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Il massimo relativo del benessere.
Un po' per celia e un po' perché in parte mi sembra renda l'idea, sono solito definire la felicità come la derivata del benessere. Ovverosia, per i non avvezzi alla matematica, che al variare del benessere corrisponda un'incremento o un decremento della felicità. Se il benessere rimane uguale, la felicità sta a zero.
Se il benessere aumenta, la felicità aumenta. Il benessere ritorna statico, la felicità ritorna a zero. Il benessere diminuisce, la felicità va in negativo. Il benessere ritorna statico, anche se rimane sotto rispetto all'inizio? Ci si abitua e anche la felicità torna a zero. (mi scusino i matematici del forum per questa esemplificazione molto terra terra). Beh che c'è da dire... che il nostro benessere è come una bolla d'aria sott'acqua, vuol sempre salire. E se non trova ostacoli, sale, ma se li trova... Beh ad un certo punto si incastra in una conca. Un massimo relativo. E farla uscire comporta uno sforzo. http://www.xenciclopedia.com/upload/...lativo1211.gif E questo sforzo produce infelicità. Perché bisogna portare la nostra "bolla" verso il basso, per fargli superare l'ostacolo e permettere ad essa di risalire. Siccome l'uomo è abitudinario, rafforza quelle abitudini che ritiene a istinto possano dargli felicità e benessere. Ma talvolta invece non fa che consolidare abitudini malsane in quanto autoconsolatorie, autogiustificatorie. E' questa la "conca" di cui parlo. L'ostacolo più grande per il nostro automiglioramento è dunque accettare che per raggiungere un benessere maggiore dell'attuale, e una felicità inarrivabile dal punto in cui ci troviamo, è indispensabile affrontare un percorso di sofferenza e infelicità. Ad esempio leggo che molti sono critici nei confronti delle terapie psicologiche. Benché ci possano essere personali idiosincrasie nei confronti di questo o quell'orientamento, è PALESE che qualsiasi terapista, per produrre dei cambiamenti comportamentali CONCRETI nel paziente, è costretto a DEMOLIRE quel sistema di impalcature psichiche che nel corso degli anni una persona ha eretto al solo scopo di difendere e sostenere il proprio ego. Dieci anni fa la mia prima visita dalla psicologa per adulti mi ha letteralmente tramortito, togliendomi ogni punto di riferimento e autogratificazione che avevo. Avevo una giustificazione per ogni mia mossa, per ogni mia azione e per ogni mia mancanza. Ed è stato tutto spazzato via. Ho sofferto molto e l'ho maledetta, "quella non capisce un cazzo!", ma le sue parole mi erano entrate in testa, e la logica che veniva opposta al mio sistema di credenze era inattaccabile. Quindi scordatevi della possibilità di avere miglioramenti lenti e graduali, se siete rimasti troppo tempo fermi. Probabilmente la vostra bolla di felicità si è incastrata in qualche anfratto angusto e dovrete prepararvi ad una traversata del deserto, per risolvere le vostre questioni. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Oddio, dopo aver visto questo topic voglio solo spararmi, altro che benessere e felicità. Complimenti per l'originalità, però c'è troppa matematica :testata:
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
la felicità come l'infelicità non esistono e non sono misurabili empiricamente, il benessere ed il malessere invece sì.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
Il problema dei massimi relativi è che sono punti stazionari in cui si raggiunge un equilibrio precario..il cosiddetto equilibrio instabile. Il minimo invece è un punto di equilibrio stabile...è da lì che è difficile uscire e invece dovremmo.
Il punto è che dobbiamo sforzarci qualunque cosa facciamo. Che merda. Per oggi ho fatto il mio dovere u.u |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Quando Moonwatcher vedrà questo thread ne vedremo delle belle. Io odio la matematica, quindi me ne starò a guardare :popcorn:
P.S.— Passando dalla matematica alla teologia, la teoria di Marco si traduce in beati coloro che soffrono perché di loro è il regno dei cieli :cool: |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
daccordo, è una cosa che ho sempre pensato anche io.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
no vabbè sono le 8.47, sono in ufficio, fra poco lavoro e devo mettermi qui a leggere sto post? http://i562.photobucket.com/albums/s...nstars_mic.gif
Propongo di mettere una sezione privata ed invisibile solo per la matematica :D |
Re: Il massimo relativo del benessere.
