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dummeJunge 06-08-2007 11:33

DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Ventiquattrenne: Non sono sicuro che il CSM della mia città mi stia aiutando a superare questo disturbo evitante di personalità, che a quanto ho capito è più grave della fobia sociale, o almeno più difficile da curare. La terapia che sto facendo è psicodinamica, ma è gratuita, non posso cambiarla in una cognitivo-comportamentale perché non lavorando non ho un centesimo da spendere. In questo forum non si muove foglia, possibile che non ci sia nessuno con questo problema che rende le persone fragili come neonati e piuttosto depressi?? Possiamo parlarne?? Però mi serve qualcuno con cui farlo Giusto per parlare con chi sa di avere questo PRECISO tipo di disturbo e non con generici timidi...
L'appello cadrà nel vuoto, ma lo faccio perché un po' mi compiaccio quando le cose mi van male.

carloge 06-08-2007 17:12

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da dummeJunge
Ventiquattrenne: Non sono sicuro che il CSM della mia città mi stia aiutando a superare questo disturbo evitante di personalità, che a quanto ho capito è più grave della fobia sociale, o almeno più difficile da curare. La terapia che sto facendo è psicodinamica, ma è gratuita, non posso cambiarla in una cognitivo-comportamentale perché non lavorando non ho un centesimo da spendere. In questo forum non si muove foglia, possibile che non ci sia nessuno con questo problema che rende le persone fragili come neonati e piuttosto depressi?? Possiamo parlarne?? Però mi serve qualcuno con cui farlo Giusto per parlare con chi sa di avere questo PRECISO tipo di disturbo e non con generici timidi...
L'appello cadrà nel vuoto, ma lo faccio perché un po' mi compiaccio quando le cose mi van male.

Io ho certamente il disturbo evitante.
Cosa vuoi sapere?

Ciao,Carlo

rectius74 06-08-2007 17:21

...
 
eccomi !!!

vetro 06-08-2007 21:36

Quote:

eccomi !!!
pensare positivo mai?! :lol:

dummeJunge 06-08-2007 22:53

Succede anche a voi? Chiuso nel mio minuscolo e solitario mondo in cui entrano solo i miei familiari sto abbastanza bene, ma non riesco a fare niente che riguardi la presenza di altri, telefonare ad estranei è impossibile, non riesco nemmeno a prendere la patente, vado in crisi per ogni cosa... Cosa fate quando siete costretti a fare qualcosa?? Che tipo di terapie seguite?? I pensieri negativi mi inquinano quasi perennemente la testa, i momenti in cui sono sereno e non oppresso da me stesso sono pochi...

Rivoltato 07-08-2007 18:26

Della serie:
"il tuo simile,se lo conosci lo eviti"
Ci sono impestato dentro anch'io.. :oops:
E'la conseguenza della fobia sociale.
Per qualsiasi chiarimento,offuscamento o oscurazione che sia,nel mio possibile diro'anch'io la mia :wink:

dottorzivago 07-08-2007 21:25

Anche io ho il disturbo evitante di personalità.....ma solo con le persone che conosco.
Con Gli sconosciuti tutto ok

carloge 08-08-2007 16:54

Quote:

Originariamente inviata da dummeJunge
Succede anche a voi? Chiuso nel mio minuscolo e solitario mondo in cui entrano solo i miei familiari sto abbastanza bene, ma non riesco a fare niente che riguardi la presenza di altri, telefonare ad estranei è impossibile, non riesco nemmeno a prendere la patente, vado in crisi per ogni cosa... Cosa fate quando siete costretti a fare qualcosa?? Che tipo di terapie seguite?? I pensieri negativi mi inquinano quasi perennemente la testa, i momenti in cui sono sereno e non oppresso da me stesso sono pochi...

