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MAximum 28-03-2015 09:57

la centralità dell'io
 
Da 5 mesi ho iniziato a lavorare come promoter, ciò mi ha consentito di entrare in contatto con moltissime persone. Sapete di cosa mi sono reso conto? Per essere bravi interlocutori è sufficiente ASCOLTARE e parlare delle cose di cui si interessa l'altro. Non serve null'altro, nessuna storia interessante da raccontare, nessun evento particolare della tua giornata, niente che possa mettere al centro dell'attenzione il tuo io. Non c'è nulla da fare, siamo degli inguaribili egocentrici. Se volete risultare interessante a qualcuno ascoltate quello che ha da dire e parlate di ciò che gli interessa.
Per suffragare la mia tesi, ho provato a prlare di me con persone conosciute da poco, l'effetto ottenuto è il totale disinteresse, invece facendole parlare e parlando di loro, sono riuscito ad attirare subito la loro attenzione.
Forse è questo che distingue un amico da un conoscente, gli amici sono disposti anche ad ascoltare, non solo ad essere ascoltati.
Voi cosa ne pensate?

P.s. io sto cercando di cambiare approccio in questa direzione, prima parlavo troppo di me

pokorny 28-03-2015 10:20

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482447)
Da 5 mesi ho iniziato a lavorare come promoter, ciò mi ha consentito di entrare in contatto con moltissime persone. Sapete di cosa mi sono reso conto? Per essere bravi interlocutori è sufficiente ASCOLTARE e parlare delle cose di cui si interessa l'altro. Non serve null'altro, nessuna storia interessante da raccontare, nessun evento particolare della tua giornata, niente che possa mettere al centro dell'attenzione il tuo io. Non c'è nulla da fare, siamo degli inguaribili egocentrici. Se volete risultare interessante a qualcuno ascoltate quello che ha da dire e parlate di ciò che gli interessa.
Per suffragare la mia tesi, ho provato a prlare di me con persone conosciute da poco, l'effetto ottenuto è il totale disinteresse, invece facendole parlare e parlando di loro, sono riuscito ad attirare subito la loro attenzione.
Forse è questo che distingue un amico da un conoscente, gli amici sono disposti anche ad ascoltare, non solo ad essere ascoltati.
Voi cosa ne pensate?

P.s. io sto cercando di cambiare approccio in questa direzione, prima parlavo troppo di me

