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Franz86 30-08-2014 20:33

You're not special.
 
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QuantumGravity 30-08-2014 21:05

Re: You're not special.
 
Non ho capito l'articolo, ho un pessimo inglese.

Non ho capito l'equazione, ho un pessimo inglese :)

Si potrebbe ri-scriverla semplicemente così? FELICITA' = REALTA'
"Realtà - Apettative" non corrisponde infatti solo a "Realtà" ?
Ma Realtà è Realtà, Felicità è Felicità, non possono essere la stessa cosa.

Comunque l'equazione è errata, infatti:

Se: Felicità = Realtà – Aspettative

Allora: Realtà = Aspettative + Felicità

Ma la realtà è questa? No

Hal86 30-08-2014 21:08

Re: You're not special.
 
Io non mi sento "in rosso". E uscendo di casa non vedo tutta stà gente che ci si sente... o almeno.. non mi sembra.. non lo danno a vedere.
Chi è sconfortato c'è.. ma in fondo c'è anche sempre stato... quindi non saprei quanto sia rilevante e indicativo di qualcosa di reale...

Franz86 30-08-2014 21:29

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da QuantumGravity (Messaggio 1353379)
Non ho capito l'articolo, ho un pessimo inglese.

Non ho capito l'equazione, ho un pessimo inglese :)

Si potrebbe ri-scriverla semplicemente così? FELICITA' = REALTA'
"Realtà - Apettative" non corrisponde infatti solo a "Realtà" ?
Ma Realtà è Realtà, Felicità è Felicità, non possono essere la stessa cosa.

Comunque l'equazione è errata, infatti:

Se: Felicità = Realtà – Aspettative

Allora: Realtà = Aspettative + Felicità

Ma la realtà è questa? No

Meno male che c'è Quantum a darmi qualche soddisfazione.
Anche perché Realtà - aspettative =/= felicità

In effetti hai ragione, mi ricordi che se non ho dato l' esame di matematica qualche motivo c'è. :mrgreen:
Vi fucilerei tutti voi che capite qualcosa di matematica. :D

Comunque, mettendo da parte ogni ambizione matematica ("che è meglio" cit.), direi che la "serenità", più che la felicità, è data dall' accettazione (unita alla soddisfazione, altrimenti diventa "rassegnazione") della propria realtà. E per accettare la realtà bisogna fare piazza pulita di ogni aspettativa non ragionevole.
Ti piace di più così?
Quote:

Originariamente inviata da Hal86 (Messaggio 1353380)
Io non mi sento "in rosso". E uscendo di casa non vedo tutta stà gente che ci si sente... o almeno.. non mi sembra.. non lo danno a vedere.
Chi è sconfortato c'è.. ma in fondo c'è anche sempre stato... quindi non saprei quanto sia rilevante e indicativo di qualcosa di reale...

Ma dai Hal.
Lo scrivevi anche nell' altro topic. Per solitudine ci ritroviamo a scrivere su di un forum pieno di lamentele varie, pur di trovare qualcuno con cui parlare. Se non è essere in rosso questo.

Per il resto non voglio convincerti, sono sensazioni. Però mi è capitato in qualche rara occasione di fare qualche discorso quasi profondo con "estroversoni" coetanei dalle vite che susciterebbero invidia in larga parte dell' utenza, e avvertirla questa insoddisfazione di fondo. Certo, non è accentuata come qui, dove ci si identifica con i propri problemi, ma secondo me c'è.

Keith 30-08-2014 21:39

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 1353399)
direi che la "serenità", più che la felicità, è data dall' accettazione (unita alla soddisfazione, altrimenti diventa "rassegnazione") della propria realtà. E per accettare la realtà bisogna fare piazza pulita di ogni aspettativa non ragionevole.

quoto,si,vero!

forse noi 25-40enni volevamo riprodurre la vita dei nostri genitori e anche di più, ma questo è per molti impossibile, causa congiuntura economica, concorrenza degli altri paesi,etc.
chi attualmente ha 20 anni ci è cresciuto con la crisi e forse ha meno aspettative, penso che riusciranno a sfangarla meglio.

Roy 30-08-2014 22:01

Re: You're not special.
 
