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vergognarsi della timidezza?
Stasera superando la pigrizia ho deciso di andare a caccia di qualche pizza da asporto. Prendo la macchina e vado fuori in una pizzeria che non ricordavo bene. Sbaglio ingresso, entro in un locale sbagliato, una specie di succursale della pizzeria, non ho capito bene che era, boh... Comunque mi spiegano dove andare. Arrivo in questa sala con molta gente e diversi camerieri.
Nell'attesa della pizza resto in piedi vicino alla cassa e sto un po' in difficoltà perchè noto che intralcio il traffico dei camerieri e non so dove cavolo mettermi. Al momento di pagare c'è una ragazza alla cassa. In quel momento mi sento un po' impacciato nel gestire la comunicazione con la tipa, non so dove guardare, come stare, sono incerto sui tempi, sui movimenti ecc. Insomma credo che si sia notata una certa timidezza, che cerco di nascondere. Comunque il punto è che in genere cerco di essere freddo per nascondere la timidezza, risultando comunque inibito e di pochissime parole. Stasera ho detto qualche parola in più ma sono finito per risultare più impacciato e nervoso, palesando maggiormente la timidezza. A questo punto mi chiedevo se è meglio non controllarsi, non preoccuparsi di coprire le proprie 'stranezze', in modo da non bloccarsi troppo nella comunicazione ma con il risultato, appunto, di apparire, un po' impacciato perchè ci si sta muovendo in un territorio non più tanto conosciuto oppure è meglio limitarsi a fare e dire lo stretto necessario cercando di mantenere una certa distanza con l'interlocutore. Spero si sia capito cosa voglio dire. (ovviamente parto dal presupposto che non la si riesce a superare quell'insicurezza, ma che ci si trova a doverla gestire) Insomma c'è da vergognarsi della propria timidezza? P.S. no aspettate... non volevo lasciar pensare che sia una cosa di cui vergognarsi, ma che un dato comportamento piuttosto che un altro possa essere visto in modo poco opportuno (socialmente) dagli altri |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Ma la pizza alla fine com'era? Spero buona :mrgreen: |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Poi vabbè io sono un caso disperato e anche in ambito amicale sono abbastanza freddo (ma forse non è solo questione di celare la timidezza), infatti mi sa che attualmente non ho amici. P.S. La pizza era buona ma me la ricordavo migliore, meglio la birra dal nome che era tutto un programma |
Re: vergognarsi della timidezza?
Io mi vergogno della timidezza e ho sempre cercato di dissimularla,non riuscendoci.
È assurdo che ci sia gente che stupra,ruba,imbroglia,ammazza senza scrupoli e noi dobbiamo vergognarci anche di vergognarci. Non so voi ma io sono veramente stufa, non faccio niente di male,sono solo fobica checcazzo. |
Re: vergognarsi della timidezza?
Come si nasconde o dissimula la timidezza? :interrogativo:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Io non mi vergogno della timidezza, mi accetto e mi piace, però a volte nella jungla lì fuori può essere penalizzante e allora cerco di mascherarla.. cerco..ma tanto un occhio attento la vede uguale |
Re: vergognarsi della timidezza?
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A parte questo penso che si provi imbarazzo anche per una specie di conflitto che si ha con se stessi e non si vorrebbe mostrare agli altri. Quote:
Però in certe condizioni (conoscenze di 'passaggio') può funzionare, anche se poi dipende da persona a persona e dal tipo di timidezza. |
Re: vergognarsi della timidezza?
Fa' quel che ti senti, già è difficile programmare una discussione a mente lucida...figuriamoci con l'agitazione data dall'ansia.