Penso che sia un post da incorniciare e senza togliere niente alle tonnellate di post interessanti e preziosi che ormai sono sul sito, uno dei top 20 passati presenti e futuri. Anche io ho sempre pensato cose simili, non per niente ho sostenuto e sostengo che dietro moltissimi fobici/timidi si celi un senso dell'ego anormale (me per primo!).

~~~ 28-03-2015 10:31

Re: la centralità dell'io
 
Basta che poi appena inizio a parlare io non volino pesci in faccia e rotture di cazzo.








♪ END EVRIBADI SE
ABAU DE BEEERD
ABU DE BE BE BE
BE IS DE UE
ABAU DE BE! ♪

http://getoffmyinternets.net/gomipre...odogad5bq4.gif

Noriko 28-03-2015 10:56

Re: la centralità dell'io
 
E' la scoperta dell'acqua calda :( purtroppo funziona così.

Quello che stona è lo stare sentire gli altri per interagire e poi fregartene.

Blue Sky 28-03-2015 11:36

Re: la centralità dell'io
 
E' sicuramente tutto vero.
E' una bella sfida quella di adottare la strategia che hai indicato, far parlare gli altri di sè e dimostrarsi interessati. E' un metodo che ti fa ottenere anche l'effetto positivo di distogliere l'attenzione dell'altro da te e dalla tua vita, che è ciò che noi fobici desideriamo di più.

Certo, a onor del vero la riflessione che mi viene da fare in chiave un pò polemica è che in questo modo noi non facciamo altro che alimentare l'ego degli altri. La lettura che do di questa dinamica non è che la gente ha un ego meno sviluppato del nostro, al contrario, in realtà tutti abbiamo un ego che necessita di essere alimentato: tutte le persone gradiscono ricevere domande e poter parlare di sè; allo stesso modo noi, se non avessimo la fobia del giudizio altrui, gradiremmo parlare di noi. Non riusciamo a farlo liberamente e questa è un'ulteriore causa di frustrazione.

Comunque per adottare in modo efficace la strategia che Maximum suggerisce, è indispensabile, come premessa, essere interessati dagli altri. Io devo far domande al mio interlocutore perché mi interessa sinceramente sapere di lui.
Questo è qualcosa che per noi timidi o fobici è molto difficile. Noto su di me che spesso la fobia sociale mi fa vedere gli altri non come persone a tutto tondo, ma esclusivamente come giudici dei miei comportamenti. Gli altri ai miei occhi non sono persone, sono i mostri del mio incubo. E' chiaro che con questa distorsione cognitiva io non sarò mai interessato ad informarmi della loro vita, vorrò solo trovare il modo più veloce per scappare da loro. Questo appiattimento degli altri nel ruolo stereotipato di "cattivi" è ciò che ci impedisce di adottare con loro un dialogo spontaneo, in cui si fan domande perché davvero si vuole sapere.

MAximum 28-03-2015 11:37

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 1482459)
E' la scoperta dell'acqua calda :( purtroppo funziona così.

Quello che stona è lo stare sentire gli altri per interagire e poi fregartene.

ti giuro, per me non era una cosa così banale :)

Non si interagisce per poi fregarsene, se ci pensi nessuno fa cose in modo del tutto disinteressato, c'è chi ti ascolta per fare colpo su di te, per ottenere la tua attenzione o i tuoi favori.
Purtroppo la verità è che questo accade in due situazioni: 1 sei una figa della madonna :mrgreen: 2 sei nella stanza dei bottoni, ed il successo/prestigio di un altro dipende da te.

Noi poveri mortali dobbiamo imparare ad ascoltare ed ad interessarci in modo sincero!
Per me è difficile, dato che ho sempre e solo pensato a me, mancando totalmente di empatia. Mi spiace averlo capito solo ora

Inosservato 28-03-2015 11:52

Re: la centralità dell'io
 
beh, sì, modestamente quando sono obbligato ad interagire applico questa modalità da tempo immemore

in genere la vita altrui è di una noia, ma di una noia, ma di una noia, che non si può capire :miodio:

che poi molto dipende dal fatto che non la sanno raccontare
non sanno raccontare un aneddoto, si perdono in mille dettagli inutili, non sanno esporre un'opinione in modo convincente, oppure pensano di avere provato esperienze esclusive e bizzarre quando semplicemente hanno fatto cose che tutti fanno
mamma mia che fatica socializzare :miodio:

Noriko 28-03-2015 12:02

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482473)
ti giuro, per me non era una cosa così banale :)


Noi poveri mortali dobbiamo imparare ad ascoltare ed ad interessarci in modo sincero!
Per me è difficile, dato che ho sempre e solo pensato a me, mancando totalmente di empatia. Mi spiace averlo capito solo ora

Era un modo di dire in generale :)

E' vero doppiamo imparare ad ascoltare in modo sincero, ma questo risulta difficile se in una vita causa il carattere, siamo stati sempre poco empatici.

Poi riusciremo veramente a cambiare adesso?

Equilibrium 28-03-2015 12:18

Re: la centralità dell'io
 
Praticamente bisogna fingere di ascoltare, prendere per il culo, ma ci si stanca, se non si é davvero interessati, ascoltare tutti belli e brutti:interrogativo:...naaaa:D

MAximum 28-03-2015 12:36

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da Blue Sky (Messaggio 1482471)
E' sicuramente tutto vero.
E' una bella sfida quella di adottare la strategia che hai indicato, far parlare gli altri di sè e dimostrarsi interessati. E' un metodo che ti fa ottenere anche l'effetto positivo di distogliere l'attenzione dell'altro da te e dalla tua vita, che è ciò che noi fobici desideriamo di più.

Certo, a onor del vero la riflessione che mi viene da fare in chiave un pò polemica è che in questo modo noi non facciamo altro che alimentare l'ego degli altri. La lettura che do di questa dinamica non è che la gente ha un ego meno sviluppato del nostro, al contrario, in realtà tutti abbiamo un ego che necessita di essere alimentato: tutte le persone gradiscono ricevere domande e poter parlare di sè; allo stesso modo noi, se non avessimo la fobia del giudizio altrui, gradiremmo parlare di noi. Non riusciamo a farlo liberamente e questa è un'ulteriore causa di frustrazione.

Comunque per adottare in modo efficace la strategia che Maximum suggerisce, è indispensabile, come premessa, essere interessati dagli altri. Io devo far domande al mio interlocutore perché mi interessa sinceramente sapere di lui.
Questo è qualcosa che per noi timidi o fobici è molto difficile. Noto su di me che spesso la fobia sociale mi fa vedere gli altri non come persone a tutto tondo, ma esclusivamente come giudici dei miei comportamenti. Gli altri ai miei occhi non sono persone, sono i mostri del mio incubo. E' chiaro che con questa distorsione cognitiva io non sarò mai interessato ad informarmi della loro vita, vorrò solo trovare il modo più veloce per scappare da loro. Questo appiattimento degli altri nel ruolo stereotipato di "cattivi" è ciò che ci impedisce di adottare con loro un dialogo spontaneo, in cui si fan domande perché davvero si vuole sapere.

