![]() |
Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Non so se riesco a mettere giù il discorso in maniera comprensibile/sensata, ma ci provo.
"Uscire". Ciò che si intende con questo verbo, nel senso più specifico: uscire di casa la sera, andare per locali pubblici, solitamente in compagnia, sedersi ai tavolini degli stessi, chiacchierare, ordinare qualcosa da consumare, e così via. Passare il tempo in questo modo. È qualcosa che non ho praticamente mai fatto in vita mia. Non ne sento il bisogno. Non ne capisco il senso. Non ne ho mai capito il significato. Certo, bisogna considerare il forte disagio che mi provocano i locali pubblici (bar e via dicendo), ma questo da solo non basta a spiegare la mia incomprensione per l'uscire la sera. Quello che si fa fuori di casa, quando si esce, ovvero: sedersi, consumare qualcosa, parlare... lo si può fare benissimo in casa! Tutto quanto. E allora a cosa serve uscire di casa? A cosa serve far tutto ciò in un luogo pubblico? Dov'è la differenza, dove sta la magia? Perché questo rito è così ambìto, nella sua riuscita, anche da molti fobici? Posso capirlo unicamente in termini di necessità di conformarsi a una norma stabilita, preconfezionata: in una società in cui (quasi) tutti sono abituati a uscire la sera, lo si deve fare, perché l'alternativa è restare tagliati fuori. Aut aut. Ma se non fosse per questo, per una questione di mera necessità, perché sforzarsi per aderire a questa norma specifica? Dove sta il piacere nell'uscire la sera, intrupparsi in luoghi affollati, a volte circondati da (lasciatemelo dire) pessima gente e da rumori molesti, ecc ecc? Attenzione: non sto denigrando chi ha l'abitudine d'uscire la sera, non sto dicendo che il mio modo di (non-)fare sia migliore. Sto solo esprimendo una mia incomprensione di base. Soprattutto non capisco quel che vedo in molti fobici, ovvero l'uscita di sera in compagnia come meta ambita. Rispondete. Aiutatemi a capire. Illuminatemi. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Uscire la sera ti permette di uscire di casa e non starci ancora di più, è questo il punto secondo me. Vedi altre persone, ci si ritrova da qualche parte, a me pare strano sinceramente chiedere questa domanda.
E' la normalità, perché bisogna stare rintanati in casa come dei VERI fobici, specialmente quando qualcuno ti invita, e hai un gruppo di amici? Io se avessi la possibilità uscirei tutte le sere, mi piace, non riesco a preferire lo stare in casa, e se ho l'occasione esco. Vuoi dirmi seriamente che tu non sei mai uscito, che ne so, nella tua vita liceale, il sabato sera? Mai mai? La casa è opprimente alla lunga, ti senti al sicuro ma non vivi la vera vita, che è lì fuori. Anche solo sentire l'aria fresca, anche d'inverno, i profumi della gente, delle strade, è qualcosa che in casa non puoi fare. Una serie di sensazioni "naturali" che ti spingono a desiderare di uscire da quel maledetto portone, non so come spiegartelo, forse può sembrare strano per te. Forse sono io così, sono sempre stato abituato così, non so che dirti, ma a me pare strano il non voler mai uscire la sera. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Perchè magari si è già fuori e non si vuole perdere tempo a tornare a casa.
Perché magari a casa non si può, perché si disturbano altre persone. Perchè fuori sei servito e riverito, mentre a casa no. Se inviti qualcuno per esempio dopo devi pulire tutto e almeno per me è un fastidio. Perché magari trovi qualcosa che in casa non avresti. Esempio: una birra artigianale che fanno solo lì. Perché magari c'è un evento a cui non vuoi mancare. Che so c'è un gruppo rock figo, che fai stai a casa a sentirlo sul tuo Mp3 o vai a vederlo al live? Perché magari che so, uno sta in casa tutto il giorno e gli va di prendersi una boccata d'aria e lo fa facendo quello. Perché che so, magari non uscendo di casa, ti puoi perdere delle piccole cose, insignificanti, ma che comunque sono piacevoli o solo divertenti. E soprattutto, motivo cardine(?), perché, a differenza che stando a casa, magari puoi trovare tante tizie o tizi e provarci. :sarcastico: A me vengono questi motivi qua, poi non so, magari ce ne saranno altri o magari non saranno così convincenti. Così la penso :nonso: |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Non saprei, finche ho avuto il piacere di uscire la sera l'ho fatto, e meno male che questo piacere è durato qualche anno.. poi quando non ne ho più sentito l'esigenza ho cominciato gradualmente a non uscire più.
