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travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
Giornate sempre uguali. sempre le stesse sensazioni. ogni volta le stesse laceranti paure. le stesse sofferenze acute.
Appena ho un attimo di tregua, la mente comincia a pensarci. le rotelle girano in un vortice infinito e mi ritrovo sempre sull'orlo della stessa crisi. Fortunatamente, ho un lavoro che non mi dà tregua per gran parte del giorno e sono pochi i momenti di vera tranquillità. Eppure, di sera, appena potrei rilassarmi e godermi un po di meritato riposo, le paure e i dolori sono lì ad aspettarmi...mi tendono un agguato e, come sempre, riescono ad imprigionarmi. La sera é il momento più difficile della giornata. ripenso alla mia vita e rivedo tutto quello che mifa stare male, tutto quello che desidero ma non posso avere, tutto quello che ho ma che non mi soddisfa. ...e allora i pensieri partono...la mente comincia il suo lavoro distruttivo...e mi perdo nei miei peggiori incubi. mi accorgo di essere sola e infelice. Ogni mese che passa il dolore diventa sempre più consistente, mi sta quasi paralizzando...o cmq mi fa vedere tutto nero intorno. Sono un po di giorni che faccio brutti pensieri, sento che potrei trovare la fine di tutta questa tristezza, in modi poco ortodossi... e forse sarebbe anche meglio così. eppure questi pensieri mi spaventano e resisto per non credergli. come posso diminuirli o cmq evitare che abbiano presa su di me? finché lavoro e mi tengo impegnata resta tutto abbastanza sotto controllo...ma appena mi fermo sono persa. posso mai risolverla sfiancandomi di lavoro fino a che il sonno non si impadronisce di me, per impedire alla mente di pensare??? posso scegliere di vivere una vita no stop, senza mai fermarmi a riflettere ? |
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Una terapia, ad esempio. Lo sò, quando le persone mi rispondono in questo modo, le manderei a quel Paese. Ma credimi, è così. Affrontare, pian piano. |
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Hai un compagno/a?
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Se non ti e d'aiuto il tuo moroso, sarà difficile che ne esci fuori, forse inconsciamente e lui che ti porta ad'avere la mente affollata di pensieri. :interrogativo:
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Qualche mese fa' ero nel pieno di un periodo nero. Stavo cadendo, ero a pezzi, sai quando ti senti cadere e non ce la fai a rialzarti, se lì e basta, circondata solo da paura e disperazione. Bene. In quel momento ho sentito il forte bisogno di parlarne con qualcuno, uno psicologo. Grazie ad una mia amica che, tra le tante cose, mi ha portata fisicamente dalla psicologa, ho iniziato. Ho fatto solamente due sedute, per questioni logistiche non sono potuta più andare. La pensavo come te sul fallimento, sul farcela da sola. Mai pensata una cazzata più grande di questa. Non è che andarci sia un fallimento, anzi, è una presa di posizione nel voler affrontare i propri problemi. Anche perché il terapeuta è lì non per fare il nostro lavoro, ma per guidarci. Pensaci, davvero. Io ero molto restìa, impaurita all'idea di andarci. Invece mi manca. |
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dovrei solo trovare il coraggio x parlare con un estraneo dei miei problemi più intimi...
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E poi, il terapeuta è lì proprio per questo, non sta lì per giudicarci, ma per capirci e farci capire :) |
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Praticamente mi consigli di lasciare che le cose vadano come devono andare...senza perdermi troppo nel flusso di certi pensieri "sbagliati" e trarre il meglio dalla situazione, cercando di prendermi un po di queste cose che vorrei ma non posso avere, vivendomele con molta tranquillità d'animo?
...e se non dovessero andare d'accordo con la mia vita di adesso?...non mi sentirei molto meschina a godermele nonostante il buon senso mi suggerisce di scegliere tra loro e la mia vita quotidiana? |
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non eri scesa a noi nei panni del messia?ricordo male?
