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Emil 23-01-2016 01:47

Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Riflettevo sul bisogno alienato di punizione che probabilmente è attivo in molte (se non tutte) le esperienze psicopatologiche. Ma non solo.

Si tratta solitamente di un bisogno inconscio che si traduce attivamente in comportamenti atti per es. all'autosabotamento sociale, ad una perpetua frustrazione di qualche tipo, all'ostacolare la realizzazione di affetti sinceri o progetti...ecc. Insomma in una parola: soffrire.
Se il bisogno diventa cosciente, come può accadere nella depressione, allora il dolore viene giustificato: lo si merita a causa della propria malvagità, del male "oscuro" che si alberga e dell'inadeguatezza fino ad arrivare al suicidio, che è poi una condanna a morte rivolta a se stessi.

Si tratta anche di fobia della felicità: non essendone meritevoli bisogna troncarla sul nascere ogni volta. O prima che arrivi sul serio. Più felicità adesso vuol dire più male poi.

Quali sono le vostre esperienze a riguardo? Vi riconoscete in queste dinamiche?
Quali, se ci sono, dei vostri percorsi di vita sono stati oggetto del vostro masochismo morale?

Angus 23-01-2016 04:07

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Immagino sia una dinamica riconducibile alla mancanze di cure (nel senso più ampio del termine).
Da un lato ci si allea con chi non riconosce il nostro "diritto ad esistere", dall'altro si esaspera il proprio malessere, vittimisticamente e rivendicatoriamente.
Del tipo: mi danneggio così tu sarai contento di me. Continuerò a farlo finché non mi vedrai ed ascolterai.
Ci si danneggia/invalida al contempo per punirsi (convalidando l'atteggiamento altrui) e per punire gli altri (contrastandolo).

La logica sottostante sembra affine allo spirito sacrificale di talune culture (tra cui quella cattolica), che si fonda sull'idea che chi si mortifica sia meritevole. Qualora il merito non venga riconosciuto, iniziano le rivendicazioni rabbiose (coscienti o meno).

Su questa dinamica credo che si fondi anche l'invidia rancorosa che hanno alcune persone che soffrono nei confronti di chi sta bene (e ancor di più nei confronti di chi sta male, ma supera i propri problemi). Se mortificarsi è un dovere, perché gli altri vi sfuggono? Se è una nostra scelta, osservare chi è più leggero ci ricorda ciò a cui rinunciamo.

Houellebecq la descrive molto bene in un saggio su Lovecraft ("Contro il mondo, contro la vita"), dipingendo l'autore come una persona cristallizzata in un modo di essere mortificante ed autopunitivo, ed al contempo ostile ad ogni manifestazione di vitalità.

Se si ribalta l'atteggiamento (da passivo ad attivo), si giunge al perfezionismo e alla volontà di soggiogare (noi stessi e gli altri).

Noriko 23-01-2016 13:38

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1671226)

Quali sono le vostre esperienze a riguardo? Vi riconoscete in queste dinamiche?

Mi riconosco eccome, certe volte scelgo queste dinamiche per richiedere attenzione e altre volte mi "crogiolo" nelle sfortune per poter fuggire da altri pensieri insomma "chiodo scaccia chiodo".

Emil 23-01-2016 13:53

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Sulla prima parte del tuo discorso non avevo riflettuto. Ma ci sta.
Ciò porterebbe dunque a un circolo vizioso che di fatto è funzionale a mantenersi perennemente in questo stato di cose. Paura del cambiamento e paura delle emozioni positive (?).

Più che altro avevo preso in considerazione la mortificazione vissuta come necessaria, come un espiazione (come nel caso di un certa cultura religiosa) di un proprio male, di una propria imperfezione. Il dolore diventa così una purificazione essenziale al proprio "equilibrio morale".

Condivido il discorso sul "mal comune mezzo gaudio": mi è parso di riconoscere in alcune persone a me care che questi meccanismi fossero un strategia messa in atto per accollarsi e condividere una parte di sofferenza che gli stava intorno. Come se una propria personale felicità fosse una cattiveria, un tradimento dell'altro. Dunque è necessario il proprio sacrificio e scontare la giusta parte di sofferenza che ci spetta...

Emil 23-01-2016 13:54

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 1671332)
"chiodo scaccia chiodo".

In che senso? A qui pensieri ti riferisci?

