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"Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Così mi sono sentito dire oggi a un pranzo da un conoscente di mio padre..quest'uomo ha 60 anni, fa il manovale e ha 2 figli della mia fascia d'età (25-30) laureati e orgoglio di famiglia..
Questo perchè per un potenziale buon posto di lavoro uno che si candida alla soglia dei 30 neolaureato senza esperienze si troverebbe a competere con 24enni con la specialistica in mano che magari hanno già svolto stages accumulando esperienza..un selezionatore non ci pensa due volte a scegliere il secondo e cestinare il curriculum del primo... Purtroppo quella frase identifica perfettamente la mia situazione dato che ho perso troppo tempo nello studio per colpa di diversi fattori gli anni passati (svogliatezza, subentrata demotivazione, umore depresso, ecc) e ora mi sto dando da fare per recuperare ma sono comunque già in ritardo e non di poco e ritarderò inevitabilmente la mia entrata nel mondo del lavoro per questo ...non ce la faccio a essere spensierato, quest'idea di dover pagare negli anni a venire il mio ritardo nel crescere come persona adulta (mettiamoci anche che a 25 anni al solo pensiero di metter piede fuori casa e vivere la vita mi viene un'ansia pazzesca e che non sono minimamente in grado di prendere una decisione:miodio:)..mi viene solo ansia a pensarci..:miodio: |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Un po' è così purtroppo ma c'è differenza tra studiare e lavorare.
A me veniva piuttosto semplice studiare ma nella vita non sono stata capace e mi sono persa, invece c'è chi si perde un po' nello studio ma è capace nella vita e riesce lo stesso. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Mi son fatto coraggio e sto inviando curriculum perchè mi rendo anch'io di essere in "ritardo", anche se non so se si può dire di aver "perso tempo" finora. Ho iniziato il mio primo lavoro (anche se l'esperienza è stata piuttosto breve) a 20 anni. A 22 anni ho inziato l'uni e purtroppo i risultati non sono stati quelli sperati, e in cui ho "stazionato" per 4 anni, accumulando ritardo a causa di difficoltà varie... così oggi mi sono "svegliato" da questo stato e valuto altre opportunità. Proseguire l'università, non essendo sicuro di terminarla prima dei 30 anni, sarebbe stato un erroraccio... sapendo anche che certe opportunità dopo i 30 non le offrono...
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
E' un limite mentale artificiale e tutto italiano. All'estero non si fanno problemi ad assumere persone che hanno avuto percorsi scolastici sfortunati.
(e comunque se uno si prende un diploma tecnico o professionale serio al serale, può "resuscitare" la sua carriera quando vuole, lo dico per esperienza diretta e indiretta). Per questo che altrove ho lamentato la rigidità del mercato del lavoro in italia, fa niente se la gauche caviar se la frigna perché i diritti acquisiti vengono persi e blabla, intanto c'è uno scenario dove la gente non lavora (e i sinistri son felici) e uno dove la gente lavora. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Ha ragione. La valutazione sulla sola base del curriculum porta ad essere esclusi anche con pochi anni di ritardo, con le dovute eccezioni che confermano la regola.
Se si è in grado di accedere a valutazioni di altro tipo (ad esempio se si intraprende una libera professione) le cose stanno diversamente. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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"chi ha perso tempo, virgola, dopo i 23 anni, generalmente e salvo eccezioni è molto difficile possa sfondare o realizzare traguardi importanti. Potrà aspirare a una condizione di buona sopravvivenza o anche di tranquillità ma difficilmente molto più di questo". C'è da dire che la frase, così lapidaria, ha un suo perché e chi l'ha detta è uno che ha visto parecchie cose nella sua vita. Pur come sopra, da smussare e attenuare, grossomodo è un'affermazione vera. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Questo per la frase. Riguardo te, non te ne crucciare. Forse non diventerai il direttore generale della Ansaldo, ma non vuol dire essere condannati al fallimento.
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Dopo aver letto questo topic mi è venuta voglia di suicidarmi :testata:
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Questa frase colpisce anche me che ho 24 anni e sto per finire ancora la triennale, quindi sono in ritardo di due anni rispetto ai miei coetanei. Tuttavia, sebbene sia spaventato e ansioso per questa situazione, non credo che conti al 100% questa cosa, nel senso che anche se hai perso anni puoi avere tanto successo e non credo che questo sia precluso da esperienze scolastiche negative. Nella vita non c'è solo lo studio, ma anche impegno, serietà, professionalità, qualità che possono essere importanti nel lavoro al di là degli anni di studio persi.