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ero e sono qui per cercare di capire e prendere consigli da chi, come me, non vive bene la sua vita e non si sente a proprio agio nei panni che é costretto ad indossare quotidianamente. contestavo solo l'eccessiva ostilità di persone che, vivendo le stesse paure e gli stessi disagi, dovrebbero cercare di aiutarsi e consigliarsi. ...e non amo l'autocommiserazione...un'altra cosa che non porta da nessuna parte... il forum è fatto x confrontarsi e cercare soluzioni insieme...almeno io lo vedo così... |
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hai mai pensato di ACCETTARLI i pensieri ?
forse se li accetti e li COMPRENDI qualocsa migliorerà.. prova a leggere qualche libro sulla terapia di accettazione e mindfulness.. è difficile ACCETTARLE/COMPRENDERE !! difficile difficile.. |
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E mi aggiungo alla lista :) non serve a nulla cercare di zittire i bisogni, quando sono bisogni VITALI.... Joseph e Zucchina in particolare ti dicono che se continui a riempirti la vita di impegni per non ascoltare la vocina che ti rompe le scatole, quella vocina mica smetterà...si farà sempre + forte...fino alle crisi di ansia/panico... Karen ti incoraggia a chiedere l'aiuto di uno psicologo... Cos'è che non vuoi sentire, che ti rifiuti di ascoltare ? Cos'è che non ti piace proprio della vita che fai ? Dov'è che hai superato il TUO limite di accettazione ? |
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Hai mai pensato alla psicoterapia? |
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A me piaci.
Non capisco come fate a fare la vita per il lavoro. E' quello il problema, bisogna mettere di più nei sentimenti, negli hobby. Fare delle cose non pagate o dove non c'è il padrone che da la pacca al cane. Allora ci si sente liberi. |
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Gli hobby danno tempo per pensare? Questa mi è nuova, è che il tuo lavoro non ti coinvolge/piace quanto i tuoi hobby.... a tratti mi sembrava di leggere una mia collega di lavoro.
Trovati un hobby che ti piace veramente. |
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Lo so che lo dicono tutti, ma c'è gente che sta messa peggio, muore a 20 anni per delle malattie, ha un disagio che le impedisce di lavorare e quindi di vivere. Probabilmente un po' di terapia o un maggior dialogo ti aiuterebbe a viverti meglio, devi fare le cose che ti piacciono, parlane al tuo findanzato e fatele assieme. Non sei messa male, ragioni bene, si percepisce una certa speranza. Bisogna vedere quali sono i tuoi tarli dentro. Io penso sempre che la donna ha una esigenza di diventare madre, è una cosa diffcile immagino, che oggi è anche disincentivata, ma certi impulsi che sentiamo dipendono anche da questo. La tua età: 30 anni è l'età tipica di questo dilemma. Ad intuito vado. |
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il mio problema é di fondo, nella mia vita. devo accontentarmi di come sto vivendo adesso o puntare a qualcosa di più forte? |
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L'hobby in quel momento non ti sembra tanto importante quanto la tua vita che va a schifio e per tanto il pensiero va sempre lì |
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Nonostante i tuoi sforzi, avere ottenuto nel lavoro, tutto sommato nella vita, hai un senso di vuoto e infelicità. Ti senti ad un punto morto, in prigione, ingabbiata, non sai che fare, vuoii cambiare, non lo vuoi, non sai se sei pronta, dove andare. Purtoppo la vita che ci fanno fare non è la vita che faremmo da liberi. Per come la vedo io, ma potrei sbagliare perchè non siamo tutti uguali, non c'è niente nel sistema che ti possa dare la felicità, niente. Non ne puoi uscire, perchè se ne esci ti ritrovi come i personaggi di Pirandello, una maschera svuotata del palcoscenico, ma puoi fare un lavoro su te stessa per disintossicarti. Hai mai pensato a te veramente? fermarti un attimo e dire: cosa voglio? anche se sono cose che feriscono o non fanno parte della vita che hai fatto fino ad adesso? Ed esci dallo schema. La tua mente ti sta invitando a farlo, violare le regole della tua mente stessa. |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
A me è il contrario, ne avrei tante di cose da fare, che vorrei fare, una infinità, ma mi succhiano le energie nella società (soprattutto psicologiche), finiscono per annullarmi come persona, come individuo, anche perchè ho riscontrato che più segui un tuo percorso e più "stai in quel posto" perchè inevitabilmente ti fai citico verso lo stesso sistema dove mangi (un paradosso).