NatoMorto 23-01-2016 14:15

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1671226)
Riflettevo sul bisogno alienato di punizione che probabilmente è attivo in molte (se non tutte) le esperienze psicopatologiche. Ma non solo.

Si tratta solitamente di un bisogno inconscio che si traduce attivamente in comportamenti atti per es. all'autosabotamento sociale, ad una perpetua frustrazione di qualche tipo, all'ostacolare la realizzazione di affetti sinceri o progetti...ecc. Insomma in una parola: soffrire.
Se il bisogno diventa cosciente, come può accadere nella depressione, allora il dolore viene giustificato: lo si merita a causa della propria malvagità, del male "oscuro" che si alberga e dell'inadeguatezza fino ad arrivare al suicidio, che è poi una condanna a morte rivolta a se stessi.

Si tratta anche di fobia della felicità: non essendone meritevoli bisogna troncarla sul nascere ogni volta. O prima che arrivi sul serio. Più felicità adesso vuol dire più male poi.

Quali sono le vostre esperienze a riguardo? Vi riconoscete in queste dinamiche?
Quali, se ci sono, dei vostri percorsi di vita sono stati oggetto del vostro masochismo morale?

presente...io uso le altre persone per farmi del male(tutto a livello inconscio)...miro alla loro debolezza e li punzecchio finchè nn mi mandano a cagare o mi trattino male...è una pratica che attuo dalla nascita

Noriko 23-01-2016 16:44

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1671340)
In che senso? A qui pensieri ti riferisci?

Mi capita ad esempio di avere un problema fisico, ecco ci penso con tutta l'energia per poter scappare da un altro problema, come la mancanza di un lavoro o altro. Cioè attuo uno spostamento una rimozione per non pensare al problema principale.

feaanor 23-01-2016 22:30

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1671226)
Riflettevo sul bisogno alienato di punizione che probabilmente è attivo in molte (se non tutte) le esperienze psicopatologiche. Ma non solo.

Si tratta solitamente di un bisogno inconscio che si traduce attivamente in comportamenti atti per es. all'autosabotamento sociale, ad una perpetua frustrazione di qualche tipo, all'ostacolare la realizzazione di affetti sinceri o progetti...ecc. Insomma in una parola: soffrire.
Se il bisogno diventa cosciente, come può accadere nella depressione, allora il dolore viene giustificato: lo si merita a causa della propria malvagità, del male "oscuro" che si alberga e dell'inadeguatezza fino ad arrivare al suicidio, che è poi una condanna a morte rivolta a se stessi.

Si tratta anche di fobia della felicità: non essendone meritevoli bisogna troncarla sul nascere ogni volta. O prima che arrivi sul serio. Più felicità adesso vuol dire più male poi.

Quali sono le vostre esperienze a riguardo? Vi riconoscete in queste dinamiche?
Quali, se ci sono, dei vostri percorsi di vita sono stati oggetto del vostro masochismo morale?

Mi riconosco in tutto quello che hai scritto, perchè l'ho sperimentato durante l'adolescenza.

La frase in grassetto era la mia convinzione profonda: non valgo nulla (dovuto a metri di giudizio distorti) quindi non merito nulla, né in campo amicale né in quello sentimentale, ecco perchè in alcune situazioni nettamente favorevoli, in cui bastava da parte mia uno sforzo minimo per costruire affetti sinceri o cose simili, io mi allontanavo e rispondevo subito di no.

Ora che ne sono (quasi) uscito, ci ho riflettuto su e ho capito che da parte mia avveniva una “autocensura” molto profonda, non solo a livello di pensiero ma anche fisico: ricordo una occasione, in cui una ragazza (che mi piaceva e a cui piacevo) voleva abbracciarmi per una gentilezza che le avevo fatto, la mia reazione ISTANTANEA fu di darle uno spintone e allontanarla da me. Inutile aggiungere come mi comportavo quando qualcuno/a mostrava interesse di qualsiasi tipo per me.

Draconcad 24-01-2016 00:36

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Diciamo che se l'istinto di sopravvivenza e quello di riproduzione son messi alle strette in situazioni difficili dove scarseggiano le risorse fisiche e mentali dobbiamo dare la colpa a qualcosa, trovare un nemico fuori un ostacolo da superare, se per qualche motivo risulta impossibile il nemico siamo noi stessi, e la forza indirizzata verso l'esterno ha un riflusso interno, molte persone convivono e vanno avanti si abituato a mile sciagure, l'elaborazione del mondo esterno dei problemi e delle difficoltà a volte porta a rifiutarsi di agire e del senso di colpa forse di un mare di rimpianti.

