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cancellato15306 19-06-2015 07:57

Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Come mai la socialità vi spaventa? La desiderate? Credete sia superflua? Credete occorra un benessere interiore prima di socializzare?

Inosservato 19-06-2015 08:14

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
a me non spaventa, cioè mi spaventa nel senso che non voglio finirci dentro rischiando la morte per noia e fatica
e poi non sopporto i doveri, salutare, chiamare chiaccherare bere cose mangiare pizze ridere quando non fanno ridere regalare cose ricevere cose regalate doversi giustificare per tutto (non vieni? perchè? ma fatti i ca]]i tuoi -_-) dare consigli per forza

tutto questo lo affronterei solamente se fossi miliardario e potessi non lavorare, a quel punto avrei intere giornate libere e potrei dedicarne 3 a settimana per esplicare questi doveri, il resto lo userei per riprendermi
purtroppo lavorando ho solo due giorni liberi a settimana e proprio non riuscirei a sprecarli con gente sacrificando i miei spazi

oppure potrei solo nel caso in cui tutti sti qui vivessero nel mio condominio, in tal caso ottimizzeri i tempi, ma sarebbe un incubo in quanto non potrei più avere privacy, non potrei mai negarmi a meno di non barricarmi in casa e tirar giù le tapparelle :miodio:

cancellato15306 19-06-2015 08:18

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Come mai dici che la socialità è un dovere? Ad esempio... secondo te avere una ragazza è un dovere?

Inosservato 19-06-2015 08:23

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538720)
Come mai dici che la socialità è un dovere? Ad esempio... secondo te avere una ragazza è un dovere?

nel momento in cui ce l'hai vorrei vedere non lo fosse, io non la tratterei certo come uno straccio, e questo implicherebbe tutta una serie di doveri...


ed infatti è pieno il mondo di uomini dallo sguardo triste e perso che vagano col carrellone all'ikea dietro a lei che salta dal reparto cucina alla scelta del colore del copriletto :miodio:

cioè il sabato pomeriggio, capisci???
per me è troppo, non sono così motivato per superare certi ostacoli :pensando:

cancellato15306 19-06-2015 08:28

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Inosservato (Messaggio 1538722)
nel momento in cui ce l'hai vorrei vedere non lo fosse, io non la tratterei certo come uno straccio, e questo implicherebbe tutta una serie di doveri...


ed infatti è pieno il mondo di uomini dallo sguardo triste e perso che vagano col carrellone all'ikea dietro a lei che salta dal reparto cucina alla scelta del colore del copriletto :miodio:

cioè il sabato pomeriggio, capisci???

Capisco! Ma ci sono vari motivi per cui le persone portano a termine i doveri sociali! Prima di tutto, perché dopo il dovere, c'è sempre un piacere.

Con la fidanzata questo piacere è più evidente (c'è quello erotico, c'è una forte condivisione) però la fidanzata non è un essere mistico, quindi molte cose parecchio ganze si possono tirare fuori dai rapporti con mille e mille altre persone.

iturbe89 19-06-2015 10:45

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
L uomo è un animale "sociale" :/. In teoria dovrebbe quindi essere "obbligato" a socializzare

cancellato16177 19-06-2015 10:50

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
A me spaventa il fatto di esserne sopraffatta, annichilita. Gli estroversi tendono a proiettare sugli altri il proprio "io", ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con gli altri "(ovviamente anche gli estroversi hanno bisogno di tempo da soli, ma questo tempo è spesso limitato ) un'estroverso rinchiuso in una stanza da solo per giorni (anche con degli svaghi a disposizione) non avrebbe su chi "proiettare il proprio io" subendo un'annichilimento totale della propria personalità. La persona sperimenterà a quel punto sintomi tipici di una "fuga dissociativa", non riconoscendo più se stesso e dissociandosi lentamente dalla realtà a meno che non si metta a parlare con il muro proiettando su di esso il proprio "io".