Non posso che condividere alcune tue osservazioni, TUTTI noi abbiamo un ego, un essere che si nutre di interessamenti e di apprezzamenti, non c'è nulla da dire su questo. Però guarda la cosa da un'altra prospettiva, è vero che interessarsi e fare apprezzamenti fa cresce l'ego dell'interlocutore, ma è altrettanto vero che entrerai nelle sue "grazie". Poi magari anche lui inizierà ad interessarsi a te. Certo non è una conseguenza automatica, ci sono tanti fattori che possono influenzare il risultato, uno di questi è la capacità di applicazione della tecnica, e più nello specifico la capacità di mostrare un sincero apprezzamento per l'altro come, appunto, dicevi te :)
Per la paura del giudizio altrui, ti capisco, anch'io lo soffro, secondo me devi trovare qualcosa che ti sproni a relazionarti. Trovare lavoro come venditore aiuta, ti mette nelle condizione di dover fermare gente e ti obbliga a relazionarti ed a imparare delle tecniche relazionali per riuscire a convincere l'interlocutore. Ti saranno utili pure per vendere te stesso, io sono convinto che mi stia aiutando a crescere.

Stefania90 28-03-2015 12:39

Re: la centralità dell'io
 
Personalmente io cerco sempre di individuare ciò che interessa gli altri e parlo di quello, raramente affronto argomenti che interessano anche me. Risultato? Io riesco a conoscere la persona, la persona non riesce a conoscere me. La persona è appassionata di pesca? Anche io sono appassionata di pesca, è interessata di motori a scoppio? Anche io sono interessata di motori a scoppio. è interessata ai Lemuri del Madagascar? Anche io sono interessata ai Lemuri del Madagascar. Questo è molto frustrante e de-energizante per me, inoltre mi annoio immensamente a socializzare ecc.

Kody 28-03-2015 12:42

Re: la centralità dell'io
 
Tutto perfetto, unica pecca, secondo me, questo:

Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482447)
Forse è questo che distingue un amico da un conoscente, gli amici sono disposti anche ad ascoltare, non solo ad essere ascoltati.
Voi cosa ne pensate?

P.s. io sto cercando di cambiare approccio in questa direzione, prima parlavo troppo di me

Fare distinzione. Questa è secondo me una pecca. I migliori socializzatori di solito parlano di "amico" anche di una persona conosciuta da poco. L'importante è trattare tutti nello stesso modo, perchè se si comincia a categorizzare, vuol dire che si metteranno in atto comportamenti diversi. Non ce nè bisogno secondo me, non in situazioni informali e "potenzialmente amicali".

Parlare troppo di sè è un errore, si. Ma la cosa va bilanciata.

Dedalus 28-03-2015 12:51

Re: la centralità dell'io
 
Questi thread coi titoli kunderiani.

Moltissimi hanno paura di star soli coi loro pensieri, qual è la novità?; questo lo sa ogni parrucchiera, lo si vede ogni volta che ci si confessa laicamente ad un qualche sconosciuto. Il problema è che l'orecchio accoglie di tutto ma non è una puttana, la cacofonìa del rumore lo sfianca, la monotonìa del pensiero lo rende ottuso. Per far fessi e contenti gli altri basta dire Sì sì ogni tanto, così, a casaccio, finché hanno solo voglia di buttarsi le parole fuori dalla testa.

simopi 28-03-2015 12:52

Re: la centralità dell'io
 
Fai bene, sono assolutamente d'accordo! Anch'io nella "terapia" di miglioramento che sto seguendo, tento di ascoltare gli altri mostrandogli una vera attenzione. D'altronde è la stessa cosa che noi vorremmo da loro... hai detto delle cose giustissime. Fa la differenza tra conoscente e amico ma anche tra amico e amante. Insomma, fai la differenza in tutto. :applauso:

cancellato15306 28-03-2015 12:54

Re: la centralità dell'io
 
Ottimo post! Veramente bello e utile! :)

Anche io ho fatto qualche riflessione in merito all'argomento e ne approfitto per scriverle qui!

Allora, noi pensiamo spesso che la situazione sociale e la situazione asociale, siano le medesime. Se ad esempio noi ascoltiamo l'altra persona, lei sarà il centro dell'attenzione, mentre se parliamo solo noi, saremo noi il centro dell'attenzione e quindi non si sfuggirà alla logica centralizzante.

E invece, se invece di parlare di noi stessi senza che ci venga chiesto lo facciamo quando la persona mostra interesse verso di noi, e viceversa, si crea una unione fra le due persone, un legame che le rende tutt'uno che è la base di qualsiasi rapporto umano.

Nel caso in cui ognuno parlasse di sé oltre l'interessamento dell'altro invece si creerà una frattura, che è alla base dell'asocialità e dell'isolamento delle persone.

Weltschmerz 28-03-2015 13:08

Re: la centralità dell'io
 
Dal punto di vista della crescita personale invece di parlare di meno (che in sé leva i sintomi non la causa di ciò che ti fa "parlare troppo") penserei all'origine del problema :nonso:
Dal punto di vista del promoter è molto funzionale, non c'è che dire :bene:

cancellato15306 28-03-2015 13:26

Re: la centralità dell'io
 
A mio parere, ci sono varie principi da applicare nei nostri casi.

PRINCIPI DI SOCIALIZZAZIONE

1° Principio, detto "La distribuzione delle energie": «Se una persona soffre di un male specifico è prioritario che la persona stessa focalizzi le proprie energie sull'eliminazione di tale male, e dunque su se stessa. In caso contrario, cioè in presenza di benessere, le energie della persona vanno distribuite verso l'esterno.»

2° Principio, detto "La distribuzione dei piaceri": «Se una persona soffre di un male specifico è necessario che tale male sia espresso in direzione di persone fidate in maniera tale da focalizzare la loro attenzione su di esso. In tutti gli altri casi [cioè, se la persona sta bene] è opportuno che essa distribuisca il suo piacere e il suo benessere agli individui circostanti.»

3° Principio, detto "L'interattività": «Un individuo per integrarsi nella società deve aprirsi e interessarsi a ciascun individuo che lo circonda, piuttosto che effettuare operazioni opposte di imposizione dell'Io o di chiusura agli stimoli esterni.»

4° Principio, detto "L'equilibrio": «Un individuo in società deve assimilare informazioni a sufficienza riguardo alla persona con cui interagisce ed adottare un comportamento adeguato alla situazione, nei limiti della propria etica.»

Quindi, nel complesso, le energie e il piacere vanno direzionati verso l'esterno quando sono presenti, bisogna interagire con sostanzialmente chiunque (quando c'è l'occasione naturalmente) ed adeguarsi alla persona che ci sta accanto.

Questo ovviamente se non si sta male, nel qual caso è lecito avvisare del proprio male chi ci è più caro e focalizzarci su di noi.

Quindi nel caso si stia male le fasi dovrebbero essere queste:

1^ fase: Riconoscimento del malessere. Si deve riconoscere che c'è qualcosa che non va e va curato.

2^ fase: Ricerca di aiuto. Se non riusciamo a curare da soli il malessere bisogna consultarci con persone competenti e/o care.

3^ fase: Cura del male. Il male va curato con costanza una volta riconosciuto, perché la sua presenza impedisce una vita adeguata.