Mia visione attuale.

Emil 24-01-2016 01:16

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Draconcad (Messaggio 1671630)
l'elaborazione del mondo esterno dei problemi e delle difficoltà a volte porta a rifiutarsi di agire e del senso di colpa forse di un mare di rimpianti.

Eh, ma anche questo rientra a pieno titolo nel problema. Ci si rifiuta di agire, di provare almeno a cambiare le cose perché farlo potrebbe portare paradossalmente a dei miglioramenti. Ci costringiamo entro situazioni sia soggettivamente che oggettivamente inadeguate rispetto a quelli che sono i nostri bisogni e anche rispetto a possibilità reali di miglioramento che finiscono sprecate.

Draconcad 24-01-2016 01:54

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
In astratto è difficile stabilire se poi in linea di massima si attua sempre il comportamento oggettivamente sbagliato forse ci sono delle particolari situazioni in stallo, emozioni non elaborate da un diverso o più ampio punto di vista ed ogni volta che ci si pone di fronte a qualche situazione del genere si ricade nell'abitudine del pensiero disfunzione e la conseguente strategia di risposta risulta portare sempre allo stesso punto, nel complesso la propria identità e l'abitudine sono più forti di tanti ragionamenti, cioè un fatto o un esperienza ci mette in discussione, a volte succede più per caso, il coraggio di cogliere una novità e non rimanere inamovibili nelle battaglie perse a tavolino.

Beh cmq mi interessava anche la questione del retaggio culturale cattolico, oppure di una questione generale, penso che tutti si facciano del male, il domandone che ci si potrebbe porre è:

Dove vuoi arrivare?

Emil 24-01-2016 13:46

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Draconcad (Messaggio 1671678)
Dove vuoi arrivare?

A godermi un po' di più l'esistenza.

Josef K. 24-01-2016 14:02

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
So bene cosa vuol dire. Si crede in un destino che ci si costruisce da soli, e che cala inevitabilmente per confermarci in quello che siamo, assolvendoci così dai nostri errori, dalla nostra scelta autodistruttiva. E' una conferma a quello che dentro di noi sospettiamo. E quando sembra tardare si diventa inquieti, si è come la vittima che chiude gli occhi nell'attesa del colpo di grazia che non arriva.

sato 24-01-2016 14:03

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
e per chi ad esempio come me si ritrova a desiderare punizioni fisiche?

feaanor 24-01-2016 14:11

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Josef K. (Messaggio 1671824)
So bene cosa vuol dire. Si crede in un destino che ci si costruisce da soli, e che cala inevitabilmente per confermarci in quello che siamo, assolvendoci così dai nostri errori, dalla nostra scelta autodistruttiva. E' una conferma a quello che dentro di noi sospettiamo. E quando sembra tardare si diventa inquieti, si è come la vittima che chiude gli occhi nell'attesa del colpo di grazia che non arriva.

Finiti i ringrazia, perciò quoto tutto, hai centrato il punto alla perfezione. Ho visto passare troppi anni chiuso in queste idee negative, so cosa vuol dire. Mi crogiolavo nella sofferenza invece di trovare il coraggio, come prima cosa, di pensare in positivo.
Ecco, ammettere una ipotesi positiva per la mia vita era un "grande scandalo" solo pochi anni fa.

Emil 24-01-2016 15:00

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da sato (Messaggio 1671827)
e per chi ad esempio come me si ritrova a desiderare punizioni fisiche?

Ma parli di fantasie frequenti?

Ad occhio e croce direi che si tratta della stessa cosa solo che si manifesta in maniera cosciente ed esasperata, credo.

La punizione fisica (come nel caso dell'autolesionismo) dovrebbe funzionare come una sorta di "riparazione" del proprio male che, venendo riconosciuto e oggettivato dagli altri tramite la punizione fisica, dovrebbe estinguere momentaneamente la colpa (e qui mi ricollego a il post iniziale di Angus).

Etairos 24-01-2016 16:13

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Io mi ritrovo soprattutto nella frase "il dolore viene giustificato: lo si merita a causa della propria malvagità, del male "oscuro" che si alberga e dell'inadeguatezza fino ad arrivare al suicidio, che è poi una condanna a morte rivolta a se stessi".

