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sceicco 10-12-2013 20:22

A cena col fobico
 
Da diversi mesi sto frequentando un corso di lingua.
Siamo un gruppo di circa 20 persone,di varia età,indicativamente dai 25 ai 55 anni.Col tempo si è creato in discreto feeling tra i membri della "classe".Anche il sottoscritto,con qualche difficoltà,è entrato nelle simpatie del gruppo,nonostante mi venga detto che sono "troppo serio" perchè parlo il giusto...:pensando:
Il corso dura dalle 18 alle 20:30,così,via via si è creata l'abitudine di rimanere talvolta a cena insieme.Io,a volte con un pò di sforzo,sono sempre rimasto con i miei colleghi.
Nel gruppo c'è anche un ragazzo che ha sempre evitato di rimanere a cena con noi(con la giustificazione che abita vicino e gli conviene tornare a mangiare a casa),ed effettivamente se ne sta spesso in disparte,solo ogni tanto partecipa a qualche conversazione con i membri della classe.Manco a dirlo,ha legato più di tutti con me,tanto che gli altri membri della classe spesso mi chiedono "che tipo è" come se fosse un oggetto misterioso.
Qualche sera fa,avvicinandosi la fine del corso,è stata organizzata una cena "di classe". Ovviamente è stato invitato anche il ragazzo di cui sopra,ma ho notato che, alla notizia,ha praticamente dovuto dire di sì.
La sera si svolge la cena. Atmosfera abbastanza ansiogena per la presenza di una ventina di persone compresi i prof del corso,per cui anch'io all'inizio sono abbastanza bloccato e la sera procede tra alti e bassi.Dopo circa un'ora,approfittando del fatto che uno dei partecipanti doveva allontanarsi per motivi familiari,il ragazzo si alza di scatto e,praticamente senza salutare nessuno,se ne va velocemente.
Al che chiaramente scattano i commenti degli altri: "ha avuto un attacco di panico" e così via.
Ciò che mi ha fatto piacere è vedere che (al di là di poche inevitabili battute)molti si sono preoccupati per lui,hanno cercato di ricontattarlo,qualcuno ha citato anche la possibilità che soffrisse di ansia sociale.Ho visto cioè un atteggiamento di umanità e non di derisione del "diverso". Certo,mi ha fatto dispiacere vedere questo ragazzo "costretto" a scappare da un profondo disagio.
Morale della favola:i problemi di ansia sono più comuni di quanto si possa pensare. Ma è possibile trovare anche persone comprensive!:bene:

Who_by_fire 10-12-2013 20:28

Re: A cena col fobico
 
Hanno fatto qualcosa per cercare di metterlo a suo agio durante la cena?
Oppure l'hanno lasciato là in disparte ad "arrangiarsi" senza cagarlo e poi si sono stupiti che se ne sia andato?

Luke cd 10-12-2013 20:29

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 1194296)
Hanno fatto qualcosa per cercare di metterlo a suo agio durante la cena?
Oppure l'hanno lasciato là in disparte ad "arrangiarsi" senza cagarlo e poi si sono stupiti che se ne sia andato?

Boh anche a me sembra non ci sia niente di così positivo..mah

sceicco 10-12-2013 20:40

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 1194296)
Hanno fatto qualcosa per cercare di metterlo a suo agio durante la cena?
Oppure l'hanno lasciato là in disparte ad "arrangiarsi" senza cagarlo e poi si sono stupiti che se ne sia andato?

Non posso dirlo,perchè era seduto lontano da me.
Era in una posizione "scomoda",però,perchè aveva vicino più professori che colleghi,e con i primi ha ancora meno confidenza che con i secondi.
A mio avviso doveva essere un pò più accorto,io ho aspettato che gli altri prendessero posizione e poi mi sono seduto vicino ai colleghi con cui ho maggiore confidenza-Il problema è che il suo atteggiamento non fa avvicinare gli altri(è una cosa che purtroppo,spesso contraddistingue anche me),quindi è difficile pretendere che gli altri si avvicinino se tu non fai mai un passo verso gli altri.

Alchemist 10-12-2013 20:43

Re: A cena col fobico
 
Diciamo che sono stati comprensivi, ma solo a posteriori. Piuttosto che niente.

muttley 10-12-2013 20:45

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194301)
Il problema è che il suo atteggiamento non fa avvicinare gli altri(è una cosa che purtroppo,spesso contraddistingue anche me),quindi è difficile pretendere che gli altri si avvicinino se tu non fai mai un passo verso gli altri.

