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Il dramma del dialetto
Oggi vi vengo a raccontare un mio altro grande problema, che ora che dirò forse non sembrerà nemmeno così grave, ma a me pesa tanto. Io abito in un paesino del sud, in Puglia, e da me si parla sempre e costantemente dialetto. Ma non solo gli adulti o gli anziani, lo parlano anche gli adolescenti, anzi, soprattutto loro, cominciando dalla prima media. A causa di questo fatto ho sempre avuto difficoltà a comunicare con gente che lo parla, perché io ho sempre parlato solo e soltanto italiano, sia in casa che fuori casa, sia con gente che parla dialetto, sia con gente che non lo parla. Però c'è stato un periodo della mia vita, tipo sei anni fa, o sette, in cui per adattarmi ho cominciato a parlarlo anche io in compagnia di adolescenti che lo parlavano, per non sembrare quello strano del gruppo. La cosa strana è che qui al sud parlare in dialetto fa figo e fa sembrare più maturi e duri, quasi più sfrontati e spavaldi. Questo si intuisce dal fatto che già bambini di 12 anni cominciano a parlarlo fin da quando si trovano nella prima media.
Alcuni purtroppo, tipo io all'epoca, sono quasi costretti a farlo per non sembrare gli strani del gruppo e cominciano a parlarlo, anche se spesso questo tipo di persone sono facilmente smascherabili perché sbagliano alcune parole o lo parlano in modo poco convinto e poco cafone, risultando poco credibili, tipo me che a volte facevo qualche figuraccia. Io proprio non mi sento a mio agio a parlare il dialetto, che prima di tutto mi fa sentire volgare e idiota e poi trovo che non abbia un minimo di classe e rovini completamente la mia immagine. Non sto dicendo che sono un nobile, ma non mi sento un contadinotto che si mette a urlare a destra e a manca in dialetto, cosa che fanno tutti qui. La cosa strana è che sembra che solo al sud esiste questo fatto: ho parlato con alcune persone dell'Emilia Romagna e mi hanno tutti detto che tra gli adolescenti si parla sempre e solo italiano. Per carità, ogni tanto qualche parola in dialetto ci scappa, ma sono rari casi e lo fanno solo per scherzare, qui invece lo si parla seriamente, e la cosa mi fa rimanere allibito. Stando a quanto mi hanno detto queste persone, persino i vecchi spesso e volentieri parlano italiano alternandolo con il dialetto e quindi non sembra tanto radicato come qui da noi. Ma questo succede in tutto il nord? Davvero è così poco parlato da quelle parti? Io qui mi sento in mezzo ad una mandria di cafoni che fa a gara a chi lo parla in modo più "stretto" possibile o a chi dica più parolacce e bestemmie possibili, sempre e solo rigorosamente in dialetto ovviamente. E' da qualche anno che ho smesso di parlarlo completamente e sono tornato a parlare solo italiano, ma essendo anche tornato a scuola sento di nuovo il peso di questa differenza di linguaggio. Mi sento sempre quello strano del gruppo, vi faccio un esempio: magari alcuni stanno scherzando tra loro in dialetto e mi unisco anche io nella discussione, intervenendo però in italiano, con una bella battuta. Ecco che l'atmosfera diventa tesa e tutti si fanno scuri in volto: nessuno ride. Mentre se la stessa battuta magari viene detta da un altro, o magari da me stesso, però in dialetto, allora risulta divertentissima perché risulta becera e cafona. Spesso me ne sto zitto proprio per questo motivo, perché appena apro bocca mi sento una specie di "saputello", "nobile" o qualcuno che si vuole atteggiare a superiore solo perché parlo italiano, sento sempre di dare questa impressione e quindi preferisco parlare poco e niente. Poi sembra quasi che il dialetto sia anche un'ottima arma per socializzare e per avvicinarsi, infatti a volte è collegato anche a modelli comportamentali e gestuali che in combinazione con il dialetto consentono una maggiore confidenza tra individui che ne fanno uso, e quindi io non facendo parte di questo meccanismo rimango sempre quello che è più distante dagli altri e riesce a scherzarci molto di meno perché penalizzato da questa differenza di lingua. Io con i miei amici riesco a scherzarci benissimo, perché parliamo tutti in italiano e non mi sento per niente in soggezione o l'escluso, posso dire qualsiasi cosa e riesco a farli ridere parecchio, quindi secondo me il problema principale risiede proprio in questo dannato posto in cui sono in cui è radicata l'usanza di parlare dialetto. Proprio non mi va giù questo fatto... praticamente per fare amicizia con gente che lo parla dovrei abbassarmi anche io a fare il cafone e ad essere come loro. Ma io non riesco più da molto a fingere di essere quello che non sono, io voglio essere me stesso sempre e comunque, mi sono rotto di dovermi adattare e soffrire per questo. So solo che voglio andarmene al più presto dal sud. Mi appello a voi del nord, com'è la situazione dalle vostre parti? E voi del sud, avete il mio stesso problema? |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
Bel topic, non sapevo di questa "usanza"...