4^ fase: Fine della centralità dell'Io. Se il male viene curato allora non c'è più alcun motivo per non interagire, e bisogna seguire i principi di socializzazione.

MAximum 28-03-2015 13:42

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1482514)
Però poi se tu non parli e ascolti soltanto, come fai a vendere quel che vorresti vendere? :interrogativo:
Attiri l'attenzione, ascolti e così via, ma poi durante l'interazione devi cercare di spostare l'attenzione verso quello che interessa a te, e a te da promoter interessa fare qualcosa ossia che l'altro si interessi al prodotto che stai pubblicizzando, o no?
O sei disposto a sentire la storia di tutta la vita di una persona come uno psicoterapeuta senza interromperla mai per illustrare le qualità del prodotto che dovresti promuovere?

Secondo me è questa la cosa difficile da fare, entrare in una certa forma di relazione con le persone non è così difficile, la cosa complicata per molti di noi, o almeno per me, è rappresentata dal riuscire poi a condividere qualcosa o a soddisfare con queste relazioni i propri bisogni.

Lo scopo di molti di noi non è rappresentato dal relazionarsi e basta, ma dal relazionarsi riuscendo a ricavare qualcosa di buono da queste relazioni.

Per vendere serveno in sequenza:
1 sorriso, anche la persona più stronza del mondo restituisce SPONTANEAMENTE il sorriso, questo ti pone in una condizione migliore per provare l'approccio;
2 offrire vantaggi, nell'esposizione più che esporre sterilmente le caratteristiche del prodotto devi entrare nel'ottica dell'acquirente e pensare quali sono i vantaggi che potrebbe trarne se acquistasse il prodotto;
3 ascoltare quello che hanno da dire gli interlocutori, molte volte capita che se ne escano con delle osservazioni che rimandano alla loro vita, bisogna saperle cogliere e spronarli a parlarne. Il solo fatto di poterne parlarne con qualcuno li rende automaticamente riconoscente nei tuoi confronti e saranno più invogliati a fare quello che gli chiedi. Nel mio caso, fargli provare un prodotto.

Ora voi penserete: "eh che brutta persona, si interessa degli altri solo per raggiungere un mero fine commerciale", vero, ma d'altronde anche quando cerchiamo altre tipologie di interazioni sociali lo facciamo in modo totalmente disinteressato? No, abbiamo tutti un fine. In quest'ultimo caso non vendiamo un prodotto, vendiamo noi STESSI. Qui entra in gioco la parte più difficile bisogna credere in se stessi, fino a quando non si crede nel prodotto (noi) e saremo convinti che la persona con cui parliamo potrà avere di meglio, perderemo ogni possibilità di convincere la persona. Non c'è nulla da fare, le persone fiutano l'insicurezza, come gli squali sentono l'odore del sangue in acqua da chilometri di distanza.

Come dicevo il risultato che si ottiene dipende da come si applicano i principi, come ogni altra cosa che si impara va sperimentata e solo con la perseveranza si possono migliorare i risultati

MAximum 28-03-2015 14:00

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 1482485)
Era un modo di dire in generale :)

E' vero doppiamo imparare ad ascoltare in modo sincero, ma questo risulta difficile se in una vita causa il carattere, siamo stati sempre poco empatici.

Poi riusciremo veramente a cambiare adesso?

abbiamo imparato a camminare, parlare, scrivere ecc.. perchè non possiamo imparare ad ascoltare gli altri? bisogna solamente trovare qualcosa che ci spieghi in modo razionale queste cose, come si fa a scuola per altre cose. La cosa che non capisco è perchè le nostre scuole sono così tanto nozionistiche, quando poi una cosa importante per stare bene nella vita è la capacità di coltivare le relazioni umane. Perchè non spiegare queste tecniche nelle scuole?

Dedalus 28-03-2015 14:10

Re: la centralità dell'io
 
Perché ci manca solo che la scuola assecondi le tendenze manipolatrici di individui che già c'hanno poca voglia di stare lì ad ascoltare, come “nozionismo”, qualcosa di non immediatamente finalizzabile.

_Diana_ 28-03-2015 14:14

Re: la centralità dell'io
 
Mi stupisco che molti qui ascoltino per finta, disinteressati. Io parto con la certezza che gli altri siano più interessanti di me e quindi ascolto zitta, mentre se mi fanno domande vado nel pallone, impreparata.

Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1482509)
Personalmente io cerco sempre di individuare ciò che interessa gli altri e parlo di quello, raramente affronto argomenti che interessano anche me. Risultato? Io riesco a conoscere la persona, la persona non riesce a conoscere me. ...

Come un camaleonte, ti adatti agli altri e all'ambiente che ti circonda.

Anche io ho questa tendenza, però lo faccio con curiosità, ammettendo palesemente la mia ignoranza in materia se non conosco l'argomento. Per me è stressante solo quando mi trovo davanti a persone pesanti che si lamentano o rompono il cazzo, difatti in casa non ascolto, mentre fuori le persone (che mi sono scelta e che non evito) si stupiscono che io mi ricordi di una cosa che mi avevano detto dieci anni fa.

DownwardSpiral2 28-03-2015 14:22

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482447)
Da 5 mesi ho iniziato a lavorare come promoter, ciò mi ha consentito di entrare in contatto con moltissime persone. Sapete di cosa mi sono reso conto? Per essere bravi interlocutori è sufficiente ASCOLTARE e parlare delle cose di cui si interessa l'altro. Non serve null'altro, nessuna storia interessante da raccontare, nessun evento particolare della tua giornata, niente che possa mettere al centro dell'attenzione il tuo io. Non c'è nulla da fare, siamo degli inguaribili egocentrici. Se volete risultare interessante a qualcuno ascoltate quello che ha da dire e parlate di ciò che gli interessa.
Per suffragare la mia tesi, ho provato a prlare di me con persone conosciute da poco, l'effetto ottenuto è il totale disinteresse, invece facendole parlare e parlando di loro, sono riuscito ad attirare subito la loro attenzione.
Forse è questo che distingue un amico da un conoscente, gli amici sono disposti anche ad ascoltare, non solo ad essere ascoltati.
Voi cosa ne pensate?

P.s. io sto cercando di cambiare approccio in questa direzione, prima parlavo troppo di me

Penso che hai capito una cosa importante

muttley 28-03-2015 14:32

Re: la centralità dell'io
 
Una cosa che ho notato è che le persone esageratamente self concerned, affette da un eccesso di sensibilità di verso se stesse (una sensibilità che spesso sfocia nell'autoreferenzialità), finiscono per perdere il contatto obbiettivo con la realtà esterna, la cui analisi viene troppo spesse filtrata e deformata attraverso il sentire personale, senza preoccupazione alcuna per il punto di vista altrui, il quale viene troppo spesso liquidato in maniera frettolosa come cinico, opportunista, superficiale, in contrapposizione al proprio che invece rappresenterebbe l'esempio della moralità perfetta.