Verità lampante che forse su questo forum non troverebbe tantissimi consensi

Alex 80's Fan 10-12-2013 20:48

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1194304)
Verità lampante che forse su questo forum non troverebbe tantissimi consensi

io sono d'accordo, e' proprio questo il problema.

Kody 10-12-2013 20:53

Re: A cena col fobico
 
Ma infatti la gente si preoccupa ed è l'atteggiamento da timido/fobico che non fa legare.

Tuttavia pur di convincersi che non hanno problemi, molti si autoconvincono che fuori siano tutti stronzi, menefreghisti, approfittatori, ecc, ecc.

Alex 80's Fan 10-12-2013 20:59

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Kody (Messaggio 1194307)
Ma infatti la gente si preoccupa ed è l'atteggiamento da timido/fobico che non fa legare.

Tuttavia pur di convincersi che non hanno problemi, molti si autoconvincono che fuori siano tutti stronzi, menefreghisti, approfittatori, ecc, ecc.

per convicermi che io non ho probelmi (ad esempio) ce ne vuole ahahah :D

non sono tutti stronzi, menefreghisti ed approfittatori ma ce ne sono parecchi in ogni caso :ridacchiare:

Keith 10-12-2013 21:05

Re: A cena col fobico
 
Ma gli altri colleghi quando lo hanno rivisto al corso gli hanno detto come mai è andato via, se gli era successo qualcosa? Sarebbe un gesto di attenzione chiederlo direttamente a lui piuttosto che fare supposizioni

Inosservato 10-12-2013 22:22

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194292)
Da diversi mesi sto frequentando un corso di lingua.
Siamo un gruppo di circa 20 persone,di varia età,indicativamente dai 25 ai 55 anni.Col tempo si è creato in discreto feeling tra i membri della "classe".Anche il sottoscritto,con qualche difficoltà,è entrato nelle simpatie del gruppo,nonostante mi venga detto che sono "troppo serio" perchè parlo il giusto...:pensando:
Il corso dura dalle 18 alle 20:30,così,via via si è creata l'abitudine di rimanere talvolta a cena insieme.Io,a volte con un pò di sforzo,sono sempre rimasto con i miei colleghi.
Nel gruppo c'è anche un ragazzo che ha sempre evitato di rimanere a cena con noi(con la giustificazione che abita vicino e gli conviene tornare a mangiare a casa),ed effettivamente se ne sta spesso in disparte,solo ogni tanto partecipa a qualche conversazione con i membri della classe.Manco a dirlo,ha legato più di tutti con me,tanto che gli altri membri della classe spesso mi chiedono "che tipo è" come se fosse un oggetto misterioso.
Qualche sera fa,avvicinandosi la fine del corso,è stata organizzata una cena "di classe". Ovviamente è stato invitato anche il ragazzo di cui sopra,ma ho notato che, alla notizia,ha praticamente dovuto dire di sì.
La sera si svolge la cena. Atmosfera abbastanza ansiogena per la presenza di una ventina di persone compresi i prof del corso,per cui anch'io all'inizio sono abbastanza bloccato e la sera procede tra alti e bassi.Dopo circa un'ora,approfittando del fatto che uno dei partecipanti doveva allontanarsi per motivi familiari,il ragazzo si alza di scatto e,praticamente senza salutare nessuno,se ne va velocemente.
Al che chiaramente scattano i commenti degli altri: "ha avuto un attacco di panico" e così via.
Ciò che mi ha fatto piacere è vedere che (al di là di poche inevitabili battute)molti si sono preoccupati per lui,hanno cercato di ricontattarlo,qualcuno ha citato anche la possibilità che soffrisse di ansia sociale.Ho visto cioè un atteggiamento di umanità e non di derisione del "diverso". Certo,mi ha fatto dispiacere vedere questo ragazzo "costretto" a scappare da un profondo disagio.
Morale della favola:i problemi di ansia sono più comuni di quanto si possa pensare. Ma è possibile trovare anche persone comprensive!:bene:

ma certo, fra persone adulte è normale che sia così :bene:

Still 10-12-2013 22:58

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194292)
...
Ciò che mi ha fatto piacere è vedere che (al di là di poche inevitabili battute)molti si sono preoccupati per lui,hanno cercato di ricontattarlo,qualcuno ha citato anche la possibilità che soffrisse di ansia sociale.Ho visto cioè un atteggiamento di umanità e non di derisione del "diverso". Certo,mi ha fatto dispiacere vedere questo ragazzo "costretto" a scappare da un profondo disagio.
Morale della favola:i problemi di ansia sono più comuni di quanto si possa pensare. Ma è possibile trovare anche persone comprensive!:bene:

Non c'è dubbio, infatti è sopratutto il nostro atteggiamento di "chiusura" che ci porta a pensare che gli altri siano tutti stronzi ma ovviamente non è così. Forse il problema è che gli episodi spiacevoli ci rimangono più impressi e questo ci porta spesso ad essere diffidenti con chiunque.

sceicco 10-12-2013 23:30

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da steg (Messaggio 1194320)
Ma gli altri colleghi quando lo hanno rivisto al corso gli hanno detto come mai è andato via, se gli era successo qualcosa? Sarebbe un gesto di attenzione chiederlo direttamente a lui piuttosto che fare supposizioni

Il giorno dopo c'era il corso e lui non è venuto.
Suppongo che abbia preferito non venire per evitare di rispondere a domande possibilmente imbarazzanti,tenuto conto che la prossima lezione sarà dopo le feste natalizie e magari nessuno a quel punto gli potrebbe fare osservazioni sul suo comportamento.
Vedo che trova un certo consenso l'idea che il principale ostacolo tra noi e gli altri sia il nostro modo di essere verso gli altri.
In questo gruppo all'inizio ho fatto fatica anch'io,però ho trovato persone che hanno saputo "stanarmi" e da lì mi sono sciolto,piano piano ho preso fiducia e sono andato più incontro al prossimo.E vi dirò che adesso mi mancano le lezioni,lo stare insieme con gli altri,l'abitudine dell'appuntamento fisso.
Bisogna avere anche un pizzico di fortuna nell'incontrare le persone giuste, :bene:

Luke cd 10-12-2013 23:32

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1194304)
Verità lampante che forse su questo forum non troverebbe tantissimi consensi

Siamo anche noi a dover far sentire al proprio agio le persone, a cercare di interagire e far parlare chi magari è bloccato, non mettere pressione e ridacchiare, con le frasi giuste ho visto un sacco di persone timide che si sbloccano dopo un pò che ne potete sapere che quel ragazzo si sia escluso perchè non voleva la loro compagnia, forse sentiva appunto la pressione e se n'è andato, perchè sempre sto gioco dei partiti qua dentro che palle

Keith 10-12-2013 23:34

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194430)
Il giorno dopo c'era il corso e lui non è venuto.
Suppongo che abbia preferito non venire per evitare di rispondere a domande possibilmente imbarazzanti,tenuto conto che la prossima lezione sarà dopo le feste natalizie e magari nessuno a quel punto gli potrebbe fare osservazioni sul suo comportamento.
Vedo che trova un certo consenso l'idea che il principale ostacolo tra noi e gli altri sia il nostro modo di essere verso gli altri.
In questo gruppo all'inizio ho fatto fatica anch'io,però ho trovato persone che hanno saputo "stanarmi" e da lì mi sono sciolto,piano piano ho preso fiducia e sono andato più incontro al prossimo.E vi dirò che adesso mi mancano le lezioni,lo stare insieme con gli altri,l'abitudine dell'appuntamento fisso.
Bisogna avere anche un pizzico di fortuna nell'incontrare le persone giuste, :bene:

Poveraccio, ti credo che non è venuto, si sentirà in imbarazzo. Sei stato fortunato ad incontrare le persone giuste, continua così

sceicco 10-12-2013 23:45

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Still (Messaggio 1194411)
Non c'è dubbio, infatti è sopratutto il nostro atteggiamento di "chiusura" che ci porta a pensare che gli altri siano tutti stronzi ma ovviamente non è così. Forse il problema è che gli episodi spiacevoli ci rimangono più impressi e questo ci porta spesso ad essere diffidenti con chiunque.