Da me (Bergamo/Milano) la maggior parte dei giovani e degli adolescenti parla quasi esclusivamente in italiano. Si, capita la battuta o la parola in dialetto di tanto in tanto, ma non è di certo la base. Io il dialetto l'ho imparato perchè mia nonna lo parla quasi sempre con mia mamma e isuoi altri figli. Ma con gli amici non mi è mai capitato di intavolare vere e proprie conversazioni in dialetto. Gli anziani, invece, soprattutto nei paesini di provincia, parlano ancora molto dialetto, specialmente tra loro e non quando si rivolgono a ragazzi o bambini. |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
pensa a me che mi trovo a dover capire il dialetto austriaco carinziano
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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
Io abito vicino a Monza; qui al nord il dialetto è molto utilizzato nei paesi molto piccoli, specialmente nelle zone un po' isolate tipo in montagna o campagna e specialmente dagli anziani, ma questo è così ovunque, e non solo in Italia.
Al nord lo si parla di meno che al sud per vari motivi; tendenzialmente i paesi e le città sono più grandi e meno isolati da quelli vicini, c'è stata molta immigrazione (sia di italiani, come di stranieri) e quindi l'unico modo per capirsi tutti è parlare l'italiano (con tutte le varie cadenze/accenti regionali, ma quello è normale). |
Re: Il dramma del dialetto
Ciao! Ho proprio in questi giorni una mia grande amica di Bari qui a casa. Io sono romagnola e spesso parliamo di questo fatto.
In effetti "giu'" da loro si parla solo ed esclusivamente dialetto. Mi diceva che molte suoi amici non sanno parlare assolutamente italiano e lei ogni tanto ha cercato di insegarglielo, ma la trovano una cosa totalmente inutile. Probabilmente dipende dal fatto che, essendo molto chiusi di mente, non abbiano nemmeno lontanamente pensato di doversi porre con persone che non parlano il loro dialetto. Diciamo che si sentono un po' troppo il centro del mondo ("ah il barese e' il dialetto piu' bello" "ah mica come il romagnolo, noi quando bestemmiamo si capisce subito" "noi non siamo mosci come voi!", cose che ho sentito dire dalla mia amica stessa, sembra quasi che loro siano i piu' forti e i piu' fighi). Qua in romagna invece si parla principalmente in italiano, ma si usa intramezzare a volte con il dialetto. Mia nonna parla quasi solo dialetto, ma e' una cosa che si e' persa con la generazione dei figli (i miei genitori parlano bene italiano e anche dialetto, mentre noi giovani preferiamo l'italiano, ma sappiamo anche abbastanza il dialetto). Io credo che sia giusto parlare bene italiano, ma e' anche bello conservare il dialetto come patrimonio culturale :) |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Anche per quanto riguarda la zona. |
Re: Il dramma del dialetto
qui in sicilia sopratutto nei paesi è la norma parlare in dialetto, ma non ci vedo tanto un atteggiamento, più che altro è una abitudine...