Alla fine esci perché gli amici vogliono andare in giro, nei locali, ma io sarei stato volentieri anche a casa mia o di qualcuno di loro, anzi quando si stava a casa stavo meglio. Una cosa che non ho mai capito è che i miei (ex) amici volevano uscire solo per andare in qualche locale o al cinema ma quasi mai per andare a fare un giro in un parco o semplicemente un giro :nonso: anche questo mi ha fatto distaccare da loro, anche perché dopo una certa età ti stufi a stare nei pub o nei locali etc. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Non penso che a tutti piaccia uscire di casa e non ci trovo nulla di strano ; vedo tutto in termini di preferenze personali e le rispetto tutte in quanto tali .
Personalmente sento abbastanza marcatamente la mancanza di persone con cui uscire la sera e se il discorso che facevi riguardo al fatto di uscire solo per rispondere ad una convenzione sociale poteva valere per quando frequentavo le scuole superiori , ora è invece una mancanza personale. Il motivo sta nel fatto che in realtà , per quanto "fobico" , mi piace stare con gli altri soprattutto se trovo persone a me affini ( non necessariamente timide o introverse) ; quello che mi manca è invece la capacità di stringere legami che vadano oltre la semplice chiaccherata , di creare amicizie sincere . Sono d'accordo sul fatto che non c'è nessun motivo per cui questa interazione debba per forza avvenire fuori casa se non il fatto che a casa passo già la maggior parte del mio tempo per cui preferisco vedere e andare in posti nuovi piuttosto che stare sempre nello stesso. Inoltre frequentare pub/bar nuovi può anche dare quel tocco di curiosità che mancherebbe se uno incontrasse altre persone sempre a casa ... per esempio ci sono pub che fanno dei piatti o cocktail particolari , altri che hanno un tipo di musica specifica e così via... stare fuori ti pone potenzialmente in contatto con molte altre persone che come te frequentano quel posto , ti espone ad evenienze e imprevisti e in definitiva ti da la possibilità che qualcosa accada ... qualsiasi cosa , bella o brutta . Stando in casa invece, a meno che non cada un meteorite , non succede e non succederà mai nulla. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Casa mia è un mio spazio privato, non mi andrebbe di avere miei amici abitualmente qui, quindi se li vedo è ovvio che si esce...normalmente per uscir così e basta preferisco un giretto in centro o un bar non troppo affollato così si chiacchiera per bene. E poi a stare troppo a casa mi rompo i coglioni, mi sento soffocare, a meno di non avere la febbre esco sempre, pure quando non devo vedermi con qualcuno o non devo andare a scuola esco, per fatti miei ma esco.
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Perché ti senti vivo alla fine uscendo di casa, vuoi vedere cose, scoprire posti nuovi e anche andare al cinema per esempio è molto meglio che stare a casa a vedere film da un pc. E poi ci sono tante cose che si possono fare, ci sono mostre, eventi interessanti, mi piacerebbe partecipare per dire a un incontro di letteratura, una conferenza su un argomento che mi interessa. E fare anche che so, palestra o zumba è molto più divertente che fare cyclette a casa. Anche io ogni tanto preferisco stare a casa, tipo la sera che fa freddino, è bello starsene a casa con una birretta, però semplicemente ho voglia di uscire ogni tanto, vedere qualcosa ecco, che non sia la mia stanza e il pc
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Non riuscire a comprendere il loro valore o dimenticare il loro valore è causa di grandi problemi e grandi sofferenze. Allo stesso modo tornare a apprezzarle se perse o mai desiderate è altrettanto difficile, sempre che poi uno realmente ne abbia la voglia o l'intenzione. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Prende ed esce in cerca di qualcosa o qualcuno. Anche per me l'uscire deve avere un fine...deve essere qualcosa di strutturato..Che caspita vuol dire passare la sera a bere e parlare? Vuol dire perdere tempo x me. O si fà qualcosa di coinvolgente, altrimenti è tempo sprecato. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Serve semplicemente a vedere posti diversi dalle solite quattro mura di casa (che per me non è molto piacevole :pensando: ) :interrogativo:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Hor esci più che puoi, bar birre, avvicinati a chi gioca a biliardino, chiedi se puoi giocare insieme, ti divertirai :) per esperienza ho visto che é meglio sparare cavolate con sconosciuti scherzosi che stare zitti e composti... A me quando uscivo in compagnia anni fa mi stavano simpatici i "mattacchioni" :) se hai l'occasione provaci