Credo di essere il più duro giudice di me stesso. La verità è che probabilmente non riesco a perdonarmi nulla.
Talvolta penso di essere un mostro e di non meritarmi nulla; arrivo addirittura a ritenermi il male per le pochissime persone con cui ho intrattenuto rapporti più profondi, nel senso che mi ritengo corresponsabile della loro infelicità, fino ad arrivare al punto di ritenermi non solo un essere indegno di essere amato, ma anche una persona che avrebbe fatto meglio a non nascere per non creare problemi agli altri.
La soluzione a cui di solito sarebbe quella di troncare i rapporti, semplicemente perché credo che il suicidio farebbe soffrire gli altri molto di più; però alla fine per mia debolezza e pigrizia(?) o semplicemente per impossibilità fisica e per la mia volontà di mantenere rapporti umani, non ci riesco e provo a convivere con questi sentimenti.

Capisco che sono pensieri disfunzionali, ma come possono essere se non del tutto eliminati, quantomeno tenuti a freno?

Skyl 24-01-2016 19:57

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
"Più felicità adesso vuol dire più male poi".

Questa frase mi rispecchia molto.

Non che nella mia vita ci siano stati dei grossi episodi per attingere a piene mani dalla felicità, ma in quei rari casi, il pensiero della controparte negativa non mi ha mai permesso di goderne come avrei dovuto...

"E' come da piccoli, rubare le caramelle dal vaso in cima all'armadio... forse la mamma non ti scoprirà la prima volta, ma prima o poi le caramelle nel vaso finiranno e la punizione arriverà..."

Qwerty 24-01-2016 20:16

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da sato (Messaggio 1671827)
e per chi ad esempio come me si ritrova a desiderare punizioni fisiche?

http://www.theage.com.au/ffximage/20...y__294x400.jpg

Emil 24-01-2016 21:07

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Qwerty (Messaggio 1671933)

....questo se si trattasse di masochismo sessuale che è un'altra cosa da quello morale.

Emil 24-01-2016 21:12

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Etairos (Messaggio 1671871)
[...] Capisco che sono pensieri disfunzionali, ma come possono essere se non del tutto eliminati, quantomeno tenuti a freno?

Ho tirato in ballo la depressione perché rappresenta il culmine del delirio di colpa: il depresso è convinto che la sua essenza sia malata, indegna, cattiva...ecc, fino ad arrivare al suicido che rappresenta un tentativo di liberare se stesso e gli altri da un possibile "contagio".

Per rispondere alla tua domanda mi è venuta in mente una considerazione: è un pensiero, credo, difficile da estirpare se non si considera che chi lo interiorizza accetta questo stato di cose come normale se non addirittura giusto.
La felicità e lo star bene sarebbero una condizione aliena. E pericolosa.

feaanor 25-01-2016 10:24

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da M.me Adelaide (Messaggio 1672095)
Quanto mi riconosco in questa frase, ma è assolutamente presente. Come si riesce a pensare positivo? Sinceramente mi è proprio impossibile, anche perché quando l'ho fatto son poi rimasta delusa e, di fatto, mi ritrovo con nulla in mano. Tutte le speranze sono state vane.
Certo che senza pensare un attimo positivo poi non si ha la spinta di fare nulla, perché tanto appare tutto inutile. Ma allora non si arriva neanche a nulla, e ci si conferma nel nulla, nell'inutilità. E' un brutto circolo vizioso da cui è davvero impossibile - per me - uscirne.

Ti posso riportare la mia esperienza, spero ti possa essere utile.
Sono riuscito a "pensare positivo" ponendomi obbiettivi semplici e soprattutto concreti. Quindi non cose astratte tipo "migliorare l'autostima", "essere in pace con se stessi" ma "non balbettare", "chiedere ad una ragazza di uscire", "discutere con mio padre" e altre cose. Aver realizzato alcune di queste cose, e il forte senso di soddisfazione e felicità che ne è seguito mi ha fatto acquisire che se, lotto e mi impegno, ottengo qualcosa. Il fatto di essere già migliorato su alcune cose mi dà la speranza/fede/fiducia di poter migliorare ancora.

Ti capisco che le speranze siano state vane e il senso di illusione che ne è seguito, così è ed è stato per me su tante cose, ma nonostante questo non riesco proprio a tornare a pensare negativo. Questo penso dipende dalla mia storia personale, perchè in una occasione in cui avevo rimosso ogni "ipotesi positiva" giunsi ad un singolo e forte episodio di autolesionismo (anzi, tentato suicidio).