Penso che tu abbia ragione.
Chi in passato ha sofferto scherzi,derisioni,prese in giro,se non veri e propri atti di bullismo,ha sviluppato una ipersensibilità verso queste situazioni e ha paura di rivivere il trauma in altri contesti sociali.Da qui la diffidenza,fino ad arrivare alla paura.E magari poi scopri che quelle persone che temi sarebbero pronte ad accoglierti...
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194430)
Il giorno dopo c'era il corso e lui non è venuto.
Suppongo che abbia preferito non venire per evitare di rispondere a domande possibilmente imbarazzanti,tenuto conto che la prossima lezione sarà dopo le feste natalizie e magari nessuno a quel punto gli potrebbe fare osservazioni sul suo comportamento.
Vedo che trova un certo consenso l'idea che il principale ostacolo tra noi e gli altri sia il nostro modo di essere verso gli altri.
In questo gruppo all'inizio ho fatto fatica anch'io,però ho trovato persone che hanno saputo "stanarmi" e da lì mi sono sciolto,piano piano ho preso fiducia e sono andato più incontro al prossimo.E vi dirò che adesso mi mancano le lezioni,lo stare insieme con gli altri,l'abitudine dell'appuntamento fisso.
Bisogna avere anche un pizzico di fortuna nell'incontrare le persone giuste, :bene:

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1194304)
Verità lampante che forse su questo forum non troverebbe tantissimi consensi

Credo di no :testata:
Quote:

Originariamente inviata da Kody (Messaggio 1194307)
Ma infatti la gente si preoccupa ed è l'atteggiamento da timido/fobico che non fa legare.

Tuttavia pur di convincersi che non hanno problemi, molti si autoconvincono che fuori siano tutti stronzi, menefreghisti, approfittatori, ecc, ecc.

Non tutti sono stronzi,menefreghisti ecc. il problema è dentro di noi,il che non significa che gli stronzi non esistano
Quote:

Originariamente inviata da Luke cd (Messaggio 1194433)
Siamo anche noi a dover far sentire al proprio agio le persone, a cercare di interagire e far parlare chi magari è bloccato, non mettere pressione e ridacchiare, con le frasi giuste ho visto un sacco di persone timide che si sbloccano dopo un pò che ne potete sapere che quel ragazzo si sia escluso perchè non voleva la loro compagnia, forse sentiva appunto la pressione e se n'è andato, perchè sempre sto gioco dei partiti qua dentro che palle

D'accordo,ma se la persona,dopo vari tentativi,non si "scuote",diventa dura proseguire. Gli altri possono pensare che tu sia un tipo riservato che preferisce stare per conto suo.
Quote:

Originariamente inviata da steg (Messaggio 1194435)
Poveraccio, ti credo che non è venuto, si sentirà in imbarazzo. Sei stato fortunato ad incontrare le persone giuste, continua così

:)

Luke cd 10-12-2013 23:46

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194443)
Penso che tu abbia ragione.
Chi in passato ha sofferto scherzi,derisioni,prese in giro,se non veri e propri atti di bullismo,ha sviluppato una ipersensibilità verso queste situazioni e ha paura di rivivere il trauma in altri contesti sociali.Da qui la diffidenza,fino ad arrivare alla paura.E magari poi scopri che quelle persone che temi sarebbero pronte ad accoglierti...



Credo di no :testata:

Non tutti sono stronzi,menefreghisti ecc. il problema è dentro di noi,il che non significa che gli stronzi non esistano

D'accordo,ma se la persona,dopo vari tentativi,non si "scuote",diventa dura proseguire. Gli altri possono pensare che tu sia un tipo riservato che preferisce stare per conto suo.


:)

Potevi specificare che avete provato con vari tentativi di provare a "scuoterlo" come dici te, allora forse posso capire..certo che spesso siamo anche noi stronzetti a non accettare chi abbiamo davanti

LoneWolf89 11-12-2013 02:35

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da steg (Messaggio 1194320)
Ma gli altri colleghi quando lo hanno rivisto al corso gli hanno detto come mai è andato via, se gli era successo qualcosa? Sarebbe un gesto di attenzione chiederlo direttamente a lui piuttosto che fare supposizioni

Dubito lui lo avrebbe preso come un gesto d'attenzione. Se ad esempio a me chiedessero perché non ho amici o perché non ho mai fatto sesso mi metterebbe davvero in imbarazzo, o comunque mi darebbe fastidio. Questo a prescindere dalle intenzioni di chi me lo chiede (per prendermi in giro o magari solo perché è preoccupato e vuole aiutarmi). È la domanda stessa a suscitare la nostra vergogna, non il motivo per cui viene fatta. La stessa cosa avrebbe provato lui con un di panico. Certe cose è meglio non chiederle ma capirle ugualmente.