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Oh, se poi vuoi fare la vita da prete, ti conviene tentare la strada del seminario :sisi:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Facendo un esempio: per conoscere qualcuno la prima volta puoi invitare a prendere un caffè, ma di sicuro non inviti a casa tua. Quote:
Quote:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Il problema è che chi esce tutte le sere, alla stessa ora, negli stessi identici posti, per fare e dire le stesse medesime cose, ovvero il 99,9% delle persone che vivono la "socialità da pub/locale con bevuta annessa", non sta dando un significato alle piccole cose, ma soffocando nella routine, nel mettere in stand-by il cervello, nello scaricare su chi ha davanti aneddoti casuali sulla sua vita senza curarsi se l'interlocutore lo stia ascoltando o meno, ogni possibile speranza di riscoprire gli spazi, i ritmi e l'atmosfera necessaria affinché questo significato possa essere riscoperto. Sai cosa sarebbe amare "le piccole cose"? Avere interesse e rispetto per chi hai davanti, senza uscire necessariamente in cento per dire cazzate e finire tutti catapultati sui propri cellulari, ma parlando della propria vita, speranze, problemi, riflessioni, aspettative, senza peli sulla lingua, mandano a fanculo per una volta il "decoro", il recitare una parte, il mostrarsi forte e sicuro quando non serve a nulla, se non per far vedere chi ce l'ha più grosso. Amare le piccole cose per me vuol dire guardarsi attorno, non fare come gli struzzi che se non piazzano gli occhi sul culo di quella che passa, sul televisore del locale di turno o sullo schermo del proprio cellulare non sono in grado di passare 10 minuti senza andare nel panico; guardarsi attorno e rendersi conto che il mondo non è quel cavolo di localetto di due metri per tre nel quale ci si imbuca tutte le sere, ma è anche la strada che ti ci porta, e ancor prima quell'altra strada nella quale non si va mai perché lì non c'è ressa e "che cosa ci andiamo a fare", quando il puro, semplice fatto di non averla mai percorsa renderebbe degna la prospettiva di attraversarla, esplorarla, vedere dove porti, affinché per una sera non sia tutto già scritto e deciso, ma da scoprire, un divenire, nel quale ogni gesto e ogni parola assumano un valore speciale e personale, e anche una stradina solitaria diventi uno spazio di possibilità che sappia di avventura. Amare le piccole cose vuol dire amare le parole, non buttarle là a caso tanto per dire qualcosa, per riempire gli spazi vuoti della conversazione, fare schiamazzo perché altrimenti non ci si sente abbastanza al centro dell'attenzione, ma capire che esse sono il principale strumento che abbiamo per assorbire il mondo che ci circonda e restituirlo a noi stessi e agli altri, per cui è segno di rispetto trattarle con parsimonia, affinché quel piccolo frammento di mondo che dipende da esse non risulti banale e squallido. In definitiva credo che "amare le piccole cose" voglia dire essere ancora capaci di interiorizzare quello che ci circonda, lavorarselo ben bene e rendere al prossimo qualcosa che non sia la mera realtà abusata fatta di quantità e ripetizione, ma di "vita vera", la nostra, la sua, quella degli altri, in uno scambio continuo nel quale le uniche distanze siano quelle che stimolano l'immaginazione. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quando vivevo da solo uscivo per procurarmi il cibo (non andavo a caccia, andavo al supermercato o nei negozi per alimentari).