Ce l'ho fatta fino a qualche anno fa a difendermi, poi a mano a mano che i ritmi richiesti diventano, per come la vedo io, ritimi da macchine e non da persone, ti incanali per starci dietro e alla fine sei stanco e non produci più nulla nel tuo mondo, ma soprattutto si stenta a capire il senso di quello che ti richiedono visto come è ridotta la società al cui sfascio e decadenza contribuiamo con la nostra vita sacrificale. Non dovrebbe chiederci di annullarci per più di 3/4 ore per come la vedo io e sarebbe ora che ci fermassimo per fare meno danno possibile. L'altra cosa che ti demotiva è il livello di umanità: non ci puoi andare con delle sensibilità e neanche con dei valori, ti si ritorcono contro, e quindi inizi a fare nel tempo un animo cattivo in qualche maniera. Chi è furbo si fa falso ed accomodante, servile come uno schiavo, i più fessi hanno delle resistenze a cedere tutto il cervello pensante e diventano nevrotici e oltre ad ammalarsi, finiscono pure dalla parte del torto perchè spesso scoppiano nel sistema. Conclusione: la società andrebbe presa a piccole dosi, ma qui ti vogliono ingozzare di rumore, renderti obeso di stimoli sociali e di relazioni umane, fare di te una fottuta mschera di carnevale. Conclusione: secondo me staccare la spina del grande fratello finchè si riesce è fondamentale per non impazzire. |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
il problema è che appunto ci pensa che bisogna vivere per lavorare e non viceversa. affetti? sentimenti? roba di cui non ce ne bisogno, solo di soldi si ha bisogno:miodio:
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Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
Io ho resistito tanti anni, ma ti fanno cedere.
Non parlo solo di soldi, parlo di invidia, parlo di guardare cosa fanno gli altri, cosa possiedono, cosa ottengono, invece di pensare alle tue cose, ai tuoi progetti. Prima cosa ci sono delle ingiustizie che gridano vendetta, e non le vedi solo finchè sei ingenuo e un sognatore con la testa fra le nuvole, quando le vedi il tuo spirito si abbassa pesantemente verso il suolo e li vi strisca. Mentre avrebbe bisogno di svolazzare un po' più in alto, in cose immateriali per resistere. |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
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C'è gente che nasce per seguire il gregge e gente che nasce per non farne parte. Credimi che per come è fatta la gente, se ti dicono domani che devi ammazzere tutti e rubare, tutti inizierebbero a farlo (il nazismo non è altro che un esperimento sociologico per certi versi), meno i pazzi, loro continuerebbero la loro vita nel vetro dell'acquario, nel loro innoquo trip surrealista. Ora che mi signifca questo? |
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Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
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infatti sto cercando di capire se il rapporto può essere salvato o meno...e se é proprio il binario morto a cui siamo arrivati il problema dal quale nasce questa crisi...o semplicemente la crisi é di principio ed é lei ad avermi fatto arrivare a questo binario morto, mostrandomi solo il negativo che c'è nella mia vita? bel dilemma! |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
Ci avevo pensato anche io al tarlo della coppia.