Luke cd 11-12-2013 08:49

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da LoneWolf89 (Messaggio 1194492)
Dubito lui lo avrebbe preso come un gesto d'attenzione. Se ad esempio a me chiedessero perché non ho amici o perché non ho mai fatto sesso mi metterebbe davvero in imbarazzo, o comunque mi darebbe fastidio. Questo a prescindere dalle intenzioni di chi me lo chiede (per prendermi in giro o magari solo perché è preoccupato e vuole aiutarmi). È la domanda stessa a suscitare la nostra vergogna, non il motivo per cui viene fatta. La stessa cosa avrebbe provato lui con un di panico. Certe cose è meglio non chiederle ma capirle ugualmente.

Bisognerebbe vedere che è successo e come si è comportato il ragazzo in questione, spiegato così uno può dedurre diecimila cose, io non ho ancora capito bene che ha fatto, è fuggito dal nulla per??

sceicco 13-12-2013 19:30

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da LoneWolf89 (Messaggio 1194492)
Dubito lui lo avrebbe preso come un gesto d'attenzione. Se ad esempio a me chiedessero perché non ho amici o perché non ho mai fatto sesso mi metterebbe davvero in imbarazzo, o comunque mi darebbe fastidio. Questo a prescindere dalle intenzioni di chi me lo chiede (per prendermi in giro o magari solo perché è preoccupato e vuole aiutarmi). È la domanda stessa a suscitare la nostra vergogna, non il motivo per cui viene fatta. La stessa cosa avrebbe provato lui con un di panico. Certe cose è meglio non chiederle ma capirle ugualmente.

Proprio così.Proviamo a metterci nei suoi panni.
Che cosa avrebbe potuto dire:"Ho avuto un attacco di panico?" No di certo. Io,per dire,non gli avrei chiesto nulla.Altri,magari,non l'avrebbero fatto,secondo me,a sproposito.
Quote:

Originariamente inviata da Luke cd (Messaggio 1194509)
Bisognerebbe vedere che è successo e come si è comportato il ragazzo in questione, spiegato così uno può dedurre diecimila cose, io non ho ancora capito bene che ha fatto, è fuggito dal nulla per??

Io ero seduto lontano da lui,quindi ho visto qualcosa,ma mi è stato soprattutto raccontato.
Ad un certo punto si è alzato di scatto,farfugliando qualcosa del tipo "devo andare,devo andare..."
Una delle prof che gli stava di fronte mi ha detto: "eppure gli avevo anche parlato...",nel senso che aveva,secondo lei,cercato di metterlo a suo agio.
Comunque ci sarà un'altra cena di classe dopo le feste,vediamo che succederà...

ragazzosingle 13-12-2013 19:42

Re: A cena col fobico
 
ma certo che ci sono delle brave persone comprensive!!! Gli idioti che ci sfottevano x ogni sciocchezza erano i bulletti della scuola, ma per fortuna con gli anni si matura e queli anni sono finiti

sceicco 13-12-2013 19:48

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da ragazzosingle (Messaggio 1195918)
ma certo che ci sono delle brave persone comprensive!!! Gli idioti che ci sfottevano x ogni sciocchezza erano i bulletti della scuola, ma per fortuna con gli anni si matura e queli anni sono finiti

Per fortuna!io sono rimasto traumatizzato proprio da quegli stronzetti degli anni scolastici e ho una particolare sensibilità verso le prese in giro.
Le mie difficoltà sociali sono dovute,in parte,proprio alla paura di trovarmi di nuovo di fronte a gente così...

Tribe 13-12-2013 20:15

Re: A cena col fobico
 
Al corso che sto frequentando invece "ognuno per i suoi" in classe (bè, ovvio :) ), a pranzo, durante la pausa ecc. Perfetto.

Bluevelvet93 13-12-2013 20:40

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Alchemist (Messaggio 1194303)
Diciamo che sono stati comprensivi, ma solo a posteriori. Piuttosto che niente.

C' è da dire che spesso si cerca di far partecipare l' altro ma se questo gli crea solo disagi e non si ottiene niente, è amche meglio e giusto per certi versi non calcolarlo più. Comunque chissà se questa persona non sia iscritta al forum.

Ventolin 13-12-2013 22:43

Re: A cena col fobico
 
un titolo da paura per un film

Tararabbumbieee 14-12-2013 00:51

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Ventolin (Messaggio 1196058)
un titolo da paura per un film

:miscompiscio:

Winston_Smith 17-12-2013 12:48

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194301)
Il problema è che il suo atteggiamento non fa avvicinare gli altri(è una cosa che purtroppo,spesso contraddistingue anche me),quindi è difficile pretendere che gli altri si avvicinino se tu non fai mai un passo verso gli altri.