Mi succede sempre:ogni contatto con altre persone(vicini di casa incontrati sul ballatoio,informazioni da chiedere al commesso di un negozio,telefonate ad uffici,ecc.)genera forti sensazioni di ansia.
Ciò che temo è il non mostrarmi socialmente competente,essere giudicato immaturo o malato.In questo condivido in pieno i sintomi dei fobici sociali,con in più altre difficoltà che mi fanno rientrare nei casi di disturbo evitante..
Tutto ciò,ovviamente,non accade coi propri familiari stretti:da parte delle persone che ci sono state vicino dalla nascita non temiamo certamente l'esclusione sociale.
Come affronto queste difficoltà?Male,direi.Alla tua età principalmente tramite l'evitamento sistematico di qualsiasi situazione in cui potessi anche lontanamente rischiare di essere giudicato inadeguato:ciò,tra le altre cose,ha comportato un totale isolamento sociale(eccetto i familiari stretti),disoccupazione e,dopo i 30 anni, forti stati depressivi(conseguenza congiunta degli effetti di isolamento e disoccupazione).
Ora,A 41 anni,cerco di capire e applicare alcuni metodi del cognitivismo-comportamentale,per ora con scarsi risultati.
L'aiuto più efficace lo trovo nell'uso di ansiolitici(lorazepam 2,5 mg)che hanno un buon effetto nel ridurre l'ansia sociale(ma non nel spingermi a cercare attivamente più rapporti sociali).
Da quando sono in cura da psichiatri(10 anni)ho provato varie medicine,compresa la paroxetina-qualche anno fa presentato come il farmaco anti-timidezza-senza ottenere risultati.
Sono anche riuscito ad allacciare un paio di amicizie negli ultimi anni(su iniziativa di questi miei due amici,naturalmente),ai quali tendo a legarmi con le modalità tipiche degli evitanti descritte in alcuni ottimi testi sull'argomento.
Quando ci si isola,ci si sente meglio(almeno all'inizio)perchè allontanandosi dalle situazioni ansiogene,si riesce a mantenere un'autostima più elevata.
Non faccio una terapia privata perchè,almeno per il momento non posso economicamente sostenerla,perdurando i problemi occupazionali;sono seguito da uno psichiatra pubblico.Anni fa ho anche provato una psicoterapia di gruppo(sempre nel pubblico),durante la quale(essendo di gruppo)non ho quasi mai aperto bocca.
Ciao
Carlo (da Genova)

Rivoltato 09-08-2007 13:22

La personalità evitante è un po' il capolinea della fobia sociale.
Un po' alla volta si tende ad rinunciare a stare con gli altri,da prima i luoghi pubblici,il lavoro fino ad arrivare a perdere anche gli amici.
Anch'io ho iniziato e proseguo tutt'ora questo calvario,lavoro lasciato,locali,compagnie,tutto,fino a restare quasi sempre in casa,"apparente fortino".
Il tutto non puo' che generare ansia,perchè è normale in questa situazione sentirsi dei diversi,l'ansia genera depressione,perchè subentrano gli ingiustificati sensi di colpa dovuti alla sensazione d'inferiorità verso gli altri,sentirsi degli incapaci di affrontare anche le situazioni piu' elementari,come ad esempio stare tranquilli a sorseggiare una bibita in un bar.
Alla lunga ci si stanca di star male e si opta purtroppo per l'esilio.
Io ricordo serate nei locali con amici,sull'orlo delle lacrime,perchè mi dicevo dentro me:
"ma perchè devo stare sempre cosi'male cazzo!
fossi in guerra,in un ospedale devastato dai dolori,ma sono solo in un fottuto pub"!
E mentre l'altra gente si divertiva spensierata(almeno li'),io soffrivo in silenzio,e guardavo ripetute volte la porta dell'uscita,con la speranza che i miei amici si fossero alla lunga stufati del locale e si andava finalmente via!
Ma è vita questa?? :?

vetro 09-08-2007 14:00

Quote:

ma perchè devo stare sempre cosi'male cazzo!
fossi in guerra,in un ospedale devastato dai dolori,ma sono solo in un fottuto pub"!
E mentre l'altra gente si divertiva spensierata(almeno li'),io soffrivo in silenzio,e guardavo ripetute volte la porta dell'uscita,con la speranza che i miei amici si fossero alla lunga stufati del locale e si andava finalmente via!
Non potevi esprimerti meglio!Ho provato le stesse sensazioni...

felicidaD 09-08-2007 16:06

Ragazzi...
 
Ragazzi...vi voglio bene...
non sono pazzo giuro :) ... quando leggo queste cose provo un'empatia enorme ..
io non ho il disturbo evitante di personalità... ma a momenti....specie quando mi arrabbio con la mia vita,perchè non riesco a sbloccare fino in fondo, i sintomi di paura sociale aumentano ed esco di meno (sarà che le poche persone con cui esco di solito sono fuori x lavoro o altro) tendo ad evitare di più lo sguardo degli altri.. per non parlare dei miei vicini di casa..(palazzo e palazzi)... non riesco a guardarli... penso sia,almeno per me il fatto che lavoro poco...questo negli ultimi anni mi ha provocato diversi episodi di depressione..non grave ma logoranti, e quindi il timore del giudizio delle persone più vicine a me ma allo stesso tempo sconosciute.. ragazzi che dire!!!
Io voglio risolvere... voglio fare della terapia... però stò anche praticando buddismo... da 5 anni ormai...
Penso proprio che senza la recitazione del daymoku (nam-miò-ho-renghe-kiò) e i compagni di fede ora non sarei quì a scrivervi... per cui... si.. se è questo che vi chiedete.. il buddismo mi ha aiutato...
il primo periodo ero timido e ansioso a mille.. ho migliorato però ci sono dei traumi che devo affrontare con la terapia... come dire... ora et labora (prega e lavora)...