Non è tutto. Il problema è l'omologazione. Che poi è stata chiamata globalizzazione.
Il problema sono i mezzi di (dis)informazione, il problema è in un'istruzione sempre più impreparata e piatta, il problema è che hanno reso gli uomini tutti uguali.
I social network sono un rafforzativo di questo piattume barbaro ed incivile, che ragiona per pensieri altrui, per aforismi e catalogazione sociale.
Oggi tutti siamo borghesi. E chi è povero, non è più un povero ma è un borghese povero che trova i soldi comunque per non essere tagliato fuori dalla società, si compra ipad, ipod, tv giganti a schermo piatto... e poi ci lamentiamo che siamo infelici.
L'omologazione porta infelicità perchè non c'è omologazione senza sacrificio. Il sacrificio è perdere sè stessi.
E questa società, così impostata, fa schifo. Provo ribrezzo riflettendo il mio viso negli occhi degli altri. Provo ribrezzo accorgendomi che il ribrezzo coinvolge solo me.

alien boy 31-08-2014 00:04

Re: You're not special.
 
La felicità fa parte del campo dei numeri immaginari quindi, se le mie conoscenze di matematica non mi hanno abbandonato, almeno una tra le altre due variabili dovrebbe essere immaginaria, ma non è così (la prima per definizione)

Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 1353399)
Comunque, mettendo da parte ogni ambizione matematica ("che è meglio" cit.), direi che la "serenità", più che la felicità, è data dall' accettazione (unita alla soddisfazione, altrimenti diventa "rassegnazione") della propria realtà. E per accettare la realtà bisogna fare piazza pulita di ogni aspettativa non ragionevole.

Sono abbastanza d'accordo, ma il problema è arrivare all'accettazione, che non è un processo che tutti riescono a compiere e non è neanche irreversibile, ma specialmente unire ad essa la soddisfazione per la realtà che si è costretti a vivere a me personalmente sembra impossibile. Poi a me la serenità mi sa di presa in giro, che significa questa parola? Io propenderei verso la rassegnazione ma forse non sono abbastanza forte o abbastanza debole per ciò. Quindi punto al masochismo :D

Franz86 31-08-2014 00:46

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 1353408)
... chi attualmente ha 20 anni ci è cresciuto con la crisi e forse ha meno aspettative, penso che riusciranno a sfangarla meglio.

Assumendo la mentalità dell' articolo, quelli che forse riusciranno a sfangarla saranno i figli della nostra generazione, i nati dopo il 2010 più o meno.
Perché riceveranno l' impronta di genitori che hanno vissuto il ristagno dei '90 e dei primi del 2000. I ventenni di ora sono messi male come e forse più di noi.
Quote:

Originariamente inviata da Roy (Messaggio 1353423)
Non è tutto. Il problema è l'omologazione. Che poi è stata chiamata globalizzazione.
Il problema sono i mezzi di (dis)informazione, il problema è in un'istruzione sempre più impreparata e piatta, il problema è che hanno reso gli uomini tutti uguali.
I social network sono un rafforzativo di questo piattume barbaro ed incivile, che ragiona per pensieri altrui, per aforismi e catalogazione sociale.
Oggi tutti siamo borghesi. E chi è povero, non è più un povero ma è un borghese povero che trova i soldi comunque per non essere tagliato fuori dalla società, si compra ipad, ipod, tv giganti a schermo piatto... e poi ci lamentiamo che siamo infelici.
L'omologazione porta infelicità perchè non c'è omologazione senza sacrificio. Il sacrificio è perdere sè stessi.
E questa società, così impostata, fa schifo. Provo ribrezzo riflettendo il mio viso negli occhi degli altri. Provo ribrezzo accorgendomi che il ribrezzo coinvolge solo me.

Si omologa chi vuole omologarsi. Non si omologa chi accetta davvero ( non solo facendo il finto-alternativo o assumento una qualsiasi posa esteriore ) il prezzo della non-omologazione: che è poi l' isolamento, quello vero.

Ma in fondo i meccanismi di omologazione e conformismo si trovano in qualsiasi contesto sociale umano, anche se effettivamente nell' odierna civilizzazione occidentale sono estremizzati ... comunque nel non omologarsi non ci vedo un valore in sè, è pur sempre un semplice disadattamento. Che ha anche dei pro, ma è "un male da cui ( eventualmente ) nasce un bene", diciamo.
Quote:

Originariamente inviata da Headache94 (Messaggio 1353464)
Sì,noto anche io troppa illusione nei miei genitori,a volte è una cosa fastidiosa.

