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Biomotivato 15-08-2014 20:15

Attori di noi stessi
 
stasera mi aspetta la classica serata di ferragosto ma.. non ho molta voglia, non me la sento molto. saremo in un gruppo di venti persone ma tutti li riconosco più come "conoscenti" che come amici, sebbene ci siano persone che conosco da una vita, da quando facevo l'asilo.
tutto questo è sicuramente frutto della mia freddezza che assumo con ogni tipo di rapporto

qualche giorno fa ho letto una cosa che molto mi ha incuriosito:
poco prima di una scena, toto' si trovava ad una cena ed era evidentemente molto triste. arrivo' una persona a domandargli che avesse e lui rispose "sono triste perchè mi tocca rappresentare toto' "
cosi, dopo qualche minuto, ando' in scena in un comportamento totalemente opposto da quello che aveva poco prima

mi sono cosi chiesto: come è possibile applicare questa cosa per essere felici?

tutti noi in ogni momento della nostra vita usiamo maschere, non siamo quasi mai noi stessi. in un certo senso siamo continuamente degli attori, attori che si adattano ad ogni situazione che gli si presenta

cosi voglio provarci, un pò come l'attore in scena, stasera voglio "rappresentarmi". mettere da parte le mie paure, i miei pensieri, vivere il presente come fa il personaggio

la mia piu' grande difficoltà è l'ansia. un'ansia che mi impedisce di essere me stesso, un'ansia che mi da paranoie per il nulla. un ansia che mi fa pure balbettare

tra qualche ora voglio rappresentare un personaggio che non ha ansie, che non si fa problemi del tipo "oddio ti sta guardando? hai visto? sta pensando male di te!" ma piuttosto un personaggio attivo
sarò semrpe io, con tutto il mio modo di ragionare che si rispecchia in pochi ma sarò il biomotivato sotto un'altra angolazione, un biomotivato che scherza, parla e intrattiene. un biomotivato che non balbetta

è un bell'esperimento. vedo cosa riesco ad ottenere

per chi fosse interessato gli lascio un link che mi ha dato molta ispirazione (anche se sta presentando un libro lol)

link



quanti tra i presenti hanno fatto recitazione?

dintei166 15-08-2014 20:51

Re: Attori di noi stessi
 
Non la comprendo questa cosa della recita, la farsa, la maschera, mi ricordano cose come il carnevale o halloween o le antiche palliate che ho sempre detestato. Prima parlavi di equilibrio ma non è così che lo si ottiene, idea mia almeno, non voglio rappresentare qualcosa che non sono. Poi provaci, magari andrà bene, buona festa.


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Stefania90 15-08-2014 21:01

Re: Attori di noi stessi
 
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.

dintei166 15-08-2014 21:16

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345161)
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.



Chi non finge è ritenuto strambo, pazzo...non puoi stare in silenzio...deprimere gli altri...eh???

alice89 15-08-2014 21:48

Re: Attori di noi stessi
 
pensavo di essere l'unica a fare certi pensieri.
Anche io per un bel periodo ho pensato che se fossi riuscita a "recitare" un po', come se fossi un'attrice, sarei riuscita a tenere a bada il mio lato più insicuro e timido...ma mi son resa conto che non è così facile. Anzi, non ci riesco proprio.

Roy 15-08-2014 22:06

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345161)
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.

Il teatrino sociale, tra teatranti e burattini. Se così fosse non ho alcuna possibilità di recuperare la fiducia negli altri...

Supermanes 15-08-2014 22:19

Re: Attori di noi stessi
 
È una vita intera che fingo che ormai ci sono anche abituato. Fingo di essere di buon umore, fingo di essere normale, fingo che certe cose non le faccio per disinteresse, fingo di essere un tipo ribelle e non uno che non riesce a vivere. Il guaio di tutto questo è che fingere funziona fino ad un certo punto. Una persona intelligente può fingere di essere stupida me una persona stupida non può fingere di essere intelligente. Questo è solo un esempio per farvi capire cosa voglio dire.

Neith 15-08-2014 23:07

Re: Attori di noi stessi
 
Tranquillo....tutti recitano la loro parte.