vetro 09-08-2007 16:50

Quote:

Ragazzi...vi voglio bene...
Te ne voglio anch'io pero' se cambi colore per scrivere è meglio! :o

dummeJunge 09-08-2007 21:30

Carlo da Genova, il tuo racconto mi ha fatto male, vedo che i primi percorsi sono identici, il punto è la paura di avere rovinata per sempre la vita. Fare esperienze esaltanti, viaggi incontri sesso sport, tutte cose che mi sono precluso. Tutto ciò è ridicolo, la mia vita è ridicola, è ridicola. Mi viene da ridere a volta quando non da piangere, è tutto così grottesco...

Un saluto affettuoso
Genova (ci sono stato da piccolo con mio padre a vedere l'acquario, ci ritornerò prima o poi, devo provare una volta in vita mia a viaggiare da solo).

Cmq io non voglio bene a nessuno, nemmeno a me stesso.

carloge 10-08-2007 18:07

Quote:

Originariamente inviata da dummeJunge
Carlo da Genova, il tuo racconto mi ha fatto male, vedo che i primi percorsi sono identici, il punto è la paura di avere rovinata per sempre la vita. Fare esperienze esaltanti, viaggi incontri sesso sport, tutte cose che mi sono precluso. Tutto ciò è ridicolo, la mia vita è ridicola, è ridicola. Mi viene da ridere a volta quando non da piangere, è tutto così grottesco...

Un saluto affettuoso
Genova (ci sono stato da piccolo con mio padre a vedere l'acquario, ci ritornerò prima o poi, devo provare una volta in vita mia a viaggiare da solo).

Cmq io non voglio bene a nessuno, nemmeno a me stesso.

Un saluto affettuoso anche da me,dummejunge.
Nel mio caso posso dire di avere certamente rovinato,se non tutta la vita,sicuramente la gioventù:direi che l'ho avvertito come una minaccia incombente già a 19 anni,ma in qualche modo mi sono "dato tempo",un pò nell'illusione che i miei problemi si sarebbero risolti da sè.
La cosa peggiore è che,come "soluzione",a quel tempo non ho trovato di meglio che l'isolamento:avvertivo sì solitudine,estraniamento ma,evitando di confrontarmi con gli altri troppo spesso,riuscivo a conservare l'illusione di una buona stima di me e di autoefficacia.
Ciò è anche accaduto perchè non ho percepito i miei problemi come una malattia,un disturbo del carattere(questo per mancanza di informazione,oltretutto allora non esisteva neanche internet)
A 30 anni ho avuto un vero e proprio crollo:non che prima fossi particolarmente felice,ma in quel momento è anche crollata la speranza.
Per alcuni anni sono vissuto in uno stato di disperazione per il futuro e di forte rimpianto per il passato.
Da qualche anno le cose hanno cominciato lentamente a migliorare,il senso cupo di disperazione è quasi scomparso e ho meno timori per il futuro.
Ciò che permane è la sensazione di aver mancato la vita:la vita mi ha sfiorato senza che sia stato capace di afferrarla.
Il miglioramento(parziale) lo attibbuisco a tre fattori:per primo l'avere allacciato quei rapporti di amicizia a cui avevo accennato:credo sia la terapia migliore per questi problemi(anche gli psicoterapeuti,d'altronde,sostengono che la relazione del paziente col terapeuta è spesso il principale fattore terapeutico).
Per amicizia intendo quell'atteggiamento di prendersi cura e dedicarsi che è tipico degli evitanti(tendiamo,di solito,a rendere "familiare "i nostri rapporti d'amicizia,non siamo a nostro agio in rapporti che restano troppo in superficie,anche se spesso,eccediamo in "dipendenza" per timore di perdere un legame per noi estremamente prezioso).
Oltre a questo l'uso di ansiolitici (prima di situazioni stressanti:cioè tutte le situazioni sociali) mi ha reso un pò più sicuro:sento di avere una piccola arma contro l'ansia sociale.
Come ultimo fattore,la lettura di vari testi su questo disturbo che qualche aiuto lo danno nel comprendere meglio certi comportamenti e danno qualche strumento per combatterli.
Vorrei aggiungere una psicoterapia cognitiva,con psicoterapeuti esperti nei disturbi di personalità:non sono molti ma alcuni tra i migliori al mondo sono proprio in Italia;per ora ,come ho già scritto,non posso sostenerne la spesa.
Tu ti trovi con almeno due importanti vantaggi:hai 24 anni(la gioventù,per non parlare della vita è ancora lontana dal finire) e sei perfettamente consapevole della gravità del tuo problema:se ne saprai fare buon uso non sarà poco.
Tenta terapie(specie se cognitiviste:attento però che abbiano una competenza specifica nei disturbi di personalità,altrimenti rischi solo di sprecare il tuo denaro).Cerca il più possibile di procurarti un lavoro che ti permetta di sostenerne il costo:se non riesci ad affrontare un lavoro(forse anche a cercarlo)cerca di sollecitare un aiuto dagli psichiatri pubblici della tua città:talvolta,specie se vivi in una grande città,possono metterti in contatto(anche tramite un'assistente sociale)con opportunità di lavoro:lo so che non è per niente facile,ma è essenziale per uscirne.
Parla col tuo psichiatra di queste difficoltà sociali,raccontagliele in tutta la loro gravità,e richiedi un sostegno anche farmacologico costante(farmaci come gli ansiolitici,se somministrati sotto controllo medico,non sono pericolosi e possono almeno un pò aumentare le tue possibilità).
Cerca di instaurare rapporti con altre persone che abbiano il tuo stesso disturbo:avvicinare chi ci è simile è molto più facile che affrontare persone dalle quali ci sentiamo distanti:chiedi al tuo psichiatra se esistono gruppi di persone come noi nella tua città,prova tramite siti internet come questo a contattarle.
Uscire da questo disturbo non è facile,ma neanche impossibile,specie se si pone la "guarigione" come proprio obiettivo principale di vita.
Ti auguro sinceramente di riuscirci.
Se desidererai contattarmi via e-mail anche in futuro,sarò lieto di risponderti:sulla tua mp ti lascio anche la mia e-mail personale.
Se poi un giorno verrai a Genova;se lo desidererai,sarò molto felice di conoscerti di persona.
Ciao
Carlo (da Genova)

