![]() |
Troppo introspettivi
La mia impressione, leggendo i vostri messaggi e pensando al mio vissuto, è che noi siamo troppo introspettivi, che giudichiamo la nostra vita anzichè viverla, spesso abbattendoci a priori pensando a quello che vorremmo fare in compagnia, senza invece farlo da soli. Credo invece che occorrerebbe partire da qui: cominciare a vivere senza farsi condizionare dagli altri, né dalla loro assenza, né dalla loro presenza, eppoi quel che verrà verrà.
Cavoli, io leggo solo piagnistei quassopra, o considerazioni su tizio e caio che sarebbero superficiali e di quanto noi lo saremmo e post molto COMPLICATI, con strane aspettative, quando la vita tutto sommato è una cosa semplice: bere, mangiare, dormire, defecare, scorreggiare, pisciare, innamorarsi se viene l'amore e fare qualcosa che dia una soddisfazione a farla. Boh, ieri ho scoperto un artista che non conoscevo e che fa ritratti ed autoritratti con una tecnica particolare: Chuck Close. A me piacerebbe saper disegnare od avere solo la forza di scarabocchiare qualcosa ma in questo periodo sono sempre stanco per via delle medicine che prendo, credo. Ma è un momento passeggero, quindi attendo paziente che passi e che possa essere meno spossato. Ciao a tutti. |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Stavo anch'io per aprire un post simile, ma mi hai anticipato. ;) L'idea mi era venuta in mente perchè è la seconda volta che una persona a me cara mi dice "tu pensi troppo". Credo che se in alcuni casi può essere un vantaggio, nella vita puramente sociale è quasi un handicap dato che dovrebbe essere il cuore a guidarti |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
sono d'accordo.io sto "imparando" a vivere da solo.piano piano.non posso avere compagnia?si fotta!voglio uscire, lo faccio da solo.purtroppo le complicazioni sono dovute dalla malattia.ormai sto diventando un lupo solitario .anche se in cuor mio spero sempre di trovare qualcuno con cui condividere la vita.ma chissenefrega.il problema e che pensiamo troppo, bisogna pensare il meno possibile, e pensae a farle le cose.il pensiero e malato, e quindi e un nostro nemico. :wink:
|
Essere introspettivi non è affatto negativo, aiuta a conoscersi, a riflettere di e su se stessi, a prender coscienza dei propri limiti, non significa "piangersi addosso", da quello che scrivi sembra che consideri equivalenti le due cose. E' cosi? :)
ciao |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Se mi lascio andare sono capace di fare/dire qualsiasi ora e intrattenere per una serata. Ma io sai cosa ti dico? Io la mia introspezione non la darei via per nulla al mondo. In fondo dietro ai miei silenzi si nascondono pensieri ed emozioni e ridurre la vita a solo bere,mangiare,sesso (con in effetti semplificando realmente è : un passaggio in cui se ammazzi o ami alla fine terminerà comunque) non mi attira molto. Piuttosto di vivere una vita "superficiale" (bere,mangiare ecc...ecc...senza pensare con chi lo sto facendo,perchè,cosa farò tra 2 minuti e cosa ho fatto prima), preferirei non viverla. La soluzione migliore è sempre "mitigare" |
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Dovresti provare a non riuscire neanche ad entrare in un bar senza venire assalito da vertigini e sentire una perdita totale di controllo delle emozioni,senza neppure avere fatto un pensiero.... :evil: peace |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Concordo sul fatto che molta gente pensa troppo e agisce poco, ma l'introspezione di per sè non la vedo assolutamnete come un fatto negativo, occorre però il giusto mix tra il sapere stare da soli e il sapere stare con gli altri. l'uomo è un animale sociale e ha bisogno delle altre persone per provare sentimenti, per relazionarsi, per migliorare, insomma per vivere.
è giusto pensare di voler fare determinate cose da soli (per esempio pisciare o defecare.. :lol: ) ma è normale che troppa solitudine non aiuta certo a sentirsi meglio con sè stessi, anzi.. |
Mi pare chiaro che pensare di più può significare che si è più attenti e sensibili, quindi portare a farsi più problemi ed a vivere, apparentemente, più male di chi il cervello lo tiene mezzo acceso mezzo spento. Beato chi riesce a trovare un equilibrio, a vivere bene (e fare del sesso, parliamoci chiaro) senza essere un rimbambito.
