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barclay 31-03-2014 17:51

La teoria della rete di sicurezza
 
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

Noriko 31-03-2014 17:54

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Bella domanda... ci sto pensando. :pensando:

Selenio 31-03-2014 17:55

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
stai dicendo che uno che sta da solo prova sentimenti più intensi di uno che sta in mezzo agli altri? Avere delle persone attorno non vuol dire per forza essere superficiali cosi come stare da soli non significa essere per forza un orso

Winston_Smith 31-03-2014 18:00

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona.

Su questo avrei più di un dubbio, può darsi anche che siano più bravi/più predisposti/più fortunati e riescano a trovare altre persone.

Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone.

Dipende da cosa s'intende per "sentimenti". Non è che se hai più di uno o due amici, vuol dire che sono sempre automaticamente persone di cui non ti frega una ceppa e che tieni tra i tuoi contatti solo per fare numero.

Sphinx 31-03-2014 18:02

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Beh, i "normali", i maschi soprattutto, se ne sbattono i maroni del giudizio altrui.E alla grande, anche.
Solo in casi eccezionali non dormono la notte, se il giorno dopo dovranno fare qualcosa per cui saranno vagliati .
Noi si vive in un costante marasma inquisitorio. Costantemente vediamo gli altri come pietre di paragone.
Io la penso così.
Che gli altri fungono troppo, dovrebbero fungere di meno :mrgreen:

barclay 31-03-2014 18:03

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Selenio (Messaggio 1262355)
stai dicendo che uno che sta da solo prova sentimenti più intensi di uno che sta in mezzo agli altri? Avere delle persone attorno non vuol dire per forza essere superficiali cosi come stare da soli non significa essere per forza un orso

No: sto dicendo che investe TUTTI I PROPRI SENTIMENTI su pochissime persone.
Quote:

il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

lauretum 31-03-2014 18:05

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:


Non condivido quasi niente, ma é un argomento troppo articolato e complicato, ci vorrebbero due o tre lauree per affrontarlo (sociologia, antropologia,..)

Myway 31-03-2014 18:05

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

Bè non per tutti ma per molti è come dici tu...un "siamo tutti sulla stessa barca cantiamocela e suoniamocela tra di noi senza starci a rompere le palle tra noi", poi se arriva l'introvero isolato allora massacro totale....

barclay 31-03-2014 18:11

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1262360)
Su questo avrei più di un dubbio, può darsi anche che siano più bravi/più predisposti/più fortunati e riescano a trovare altre persone.

Rifletti su questo: è così insolito che un uomo divorzi e si metta con una donna che conosceva già durante o prima del matrimonio? Bada bene: non sto parlando di un'amante, ma di una donna con cui aveva già un po' di confidenza, come un'amica, una collega, la banconiera del bar che frequenta abitualmente, una commessa del suo negozio preferito, una che incontra in palestra, l'impiegata della sua compagnia d'assicurazione, ecc.
Quote:

Dipende da cosa s'intende per "sentimenti". Non è che se hai più di uno o due amici, vuol dire che sono sempre automaticamente persone di cui non ti frega una ceppa e che tieni tra i tuoi contatti solo per fare numero.
Quindi, secondo te, è insolito che uno, p.es, pensi «Oggi non ho niente da fare… Magari esco con quelli della palestra, che m'invitano sempre, anche se non sono mai andato con loro»? :interrogativo:

Noriko 31-03-2014 18:16

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quando queste persone se ne vanno per vari motivi perché così è la vita...noi restiamo per molto tempo soli, uno dei motivi può essere perché idealizziamo troppo l'altro , perché c'è un forte attaccamento affettivo, perché desideriamo un rapporto più esclusivo e complice, perché siamo insicuri e vediamo l'altro come una guida un protettore.

muttley 31-03-2014 18:18

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
I "normali", non avendo mai voluto vivere e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non hanno mai voluto restare soli perché hanno sempre cercato qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona

Fixed for you

barclay 31-03-2014 18:20

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 1262370)
Non condivido quasi niente, ma é un argomento troppo articolato e complicato, ci vorrebbero due o tre lauree per affrontarlo (sociologia, antropologia,..)