Adesso che sono tornato a vivere con i miei, non trovo più motivi per uscire :nonso: |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Secondo me questo "oblio della coscienza" è preferibile rispetto a sapere e soffrire, è più salutare essere un rincoglionito in mezzo a un gruppo di rincoglioniti non sapendo di essere rincoglionito. Molte volte mi sono pentito e mi pento di me stesso, perché non capivo e non apprezzavo, non capisco e apprezzo nemmeno io queste cose. Molte volte invece mi lascio trascinare, non penso, eclisso me stesso, e sto bene. Per piccole cose intendo che so "prendere un caffè", "fare due chiacchiere, anche su cose banali", "vedere una partita in compagnia", "andare al concerto di un gruppo che ti piace", "ma anche ascoltare la musica da rincoglioniti, purché ti piaccia" robe così. Cose banali, anche ripetute, ovviamente non fino all'eccesso, che di quello si stufano tutti ._. Cose che però danno un senso di soddisfazione, o almeno dovrebbero. A qualcuno basta tutto ciò. A qualcuno no. Rimane il fatto soltanto che chi vive in maniera "gretta" e in certi casi "assurda" vive meglio di chi si condanna. E per me quello conta. Per me la verità è che prima le persone apprezzavano tutto ciò, perché avevano altro di che pensare, mentre invece abbiamo fin troppo di che pensare e ci creiamo noi stessi troppi problemi. In realtà rileggendolo forse ho confuso le parole del tuo messaggio, va bhè sto messaggio te lo scrivo lo stesso ._. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
La cosa dello stesso locale mi fa venire in mente How i met your mother (niente spoiler ._.). Cioè la situazione è idealizzata, ma esprime bene il concetto: non importa dove vai, per quante volte ci vai, ma se trovi le persone giuste tutto può andare bene. Anche lì, a parte cose assurde(?), ci si basa sulle piccole cose, ripetute, una vita "normale", ma comunque per me l'ideale. Ammetto che le conclusioni a cui sei arrivato siano molto profonde e sinceramente molto belle, e ti dico, magari fossi così ._. Ma secondo me è pretendere troppo, cioè è una idealizzazione utopica di quello che non potrà mai essere; questo anche perché non tutti sono in grado di raggiungere un tale apice (e io mi includo tranquillamente fra gli incapaci .-.) |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Feci proprio questa domanda a un mio "amico" normalone un po di tempo fa, e lui mi rispose:
In teoria serve a conoscere gente che a loro volta ti presentano altra gente che a loro volta ti presentano altra gente ancora e così via… e il risultato finale è conoscere tanta patata sperando che nel mucchio ci sia una (o più) disposta a dartela. Cit. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Evidentemente a molti piace socializzare.
Evidentemente molti si trovano a loro agio fuori di casa cosi come tu ti trovi a tuo agio nello stare in casa. Dovresti farti la domanda al contrario. Stare in casa.... a cosa serve? |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Alcune uscite sono aihme obbligate, quelle personali se posso le evito.
Sto tanto bene a casa mia. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Serve per fare qualcosa di diverso, prendere una boccata d'aria, sentirti vivo e non impazzire.
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Buoni motivi per uscire nel tempo libero:
1) Per fortuna, fuori non ci sono solo locali e spiagge dove fare baldoria ma anche luoghi costruttivi come musei e città d'arte. Visitarli dal vivo, magari con amici, anziché sui libri, è più coinvolgente e ce li fa rimanere più impressi. 2) Equilibrare i momenti di quiete domestica a quelli più dinamici del mondo esterno (soprattutto se non si studia o lavora). Esagerare invece con una circostanza, secondo me, svilisce i suoi pregi ai nostri sensi. 3) Conoscere meglio altre persone ci aiuta anche a capire meglio noi stessi. 4) Uscire dalla propria zona di comfort (non solo da casa propria ma anche e specialmente dalla propria città e da soli), mette a prova e migliora le proprie capacità organizzative, di orientamento e di leadership. Così si diventa mentalmente più autonomi dai genitori e dunque, secondo me, più disinibiti. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
È anche vero che: 1) Coi compagni di classe delle scuole superiori non ho mai legato tanto da "uscirci assieme". 2) Vivevo in un paese minuscolo lontano dalla città principale e mal servito dai mezzi pubblici. Anche se avessi voluto "uscire", non ne avrei avuto modo. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