L'introverso invece non proietta il proprio io sugli altri, lo proietta interiormente, ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con me stesso" (anche l'introverso ha bisogno di tempo con gli altri ma questo è limitato come nel caso degli estroversi).
Un'introverso costretto per giorni a stare senza sosta in compagnia di altre persone, senza la possibilità di potersi isolare e "ricaricare", sperimenterebbe la stessa "fuga dissociativa" dell'estroverso costretto a stare solo. Non si riconoscerebbe più, sperimentando anche sensazioni di tipo psicotico del tipo "gli altri mi rubano l'energia, stando con gli altri non mi sento più me stesso". Ovviamente l'introverso costretto a prolungati periodi "in compagnia" può ricorre a degli stratagemmi a differenza dell'estroverso da solo, può per esempio, anche se in compagnia, "estraniarsi nella propria mente" questo fa si che l'introverso raramente impazzisca se costretto a prolungati periodi in compagnia di altre persone(magari appare taciturno o poco socievole) al contrario dell'estroverso costretto alla solituine che quasi sicuramente impazzirebbe.

(l'introverso impazzirebbe per solitudine solo dopo lunghi periodi e non per mancanza di altre persone su cui proiettare il proprio io, ma per mancanza di "stimoli" sensoriali e intellettivi/emotivi)

Io sperimento queste sensazione quando sono costretta alla socialità prolungata e molto intessa (stare con molte persone ecc) mi sento "non più me stessa" come se dovendo proiettare la mia personalità, i miei pensieri esternamente "li perdessi". Con tre quattro, persone non sperimento questo, ma in feste con duecento invitati per esempio si, "non capisco più niente" e non percepisco più i miei pensieri. Ecco cosa mi spaventa, questa sensazione di "annichilimento."

E poi temo anche un pò il giudizio altrui, siccome sono introversa e tendo a quel "estraniarmi" di cui sopra dopo un pò, penso di non essere all'altezza di intrattenere altre persone che magari mi giudicherebbero troppo chiusa e noiosa.

varykino 19-06-2015 11:01

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
non mi spaventa , è noioso , non so cosa ci sia di cosi esaltante da essere la seconda roba che cita la gente dopo il sesso come il top sulla terra :sisi:

la roba peggio cmq del socializzare e stare in mezzo alla gente secondo me è che vogliono sempre qualcosa da te , ma non danno mai niente .... uno finisce per fare l'intrattenitore di folle annoiate .... perchè è pieno di gente vuota che socializza .

Blue Sky 19-06-2015 11:02

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Allora, io ho una personalità fortemente insicura. Della socialità temo anzitutto il giudizio altrui; e più in generale, essendo la socialità una forma di esposizione, temo di dimostrare (agli altri e a me stesso) la mia incapacità.

Comunque, ho grande bisogno del contatto con gli altri. Sì sono introverso, ma questo non vuol dire che io non senta il genuino bisogno di condivisione. Nella mia vita ho bisogno di legami famigliari, ho bisogno di amici veri, e forse avrò bisogno di relazioni sentimentali (il fatto che non non ne percepisca grande bisogno ora è probabilmente nient'altro che uno schermo difensivo che sto usando).

claire 19-06-2015 11:05

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Il giudizio che consegue all'esposizione,soprattutto pratica e prestazionale.Ma anche fisica e verbale, (quest'ultima un po' meno delle altre).
Perchè?Perché ho la fobia sociale e sono evitante.

cancellato15306 19-06-2015 11:08

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1538788)
A me spaventa il fatto di esserne sopraffatta, annichilita. Gli estroversi tendono a proiettare sugli altri il proprio "io", ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con gli altri "(ovviamente anche gli estroversi hanno bisogno di tempo da soli, ma questo tempo è spesso limitato ) un'estroverso rinchiuso in una stanza da solo per giorni (anche con degli svaghi a disposizione) non avrebbe su chi "proiettare il proprio io" subendo un'annichilimento totale della propria personalità. La persona sperimenterà a quel punto sintomi tipici di una "fuga dissociativa", non riconoscendo più se stesso e dissociandosi lentamente dalla realtà a meno che non si metta a parlare con il muro proiettando su di esso il proprio "io".

L'introverso invece non proietta il proprio io sugli altri, lo proietta interiormente, ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con me stesso" (anche l'introverso ha bisogno di tempo con gli altri ma questo è limitato come nel caso degli estroversi).
Un'introverso costretto per giorni a stare senza sosta in compagnia di altre persone, senza la possibilità di potersi isolare e "ricaricare", sperimenterebbe la stessa "fuga dissociativa" dell'estroverso costretto a stare solo. Non si riconoscerebbe più, sperimentando anche sensazioni di tipo psicotico del tipo "gli altri mi rubano l'energia, stando con gli altri non mi sento più me stesso". Ovviamente l'introverso costretto a prolungati periodi "in compagnia" può ricorre a degli stratagemmi a differenza dell'estroverso da solo, può per esempio, anche se in compagnia, "estraniarsi nella propria mente" questo fa si che l'introverso raramente impazzisca se costretto a prolungati periodi in compagnia di altre persone(magari appare taciturno o poco socievole) al contrario dell'estroverso costretto alla solituine che quasi sicuramente impazzirebbe.