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Chiedo per favore di cambiare il titolo al topic :(
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Solo sentendo frasi del genere, si capisce che qualcosa è andato storto nell'evoluzione della società
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Se dovessi dar retta alla frase titolo del topic, dovrei solo mettermi un cappio al collo e suicidarmi.
Voglio credere che non sia così, e che io possa ancora riscattarmi e trovare la mia strada. E poi si da sempre per scontato che tutti vadano come treni e non abbiano problemi. E che chi non è arrivato abbia solo perso tempo. Ma che cacchio ne sanno della vita degli altri. Prova a ricevere merda dalla vita, che ti distrugge e ti annienta, e poi vedi se a 23 anni sei realizzato. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Non è vero.
Straquoto l'intervento di MarcoRusso e appoggio quanto scritto da Clend: è una assurdità tutta italiana e non dipende affatto dal merito. È molto più facile spremere un giovane desideroso di avere il primo lavoro che un 35enne, magari col desiderio di una famiglia, che ha esigenze economiche maggiori. Ma a livello di capacità e abilità, cosa pensi che cambi tra 23 anni e 35? Oppure credi che già a 35 anni si possano avere malattie senili o l'Alzheimer? PS Senza offesa, ma quel signore di cui parli è il classico tipo che deve osannare il proprio e gettare fango su tutto il resto. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Le capacità non cambiano necessariamente. Ma i selezionatori, data l'enorme disoccupazione e l'enorme numero di proposte che ricevono, preferiscono valutarle con maggior dettaglio solo dopo aver selezionato un numero ristretto di candidati. Come discernere quali profili selezionare per approfondire la valutazione, fondandosi solo sui curriculum? Uno dei criteri a cui si dà maggiore peso, nonostante la sua superficialità, è appunto il tempo impiegato a laurearsi. Chi afferma che il nostro sistema è meritocratico, dimentica sempre di prendere in considerazione i problemi nella misurazione del merito. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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La differenza tra l'Italia e i maggiori paesi europei sta anche qui: in Italia c'è un rapporto dipendente-capo quasi schiavista, con paghe spesso ridicole e turni assurdi. In Italia non conta chi sei, conta quanto sei disposto a sgobbare e a farti sfruttare. La meritocrazia non può e non deve basarsi unicamente sul percorso scolastico. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Ma se invece la smettessimo di porre sul piedistallo l'opinione del primo che passa e ha qualcosa da dire.. ? Se la smettessimo di ragionare per assoluti e riempirci di altre paranoie?
Non si camperebbe meglio? |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Mettiti nei panni di un selezionatore che per dieci posti riceve 500 curriculum. Li leggeresti tutti e 500, per poi fare 500 colloqui individuali? Chi seleziona non è né stupido né cattivo. Semplicemente, l'informazione sulle qualità dei candidati è molto costosa, e a volte inconoscibile a priori. E dunque ci si basa su proxy, per quanto imprecise. Se sei in vacanza e devi scegliere un ristorante (in assenza di "raccomandazioni" di qualcuno di cui ti fidi), che fai, entri in tutti e chiedi di parlare con i cuochi, o ti basi su segnali superficiali (attrattività del nome e dell'insegna, bellezza del locale, ecc.)? |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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L'università e il mondo del lavoro sono completamente diversi, così come è diversa l'università e la ricerca stessa, che si svolge all'interno delle accademie. Il percorso scolastico è un percorso tracciato: non devi fare altro che seguire le tracce. Non produci nulla di nuovo, devi solo acquisire conoscenze e con determinati step. Quote:
Ci saranno alcuni lavori dove senz'altro il CV svolge un ruolo assai funzionale e discriminante, ma ripeto che avere 24 anni o 35 non fa alcuna differenza: conta solo la preparazione e la voglia di fare. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Per fare ricerca all'interno delle accademie, poi, è risaputo che tempi e luoghi di laurea e dottorato non contano, ma solo competenze e voglia di fare, che sono con questi del tutto incorrelati. Infatti al MIT è pieno zeppo di ex-fuoricorso dell'Università di Reggio Calabria. Gli istituti finanziari, in tutta Europa, prevedono un'età massima per l'assunzione in profili junior di 26 anni. Evidentemente sono tutti nati e cresciuti in Italia. Il CV non è sufficiente per esprimere le proprie doti, indubbiamente (non leggere nelle mie parole quello che non vi è contenuto). Infatti nessuno assume solo sulla base di esso. Viene però usato universalmente per discriminare ex-ante tra i possibili candidati. Aggiungo, che non vorrei apparire troppo pessimista. Quanto detto naturalmente non significa che non si possa far nulla: alcuni titoli hanno valore, per le competenze che certificano, a prescindere dall'età (entro certi limiti). Vi è poi pur sempre la possibilità di aprire attività in proprio, o di riuscire in qualche modo a superare la prima fase di selezione, per poi giocarsi le proprie carte. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Ad ogni modo, 35 anni non sono l'età prossima alla pensione. Invece tu credi che il 35enne sia una sorta di vecchio fuori dal mondo ed è una assurdità, nonché un luogo comune tutto italiano. Quote:
Esistono tantissimi dottorandi che intraprendono tale percorso anche ad età più avanzate. Poi l'esempio del MIT è del tutto fuori luogo, dato che non si fa ricerca solo al MIT e tu hai citato un posto di eccellenza. Quote:
Ribadisco però che in Europa, in generale, avere 25 anni o 40 non fa molta differenza: è uno dei motivi per il quale all'estero cambiare lavoro è la norma, mentre in Italia, spesso e volentieri, il primo lavoro è anche quello che avrai per tutta la vita. Quote:
Direi che più che pessimista, hai la testa piena di troppi luoghi comuni. PS In Scandinavia ci sono tantissimi studenti universitari over 30. Non dimentichiamo che esistono svariati esempi di persone che hanno avuto carriere scolastiche non esaltanti ma hanno avuto grande successo nel lavoro: Steve Jobs, Marco Travaglio (si è laureato a 32 anni), Bill Gates (non è laureato), tanto per fare tre nomi. PPS Ah, non dimentichiamoci che l'età media dei laureati in Italia non mi pare così bassa e, inoltre, prima della riforma universitaria il laureato medio in Italia era 30enne. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Siamo fottuti, ma non per le parole del vecchio scemo
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Chi non perde tempo invece dopo i 23 anni è fregato a morte. :bene:
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Comunque, il discorso è assai complesso. In estrema sintesi, da una parte abbiamo un'imprenditoria italiana che è strutturalmente diffidente nei confronti dei laureati (il 99% delle imprese italiane sono PMI per lo più guidate da imprenditori che non hanno mai messo piede in un'università), dall'altra parte abbiamo un'università italiana che storicamente è sempre stata più interessata a fornire agli studenti una cultura accademica piuttosto che una preparazione spendibile sul mercato del lavoro (le cose hanno cominciato a cambiare con l'introduzione delle lauree triennali, ma c'è ancora tanta strada da fare). In mezzo, come tra incudine e martello, ci sono gli studenti universitari. Comunque, caro Belacqua, ti consiglio di non struggerti più di tanto. E' inutile, anzi dannoso, stare a rimuginare sugli errori passati. Puoi solo cercare di dare il meglio di te in futuro, e poi que sera sera. Io comunque resto dell'idea che si lavora per vivere, non si vive per lavorare. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Non era affatto mia intenzione deprimere nessuno..anche perchè il primo ad esserlo sono io.....
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Per quanto riguarda l'età media dei laureati, anno per anno vengono pubblicati i risultati di sondaggi su AlmaLaurea. Prova a guardare lì.
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Guarda che pure io ho affrontato questa cosa deprimente, perché anche io ho avuto problemi con l'università. Anche io rimpiangevo il fatto di non essere riuscito a laurearmi a 23 anni. Questa cosa l'ho superata nel momento in cui in una maniera e nell'altra sono venuto a conoscenza di tante gente che per vari motivi si è laureata ben oltre i 23 anni. Tutta questa gente non era depressa; perchè mai avrei dovuto deprimermi io? |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Caro Belacqua, innanzitutto benvenuto nel club: anch'io sono in consistente ritardo, e non per mie incapacità ma perché non abbiamo tutti una salute di ferro. Prova a leggere qua: http://dottornomade.com/?p=758 Lettura caldamente consigliata a tutti. Ribadisco che quanto da me detto è tutto vero. Ho parecchi colleghi che hanno intrapreso un PhD e hanno colleghi a loro volta più grandi di loro, anche di 10 anni. Che in scandinavia ci siano tantissimi universitari over 30 è altrettanto vero, così come è altrettanto vero che la carriera lavorativa di un tedesco o americano è molto più ricca di alternative di quella di un italiano, dove quest'ultimo spesso non ha possibilità di cambiare lavoro. Impara l'inglese, imparalo bene. Studia anche un'altra lingua e coltiva i tuoi interessi: se in Italia hobby come la traduzione di testi antichi o suonare pianoforte sono visti come una perdita di tempo, altrove queste qualità fanno risonanza con il merito. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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