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Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
Vi é mai capitato di cercare di spiegare qualcosa a qualcuno a voi vicino e, come conseguenza ottenere, non solo la mancata comprensione, ma la totale distorsione di ció che avete detto?
Persone che, senza alcuna consapevolezza del loro processo cognitivo in atto (quindi si presume senza cattiveria alcuna), capovolgono completamente un ragionamento, modificandone in maniera parziale o totale il significato e il valore, arrivando a formulare ragionamenti e attribuendoveli, con associati eventuali giudizi che, di ovvia conseguenza, non vi appartengono. Mi é capitato due volte: una con il mio ex-compagno anni fa e nel mio presente con un'altra persona con la quale il rapporto era molto nebuloso, non amicizia profonda, non relazione. Nel primo caso ho perso completamente la testa, sono andata in crisi perché non riuscivo a farmi capire in nessun modo dalla persona che amavo, si creó cosí un rapporto di dipendenza affettiva, le cui conseguenze sono riuscita a risolverle sono un paio d'anni fa (dopo quattro anni di "macinamento" interiore e un anno e mezzo di terapia). In quest'ultimo caso invece, nonostante abbia provato molto affetto (dopo anni di letargo emotivo, specie nei confronti dell'emisfero maschile), dopo vari tentativi da parte di entrambi, e tanta dispersione di energia emotiva (perché aprirmi mi costa una fatica immane e non essere mai capiti é lacerante), ho deciso di mollare il colpo e ho capito che non vale la pena piú di lottare. Specie per chi non apprezza il mio valore come persona, come donna, né come amica, né come amante. Sono tornata dalla psicologa, voglio risolvere questa mia dinamica: credo di essere attratta da questo genere di persone che, guarda caso, ricalcano i comportamenti di mio padre. Io voglio una relazione sana, in cui quando dico "A" questo non viene interpretato come "47". Soprattutto non voglio piú essere attratta come una droga da queste situazioni. Ma... Tornando al discorso originario: a voi é mai capitata una situazione del genere? Nel caso come avete reagito? |
Re: Percezione distorta della realtá.
No, oggi non ho molta fame.
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Re: Percezione distorta della realtá.
Abbastanza bene, grazie. Ma la preferisco alla ciliegia.
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Re: Percezione distorta della realtá.
Secondo me si lega al fenomeno della disconferma di cui si è parlato al thread su "uno dei segreti della comunicazione"
http://www.fobiasociale.com/uno-dei-...cazione-30354/ La comunicazione umana per sua stessa natura è un rapporto imperfetto in cui non c'è convenzione ma convenzionalità tra significanti e significati, e questo crea piccoli e grandi fraintesi frutto o di un messaggio dal contenuto differente rispetto all'intento comunicativo, o di una ricezione differente dal messaggio, o sovente di entrambe. A questo aggiungiamoci i vari bias cognitivi a cui come umani siamo vulnerabili, cito ad esempio il bias di conferma, grazie al quale cerchiamo conferme sulle nostre convinzioni nelle comunicazioni che ci vengono rivolte. In alcuni casi questo può aggiungersi a situazioni di relativa incapacità empatica. Rimangono nel destinatario dei "buchi comunicativi" che la funzione cognitiva cerca di ricostruire sulla base degli elementi conosciuti, con il criterio di "economia" e di "ecologia" di pensiero: non ricostruisci un messaggio con lacune in modo che possa costringerti a mettere in discussione il tuo sistema di credenze, ma ricostruisci un messaggio in modo da poter riciclare quanto più possibile le stesse. Quote:
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O c'era altro fra le righe che non abbiamo saputo cogliere? |
Re: Percezione distorta della realtá.