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Il giudizio sociale non è una nostra fissa, esiste, ed è ben palpabile. Quote:
la base genetica ci pone dei limiti, la società ci pone dei limiti, di ciò che resta noi possiamo scegliere cosa fare, e sono le nostre scelte a costituire la nostra persona, quello che noi siamo. E solo prendendosi la responsabilità delle nostre scelte si può accettare quello che siamo ed evitare di piangerci addosso. Non è assolutamente una cosa facile, lo so, ma se ci pensate, noi abbiamo fatto un sacco di scelte, il nostro destino cmq lo abbiamo delineato anche noi. Le scelte sono influenzate dai 2 fattori sopraccitati, ma anche dalle nostre esperienze passate, che ci possono far fare scelte corrette o sbagliate. Io ho fatto una serie di scelte sbagliate, ne pago le conseguenze, ma sono stato io a scegliere, quindi me ne assumo la responsabilità. |
Quello che Uahlim cercava di dire istintivamente secondo me non è che l'introspezione sia sbagliata in sé, anzi, il pensiero è inevitabile e se si è portati a ragionare sulle cose non può essere che un vantaggio. Probabilmente intendeva dire che bisognerebbe focalizzare il pensiero più sul mondo esterno che sui noi stessi, cercare di non vedere la realtà solo in funzione nostra. La fobia sociale è una sorta di psicosi del sé (non so se siano i termini giusti ma rendono l'idea), che ci fa guardare il mondo ponendo fra di noi ed esso lo schermo dell'immagine che abbiamo di noi stessi e che non vorremmo scalfire.
A volte penso all'immagine di me che cammino per strada tenendo davanti agli occhi una mia foto su carta semitrasparente. Mi fermo a parlare con la gente, vorrei chiedergli di loro, ma per quanto mi sforzi tutto quello che esce dalla mia bocca è: "Cosa vedi nella foto?" Uahlim, da quel che ho capito, dice di gettare via la foto e di chiedere agli altri "Cosa ne pensi del mondo?". Ovviamente questa non è la soluzione ma solo il punto di arrivo. La soluzione sottintende anche il processo tramite il quale arrivare ad essa. E' come dire "per cessare la guerra bisogna entrare in uno stato di pace", ma il processo di transizione viene taciuto. |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Credo solo che l'introspezione sia una facoltà analitica su cui bisogna investire. La soluzione comunicata da Uahlim è buttare alle ortiche l'introspezione. La mia soluzione è invece farla in modo critico, in modo che sia socialmente utile e non dannosa per se' stessi. Chiunque sia dotato di intelligenza sa bene quanto sia bassa la coscienza etica dell'umanità, e quanto sia urgente, quindi, investire sull'uso del cervello. Se Uahlim avesse concluso il suo messaggio puntualizzando che, comunque, il suo messaggio non doveva implicare di non coltivare l'intelligenza, a favore di uno stato mentale perennemente disimpegnato, non avrei avuto niente da obiettare. Ma proprio il fatto che lui abbia omesso questa puntualizzazione a me comunica che lui non la ritenesse importante. Potete fare tutte le congetture che volete dicendo "ma secondo me lui intendeva dire questo", ma sta di fatto che quell'omissione c'è stata. |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Quote:
Quote:
|
Quote:
|
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Però, non essendo intellettualmente preparato a dare un'interpretazione giusta a questa sua sensibilità, il soggetto tende a viverla male, trasformandola in un difetto. Questo errore viene facilitato anche da chi, come serotonino, diffonde l'idea che questa sensazioni abbia radici egocentriche (in senso morale). Anch'io comunque non penso necessariamente che il senso del messaggio di uahlim fosse così drastico, ma l'interpretazione del messaggio interno passa necessariamente attraverso il filtro dell'interpretazione degli altri, e di solito idee enunciate in quella forma vengono interpretate in quel modo che io criticavo (cioè come un pretesto per non usare l'intelligenza), e inoltre quella forma è molto persuasiva, perchè fa presa sul bisogno umano di sfogarsi e di non pensare ai problemi. Solo che sfogarsi e non pensare ai problemi implica, sul piano sociologico, creare terreno fertile per i problemi e sterile per le soluzioni: che ti piaccia o no non si può sfuggire da questa implicazione :) |
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Quote:
Poi io intendevo dire che la preoccupazione del giudizio altrui è un segnale di sensibilità sociale, non ho detto che poi questo segnale venga decodificato come segnale di coscienza sociale, il soggetto puà avvertire quel segnale (la paura) senza capire che è manifestazione di coscienza sociale, e quindi può coltivare un'etica asociale. Anch'io sono consapevole della necessità di superare il sintomo della paura, ma non diventando individualista. Cioè, non voglio immettere nella mia testa quella vocina che dice "ma che ti frega degli altri!", gli altri hanno un posto importante nella mia rappresentazione simbolica della realtà, non voglio metterli sullo sfondo, non è un sistema rappresentazionale costruttivo. |
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
Ma tu sei interessato a sensibilizzare la gente sulla fobia sociale? Sensibilizzare non in senso moralistico o romantico, ma nel senso di far sì che gli altri abbiano accesso alle informazioni su cosa sia la fobia sociale e capirlo? Se sei interessato a questo quale credi che sia il mezzo? Farlo per strada, o nelle feste, o nelle uscite al pub, dove la gente impegna al massimo l'1% del cervello? E' ovvio che l'unico mezzo che può essere usato è internet, in particolare i forum, e l'unico modo per farlo in modo efficace è usando un metalinguaggio tecnico che sia il meno ambiguo possibile, facendo sì che chiunque frequenti quel forum, volente o nolente, si ritrovi a sapere cos'è la fobia sociale, a dargli l'interpretazione giusta, non fondata su pregiudizi o notizie incomplete. Altrimenti quale alternativa proporresti? Sono curioso... |
Ciao!!