(l'introverso impazzirebbe per solitudine solo dopo lunghi periodi e non per mancanza di altre persone su cui proiettare il proprio io, ma per mancanza di "stimoli" sensoriali e intellettivi/emotivi)

Io sperimento queste sensazione quando sono costretta alla socialità prolungata e molto intessa (stare con molte persone ecc) mi sento "non più me stessa" come se dovendo proiettare la mia personalità, i miei pensieri esternamente "li perdessi". Con tre quattro, persone non sperimento questo, ma in feste con duecento invitati per esempio si, "non capisco più niente" e non percepisco più i miei pensieri. Ecco cosa mi spaventa, questa sensazione di "annichilimento."

La tua opinione è interessante. Però secondo me non è esattamente così.
Una persona, diciamo estroversa, sicuramente gioirà della compagnia degli altri. Su questo punto sono d'accordo.
Tuttavia, la solitudine condiziona negativamente chiunque, estroversi ed introversi. Da un lato chi è introverso brama questa solitudine perché estremamente focalizzato e dedito al proprio mondo interiore, ma d'altra parte ne risente negativamente se tale solitudine è prolungata (non a caso noi "soli" siamo finiti su questo forum e non siamo certo gioiosi e gaudenti).

Inoltre, a mio parere, chi è estroverso non proietta il proprio io sugli altri: anzi, assimila l'io degli altri senza percepirlo come una minaccia. Come può qualcuno uscire con 10, 20 persone contemporaneamente? Perché trova qualcosa di interessante e nuovo in ciascuno di loro, che è esterno a sé, ma è comunque apprezzabile. Invece, quando si è introversi, si tende ad essere spaventati dall'io degli altri, si ha paura che il proprio mondo interiore venga risucchiato dal mondo degli altri, quando invece questo pensiero è spesso disfunzionale. Si può essere noi stessi ed ammirare e percepire chi ci circonda, perché sappiamo che gli altri ci tengono in considerazione e noi badiamo a noi stessi.

Sickle 19-06-2015 11:10

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
mi spaventa l'idea di dover per forza interagire con le persone... nella società di oggi bisogna per forza parlare, parlare, e ancora parlare!... anche nel lavoro! oggi in quasi tutti i lavori bisogna parlare con clienti, colleghi, capi, rispondere al telefono... che schifo!

cancellato15306 19-06-2015 11:11

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1538794)
non mi spaventa , è noioso , non so cosa ci sia di cosi esaltante da essere la seconda roba che cita la gente dopo il sesso come il top sulla terra :sisi:

la roba peggio cmq del socializzare e stare in mezzo alla gente secondo me è che vogliono sempre qualcosa da te , ma non danno mai niente .... uno finisce per fare l'intrattenitore di folle annoiate .... perchè è pieno di gente vuota che socializza .

Il fatto che giudichi la socializzazione come qualcosa di noioso... può essere nocivo. Nel senso. Credi che qualsiasi rapporto interpersonale sia noioso?

varykino 19-06-2015 11:13

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538802)
Il fatto che giudichi la socializzazione come qualcosa di noioso... può essere nocivo. Nel senso. Credi che qualsiasi rapporto interpersonale sia noioso?

molti lo sono , non tutti vabbè , ma secondo me molti.

Blue Sky 19-06-2015 11:14

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1538797)
Il giudizio che consegue all'esposizione,soprattutto pratica e prestazionale.Ma anche fisica e verbale, (quest'ultima un po' meno delle altre).
Perchè?Perché ho la fobia sociale e sono evitante.

ecco...

cancellato15306 19-06-2015 11:18

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1538803)
molti lo sono , non tutti vabbè , ma secondo me molti.

Ma come mai sono noiosi? Cosa c'è di noioso?

cancellato15306 19-06-2015 11:21

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1538797)
Il giudizio che consegue all'esposizione,soprattutto pratica e prestazionale.Ma anche fisica e verbale, (quest'ultima un po' meno delle altre).
Perchè?Perché ho la fobia sociale e sono evitante.