Semplizio 15-08-2014 23:16

Re: Attori di noi stessi
 
Io ho recitato per anni, quando avevo la mia vita sociale più o meno stabile, e anche dopo, quando la mia situazione sociale è peggiorata. Mi prefiggevo dei ruoli, definivo ogni giorno certe componenti caratteriali da mantenere. Recitavo non solo nei rapporti sociali, ma anche nella solitudine, faccia a faccia con me stesso. Risultato: alla fine dimentichi chi sei. A forza di impersonare altre personalità, perchè quella che apparentemente sembra essere la tua personalità ti ispira solo un odio viscerale, non hai più una tua personalità. Quello che mi rimane oggi sono solo oscillazioni di personalità alquanto vuote, e questa cosa mi causa non pochi problemi.

Comunque, in una certa misura, credo che recitare una parte, o comunque certi stati d'animo, può essere terapeutico. Ad esempio lessi da qualche parte (PNL o roba del genere) che recitare uno stato di allegria quando si è giù può effettivamente migliorare il proprio stato d'animo. Se non ricordo male, lessi anche che la semplice azione muscolare del sorriso stimola l'attivazione di certe sostanze chimiche nel cervello che predispongono ad uno stato d'animo positivo e favoriscono pensieri positivi. Poi ci sono anche psicoterapie di gruppo basate sulla recitazione, come in un teatro, ma non ne so molto.

muttley 15-08-2014 23:21

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Orto d'Osso (Messaggio 1345164)
E' un'interpretazione dell'esistenza umana e della società un po' troppo massimalista....il tutto ridotto a un gioco di ruoli.

Ad ogni modo credo che tra i componenti della "commedia umana" quelli che meno si adattano a questo gioco siamo proprio noi fobici, che più degli altri tendiamo a essere noi stessi, a rifiutarci magari inconsciamente di recitare, e proprio per questo siamo sistematicamente messi ai margini.

Credo che non sia un esperimento adatto alla nostra personalità, comunque auguri!

Ma il carattere esiste in quanto pura autorappresentazione e autoconnotazione, non è espressione di un codice genetico come l'aspetto fisico, qualcosa la cui evoluzione dipende poco o per nulla dalla nostra volontà, essendo espressione di qualcosa già codificato. La differenza sta forse nel fatto che determinati schemi e pattern comportamentali sono stati interiorizzati da lunga data e quindi erroneamente considerati il frutto di un'espressione genica, perché antico è stato il loro evolversi e la memoria dello stesso non è più rintracciabile. Ecco perché si preferisce liquidare l'affare appellandosi a frasi di rito come "sono sempre stato così", "fin da piccolo ero un bambino triste e malinconico" eppure già all'epoca, seppure in modo incosciente, stava già prendendo atto un processo di identificazione in un certo ruolo comportamentale.

Pulcina 16-08-2014 08:49

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345161)
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.

Sostanzialmente, concordo.
Recitare per non turbare il normale andamento delle cose, funziona, ho verificato.
Il clima è più disteso, si evitano tragedie.

Esempio della fila: se hai dieci persone davanti, sei irritato.
Ma se ti dimostri tranquillo e te ne stai al tuo posto, la fila scorre.
Se ti metti a urlare, non solo non passi in testa, ma rallenti tutto.

È vero, fingere logora, ma è molto peggio non farlo, ci si trova a scegliere il minore dei mali.
Per questo sto bene da sola, è come una vacanza dal mio lavoro da attrice.

Weltschmerz 16-08-2014 12:03

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Biomotivato (Messaggio 1345142)
mi sono cosi chiesto: come è possibile applicare questa cosa per essere felici?

La felicità non arriva dalla prestazione sociale in sé quanto dalla vicinanza con gli altri.
Se gli altri ti provocano ansia (consapevolmente o meno) non potrai sentirti vicino a loro.
Il problema per il fobico sociale è la percezione che ha di sé stesso che lo mette a disagio e in ansia di fronte agli altri.
Ed è lì che bisogna lavorare, non sui sintomi (che sarebbero l'insicurezza, il balbettare, ecc).

Uno che recita potrebbe provare piacere "nell'ingannare" gli altri, "fingendo" di essere qualcun'altro, ottimo esercizio ma non mi sembra che vada a risolvere il problema.