~~~ 28-03-2015 14:52

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482555)
In quest'ultimo caso non vendiamo un prodotto, vendiamo noi STESSI.

http://i.imgur.com/syQpG1c.gif

Noriko 28-03-2015 14:57

Re: la centralità dell'io
 
La mia ex psicologa diceva proprio le stesse cose di Maximum, che poi alla fine con tutto questo esercizio avrei imparato a socializzare.

Non ho creduto mai a questa storia perché conoscendomi sufficientemente bene sarebbe stato uno sforzo per tutta la vita, niente di spontaneo, niente piacere a interagire con gli altri, sarebbe tutto calcolato, ogni parola, ogni gesto e sarebbe stato facile smascherarmi.

IL camminare lo impari perché è istintivo hai quella spinta innata in te.

Socializzare è uguale, hai quella capacità dentro di te che ti spinge a svilupparla e a raffinarla a seconda dell'età.

Comunque è giusto provare per molti forse sarà una strada risolutiva. :)

Stefania90 28-03-2015 15:20

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da _Diana_ (Messaggio 1482570)
Mi stupisco che molti qui ascoltino per finta, disinteressati. Io parto con la certezza che gli altri siano più interessanti di me e quindi ascolto zitta, mentre se mi fanno domande vado nel pallone, impreparata.


Come un camaleonte, ti adatti agli altri e all'ambiente che ti circonda.

Anche io ho questa tendenza, però lo faccio con curiosità, ammettendo palesemente la mia ignoranza in materia se non conosco l'argomento. Per me è stressante solo quando mi trovo davanti a persone pesanti che si lamentano o rompono il cazzo, difatti in casa non ascolto, mentre fuori le persone (che mi sono scelta e che non evito) si stupiscono che io mi ricordi di una cosa che mi avevano detto dieci anni fa.