Ma le persone non stanno lì, fisse, a cercare di giudicare il prossimo. Se lo fanno non sono generalmente persone molto felici, e probabilmente sperimentano il tuo stesso problema. Chi giudica esplicitamente, spesso teme di essere giudicato: questo perché? Perché mette i valori del sé e dell'oggetto di fronte ai valori degli altri. I valori sono universali: se uno giudica la bellezza più importante della misericordia, giudicherà tutti, compreso se stesso, in base a ciò.

Quindi non mi porrei il problema dell'essere giudicati, visto che chi giudica è affetto da un comportamento disfunzionale. In generale in un rapporto sociale le persone mettono di fronte i valori dell'altro (generosità, rispetto, ascolto, accettazione ecc. ) a quelli del sé e dell'oggetto, quindi tutto fila liscio, in teoria.

claire 19-06-2015 11:25

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538815)
Ma le persone non stanno lì, fisse, a cercare di giudicare il prossimo. Se lo fanno non sono generalmente persone molto felici, e probabilmente sperimentano il tuo stesso problema. Chi giudica esplicitamente, spesso teme di essere giudicato: questo perché? Perché mette i valori del sé e dell'oggetto di fronte ai valori degli altri. I valori sono universali: se uno giudica la bellezza più importante della misericordia, giudicherà tutti, compreso se stesso, in base a ciò.

Quindi non mi porrei il problema dell'essere giudicati, visto che chi giudica è affetto da un comportamento disfunzionale. In generale in un rapporto sociale le persone mettono di fronte i valori dell'altro (generosità, rispetto, ascolto, accettazione ecc. ) a quelli del sé e dell'oggetto, quindi tutto fila liscio, in teoria.

Non è che ho deciso io di pormi il problema perché una mattina mi sono svegliata e ho deciso di farmi rovinare la vita dalla paura del giudizio.
Dici"non mi porrei",come fosse frutto di una scelta.

E spieghi cose che so, che sanno tutti i fobici.Ma sapere che la gente non passa la vita a fissarti non ti toglie la FS.
Non si guarisce con le consapevolezze.
Anzi si sta più male perché ci si sente stupidi

Blue Sky 19-06-2015 11:26

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1538788)
A me spaventa il fatto di esserne sopraffatta, annichilita. Gli estroversi tendono a proiettare sugli altri il proprio "io", ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con gli altri "(ovviamente anche gli estroversi hanno bisogno di tempo da soli, ma questo tempo è spesso limitato ) un'estroverso rinchiuso in una stanza da solo per giorni (anche con degli svaghi a disposizione) non avrebbe su chi "proiettare il proprio io" subendo un'annichilimento totale della propria personalità. La persona sperimenterà a quel punto sintomi tipici di una "fuga dissociativa", non riconoscendo più se stesso e dissociandosi lentamente dalla realtà a meno che non si metta a parlare con il muro proiettando su di esso il proprio "io".

L'introverso invece non proietta il proprio io sugli altri, lo proietta interiormente, ciò comporta pensieri del tipo "esisto solo se sto con me stesso" (anche l'introverso ha bisogno di tempo con gli altri ma questo è limitato come nel caso degli estroversi).
Un'introverso costretto per giorni a stare senza sosta in compagnia di altre persone, senza la possibilità di potersi isolare e "ricaricare", sperimenterebbe la stessa "fuga dissociativa" dell'estroverso costretto a stare solo. Non si riconoscerebbe più, sperimentando anche sensazioni di tipo psicotico del tipo "gli altri mi rubano l'energia, stando con gli altri non mi sento più me stesso". Ovviamente l'introverso costretto a prolungati periodi "in compagnia" può ricorre a degli stratagemmi a differenza dell'estroverso da solo, può per esempio, anche se in compagnia, "estraniarsi nella propria mente" questo fa si che l'introverso raramente impazzisca se costretto a prolungati periodi in compagnia di altre persone(magari appare taciturno o poco socievole) al contrario dell'estroverso costretto alla solituine che quasi sicuramente impazzirebbe.