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L'apprezzare il valore di una persona prescinde dalla capacità di espressione e di comprensione. Questo per il motivo banale che amare, innamorarsi, essere invaghiti, maturare un'empatia amicale o, più in generale, provare un sentimento per una persona passa per la conditio sine qua non di cogliere in modo innato l'essenza della persona. Sforzarsi di farsi capire o cercare di assecondare le logiche di comprensione dell'altro va bene a regime ed in determinati contesti ma è, secondo me, sintomo di incompatibilità del rapporto tra due persone se ciò non avviene PRIMA di entrare in un determinato tipo di rapporto, è un campanello d'allarme. Quote:
L'individuo va a ricercare e compensare nella figura del partner quella del genitore. 9 volte su 10 questi stati pongono a rischio l'intera sfera relazionale. Io stesso mi sono dovuto far da parte con alcune ragazze molto più giovani di me proprio perché erano totalmente succubi perché la mia maturità (e malizia) andava a sostituire in pieno tale figura, rendendo il rapporto "malato". Quote:
Sicuramente un professionista può fare molto di più di un consiglio qui ma, ciò nonostante, bisognerebbe cercare altre motivazioni d'attrazioni, a costo di forzarsi, anziché assecondare qualcosa che razionalmente si percepisce come inadatto per sé. Quote:
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Re: Percezione distorta della realtá.
in genere la tendenza a voler intendere ciò che si vuole è molto diffusa, francamente devo ammettere che credo molte volte riguardi pure me :miodio:
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Re: Percezione distorta della realtá.
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In effetti é un modello di comportamento applicabile solo quando una relazione (di qualsiasi natura) é gia collaudata e gli sforzi giustificano l'investimento di energia. Specie quando le sbavature vengono percepite solo da un lato. Quote:
Mi rendo inoltre conto di attirare (essere attirata da) soggetti la cui figura materna era oppressiva e con manie di controllo. Non so se sia una casualitá, ma é ricorrente. L'importante é che sia consapevole di tutto ció, al fine di poterci lavorare sopra, anziché cadere nel facile processo di vittimismo sulla scia del "capitano tutti a me..." Quote:
Mi schifa da morire questo meccanismo. Due settimane fa ho conosciuto una psicologa con la quale ho avuto la forte sensazione di poter fare molto. Ho la determinazione di un treno in corsa. Quote:
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Re: Percezione distorta della realtá.
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Un giorno chiesi a questa persona se conosceva il significato del termine "empatia". La sua risposta mi lasció basita e sconcertata, ma fu anche un modo per avere ben presente i limiti di "trasmissione". L'"errore" ricorrente di cui sono stata accusata, tra gli altri, piú di frequente in questa esperienza é stato il parlare troppo di sensazioni e poco di fatti. Mi venivano di sovente richiesti esempi materiali. C'era sicuramente un'incapacitá empatica e di astrazione. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Io ho pazientato e assecondato col risultato di ritrovarmi con un pugno di mosche in mano e con anni "spesi" che nessuno mi ridarà indietro. Si sbaglia, si paga, s'impara. Quote:
non devi avere affetti o fare entrare nella tua vita niente da cui non possa sganciarti in 30 secondi netti se senti puzza di sbirri dietro l'angolo |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Come a dire che è un non-legame, o un legame a metà, un legame fuzzy. Non potendo avere garanzie, non si vede però perché rinunciare a dei benefici. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Almeno non lo è per me, goloso di sentimenti e di emozioni tipiche dei rapporti di coppia ma al tempo esigente nei termini di ciò che voglio e materialista. Diciamo che credo molto in questa concezione e la proietto anche nei confronti del prossimo. L'applicazione di quel concetto per me è sempre stato il non vivere in un'ottica di lutto e di stasi la perdita di una persona oppure, più vicino al riferimento, di non assumere comportamenti autolesionisti o limitanti per il mero sentimento. Però questa filosofia presuppone un minimo di freddezza ed una gran componente di materialismo ed amor proprio. Insomma, riscritta in altri termini: separati in 30 secondi da persone che non sono in grado di darti un sentimento ed un materialità/qualità in un rapporto come le vuoi tu e poniti nella condizione di voltare pagina ed essere pronto ad avere una nuova relazione fin da subito. |
Re: Percezione distorta della realtá.
Troppe volte ho scartato uomini perché li consideravo troppo noiosi, invece mascheravo un giudizio che mi spaventava: erano "troppo" sani di mente per affascinarmi!