Il punto è che se l'argomento non mi interessa faccio davvero tanto fatica ad interessarmene in modo sincero, lo faccio solo per gentilezza e per entrare in sintonia (una sintonia superficiale) con gli altri, però questo ha un contro, che nessuno mi conosce davvero, perché io non sono me stessa ma quello che l'altro vorrebbe fossi.
Se si vuol costruire veri rapporti non ci si può "vendere", ascoltare solo e assecondare l'altro, l'altro deve trovare interessante come sei, quello che hai da dire ecc.
Se uno con cui tu parli non ti ascolta, fatti due domande (mi riferisco all'autore del topic) è interessato veramente a te e a costruire un rapporto di qualsiasi tipo con te? Va bene se devi avere rapporti superifciali, di circostanza, ma se vuoi stringere veri rapporti devi trovare qualcuno che ti faccia piacere ascoltare ma che a sua volta abbia interesse nell'ascoltare te.

MAximum 28-03-2015 15:49

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1482620)
Il punto è che se l'argomento non mi interessa faccio davvero tanto fatica ad interessarmene in modo sincero, lo faccio solo per gentilezza e per entrare in sintonia (una sintonia superficiale) con gli altri, però questo ha un contro, che nessuno mi conosce davvero, perché io non sono me stessa ma quello che l'altro vorrebbe fossi.
Se si vuol costruire veri rapporti non ci si può "vendere", ascoltare solo e assecondare l'altro, l'altro deve trovare interessante come sei, quello che hai da dire ecc.
Se uno con cui tu parli non ti ascolta, fatti due domande (mi riferisco all'autore del topic) è interessato veramente a te e a costruire un rapporto di qualsiasi tipo con te? Va bene se devi avere rapporti superifciali, di circostanza, ma se vuoi stringere veri rapporti devi trovare qualcuno che ti faccia piacere ascoltare ma che a sua volta abbia interesse nell'ascoltare te.

Ciao Stefania, io sto parlando di approcci, di fare il primo passo. Il mio primo passo, per far interessare una persona di me, era quello di parlare di me. Niente di più sbagliato, ora per farla interessare a me parlo di lei.
Ovvio che poi si dovrà trasformare in un rapporto reciproco, altrimenti non avrebbe senso.
Quello che ti deve interessare, all'inizio, è come suscitare interesse nel prossimo, poi ovviamente quello che ne deriva può essere di tutto. Magari con quella persona non ti ci trovi, non avete nulla in comune. Si passa al prossimo, deve diventare un processo ricorsivo.
Poi diciamocela tutta quando uno conosce una persona per la prima volta chiaro che tende a fare discorsi superficiali :mrgreen: , poi dai quei discorsi "superficiali" si deve riuscire a passare ad argomenti più profondi. Sennò diventa veramente una sterile chiacchierata. anche li bisogna essere bravi ad indirizzare la discussione.

Stefania90 28-03-2015 16:00

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482636)
Ciao Stefania, io sto parlando di approcci, di fare il primo passo. Il mio primo passo, per far interessare una persona di me, era quello di parlare di me. Niente di più sbagliato, ora per farla interessare a me parlo di lei.
Ovvio che poi si dovrà trasformare in un rapporto reciproco, altrimenti non avrebbe senso.
Quello che ti deve interessare, all'inizio, è come suscitare interesse nel prossimo, poi ovviamente quello che ne deriva può essere di tutto. Magari con quella persona non ti ci trovi, non avete nulla in comune. Si passa al prossimo, deve diventare un processo ricorsivo.
Poi diciamocela tutta quando uno conosce una persona per la prima volta chiaro che tende a fare discorsi superficiali :mrgreen: , poi dai quei discorsi "superficiali" si deve riuscire a passare ad argomenti più profondi. Sennò diventa veramente una sterile chiacchierata. anche li bisogna essere bravi ad indirizzare la discussione.

Bhe è un pò paradossale, farla interessare parlando di lei? Facendo così tu stimoli soltanto lego dell'altra persona non l'interesse, mettendo al centro l'altra persona crei sin da subito un rapporto squilibrato. Te lo dico perché io sono molto egocentrica e se l'altra persona non crea con me un rapporto alla pari in da subito ( sa ascoltarmi, ma parlare,discutere, farsi conoscere, tenermi testa) non la troverò interessante, anzi penserò che sia troppo passiva.
In parole povere non mi susciterà per nulla interesse. In questo caso hai l'effetto contrario, essere per quella persona soltanto un sfogo per l'ego, ma non suscitare attrazione e inteesse.
Le persone che hanno successo in ambito interpersonale ( che hanno carisma) non solo sanno interessarsi agli altri, ma anche far interessare.

_Diana_ 28-03-2015 16:24

Re: la centralità dell'io
 
Dipende da cosa si va cercando. Un conto è farlo per lavoro e un altro per stringere rapporti umani con gli altri, al di fuori di un ruolo. Il primo è facile, il secondo molto meno, soprattutto se nella propria testa si ha una identità che vacilla.

