![]() |
I piedi in testa
A parte la bellissima pratica sessualfeticista, sentire che qualcuno ci mette i piedi in testa può farci sentire davvero stronzi.
E sembra che ce l'abbiamo scritto in faccia che possono permettersi di tutto con noi. Qualcuno dice: subisci non perché non vuoi ferire l'altro, ma perché vuoi essere a tutti i costi accettato, ben visto e amato. Qualcun altro (molto più simpatico) dice: chi ha questo tipo di sensibilità è talmente morale ed è tanto imprigionato nel senso di colpa che teme che la sua gioia passi attraverso la sofferenza di qualcun altro. Bisogna sfuggire da quel punto lì, ma non solo. Bisogna superare lo sconcerto che si prova quando ci troviamo di fronte ad una sensibilità meno accentuata della nostra, insomma davanti a qualcuno che si prende quello che vuole. E ho paura che lo sconcerto non derivi dalla perdita o dall'umiliazione per il gesto subito, ma proprio dalla riflessione: "io non lo farei, io non saprei farlo, perché lui lo fa ed è così sicuro mentre lo fa?" È la sensazione di oppressione, di impotenza, a fregarci. Per dire, pure se gli scoppio un petardo nell'ano la musica mica cambia. È un'illusione che per sottrarsi al proprio destino bisogna compiere gesti estremi, come uccidere il padre e la madre, andare in guerra o fare una terapia cognitivo-comportamentale. Bisogna fare qualcosa d'altro (sicuramente un'altra terapia più bella), bisogna sfuggire da chi tenta di colpevolizzarci dicendoci cose tipo ah tu sei egoista come tutti chetticredi, e svegliati ché sei un addormentato, stai skiupando la tua vita etc. Però boh. Sono stanca di chi xolpevolizza l'individuo, stanca dei sensi di colpa, etc. La gente si crede saggia e furba perché dice: vai a lavorare e: se qualcuno ti ferisce è un problema tuo, se non sei in grado di stare con gli altri stai da solo, e non si rendono conto che innanzitutto non è un problema SOLO tuo, ma figuratevi se questi stronzi non tagliano tutte le sfumature con un'accetta (e mi riferisco a Giulio Cesare Giacobbe e ai suoi amici), ma soprattutto che tu non carichi tutta la responsabilità sugli altri ma credi di essere tu l'incapace e lo stronzo, e fai proprio come dice lui credendo di darti una gran lezione e fregarti, stai da solo perché sei convinto di non essere assolutamente in grado, perché tutto di ferisce e non capisci più quanto dipenda da te e quanto dipenda dagli altri, quindi nemanco riesci ad affrontare il problema con loro, quindi fuggi e ti chiudi in casa distraendoti con attività solitarie per fuggire dal senso di colpa, dalla solitudine e dal dolore. |
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
Quote:
Spero che la terapia (non è cognitivo comportamentale) funzioni...effettivamente, nonostante il mio scetticismo di fondo, qualcosa sta cambiando. |
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Non sai quanto capisca questa sensazione, conta anche il fatto che se una persona è gentile e ha un educazione che gli impone di comportarsi in modo cortese con le persone, queste se ne approfitteranno in tutti i modi, forse nemmeno per reale bisogno, per divertimento a vedere fin quando possono tirare la corda.
Muttley così a naso da quello che lo vedo scrivere è un capetto nel suo lavoro :mrgreen: |
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Piú che altro mi chiedo se sia uno swing, una danza, questo incontro fra "tu mi concedi, io prendo", non capisco se si risponde alla situazione o c'è qualcosa prima.
