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mi sputtano
ma è estremamente vero ciò che sto dicendo
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Re: mi sputtano
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in questo momento non ho l'audio, non posso commentare http://psyco.forumfree.org/html/emoticons/0003.gif ma complimenti per l'eleganza, giacca e camicia in genere sono mie nemiche, anzi la giacca proprio non so cosa sia ._. |
Re: mi sputtano
E' proprio quello che faccio io! :thumbup::thumbup::thumbup:
In linea di massima sono d'accordo con questo discorso. Bisognerebbe imparare ad essere più tolleranti nei confronti dello sbagliare. Bravo filosofo! :bene: |
Re: mi sputtano
Sai che cosa mi colpisce di questo video? Che dici le stesse cose che io pensavo una 15ina di anni fa. E non le dicevo solo perché non sapevo esprimerle. Invece tu sei a livelli politici.
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Re: mi sputtano
il tuo ragionamento ha parecchie falle....
per esempio non consideri il fatto che gli errori hanno un costo, quindi secondo te si può sbagliare all'infinito senza subire le conseguenze dei propri errori; un'altra falla è che credi che esista sempre una soluzione, e che dopo aver analizzato l'errore e trovato il guasto si risolva tutto (o quasi), senza considerare la possibilità che ci possa essere una situazione di "guasto sistemico" |
Re: mi sputtano
e io che credevo (e speravo) che parlassi dei tuoi segretuzzi intimi e non.... :sisi:
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Re: mi sputtano
Io dico che fai bene a dire queste cose, anche se ti diranno che sei un guru, ma questo non importa, però..c'è un però: se si vuole agire per apportare un cambiamento nella propria vita, c'è il rischio che la nuova situazione sia peggiore di quella precedente e senza possibilità di poterla correggere. Es.: si lascia il lavoro e poi ci si trova in uno stato di disoccupazione che potrebbe non avere mai fine.
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Re: mi sputtano
Che dizione perfetta, non ti mangi le parole, respiri al momento giusto, uso il giusto tono di voce...bravo!
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
Bel video con molte verità :)
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Re: mi sputtano
Tutto molto vero e condivisibile, ma perché non postarlo nel topic sui video?
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
Ma successo in cosa poi,nel lavoro o nella vita sociale?
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Re: mi sputtano
belle parole, ma per molti inutili
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Re: mi sputtano
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Non basta questa informazione qua per stabilire se conviene o meno giocare. L'argomento "se non giochi non puoi vincere, quindi ti conviene giocare e rischiare di perdere" è debolissimo. Per dimostrare che conviene giocare bisognerebbe aver già determinato una strategia grazie alla quale si riescono a calcolare alla lunga i guadagni, sottrarre ai guadagni tutti gli investimenti (non solo economici ma anche quelli relativi all'impegno e psicologici) e trovare che il valore è significativamente positivo, altrimenti in generale non si può dire proprio nulla rispetto a cosa convenga fare se non si ha alcuna idea di cosa e come lo si guadagnerà. In pratica si brancola nel buio, tanto può essere che conviene star fermi (relativamente ad un obiettivo abbandonandolo), tanto può essere che conviene muoversi (ed insistere nel cercare di conseguirlo investendo ancora altre risorse, perché alla lunga i guadagni ci saranno e bilanceranno e supereranno le perdite, ammesso che si abbia un capitale ed energie sufficienti per sostenerle queste perdite). Penso che tante persone avrebbero voluto diventare calciatori famosi o cose del genere e ad un certo punto, dopo una serie di tentativi hanno abbandonato, anche se potrebbe essere verissimo che insistendo sono migliorate in questo settore. Secondo il discorso di sopra hanno commesso tutte quante un errore perché una volta che una persona si è posta un obiettivo dovrebbe continuare ed insistere fallimento dopo fallimento senza tener conto del fatto che certi obiettivi potrebbero non risultare accessibili in base alle sue risorse soggettive. Insomma il margine limite di miglioramento potrebbe trovarsi al di sotto della soglia minima di successo, io credo che c'è anche questa possibilità attiva, non vedo perché la si debba o possa escludere tanto facilmente e ogni individuo deve anche cercare di valutare questa cosa qua insieme alle altre. Quando si prendono certe decisioni si è alle prese con problemi del genere e secondo me non sono liquidabili così facilmente in un senso piuttosto che nell'altro come certe persone vorrebbero farci credere. |
