.
Fosse per me cambierei la definizione "fobia sociale", perchè l'impulso ansioso nasce da livelli inconsci della mente, e presentarli come "fobia sociale" favorisce troppo la probabilità che i profani l'interpretino come una paura a livello razionale, cioè come paranoia.

Serotonino78 14-04-2008 14:47

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Originariamente inviata da HurryUp
Questa è un'accezione negativa che viene data al sistema rappresentazionale del sociofobico. Io nell'istinto di dare importanza al giudizio degli altri ci vedo una sensibilità sociale maggiore, non in senso moralistico, ma nel senso che il sociofbico percepisce in modo più diretto la nostra interdipendenza come animali sociali.

secondo me invece l'importanza del giudizio degli altri deriva da una nostra carenza di autostima per cui abbiamo bisogno di conferme, di rassicurazioni dagli altri sul nostro valore, ecco perchè io penso che il rafforzamento della propria autostima sia alla base del miglioramento dello stile di vita del sociofobico
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Originariamente inviata da HurryUp
Questo errore viene facilitato anche da chi, come serotonino, diffonde l'idea che questa sensazioni abbia radici egocentriche (in senso morale).

non dico che la fobia abbia radici egocentriche ma l'opposto, cioè che la fobia sociale induca a focalizzare l'attenzione sulla propria performance quando si è con gli altri, invece di focalizzarla sul contesto esterno, quindi l'egocentrismo in questo senso è una conseguenza della fobia che a sua volta deriva dalla paura di essere rifiutati e criticati, cioè esclusi dal branco, questo è il male dei sociofobici ovviamente secondo il mio parere che ha radici molto antiche sviluppate nell'infanzia.

Serotonino78 14-04-2008 15:08

Re: Troppo introspettivi
 
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Originariamente inviata da bardamu3
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Originariamente inviata da HurryUp
Questa è un'accezione negativa che viene data al sistema rappresentazionale del sociofobico. Io nell'istinto di dare importanza al giudizio degli altri ci vedo una sensibilità sociale maggiore, non in senso moralistico, ma nel senso che il sociofbico percepisce in modo più diretto la nostra interdipendenza come animali sociali.
Però, non essendo intellettualmente preparato a dare un'interpretazione giusta a questa sua sensibilità, il soggetto tende a viverla male, trasformandola in un difetto.
Questo errore viene facilitato anche da chi, come serotonino, diffonde l'idea che questa sensazioni abbia radici egocentriche (in senso morale).

Si, l'altra faccia della medaglia è la "sensibilità sociale" del sociofobico. Tale punto di vista però è sviluppato in modo abnorme e asimmetrico nella propria mente e autogiustifica sé stesso. Sarei così sensibile alla socialità senza la mia paura dell'altro? E soprattutto, lo sarei stato dall'inizio? Magari potrei riuscire a gestire il giudizio altrui in modo da non soffrirne, ma a quel punto mi interesserebbero ancora gli altri? Sei sicuro che sia possibile sempre asportare la paura del giudizio e far rimanere la sensibilità? Credo che la fobia sociale sia interconnessa pesantemente al carattere di una persona ma non si identifichi totalmente con esso. Ci sono sociofobici che sono meno interessati degli altri alla gente, indipendentemente dalla paura che ne hanno. Oserei dire che ci sono sociofobici molto socievoli e sociofobici misantropi, indipendentemente dall'intensità del disagio.

credo che la fobia sociale dipenda dalle ovvie esperienze vissute durante l'infanzia, dagli esempi comportamentali automaticamente appresi dai genitori oltre che dai loro pensieri, e da relativi traumi subiti, e il suo sviluppo può trovare terreno fertile o meno a seconda del modo di reagire della persona e quindi del suo carattere, della sua sensibilità e intelligenza, in questo senso credo che essa sia correlata al carattere dell'individuo, sono daccordo che ci possono essere sociofobici più o meno espansivi, più o meno buoni, ecc... ognuno il suo carattere, la fobia sociale è una patologia che nasconde la nostra personalità per paura del giudizio e per combatterla dobbiamo proprio sforzarci a tirarla fuori con i nostri pregi e difetti, farci conoscere per come siamo, sforzarci di essere noi stessi, esporci il più possibile per confrontarci e capire chi siamo realmente, prechè spesso il sociofobico raggiunge stati cosi avanzati da cancellare la propria identità e di apparire come una persona sottomessa andando incontro a un crollo definitivo della autostima con conseguente ritiro sociale