sabbia 11-08-2007 00:38

come ti capisco..
 
[quote="Rivoltato"]La personalità evitante è un po' il capolinea della fobia sociale.
Un po' alla volta si tende ad rinunciare a stare con gli altri,da prima i luoghi pubblici,il lavoro fino ad arrivare a perdere anche gli amici.
Anch'io ho iniziato e proseguo tutt'ora questo calvario,lavoro lasciato,locali,compagnie,tutto,fino a restare quasi sempre in casa,"apparente fortino".
Il tutto non puo' che generare ansia,perchè è normale in questa situazione sentirsi dei diversi,l'ansia genera depressione,perchè subentrano gli ingiustificati sensi di colpa dovuti alla sensazione d'inferiorità verso gli altri,sentirsi degli incapaci di affrontare anche le situazioni piu' elementari,come ad esempio stare tranquilli a sorseggiare una bibita in un bar.
Alla lunga ci si stanca di star male e si opta purtroppo per l'esilio.
Io ricordo serate nei locali con amici,sull'orlo delle lacrime,perchè mi dicevo dentro me:
"ma perchè devo stare sempre cosi'male cazzo!
fossi in guerra,in un ospedale devastato dai dolori,ma sono solo in un fottuto pub"!
E mentre l'altra gente si divertiva spensierata(almeno li'),io soffrivo in silenzio,e guardavo ripetute volte la porta dell'uscita,con la speranza che i miei amici si fossero alla lunga stufati del locale e si andava finalmente via!
Ma è vita questa?? :?[/quot

E' veramente triste e ti capisco anche fin troppo bene...Non so perchè siamo condannati a rovinarci la vita con cose che dovrebbero essere solo momenti di svago e piacere..

valmor 16-08-2007 16:36

Questo disturbo è veramente terribile (va a braccetto con la f.s ovviamente), perchè non è confinato solo ad alcune situazioni ma rende un problema ogni interazione umana, ogni situazione in cui ci si trovi con più persone, è un vero e proprio handicap che rovina la vita svuotandola lentamente di ogni attività sociale, portando alla morte lenta nella solitudine e depressione, rendendo problematiche come qualcuno ha detto anche le cose apparentemente più facili e scontate.

E' come dover camminare con due pesi da 10kg attaccati alle gambe, e così si evita di muoversi per quando possibile e quando lo si fa si è incapaci e diventa molto difficile.

In tutti i siti che ne parlano viene indicata solo la terapia cognitivo comportamentale come possibile "cura", dicendo che tale male "risponde bene"; vorrei pensare che se ne esce ma non ci credo tanto.

Se qualcuno ha fatto qualche anno di cognitivo-comportamentale ed era è affetto da disturbo evitante (e fobia sociale) per piacere ci racconti la sua storia, ci dica se e quanto è servito.