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Comunque non è solo il parlare il problema, è tutto il discorso del come stare in mezzo alla gente e come gestire il non verbale, che è una cosa che dovrebbe passare attraverso vari tentativi. Ma se questi vanno male o si pensa che vadano male, quel che mi sento di fare è evitare. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Anche se tu non facessi errori probabilmente rimarrebbero insoddisfazione ed emozioni negative, è un po' come se il cervello ripescasse tutti i brutti ricordi del passato e rimanesse convinto di non farcela. Con questo non dico di "rinunciare", ma di considerare che è incredibilmente difficile quello che stai cercando di fare e magari potresti tentare un altro tipo di approccio. Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
Sono interessanti questi thread...Fanno rendere conto in poche righe su quanto sia faticoso, frustrante e deprimente uscire di casa e fare cose semplicissime per uno con ansia sociale o fobia, che invece le persone comuni fanno senza neanche pensarci.
E Alien proprio qui stà il punto. Tu hai passato tutto il tempo prima durante e dopo ad esaminare cosa hai fatto, detto e pensato. La domanda che ti poni può avere differenti risposte a seconda delle persone che incontri...nel senso che uno può reputarti anche gradevole se parli di più anche in maniera impacciata e insicura, ma un'altro può pensare diversamente. Viceversa se ti chiudi ridurrai al minimo gli eventuali giudizi su di te, palesati o meno, ma non ti darai (a te e agli altri) mai la possibilità di interagire... Quello che farei io non'è il domandarti questo...Ma chiederti perchè su quella mezz'ora, presumo, di pizza non c'è stato quasi mai spazio per guardare altro al di fuori di te. E poi iniziare a lavorare su questo, sul distrarti e pensare ad altro. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Poi in particolare non era tanto questo il problema; per distrarmi, come dici tu, e per tenermi impegnato ho iniziato a guardare un menu. La difficoltà maggiore l'ho avuta invece al momento di pagare (sarà passato un minuto circa mentre la ragazza del locale prendeva pizze, birra, buste ecc.) in cui non riuscivo a stare sciolto, probabilmente perchè temevo il suo giudizio ma anche perchè pensavo che un atteggiamento che tradiva nervosismo (almeno secondo le mie sensazioni) potesse infastidire; e poi la cosa finisce per autoalimentarsi. Invece se cerco di dirmi 'non mi interessa' e assumo uno stile distaccato controllo meglio la tensione, ma dopo mi sembra di non aver conquistato niente, perchè quel disinteresse che mi sono attribuito non può essere valido in tutte le situazioni, e di essermi autoingannato. |
Re: vergognarsi della timidezza?
Io non riesco a nasconderla perchè vengo colta da ondate di fs, diventò rossa sudo e non capisco più una mazza
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Re: vergognarsi della timidezza?
Capisco Alien, e capisco anche l'urgenza di una risposta per una tua modalità di azione quando sei fuori. Ma la scelta è molto personale e devi trovare la via giusta tu.
Ti posso dire quello che farei io in base al mio carattere, e che più o meno ho fatto. Quando mi mettevo in modalità passiva dopo mi sentivo frustrato e quindi umore triste e senso di solitudine. Quando tentavo di.. dopo mi sentivo con qualche handicap vario e anche li umore triste senso di distacco. Tendo a sottolineare dopo perchè nel post ci sono i pensieri che ci plasmano, perchè sono più lunghi e quindi più ficcanti. Nel durante può essere forte come sensazione ma è limitata, e non ci si può lavorare. Ho semplicemente seguito la mia natura caratteriale. Non mi forzavo a fare nulla, per poi non riuscirci o fare una cosa innaturale. Non c'è una chiave di comportamente che và bene sempre. Devi fare quello che ti fà stare meno male dopo, e che meno ti snatura. Quando poi sarai più sicuro, ti verrà spontaneo comportarti in un certo modo, e non te ne accorgerai nemmeno perchè sarà talmente normale che non ci farai neanche caso. |
Re: vergognarsi della timidezza?
Bisognerebbe riuscire ad entrare nell'ottica che essere timidi non è un crimine.