Sii ad essa indifferente come agli abbai di un cane. :D
Quote:

Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 1353506)
La felicità fa parte del campo dei numeri immaginari quindi, se le mie conoscenze di matematica non mi hanno abbandonato, almeno una tra le altre due variabili dovrebbe essere immaginaria, ma non è così (la prima per definizione)

Eh ma lo fai apposta allora, ho già ammesso di non capire nulla di 'ste cose. :D
Quote:

Sono abbastanza d'accordo, ma il problema è arrivare all'accettazione, che non è un processo che tutti riescono a compiere e non è neanche irreversibile, ma specialmente unire ad essa la soddisfazione per la realtà che si è costretti a vivere a me personalmente sembra impossibile. Poi a me la serenità mi sa di presa in giro, che significa questa parola? Io propenderei verso la rassegnazione ma forse non sono abbastanza forte o abbastanza debole per ciò. Quindi punto al masochismo :D
No, non sei d' accordo se dici questo.
L' accettazione, quando è sincera, credo invece sia, se non irreversibile, difficilmente reversibile: per regredire immagino si dovrebbero vivere delle enormi botte di culo, non comprendere la loro natura e prenderle per meriti, e poi perdere tutto.
Ma anche in questo caso, ripensandoci, quella precedente doveva essere solo un' accettazione parziale.

Quando accetti, non ti trovi costretto. Quello che sei costretto a vivere ( che è molto meno di quanto nelle nostre prime recriminazioni adolescenziali cominciamo a definire ) passa nettamente in secondo piano rispetto a ciò che puoi fare per cambiare ... e ciò che non fai è ciò che non vuoi davvero fare, per dei motivi che, volendo, possono anche essere definiti con una certa chiarezza.

A me è il masochismo invece che sa di presa in giro, uno può lamentarsi di stare male e di non accettare la sua condizione, e poi farsi coscientemente ancora più male? In questi termini è assurdo.

alien boy 31-08-2014 01:13

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 1353530)
Quando accetti, non ti trovi costretto. Quello che sei costretto a vivere ( che è molto meno di quanto nelle nostre prime recriminazioni adolescenziali cominciamo a definire ) passa nettamente in secondo piano rispetto a ciò che puoi fare per cambiare ... e ciò che non fai è ciò che non vuoi davvero fare, per dei motivi che, volendo, possono anche essere definiti con una certa chiarezza.

quindi tu non parli di un'accettazione totale di ciò che si sta vivendo se uno può puntare sul fatto che ci siano possibilità di cambiamento

Franz86 31-08-2014 01:38

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 1353535)
quindi tu non parli di un'accettazione totale di ciò che si sta vivendo se uno può puntare sul fatto che ci siano possibilità di cambiamento

Per forza, la vita e anche i meccanismi mentali non sono mica un monolite granitico impossibile anche solo da scalfire: "ciò che si sta vivendo" è un complesso amalgama di fattori e di risultanti di azioni compiute e subite su cui comunque possiamo agire, se non siamo soddisfatti.
Certo, poter agire non significa poter stravolgere la realtà: posso anche rammaricarmi di non essere nato sotto forma di gatto, ma per quanto mi impegni resterò un essere umano ...