Mi schifa da morire questo meccanismo. Due settimane fa ho conosciuto una psicologa con la quale ho avuto la forte sensazione di poter fare molto. Ho la determinazione di un treno in corsa. troppo noiosi nel senso di stabili,tranquilli.. |
Re: Percezione distorta della realtá.
inoltre quando passi troppo tmepo da solo,i pensieri distorti aumentano e rischi di perdere la bussola..perche non sei piu abituato a stbailire connesioni con l'interlocutore..
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Re: Percezione distorta della realtá.
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Ne approfitto per segnalare, da pedante, che filosofia non significa questo (che è piuttosto Weltanschauung, concezione del mondo); ma è il suo esatto opposto. Quote:
Un po' come per i teologi eri libero di fare il Suo volere. Ad ogni modo, se si è pronti a separarsi in trenta secondi da una persona, il rapporto è già allentato. Costitutivamente. È come dormire con un occhio solo, alla base c'è la sfiducia. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Come può essere sincero il sentimento, se non è in grado di esprimersi a prescindere? |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Qualcuno è certo che una relazione sia tale finché morte non li separi? Io concepisco ottimisticamente una relazione e parto dal presupposto che, salvo prova contraria, l'altra persona stia con me per scelta e senza riserve o rinunce e, quindi, le concedo fiducia. Ciò nonostante metto sempre in conto il rischio concreto che un domani possa finire la stessa. Io stesso non potrei mai garantire che una relazione sia tale per sempre. Semmai il dormire con un occhio solo è solo un discorso di benefici, di opportunità. Cosa mi darebbe un lutto per la fine di una relazione? Nulla... Dolore, tempo "perso" a struggermi, occasioni perse ma, sopratutto, l'assenza nella mia vita di sentimenti e sesso. Lo stesso discorso si applica nei confronti di una relazione "zoppa". Qualcuno mi accuserà di essere troppo materialista, qualcuno di non tenerci alla persona ma la cosa non mi tange: io sono apposto con me stesso e so che, seppur apparentemente paradossale, in me coesiste sia l'importanza della persona e del rapporto, sia l'amor proprio. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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_________ Cioè, io mo' non voglio insistere nell'Ot. Ma comunque il problema quello è: non si accetta che qualcuno possa farti (spesso in maniera del tutto involontaria) star male, e dunque si ripara parte di sé dietro una sorta di corazza grazie alla quale si possa prendere dalla relazione soltanto il positivo, e poi salutarsi come se niente fosse stato. Quel che non si vuol capire è che quella corazza è un giudizio espresso verso l'altro, che recita: “Tu non sei degno di conoscere cosa c'è dietro la corazza”. È semplice. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Nemmeno io concepisco di subordinare un sentimento alla condizionalità che sia reciproco. Semplicemente vado cercando relazioni materiali, NON sentimenti unilaterali e non materializzabili in nulla che vada dal sesso occasionale di una sera allo stare insieme per sempre (utopicamente). Il discorso è fatto pensando a quel fine. Poi, per carità, mi è capitato troppo spesso di provare un sentimento per una donna che non ne voleva sapere minimamente di avere una relazione con me ma, alla fine, ha sempre prevalso la razionalità. |
Re: Percezione distorta della realtá.
Premessa: mai cancellare i post... :)
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Comunque... Che in una relazione ci siano aspetti positivi e negativi, è innegabile e prova di maturità viverli entrambi. Al tempo stesso, a meno di non essere masochisti, uno si pone un limite oltre il quale non è più disposto ad accettare. Che poi sia giusto o sbagliato per il prossimo, poco importa. Alla fine, stringi stringi, è Tizio a vivere la sua vita e finirà col scegliersi una vita di coppia che lo soddisfa, anche se il prossimo critica le sue scelte. Quote:
Alla stessa stregua è anche il prossimo che non intende rimboccarsi le maniche ed insistere per ignorare il "classismo" e tentare di conoscere cosa si nasconde dietro la corazza. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Ad ogni modo, un conto è smettere di accettare il negativo prima, un conto è farlo poi. Chi lo fa prima, è prevenuto verso il rapporto. Chi si tiene pronto a mollare una persona nello spazio di trenta secondi, non farà mai in modo (non lo vorrà, almeno) che quella persona sia più importante dei trenta secondi. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Re: Percezione distorta della realtá.