OK, ma almeno prova a rispondere anche tu alle domande che ho fatto a Winston, qui sopra :pensando:

Franz86 31-03-2014 18:21

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
La teoria mi sembra abbastanza valida, se non si generalizza troppo, se non si prende troppo alla lettera il "poco" e "pochissimo", e se si analizza con un certo rigore il perché per il sociofobico varrebbe invece (deduco) il "molto" o "moltissimo" (che possono nascondere problematicità anche gravi).

Noriko 31-03-2014 18:21

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 1262370)
Non condivido quasi niente, ma é un argomento troppo articolato e complicato, ci vorrebbero due o tre lauree per affrontarlo (sociologia, antropologia,..)

Cosa non condividi... comunque mi piacerebbe moltissimo affrontare l'argomento su ciò che conosci, anche con soli interrogativi .

barclay 31-03-2014 18:23

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262379)
Fixed for you

Risposta prevedibile… da parte di uno che sostiene la filosofia del poliamore :sarcastico:

Myway 31-03-2014 18:24

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
I "normali", non avendo mai avuto problemi di fs o dep e simili che li hanno portati in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non hanno mai rischiato di restare soli perché hanno semprefacilmente trovato qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona

Ri-fixed for muttley

Selenio 31-03-2014 18:27

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262365)
No: sto dicendo che investe TUTTI I PROPRI SENTIMENTI su pochissime persone.

ah ok pardon. Bè credo che la differenza stia nel fatto che un sociofobico vede tendenzialmente in un'altra persona uno dei pochi ostacoli alla totale solitudine/sfigataggine. Si crea quindi una situazione di bisogno da parte del sociofobico o comunque della persona sola che quindi vive certe relazioni in maniera più intensa per paura di restare solo. L'estroverso ha un certo carisma e la capacità di attrarre gli altri a sè semplicemente essendo se stesso e quindi non ha questa forte situazione di bisogno. Ma questo solo se la persona è solo carismatica e non se è solo un ragazzo normale con amici perchè anche li sebbene in maniera minore rispetto a chi sta spesso solo, si creano dei meccanismi di dipendenza e bisogno nelle loro relazioni.

I buddisti hanno in parte ragione quando parlano del distacco come chiave della felicità. E' l'attaccamento a creare sofferenza;quando quella persona o cosa ci viene tolta noi soffriamo in misura pari al nostro attaccamento a essa. Se non fosse che non siamo isole e abbiamo comunque bisogno degli altri. E' possibile vivere senza attaccamento? Ci vorrebbe una forte autodisciplina e si rischierebbe di finire in uno stato di apatia in cui si ha paura di provare sentimenti veri per paura di soffrire in seguito

muttley 31-03-2014 18:31

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262384)
Risposta prevedibile… da parte di uno che sostiene la filosofia del poliamore :sarcastico:

Ah già, la parola der papa nun se tocca :D

Questo topic mi ricorda un po' i discorsi di chi dice che gli immigrati non hanno problemi a trovare lavoro perché ormai assumono solo loro e appena vengono qui si trovano le occasioni già pronte, rubandocele a noi, ma poi alla fine danno pochissima importanza alla cura e all'amore per quello che fanno (basta vedere i cinesi) perché tanto hanno già tutto che gli piove in testa :occhiali:

Sphinx 31-03-2014 18:31

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Personalmente, spesso, ho messo gli altri in condizione di mollarmi.
Alcune volte avrebbero potuto pure pestarmi, lo so .Per come ho offeso, e trattato di merda alcune persone, pure ben disposte a venirmi incontro-
Solo perchè in passato mi hanno bullata, l'ho fatta scontare ad altri.
E qua sono stata infantile,e me ne pento.
Ora cerco di fare diversamente, che gli altri non FUNGANO da parafulmine per il mio astio pregresso.
Parlo per me.
Augh.