Il problema è che non dura l'amore. Tra l'altro l'uomo e a donna oggi sono troppo distanti, come esigenze, come aspettative, qualsiasi rapporto è destinato al fallimento. Non possono più stare assieme sostanzialmente. Finisce quando si smette di parlare. Non si risolvono i malintesi, non è che è veramente la verità quello che si vive in testa, tutte e due provano la stessa cosa, c'è malcontento e a volte risentimento, si spera tutto sommato che ci sia modo di rimediare. Di solito il rapporto di coppia si salva con un abbraccio, basta quello e ci si riavvicina. E' facile, però poi bisogna tornare a parlare e se non si è più capaci non c'è niente da fare. E' uno dei momenti più tragici dell'esistenza secondo me. Uno dei due incontra un'altra persona e fa il balzo nell'ignoto, è così che va la vita. Al mondo d'oggi la gente è buona solo di lavorare e di svagarsi, non è capace di fare altro. Io mi ricordo i miei nonni, quelli si che sapevano volersi bene, non è possbile oggi. Presto o tardi l'uomo diventa infelice nel rapporto con la donna moderna, non riesce più ad avere entusiasmo, a trovare un senso nelle cose che si fanno, viene emarginato spesso come padre, emarginato nel ruolo di compagno, non sente che svolge alcun ruolo di protezione, di equilibrio, di creatore di regole etiche e morali che sono le sua caratteristiche innate. Non essendo felice, non è in grado di rendere felice neanche la donna, che si cerca altro ciclicamente fino alla solitudine totale a tarda età. Esaurita la passione sessuale non c'è più niente altro da dirsi, questa è la triste verità. A volte funzionano meglio i rapporti sbilanciati, dove si compensano delle carenze psicologiche, perchè li si sviluppano delle meccaniche di aggregazione e dipendenza, ma anche qui poi si cambia, e quando si cambia scricchiola anche questo, queste cmq funzionano un po' di più. Il dilemma a quel punto è: che fare? Probabilmente è meglio vivere che soffocare, fare il balzo nell'ignoto, sperare, godersi la libertà. Io però non l'ho fatto, una promessa è una promessa per come la vedo io. |
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l'infelicità personale genera infelicità di coppia, che però non viene comunicata. si va avanti sperando di poter salvare il salvabile, attaccandosi a tutto, in primis alla passione sessuale, che però dopo il dialogo e la seconda cosa che si esaurisce. si cerca di tenere duro, per principio, per integrità, perché ci si è fatti una promessa silenziosa con sé stessi e nei riguardi del partner, non lo si può lasciare soli, non lo si può tradire, non si accetta di poterlo ferire lasciandolo. ma intanto la vita ti mette di fronte a numerose prove, personali e di coppia. arrivati a quel punto è difficile che un abbraccio risolva tutto...eppure, la promessa silenziosa è stata fatta. e i buoni mantengono spesso le promesse. anche a costo di soffrire. |
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So benissimo che le nostre costruzioni mentali dipendono da paradigmi interiorizzati, vediamo ciò che ci fa comodo vedere, ignoriamo ciò che non ci piace. So benissimo che l'altruismo è un egoismo mascherato. Ho fatto un viaggio dentro me stesso che non vi potete immaginare, ho sviscerato l'impossibile, fino a martorizzarmi. So dove mento, so dove distorco, conosco ogni angolo della mia crudeltà. Credi che non capisca gli altri perchè distanti dal mio mondo? o che li giudichi? li conosco come le mie tasche, poichè la natura umana che è in loro è anche la mia. E' una scelta, io non voglio essere come queste persone, pur avendo capito benissimo come funziona la vita, cosa conviene fare, non voglio essere servo di una ideologia imperante in voga oggi, voglio pensare liberamente. Secondo me è facile essere come gli altri, e non ne avrei soddisfazione, poichè la materia non è il mio forte e la mia ambizione, a me piacciono le sfide, le sfide spirituali, l'evanescente, il pensiero umano. Non mi faccio corrompere, non dico bianco se vedo nero, non mi frega se ci lascio le penne o qualcuno si offende. |