Quindi è giusto invece pretendere da lui che si avvicini agli altri?
Lui che ne è oggettivamente frenato da problemi psicologici?
Io non dico che gli altri siano obbligati ad essere dei santi o degli apostoli, ma non cadiamo nell'eccesso opposto.
Gli altri non sono obbligati a farsi avanti con lui? Bene, allora neanche lui lo è.

muttley 17-12-2013 14:39

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1197879)
Quindi è giusto invece pretendere da lui che si avvicini agli altri?
Lui che ne è oggettivamente frenato da problemi psicologici?
Io non dico che gli altri siano obbligati ad essere dei santi o degli apostoli, ma non cadiamo nell'eccesso opposto.
Gli altri non sono obbligati a farsi avanti con lui? Bene, allora neanche lui lo è.

E' stato comunque invitato, indizio che almeno un minimo di considerazione nei suoi confronti dovrebbe esserci. E poi fortunatamente i rapporti umani, per quanto fondati sulla reciprocità, non devono assomigliare sempre e per forza ad una partita di ping pong.

Winston_Smith 17-12-2013 15:26

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1197951)
E' stato comunque invitato, indizio che almeno un minimo di considerazione nei suoi confronti dovrebbe esserci.

Veramente sceicco ha detto che sono gli altri che non si avvicinano a quella persona, io mi attengo a quanto ha detto lui. E poi loro lo hanno invitato, lui ha accettato (e non so quanto possa essergli costato). Quindi anche lui ha dimostrato un minimo di considerazione nei loro confronti.
Al momento non vedo nulla che possa essere rimproverato a lui più di quanto non possa essere rimproverato agli altri, tu sì?

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1197951)
E poi fortunatamente i rapporti umani, per quanto fondati sulla reciprocità, non devono assomigliare sempre e per forza ad una partita di ping pong.

E guarda caso lo sforzo in più deve farlo sempre il (potenziale) iscritto a questo forum, eh?
Muttley, quello che dici dovrebbe valere allo stesso modo anche per quelli fuori da questo forum, semplicemente perché non c'è motivo razionale per cui non dovrebbe essere così.

muttley 17-12-2013 15:36

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1197985)
Veramente sceicco ha detto che sono gli altri che non si avvicinano a quella persona, io mi attengo a quanto ha detto lui. E poi loro lo hanno invitato, lui ha accettato (e non so quanto possa essergli costato). Quindi anche lui ha dimostrato un minimo di considerazione nei loro confronti.
Al momento non vedo nulla che possa essere rimproverato a lui più di quanto non possa essere rimproverato agli altri, tu sì?

Non rimprovero nessuno, ognuno è libero di scegliere per sé e per la propria vita, ma stando a quanto ha scritto l'autore del topic

Quote:

Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194292)
Nel gruppo c'è anche un ragazzo che ha sempre evitato di rimanere a cena con noi(con la giustificazione che abita vicino e gli conviene tornare a mangiare a casa),ed effettivamente se ne sta spesso in disparte, solo ogni tanto partecipa a qualche conversazione con i membri della classe.Manco a dirlo,ha legato più di tutti con me,tanto che gli altri membri della classe spesso mi chiedono "che tipo è" come se fosse un oggetto misterioso.



Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1197985)
E guarda caso lo sforzo in più deve farlo sempre il (potenziale) iscritto a questo forum, eh?
Muttley, quello che dici dovrebbe valere allo stesso modo anche per quelli fuori da questo forum, semplicemente perché non c'è motivo razionale per cui non dovrebbe essere così.

Al mondo ci sono sette miliardi e mezzo di persone, la stragrande maggioranza dei quali ha una vita sociale (più o meno estesa) o quanto meno intrattiene rapporti di vario genere con i propri simili...mi riesce difficile credere che coloro che rimangono isolati siano tali perché vengano sempre evitati dal prossimo come appestati. Esiste sicuramente chi è più simpatico e ricercato, ma davvero fanno amicizia solo i potenziali animatori da villaggio turistico? La stragrande maggioranza di persone normali, non attori da palcoscenico, hanno un minimo di vita sociale perché hanno sempre ricevuto approcci dagli altri senza fare assolutamente nulla?

Winston_Smith 17-12-2013 15:47

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1197992)
Al mondo ci sono sette miliardi e mezzo di persone, la stragrande maggioranza dei quali ha una vita sociale (più o meno estesa) o quanto meno intrattiene rapporti di vario genere con i propri simili...mi riesce difficile credere che coloro che rimangono isolati siano tali perché vengano sempre evitati dal prossimo come appestati. Esiste sicuramente chi è più simpatico e ricercato, ma davvero fanno amicizia solo i potenziali animatori da villaggio turistico? La stragrande maggioranza di persone normali, non attori da palcoscenico, hanno un minimo di vita sociale perché hanno sempre ricevuto approcci dagli altri senza fare assolutamente nulla?