Certo, c'è chi non sopporta coloro che percepisce come deboli e prova piacere a sfruttarli, prevaricarli e umiliarli, ma nei casi meno estremi sembra davvero che non avere amore o rispetto per sé stessi (ma è davvero questo? o è che forse gli altri ci interessano tanto, troppo, e pur di guardarli nelle loro espressioni ci dimentichiamo che non siamo solo occhi?) risulti agli altri chiaro come il sole. Certo, forse questa considerazione di sé si sviluppa davvero nell'assenza di amore per sé stessi, e più il nostro bisogno di amore e di essere visti viene frustrato e deluso, più l'incontro col mondo sarà dominato dalla paura, o dall'odio. Poi, so che in certe psicotetapie si tende a dividere la depressione dettata dalla personalità, e quella dovuta a un trauma (un lutto, uno stupro, un incidente etc.), ma la personalità che si trova ad oggi incapace di difendersi, non si è forse strutturata dopo ogni piccolo e grande trauma che ha vissuto e che lo ha condizionato attraverso la sua sensibilità? Essere da soli in un mondo di coetanei per i quali sei brutto, sbagliato, per i quali non vali niente, mette anche in discussione l'amore ricevuto dai genitori. E non può essere un piccolo trauma questo? Rendersi conto che a scuola, dell'amore dei nostri genitori non ce ne facciamo niente, anzi sembra quasi una presa in giro ulteriore. E chi è solo sia a casa che a scuola? Gli psicologi rompono tanto il cazzo sulla genitorialità e poi quando vedono un ventiquattrenne nel guaio perché in una maniera o nell'altra i suoi genitori hanno sbagliato qualcosa (fra tutti gli altri motivi, intendo), gli dice: embè, ormai sei grande, se non ti salvi il culo tu non te lo salva nessuno, ci vuole disciplina, vai a laurà, a proposito non è che vorresti arruolarti nell'esercito? (a proposito, sapete nei USA quanti ragazzini poveri e disagiati che abitavano in quartieri disagiati sono stati convinti da chi avrebbe dovuto invece aiutarli ad arruolarsi nell'esercito e andare a crepare in guerre che sono tutte un bluff tranne che per i soldi che fanno guadagnare ad altri e per i cadaveri dei disgraziati?) La nostra stessa depressione è una critica al mondo in cui viviamo, vogliono farci credere che se stiamo male è un problema solo nostro, e per sollevarci dai nostri sensi di colpa ci chiamano anche parassiti, se non andiamo a laurà (vedi liuk). L'individuo deve assumersi le proprie responsabilità, anche quelle che non ha. Nevvero? "Poiché l'individuo sensibile ``conosce`` le potenzialità della specie, egli può coltivarle nei limiti della sua azione o, sempre nei limiti di questa, proiettare il mondo verso quella meta." "Un altruismo che non passi per la felicità del corpo-proprio, per la pienezza del suo piacere, è immorale". |
Re: I piedi in testa
Quote:
Dal tuo ragionamento sembra che dipenda tutto da cose insignificanti: "Non mi piace perché non mi piace" |
Re: I piedi in testa
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
Quote:
È come dire che, se un tizio è un pigro cronico, è perché ha scelto di esserlo. Se questo tizio ha dei gravi problemi con i neurotrasmettitori che gli frullano nel cervello, l'ha deciso lui? |
Re: I piedi in testa
Quote:
Tradotto: chi vuole cambiare veramente il mondo, cambia se stesso. La consapevolezza di poter avere il controllo totale delle operazioni (su se stessi) è elettrizzante. Senza pensare di essere stato giusto o sbagliato, prima. Cambiare, solo perchè prima non si otteneva il risultato sperato. |
Re: I piedi in testa
Tritilde, non sei pazza, sono gli altri che sono un mucchio di stronzi. E sono ancora più tristi perché pensano di essere quelli "giusti", che fottendosene e prendendosi dalla vita quello che vogliono senza scrupoli, saranno felici.