Ma io non mi sono concentrato su Liuk, bensì sulla frase.
Tolto il fatto che: 1. Vivo la relazione e se non va bene mi sgancio = comprensibile; 2. Vivo la relazione tenendomi cauto sulla possibilità che possa perderla e stare male per ciò = sei prevenuto, perché cerchi di prevenire il dolore; ma 3. Una sera litighiamo e allora decido che non devi valere troppo per me = si finisce prevenuti come in 2., e pure peggio: chi ami ti sta davanti come un potenziale pericolo. Al di fuori di ogni considerazione morale, mi interessa solo vedere cosa rende reversibile un legame in non-legame (cioè in un legame liquido, o anche liquidabile), in cui la sfiducia diventa un problema contrattuale, e da qui il sorgere di forme ibride come la trombamicizia, la relazione “nebulosa”, quella aperta, che hanno tutte alla base lo stesso obiettivo: schivare il dolore, rendere accessibile il benessere. Non mi allontano dal vero, credo, se penso che il tutto si regge su una paura rimossa. Allora proviamo a consapevolizzarla. [Comunque dài, basta Ot: chi vuole ne può parlare in privato con me.] |
Re: Percezione distorta della realtá.
io ritengo che non siamo ot per niente, ma aspetto le considerazioni dell'original poster.
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Re: Percezione distorta della realtá.
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Grazie per avermelo chiesto. |
Re: Percezione distorta della realtá.
Volendo, allora, si può proseguire.
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Re: Percezione distorta della realtá.
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Intendo dire che, nel pensiero esposto prima, non approcciavo in una visione di evitanza del dolore che, anzi, ritengo sia fisiologico e costruttivo seppur spiacevole. Quello che invece si cerca di prevenire è uno stato di singletudine dettato dall'elaborazione del lutto. Fine dell'OT Tentando invece di mettermi nei panni della fanciulla in questione riducendo ai minimi termini il problema ed il mio pensiero, il concetto è decisamente più banale e passa per l'avere una relazione dignitosa con PincoPallo senza abbandonarsi nell'"accanimento terapeutico" di un mediare, litigare, struggersi perché comportamenti e comprensione sono l'esatto opposto di ciò che si dice o vuole. Il "30 secondi" è il non finire in una ricorsione di alibi in stile "ma io l'amo", "sento di aver bisogno di lui", "ma il sesso è comunque fantastico ed è un buon collante", "ho paura di rimaner sola", "colma quanto mi è sempre mancato", ecc. ecc. ecc. che non dico affatto sia concetti idealizzati dalla nostra utentessa felsinea ma che sono stati spesso lo stimolo per dare un'altra possibilità al prossimo. In presenza di palesi incomprensioni che portano a vivere un quotidiano di relazione mediocre ed insoddisfacente e magari minano la mia salute mentale si tagliano i "rami secchi" senza esitazioni. Insomma, come si dice (trascritto male) da queste parti: sü da dos, ghe miga bisogn de chela gent chi. Certo, è difficile non ascoltare il canto di Agape e non bisogna nemmeno essere autonomi capaci di cambiare sentimenti ed intenzioni, senza nemmeno un'incertezza o sfumature umane, ma, di fondo, io credo che la miglior relazione è quella vissuta in modo pienamente materiale e che, per raggiungere tale stato delle cose, bisogna passare per un minimo di "fluidità" di legame senza cadere nelle forme ibride, a meno che non si voglia espressamente ciò. |
Re: Percezione distorta della realtá.
Mi ha attratto il (presunto?) collegamento tra relazione "nebulosa" (aggettivo originariamente introdotto da ivi) e la paura (l'essere prevenuti?) quindi in pratica l'idea secondo cui spesso si autosabotino relazioni prima che esse si possano concretizzare (dalla nebulosa alla forma liquida e quella solida), in una sorta di profezia autoavverante....Giusto?