Per uscire dal circolo vizioso, forse bisogna fare inizialmente un atto di "fede". Nel mio caso, era abbastanza ovvio che non balbettare fosse meglio che balbettare e quel primo miglioramente ha innescato anche gli altri. Forse partendo da cose (anche cose semplici e banali) che non si riescono a fare e anche noi sappiamo essere un problema per noi stessi può essere un inizio...

Emil 26-01-2016 16:35

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Non proprio. L'autosabotaggio rientra nel problema, ma non lo spiega del tutto.

Il masochismo morale diventa proprio una "condotta di vita" volta alla propria mortificazione. Si instaura questo tipo di rapporto con la vita intera, con tutto il mondo. Relazioni comprese ovviamente.

Lilhium 28-01-2016 19:16

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
"Si tratta anche di fobia della felicità: non essendone meritevoli bisogna troncarla sul nascere ogni volta".

Cioran direbbe che siamo masochisti morali poiché esserlo offre la "sicurezza e il rigore di un rito". (Il funesto demiurgo)

mmmax 28-01-2016 21:27

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
ne parla Alexander Lowen in "Bioenergetica".
Nasce tutto da una madre iperprotettiva, che invece di amare il figlio in maniera sana, cioé aiutandolo a crescere e dandogli l'esempio, lo svaluta e gli trasmette sfiducia per impedirgli di crescere e spingerlo a rimanere con lei. Le sue frasi tipiche sono:
non farlo, non sei capace
lo faccio io al posto tuo
è pericoloso
non uscire che fa freddo/caldo/vento/piove/nevica/il sole ti brucia
se te ne vai io soffro, non sarai così cattivo da farmi soffrire, vero?
Inoltre la sua ansia la porta a controllare e giudicare continuamente il figlio.
Quindi, pur avendo buone intenzioni, finisce per convincere il figlio di essere un incapace e di non meritare niente dalla vita.
E' difficile uscirne perché ogni tentativo di rendersi autonomi si scontra con sensi di colpa (si tradisce l'insegnamento materno e si smette di essere "bambini bravi e ubbidienti").
Bisogna innanzitutto cercare di concepire noi stessi come qualcosa di Sacro. Crediamo che tutti meritino rispetto? ok, noi facciamo parte di quei tutti, quindi smettiamola di giudicarci. Se non trattiamo male l'ultimo dei falliti perché dovremmo trattar male noi stessi?

Emil 28-01-2016 23:05

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Lilhium (Messaggio 1673945)
"sicurezza e il rigore di un rito"

Come nel caso di rituali ossessivi.

Quote:

Originariamente inviata da mmmax (Messaggio 1674005)
Nasce tutto da una madre iperprotettiva[...]

L'iperprotezione materna però non spiega tutto. Condivido sul fatto che spesso coincida con il "progetto" di limitare la libertà e l'autonomia del figlio. Questo perché il genitore iperprotettivo soffre di insicurezza lui stesso e proiettandola sul figlio gli restituisce l'immagine del mondo che lui si è fatto: ostile, pericoloso e doloroso. I primi a non riuscire a sostenersi sono loro.

Ci sarebbe pure da dire che spesso l'iperprotezione funziona come meccanismo di compensazione (ridondante) che si oppone a fasi di rifiuto e disinvestimento affettivo verso il figlio.

Quote:

Originariamente inviata da mmmax (Messaggio 1674005)
Se non trattiamo male l'ultimo dei falliti perché dovremmo trattar male noi stessi?

Il masochista morale ti risponderebbe che l'ultimo dei falliti è comunque meglio di lui....:mrgreen:

Noriko 29-01-2016 14:48

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Quote:

Originariamente inviata da Lilhium (Messaggio 1673945)

Cioran direbbe che siamo masochisti morali poiché esserlo offre la "sicurezza e il rigore di un rito". (Il funesto demiurgo)

Non credo che scegliamo d'essere dei sabotatori della nostra serenità per "sicurezza e il rigore di un rito", almeno come ho inteso.
Ma credo invece che sia "l'unica via" che ci permette di sopravvivere in una vita di disagio e sofferenza.
Il sintomo secondo me è anche l'unico modo personale, di una scelta più "conveniente" per nostro malgrado.

_Diana_ 15-04-2017 11:10

Re: Masochismo morale e bisogni autopunitivi
 
Uppiamo va' che fa sempre bene una rilettura


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