Inoltre ho come il pensiero che anche se si riesce a migliorare mettiamo con anni di terapia, basta un periodo particolarmente buio o eventi negativi e ci si ricade in pieno, perchè in qualche modo diventa "un modo di essere" se va avanti per tanti anni, non più solo un disturbo.

p.s grazie a carlo di aver condiviso la tua storia, credo mostri molto bene cosa comporta questo disturbo.

carloge 18-08-2007 16:58

Quote:

Originariamente inviata da valmor
Questo disturbo è veramente terribile (va a braccetto con la f.s ovviamente), perchè non è confinato solo ad alcune situazioni ma rende un problema ogni interazione umana, ogni situazione in cui ci si trovi con più persone, è un vero e proprio handicap che rovina la vita svuotandola lentamente di ogni attività sociale, portando alla morte lenta nella solitudine e depressione, rendendo problematiche come qualcuno ha detto anche le cose apparentemente più facili e scontate.

E' come dover camminare con due pesi da 10kg attaccati alle gambe, e così si evita di muoversi per quando possibile e quando lo si fa si è incapaci e diventa molto difficile.

In tutti i siti che ne parlano viene indicata solo la terapia cognitivo comportamentale come possibile "cura", dicendo che tale male "risponde bene"; vorrei pensare che se ne esce ma non ci credo tanto.

Se qualcuno ha fatto qualche anno di cognitivo-comportamentale ed era è affetto da disturbo evitante (e fobia sociale) per piacere ci racconti la sua storia, ci dica se e quanto è servito.

Inoltre ho come il pensiero che anche se si riesce a migliorare mettiamo con anni di terapia, basta un periodo particolarmente buio o eventi negativi e ci si ricade in pieno, perchè in qualche modo diventa "un modo di essere" se va avanti per tanti anni, non più solo un disturbo.

p.s grazie a carlo di aver condiviso la tua storia, credo mostri molto bene cosa comporta questo disturbo.

Grazie a te,Valmor.
La tua similitudine è quasi identica ad un sogno che facevo spesso qualche anno fa:una sensazione(angosciosa)di non riuscire a staccare i piedi dal pavimento:a mano a mano,diventava sempre più difficile muoversi,finchè restavo completamente fermo.A questo punto mi svegliavo,con una sensazione decisamente cupa.
Non ho mai fatto una psicoterapia cognitivo-comportamentale(ma mi piacerebbe molto e mi riprometto in un futuro,non lontano spero,di farla).
Comunque,interesserebbe molto anche a me leggere le esperienze (positive o negative che siano)di chi l'ha già effettuata.
Non so se la tua ultima affermazione sia esatta:lo scopo di una psicoterapia(ben fatta)è di portare a tutta una serie di prese di coscienza,visione più realistica dei propri difetti(e dei propri pregi),nuovi modi di fronteggiare le proprie difficoltà ecc. che dovrebbero avere come scopo un certo cambiamento nella personalità tale da imprimere un significativo cambiamento nel modo di relazionarsi con se stessi e gli altri.
Non un cambiamento completo del carattere(non possibile e,tutto sommato,forse neppure auspicabile)ma una visione radicalmente diversa da quella negativa che ci hanno inculcato(e ci siamo auto-inculcati)nel nostro passato.
Non so in quale misura ciò sia possibile,ma ,da storie di casi clinici simili al nostro che ho letto,ho tratto l'impressione che si possano ottenere notevoli miglioramenti(certo nel medio-lungo periodo).
Qualunque contributo di persone che hanno già tentato questo percorso sarà molto gradito.
Ciao
Carlo (da Genova)

dottorzivago 19-08-2007 18:16

[quote="carloge"]
Quote:

Originariamente inviata da dummeJunge
Per amicizia intendo quell'atteggiamento di prendersi cura e dedicarsi che è tipico degli evitanti(tendiamo,di solito,a rendere "familiare "i nostri rapporti d'amicizia,non siamo a nostro agio in rapporti che restano troppo in superficie,anche se spesso,eccediamo in "dipendenza" per timore di perdere un legame per noi estremamente prezioso

Anche io sono cosi spesso con i rapporti di amicizia.....sono "troppo buono" io ad una persona che mi considera un amico e mi dà un minimo di fiducia lascerei anche le chiavi di casa.........ma peo come è possibile che rimanga cosi solo?! Avro un carattere cosi terribile?
Non propongo uscite ma nemmeno mi vengono proposte adesso.

vetro 19-08-2007 19:53

Quote:

Anche io sono cosi spesso con i rapporti di amicizia.....sono "troppo buono" io ad una persona che mi considera un amico e mi dà un minimo di fiducia lascerei anche le chiavi di casa.........ma peo come è possibile che rimanga cosi solo?! Avro un carattere cosi terribile?
Un atteggiamento accondiscendente crea negli altri la prerogativa di chiamarti quando serve in altri casi ne fanno volentieri a meno.

carloge 20-08-2007 15:57

[quote="dottorzivago"]
Quote:

Originariamente inviata da carloge
Quote:

Originariamente inviata da dummeJunge
Per amicizia intendo quell'atteggiamento di prendersi cura e dedicarsi che è tipico degli evitanti(tendiamo,di solito,a rendere "familiare "i nostri rapporti d'amicizia,non siamo a nostro agio in rapporti che restano troppo in superficie,anche se spesso,eccediamo in "dipendenza" per timore di perdere un legame per noi estremamente prezioso

Anche io sono cosi spesso con i rapporti di amicizia.....sono "troppo buono" io ad una persona che mi considera un amico e mi dà un minimo di fiducia lascerei anche le chiavi di casa.........ma peo come è possibile che rimanga cosi solo?! Avro un carattere cosi terribile?
Non propongo uscite ma nemmeno mi vengono proposte adesso.

Naturalmente è difficile dare una risposta certa:una possibile spiegazione può essere proprio nella tua ultima affermazione:non proporre mai uscite agli altri è probabile che venga interpretato come disinteresse da parte tua.
A questo aggiungi che,comunque,non tutti sentono i rapporti di amicizia in questo modo.Ciò lo si può facilmente constatare dall'uso molto estensivo che molti danno al termine "amicizia":perlopiù vengono definiti così rapporti che,in realtà,sono solo "conoscenze".
Una ulteriore spiegazione può riguardare l'età:quando si è giovani(adolescenti o nella prima giovinezza)è frequente che si apprezzino i compagni più allegri,estroversi,capaci di portare buon umore.Ci si preoccupa di meno della qualità e profondità di questi rapporti.
Con gli anni le cose cambiano(almeno per quelli che non restano perennemente "adolescenti"):le esperienze,le delusioni (quando non rendono cinici) portano ad apprezzare di più qualità meno superficiali.
Escluderei il carattere "terribile":da come hai descritto il tuo atteggiamento,si può dedurre tutto tranne che tu abbia un carattere negativo.
Ciao
Carlo (da Genova)

Jalka 27-08-2007 17:11

Mi fa piacere che esista un forum su questo argomento. Ho più di 40 anni e soffro praticamente da sempre di Disturbo Evitante. Questa definizione l'ho saputa documentandomi su Internet. Lo Psicoanalista che mi segue infatti ha da sempre giustamente "evitato" ( scusate..il bisticcio) di dare una etichetta al mio profondo malessere. Adesso la consapevolezza è molto elevata e quindi non sono influenzato appunto da etichette o schemi comportamentali. L'immensa sofferenza a "farsi vedere" è stata nascosta dalle mie capacità (ero molto bravo a scuola precoce ed intelligente): di fatto per "evitare di essere evitato", rifiutato dalla gente e per incoraggiare la stima di me stesso che sempre stata ( oggi lo è molto meno) praticamente inesistente, ho sviluppato una immagine di me fortissima, bravissima, adeguatissima. Quindi non ho vissuto perchè la mia persona vera non c'è mai stata. Mi sono sempre terribilmente vergognato della mia spontaneità e dei miei sentimenti profondi e della mia sensibilità. Non ho quasi mai avuto relazioni con ragazze. La paura dell'umiliazione e vergogna erano troppo forti. Dopo 15 anni di terapia ed un mare di soldi ( per fortuna che lavoro/lavoravo) sono ad una fase cruciale del conflitto... o la va o schianto. Ho vissuto solo di sofferenza e di rabbia profonda che solo la mia forte personalità ha impedito che sfociasse in violenza pura. Solo l'amore per la vita ed il mio cervello hanno impedito il disastro. Ma io mi sento sprecato da morire. Avrei fatto la felicità di molte persone, ma sono rigido come il titanio e cattivo come un Kapò nei miei confronti. Non mi voglio bene e se qualcuno mi critica lo aprirei con una motosega.
La terapia funziona ma è ancora presto. Gli psico farmaci ahimè non aumentano l'autostima e la compattezza e non risolvono la terribile lacerazione dei conflitti.
Il bello è che ho un dottorato di ricerca in materie scientifiche e lavoro in ruoli di grande responsabilità , tutti mi vogliono bene hanno grande stima di me ... ci pensate? Tutt'ora però vorrei chiudermi in camera, ma amo la vita e lotterò come una bestia per farcela, evitando di fuggire ogni volta.
Grazie per la pazienza, ho scritto di getto e per la prima volta, per trasmettere a voi un pochino ciò che sentivo per sfogarmi verso Voi che sapete cosa dico ed a Voi che vi ponete domande e, permettetemi , un grande Augurio affinchè possiate trovare un po' di serenità........

carloge 29-08-2007 16:49

Jalka,
un augurio di serenità anche a te.
Ciao

smo85 07-11-2007 20:33

vi sono vicina..
 