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Re: Il dramma del dialetto
A Milano città è molto difficile sentir parlare dialetto. Molti non lo conoscono affatto anche perché non sono milanesi di nascita e/o di crescita.
Lo parlano sopratutto gli anziani. Io lo capisco e lo so parlare. Lo parlo in determinati casi. E' importante la propria identità linguistica ma si dovrebbe sempre parlare italiano: per me è sinonimo di cultura. Poi, personalmente, i dialetti del Sud li trovo quasi tutti fastidiosi a livello sonoro (sopratutto per via delle vocali chiuse) e brutti come lessico. Sentire persone sempre parlare in pugliese mi farebbe venire la morte addosso :D |
Re: Il dramma del dialetto
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falla sentire all'amica di Beri :sisi: |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
Confermo anche io che in Emilia Romagna si parla veramente poco tra i giovani il dialetto e viene usato principalmente per dare un po' di "colore" ad alcune battute. Solitamente si parla in italiano.
Il dialetto viene parlato principalmente dalle persone di una certa età ma ogni tanto qualche giovane si sente e personalmente trovo la cosa un po' grezza. |
Re: Il dramma del dialetto
L'italiano è solo un dialetto, il fiorentino dell'800, che è stato imposto dall'alto a tutta Italia. Non trovo per forza ignorante chi parla spesso in dialetto e allo stesso tempo non credo sia giusto giudicare negativamente chi non lo parla. Il fatto che l'italiano sia la lingua ufficiale dello stato italiano vuol solo dire che dove agisce la legge quella è la lingua di riferimento, ma nessuno può vietare ad un gruppo di persone tra di loro di parlare in dialetto, in arabo o in cinese, chi li odia per quello è intollerante quanto quelli che emarginano la gente che non parla il dialetto.
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Re: Il dramma del dialetto
Purtroppo paese usanze che trovi, prova a prenderla come se fosse un paese straniero; un po' triste ma è l'unico modo.
Da me si parla italiano, a parte l'accento e qualche parola particolare..e meno male altrimenti dovrei tenere a mente il doppio delle regole grammaticali soltanto per una lingua sola. Prova a sfogarti parlando italiano con altre persone su skype. |
Re: Il dramma del dialetto
Nel milanese il dialetto si sente poco forse i miei nonni lo usavano parlando tra loro....e lo si sente parlare da persone molto anziane in paesini, poi con l'immigrazione dagli anni 60, qui é più facile sentir parlare calabrese/pugliese o siciliano ....che milanese....
...quindi in una maniera o nell'altra tutti parlano italiano... ....non demonizzo i dialetti come identità culturale etc etc .... purtroppo non ci sono santi però; come non é giusto che al nord i trentini quasi non sappiano parlare italiano, al sud é impensabile che la gente più di 150 anni dopo l'unità d'Italia non parli/voglia parlare italiano !! Piccolo OT Ma questo modo di vedere/pensare così disunito, ce lo portiamo dietro come italiani in qualsiasi cosa.....e lo paghiamo non sapendo fare gruppo, sempre litigiosi con il sospetto dell'altro che vuol fregare il prossimo e con la mentalità del "il più furbo ha sempre ragione". |
Re: Il dramma del dialetto
Al nord certuni vivono come dramma il fatto che non si parli più il dialetto.
Personalmente ritengo un peccato la scomparsa delle parlate dialettali nel settentrione, ma non un dramma. Si vive anche senza capire o parlare il dialetto, le cose importanti, quelle per permettono di vivere, sono altre. |
Re: Il dramma del dialetto
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se uno parla solo e soltanto dialetto, viene visto come grezzo, specie se adolescente. approcciare con una ragazza in dialetto è piuttosto ridicolo (se mai accadesse una cosa del genere dalle mie parti, il soggetto credo che verrebbe deriso per anni xD) sinceramente, mi fa strano che il dialetto venga visto come "figo", dalle mie parti succede proprio il contrario. quando vado all'uni spesso i ragazzi del sud fanno gruppo parlando il dialetto e lo trovo piuttosto fastidioso Quote:
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Re: Il dramma del dialetto
ma anche i professori parlano dialetto durante le lezioni?