Serotonino78 14-04-2008 15:20

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Io sono a favore di una categorizzazione del disturbo ansiogeno, i test possono misurare in modo fuzzy (conosci la logica fuzzy) la funzione di appartenenza a questo disturbo ansiogeno.
caro hurryUp vuoi spiegarmi una buona volta cosa significa logica fuzzy? trovo questa definizione molto eccitante muahhahhahah :D :D :D
però non so cosa significa...in media ogni 2 tuoi messaggi includono almeno una volta la parola fuzzy e a questo punto sarei curioso di avere una spiegazione da parte tua :D :D

Redman 14-04-2008 18:03

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Originariamente inviata da Serotonino78
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caro hurryUp vuoi spiegarmi una buona volta cosa significa logica fuzzy? ...in media ogni 2 tuoi messaggi includono almeno una volta la parola fuzzy e a questo punto sarei curioso di avere una spiegazione da parte tua :D :D

Dovrebbe essere quel gioco che fanno i bambini dove inventano le parole e si convincono del fatto che siano vere. tipo "Prendi il PULUSTRO" "Ma che bello questo PULUSTRO" "Giochiamo tutti con il PULUSTRO!!"8)

PS:E guai a dire al bambino che non sono parole vere! 8)

HurryUp2 14-04-2008 19:48

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Originariamente inviata da Serotonino78
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Io sono a favore di una categorizzazione del disturbo ansiogeno, i test possono misurare in modo fuzzy (conosci la logica fuzzy) la funzione di appartenenza a questo disturbo ansiogeno.
caro hurryUp vuoi spiegarmi una buona volta cosa significa logica fuzzy? trovo questa definizione molto eccitante muahhahhahah :D :D :D
però non so cosa significa...in media ogni 2 tuoi messaggi includono almeno una volta la parola fuzzy e a questo punto sarei curioso di avere una spiegazione da parte tua :D :D

Gli insiemi fuzzy sono funzioni da un insieme di definizione all'intervallo [0,1].
L'interpretazione standard di questa funzione è "in che misura x appartiene al dominio della funzione?"
Per esempio, la funzione "essere socialfobico" dall'insieme degli uomini all'intervallo [0,1] è un insieme fuzzy: la funzione "essere socialfobico" definisce in che misura un essere umano fa parte dell'insieme dei sociofobici.
In questo senso dicevo che i test misurano in modo fuzzy la funzione di appartenenza di un essere umano all'insieme dei socialfobici, sono domande che forniscono dati che, statisticamente, definiscono l'appartenenza all'insieme fuzzy dei sociofobici.

LeopardiTheBest 14-04-2008 19:57

http://sixty-six.org/images/zeke_vomit.jpg
Modificato da Redman che soffre di emetofobia 8)
Perdonami ma se riesci puoi inserire una foto meno esplicita?grazie.

HurryUp2 14-04-2008 20:53

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Originariamente inviata da Redman
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Originariamente inviata da Serotonino78
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caro hurryUp vuoi spiegarmi una buona volta cosa significa logica fuzzy? ...in media ogni 2 tuoi messaggi includono almeno una volta la parola fuzzy e a questo punto sarei curioso di avere una spiegazione da parte tua :D :D

Dovrebbe essere quel gioco che fanno i bambini dove inventano le parole e si convincono del fatto che siano vere. tipo "Prendi il PULUSTRO" "Ma che bello questo PULUSTRO" "Giochiamo tutti con il PULUSTRO!!"8)

PS:E guai a dire al bambino che non sono parole vere! 8)

Dovrebbe essere quel gioco che fanno i lettori sbadati quando interpretano male un messaggio e si convincono che la loro interpretazione sia vera. Tipo "risposta di Redman del giorno Tue Apr 15, 2008 2:03 am"

PS: guai a dire al lettore sbadato che la sua interpretazione non è vera 8)

bardamu 14-04-2008 21:04

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Originariamente inviata da -Lilly-
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Originariamente inviata da HurryUp2
Gli insiemi fuzzy sono funzioni da un insieme di definizione all'intervallo [0,1].
L'interpretazione standard di questa funzione è "in che misura x appartiene al dominio della funzione?"
Per esempio, la funzione "essere socialfobico" dall'insieme degli uomini all'intervallo [0,1] è un insieme fuzzy: la funzione "essere socialfobico" definisce in che misura un essere umano fa parte dell'insieme dei sociofobici.
In questo senso dicevo che i test misurano in modo fuzzy la funzione di appartenenza di un essere umano all'insieme dei socialfobici, sono domande che forniscono dati che, statisticamente, definiscono l'appartenenza all'insieme fuzzy dei sociofobici.