Quello che puoi fare è cercare di farti il "cuore tosto"; non ti renderà immune dal dolore (che poi è la constatazione di essere ancora umani), ma almeno, senza rinunciare alla propria dirittura, si può riuscire a mettere dei paletti e a mettersi a distanza da chi non gliene frega niente di noi. Tradotto, io andrei per la mia strada al posto tuo. Sbagli? bene! "Sbaglia. Sbaglia ancora, sbaglia meglio" (Cit.) |
Re: I piedi in testa
Quote:
Qui sono d'accordo. Spesso si sottovalutano eventuali problemi organici dando la colpa al famoso "stress", insicurezze e kompany (non che questi siano assenti...anzi.. ) |
Re: I piedi in testa
Quote:
Sì, ma questo ragionamento significa quindi che non c'è bisogno di intervenire per difenderci da chi si diverte alle nostre spalle o fa il simpaticone sputtanando il prossimo quindi anche noi quando capita ? Perché la vittima di Bulling, o di Mobbing verticale od orizzontale, di qualunque tipo siano queste violenze, la vittima arriva ad un punto in cui crede di essere in qualche modo responsabile o addirittura "di meritare" la merda che questi trogloditi o colleghi o compagni di scuola deficienti stanno vomitandole addosso. Quindi uno cerca di evitare il confronto ma quando capita c'è un momento in cui bisogna agire, o si deve pensare o cercare di convincere noi stessi fallendo miseramente nell'intento che il problema è o dovrebbe essere del carnefice di turno ? Certo che lo è, e il punto è sempre lo stesso, che i problemi del troglodita di turno mobbizzatore o che pratica bulling diventano anche problemi degli altri. Quando si arriverà a capire che non è la nostra sensibilità il problema ? Che quando qualcuno è aggressivo e ti violenta con il proprio atteggiamento molesto dobbiamo in qualche modo arrivare a reagire realizzando finalmente che non è colpa nostra perché l'origine di tutto questo patimento non è stata originata da noi. Energeticamente cercano sempre qualcuno che sembri mite, docile, e ci provano, ma quando la vita non gliela si rende così facile almeno dovranno impegnarsi per riuscire nell'intento di sfogare la propria idiozia su qualcuno, no ? O dobbiamo colpevolizzarci noi anche per quanto sono mentecatti i figli degli altri ? |
Re: I piedi in testa
Dalla mia esperienza di perenne vittima di bulli e deficenti vari (dalla scuola all'ufficio) ho visto che con il tempo si impara a farli stare al loro posto. Cambiarli è impossibile, deficenti sono e deficenti rimangono, l'unica cosa che si può fare è cambiare il proprio modo di comportarsi nei loro confronti. Ignorarli completamente come se fossero invisibili. Nel caso siano persone di potere, come ho già scritto in un'altro post, gentilezza formale della serie buongiono e buona sera, Stop! Quando poi fanno finta di diventare buoni o fanno le vittime per farti riavvicinare, continuare ad ignorarli più di prima, perché non aspettano altro che ti riavvicini per azzannarti peggio di prima. Forza e coraggio!