Tutti fingiamo, è necessario, ti comporteresti a lavoro come fai a casa o con degli amici? No, perché ti licenzierebbero subito e viceversa, perché i tuoi amici ti direbbero di levare quella scopa dal culo :sarcastico:

lupanisky 16-08-2014 12:22

Re: Attori di noi stessi
 
Luigi Pirandello introduce una teoria a cui si fa riferimento come la “Teoria delle maschere”, che spiega attraverso la metafora della maschera come l’uomo si trova nascosto dietro di una “maschera” imposta a noi dalla società, dai valori imposti da questa e dalla nostra famiglia. Questa maschera, così come la “maschera che ricopre l’inconscio”, non può essere tolta dall’uomo, e l’uomo non potrà allora conoscere la vera e propria essenza, la propria personalità.

Questa teoria si presenta, per esempio, nella sua opera Uno, nessuno e centomila dal titolo stesso:

· Uno: perchè una è la personalità che l’uomo pensa di avere
· Centomila: perchè l’uomo nasconde dietro la maschera tante personalità quante sono le persone che lo giudicano
· Nessuno: perché, in realtà, l’uomo non ne possiede nessuna

Abbiamo mille sfaccettature che ci vengo assegnate a secondo delle condizione sociale e al luogo a cui siamo sottoposti

Biomotivato 16-08-2014 12:27

Re: Attori di noi stessi
 
Dunque, la serata e' finita e devo dire che il metodo che ho utilizzato ha dato ottimi risultati. Appena arrivato non balbettavo, scandivo perfettamente le parole, non mi facevo problemi nel rispondere a tono a certe affermazioni, ero pure abbastanza scorbutico

dopo cinque minuti dal mio arrivo, alcune persone si erano avvicinate a me facondo finta di essere zombi e cosi per rispondergli interpretai a mia volta un altro zombi. Mi sentivo un personaggio dentro il personaggio :ridacchiare:

L'unica cosa in cui ho trovato difficolta' e' stata quella del reset dei pensieri. Sapevo sarebbe stato quasi impossibile.
Proprio l'anno scorso a ferragosto sullo stesso luogo mi fidanzai (?) con una ragazza, per i mesi seguenti io non feci altro che illuderla, alternando momenti di "voglio stare con te" a "ti vedo come un amica" facendola inevitabilmente soffrire come un cane. Ora lei e' fidanzata con un altro ma avendola vista per quasi tutta la serata provavo forse un senso di malinconia. Buffo perche' lei non mi e' mai piaciuta realmente. Sono queste esperienze che mi portano a capire quanto siamo orribili nel nostro profondo

Comuqnue nel complesso, Come prima volta non posso che dare giudizi positivi dell'esperienza, provero' sicuramente a riapplicarla in futuro, chissa' come andra' a finire

lupanisky 16-08-2014 12:30

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Biomotivato (Messaggio 1345395)
Dunque, la serata e' finita e devo dire che il metodo che ho utilizzato ha dato ottimi risultati. Appena arrivato non balbettavo, scandivo perfettamente le parole, non mi facevo problemi nel rispondere a tono a certe affermazioni, ero pure abbastanza scorbutico

dopo cinque minuti dal mio arrivo, alcune persone si erano avvicinate a me facondo finta di essere zombi e cosi per rispondergli interpretai a mia volta un altro zombi. Mi sentivo un personaggio dentro il personaggio :ridacchiare:

L'unica cosa in cui ho trovato difficolta' e' stata quella del reset dei pensieri. Sapevo sarebbe stato quasi impossibile.
Proprio l'anno scorso a ferragosto sullo stesso luogo mi fidanzai (?) con una ragazza, per i mesi seguenti io non feci altro che illuderla, alternando momenti di "voglio stare con te" a "ti vedo come un amica" facendola inevitabilmente soffrire come un cane. Ora lei e' fidanzata con un altro ma avendola vista per quasi tutta la serata provavo forse un senso di malinconia. Buffo perche' lei non mi e' mai piaciuta realmente. Sono queste esperienze che mi portano a capire quanto siamo orribili nel nostro profondo

Comuqnue nel complesso, Come prima volta non posso che dare giudizi positivi dell'esperienza, provero' sicuramente a riapplicarla in futuro, chissa' come andra' a finire

Bio,a parer mio recitare è una cosa genetica

Biomotivato 16-08-2014 12:31

Re: Attori di noi stessi
 
Consiglio questo metodo a chi come me soffre di ansia. Interpretare jn personagio che rappresenta se stessi ma in un altra forma da risultati davvero evidenti

Con in tempo questo personaggio si fondera' con noi e quindi potrebbe essere anche un modo per risolvere determinati problemi

Biomotivato 16-08-2014 12:32

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da lupanisky (Messaggio 1345396)
Bio,a parer mio recitare è una cosa genetica

Certo, secondo me scegliere la parte da recitare giusta potrebbe fare la differenza

Stefania90 16-08-2014 12:41

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Pulcina (Messaggio 1345327)
Sostanzialmente, concordo.
Recitare per non turbare il normale andamento delle cose, funziona, ho verificato.
Il clima è più disteso, si evitano tragedie.