No, ovviamente hanno almeno un minimo di capacità di socializzazione che gli permette di interagire con gli altri. Quelli che rimangono isolati probabilmente richiedono uno sforzo eccessivo per venire loro incontro (rispetto alla media degli approcci conoscitivi) e vengono evitati dalla maggioranza delle persone, o dal principio o dopo qualche tentativo di conoscenza andato a vuoto.
Ma il punto è che quando tali capacità sono compromesse, del tutto o in larga parte, da problematiche psicologiche, mi sembra una ricerca del sesso degli angeli quella di andare a stabilire chi è che dovrebbe muoversi di più, se il fobico/timido o gli altri. Nessuna delle due parti è tenuta a fare più di quanto non sia tenuta a fare l'altra.
Dagli altri non si può pretendere uno spirito da angeli custodi, ma neanche sforzi eccessivi da parte della persona isolata e soggetta a disagi di varia natura, mentre invece mi sembre che spesso nelle discussioni su questo forum si tenda a scaricare tutti o buona parte degli oneri della socializzazione sull'una o l'altra delle due parti.
Nel caso in questione, mi sembra che un minimo di avvicinamento sia stato fatto da entrambe le parti, nell'ambito delle loro possibilità. Evidentemente non basta, almeno per ora, ma trovo sterile il gioco di stabilire chi è che dovrebbe sentirsi più in dovere di fare la prossima mossa.

Who_by_fire 18-12-2013 22:00

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1197951)
E' stato comunque invitato, indizio che almeno un minimo di considerazione nei suoi confronti dovrebbe esserci. E poi fortunatamente i rapporti umani, per quanto fondati sulla reciprocità, non devono assomigliare sempre e per forza ad una partita di ping pong.

In questo caso, a livello del tutto ideale e teorico, credo che l'onere maggiore dovrebbe ricadere addirittura sul gruppo anziché sul singolo "fobico": dopotutto loro sono in tanti, e pure coesi, lui invece è "da solo" (non lo è formalmente, perché è stato invitato al pari di tutti e con le stesse aspettative di tutti, però lo è di fatto).

Who_by_fire 18-12-2013 22:06

Re: A cena col fobico
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1197999)
No, ovviamente hanno almeno un minimo di capacità di socializzazione che gli permette di interagire con gli altri. Quelli che rimangono isolati probabilmente richiedono uno sforzo eccessivo per venire loro incontro (rispetto alla media degli approcci conoscitivi) e vengono evitati dalla maggioranza delle persone, o dal principio o dopo qualche tentativo di conoscenza andato a vuoto.

Esatto. Qualche tentativo andato a vuoto, dopo il quale viene attribuito il bollino di "asociale" e il timido in questione è più o meno fottuto.
Il timido a volte riesce a cambiare, e a volte (ma non così spesso, direi) il gruppo riesce addirittura a mettere in discussione le proprie opinioni negative su di lui.

sceicco 18-12-2013 23:39

Re: A cena col fobico
 
[quote=Winston_Smith;1197985]Veramente sceicco ha detto che sono gli altri che non si avvicinano a quella persona, io mi attengo a quanto ha detto lui. E poi loro lo hanno invitato, lui ha accettato (e non so quanto possa essergli costato). Quindi anche lui ha dimostrato un minimo di considerazione nei loro confronti.
Al momento non vedo nulla che possa essere rimproverato a lui più di quanto non possa essere rimproverato agli altri, tu sì?
In realtà ho detto un'altra cosa,e cioè che il suo atteggiamento non fa avvicinare più di tanto gli altri,non che gli altri non si vogliano avvicinare


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Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 1198722)
In questo caso, a livello del tutto ideale e teorico, credo che l'onere maggiore dovrebbe ricadere addirittura sul gruppo anziché sul singolo "fobico": dopotutto loro sono in tanti, e pure coesi, lui invece è "da solo" (non lo è formalmente, perché è stato invitato al pari di tutti e con le stesse aspettative di tutti, però lo è di fatto).