(l'introverso impazzirebbe per solitudine solo dopo lunghi periodi e non per mancanza di altre persone su cui proiettare il proprio io, ma per mancanza di "stimoli" sensoriali e intellettivi/emotivi)

Io sperimento queste sensazione quando sono costretta alla socialità prolungata e molto intessa (stare con molte persone ecc) mi sento "non più me stessa" come se dovendo proiettare la mia personalità, i miei pensieri esternamente "li perdessi". Con tre quattro, persone non sperimento questo, ma in feste con duecento invitati per esempio si, "non capisco più niente" e non percepisco più i miei pensieri. Ecco cosa mi spaventa, questa sensazione di "annichilimento."

E poi temo anche un pò il giudizio altrui, siccome sono introversa e tendo a quel "estraniarmi" di cui sopra dopo un pò, penso di non essere all'altezza di intrattenere altre persone che magari mi giudicherebbero troppo chiusa e noiosa.

Davvero interessante, rifletterò su questo post.
L'unica cosa che penso si possa appuntare è che non per forza la vita richiede all'introverso di esporsi alla socialità in modo traumatico e continuo. Tu parli di socialità prolungata, e in effetti in quel caso anch'io non mi sentirei più me stesso, non avrei modo per ricaricare. Mi vengono in mente situazioni come la gita di scuola o una vacanza, dove sei a contatto con qualcuno ininterrottamente. Però nella vita normale, certo c'è il lavoro, certo ci possono essere le occasioni sociali, però quel pò di tempo per stare da soli si può ritagliare. Penso che la grande sfida per un introverso sia riuscire a farsi bastare quel ritaglio di tempo... oltre ovviamente a trovare del buono anche nella socialità perché non è detto che sia per forza un trauma.

cancellato16177 19-06-2015 11:29

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538799)
La tua opinione è interessante. Però secondo me non è esattamente così.
Una persona, diciamo estroversa, sicuramente gioirà della compagnia degli altri. Su questo punto sono d'accordo.
Tuttavia, la solitudine condiziona negativamente chiunque, estroversi ed introversi. Da un lato chi è introverso brama questa solitudine perché estremamente focalizzato e dedito al proprio mondo interiore, ma d'altra parte ne risente negativamente se tale solitudine è prolungata (non a caso noi "soli" siamo finiti su questo forum e non siamo certo gioiosi e gaudenti).

Inoltre, a mio parere, chi è estroverso non proietta il proprio io sugli altri: anzi, assimila l'io degli altri senza percepirlo come una minaccia. Come può qualcuno uscire con 10, 20 persone contemporaneamente? Perché trova qualcosa di interessante e nuovo in ciascuno di loro, che è esterno a sé, ma è comunque apprezzabile. Invece, quando si è introversi, si tende ad essere spaventati dall'io degli altri, si ha paura che il proprio mondo interiore venga risucchiato dal mondo degli altri, quando invece questo pensiero è spesso disfunzionale. Si può essere noi stessi ed ammirare e percepire chi ci circonda, perché sappiamo che gli altri ci tengono in considerazione e noi badiamo a noi stessi.

L'introverso è un essere umano esattamente come l'estroverso e necessità di stimoli emotivi/intellettivi (parlare, scambiarsi opinioni, gesti d'affetto, confidarsi, avere rapporti sessuali, ridere) solo che l'estroverso ne ha più necessità e con più continuità nel tempo, perché proietta se stesso sugli altri e solo così capisce se stesso, si riconosce, capisce i propri pensieri. Un estroverso per esempio può non sapere cosa sta pensando finché non dice a voce quello che sta pensando o può non sapere cosa sta provando finché non riversa sugli altri i propri sentimenti mentre, l'introverso invece, può anche se sta da solo sapere cosa sta pensando (dare una forma ai propri pensieri) o sapere cosa sta provando.

Per farti un esempio un'estroverso preferirà studiare in compagnia o partecipare ad una lezione perché così riuscirà a capire meglio quello che sta studiando, attraverso la "proiezione e condivisione dei propri pensieri". Un'introverso può provare una sensazione di "annullamento" se proietta fuori i propri sentimenti, può temere che questi suoi sentimenti possano essere esposti al ridicolo o temere "di non percepirli più con la stessa intensità" quindi preferisce tenerli per se o condividerli con pochi "eletti". Sempre l'introverso può pensare che i propri pensieri(processi logici), che sono suoi e preziosi, se esposti all'opinione degli altri possano perdere di valore o essere screditati, sebbene abbia, come tutti, piacere nel condividere il prorpio punto di vista, lo condivide però solo con pochi eletti, se riesce a trovarli. Questa è la differenza tra estroverso e introverso. L'introverso teme di perdere se stesso se "espone" il proprio mondo interiore e quindi lo custodisce con maggiore gelosia dell'estroverso, che invece ha la forte necessità di portare fuori quello che ha dentro per capirsi.