Esempio della fila: se hai dieci persone davanti, sei irritato.
Ma se ti dimostri tranquillo e te ne stai al tuo posto, la fila scorre.
Se ti metti a urlare, non solo non passi in testa, ma rallenti tutto.

È vero, fingere logora, ma è molto peggio non farlo, ci si trova a scegliere il minore dei mali.
Per questo sto bene da sola, è come una vacanza dal mio lavoro da attrice.


Hai ragione fingere stanca, io lo ripeto sempre che stare con le persone mi stanca tantissimo proprio perchè fingo ciò che magari in quel momento non sono, ma se si vuol stare con gli altri è così.
La società è fatta da persone molto diverse tra loro in realtà ma cè una sorta di norma implicita che prevede che quando si sta in un gruppo ci si debba uniformare per non turbare l'armonia del gruppo stesso, è brutto da sentire ma è così.
Questo è il modo di pensare degli estroversi, si come gli altri altrimenti non sarai accettato, e in una società di estroversi bisogna adeguarsi.
Non è detto che si debba fingere con tutti però, io per esempio quando sono "tra" i miei intimi divento la vera me, lunatica, sul depresso andante, schietta e sincera.:D

Biomotivato 16-08-2014 12:43

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da dintei166 (Messaggio 1345157)
Non la comprendo questa cosa della recita, la farsa, la maschera, mi ricordano cose come il carnevale o halloween o le antiche palliate che ho sempre detestato. Prima parlavi di equilibrio ma non è così che lo si ottiene, idea mia almeno, non voglio rappresentare qualcosa che non sono. Poi provaci, magari andrà bene, buona festa.


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La metafora delle maschere e dei personaggi e stata ripresa proprio dal teatro e puo' rappresentare bene il nostro comportamenti nella vita. Maschere intese come oggetti di scena per il teatro appunto, non per divertirsi come nel caso di halloween e carnevale

Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345161)
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.

Concordo in tutto

Quote:

Originariamente inviata da Orto d'Osso (Messaggio 1345164)
E' un'interpretazione dell'esistenza umana e della società un po' troppo massimalista....il tutto ridotto a un gioco di ruoli.

Ad ogni modo credo che tra i componenti della "commedia umana" quelli che meno si adattano a questo gioco siamo proprio noi fobici, che più degli altri tendiamo a essere noi stessi, a rifiutarci magari inconsciamente di recitare, e proprio per questo siamo sistematicamente messi ai margini.

Credo che non sia un esperimento adatto alla nostra personalità, comunque auguri!

Non credo che i fobici siano sempre loro stessi, anzi, proprio il contrario. Anche noi, come tutti recitiamo costantemente delle parti

Quote:

Originariamente inviata da alice89 (Messaggio 1345201)
pensavo di essere l'unica a fare certi pensieri.
Anche io per un bel periodo ho pensato che se fossi riuscita a "recitare" un po', come se fossi un'attrice, sarei riuscita a tenere a bada il mio lato più insicuro e timido...ma mi son resa conto che non è così facile. Anzi, non ci riesco proprio.

Cosi come per il teatro, ci sono infinite parti da recitare. avrai scelto la parte/le parti giusta/e?

Quote:

Originariamente inviata da Supermanes (Messaggio 1345232)
È una vita intera che fingo che ormai ci sono anche abituato. Fingo di essere di buon umore, fingo di essere normale, fingo che certe cose non le faccio per disinteresse, fingo di essere un tipo ribelle e non uno che non riesce a vivere. Il guaio di tutto questo è che fingere funziona fino ad un certo punto. Una persona intelligente può fingere di essere stupida me una persona stupida non può fingere di essere intelligente. Questo è solo un esempio per farvi capire cosa voglio dire.