Io posso apparire come una persona timida e non per questo essere giudicato male dagli altri. Bisogna capire che ci sono tanti altri difetti, non possiamo ragionare sempre come se l'unico difetto di cui una persona dovrebbe vergognarsi fosse la timidezza. Io appaio come una persona timida, quando incrocio uno sguardo abbasso gli occhi, ok è un punto a mio sfavore. Ma non appaio come un aggressivo, non appaio come un maniaco, non appaio come un arrogante, un litigioso, un violento, un disonesto ecc. ecc. La gente ha una buona opinione di me anche se mi riconosce come timido. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Però se la timidezza è grave e ti impedisce di fare cose o ti fa avere reazioni esagerate,quantomeno ti considerano strano.Bisognerebbe avere un'autostima tale da non considerare tanto influente il giudizio degli altri.Ma chi è fobico è insicuro e teme il giudizio come la peste.Quindi si finisce a vergognarsi di vergognarsi. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
La situazione che hai descritto mi ha riportato subito alla mente ciò che provo quando risulto impacciato, incerto, quando mi mangio le parole: frustrazione allo stato puro e rabbia.
Quando ci troviamo in queste situazioni non è solo un problema di giudizio esterno, di ciò che pensano gli altri, alla base della frustrazione c'è anche o soprattutto il contrasto tra l'immagine che diamo di noi all'esterno e quella che vorremmo dare. In altre parole siamo i primi giudici inflessibili di noi stessi. Capire questo ci può essere utile per affronatre il problema da un altro punto di vista, cercare di depotenziare il nostro giudizio può aiutarci a vivere in maniera meno pesante quel tipo di situazioni, con possibili influssi positivi anche sul risultato cioè sull'atteggiamento che avremo, in termini di maggiore sicurezza e autocontrollo. La vergogna è frutto del tuo giudizio come di quello degli altri e se ci pensi l'unica certezza che hai è che sei te a giudicarti strano e impacciato, di cosa realmente pensino gli altri non puoi esserne sicuro.... Arrivare a comprendere questo meccanismo un po' mi ha aiutato, chiaro che poi ogni caso fa storia a sé.... |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Poi, come hai detto giustamente, ognuno ha una storia diversa |
Re: vergognarsi della timidezza?
No, non è una cosa della quale mi vergogno perché ritengo siano ben altre le cose di cui vergognarsi. Tuttavia la vedo come un peso, per via di tutti i limiti che mi impone.
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Perchè se il fine è quello di nascondere il disagio per non passare come quello "a disagio"...alla fine il risultato che si ottiene è sempre quello di sentirsi a disagio! Che poi...vergognarsi di qualcuno non è molto carino. E lo stesso è vergognarsi di sè stessi. E' come un'offesa alla propria persona. E un'offesa è spesso una ferita nell'anima. Percui...forse dovremmo fermarci a pensare cosa comporta il non accettare anche le parti di noi che ci piacciono meno...e il rinnegarle facendo finta di non conoscerle! E questo è un promemoria anche per me stesa,ovviamente... :timidezza: Quote:
Ed è quello che ripetiamo ogni volta che in queste situazioni ci concentriamo troppo su di noi per apparire diversi da quel che siamo. Chi alla fine non si sentirebbe male se per oooogni pizza si dovesse affrontare un'aaaltro esame di maturità?!? Che poi...non è detto che l'essere timido significhi che tu sia chissà che brutta persona! Percui...bisognerebbe forse dirsi "ok,sono così! Fanpiffero ciò che pensano gli altri!". Ma so che non è semplice a fatti quanto a parole. Ci vuole pratica anche per questo,suppongo...e forse sarebbe più salutare far pratica per questo che per nascondere ciò che ci verrebbe spontaneo. Quote:
E ancora (scusate se sono confusionaria e mi dilungo spesso). Le conferme del fatto che gli altri possano considerarti una bella persona nonostante la timidezza arriveranno nel momento in cui permetterai agli altri di vedere ciò. Se si continua a "fingere" o a mascherare la nostra timidezza,come faranno gli altri a poterla vedere -e quindi in maniera positiva? La mia esperienza...che è tuttora in corso (XD)..è che sino a qualche tempo fa in pizzeria neppure ci entravo. Non ci passavo neppure davanti,se potevo. Pian piano ho fatto pratica con altre persone (purtroppo a volte entra in ballo anche il fattore c,si). Poi ho trovato una pizzeria tranquilla,non tanto affollata,e quando più mi sentivo in modalità "ci voglio provare",mi facevo una passeggiata e...se non c'erano troppe persone all'interno...entravo e chiedevo la mia pizza. Spesso chi stava al bancone mi chiedeva di ripetere,altre volte magari si saranno fatti delle domande su di me. Il più delle volte,pensandoci lucidamente,probabilmente non gliene importava una cippa e pensavano alle loro bollette da pagare. Pian piano ho imparato anche io a pensare alle mie bollette da pagare mentre aspettavo ed ero lì. Come ho detto,ancora non ci ho preso la mano. In questo periodo soprattutto. Ma ad oggi posso dire di aver fatto un enorme progresso in tal senso. Certo,mi limito alla mia pizzeria di fiducia. Percui,alien boy,forse tu sei pure più avanti di me,nonostante il disagio! :bene: Ma non avere fretta e non scoraggiarti. Non è un crimine essere timidi. E anche se il giudizio (più di noi stessi che esterno,in realtà) pesa...ricordati che comunque la tua pizza te la sei portata a casa! E questo significa che nonostante la timidezza sei una persona capace di agire e di raggiungere un obiettivo,no? |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Comunque alla fine la penso come te che è meglio accettare la timidezza e non vederla come qualcosa da evitare a tutti costi di far trasparire (ammesso che sia possibile ciò), avevo iniziato questa discussione proprio con questo pensiero. Solo che credo che qualche capacità di arginare certe manifestazioni emotive un po' impulsive non ci farebbe male, almeno in alcune situazioni. Quote:
Sulla domanda finale: dipende dall'obiettivo, finchè si tratta di andare a prendere una pizza ok :mrgreen: Comunque ti ringrazio e ricambio l'incoraggiamento. Anche a non cambiar pizzeria se la pizza è buona :D |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Gira e rigira spesso dipendiamo troppo dal nostro giudizio o da quello ipotetico degli altri più che da quello effettivo. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
La vergogna devasta la nostra autostima, quindi ci rende ancora più timidi.
Il fatto è che ci identifichiamo con il problema, quindi pensiamo di essere difettosi o sbagliati. Ma non è colpa nostra. Se mia madre da piccolo mi chiamava "mezza cartuccia" difficilmente avrei potuto sviluppare fiducia e senso di dignità... Si dovrebbe pensare di essere persone degne di rispetto e stima come tutti, invece si pensa di valere meno solo perché si ha un problema. I problemi li hanno anche i non timidi; magari uno ha la fobia dell'aereo, un altro è un maniaco dell'igiene, uno è aggressivo perché è stato menato da piccolo...nessuno ha il diritto di considerarsi superiore a noi. Certo che una volta che l'imbarazzo e il senso di inferiorità si sono radicati in una persona diventa difficile estirparli... |
Re: vergognarsi della timidezza?
L’attività di controllo, di monitoraggio di se e/o dell’ambiente, è una delle pratiche più disfunzionali cui ricorrono, in automatico, le persone timide e anche coloro afflitti da altre forme d’ansia sociale.