ragazzi, posso solo immaginare quello che state passando,ho un fidanzato che ha scoperto da poco di essere affetto dal DEP.. è dura vederlo soffrire e non sapere di cosa ha realmente bisogno..
lui grazie a dio ha la disponibilità economica per affrontare una terapia cognitivo comportamentale..infatti ora è in una comunità terapeutica praticamente 7 gioni si 7.. solo che mi chiedo quanto dovrà durare.. dal mio canto, rivoglio la persona che amo e la rivoglio felice.. ho paura del tempo che passa.. vorrei aiutarlo!
come posso fare?

cla800c 04-02-2008 15:18

io non so bene cosa ho se la fobia sociale o disturbo evitante di personalita evitante, pero ora sono sulla stra giusta per uscire e ora so cosa vuol dire vivere, gazie alla psicoterapia e ho letto molti libri sulla autostima, penso che più di tutto mi sono aiutato da solo con l'impegno di volerne uscire.

illusione 17-05-2009 14:44

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Per Jalka.

Ho letto solo adesso il tuo messaggio autobiografico sul disturbo evitante di personalità. Io sono la fidanzata di un uomo della tua età che soffre di questo problema, problema che io ho scoperto solo di recente, dopo 5 anni di fidanzamento. Come ho fatto? Perchè per la seconda volta nell'arco di 5 anni mi ha allontanato violentemente dalla sua vita, senza una reale motivazione, e io ho dovuto, per amore, ripercorrere le tappe della nostra storia, che mi è parsa sempre costellata di sofferenze e di chiusure profonde, sempre di "no" e di immotivate rigidità nei miei confronti. Come la prima volta, mi ha chiesto di stargli lontana, mi ha detto di avere un problema psichico, che io ho dovuto capire da sola interpretando piccoli segni e parole fugaci pronunciate da lui nelle lunghe telefonate che sono succedute per diversi mesi a quella sua decisione per me agghiacciante. E' la fine di tutto? Non lo so ancora.

Grazie per aver letto i miei pensieri.

daniele_83 18-05-2009 22:23

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Paradossalmente sarebbe stato meglio non aver mai avuto amici al fine di NON diventare evitanti... perchè alla fine i nemici degli evitanti sono proprio le persone conosciute, non le scnosciute... il dramma è questo.... persone a cui volevi bene e con cui stavi bene assieme ti tradiscono e diventano improvvisamente tuoi nemici... ma del resto è così la vita... non si è sempre adolescenti... prima o poi ci si dà del Lei e così via... ecco, l'incapacità di avere spontaneità è nell'evitante... vive tutto in modo formale... ho un amico che è diventato così... e sinceramente ho un po' paura di diventarci anch'io... per questo motivo non frequenterò spesso questo forum o mi ucciderò prima di esserlo diventato (del resto ci ho già provato due volte, ehehe).... adios....:D

illusione 20-05-2009 10:33

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Ciao Daniele83,
io vorrei però evidenziare una cosa: qui si parla solo di coloro che hanno tale patologia e non di coloro che la subiscono, perchè i socialfobici/evitanti sono al tempo stesso vittime ma anche carnefici. Le persone che sono a loro vicine li temono al punto da diventare esse stesse evitanti nel tentativo di non creare squilibri che si potrebbero ripercuotere sul rapporto, di qualsiasi genere esso sia. Comunque io di una cosa sono certa: è meglio metterli di fronte alle situazioni che temono, perchè, se sono persone intelligenti, non solo le affronteranno, ma godranno anche della bellezza che è insita nelle cose di ogni giorno.

La pensate anche voi allo stesso modo?

ciao

HurryUp 20-05-2009 11:09

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da illusione (Messaggio 184340)
Comunque io di una cosa sono certa: è meglio metterli di fronte alle situazioni che temono, perchè, se sono persone intelligenti, non solo le affronteranno, ma godranno anche della bellezza che è insita nelle cose di ogni giorno.

La pensate anche voi allo stesso modo?

ciao

Beh, se sono intelligenti non potranno non accorgersi che la loro ansia ha un valido fondamento e una funzione evolutiva per la specie umana, che è quella di rendere la comunicazione umana meno condizionata alle abilità sociali e più rivolta all'intimo. Perciò un evitante troppo intelligente potrebbe non dare le soddisfazioni che gli altri vogliono da loro, perchè capiscono di avere una funzione sociale particolare che può farli apparire carnefici.

MoonwatcherIII 20-05-2009 12:09

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
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Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 184344)
Beh, se sono intelligenti non potranno non accorgersi che la loro ansia ha un valido fondamento e una funzione evolutiva per la specie umana, che è quella di rendere la comunicazione umana meno condizionata alle abilità sociali e più rivolta all'intimo. Perciò un evitante troppo intelligente potrebbe non dare le soddisfazioni che gli altri vogliono da loro, perchè capiscono di avere una funzione sociale particolare che può farli apparire carnefici.