Come toto', se fuori siamo allegri o comunque in un certo modo, non sempre lo siamo anche dentro. E' un pericolo di questa tecnica

Biomotivato 16-08-2014 12:52

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Semplizio (Messaggio 1345274)
Io ho recitato per anni, quando avevo la mia vita sociale più o meno stabile, e anche dopo, quando la mia situazione sociale è peggiorata. Mi prefiggevo dei ruoli, definivo ogni giorno certe componenti caratteriali da mantenere. Recitavo non solo nei rapporti sociali, ma anche nella solitudine, faccia a faccia con me stesso. Risultato: alla fine dimentichi chi sei. A forza di impersonare altre personalità, perchè quella che apparentemente sembra essere la tua personalità ti ispira solo un odio viscerale, non hai più una tua personalità. Quello che mi rimane oggi sono solo oscillazioni di personalità alquanto vuote, e questa cosa mi causa non pochi problemi.

Comunque, in una certa misura, credo che recitare una parte, o comunque certi stati d'animo, può essere terapeutico. Ad esempio lessi da qualche parte (PNL o roba del genere) che recitare uno stato di allegria quando si è giù può effettivamente migliorare il proprio stato d'animo. Se non ricordo male, lessi anche che la semplice azione muscolare del sorriso stimola l'attivazione di certe sostanze chimiche nel cervello che predispongono ad uno stato d'animo positivo e favoriscono pensieri positivi. Poi ci sono anche psicoterapie di gruppo basate sulla recitazione, come in un teatro, ma non ne so molto.

E' vero, hai perfettamente ragione, ecco perche' la parte che si andra' a recitare dovra' essere il piu' possibile accettabile, almeno con quella parte che di noi vogliamo migliorare

Non dico di interpretare personaggi che non ci assomigliano per nulla ma che ci differiscono per alcune cose, che a forza di eseguire la parte con il tempo se ne vanno (come l'ansia, in questo caso)

Ho letto anche io qualcosa sulla psicoterapia basandosi sul teatro ma forse ne so quanto te
Indubbiamente, il teatro da spunti di miglioramento a forza di interpretare personaggi

Quote:

Originariamente inviata da Weltschmerz (Messaggio 1345373)
La felicità non arriva dalla prestazione sociale in sé quanto dalla vicinanza con gli altri.
Se gli altri ti provocano ansia (consapevolmente o meno) non potrai sentirti vicino a loro.
Il problema per il fobico sociale è la percezione che ha di sé stesso che lo mette a disagio e in ansia di fronte agli altri.
Ed è lì che bisogna lavorare, non sui sintomi (che sarebbero l'insicurezza, il balbettare, ecc).

Uno che recita potrebbe provare piacere "nell'ingannare" gli altri, "fingendo" di essere qualcun'altro, ottimo esercizio ma non mi sembra che vada a risolvere il problema.

Tutti fingiamo, è necessario, ti comporteresti a lavoro come fai a casa o con degli amici? No, perché ti licenzierebbero subito e viceversa, perché i tuoi amici ti direbbero di levare quella scopa dal culo :sarcastico:

Beh certo, dipende fin dove si spinge l'interpretazione del nostro personaggio

Nel mio caso, dovevo solo interpretare un me stesso che non ha ansia. I risulatati sono stati ottimi

Weltschmerz 16-08-2014 13:39

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Biomotivato (Messaggio 1345412)
Nel mio caso, dovevo solo interpretare un me stesso che non ha ansia. I risulatati sono stati ottimi

Beato te che hai un interruttore ON OFF allora! :D

simopi 16-08-2014 15:57

Re: Attori di noi stessi
 
Non è affatto male come idea... provare non mi costa nulla, ho davvero bisogno di recitare perché "il me stesso" fa schifo al 99% delle persone.

Biomotivato 16-08-2014 23:03

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Weltschmerz (Messaggio 1345429)
Beato te che hai un interruttore ON OFF allora! :D

Non si tratta di avere un interruttore xD si deve solamente cercare di interpretare un altro se, con le qualita' che vogliamo

Nel mio caso era semplice: dovevo far finta di non avere le ansie!

Quote:

Originariamente inviata da simopi (Messaggio 1345504)
Non è affatto male come idea... provare non mi costa nulla, ho davvero bisogno di recitare perché "il me stesso" fa schifo al 99% delle persone.

Provaci, non costa nulla e puo' dare soddisfazioni come a me

Passiflora 16-08-2014 23:28

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Roy (Messaggio 1345220)
Il teatrino sociale, tra teatranti e burattini. Se così fosse non ho alcuna possibilità di recuperare la fiducia negli altri...