Myway 19-06-2015 11:30

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Abbiamo letto Jung a quanto pare....:bene:

varykino 19-06-2015 11:30

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538811)
Ma come mai sono noiosi? Cosa c'è di noioso?

nn lo so le dinamiche proprio , i ruoli che ognuno si costruisce sono sempre gli stessi , è facile inquadrare le persone dopo 2 sec sai che genere di animalazzo c'hai davanti , ma cmq parlo cosi forse perchè ho avuto delle amicizie di sto genere , non lo so mi son sempre adattato io a loro mai loro a me quindi è stato stancante ..... poi non nego che esistano rapporti amichevoli belli e soddisfacenti , probabilmente c è gente che attira delle amicizie come le mie e altri al contrario ..... una buona parte di colpa ce l'avrò pure io per sto pensiero che ho però sinceramente frega nulla della colpa etc...

cancellato15306 19-06-2015 11:34

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1538816)
Non è che ho deciso io di pormi il problema perché una mattina mi sono svegliata e ho deciso di farmi rovinare la vita dalla paura del giudizio.
Dici"non mi porrei",come fosse frutto di una scelta.

E spieghi cose che so, che sanno tutti i fobici.Ma sapere che la gente non passa la vita a fissarti non ti toglie la FS.
Non si guarisce con le consapevolezze.

Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?

tersite 19-06-2015 11:35

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538715)
Come mai la socialità vi spaventa? La desiderate? Credete sia superflua? Credete occorra un benessere interiore prima di socializzare?

mi spaventano gli essere umani punto.

cancellato15306 19-06-2015 11:37

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1538823)
nn lo so le dinamiche proprio , i ruoli che ognuno si costruisce sono sempre gli stessi , è facile inquadrare le persone dopo 2 sec sai che genere di animalazzo c'hai davanti , ma cmq parlo cosi forse perchè ho avuto delle amicizie di sto genere , non lo so mi son sempre adattato io a loro mai loro a me quindi è stato stancante ..... poi non nego che esistano rapporti amichevoli belli e soddisfacenti , probabilmente c è gente che attira delle amicizie come le mie e altri al contrario ..... una buona parte di colpa ce l'avrò pure io per sto pensiero che ho però sinceramente frega nulla della colpa etc...

Secondo me non hai avuto molti rapporti sociali. Ti garantisco che avendone avuti molti ultimamente riscontro una enorme diversità nelle persone e scarsa prevedibilità :)

cancellato15306 19-06-2015 11:38

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 1538822)
Abbiamo letto Jung a quanto pare....:bene:

Io no :pensando: Cosa dice Jung?

Myway 19-06-2015 11:38

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538827)
Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?

In genere non servono qualità eccezionali per vivere bene la socialità o chissà quali sforzi superomistici, semplicemente mancano determinati problemi specifici, tipo fs ecc, ci si trova inseriti, cercati, protetti dal branco....nelle situazioni extra sociali molti estroversi hanno lacune , se criticati accusano il colpo ecc

Myway 19-06-2015 11:39

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538830)
Io no :pensando: Cosa dice Jung?

Mi riferivo ai post di Darkrose....la differenza tra intro ed estro...

claire 19-06-2015 11:39

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538827)
. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?

Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.

Blue Sky 19-06-2015 11:41

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538827)
Figurati, so bene che il problema non sei stata tu a portelo. Sono cose che sorgono nel corso della nostra vita senza e che noi non siamo in grado di controllare. Tuttavia, la soluzione non può che partire da una scelta cosciente. La sicurezza di sé che gli altri hanno, da cosa deriva? Gli altri hanno forse delle qualità oggettive potenti ed universali? Probabilmente no. Quindi su cosa si basano? Su qualcosa si dovranno pur basare. E se scoprissimo su cosa si basano e provassimo ad imitarli?