Re: mi sputtano
ma stai copiando mr.nichilista? :sisi:
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
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è stata una vostra utopia, un mondo nel quale l'estroversione potesse prevalere e diffondersi nazione per nazione, annullando libertà fobiche e imponendo una visione del fobico al servizio del forum anziché del forum al servizio del fobico, sgretolando ogni identità culturale ed imponendo una sorta di libertinaggio sessuale selvaggio privo di ogni moralità la storia vi ha già sconfitto nel 1989, non saranno certo le vostre iniziative nostalgiche a riportarla indietro ò_ò |
Re: mi sputtano
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Gli errori hanno sì un costo, ma il costo ce l'ha anche l'errore di non commettere l'errore, e quindi di fallire prima ancora di provarci. Ogni volta che rimandiamo una scelta, alla fine scegliamo. Scegliere di non fare infatti è una scelta. Il punto fondamentale per cui tu ti concentri sul costo dell'errore nella scelta, e non sul costo dell'errore della non scelta, è perché si pagano in valute differenti. In qualche modo, le persone pessimiste e povere di autostima tendono a valutare in maniera molto più pesante il costo di un errore per una scelta sbagliata, per un proprio fallimento, mentre valutano meno severamente il costo di un fallimento dovuto alla mancanza di scelta. Per l'ottimista invece, è l'esatto contrario. Perché? Questa è la mia teoria: l'ottimista è una persona che pensa di avere potere sul suo destino, di avere quindi responsabilità su di esso. E' convinto che con le sue azioni si fabbricherà il suo destino, buono o cattivo che sia. Quindi, sa bene che il non agire come dovrebbe, e relativo conseguente fallimento, sarà una sua responsabilità. Non sarà colpa della sfortuna o degli altri che ci remano contro. (Ad esempio, leit motif del forum, "colpa degli estroversoni che ci arrubano le ragazze timide!"). Il pessimista invece, sentendosi in balìa del destino, crede che il successo di una tal azione non sarà mai del tutto suo, così come le colpe del mancato agire. Sentirà invece vive le colpe dell'agire. In caso di un suo presunto errore, non riuscirà a capitalizzarne la relativa esperienza (come consiglia di fare Filosofo), ma si concentrerà sul dispendio inutile di energia che alla fine non ha cambiato il dato di fondo, cioé che accade solo ciò che deve accadere, e che lui non può aver controllo su di esso. Si definirà sfortunato, si piangerà addosso. La strategia del pessimista è compensativa e protettiva. Gli serve a proteggersi l'ego. La sua bassa autostima potrebbe ulteriormente abbassarsi se prendesse atto che i fallimenti che subisce nella vita sono sua responsabilità (non colpa), e quindi adotta questa forma di pensiero magico e fatalista per separarsi dalla frustrazione a cui sarebbe costretto se prendesse atto di dover fare qualcosa per ottenere dei risultati, qualcosa che lui non si sente in grado di fare. La seconda obiezione invece la ritengo fallata in quanto Filosofo non esclude la possibilità che un obiettivo possa essere irraggiungibile, ma si focalizza sull'apprendimento derivante dagli errori (fatta salva la capacità di capitalizzarne l'insegnamento, che come dico sopra, può esser compromessa a causa di eccessivo fatalismo). Uno dei risultati possibili è proprio quello di realizzare che l'obiettivo è irraggiungibile, e quindi costringerci a ridefinirlo. Questo causa sofferenza. Ti racconto una storia. Una mia carissima amica d'infanzia soffre di obesità da quando era bambina. Da quando era adolescente ha inziato a fantasticare a proposito di un ipotetico intervento di liposuzione il quale le avrebbe permesso non solo di ritornare a una forma fisica accettabile, ma anche di recuperare autostima. Tutte le persone a lei