Per certi aspetti credo tu abbia ragione HurryUp, sempre che abbia ben compreso ciò che intendi dire. Sarebbe bello poter rendere "socialmente accettabile" la visione del mondo del sociofobico... il fatto è che la stessa etichetta diagnostica che molti di noi si sono visti assegnare (come in passato quella più generica di pazzo...) è frutto di una concezione della realtà in cui ci sono i "sani" da una parte che definiscono i criteri della normalità della quale ovviamente noi finiamo col non esserne un campione rappresentativo... così per chi è "deviante" rispetto al normale (ed i test ad esempio altro non sono che strumenti costruiti da chi ha una certa IDEA di ciò che sia normale per misurare di quanto le persone si distanziano dalla media o se preferite, dalla mediocrità...) sono subito pronti dei metodi per riportarli negli argini della media.. Questo è un discorso piuttosto generico me ne rendo conto, ma penso dia l'idea del significato storico e sociale di manicomi, carceri e psicoterapie! Poi nel particolare le cose penso siano molto più complesse... Quello che conta è ciò che ognuno di noi desidera, la fetta di vita a cui ognuno di noi, in modi molti diversi magari, aspira.. ...mmmh... mi sa ke ho perso un poco il filo!!! cmq, rispetto a quello che era il tema iniziale della discussione forse Uahlim intendeva dire non tanto che la vita è semplice, ma almeno per quanto ho letto nelle altre righe, che sarebbe meraviglioso viverla con semplicità, nell'immediato, insomma sponteamente... non credo poi che questo significhi rinunciare all'introspezione, solo ci sono momenti per riflettere e momenti per agire.. :D |
Quote:
I test psicologici sono intellettualmente onesti se e solo se vengono chiariti esplicitamente i criteri della funzione tra domande e risultati. Categorizzare in modo fuzzy è indispensabile per renderlo facilmente comunicabile alla gente. Fosse per me cambierei la definizione "fobia sociale", perchè l'impulso ansioso nasce da livelli inconsci della mente, e presentarli come "fobia sociale" favorisce troppo la probabilità che i profani l'interpretino come una paura a livello razionale, cioè come paranoia. |
Quote:
Quote:
|
Re: Troppo introspettivi
Quote:
|
Quote:
però non so cosa significa...in media ogni 2 tuoi messaggi includono almeno una volta la parola fuzzy e a questo punto sarei curioso di avere una spiegazione da parte tua :D :D |
Quote:
PS:E guai a dire al bambino che non sono parole vere! 8) |
Quote:
L'interpretazione standard di questa funzione è "in che misura x appartiene al dominio della funzione?" Per esempio, la funzione "essere socialfobico" dall'insieme degli uomini all'intervallo [0,1] è un insieme fuzzy: la funzione "essere socialfobico" definisce in che misura un essere umano fa parte dell'insieme dei sociofobici. In questo senso dicevo che i test misurano in modo fuzzy la funzione di appartenenza di un essere umano all'insieme dei socialfobici, sono domande che forniscono dati che, statisticamente, definiscono l'appartenenza all'insieme fuzzy dei sociofobici. |
http://sixty-six.org/images/zeke_vomit.jpg
Modificato da Redman che soffre di emetofobia 8) Perdonami ma se riesci puoi inserire una foto meno esplicita?grazie. |
Quote:
PS: guai a dire al lettore sbadato che la sua interpretazione non è vera 8) |
Quote:
Posso dire "Lilly appartiene all'insieme dei sociofobici" oppure "Lilly non appartiene all'insieme dei sociofobici". Nella logica fuzzy invece un elemento può appartenere ad un insieme secondo un valore graduale (che di solito va da 0 a 1, 0.1...0.3 ecc). Posso dire "Lilly appartiene all'insieme dei sociofobici con valore 0.4", "Bardamu appartiene all'insieme dei sociofobici con valore 0.3" ecc. http://www.fuzzysfreakshow.com/FUZZY_BANNER_1.JPG |
Quote:
E' che non capisco perchè potrebbe essere utile, voglio dire, se sono un terapeuta la categoria diagnostica ha un valore strumentale ma non mi dice nulla su chi mi stà di fronte, mi informa solo del problema... Anzi credo ci sia il rischio che, guardando la persona attraverso la lente del suo "disturbo" non si veda tutto il resto, che è sempre molto, molto di più Temo che le etichette o le definizioni schematiche, se utili in ambito clinico perchè sintetiche, nella vita di ogni giorno, con noi profani, rischino di favorire gli stereotipi... come accade con la schizofrenia ad esempio.. :wink: |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 18:14. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.