MAximum 28-03-2015 16:29

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1482644)
sa ascoltarmi, ma parlare,discutere, farsi conoscere, tenermi testa

cioè? una persona che si interessi sinceramente a te? :mrgreen:

Stefania90 28-03-2015 17:08

Re: la centralità dell'io
 
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Originariamente inviata da MAximum (Messaggio 1482668)
cioè? una persona che si interessi sinceramente a te? :mrgreen:

Che dimostri anche di essere interessante, che mi faccia venir la voglia di risentirla/o, di rivederla/o. A me non piace sfogarmi e piangermi addosso con gli altri o parlare dei fatti mie o vantarmi dei miei successi ( come molta gente fa con me) cerco rapporti che mi arricchiscano e un cui ce' scambio e complicità. Poi magari non tutti sono come me.

DownwardSpiral2 28-03-2015 17:28

Re: la centralità dell'io
 
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Originariamente inviata da XL (Messaggio 1482722)
Per me questa cosa è estremamente manipolante, in un'altra discussione ho parlato di condivisione, ecco penso che usando questa strategia non si condivide davvero qualcosa, si passa per l'intelletto, ci si relaziona in modo utilitario e secondo me dei genitori pensano che ascoltare qualcuno o un figlio significhi cercare di manipolarlo a far qualcosa...
Ma secondo me così non è che si ascolta davvero.

Tutta la comunicazione è manipolante, sempre e comunque. C'è chi sa come funziona e chi no.
Quando parli con qualcuno che ti interessa vuoi dimostrarti interessante, e adotti un certo tipo di comportamento...questa è manipolazione tanto quanto la pnl applicata al marketing, solo non ha finalità di lucro ma di appagamento emotivo.

Ansiaboy 28-03-2015 18:06

Re: la centralità dell'io
 
maxisum si, l'ho notato anche io.. fatto conoscenze di persone che se parlavo poco stavano tre ore e appena incominciavo a parlare io addirittura incominciavano a fare il muso..
e sinceramente provavo disgusto.

un rapporto del genere è poco bilanciato, è veramente far la puttana.

ci vuole equilibrio.. le mie più belle chiacchierate le ho avuto parlando "a turni", cercando di comprendersi etc.
ma la gente deve partire e non fare il muro o diventa molto difficile.

a me della gente frega poco, mi trovo quelle 3-4 persone con cui star bene/sfogare i miei istinti sociali e il resto se può pure buttare sotto il treno
detto ciò, son una persona buona e diciamo che mi stufa averci a che fare ma se si tratta di aiutarli/rispettarli/non fregarli lo faccio con enorme piacere anzi sto male io al posto degli altri

MAximum 28-03-2015 18:47

Re: la centralità dell'io
 
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Originariamente inviata da XL (Messaggio 1482722)
Per me questa cosa è estremamente manipolante, in un'altra discussione ho parlato di condivisione, ecco penso che usando questa strategia non si condivide davvero qualcosa, si passa per l'intelletto, ci si relaziona in modo utilitario, cosa che faccio anche io (e ho ipotizzato ultimamente di avere una specie di deficit in tal senso, per quanto riguarda le relazioni più strette almeno), e secondo me anche molti genitori pensano e credono che ascoltare qualcuno o un figlio significhi cercare di manipolarlo a far qualcosa si attivano funzioni diverse.

Secondo me così non è che si ascolta sentendo davvero, certo si sta attenti con l'intelletto come quando si fa una partita a scacchi per poter sfruttare la situazione e usare la mossa che faccia capitolare l'avversario verso lo stato che interessa, ma non c'è una reale sintonia emotiva o un vero e reale interesse nei confronti di quello che ti sta raccontando quella persone, lo si conosce intellettivamente ma non lo si sente, l'interesse è spostato verso lo scopo.

Io non so se hanno mai studiato per bene queste cose, ma deve accadere qualcosa di diverso secondo me proprio nel cervello quando si ascolta qualcosa in queste due modalità, per forza.
Quando uno che ti vuol vendere qualcosa ti ascolta per poter poi inserirsi e farti andare nello stato da lui desiderato o quando un amico ti ascolta e condivide davvero quel che gli stai raccontando con compassione e simpatia senza alcuna intenzione preordinata di portarti a fare o pensare qualcosa.




Ma vuoi applicare questa strategia anche in altri tipi di relazioni?
Se un mio amico si comportasse così con me io non lo vorrei come amico, e infatti da molti "amici" ormai mi tengo lontano e preferisco frequentare solo persone con cui mi sento davvero in sintonia.
Non penso che noi siamo un prodotto (o meglio vorrei non pensarlo perché mi sa che lo penso e sto a disagio proprio per questo da anni), poi credere nel prodotto che significa?
Che il prodotto è il migliore sul mercato? :nonso:
Un promoter per caso conosce tutta la concorrenza e qualora ci sia in giro qualcosa di meglio a minor prezzo lo strombazza in giro?
(e con buone probabilità c'è di sicuro visto che spesso ci sono moltissimi prodotti in giro più o meno simili)



A me invece dà molto fastidio questa sicurezza di facciata (perché è di facciata) dei promoter che per strada o al supermercato cercano di vendere qualcosa. Un promoter non conosce tutti i prodotti in giro, e per me è più onesto uno che dice simpaticamente: guarda io vendo questa cosa qua a questo prezzo qua, senza tutta questa sicurezza perché:

1) Lui cosa ne sa e come fa a saperlo che è così? (come fa a sapere che è il miglior prodotto al mondo?)
2) Visto che è lui stesso che lo vende quel prodotto, che attendibilità può avere questo atteggiamento di sicurezza rispetto ad un buon rapporto qualità/prezzo per un possibile cliente o acquirente?