Ma, se posso permettermi di chiedere, tu sei un evitante?

illusione 20-05-2009 12:11

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Non so chi tu sia però mi piacerebbe sapere da te che cosa pensi dovrebbe fare la compagna di una persona con questo tipo di disturbo...io ho perso le staffe più volte e adesso sono stanca.

Ciao

Graywolf 20-05-2009 12:35

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
eccomi ci sono pure io, il pensiero "perchè devo evitare quel posto per colpa di altri" mi aiuta molto ;)

HurryUp 20-05-2009 12:40

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
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Originariamente inviata da moon-watcher (Messaggio 184353)
Ma, se posso permettermi di chiedere, tu sei un evitante?

Credo proprio di sì, ho letto i sintomi di questo disturbo e coincidono con quelli che sento. Ma questi sintomi non implicano necessariamente la scelta di evitare le situazioni sociali, io non faccio questa scelta, mi espongo ai rapporti sociali.

HurryUp 20-05-2009 12:43

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da illusione (Messaggio 184354)
Non so chi tu sia però mi piacerebbe sapere da te che cosa pensi dovrebbe fare la compagna di una persona con questo tipo di disturbo...io ho perso le staffe più volte e adesso sono stanca.

Ciao

La non comunicazione è meglio dell'incomunicabilità, quindi credo che sia giusto chiudere il rapporto. Ma l'incomunicabilità è una conseguenza della comunicazione umana, non del disturbo evitante. E' la comunicazione umana ad implicare l'incomunicabilità, questo è da tener presente.

MoonwatcherIII 20-05-2009 12:47

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 184362)
Credo proprio di sì, ho letto i sintomi di questo disturbo e coincidono con quelli che sento. Ma questi sintomi non implicano necessariamente la scelta di evitare le situazioni sociali, io non faccio questa scelta, mi espongo ai rapporti sociali.

Anch'io ho la certezza di avere questo disturbo, ed anch'io in una certa misura mi espongo ai rapporti sociali, però dopo anni di evitamento. Mi piacerebbe conoscere di più di te e della tua storia, in privato se ti va, per confrontare il nostro percorso.

Idem per illusione, preferirei scriverti in privato, per tentare di rispondere alla tua domanda, per quanto sia possibile e utile, dal momento che anche se abbiamo lo stesso disturbo ciò non ci rende tutti uguali, siamo persone, siamo tutti diversi. :rolleyes:

illusione 20-05-2009 12:53

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Pensavo di essere stata chiara. Non sono io a soffrire del disturbo ma il mio ormai ex.

HurryUp 20-05-2009 12:53

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da moon-watcher (Messaggio 184364)
Anch'io ho la certezza di avere questo disturbo, ed anch'io in una certa misura mi espongo ai rapporti sociali, però dopo anni di evitamento. Mi piacerebbe conoscere di più di te e della tua storia, in privato se ti va, per confrontare il nostro percorso.

Sì, volentieri :)
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Originariamente inviata da illusione (Messaggio 184365)
Pensavo di essere stata chiara. Non sono io a soffrire del disturbo ma il mio ormai ex.

Per me era chiaro.

illusione 20-05-2009 12:56

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Per Hurry Up

Il problema è che lui nn comunica con nessuno, nemmeno con i suoi parenti più intimi, genitori e sorella...preferisce pensare nel silenzio della sua stanza.

E del lavoro, pur essendo un professionista affermato, preferisce la parte che non lo espone al dialogo con gli altri....

GLi auguro tanta buona fortuna, anche se a me ha fatto male davvero

MoonwatcherIII 20-05-2009 12:58

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Quote:

Originariamente inviata da illusione (Messaggio 184365)
Pensavo di essere stata chiara. Non sono io a soffrire del disturbo ma il mio ormai ex.

Anche per me era chiaro, forse hai frainteso me, io intendevo che io e il tuo fidanzato soffriamo dello stesso disturbo. ;)

illusione 20-05-2009 13:01

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
Per Moon-watcher

Ok, Moon. Come avete potuto capire, io ho un carattere razionale e che tenta di risolvere le cose hic et nunc....ho sofferto molto per l'arrendevolezza e la rigidità del mio ex verso me e verso tutti e tutto

illusione 20-05-2009 13:08

Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
 
P.S.: per quanto riguarda la distinzione tra non comunicabilità e incomunicabilità, credo che nell'evitante coesistano entrambe le modalità legate al dissidio tra arrendersi al male (non comunicabilità) o superarlo (incomunicabilità)


Almeno questa è la modalità che il mio ex attivava e che gli ha procurato gli episodi di crisi di cui parlavo nel primo post.


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