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You're not special.
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Re: You're not special.
Non ho capito l'articolo, ho un pessimo inglese.
Non ho capito l'equazione, ho un pessimo inglese :) Si potrebbe ri-scriverla semplicemente così? FELICITA' = REALTA' "Realtà - Apettative" non corrisponde infatti solo a "Realtà" ? Ma Realtà è Realtà, Felicità è Felicità, non possono essere la stessa cosa. Comunque l'equazione è errata, infatti: Se: Felicità = Realtà – Aspettative Allora: Realtà = Aspettative + Felicità Ma la realtà è questa? No |
Re: You're not special.
Io non mi sento "in rosso". E uscendo di casa non vedo tutta stà gente che ci si sente... o almeno.. non mi sembra.. non lo danno a vedere.
Chi è sconfortato c'è.. ma in fondo c'è anche sempre stato... quindi non saprei quanto sia rilevante e indicativo di qualcosa di reale... |
Re: You're not special.
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Anche perché Realtà - aspettative =/= felicità In effetti hai ragione, mi ricordi che se non ho dato l' esame di matematica qualche motivo c'è. :mrgreen: Vi fucilerei tutti voi che capite qualcosa di matematica. :D Comunque, mettendo da parte ogni ambizione matematica ("che è meglio" cit.), direi che la "serenità", più che la felicità, è data dall' accettazione (unita alla soddisfazione, altrimenti diventa "rassegnazione") della propria realtà. E per accettare la realtà bisogna fare piazza pulita di ogni aspettativa non ragionevole. Ti piace di più così? Quote:
Lo scrivevi anche nell' altro topic. Per solitudine ci ritroviamo a scrivere su di un forum pieno di lamentele varie, pur di trovare qualcuno con cui parlare. Se non è essere in rosso questo. Per il resto non voglio convincerti, sono sensazioni. Però mi è capitato in qualche rara occasione di fare qualche discorso quasi profondo con "estroversoni" coetanei dalle vite che susciterebbero invidia in larga parte dell' utenza, e avvertirla questa insoddisfazione di fondo. Certo, non è accentuata come qui, dove ci si identifica con i propri problemi, ma secondo me c'è. |
Re: You're not special.
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forse noi 25-40enni volevamo riprodurre la vita dei nostri genitori e anche di più, ma questo è per molti impossibile, causa congiuntura economica, concorrenza degli altri paesi,etc. chi attualmente ha 20 anni ci è cresciuto con la crisi e forse ha meno aspettative, penso che riusciranno a sfangarla meglio. |
Re: You're not special.
Non è tutto. Il problema è l'omologazione. Che poi è stata chiamata globalizzazione.
Il problema sono i mezzi di (dis)informazione, il problema è in un'istruzione sempre più impreparata e piatta, il problema è che hanno reso gli uomini tutti uguali. I social network sono un rafforzativo di questo piattume barbaro ed incivile, che ragiona per pensieri altrui, per aforismi e catalogazione sociale. Oggi tutti siamo borghesi. E chi è povero, non è più un povero ma è un borghese povero che trova i soldi comunque per non essere tagliato fuori dalla società, si compra ipad, ipod, tv giganti a schermo piatto... e poi ci lamentiamo che siamo infelici. L'omologazione porta infelicità perchè non c'è omologazione senza sacrificio. Il sacrificio è perdere sè stessi. E questa società, così impostata, fa schifo. Provo ribrezzo riflettendo il mio viso negli occhi degli altri. Provo ribrezzo accorgendomi che il ribrezzo coinvolge solo me. |
Re: You're not special.
La felicità fa parte del campo dei numeri immaginari quindi, se le mie conoscenze di matematica non mi hanno abbandonato, almeno una tra le altre due variabili dovrebbe essere immaginaria, ma non è così (la prima per definizione)
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Re: You're not special.