Infatti in alcuni casi in cui,durante le cene post-lezione,si è parlato di lui,è stato detto più volte:"Ma perchè non lo coinvolgiamo di più?",segno che alcuni del gruppo si sono posti l'interrogativo di fare qualcosa nella sua direzione.
Segni tangibili di questa volontà(al di là dell'invito per la cena di classe)non ce ne sono stati,a conferma,secondo me,che sul piano teorico,quanto dici ha un senso,quando si passa al pratico,non è così facile trovare quelli che si prendono l'impegno e lo portano avanti
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1197999)
No, ovviamente hanno almeno un minimo di capacità di socializzazione che gli permette di interagire con gli altri. Quelli che rimangono isolati probabilmente richiedono uno sforzo eccessivo per venire loro incontro (rispetto alla media degli approcci conoscitivi) e vengono evitati dalla maggioranza delle persone, o dal principio o dopo qualche tentativo di conoscenza andato a vuoto.
Ma il punto è che quando tali capacità sono compromesse, del tutto o in larga parte, da problematiche psicologiche, mi sembra una ricerca del sesso degli angeli quella di andare a stabilire chi è che dovrebbe muoversi di più, se il fobico/timido o gli altri. Nessuna delle due parti è tenuta a fare più di quanto non sia tenuta a fare l'altra.
Dagli altri non si può pretendere uno spirito da angeli custodi, ma neanche sforzi eccessivi da parte della persona isolata e soggetta a disagi di varia natura, mentre invece mi sembre che spesso nelle discussioni su questo forum si tenda a scaricare tutti o buona parte degli oneri della socializzazione sull'una o l'altra delle due parti.
Nel caso in questione, mi sembra che un minimo di avvicinamento sia stato fatto da entrambe le parti, nell'ambito delle loro possibilità. Evidentemente non basta, almeno per ora, ma trovo sterile il gioco di stabilire chi è che dovrebbe sentirsi più in dovere di fare la prossima mossa.

Ok,però le persone dotate di una capacità di socializzazione media si aspettano,dall'altra parte,nella migliore delle ipotesi,una maggiore o uguale propensione alla socializzazione, nella peggiore delle ipotesi,di trovare un soggetto che faccia dei tentativi concreti di avvicinamento...cioè,secondo me,non si può pretendere che i cosiddetti "normaloni" facciano tutto il lavoro;e inoltre chi sta in disparte legittima gli altri a pensare:"magari preferisce stare così".
Detto questo,figurati se io non capisco le difficoltà di inserimento in un gruppo:ce ne sono alcuni dove oggettivamente per un timido è impossibile inserirsi,dato che c'è una chiusura del gruppo nei confronti del timido,e qualsiasi tentativo da parte di quest'ultimo cadrebbe nel vuoto.
Altri(questo il caso della mia classe)dove trovi persone più disponibili:e magari uno sforzo di avvicinamento troverebbe un riscontro positivo dal gruppo.

AshtrayGirl 19-12-2013 03:19

Re: A cena col fobico
 
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Originariamente inviata da sceicco (Messaggio 1194292)
D
Morale della favola:i problemi di ansia sono più comuni di quanto si possa pensare. Ma è possibile trovare anche persone comprensive!:bene:

Non so...a me che dei semisconosciuti ''capiscano'' e al mio telare si mettano a parlare del fatto che ho problemi psicologici...d'ansia...darebbe peggio che fastidio, più delle classiche battutine ''eh ma non parli mai'' e simili. Sarò strana.

muttley 19-12-2013 13:55

Re: A cena col fobico
 
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Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 1198722)
In questo caso, a livello del tutto ideale e teorico, credo che l'onere maggiore dovrebbe ricadere addirittura sul gruppo anziché sul singolo "fobico": dopotutto loro sono in tanti, e pure coesi, lui invece è "da solo" (non lo è formalmente, perché è stato invitato al pari di tutti e con le stesse aspettative di tutti, però lo è di fatto).

Non credo sia una questione di oneri: il gruppo potrebbe anche cercare di essere il più disponibile possibile, ma se una persona è affetta da stati di timidezza che si possono definire addirittura patologici (come, da quanto mi pare di aver capito, sia il caso del ragazzo in questione), con annesse tutte le disfunzionalità emotive e cognitive del caso, mi risulta difficile che si possa cambiare con il solo aiuto dell'esterno...quest'ultimo caso sarebbe molto più probabile nell'eventualità di una timidezza non troppo accentuata, altrimenti appare chiaro come il cambiamento debba avvenire primariamente dentro se stessi, tramite la messa in discussione delle proprie distorsioni percettive.


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