Accettare significa prima di tutto comprendere a fondo: dove non c'è consapevolezza non vi può neanche essere vera accettazione ( ma neanche rassegnazione ).

~~~ 31-08-2014 02:04

Re: You're not special.
 
Come non sono special :o

Franz86 31-08-2014 12:04

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1353552)
Come non sono special :o

:consolare:
Ti capisco, sono cose brutte, prima cercavo la sigla dei pokemon sul computer ma non la trovo più ...

anahí 31-08-2014 12:18

Re: You're not special.
 
Felicità - realtà + aspettative non fa 0.
Comunque secondo me l'autore segue una tendenza un po' anglosassone a semplificare le cose all'assurdo, per esempio identificando i concetti di felicità e soddisfazione in ambito lavorativo. I tre consigli finali li trovo equilibrati e utili comunque, e vabbè è innegabile che ci è stato instillato il messaggio che tutto è possibile se lo vuoi davvero e che c'è molta resistenza a parlare di limitazioni e accettazione.

Franz86 31-08-2014 12:29

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da anahí (Messaggio 1353671)
Felicità - realtà + aspettative non fa 0.
Comunque secondo me l'autore segue una tendenza un po' anglosassone a semplificare le cose all'assurdo, per esempio identificando i concetti di felicità e soddisfazione in ambito lavorativo. I tre consigli finali li trovo equilibrati e utili comunque, e vabbè è innegabile che ci è stato instillato il messaggio che tutto è possibile se lo vuoi davvero e che c'è molta resistenza a parlare di limitazioni e accettazione.

Lo penso anch' io sia una visione parziale, ma d' altronde è anche solo un articoletto.

Però c'è anche da dire che il lavoro, quando c'è, è quell' ambito in cui si trascorre una parte consistente delle proprie giornate, e attorno al quale bene o male si è anche costretti ad organizzare tutto il resto della propria vita.
Più sei insoddisfatto del tuo lavoro, più la qualità della tua vita cala.

Credo però che un concetto significativo espresso nell' articolo sia quello della necessità del recuperare la mentalità del " per ottenere risultati bisogna spendere tempo e fatica " ( ed evitare di lasciarsi demoralizzare dal confronto con gli altri che, in un' epoca esibizionistica come la nostra, è spesso falsato ).

anahí 31-08-2014 12:43

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 1353683)
Però c'è anche da dire che il lavoro, quando c'è, è quell' ambito in cui si trascorre una parte consistente delle proprie giornate, e attorno al quale bene o male si è anche costretti ad organizzare tutto il resto della propria vita.
Più sei insoddisfatto del tuo lavoro, più la qualità della tua vita cala.

Credo però che un concetto significativo espresso nell' articolo sia quello della necessità del recuperare la mentalità del " per ottenere risultati bisogna spendere tempo e fatica " ( ed evitare di lasciarsi demoralizzare dal confronto con gli altri che, in un' epoca esibizionistica come la nostra, è spesso falsato ).

Sul lavoro certo, è che dall'articolo sembrava quasi che uno più carriera fa e più è contento. Comunque appunto, condivido che naturalmente per essere soddisfatti è necessario mettere da parte tanto le aspettative irrealistiche quanto i confronti deleteri con gli altri.

cancellato13248 31-08-2014 13:50

Re: You're not special.
 
credo che la maggior parte di noi (almeno sopra i 23 anni)non ha nessun dubbio a riguardo:D
e forse non ha nessun dubbio nemmeno dubbio sul futuro e per questo che forse non se la sente di sacrificare il suo tempo per qualcosa che non si realizera aspettativa troppo alta . Le basse aspettative non mi invogliono a muovere un dito.(se e per questo pure una media non sembra molto invitante da lontano) Qundi ci ingoziiamo di internet , musica , film per godere qualcosa prima della fine o renderla meno amara . Quello che deve arrivare , arrivera e non e possibile lenire il dolore o altro. Il bello sarebbe non avere aspettative perche cosi e piu facile decidere i nostri desideri e attendere con curiosita il futuro.

Franz86 31-08-2014 19:30

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Era (Messaggio 1353727)
credo che la maggior parte di noi (almeno sopra i 23 anni)non ha nessun dubbio a riguardo:D

"Noi" inteso come generazione o come utenti del forum?
In entrambi i casi comunque credo proprio che una "maggior parte" invece rientri nella casistica definita. Ma è ovviamente un' impressione personale.
Quote:

e forse non ha nessun dubbio nemmeno dubbio sul futuro e per questo che forse non se la sente di sacrificare il suo tempo per qualcosa che non si realizera aspettativa troppo alta . Le basse aspettative non mi invogliono a muovere un dito.(se e per questo pure una media non sembra molto invitante da lontano) Qundi ci ingoziiamo di internet , musica , film per godere qualcosa prima della fine o renderla meno amara . Quello che deve arrivare , arrivera e non e possibile lenire il dolore o altro. Il bello sarebbe non avere aspettative perche cosi e piu facile decidere i nostri desideri e attendere con curiosita il futuro.