Certamente no. Ogni persona ha i suoi pregi e difetti, eppure alcuni sono insicuri e altri no. Ci sono gli "incapaci" sicuri di sè, e i "bravissimi" insicuri. I due binomi bravura/incapacità e sicurezza/insicurezza bisogna riuscire a tenerli sganciati tra loro. Quindi io posso diventare sicuro di me anche se non sono perfetto. Ed è esattamente questa la chiave di volta della gran parte dei miei problemi, se solo mi entrasse in testa.

cancellato15306 19-06-2015 11:43

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1538819)
L'introverso è un essere umano esattamente come l'estroverso e necessità di stimoli emotivi/intellettivi (parlare, scambiarsi opinioni, gesti d'affetto, confidarsi, avere rapporti sessuali, ridere) solo che l'estroverso ne ha più necessità e con più continuità nel tempo, perché proietta se stesso sugli altri e solo così capisce se stesso, si riconosce, capisce i propri pensieri. Un estroverso per esempio può non sapere cosa sta pensando finché non dice a voce quello che sta pensando o può non sapere cosa sta provando finché non riversa sugli altri i propri sentimenti mentre, l'introverso invece, può anche se sta da solo sapere cosa sta pensando (dare una forma ai propri pensieri) o sapere cosa sta provando.

Per farti un esempio un'estroverso preferirà studiare in compagnia o partecipare ad una lezione perché così riuscirà a capire meglio quello che sta studiando, attraverso la "proiezione e condivisione dei propri pensieri". Un'introverso può provare una sensazione di "annullamento" se proietta fuori i propri sentimenti, può temere che questi suoi sentimenti possano essere esposti al ridicolo o temere "di non percepirli più con la stessa intensità" quindi preferisce tenerli per se o condividerli con pochi "eletti". Sempre l'introverso può pensare che i propri pensieri(processi logici), che sono suoi e preziosi, se esposti all'opinione degli altri possano perdere di valore o essere screditati, sebbene abbia, come tutti, piacere nel condividere il prorpio punto di vista, lo condivide però solo con pochi eletti, se riesce a trovarli. Questa è la differenza tra estroverso e introverso. L'introverso teme di perdere se stesso se "espone" il proprio mondo interiore e quindi lo custodisce con maggiore gelosia dell'estroverso, che invece ha la forte necessità di portare fuori quello che ha dentro per capirsi.

Concordo perfettamente sulle modalità dell'introverso, ma non con quelle dell'estroverso. Chi è estroverso non ha bisogno di proiettare i suoi pensieri sugli altri in quanto incapace di capire cosa pensa in compagnia: chi è estroverso sta in compagnia in quanto gradisce la compagnia, semplicemente, secondo me. Ha le medesime capacità metacognitive di un introverso, ha la stessa autocoscienza e quant'altro, solo che può tendere ad applicarle di meno in quanto può reputarle meno importanti delle capacità sociali.

cancellato15306 19-06-2015 11:44

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da Myway (Messaggio 1538832)
Mi riferivo ai post di Darkrose....la differenza tra intro ed estro...

Ah bon :)

cancellato15306 19-06-2015 11:45

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da claire (Messaggio 1538833)
Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.

Ti auguro tutto il bene per il tuo cammino verso la felicità, allora :)

cancellato15306 19-06-2015 11:48

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da Blue Sky (Messaggio 1538834)
Certamente no. Ogni persona ha i suoi pregi e difetti, eppure alcuni sono insicuri e altri no. Ci sono gli "incapaci" sicuri di sè, e i "bravissimi" insicuri. I due binomi bravura/incapacità e sicurezza/insicurezza bisogna riuscire a tenerli sganciati tra loro. Quindi io posso diventare sicuro di me anche se non sono perfetto. Ed è esattamente questa la chiave di volta della gran parte dei miei problemi, se solo mi entrasse in testa.

Se una persona aderisce costantemente ai propri valori allora è sicura.
Ma quali sono i nostri valori? La bellezza, l'intelligenza? Probabilmente no, se stiamo male applicandoli al mondo.

Come riconoscere i propri valori? Osservando gli altri, capendo chi ammiriamo e poi cercando di capire perché lo ammiriamo e infine applicando questi perché a noi stessi.

Blue Sky 19-06-2015 11:49

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da claire (Messaggio 1538833)
Non ho fatto altro per 30anni.
Il risultato è che adesso non ho più le forze e non riesco più a stare con la gente.
Cercare disperatamente di essere "come gli altri" porta solo infelicità.
Meglio lavorare su altro, per esempio sull'accettazione del proprio io limiti compresi,se non è troppo tardi.