La teoria matematica può essere facilmente smontata:
- tu assumi che il benessere (economico, psicofisico, emotivo...?) sia una funzione di 3° grado. Intanto cosa ci metti in ascissa e ordinata? Potrebbe essere una funzione lineare, o di 2° grado, o di n° grado... chi lo sa? - Arbitrariamente chiami felicità la derivata della funzione benessere. Come se, aumentando il benessere, la felicità possa aumentare automaticamente: negli esseri umani non è sempre così!!! - Anche con il benessere a zero, ci può essere un'esplosione di felicità (una vincita milionaria, un amore improvviso, la nascita di un figlio, una promozione inaspettata...). La vita umana non è riconducibile a uno studio di funzioni (per fortuna!) |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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il concetto, espresso chiaramente da clanghetto, è che quando ci si trova in un punto di equilibrio stabile bisogna uscirne con uno sforzo fattivo. E questo sforzo produrrà malessere, temporaneamente. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Non ho nessuna osservazione intelligente da fare,peró bel topic.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
Topic interessante! Anch'io c'ho pensato a quest'effetto, al fatto che quando si sta mediocremente bene diventa difficile fare qualcosa per combattere la propria situazione. Mentre, quando da quella situazione di equilibrio capita qualcosa che faccia riconsiderare se stessi in negativo, uno schiaffo in faccia dalla realtà, è proprio allora che si riesce (perchè si è costretti) a trovare la forza di fare qualcosa. Purtroppo molto spesso mi capita che arrivato al massimo relativo di prima mi passi la buona volontà. Qualcosa che può sembrare pigrizia a prima vista, ma credo lo sia solo in parte. L'altra parte è che è davvero difficile superare la conca una volta arrivato lì.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
Sono molto daccordo solo che e cosi difficile perche non ci vuole solo il coraggio o lapertura di un momento ma anche una perseveranza nel affrontare queste situazione quindi si sara una LENTA SOFFERENZA piu che un miglioramento graduale e lento.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Comunque credo che il modello di Marco Russo possa valere solo per valori bassi del benessere (specie negativi), altrimenti per avere una felicità positiva e costante la funzione del benessere dovrebbe crescere all'infinito, il che mi sembra assurdo. :pensando: |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Beh,in effetti chi ha una felicità positiva e costante? |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Però immagina: ho raggiunto un grado di benessere 1.000, poi il mio benessere passa a 999 perché... boh, perché avevo l'iPhone 4 ed è uscito l'iPhone 5 (esempio puramente casuale :ridacchiare:). Toh, la funzione descresce, quindi la derivata è negativa, quindi la mia felicità diventa negativa. Ora, o sono un idiota che vuole sempre di più o il modello di Marco non funziona! :moltoarrabbiato: Questo intendo quando dico che ad alti livelli di benessere il modello non ha senso. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Premesso che i miei ricordi su derivate e funzioni sono avvolti in una nebbia fittissima,nel momento in cui il benessere passa a 999 e si stabilizza,la derivata non dovrebbe tornare a 0?
Insomma,hai una felicità negativa per un brevissimo tempo perchè non hai l'aifon nuovo di zecca,poi rapidamente ti abitui e torni a 0,in attesa di altri cambi di benessere. O no?:interrogativo: |
Re: Il massimo relativo del benessere.
per come sono fatto io se questa "curva del benessere" s'assestasse attorno al valore che dico io pure se rimanesse costante di lì all'infinito sarei contento e soddisfatto altroché :sisi:
PS @moon ma perché dici ad alti livelli di benessere?, il tuo discorso vale pure a bassi livelli, cioé pure se passi da 10 a 9 la derivata è sempre negativa :pensando: ma basta con 'sti discorsi da nerd :D |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Insomma, quel che voglio dire è lo stesso che hai espresso tu in termini più comprensibili: Quote:
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
comunque moon è un modello un po' semplificato, ci mancherebbe.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Il modello di Marco in fondo dà una certa idea di quella che è la situazione. Sinceramente se io sto bene ho difficoltà a mantenere il benessere. Se ne acquisto mi sento sempre felice, se ne perdo mi sento infelice. Ovviamente quando ne perdo si innesca il meccanismo che si autoalimenta dei fallimenti per toglierti tutto quello che avevi raggiunto (situazione massimo benessere instabile). Viceversa quando arrivo al minimo benessere è difficile uscirne perché risalire richiede uno sforzo maggiore. E' ovvio che è semplificato ma insomma...cerchiamo di rimanere nel massimo XD perché avere un minimo benessere alto è difficile nella ns situazione XD |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Clangh, io pensavo ad uno schema preciso che vedo spesso riprodotto in questo forum.