Pensa di essere alla serata cui partecipa anche Biomotivato nelle vesti che ha descritto.
Decideresti di non fidarti di lui, se sapessi che sta fingendo e perchè ?

Io no.
Perchè lo fa solo per autodifesa, nessun altro motivo.
Cercherei quindi, piuttosto, di aiutarlo ad essere se stesso il più possibile, in modo che non abbia più bisogno di fingere, almeno con me.

Siamo noi che possiamo far sì che ci sia meno finzione in chi ci circonda, attraverso l'accoglienza che riserviamo loro...

franz90 17-08-2014 16:28

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345161)
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.

Pienamente d' accordo:bene:

Secondo me noi fobici spesso dovremmo impegnarci (e detto da me è tutto dire:testata:), in alcune occasioni, a ''recitare'' di più, in quanto ciò ci permetterebbe di conoscere più sconosciuti con frasi e/o atteggiamenti di circostanza e poi poter approfondire amicizie che potrebbero andare più a fondo....ma credo fortemente che anche a loro modo i più estroversi recitino una parte quando sono in mezzo agli altri, semplicemente la recitano molto meglio rispetto a noi e si sentono meno ''impacciati ed obbligati'' nel farlo, quindi sicuramente gli peserà di meno.....ma questa è una mia opinione...

Poi come detto da altri se si è in compagnia di veri amici molte volte si ''finge'' molto meno di quello che si fa con altri che magari conosciamo meno.... ma contando che moltissime persone (me compreso) in questo forum a volte si lamentano di non riuscire ad allargare il proprio giro di amicizie (spesso ristretto) tanto vale provare ad adattarsi a situazioni diverse ogni tanto.... o almeno sforzarsi nel farlo....poi fra il dire ed il fare............:mannaggia:

Stefania90 17-08-2014 17:27

Re: Attori di noi stessi
 
Fingere è indispensabile per essere accettati nella società, io lo faccio, ma in realtà non credo porti molti benefici dal punto di vista del costruirsi rapporti profondi, è solo un metodo per socializzare superficialmente, per essere accettato e ben visto in grandi gruppi. Alle persone intime ci si lega proprio mostrando anche i lati no della nostra personalità, certo è però che chi riesce a mentire riesce anche ad avere e mantenersi una vita sociale molto piena, benchè superficiale e anche solo quella può essere molto soddisfacente e appagante, almeno per quanto mi riguarda.

Comunque ho notato che anche molti estroversi tendono a non voler fingere, queste persone pur essendo estroverse si ritrovano spesso con una vita sociale molto povera.

Per esempio questa ragazza che seguo su you tube è molto estroversa, ma non ha amicizie (lo so perchè seguo tutti i suoi vlog) e mi sono sempre chiesta perchè una ragazza così estroversa e istrionica non avesse amicizie. Alla fine di
(dal minuto 15) spiega che a lei non piace fingere con la gente e questo la porta, pur essendo non timida o introversa a isolarsi.

Pulcina 17-08-2014 17:57

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Stefania90 (Messaggio 1345923)
spiega che a lei non piace fingere con la gente e questo la porta, pur essendo non timida o introversa a isolarsi.

Adesso che ci penso, ho un'amica messa uguale.

Dedalus 17-08-2014 18:02

Re: Attori di noi stessi
 
Alla rinfusa:

Si è tutti degli pseudos. Nella maschera non si cela l'uomo, ma vengono a verità le cose. Nella qabbalah questo corrisponde allo tzimtzum. Carmelo Bene lo chiamava Pirlandello.

QuantumGravity 17-08-2014 19:22

Re: Attori di noi stessi
 
Probabile che alcuni recitino nella recita; Alla fine cosa è l'Io se non un racconto che facciamo a noi stessi e che sulla base di un contesto emotivo, definisce arbitrariamente le esperienze? Siamo falsi, o meglio non del tutto veri, per nostra stessa natura; le cose che si registrano nella memoria e che vengono successivamente riprodotte sono alterate e rielaborate nei significati, di continuo; Anche questo forum è un contesto sociale poi; anche qui, senza parlare degli estroversi, ciascuno enfatizza determinati aspetti di sé e né smussa altri; Persona, in latino significa maschera. Sapevatelo

Noriko 17-08-2014 20:17

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da lupanisky (Messaggio 1345393)
e l’uomo non potrà allora conoscere la vera e propria essenza, la propria personalità.