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Il vantaggio e lo svantaggio di una persona ha senso, ammesso che ne abbia in ogni caso, soltanto rispetto ad un sistema di riferimento. Nella vita, come tutti immagino, sono avvantaggiato dalle mie caratteristiche in certi settori e campi e svantaggiato in altri. Il vedervi condannati a prescindere in ogni campo dell'esistenza è una visione che dovreste superare, è completamente irrealistica, io direi che il fatto stesso di essere "inetti" in un settore vi colloca immediatamente nella "genialità" di un altro, credo sia una legge matematica della mente umana. Casomai posso comprendere l'esigenza di volersi bilanciare, e questo è giusto, l'ho fatto con buoni risultati in termini di socialità e obiettivi raggiunti, ma non ho mai dimenticato dove risiede il mio talento, e come ho potuto, vi sono tornato per rifugiarmi, ne avevo bisogno come di una droga, sono malato di questo diritto. C'è più gusto quando ci si isola nel tempo libero, il pensiero non odora di prigione, credo valesse la pena fingersi rinsaviti. Indulgere nel pensiero, bella frase. Forse indulgere nel pensiero è un vizio o una virtù, dipende, la linea è sottile secondo me: di entarmbi abbiamo necessità in fondo e non è detto che siano diversi, potrei dire che forse ciò che in giioventù è virtù diventa nel tempo vizio e viceversa, si contorce inevitabilmente nel suo contrario. L'utiità è invece una orribile parola. Fare cose considerate utili non è sentirsi utili e questo è il dilemma, che è poi l'amletico essere o non essere (avere e essere di Fromm). Che sia più degno patire gli strali, i colpi di balestra della fortuna oltraggiosa, o prendere armi contro un mare di affanni e contrastandoli por fine a tutto? Come vedi c'è la morte, il nulla nel concetto di shakespeare di libertà e di tragedia. Poichè i nemici che affronti, il male, la sofferenza, sono vivi e lo saranno sempre, ti sopravviveranno comunque, è la natura umana che è crudele, senza speranza e l'eroe in effetti lotta invano, almeno nella tragedia. In una visione più ampia, anche Cristo è morto invano, perchè noi non dovremmo almeno vivere altrettanto invano? L'utilità è un concetto che se il mondo non fosse così ferocemente condannato dalla fagogitazione della tecnica, non ci prenderebbe più di qualche sorriso, mai nella storia si è dato tanto peso a ciò che utile rispetto a ciò che è bello o gradevole o sacro magari. Perchè? perchè dovremmo essere utili? chi stabilisce cosa è utile? quale visione del futuro abbiamo? Ciò che è utile non è utile in sè, ma in quanto necessario ad un effetto rimandato nel tempo futuro. L'utilità è una premessa ad una conseguenza. Che però manca. Non ti accorgi che questo periodo relativista, nichilista, ha stabilito e sancito inesorabilmente che non c'è più futuro? non c'è più un progetto sociale? un utopia, un sogno condiviso. Il futuro è morto. Il crepuscolo degli Dei ha dato alla luce i suoi frutti crudeli. Tumolati dalla decadenza che incombe. L'individuo è un mondo. Ma il mondo non è l'individuo. Non possiamo che sperare nella fantasia, nella passione, nella salvezza perchè non ne abbiamo. Chi di voi crede veramente sia lontana una qualche apocalisse? E dunque sono d'accordo con te che ogni lavoro è interessante, può essere creativo e prestarsi a soddisfare molti lati della nostra natura, poichè nell'abisso del divenire, costruire qualcosa è meglio che distruggere o stare a guardare l'ignoto che incombe. Il problema non è affatto il lavoro, ma le persone che lo contaminano, l'abuso di potere, la necessità di annullarti quanto hai fatto di buono, di negarlo, di rivoltarlo, di collocarti in una scala gerarchica in cui anche il tuo pensiero è sottomesso per partito preso. Credo che oggi si lavori più per questa necessaria esigenza dell'uomo di dominare l'uomo, che per altro. Non credo di sbagliare sostenendo che inconsciamente il capitalismo è una guerra mascherata, dagli esiti più o meno simili. Questo ego alimentato a dismisura non pare avere limiti, come la sete di sangue dei tempi antichi. Qualcuno crede ancora che non abbiamo abbastanza risorse, abbastanza tecnologia, abbastanza macchine per fermarci a riflettere, almeno su quale sia la direzione? Finisci per non avere le motivazioni che ci potrebbero essere a livello astratto, sei un tassello di una macchina di cui nessuno ha in verità il controllo e il timone e questo più che disturbarti o sconvolgerti, visto il poco che puoi fare, ti impedisce semplicemente di entusiasmarti oltre, se questa è una colpa. Del come e del quanto entusiasmarti di fantasie sul creato umano, finisca per essere un senso apparente è solo questione di tempo. L'ingranaggio non possiede senso, e quando lo apprendi, quando lo vedi nella sua crudele forza meccanica, smetti di curartene, di lambiccarti la mente. La macchina ha vinto sull'uomo, il pensiero utlitario, la riproduzione infinita della macchina stessa. l'inutile acquisisce un certo fascino a quel punto, per come la vedo io. |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