muttley 31-03-2014 18:33

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Sphinx (Messaggio 1262390)
Personalmente, spesso, ho messo gli altri in condizione di mollarmi.
Alcune volte avrebbero potuto pure pestarmi, lo so .Per come ho offeso, e trattato di merda alcune persone, pure ben disposte a venirmi incontro-
Solo perchè in passato mi hanno bullata, l'ho fatta scontare ad altri.
E qua sono stata infantile,e me ne pento.
Ora cerco di fare diversamente, che gli altri non FUNGANO da parafulmine per il mio astio pregresso.
Parlo per me.
Augh.

No tu non puoi capire, sei anche fidanzata, ti è sempre andato tutto bene...la fortuna premia solo i fortunati e la sfiga colpisce sempre e solo gli sfigati, non lo sapevi? Sapevilo! :D

Winston_Smith 31-03-2014 18:36

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262374)
Rifletti su questo: è così insolito che un uomo divorzi e si metta con una donna che conosceva già durante o prima del matrimonio? Bada bene: non sto parlando di un'amante, ma di una donna con cui aveva già un po' di confidenza, come un'amica, una collega, la banconiera del bar che frequenta abitualmente, una commessa del suo negozio preferito, una che incontra in palestra, l'impiegata della sua compagnia d'assicurazione, ecc.

Quindi, secondo te, è insolito che uno, p.es, pensi «Oggi non ho niente da fare… Magari esco con quelli della palestra, che m'invitano sempre, anche se non sono mai andato con loro»? :interrogativo:

Non saranno cose insolite, ma non mi sembra che tutti i non iscritti a questo sito abbiano la filosofia del tenersi le "ruote di scorte" come stella polare. Penso che di amicizie vere ce ne siano anche tra i "normali", anche se in numero inferiore di quelle che vengono definte comunemente come tali. Il fobico/timido semplicemente ha meno rapporti di questo tipo perché ne ha di meno tout court.

Winston_Smith 31-03-2014 18:37

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262393)
No tu non puoi capire, sei anche fidanzata, ti è sempre andato tutto bene...la fortuna premia solo i fortunati e la sfiga colpisce sempre e solo gli sfigati, non lo sapevi? Sapevilo! :D

In linea di principio ed etimologicamente parlando, sarebbe strano che la fortuna premiasse gli sfigati e che la sfiga colpisse i fortunati, altrimenti non sarebbero più tali :sisi:

muttley 31-03-2014 18:39

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Sfigato è colui che tale si ritiene...pensare = essere (cit.)

Winston_Smith 31-03-2014 18:40

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262404)
Sfigato è colui che tale si ritiene...pensare = essere (cit.)

Ahia, qui è O'Brien che ritorna con la coincidenza tra pensiero e realtà.

I tell you Winston, that reality is not external. Reality exists in the human mind, and nowhere else (cit.) :occhiali:

muttley 31-03-2014 18:44

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Si parla di rapporti umani, non di leggi fisiche e cose materiali :D

Sphinx 31-03-2014 18:44

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Lo diceva anche coso, Forrest Gump, scemo è chi lo scemo fa.
E gliel'aveva insegnato sua mamma.
Una mamma oculata è alla base del benessere psico- fisico.
:)

barclay 31-03-2014 18:51

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Sphinx (Messaggio 1262412)
Lo diceva anche coso, Forrest Gump, scemo è chi lo scemo fa.

Forrest Gump NON era sociofobico.

Sphinx 31-03-2014 18:52

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Perchè sua mamma era saggia.

barclay 31-03-2014 18:56

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Sphinx (Messaggio 1262419)
Perchè sua mamma era saggia.

No, perché era rimasto un bambino, che non concepisce la cattiveria degli esseri umani né capisce fino a che punto possono essere bugiardi e doppiogiochisti :unsure:

Kody 31-03-2014 18:57

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

1) Intanto i "normali" NON hanno successo. Le persone che hanno successo nell propria vita sono poche. Anche i "normali" hanno le loro serie di pensieri limitanti/bloccanti.