nn tutte le cose si fanno perchè " servono" ..... uscire come dici tu nn è che serve a qualcosa ..... si esce per interaggire , per vedere che succede intorno a te , per gioire per cosi dire delle dinamiche che si vengono a creare in un luogo publico , ovviamente fare quelle cose tra le mura di casa toglie gran parte delle improvvisazioni dinamiche che si vengono a creare fuori che il più delle volte creano emozioni ai soggetti interessati ..... penso che si esca per questo e anche perchè la birra alla spina a casa nn c è :mrgreen:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
I luoghi, sono molto importanti. Quasi come lo sono le persone con cui decidi di ritrovarti per stare assieme. Se tu abitassi in un appartamento molto piccolo, potresti radunarti lì con i tuoi amici? Sarebbe scomodo. Oltre a questo, uscire serve per vedere posti diversi che non siano le solite quattro mura domestiche o il parco sotto casa. E' come se tu mi chiedessi: a cosa serve viaggiare? Le persone ci sono anche qui, ci sono gli alberi, le strade ecc. Ma viaggiare è bello perchè ogni posto è diverso, ogni luogo è "impregnato" di un suo profumo, della sua gente. Non fraintendermi, non sto asserendo che, che so, una discoteca sia un luogo a cui "ambire". Dico solo che per un essere umano diventa alquanto ripetitivo e noioso starsene confinato sempre nello stesso luogo, prima o dopo sente la necessità di muoversi, di stare in altri luoghi. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
|
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
per quanto riguarda invitare a casa propria mi rifaccio a quanto scritto da Eitaros, in particolare Quote:
Poi in un locale se ad un certo punto mi stufo/voglio andarmene posso farlo, a casa mia non sta bene dire "fine, tutti a casa!". Non so se sei solito invitare persone a casa tua, sì certo si può fare anche informalmente, improvvisando e come va va, ma normalmente le serate che riescono e che alla gente piacciono richiedono un lavoro dietro non da poco...Ma poi stiamo parlando di invitare il tuo miglior amico, o 5 o magari 10 persone (e magari fino all'ultimo il numero è anche abbastanza incerto) ? In questo caso mi sembra evidente perchè ritrovarsi fuori venga preferito all'invitare a casa visto l'impegno non indifferente che richiede e motivo per il quale infatti in un locale si paga. E poi, penso sia più stimolante un locale... e al limite anche fosse non una grande esperienza perchè il cibo fa schifo, la musica pure e il locale deprimente... io a differenza che se fosse stato fatto a casa mia non ne porto responsabilità e nessuno associa queste cose a me, in particolare se si è optato per quel posto insieme. Riguardo ad essere io ad andare a casa degli altri... bè, io mi dovrei sbattere come per andare in un locale visto che di casa devo comunque uscire... e a casa di altri mi sento anche più a disagio che in un bar o locale, essendo un ambiente privato non mi sento libera di muovermi , ho più paura di sporcare ecc. Insomma non vedo buone ragioni per preferire trovarsi a casa propria o altrui rispetto a uscire se non fobia degli altri/ della confusione/ paura ad uscire di sera o altre motivazioni (risparmio, freddo, impossibilità a muoversi ecc.). Poi c'è locale e locale, alcuni sono più adatti ad un tipo di persone ed altri ad altre. (Comunque anch'io alle uscite di sera preferisco di giorno... ma mi rendo conto son cose diverse e c'è un atmosfera diversa. A dirla tutta a me piacerebbe almeno un pò anche unire l'occasione di vedere gli amici col fare con loro qualcosa di utile, per noi stessi o altri) |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Quote:
Ovviamente l'esempio di how i met your mother era estremizzato, per riuscire a capirsi, però credo che poco cambi il posto dove ti trovi (o almeno relativamente) se stai bene con qualcuno. Anche a New York ci saranno le persone da te citate, che vivono una vita gretta, ripetitiva e nausante. Posso capire, anche se probabilmente non ai tuoi livelli, quello che vuol dire stare staccati dal mondo. Non sono mai stato a vivere in aperta campagna o che altro, ma per la maggior parte della mia vita ho vissuto in una piccola città di 60-70 000 abitanti e già lì ho visto quello che tu hai descritto perfettamente e molto volte mi sono sentito, mi sento estraneo a tutto ciò. Certe volte mi sento più un abitante del mondo, un senza patria e senza meta, disposto a viaggiare, a estraniarmi da tutto e da tutti, a scappare fino a che il mio animo non sia disposto a placarsi. |
Quote:
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 06:24. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.