Non ho capito.. ciao..

Nella logica "tradizionale", quella che ti insegnano anche alle elementari con le mele e le banane, un elemento può appartenere ad un insieme oppure può non appartenervi, ci sono solo due valori, 1 o 0, vero o falso.
Posso dire "Lilly appartiene all'insieme dei sociofobici" oppure "Lilly non appartiene all'insieme dei sociofobici".
Nella logica fuzzy invece un elemento può appartenere ad un insieme secondo un valore graduale (che di solito va da 0 a 1, 0.1...0.3 ecc). Posso dire "Lilly appartiene all'insieme dei sociofobici con valore 0.4", "Bardamu appartiene all'insieme dei sociofobici con valore 0.3" ecc.

http://www.fuzzysfreakshow.com/FUZZY_BANNER_1.JPG

SafeAsMilk 15-04-2008 21:28

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Originariamente inviata da HurryUp2
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Originariamente inviata da SafeAsMilk
Ciao!!
Per certi aspetti credo tu abbia ragione HurryUp, sempre che abbia ben compreso ciò che intendi dire. Sarebbe bello poter rendere "socialmente accettabile" la visione del mondo del sociofobico... il fatto è che la stessa etichetta diagnostica che molti di noi si sono visti assegnare (come in passato quella più generica di pazzo...) è frutto di una concezione della realtà in cui ci sono i "sani" da una parte che definiscono i criteri della normalità della quale ovviamente noi finiamo col non esserne un campione rappresentativo... così per chi è "deviante" rispetto al normale (ed i test ad esempio altro non sono che strumenti costruiti da chi ha una certa IDEA di ciò che sia normale per misurare di quanto le persone si distanziano dalla media o se preferite, dalla mediocrità...) sono subito pronti dei metodi per riportarli negli argini della media.. Questo è un discorso piuttosto generico me ne rendo conto, ma penso dia l'idea del significato storico e sociale di manicomi, carceri e psicoterapie!
Poi nel particolare le cose penso siano molto più complesse... Quello che conta è ciò che ognuno di noi desidera, la fetta di vita a cui ognuno di noi, in modi molti diversi magari, aspira..

...mmmh... mi sa ke ho perso un poco il filo!!!
cmq, rispetto a quello che era il tema iniziale della discussione forse Uahlim intendeva dire non tanto che la vita è semplice, ma almeno per quanto ho letto nelle altre righe, che sarebbe meraviglioso viverla con semplicità, nell'immediato, insomma sponteamente... non credo poi che questo significhi rinunciare all'introspezione, solo ci sono momenti per riflettere e momenti per agire..
:D

Io sono a favore di una categorizzazione del disturbo ansiogeno, i test possono misurare in modo fuzzy (conosci la logica fuzzy) la funzione di appartenenza a questo disturbo ansiogeno.
I test psicologici sono intellettualmente onesti se e solo se vengono chiariti esplicitamente i criteri della funzione tra domande e risultati.
Categorizzare in modo fuzzy è indispensabile per renderlo facilmente comunicabile alla gente.
Fosse per me cambierei la definizione "fobia sociale", perchè l'impulso ansioso nasce da livelli inconsci della mente, e presentarli come "fobia sociale" favorisce troppo la probabilità che i profani l'interpretino come una paura a livello razionale, cioè come paranoia.


E' che non capisco perchè potrebbe essere utile, voglio dire, se sono un terapeuta la categoria diagnostica ha un valore strumentale ma non mi dice nulla su chi mi stà di fronte, mi informa solo del problema... Anzi credo ci sia il rischio che, guardando la persona attraverso la lente del suo "disturbo" non si veda tutto il resto, che è sempre molto, molto di più
Temo che le etichette o le definizioni schematiche, se utili in ambito clinico perchè sintetiche, nella vita di ogni giorno, con noi profani, rischino di favorire gli stereotipi... come accade con la schizofrenia ad esempio.. :wink:


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