Questo mudus operandi della mente, alimenta l’ansia, l’auto percezione negativa, e condiziona i flussi dei pensieri negativi che passano per la testa. In pratica alimenta il circolo vizioso della timidezza [http://www.homomentis.it/tabelle_e_s...e-sociali.jpg]. Ma poi cos’è la timidezza? È un disagio di natura cognitiva che nasce dalla percezione negativa di sé, e caratterizzata dalla tendenza a interpretare comportamenti ed eventi in chiave negativa o preoccupata. Io credo che non sia tanto che ti vergogni, ma forse temi che la visibilità della tua timidezza, induca gli altri a giudizi negativi su di te. In un certo senso, il tuo pensiero emotivo e il tuo percepirti emotivamente, ti fanno sentire “sbagliato”. Probabilmente temi che questo percepirti emotivamente sbagliato, ti faccia anche sentire trasparente. Non ti vergogni della timidezza, ma dell’apparire “sbagliato”, impacciato, goffo. Forse tutto ciò ti fa sentire ancora di più non socialmente appartenente alla comunità o di appartenervi in modo sempre più precario. Forse ti preoccupa o spaventa la tua diversità per le conseguenza che ciò comporta. Dato che, però, sei una persona senziente, cogli anche la non funzionalità di questi meccanismi. Il problema è che quando sei preso da queste preoccupazioni, che sono emotive, quindi non il frutto della tua razionalità, finisci che non ti riesce di averne il controllo reale: controlli senza avere il controllo dell’attività di controllo. Ma essere timidi, non significa affatto essere sbagliati. Né il percepirsi inadeguati o sbagliati implica la sua corrispondenza con la realtà oggettiva. Una cosa è percepirsi o pensare di essere in un certo modo, altra è esserlo per davvero! Non bisogna dimenticare che il pensiero (e ciò che da esso scaturisce) non è la realtà: il pensiero è attinente al dominio della descrizione, non essendo la realtà, oltre non può andare. La realtà è ciò che oggettivamente è, non ciò che si pensa che sia. Dunque che tu sia timido, non c’è da vergognarsi, o da preoccuparsi, di essere ciò che si è. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Ecco, cosa dovrei fare di preciso quando penso qualcosa che potrebbe turbarmi? Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Comincia a distinguere i fatti puri e semplici (quelli materiali) dall'impressione che ne hai ricevuto, da quello che hai pensato, dalle emozioni che ti hanno provocato. Metti tutto nero su bianco, che ti aiuta a comprendere quanto siano emozionali i pensieri che hai. Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Il punto è che non saprei dire quali siano i pensieri corretti e quali quelli non veritieri senza utilizzare ciò che ho appreso dalle esperienze precedenti. Se passo davanti a un gruppo di ragazzi e mi vedo non disinvolto nel camminare e magari sento mormorare tra di loro, dovrei pensare ad esempio che stanno parlando di cose che riguardano loro e non di me. Questa ad esempio sarebbe un'interpretazione alternativa. Poi però ci devo credere e non devo ascoltare la parte 'emotiva' che però è basata come ho già detto sul vissuto precedente. L'interpretazione alternativa parte svantaggiata :nonso: Quote:
Il vantaggio potrebbe essere che mi organizzo in modo diverso, di ricordare a me stesso di adottare dei comportamenti e di avere dei pensieri diversi da quelli avuti precedentemente. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Non sono esempi validi per interpretare la realtà, ma sono, semmai, esempi di come ti sei autocondizionato. Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
@maralgiu
però sembra che debba partire dal presupposto che un giudizio negativo non possa esserci, invece non è così. Le persone vengono giudicate in base a come si comportano e a come appaiono. Perciò non è sempre 'emotiva' l'interpretazione, bisogna capire quando il pensiero è irrazionale e quando invece può avere rispondenza con la realtà. Bisogna poi considerare che c'è spesso una valutazione pregressa delle persone, sulla base della conoscenza che si ha di quella persona da diverso tempo, e che quindi l'immagine che si è creata non è facile da cambiare, non si cambia certo negando che ci sia (quell'immagine). Sulla parte del riconoscere la possibilità di non successo dei tentativi sono d'accordo. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Allora permettimi ti porti delle domande:
:pensando: |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
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