2)I normali hanno una rete sociale per cui non restano mai soli, ma ciò è dovuto al fatto che i normali conoscono gente nuova ogni tanto. Non mettiamola sul fatto che loro hanno altra gente da sostituire. La verità è che loro queste nuove persone riescono a conoscerle e ad instaurarci rapporti.

3)I normali non svalutano nessuno. Siamo noi fobici che ci ATTACCHIAMO coi contro cazzi al primo che ci capita a tiro e che ci va bene perchè non abbiamo nessun altro. Siamo noi che idealizziamo l'amicizia/l'amore e che crediamo che siccome noi abbiamo fatto questo e quello per quella persona, allora quella persona NON DEVE e/o DEVE fare certe cose verso di noi.

4)Puoi provare a fare un test: vai e svaluta gli altri, non dare importanza ai rapporti che crei. Vedrai che non otterrai alcun successo.

Sphinx 31-03-2014 19:06

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Giusto Kody.
Il mondo fobico alla rovescia, dove le palle le hanno le donne :)

barclay 31-03-2014 19:09

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
BENE! 'STO THREAD S'È TRASFORMATO NELLA SOLITA GARA A CHI BUTTA PIÚ FANGO SUL SOTTOSCRITTO, A DIMOSTRARMI QUANTO SONO SFIGATO, QUANT'È SBAGLIATO OGNI SINGOLO MIO PENSIERO E QUANTO SIETE FIGHI, GIUSTI E VINCENTI VOI! CHE GODO A PIANGERMI ADDOSSO, CHE S'AGGIUSTEREBBE TUTTO SE FACESSI COSE CHE HO GIA' FATTO E RIFATTO E STRAFATTO E CHE SE PER ME NON HANNO FUNZIONATO E' PERCHE' IO SONO UN POVERO IDIOTA SFIGATO!!! :moltoarrabbiato:

Sphinx 31-03-2014 19:13

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Ma guarda che qua siamo utenti anonimi.
Chi ti conosce?
Si giudicano le idee espresse, mica le persone.
Tutti ce l'hanno con te?
Tu ce l'hai molto con 1 persona, Barclay, e di riflesso ce l'hai con me, e lei e lui, che nulla abbiamo contro te, amico .
Perdona quell'unico. e starai meglio.
Lo dico seriamente.

Odradek 31-03-2014 19:18

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

Penso di sì... ci vorrebbe un ragionamento articolato per rispondere ma son troppo torpido per scrivere bene. Comunque, si, gli "integrati" hanno questo ammortizzatore che è la loro rete di conoscenze... L'amico è utile ad arricchire questo mosaico... se c'è una rottura, via, amen, la casella vacante viene sostituita. Vera anche la questione del minimo d'attenzione da investire su ciascuna persona, in modo da non rimanere invischiati e successivamente scottati. Per me avrebbe senso invece approfondire due tre persone alla volta, non oltre. Non riuscirei proprio a concepire di frequentare decine di persone (utopia), mi sembrerebbe innaturale a priori.

Noriko 31-03-2014 19:19

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Sarò insistente ma mi sarebbe piaciuto un discorso più approfondito sull'argomento... :leggendo:

barclay 31-03-2014 19:24

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 1262439)
Sarò insistente ma mi sarebbe piaciuto un discorso più approfondito sull'argomento... :leggendo:

Anche a me sarebbe piaciuto, ma ormai l'andazzo è questo: se uno non parla di sesso, viene liquidato con le solite frasette sentite e risentite centinaia di volte, quasi come fossero il rosario :testata:

Sphinx 31-03-2014 19:25

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Non si nomina mai la fortuna.
Che pure ha la sua parte.Penso che uno straccio di amica o amico, l'abbiano tutti, più o meno.
Se quell'amico ti trascina a una festa , per esempio.
E a quella festa conosci qualcuno di interessante, che magari ti apre nuovi orizzonti, diciamo così..
E' anche fortuna.
Ma se non ti lasciavi convincere ad uscire, quella sera....
Insomma è tutto un miscuglio , l'importante è perdonare, lasciare alle spalle, poche seghe mentali, un pò di fiducia nel prossimo che mica staranno lì tutti a complottare.
IO voglio bene a Barclay, perchè lo capisco benissimo. Ero come lui, poi un'uscita forzata mi ha cambiato la vita, e sono cambiata dentro.

barclay 31-03-2014 19:36

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da Sphinx (Messaggio 1262444)
IO voglio bene a Barclay, perchè lo capisco benissimo. Ero come lui, poi un'uscita forzata mi ha cambiato la vita, e sono cambiata dentro.

Allora è vero che sai poco di me: io non sto sempre chiuso in casa, benché lo sia stato. Ora esco regolarmente coi miei amici perché li stimo, perché mi trovo bene con loro, ma questo non ha cambiato alcunché, sugli altri versanti :piangere: Quello che alcuni insinuano qui (NON TU) è che dovrei farmi delle amicizie "utili" e che questo sarebbe giusto e buono. Usare le persone è giusto e buono?! Io vengo punito perché non valuto le persone in termini d'utilità?! :huh:

Kody 31-03-2014 20:05

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262431)
BENE! 'STO THREAD S'È TRASFORMATO NELLA SOLITA GARA A CHI BUTTA PIÚ FANGO SUL SOTTOSCRITTO, A DIMOSTRARMI QUANTO SONO SFIGATO, QUANT'È SBAGLIATO OGNI SINGOLO MIO PENSIERO E QUANTO SIETE FIGHI, GIUSTI E VINCENTI VOI! CHE GODO A PIANGERMI ADDOSSO, CHE S'AGGIUSTEREBBE TUTTO SE FACESSI COSE CHE HO GIA' FATTO E RIFATTO E STRAFATTO E CHE SE PER ME NON HANNO FUNZIONATO E' PERCHE' IO SONO UN POVERO IDIOTA SFIGATO!!! :moltoarrabbiato:

Sono tutte cose che hai pensato tu, scritto tu e che sto quotando io.

Voglio dire un'altra verità sul fobico, un'altra verità che ho provato su me stesso e che vedo molto spesso:

Il fobico vorrebbe sentirsi dire quello che egli stesso pensa, in modo da avere conferme che ciò che dice è giusto.

Difficilmente si mette un gradino più in basso, difficilmente accetta consigli, difficilmente si mette sul piano di stare sbagliando, sono sempre gli altri la colpa dei sui mali e sono sempre gli altri ad avere torto [anche se sono fobici o sono stati fobici in passato].
D'altra parte, ammettere di stare sbagliando vuol dire cominciare a cambiare comportamento in alcuni casi, cioè uscire dalla zona di comfort. E la fobia sociale sa bene come tenerti stretto alla tua zona di comfort, zona che diventa sempre più piccola col passare del tempo.

La FS inizia col legare le mani. Poi legherà i piedi, poi tutto il corpo, più il fobico eviterà le sue paure e più le corde si stringeranno intorno a lui. Dalla sua vita usciranno situazioni come avere amici, avere amore, andare in luoghi pubblici, passeggiare, fare viaggi, divertirsi, parlare, lavorare, studiare. Più eviterà e più la FS distorcerà la visione della realtà.

Bisogna spezzare le corde prima che sia troppo tardi.

notime 31-03-2014 21:32

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
barclay svegliati, nessuno è normale, dentro e fuori questo forum.
Sai quante di quelle persone, dietro la loro "normalità", nascondono chisà quali magagne, che magari non hanno manco il coraggio di confessare a se stessi.

Non sei né meglio né peggio di altri, o meglio decidi tu di essere peggio, e quindi lo sei. Inverti la direzione, piuttosto.


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