C'è però da dire che i confini tra una relazione fumosa e una solida non sempre transitano in maniera lineare, a volte c'è una rapida sublimazione e a volte un lento addensamento. In tutto questo non sottovaluterei il ruolo della capacità euristica e istintiva di discriminare sulla base di sensazioni soggettive ed elementi oggettivi il grado di fiducia sostenibile: riciclando la metafora della corazza, beh le corazze servono per difendersi, perché mostrarsi vulnerabili è conditio sine qua non si può instaurare una connessione profonda, ma come rovescio della medaglia scopre il fianco ad attacchi dannosi. La capacità di abbassare la corazza secondo un'euristica calibrata (non abbassarla troppo presto o troppo tardi) è alla chiave del riuscire ad instaurare/discriminare relazioni sane. Imho. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Per il resto è tutta 'na questione di come si dosano la sfiducia e la fiducia, e qui si va di volta in volta nella singola situazione, che ammette tutte le variabili del caso. La paura è sempre una sola: quella che le cose sfuggano al nostro controllo. Per questo si può patologizzarla e cadere nella volontà di preventivarle. Non consapevolizzata, può capitare che la si dosi, dicendo: certo, fino a quando non ci sono certe condizioni io non ragiono nei termini di trenta secondi. Ma questo comportamento corrisponde a chi, avendo paura dei ladri, lascia la porta socchiusa invece che spalancata. È il garantirsi stesso che porta in sé una certa dose di rischio. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Io invece ho voglia di apprezzare quella sana normalitá (che non é sinonimo di noia) in una relazione, sia amicale o di coppia, che mi é sempre mancata, contribuendo cosí a creare un grande senso di vuoto interiore. Quote:
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Re: Percezione distorta della realtá.
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E' utopico pensare che ci sia sempre adrenalina in una relazione perché è impossibile sostenere nel lungo periodo un ritmo del genere e, ad un certo punto, la maggioranza delle persone qualcosa di "normale". Basta, giustamente come dici, che la normalità non sia noia. |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
ivi ciao ;)
ti scrivo una frase che ho sentito recentemente - '' il tormento delle coppie e' chi sa vendere meglio l illusione d'amore '' e io su questo tema ti dico che poi con l esperienza sviluppi una sorta di antenne che riconoscono le dinamiche di rapporto che ti possono creare dipendenza affettiva , detto questo gli uomini e donne vivono di illusione d'amore .. l'amore romantico e' illusione - se tu hai capito che la realta di rapporto tra uomo e donna e' un'altra vuol dire che sei abbastanza matura per ricercare il vero amore , i rapporti veri e sani - Il problema e' trovare persone che hanno lo stesso grado di maturita' e consapevolezza , bisogna prima cosa accettare la condizione costante di single e viverla felicemente , quando la si accetta non hai fretta a cercare ma aspetti che arriva se arriva la persona giusta .. :sole: |
Re: Percezione distorta della realtá.
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Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
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Per me l'amore romantico, prendendo spunto da Wikipedia poiché condivido è un intenso e profondo affetto, simpatia dove c'è struggimento, comunione e passione fisica. Onestamente io m'identifico in questa definizione e le componenti citate le vivo come necessarie (forse non sufficienti) per provare un sentimento per una persona. Illusorio è forse il fatto che l'intensità rimanga ai massimi livelli sempre: col tempo si ridimensiona l'intensità ma rimane sempre di fondo l'affetto, la comunione e la passione. Sbagliato invece è, secondo me, lasciarsi convincere che sia in toto un'illusione come accade quando una persona subisce frequenti delusioni d'amore. Inoltre la maturità relazionale si misura anche includendo in tale definizione il concetto di materialità e compatibilità nel quotidiano che vanno a completare l'amore. Quote:
Però dissento sul viverla felicemente. Se una persona ritiene importante nella vita il sesso ed il sentimento e non li può vivere, non esisterà mai un surrogato alternativo a questi. Ovvio che si deve vivere il quotidiano ma è altrettanto fisiologico che abbia sempre una parte d'infelicità dettata dal fatto che mancano le SS. Sono anche in disaccordo sul discorso fretta. Il tempo passa e ci sono molte realtà di relazione che, con il passar degli anni, non sono più vivibili PER SEMPRE. Non dico che si debba andare con la prima persona che passa ma, secondo me, è dannoso rimanere immobili o refrattari a relazioni, in attesa che si percepisca interiormente una condizione di "soluzione delle problematiche" oppure che arrivi la persona giusta (concetto quanto mai assurdo). Secondo me ci si deve costantemente creare le occasioni di conoscenza non escludendo mai che QUALSIASI individuo che si ha di fronte può essere potenzialmente un partner sessuale e/o di relazione. Sarà poi la frequentazione o conoscenza di persona (e non solo) che dovrà essere serena, spontanea e naturale. Dopo questa si capirà cosa l'altra persona cerca e vuole e cosa si cerca. Alla fine, secondo me, ha sempre più senso "provare" ad iniziare una relazione per poi lasciarsi se non vanno le cose, che lasciar correre. |
Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
liuk sono d'accordo su tutto meno che su questo:
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E' vero che trattandosi di una strada non molto battuta (per ragioni principalmente culturali, ma anche di comodo, dappoiché molti uomini con scarsa inclinazione alle "relazioni esclusiviste" (cit.) finiscono per adattarsi e forzare la loro propensione verso un contenimento, una repressione, con risultati variegati), risulta più difficile da attuare, ma personalmente non riesco proprio a immaginarmi di "far partire una storia" semplicemente sulla base di una compatibilità parziale, per quanto alta. Poi è vero, ci si può frequentare, conoscere, si può arrivare ad un certo livello di intimità e intensità emotiva tale che ad un certo punto potrebbe risultare quasi naturale convogliare le proprie energie verso un'unica persona... ma è semplicemente perché quella persona "is the one", oppure è perché banalmente, mancano le opportunità e quindi i metri di paragone? Una volta che subentra una persona nella propria vita subentra una nuova "zona di comfort" nella quale ci si può adagiare, oppure la si può rifiutare, cercando comunque di comportarsi da single (quale ancora si è finché la relazione, nella fase primordiale, non è ancora definibile come esclusivista), e io personalmente facendo così spero di trovare quella ragazza con cui avere una sintonia totale, al 100%, e non parlo di intensità amorosa, quella giocoforza scende, parlo di trovare la propria metà della mela. Spero di trovar questo oppure spero di non trovarla affatto, ma spero di non dovermi mai accontentare o scendere a compromessi. Per come sono adesso non riuscirei ad accettarli. |
Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
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L'uomo o la donna che amano romanticamente sono finiti, sentono troppo la loro finitezza, il mancare di comunicatività e spontaneità animale, la coscienza dell'essere separati dall'altro senza sapere come (e senza volersi) aprire a lui, e non possono che sublimare Eros condannando il limite che li costituisce, condannando la loro vita, condannando anche il loro corpo (stando male e lasciandosi far del male), anelando a perdersi in seno alla divinità. Cioè, in seno alla morte. Chi ama romanticamente punta a superare sé, andare al di là di sé, all'infinito. Questo è il desiderio, questo è l'egoismo, questa è l'angoscia. Perché da distinti vogliono farsi indistinti, rimanendo però distinti. Questo andrà bene per la poesia, ma ad applicarlo nella vita son cazzi. Ovviamente questo sarà troppo duro per gli amanti della domenica che vorranno la botte piena e la moglie ubriaca: cioè dosare passione e concretezza, credendo che un veleno in giusta dose cessi di essere veleno. |
Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
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Questa è la fase di innamoramento intenso che è destinata giocoforza a cessare. Tra l'altro avevo letto di studi interessanti sull'elettrochimica cerebrale degli innamorati, scoprendo che al più le variazioni riscontrate attraverso mri e direttamente imputabili al sentimento amoroso durano, al più, due anni. Che guarda caso è il periodo strettamente necessario per il parto e lo svezzamento. Toh guarda, la psicologia evolutiva che torna prepotentemente alla carica... |
Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
Infatti a capothread abbiamo degli esempi di questo recupero. :mrgreen:
Parlo di passione romantica, Marco, non di innamoramento intenso. |
Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
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Re: Percezione distorta della realtá. Dipendenze affettive
Vero anche questo, ma il mitridatismo vien pervertito se il fine diventa il cibarsi di veleno.
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