vicina, fra cui anche io, hanno cercato di farle notare che, pur anche con una liposuzione, se lei avesse continuato a mangiare come fa, avrebbe ripreso in breve i chili persi, e quindi sarebbe punto a capo. Le suggerivo invece di iniziare a tenere un diario alimentare, di iniziare una dieta, di fare attività fisica e solo dopo aver preso un andazzo ottimale di rivolgersi alla chirurgia per accelerare il processo di dimagrimento. Ma lei continuava a obiettare che se si fosse vista magra allo specchio si sarebbe sentita indotta a mantenere la forma, perché la cosa avrebbe avviato un circolo virtuoso di autostima e amore di sé. Un giorno, terribilmente commosso dal suo umore basso, mi proposi di aiutarla a convincere i suoi genitori a finanziarle l'intervento, e mi offrii persino di pagarne una piccola parte. Beh, scoppiò a piangere. Decise quindi di informarsi sulla liposuzione seriamente, e così facendo si rese conto che si stava raccontando un mucchio di fregnacce. Che sapeva benissimo che il suo obiettivo della liposuzione era solo un sogno che coccolava per evitare di confrontarsi col suo vero problema (binge), e che sentiva inaffrontabile perché lo viveva come una perdita del suo controllo nel gestire l'alimentazione. Morale della favola, alla fine ha ridefinito l'obiettivo e ha deciso di rivolgersi ad una psicologa specializzata in disturbi alimentari. Vedi, se lei non avesse mai provato a informarsi su come raggiungere il suo obiettivo (la lipo) non avrebbe mai capito che non era l'obiettivo giusto per lei. Il suo obiettivo doveva essere il dimagrimento, invece si era incartata in una fantasticheria che serviva solo a proteggerle l'ego e impedirle di mettersi in discussione. Questo vale per molti qui dentro. Proteggere l'ego è un errore che credo abbiamo fatto quasi tutti noi iscritti, almeno una volta nella vita. Ma non dovremmo. Dovremmo invece rafforzarlo, in modo che sia in grado di proteggersi da solo senza che sia privato della possibilità di interagire con la vita vera. |
Re: mi sputtano
Osservazioni assolutamente condivisibili.
"Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio". (Samuel Beckett) |
Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
Sono fondamentalmente d'accordo sia con il messaggio in sé, sia con l'iniziativa di farne un video e postarlo pur sapendo che ci si sarebbe "sputtanati".
Tante cose si potrebbero dire sul costo dei tentativi fatti nel modo e nel tempo sbagliati, però se si vuole comunicare un messaggio non si possono fare sempre le postille. E' vero che se ti butti senza criterio puoi peggiorare la situazione, ma è altrettanto vero che se non provi fallisci in partenza, e se non sbagli non impari. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra queste cose, preservando se stessi da una parte, ma cercando di migliorare la propria condizione dall'altra. |
Re: mi sputtano
Sei avvocato? Non mi ricordo.
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
mah intanto non è affatto garantito che provando e riprovando alla fine si giunge alla tanto desiderata meta;e continuare ad accumulare una valanga di esperienze fallimentari nel tempo non ha alcun valore formativo ma solo distruttivo.... ed anche se vi si giunge dopo aver fatto millemila tentativi sbagliati negli anni con tutte le conseguenze negative non so fino a che punto ne valga pena.... chessò facciamo l'esempio di un medico: se prima di diventare bravo deve nel frattempo con i suoi errori danneggiare i pazienti, come la mettiamo?? e poi come si dice no "sbagliare è umano, perseverare è diabolico"!! :)
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Re: mi sputtano
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Di libri che insegnano l'"how to do" ne ho letti una marea... una fottuta marea... E so molte cose e posso dare consigli che hanno capo e coda. Ma è solo dove mi sono messo in gioco che ho potuto vedere concretamente errori, progressi, piccoli successi, sbavature, riconsiderazioni, soddisfazioni... e VITA, santo cielo. Poi, come dicevo nel video (che poi, oddio, era più un "dai, provo a fare capolino e vediamo cosa succede"), io non sono meglio. Ci sono situazioni in cui ero e sono impantanato. E sono consapevole che sto fallendo il 100% delle volte. Due temi in particolare: fin quando sarò dipendente in un'azienda, mi