Hai ragione ho divagato, non ricordo più la tematica a dire il vero e forse ho smarrito subito le buone intenzioni :mrgreen:
E' perchè sto scrivendo, un po' come fa Melvin, dei mie 4 anni di depressione, e insomma avevo queste meditazioni, a me non pesano, pensarle e vedere cosa salta fuori nelle pagine bianche non mi pare da pazzi. Io sono abbastanza introverso e mi piace esserlo, ma non mi costa nulla essere estroverso all'estremo. Mentre qui la tematica principale è che gli utenti del forum non vogliono essere introversi e lo sono. Però forse sono pensieri negativi, hai fatto bene a dirlo, bravo. E' pieno di gente intelligente in questo forum, ci ho messo anni ad arrivare al vostro livello di consapevolezza. Il fatto è che io ho un percorso in cui ho superato tutte queste difficoltà di cui parlate, mi sono inserito nella società, ho superato la timidezza, ho superato l'insicurezza, ho avuto amici, relazioni sentimentali, cose bellissime che io vi auguro di avere e sono certo che le avrete. Ci vuole grinta, un desiderio di dimostrare a se stessi e agli altri che si vale qualcosa, ambizione per certi versi, volontà, una volontà totale di superare il proprio limite. La depressione però mi ha sempre accompagnato, la percepivo in questi continui sbalzi di introversione ed estroversione, scompensi chimici continui, e alla fine mi ha temporanemante sconfitto, non sarei qui se non avessi da imparare da tutti voi, se non avessi sentito che non ho mai avuto la possbilità di parlare di queste cose tutto sommato. Sono tappe diverse della mia vita, due vite in effetti o tre (se si conta l'inizio della mia vita), per meglio dire. Nella prima fase, quella della giovinezza io ho vinto questa battaglia che voi lottate, l'ho vinta. In una seconda fase la depressione mi ha raggiunto (e avevo 34 anni), ma io non credo che sia qualcosa che debba capitare a tutti, e in ogni modo con il mio percorso l'ho allontanata per quasi 15 anni, forse è arrivata a colpirmi meno duramente, forse non sono stato vigile e attento come prima, inoltre confido di stare meglio un giorno, non è mica finita la vita, anzi, sono sicuro di poter stare meglio, penso che questa sia una lezione che dovevo ricevere nella vita, io mi sento già meglio. Considera che per quasi 4 anni non riuscivo a pensare, a concentrarmi, ora va meglio, sono contento. Ma quello che è capitato a me, non deve capitare a voi, perchè mai? Voi siete in quella fase che per me è stata la fase del riscatto, dove ho trionfato alla grande, ed ero messo malissimo, una condzione drammatica assolutamente, perchè non avevo solo una marea di fobie e problemi piscologici, ma anche percorso una strada folle e masochista per affrontarli. A volte penso a quello che ho fatto, ed è semplicemente incredibile. La mia rabbia oggi, è proprio la frustrazione di non avere più quella forza, quella voglia di vivere che mi ha permesso di superarmi continuamente. La depressione è questa mancanza di forza, non il mondo esterno in effetti, ma ti assicuro che non c'è più differenza tra il mondo interiore e quello esteriore quando arrivi a certe sensazioni ed di questo che sto scrivendo. Ora, io di questo mostro che è la depressione confesso che ho paura, perchè mi ha colpito così forte che non mi ha permesso di reagire questa volta, e non è qualcosa che colpisce la mente giovane, ma quella dell'adulto, ti aggredisce a mano a mano che perdi la giovinezza e la speranza e la volontà che la contraddistingue, per questo la trovo anche interessante, affascinante da comprendere. Ritengo, e sono abbastanza sicuro, che scirvere della depressione la imprigioni, me ne prendo beffe, la schernisco, la fotto nel vero senso della parola. Non avrà la mia vita, ci puoi mettere la mano sul fuoco. |
Re: travolta da insoliti pensieri...come uscirne?
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oh però, che triste sto video! :( ok, OT per stemperare un pò il tono spirituale/filosofico che aveva preso la discussione. lo so che non vi interessa, ma...sto un pò meglio ultimamente. |
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