Quoto!:perfetto:


Poi secondo me recitare consapevolmente una parte per migliorare esempio le relazioni, può portare a risultati che non si mantengono nel tempo.

Biomotivato 17-08-2014 20:42

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da QuantumGravity (Messaggio 1345972)
Persona, in latino significa maschera. Sapevatelo

A volte mi pento di non aver fatto una scuola supeiriore con latino .-.
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 1345993)

Poi secondo me recitare consapevolmente una parte per migliorare esempio le relazioni, può portare a risultati che non si mantengono nel tempo.

Dipende da come viene mantenuto questo cambiamento

Con il tempo potrebbe si perdersi ma anche rafforzarsi, secondo me

anahí 17-08-2014 21:07

Re: Attori di noi stessi
 
Proprio in questi giorni ho visto il film Persona che parla un po' di queste cose, almeno credo:D
La recita è un mezzo per comunicare, e appunto è impensabile comunicare in modo immediato, cioè senza assumere qualche ruolo. Pretendere l'"onestà" assoluta vuol dire sigillarsi nel silenzio (come la tizia del film).

Noriko 17-08-2014 21:24

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da anahí (Messaggio 1346029)
Proprio in questi giorni ho visto il film Persona che parla un po' di queste cose, almeno credo:D
La recita è un mezzo per comunicare, e appunto è impensabile comunicare in modo immediato, cioè senza assumere qualche ruolo. Pretendere l'"onestà" assoluta vuol dire sigillarsi nel silenzio (come la tizia del film).

Quanto tu reciti ovvero vivi in modo spontaneo, sei attore di te stesso. Nonostante le maschere che assumi tu sei te stesso.

Può essere questa l'onestà? :interrogativo:

~~~ 17-08-2014 23:10

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 1345935)
Nella qabbalah questo corrisponde allo tzimtzum.

Pimperepettennusa, nusa la patata.
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 1345935)
Carmelo Bene lo chiamava Pirlandello.

E non stento a crederlo, ma mica è colpa di Piri se se la son presa tutti ammale con la faccendy dei mascheroni



Sento che devo iniettarmi qualche tranquillante oggi

alien boy 22-08-2014 00:05

Re: Attori di noi stessi
 
Il problema è che comunque non tutti sono in grado di recitare. Ad esempio il discorso dello stare in silenzio e non partecipare alle discussioni: io non riesco a recitare e fare la parte dell'estroverso perché se ci riuscissi allora significherebbe che io non ho il problema che per colpa della timidezza non sono il più loquace degli uomini, problema invece reale. Il contrario invece sarebbe possibile (ovvero un estroverso che fa l'introverso), allora potrebbero addirittura pensare paradossalmente che finora ho recitato :interrogativo:
La recita del primo caso potrebbe avere effetto solo se uno rinnega così totalmente se stesso da non considerarsi neanche più se stesso con le proprie emozioni, bisogni, ecc. ovvero vergognarsi infinitamente di se stesso, staccarsi in modo netto e improvvisare qualcun altro dal nulla.
Tra l'altro quando ho provato a recitare ho fatto più danni di quando sono spontaneo, anche perché finisco per dire cazzate :D
e comunque dopo un po' mi annoia e alla fine decido di fare l'agnello sacrificale del gruppo :mannaggia:

Biomotivato 22-08-2014 00:12

Re: Attori di noi stessi
 
Quote:

Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 1348306)
La recita del primo caso potrebbe avere effetto solo se uno rinnega così totalmente se stesso da non considerarsi neanche più se stesso con le proprie emozioni, bisogni, ecc. ovvero vergognarsi infinitamente di se stesso, staccarsi in modo netto e improvvisare qualcun altro dal nulla.

Non credo serva vergognarsi, serve solo un input, qualcosa che ti dica "cosi non si puo' andare avanti, proviamo questa altra via"

Quote:

e comunque dopo un po' mi annoia e alla fine decido di fare l'agnello sacrificale del gruppo :mannaggia:
Il problema e' quello, a lungo andare stanca :/

Comunque si, non tutti siamo portati a questo tipo di comportortamento ma e' anche vero che questo va perfezionato nel tempo. Non si puo' pretendere di avere i risultati migliori qui e subito!


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