Questo però, al contrario, a me sembra proprio l' atteggiamento di una persona che partiva con aspettative esagerate, ha patito qualche disillusione avvertita come particolarmente pesante, ed è quindi scivolata nell' estremo opposto, un vivere alla giornata più o meno inconcludente ( ingozzarsi di internet musica film ).

p.s.: chi davvero non nutre aspettative riguardo alla sua vita o è un grande saggio ( ma è troppo facile crogiolarsi in questa convinzione ... ) o è molto più probabilmente vittima di una condizione depressiva.

Odradek 31-08-2014 20:21

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Roy (Messaggio 1353423)
I social network sono un rafforzativo di questo piattume barbaro ed incivile, che ragiona per pensieri altrui, per aforismi e catalogazione sociale.
Oggi tutti siamo borghesi. E chi è povero, non è più un povero ma è un borghese povero che trova i soldi comunque per non essere tagliato fuori dalla società, si compra ipad, ipod, tv giganti a schermo piatto... e poi ci lamentiamo che siamo infelici.

E questa società, così impostata, fa schifo. Provo ribrezzo riflettendo il mio viso negli occhi degli altri. Provo ribrezzo accorgendomi che il ribrezzo coinvolge solo me.

:riverenza:

Franz86 31-08-2014 21:37

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da _Diana_ (Messaggio 1354042)
Secondo me, senza aspettative non ci possono essere nemmeno soddisfazioni, perchè non trovi nemmeno la voglia di andare avanti e provare. Certo, basta che le aspettative non superino la realtà dei fatti, altrimenti si ottengono solo frustrazioni.

Senz' altro.
Diciamo allora che le aspettative non dovrebbero essere sostituite però da dei puri e semplici sogni, devono essere invece qualcosa a cui si potrebbe concretamente arrivare attraverso un percorso programmabile. Poi ovvio che nella vita può succedere di tutto ...

Non che abbia nulla neanche contro i sogni, ma diciamo che non dovrebbero esser lasciati sviluppare a dismisura a discapito di un certo pragmatismo, che è indispensabile.

cancellato13317 31-08-2014 23:13

Re: You're not special.
 
Per me quell'ottimismo esagerato viene dal Settecento, il benessere post bellico e il progresso scientifico/tecnologico hanno dato man forte a quel pensiero. Il malessere diffuso e l'aumento del disagio psichico nella civiltà del "benessere" è stato il primo campanello d'allarme che ha messo un po' in crisi quel modo di pensare. Forse la crisi sarà positiva.

Hal86 01-09-2014 00:08

Re: You're not special.
 
Secondo me essere rassegnati è la cosa migliore... anzi.. attribuisco alla rassegnazione un significato completamente positivo.
Io sono felice quando sono completamente rassegnato. Le aspettative finiscono solo per destabilizzare quella serenità e creare tristezza. Perchè la felicità non esiste neanche: Il massimo della felicità a cui ambire è la serenità della rassegnazione.

"L'aspettativa è l'anticamera della delusione". Me la metterei in firma quasi quasi.

cancellato13248 01-09-2014 09:51

Re: You're not special.
 
A 23 anni probabilmente si e gia presi qualche delusione . Le aspettative basse non portano da nessuna parte. Quelle esagerate si creano perche in fondo vogliamo dimostrare di essere speciali ( perche non ne siamo convinti forse?)
Se si e gia convinti di essere speciali e piu facile espandersi e non vai a desiderare la luna.
Il non avere aspettative vuol dire semplicemente lasciare sempre il dubbio a se stessi sul futuro(dubbio che normalmente deve avere) . Il futuro e un mistero ma i sogni non devono avere limiti e condizionarsi dalla voglia di sfuggire all inferiorita.

cancellato13248 01-09-2014 10:03

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Roy (Messaggio 1353423)
.

non e facile conoscere se stessi , per questo si fa cambio.

Franz86 01-09-2014 12:54

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Ambivalente (Messaggio 1354118)
Per me quell'ottimismo esagerato viene dal Settecento, il benessere post bellico e il progresso scientifico/tecnologico hanno dato man forte a quel pensiero. Il malessere diffuso e l'aumento del disagio psichico nella civiltà del "benessere" è stato il primo campanello d'allarme che ha messo un po' in crisi quel modo di pensare. Forse la crisi sarà positiva.

L' oggi è comunque sempre figlio dello ieri, quindi anche il '700 è il risultato di ciò che è stato il '600 e così via. L' ottimismo penso sia nato con l' uomo, così come il suo opposto ...

Comunque qui il discorso è molto più ristretto e meno teoretico, dato che rivolge l' attenzione sulle peculiarità delle tre generazioni che possiamo conoscere per via diretta, non attraverso i libri di storia.

Vedremo se la crisi porterà qualcosa oltre alla crisi stessa, non vedo ancora evidenti cambiamenti culturali in atto.

Quote:

Originariamente inviata da Hal86 (Messaggio 1354151)
Secondo me essere rassegnati è la cosa migliore... anzi.. attribuisco alla rassegnazione un significato completamente positivo.
Io sono felice quando sono completamente rassegnato. Le aspettative finiscono solo per destabilizzare quella serenità e creare tristezza. Perchè la felicità non esiste neanche: Il massimo della felicità a cui ambire è la serenità della rassegnazione.

"L'aspettativa è l'anticamera della delusione". Me la metterei in firma quasi quasi.

Non ci credo. :mrgreen:

Comunque la tua filosofia potrebbe riscuotere grandi successi, dovresti andare in qualche casa di riposo a propagandarla. Ma forse troveresti qualche opposizione anche lì, in qualche nonnetto ancora un po' vitale ... :pensando:
:mrgreen:

Anche le tue mi sembrano tanto le parole di una persona che si è fatta abbattere da qualche pesante disillusione e non riesce a riprendersi.
A neanche 30 anni vogliamo seppellire ogni aspettativa? E' palesemente fuor d' ogni logica. Ci vogliono solo aspettative realistiche, che forse sono una cosa difficile da apprezzare, almeno all' inizio, per chi è vissuto a lungo di sogni.

Quote:

Originariamente inviata da Era (Messaggio 1354252)
A 23 anni probabilmente si e gia presi qualche delusione . Le aspettative basse non portano da nessuna parte. Quelle esagerate si creano perche in fondo vogliamo dimostrare di essere speciali ( perche non ne siamo convinti forse?)
Se si e gia convinti di essere speciali e piu facile espandersi e non vai a desiderare la luna.
Il non avere aspettative vuol dire semplicemente lasciare sempre il dubbio a se stessi sul futuro(dubbio che normalmente deve avere) . Il futuro e un mistero

Ma non solo non è necessario pensare di essere speciali, è proprio dannoso, fa perdere la misura delle cose. Cosa sarebbe speciale, un' interiorità che non si riesce a dimostrare in alcun modo concreto?

Le aspettative esagerate a mio avviso sono il frutto di un' educazione sbagliata, proprio perché possiamo trovare le loro tracce dal periodo infantile-adolescenziale ... e una base educativa sbagliata produce una reazione sbagliata anche alle disillusioni, creando ventenni che si abbandonano ad aspettative paragonabili a quelle di settantenni stanchi.

Una cosa è avere dubbi sul futuro, un' altra è avere solo dubbi sul futuro.
Quote:

ma i sogni non devono avere limiti e condizionarsi dalla voglia di sfuggire all inferiorita.
Questa frase non l' ho capita.

milton erickson 01-09-2014 15:48

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da Franz86;1353350...


[B
Questa generazione[/B], avuta la fortuna di vivere in un periodo straordinario, ha ( involontariamente ) educato i suoi figli ( la nostra generazione ) in base alla sua esperienza, un' esperienza di vita fortunata.
E non solo ha educato i figli senza davvero comprendere ciò, ma, come se non bastasse, a causa dell' overdose di ottimismo propagandata con ogni mezzo nell' epoca del boom, ha anche instillato in loro un fantasioso e aprioristico senso di “specialità e unicità”, senza necessità di riscontri.

E noi ci abbiamo creduto.

Questa sarebbe la causa primaria dell' insoddisfazione generalizzata nella nostra generazione.

Se “l' equazione della felicità” è

Felicità = Realtà – aspettative

aspettative gonfiate rispetto a quella che sarà la realtà portano inevitabilmente a trovarsi in rosso ...

Mah...non so. Io credo che la maggior parte di noi fobici sia stata allevata con aspettative molto inferiori alla media: lascia perdere tanto non ce la fai, ecc.

Semmai mi ritrovo nell'idea che oggi le idee di un tempo sul valore del pezzo di carta e del posto fisso non sono più vere.

Diciamo allora che ai noi fobici è capitato una combinazione fatale di mancanza di conoscenze sulla realtà attuale unita a poco o nullo incoraggiamento (ancor più utile oggi perchè è richiesto un investimento amggiore in termini di scelte esistenziali)

Per quel che mi riguarda, col senno di poi mi rendo conto che già ai tempi della scuola superiore sapevo che avrei avuto difficoltà a trovare lavoro:ma comportarmi di consguenza mi faceva una paura terribile, e credo che questa paura, più che le aspettative esagerate, sia stato il mo vero handicap.

Daniele89 02-09-2014 21:44

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1353552)
Come non sono special :o

Per quel che mi riguarda, quando lo scopersi I was like that

rosadiserra 13-10-2014 23:03

Re: You're not special.
 
Quote:

Originariamente inviata da caratteriale (Messaggio 1381784)
Eh, però c'è da dire che le generazioni precedenti alle nostre sono fatte perlopiù da individui che speciali non ci si sono sentiti affatto, c'era da sgobbare, allora un cristiano cerca di dare ai figli ciò che non gli è stato dato.

Credo anch'io che i genitori si concentrino sul dare ai figli ciò che sentono essere loro mancato.


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