morderò il fegato... E i video, se funzionano, possono aprirmi delle prospettive che già caldeggiavo anni fa. E poi l'amore... Il tema più spigoloso da sempre. Io non voglio una ragazza. Quando ho convissuto, ho tirato fuori il peggio di me stesso. Voglio essere libero... Ciò che mi manca, ciò a cui anelo, è il "Se voglio, posso". Mi basta avere la sensazione di potere avere una fidanzata, un'amante, o chicchessia. Ma non he ho bisogno. Quando mi misi in gioco, e senza fare chissà quali sforzi, mi ritrovai in un periodo ad avere una fidanzata in loco e una a distanza (e le ho sfanculate tutte e due!) e, prima di andare a convivere, avevo la fidanzata e altre tre con cui c'erano contatti decisamente poco innocenti. Proprio in questi giorni ho ritrovato un vecchio cd-rom in cui ho salvato 897 vecchie discussioni sul vecchio MSN Messenger o come dannazione si chiamava... Ed è stata un'esperienza mistica :mrgreen: (avevo 21-22 anni, ora sto per compierne 31) Ero fortissimo... (perché avevo lavorato molto su me stesso senza pormi troppe paranoie). Alla fine gli approcci avvenivano soprattutto online, poi ci chiaccheravo, flirtavo, scherzavo, e comunicavo il fatto di avere obiettivi importanti, una certa direzione... Ed era vero. Ad oggi dico: "Che palle! Rompevo i coglioni a tutti/e sul fatto che volevo fare X, diventare Y, ecc. Ma dai feedback che ricevevo, la cosa alla maggioranza piaceva! E ha funzionato. In generale, che la cosa prendesse una piega "fisica", "romantica" o meno, avevo interazioni che facevano stare bene queste ragazze Ora non sto facendo nulla in questo senso, e non funziona. Da quando mi sono fermato, non funziona più nulla... Ho perso quello spirito... Grazie alla vecchie discussioni che ho salvato, mi sono un pò ricongiunto a quel ragazzetto di 21-22 anni che riusciva a suscitare qualche tipo di emozione. E ad esempio, ieri sera, su un altro forum, dopo qualche convenevole, ecc. mi son trovato con numero di cell. di una ragazza che mi stuzzica. Qui di recente invece ho preso un due di picche. Con l'ultima ragazza ho cambiato atteggiamento, e ora, volendo, posso giocarmi una chance. Ma mi basta la sensazione di poterlo fare XD è capitato perché ho fatto qualcosa. Altrimenti non sarebbe successo nulla. Io ste cose le dico a me stesso per primo.. me le dico tutti i giorni, mi martello incessantemente, perchè quando non faccio nulla e mi deprimo non succede nulla di particolare. Perdo tempo, punto. Quando faccio qualcosa, magari va in merda, non è detto che funzioni, ma la volta successiva tendenzialmente va un pochino meglio. E via così. Tentativi ed errori, imparando qualcosa di volta in volta. Qualcuno ha citato Mr Nichilista... beh io ho più stile :mrgreen: Mi piacciono molti suoi video, e credo che comunichi molte grandi verità, però... prima o poi si troverà un lavoro anche lui, e rimarrà inviluppato in qualcosa di competitivo. Anch'io facevo il "filosofo" quand'ero a casa coi miei e avevo pasti caldi, un tetto sopra la testa e qualche sfizio. Personalmente preferisco tentare di vincere, rispetto al non partecipare proprio. Altrimenti, ha senso continuare a vivere? Grazie per i commenti, siete stati benevoli :timidezza: |
Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
Grazie per l'insegnamento e complimenti per il coraggio. Non è da tutti metterci la faccia. Bravo :bene:
PS Non sembri affatto sociofobico |
Re: mi sputtano
quindi se io, anziché stare zitto come al solito, provo a parlare, balbetto, arrossisco e vengo considerato un imbecille imparo qualcosa??
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
non si sopravvive se capita ad un colloquio di lavoro
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
Tò guarda, l'ennesimo post intriso di buonismo e false speranze, chi l'avrebbe mai detto.
Mamma mia, ma sempre a fare i guru della vita qui ? A dire cose completamente a caso sul provarci e credere in sè stessi e blablablablabla, tutte menzogne. |
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Re: mi sputtano
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Re: mi sputtano
che poi alla fine, se ben ci si pensa, il termine "provare" non è che abbia tutto sto significato...cioè una cosa o la fai o non la fai .... che vuol dire con esattezza "provare"??
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