Quote:
P.s. aggiungerei vigliacca e con grossi problemi |
Re: I piedi in testa
Quote:
Chi è così si fa grande coi piccoli e piccolo coi grandi. La mancanza di responsabilità più grande è proprio questa. E' lo stato che il Buddismo definisce di animalità, prevarichi il più debole e ti sottometti al più forte. Le persone vuote e infelici, le persone disperate, violente, riescono a rispettare solo chi è più forte e grande di loro. Le persone così sembrano non evolversi mai. Sono proprio le persone come loro quelle veramente irresponsabili (inabili a rispondere), gli inconsapevoli, quelli che cercheranno sempre di schiacciare chi è apparentemente più debole e piccolo solo perchè è più debole e piccolo. Ma saranno sempre troppo vigliacchi per fare gli sbruffoni con chi è più forte, con chi è più grande, con chi non ha paura di loro. Non c'è per loro il piacere di fare una gentilezza. C'è per loro solo la "soddisfazione" di arrecare un danno, di sottomettere qualcuno. Ed è proprio per quelli come loro che vale il detto “non sei altro che..”, perchè non c'è altro per definire queste persone, non sono altro che dei vigliacchi, punto e basta |
Re: I piedi in testa
Quote:
Quote:
Quote:
Quote:
|
Re: I piedi in testa
Quote:
il punto e' che non sempre si parla di bullismo e sfruttamento. A volte la gente neanche se ne accorge, a volte crede di stare nel giusto, ma magari tu hai una sensibilita' che spadroneggia su tutto, magari affinata da anni di soprusi e ci resti lo stesso, perche' anche le piccole cose ti toccano. E a questo punto di chi e' la colpa? E come si fa a cambiare il proprio modo di essere? La "lotta" contro se' stessi e' una delle piu' aspre e ingiuste. |
Re: I piedi in testa
Quote:
Prendere tutto e andare, levare le tende. Non ti vedono più, non possono più farti del male, la serie dei colpi inferti a tradimento si interrompe. E tu puoi ricominciare, nel silenzio, la ricostruzione. L'essere evitanti non è poi così male. L'alternativa è farsi massacrare poco a poco, oppure, cercando di essere all'altezza dove non arriveremo mai (perchè l'ostacolo è stato posto volutamente troppo in alto) scivolare nei disturbi legati all'ansia. Io, nella solitudine, nel silenzio, ho spesso trovato "il mio modo" di fare e vedere le cose, ho capito cosa c'era che non andava. E ho formulato le mie scelte. Sono diversa, ne prendo atto. Ma ho diritto anch'io all'autodeterminazione. Ripeto: allontanarsi, prendere la distanze da chi ci fa star male è la prima cosa da fare. Ci si può allontanare anche con la presa di coscienza, con la sola forza della mente. E' molto più difficile, ma si può fare. |
Re: I piedi in testa
Se ci vuole esperienza per non farsi mettete i piedi i testa ...io ho ancora molta strada da fare... oggi persino un bambino di 12 anni mi ha messo i piedi in testa...
|
Re: I piedi in testa
E' verissimo ed è questo che dobbiamo imparare ad evitare. Non avete idea di QUANTE volte in 34 anni di vita , sia stata schiacciata e scavalcata da altri meno inclini alla sensibilità. Persone che pensano solo a se stesse , mentre i penso sempre a 'come fare stare bene l'altro ', 'come non farlo soffrire', 'come comportarmi in maniera moralmente ottimale'.
E vi ASSICURO che NON E' per voglia di 'essere accettata', ma SOLO per non ferire le altre persone. Ho fatto mio il detto 'non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te', e ne ho ricevuto solo sofferenze, calci in faccia, piedi in testa. La conseguenza della mia totale mancanza di egoismo ( non per auto incensarmi ma è la verità ), mi ha portata a perdere occasioni sul lavoro, nello studio, nelle relazioni. Altro che storie. |
Re: I piedi in testa
cerco di non farmi mettere i piedi in testa, ma se succede non lo vivo come un dramma, il problema è di chi soverchia o inganna, non di chi si comporta bene, se un prepotente mi passa davanti alla coda della posta al massimo lo fulmino con lo sguardo, non vado certo al suo livello abbaiando come un cane rabbioso, tanto alla fine il problema è suo, è lui che fa schifo, io faccio 5 minuti in più di coda, amen, non succede nulla, preferisco mite fuori ma corretto piuttosto che di personalità ma mediocre dentro.
chiaro che se il sopruso è grande ci vuole una reazione, ma sempre senza scendere di livello, altrimenti son capaci tutti, è come tatuarsi sul collo la prima citazione a caso letta su facebook in caratteri giapponesi quello non è avere personalità, quello è un pessimo tatuaggio e basta :miodio: poi mi spiegherete voi come siete arrivati a parlare di tatuaggi in un topic di tutt'altro genere -_-, a voltre siete maestri di off topic |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 16:56. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.