Ma questo è giustissimo. E' proprio questo ciò che bisogna fare, e non è certo un obiettivo "minimo" o un ripiego.
Bisogna essere consapevoli dei propri limiti ma allo stesso tempo capire che essi non vanno a distruggere la nostra persona, che abbiamo diritti, qualità e valori indipendentemente dal fatto che riusciamo o no a fare alcune cose invece che altre.
Penso che questa sia praticamente la definizione di autostima, autostima non significa piacersi, significa essere sereni e consapevoli delle proprie caratteristiche, tenendo a mente cosa si ha di buono e quali sono i punti deboli, senza vivere male per questo.

~~~ 19-06-2015 12:03

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538799)
Invece, quando si è introversi, si tende ad essere spaventati dall'io degli altri, si ha paura che il proprio mondo interiore venga risucchiato dal mondo degli altri, quando invece questo pensiero è spesso disfunzionale.

Non è un pensiero disfunzionale, è semplicemente quello che accade.
Per via di un rapporto di forze, non perché gli altri siano fagocitanti, anche se a volte lo sono davvero.


Sembra che io mi sia esclusa dal discorso ma in realtà anche io posso dare queste sensazioni ad un altro, possiamo darcele a vicenda, non dipende solo da me né solo dall'altro, anche se. . .
Diciamo che a volte tutta la delicatezza e l'attenzione del mondo non bastano a colmare l'insicurezza dell'altro.

cancellato15306 19-06-2015 12:07

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1538855)
Non è un pensiero disfunzionale, è semplicemente quello che accade.
Per via di un rapporto di forze, non perché gli altri siano fagocitanti, anche se a volte lo sono davvero.

La disfunzionalità non sta nel concetto (l'integrazione nel mondo degli altri) ma nel modo in questo concetto è espresso (essere fagocitati, annichiliti, annullati).
Ovviamente quando si sta con altri si crea un ambiente sociale condiviso, ma non per questo ci sono rinunce o che. Anzi, c'è un guadagno per tutti.

Introverso 19-06-2015 12:12

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538715)
Come mai la socialità vi spaventa? La desiderate? Credete sia superflua? Credete occorra un benessere interiore prima di socializzare?

Della socialità in generale mi preoccupano le aspettative che la società ha verso il singolo, il giudizio e le conseguenze: esclusione e critiche/prese in giro, oltre a certi ambienti e persone che si impongono in maniera aggressiva (verbalmente e/o fisicamente).
Nelle amicizie importanti invece mi preoccupa non essere all'altezza dell'affetto che mi dimostrano o di ciò che gli amici fanno per me, oltre alla difficoltà nell'aprirmi veramente e confidare certe cose, tra cui alcune del passato che mi han fatto stare malissimo. Ho anche la perenne preoccupazione/ossessione che la gente voglia farmi del male o mettermelo in quel posto, probabilmente per via del mio passato.
Comunque nonostante tutto desidero la socialità e non la rifuggo, mi richiede molte energie ma cerco di mettercela tutta.
Metto questo impegno perché personalmente ritengo importantissima e necessaria la sfera sociale per la persona, é ciò che permette confronto e arricchimento, oltre a conforto e completezza quando si trovano le persone giuste. Poi ovviamente capisco quanto possa essere più o meno difficile in base al singolo fobico.

~~~ 19-06-2015 12:15

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
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Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1538860)
La disfunzionalità non sta nel concetto (l'integrazione nel mondo degli altri) ma nel modo in questo concetto è espresso (essere fagocitati, annichiliti, annullati).
Ovviamente quando si sta con altri si crea un ambiente sociale condiviso, ma non per questo ci sono rinunce o che. Anzi, c'è un guadagno per tutti.

È una sensazione tangibile che è la causa del rintanamento di molti, non può essere messa in discussione perché è una sensazione chiara. Nel senso, non si discute del giudizio altrui che potremmo non sapere mai veramente, si riconosce una propria sensazione e ci si sente indifesi.

Se si sta male evidentemente ci sono sia le rinunce che il poco guadagno.

Blimunda 19-06-2015 12:17

Re: Cosa vi spaventa della socialità? Perché?
 
mi spaventava il giudizio, il sentirmi inferiore, il disagio, anche se era irrazionale, per così dire avevo paura della paura. In generale credo che il fobico abbia paura della relazione perchè teme di venirne danneggiato, che nella relazione ci venga rubato qualcosa.


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