Secondo me non è il promoter che deve dimostrare sicurezza nel prodotto, il promoter dovrebbe fornire i motivi per cui bisognerebbe avere tutta questa sicurezza nel prodotto che vuol venderci e focalizzare l'attenzione del possibile acquirente su questi motivi.
Anche se si cerca di vendere un libro e a dire che il libro è ben scritto ed è un capolavoro (e così via) è lo scrittore stesso o magari chi te lo vuol vendere non è che si ottiene granché, se invece a dirlo è un critico letterario, che in quanto tale (almeno apparentemente, poi magari è un amico dello scrittore) non è interessato direttamente a venderlo, può essere che la sicurezza con cui afferma una cosa del genere paghi.

Il promoter potrebbe comunicarmi che la qualità del prodotto è stata certificata da questo o quel sistema, che lui ostenti sicurezza rispetto al prodotto per me può essere controproducente. Mostrarsi aperti e cordiali non significa mostrarsi sicuri del prodotto che si vende come se si stesse vendendo una cosa utilissima all'altro e magari si comunica tra le righe che se l'altro se la lascia scappare è un coglione.

il tuo post è molto lungo, cercherò di risponderti almeno sul tema della sicurezza.
Per un venditore essere sicuri di ciò che si vende non è contro producente, anzi è funzionale alla vendita stessa, se non siamo sicuri che il prodotto sia buono come possiamo convincere/trasferire l'entusiasmo che abbiamo per il prodotto ad altri?

immaginavo che avrebbe creato scalpore equiparare la persona ad un prodotto, ma mi era funzionale a comunicare un concetto. Come possiamo convincere una persona che siamo il partner ideale per lei se già partiamo dal presupposto che ci sono persone migliori di noi? Con questo non voglio dire che non ci sono, voglio solo darmi delle certezze fondate o infondate che siano, e fidati aiutano... perché la competizione non esiste solo sul mercato ma anche nella vita.
Parlando di sicurezze, non so qual'è la vostra posizione sulla fede, ma io ho come l'impressione che molte persone credano in una divinità perchè hanno bisogno di certezze.

Scusate non vorrei aver messo troppa carne al fuco, ma ritengo davvero stimolante questa discussione

MAximum 28-03-2015 19:02

Re: la centralità dell'io
 
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Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1482712)
Che dimostri anche di essere interessante, che mi faccia venir la voglia di risentirla/o, di rivederla/o. A me non piace sfogarmi e piangermi addosso con gli altri o parlare dei fatti mie o vantarmi dei miei successi ( come molta gente fa con me) cerco rapporti che mi arricchiscano e un cui ce' scambio e complicità. Poi magari non tutti sono come me.

Quote:

Originariamente inviata da Ansiaboy (Messaggio 1482751)
maxisum si, l'ho notato anche io.. fatto conoscenze di persone che se parlavo poco stavano tre ore e appena incominciavo a parlare io addirittura incominciavano a fare il muso..
e sinceramente provavo disgusto.

un rapporto del genere è poco bilanciato, è veramente far la puttana.

ci vuole equilibrio.. le mie più belle chiacchierate le ho avuto parlando "a turni", cercando di comprendersi etc.
ma la gente deve partire e non fare il muro o diventa molto difficile.

a me della gente frega poco, mi trovo quelle 3-4 persone con cui star bene/sfogare i miei istinti sociali e il resto se può pure buttare sotto il treno
detto ciò, son una persona buona e diciamo che mi stufa averci a che fare ma se si tratta di aiutarli/rispettarli/non fregarli lo faccio con enorme piacere anzi sto male io al posto degli altri

ragazzi però non confondete un approccio con il mettere le persone su di un piedistallo, è chiaro che il rapporto deve essere reciproco. io ho solo detto:"se volete che una persona si interessi a voi iniziate voi a interessarvi a lui." nient'altro, poi magari, essendo anche il vostro interlocutore un essere pensante ( :mrgreen: ) non gliene fregherà una cippa di voi lo stesso. Io ora sto cercando di assumere questo atteggiamento "proattivo" poi magari tornerò qua dicendovi quanto mi ero sbagliato, però onestamente non mi sono ancora arreso, voglio cambiare

cancellato13248 28-03-2015 22:32

Re: la centralità dell'io
 
Non tutte le persone sono cosi . Io mi vergogno di parlare di me quindi se venissse uno ad interessarsi si creerebbe una conversazione molto corta.

Noriko 29-03-2015 06:55

Re: la centralità dell'io
 
Quote:

Originariamente inviata da _Diana_ (Messaggio 1482663)
Dipende da cosa si va cercando. Un conto è farlo per lavoro e un altro per stringere rapporti umani con gli altri, al di fuori di un ruolo. Il primo è facile, il secondo molto meno, soprattutto se nella propria testa si ha una identità che vacilla.

:bene: Quoto!


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