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Re: Il dramma del dialetto
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.....nonostante le proteste dei genitori non é stato possibile far nulla, questi spiegavano in dialetto col risultato che non si capiva un caxxo :(:( ....anzi ai genitori che si incavolavano giustamente, sti qua davano dei razzisti ai genitori ......la pazzia più assoluta :( |
Re: Il dramma del dialetto
Probabilmente non sapevano l'italiano
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Re: Il dramma del dialetto
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L'accento romagnolo è uno spettacolo. Così come, mediamente, lo è la gente delle vostre parti. :D |
Re: Il dramma del dialetto
marco, abito molto vicino a te e ti capisco perfettamente.
Quello che affermi è vero sopratutto nei paesini però, nelle città medio grandi già è un fenomeno meno diffuso ( cioè,qualcuno che parla italiano fluente lo trovi almeno :mrgreen: ). Concordo sul fatto che in puglia ( non so se in tutto il sud ) parlare in dialetto faccia molto figo ( specie dalla parte barese, in effetti ). Ma alla fine non è che i dialetti o le cadenze nordiche siano poi così leggiadre da sentire per noi del sud ( tolto l'emiliano e il toscano, di solito ), quindi il fastidio è identico da un capo all'altro dell'italia. |
Re: Il dramma del dialetto
Non posso che confermare le differenze Nord-Sud, però non capisco che problema ci sia a parlare in dialetto o in italiano a seconda delle varie situazioni.
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Re: Il dramma del dialetto
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In paese anziani ed adulti se hanno un minimo di confidenza parlano la maggior parte delle volte in dialetto, spesso e volentieri lo faccio pure io con loro. Fra adolescenti e ragazzi della mia età è meno usato, ma rimane comunque presente e spesso con persone con cui so di poterlo parlare se facciamo discorsi " leggeri" sono sovente in dialetto. In città sono in pochi ad usarlo e principalmente anziani, si sentono pochissime conversazioni in dialetto e fra " giovani" è praticamente assente, Capita appunto di usare qualche termine in rare occasioni o quando ci si riconosce come appartenenti ad una realtà " di provincia" di fare mezzi discorsi in dialetto - ma parliamo di casi più unici che rari. In ambito ufficiale o per conversazioni " serie" comunque l'italiano è assolutamente lo standard qui, e non viene fatto pesare in nessun caso il fatto di non esprimersi in dialetto ( casomai è più un problema del singolo capire ciò che dicono gli altri). Quote:
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Re: Il dramma del dialetto
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Da me son successi eoisodi in cui dei prof parlavano in dialetto ma comunque l'han fatto per delle battute, sarebbe ridicolo spiegare una lezione in pesarese lol E poi si puo' parlare di razzismo in auel caso? E' razzismo quello tra nord e sud? Non credo proprio Quote:
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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
@biomotivato
.....magari, pensa che uno di questi dopo le lamentele dei genitori, faceva apposta....se prima l'accento era marcatissimo...dopo era diventato un bel mix 70% dialetto 30% italiano ......con la variante che se gli si diceva "prof scusi così non capiamo nulla" ......questo chiamava a se i 2 più bravi della classe, gli spiegava l'argomento poi diceva con tono di sfottò "ecco ora la lezione la fanno loro cosí sicuramente capite" .....ed il gioco é andato avanti con uno 2 anni, con un'altra 4 anni....non so se mi spiego :( |
Re: Il dramma del dialetto
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Per esperienza diretta posso quindi dire che i trentini sanno parlare italiano, quantunque nei contesti informali sia spesso preferito il dialetto locale ( usanza che personalmente approvo ). |
Re: Il dramma del dialetto
@biomotivato