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Perché riceveranno l' impronta di genitori che hanno vissuto il ristagno dei '90 e dei primi del 2000. I ventenni di ora sono messi male come e forse più di noi. Quote:
Ma in fondo i meccanismi di omologazione e conformismo si trovano in qualsiasi contesto sociale umano, anche se effettivamente nell' odierna civilizzazione occidentale sono estremizzati ... comunque nel non omologarsi non ci vedo un valore in sè, è pur sempre un semplice disadattamento. Che ha anche dei pro, ma è "un male da cui ( eventualmente ) nasce un bene", diciamo. Quote:
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L' accettazione, quando è sincera, credo invece sia, se non irreversibile, difficilmente reversibile: per regredire immagino si dovrebbero vivere delle enormi botte di culo, non comprendere la loro natura e prenderle per meriti, e poi perdere tutto. Ma anche in questo caso, ripensandoci, quella precedente doveva essere solo un' accettazione parziale. Quando accetti, non ti trovi costretto. Quello che sei costretto a vivere ( che è molto meno di quanto nelle nostre prime recriminazioni adolescenziali cominciamo a definire ) passa nettamente in secondo piano rispetto a ciò che puoi fare per cambiare ... e ciò che non fai è ciò che non vuoi davvero fare, per dei motivi che, volendo, possono anche essere definiti con una certa chiarezza. A me è il masochismo invece che sa di presa in giro, uno può lamentarsi di stare male e di non accettare la sua condizione, e poi farsi coscientemente ancora più male? In questi termini è assurdo. |
Re: You're not special.
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Re: You're not special.
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Certo, poter agire non significa poter stravolgere la realtà: posso anche rammaricarmi di non essere nato sotto forma di gatto, ma per quanto mi impegni resterò un essere umano ... Accettare significa prima di tutto comprendere a fondo: dove non c'è consapevolezza non vi può neanche essere vera accettazione ( ma neanche rassegnazione ). |
Re: You're not special.
Come non sono special :o
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Re: You're not special.
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Ti capisco, sono cose brutte, prima cercavo la sigla dei pokemon sul computer ma non la trovo più ... |
Re: You're not special.
Felicità - realtà + aspettative non fa 0.
Comunque secondo me l'autore segue una tendenza un po' anglosassone a semplificare le cose all'assurdo, per esempio identificando i concetti di felicità e soddisfazione in ambito lavorativo. I tre consigli finali li trovo equilibrati e utili comunque, e vabbè è innegabile che ci è stato instillato il messaggio che tutto è possibile se lo vuoi davvero e che c'è molta resistenza a parlare di limitazioni e accettazione. |
Re: You're not special.
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Però c'è anche da dire che il lavoro, quando c'è, è quell' ambito in cui si trascorre una parte consistente delle proprie giornate, e attorno al quale bene o male si è anche costretti ad organizzare tutto il resto della propria vita. Più sei insoddisfatto del tuo lavoro, più la qualità della tua vita cala. Credo però che un concetto significativo espresso nell' articolo sia quello della necessità del recuperare la mentalità del " per ottenere risultati bisogna spendere tempo e fatica " ( ed evitare di lasciarsi demoralizzare dal confronto con gli altri che, in un' epoca esibizionistica come la nostra, è spesso falsato ). |
Re: You're not special.
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Re: You're not special.
credo che la maggior parte di noi (almeno sopra i 23 anni)non ha nessun dubbio a riguardo:D
e forse non ha nessun dubbio nemmeno dubbio sul futuro e per questo che forse non se la sente di sacrificare il suo tempo per qualcosa che non si realizera aspettativa troppo alta . Le basse aspettative non mi invogliono a muovere un dito.(se e per questo pure una media non sembra molto invitante da lontano) Qundi ci ingoziiamo di internet , musica , film per godere qualcosa prima della fine o renderla meno amara . Quello che deve arrivare , arrivera e non e possibile lenire il dolore o altro. Il bello sarebbe non avere aspettative perche cosi e piu facile decidere i nostri desideri e attendere con curiosita il futuro. |
Re: You're not special.
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In entrambi i casi comunque credo proprio che una "maggior parte" invece rientri nella casistica definita. Ma è ovviamente un' impressione personale. Quote:
p.s.: chi davvero non nutre aspettative riguardo alla sua vita o è un grande saggio ( ma è troppo facile crogiolarsi in questa convinzione ... ) o è molto più probabilmente vittima di una condizione depressiva. |
Re: You're not special.
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Re: You're not special.