....di sti 2 personaggi Uno....dopo le lamentele dei genitori é passato da un accento fortissimo calabrese ad un mix 70% dialetto 30% italiano .....per il resto dell'anno scolastico e ci abbiamo passato 4 anni .... L'altro ha fatto 2 mesi a chiamare i 2 più bravi della classe spiegare a loro alla cattedra per poi dire con tono di sfottò: "bene adesso la lezione ve la spiegano loro, così parlate la stessa lingua" .......2 anni con un professore del genere..... Il preside, allargava le braccia dicendo di non poter fare niente.....xché non voleva prendere posizione.... Vedi tu !!! |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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Ci sono andato in ferie per anni, son d'accordo con te che dal 1950 la 1 lingua studiata é l'italiano.... ....ti assicuro che la voglia di utilizzarlo é la stessa che puoi trovare al sud, é vero nei centri più grandi le cose migliorano molto.... ....così come l'uso del dialetto diminuisce nelle grandi città del sud. Mi é capitata una collega pugliese che ogni anno andava 1 mese nel paese d'origine (di medio piccole dimensioni ), era allucinante vederla partire senza accento e vederla tornare con pesante accento ed i primi GG intercalare l'italiano al pugliese.... |
Re: Il dramma del dialetto
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....poi era diventato volutamente un bel mix, sta persona insegnava matematica ......non si capiva un caxxo ..... ....ed io son nato a Mi ma ho sempre avuto amici di origine calabrese che intervallavano qualche frase, quindi un po' capivo... |
Re: Il dramma del dialetto
In famiglia parlo in dialetto, nel lavoro dipende dalle situazioni può essere dialetto puro o mescolato con qualche frase in italiano fino a diventare quasi italiano sempre in base alle persone che si hanno davanti.
In genere le ragazze della mia zona parlano quasi sempre in italiano mentre tra i maschi si usa di più il dialetto anche se un pò italianizzato. Poi qui in veneto ogni provincia ha il suo dialetto e trovandomi ad interagire con dialetti diversi capita che possa usare per qualche ora parole dette con un dialetto non mio perchè le ho usate con una persona che ha influenzato il mio modo di parlare, come a non volermi sentire troppo forestiero quando ci parlo. |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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L'idiota di turno quando ti va bene ti da del razzista, quando va male del leghista :D Quote:
L'italiano dev'essere la lingua (è una lingua) parlata perfettamente da TUTTI i cittadini della Repubblica Italiana per potersi capire. Le uniche lingue minoritarie che riconosco sono il tedesco e lo sloveno. Anzi, tedesco e sloveno li renderei obbligatori in tutta la scuola dell'obbligo. I dialetti e le altre lingue li tutelerei, ne promuoverei la conoscenza ma obbligherei le persone in quasi tutti i contesti pubblici a parlare in italiano. Poi, nel lavoro e per soggiornare nel Paese (ma non per la circolazione o soggiorni brevi o turistici) obbligherei gli stranieri non madrelingua italiani ad imparare l'italiano scritto e parlato a livello almeno C2 del CELF, pena l'espulsione o la perdita di benefici. Il corso sarebbe a compartecipazione di spesa tra Stato e lavoratore, con tutti i diritti di permessi retribuiti, ecc. |
Re: Il dramma del dialetto
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.....non fai altro che aumentare differenze che non dovrebbero esserci...cosa ti devo dire; capisco il Patuà perché simile al francese che parlo, capisco il veneto, capisco il milanese, capisco un po' di calabrese e qualche parola di pugliese...... .....ma il dramma é questo; ti sembra normale che in Italia anno 2014 debbano essere correntemente utilizzati 21 dialetti principali più le declinazioni locali ?? Tanto da fare il giochetto dell'esclusione con chi parla in italiano ???? Poi per inciso alcuni dialetti mi piacciono molto, il romanesco o l'accento emiliano o toscano, mi piace anche sentirli.... ....giudico assurdo però che possano essere sostituiti correntemente all'italiano !! |
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