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Diciamo allora che le aspettative non dovrebbero essere sostituite però da dei puri e semplici sogni, devono essere invece qualcosa a cui si potrebbe concretamente arrivare attraverso un percorso programmabile. Poi ovvio che nella vita può succedere di tutto ... Non che abbia nulla neanche contro i sogni, ma diciamo che non dovrebbero esser lasciati sviluppare a dismisura a discapito di un certo pragmatismo, che è indispensabile. |
Re: You're not special.
Per me quell'ottimismo esagerato viene dal Settecento, il benessere post bellico e il progresso scientifico/tecnologico hanno dato man forte a quel pensiero. Il malessere diffuso e l'aumento del disagio psichico nella civiltà del "benessere" è stato il primo campanello d'allarme che ha messo un po' in crisi quel modo di pensare. Forse la crisi sarà positiva.
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Re: You're not special.
Secondo me essere rassegnati è la cosa migliore... anzi.. attribuisco alla rassegnazione un significato completamente positivo.
Io sono felice quando sono completamente rassegnato. Le aspettative finiscono solo per destabilizzare quella serenità e creare tristezza. Perchè la felicità non esiste neanche: Il massimo della felicità a cui ambire è la serenità della rassegnazione. "L'aspettativa è l'anticamera della delusione". Me la metterei in firma quasi quasi. |
Re: You're not special.
A 23 anni probabilmente si e gia presi qualche delusione . Le aspettative basse non portano da nessuna parte. Quelle esagerate si creano perche in fondo vogliamo dimostrare di essere speciali ( perche non ne siamo convinti forse?)
Se si e gia convinti di essere speciali e piu facile espandersi e non vai a desiderare la luna. Il non avere aspettative vuol dire semplicemente lasciare sempre il dubbio a se stessi sul futuro(dubbio che normalmente deve avere) . Il futuro e un mistero ma i sogni non devono avere limiti e condizionarsi dalla voglia di sfuggire all inferiorita. |
Re: You're not special.
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Re: You're not special.
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Comunque qui il discorso è molto più ristretto e meno teoretico, dato che rivolge l' attenzione sulle peculiarità delle tre generazioni che possiamo conoscere per via diretta, non attraverso i libri di storia. Vedremo se la crisi porterà qualcosa oltre alla crisi stessa, non vedo ancora evidenti cambiamenti culturali in atto. Quote:
Comunque la tua filosofia potrebbe riscuotere grandi successi, dovresti andare in qualche casa di riposo a propagandarla. Ma forse troveresti qualche opposizione anche lì, in qualche nonnetto ancora un po' vitale ... :pensando: :mrgreen: Anche le tue mi sembrano tanto le parole di una persona che si è fatta abbattere da qualche pesante disillusione e non riesce a riprendersi. A neanche 30 anni vogliamo seppellire ogni aspettativa? E' palesemente fuor d' ogni logica. Ci vogliono solo aspettative realistiche, che forse sono una cosa difficile da apprezzare, almeno all' inizio, per chi è vissuto a lungo di sogni. Quote:
Le aspettative esagerate a mio avviso sono il frutto di un' educazione sbagliata, proprio perché possiamo trovare le loro tracce dal periodo infantile-adolescenziale ... e una base educativa sbagliata produce una reazione sbagliata anche alle disillusioni, creando ventenni che si abbandonano ad aspettative paragonabili a quelle di settantenni stanchi. Una cosa è avere dubbi sul futuro, un' altra è avere solo dubbi sul futuro. Quote:
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Re: You're not special.
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Semmai mi ritrovo nell'idea che oggi le idee di un tempo sul valore del pezzo di carta e del posto fisso non sono più vere. Diciamo allora che ai noi fobici è capitato una combinazione fatale di mancanza di conoscenze sulla realtà attuale unita a poco o nullo incoraggiamento (ancor più utile oggi perchè è richiesto un investimento amggiore in termini di scelte esistenziali) Per quel che mi riguarda, col senno di poi mi rendo conto che già ai tempi della scuola superiore sapevo che avrei avuto difficoltà a trovare lavoro:ma comportarmi di consguenza mi faceva una paura terribile, e credo che questa paura, più che le aspettative esagerate, sia stato il mo vero handicap. |
Re: You're not special.
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Re: You're not special.
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