Supponiamo che ogni mattina mi alzi dal letto, vada allo specchio e guardandomi mi dica "Cioé, sono un figo! :figo: ". Dopodiché mi lavo faccia e denti, NON mi pettino (so' troppo figo così!), mi metto i primi stracci che trovo nell'armadio (tanto so' sempre figo!), mi infilo delle scarpe mezze distrutte (cazzo mi fanno sembrare ancora più figo!) e vado a fare le mie cose. Poi torno a casa pensando che le ragazze mi evitano. Ma com'è possibile, se so' figo! :figo: Dopo un mese che il figo fa così si trova in un massimo relativo di benessere. Un punto di stabilità, in quanto il suo comportamento consolidato non riesce più a portarlo in alto, e per riuscire a superare l'empasse in cui si trova dovrebbe scardinare il comportamento consolidato, il ché richiede energie. Dirsi allo specchio "so' figo" non lo farà sentir bene, anzi si sentirà una merda e inizierà a dire "allora perché se so' così figo le ragazze si scansano manco avessi la lebbra?" Però se dicesse "non so' figo" si sentirebbe ancora peggio. Quindi adotta degli schemi di dissonanza cognitiva: "le ragazze sono stronze, mi scansano perché sono figo e mi odiano perché ricordo loro la mediocrità che le caratterizza!". "Poi sono delle cesse, mi scansano perché si sentirebbero insicure con me!" L'unico modo per superare il massimo relativo del benessere è investire energie (o cercarle esternamente, vedasi amico o terapeuta) e avere il coraggio di mettere in discussioni le proprie convinzioni autografiticanti: "Forse non è che sono poi così figo". All'inzio farà male. E questo è ciò che intendo quando dico che per "guarire" tante volte ci vuole una fase più o meno prolungata di sofferenza ben maggiore dello stato in cui ci si trova. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Ma quindi tu parli di quegli utenti che sono iscritti su questo forum e poi pensano di essere nella parte del giusto soli contro sei miliardi di persone?
Se sì, riesco a trovare una logica in quello che hai scritto nell'ultimo posto...si sentono bene, si gasano, non vengono riconosciuti e iniziano ad odiare chi on li riconosce. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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L'accento volevo porlo sul fatto che il percorso in certi casi prevede INEVITABILMENTE una discesa verso gli inferi, una discesa che poi viene compensata da una risalita di livello maggiore rispetto alla situazione di relativo comfort in cui uno si poteva trovare con le proprie autogiustificazioni. In effetti ricordo bene quando andai, per la 4° o 5° seduta dalla terapista, e le dissi "mi sembra di aver scoperchiato il vaso di pandora!". Quando ho deciso di intraprendere il percorso terapeutico, verso novembre, credevo di avere delle cose da risolvere ma di stare relativamente bene, invece a febbraio m'è caduto tutto il mondo addosso! Rialzarsi non è stato facile, ma in prospettiva so che starò molto meglio di come stavo quando decisi di andare dalla psic. Quindi la decisione giusta da intraprendere è quello di mettersi in discussione, anche se ciò potrà sul breve termine portare a un malessere indicibile. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Non è affatto una domanda polemica, ma di mera curiosità: come mai sei sul forum se hai risolto i tuoi problemi?
Ripeto: non è una domanda in nessun modo polemica. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
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Tante volte la consapevolezza di cosa stava accadendo la possiamo avere solo guardando attraverso l'esterno. Cercare di rispondere a certi post mi costringe a reimmergermi nel fango del mio passato e recuperare insegnamenti che non avevo ancora esplicitato. E' terapeutico. Ció detto non mi sento affatto guarito, sono ancora in terapia e non so quanto ci vorrà per sistemare ogni cosa. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
Basta matematica anche per la felicità o ci venderanno la felicità in un microchip impiantato nel cervello, se la felicità è un qualcosa di misurabile è anche qualcosa di impiantabile e di provocabile a comando.
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Re: Il massimo relativo del benessere.
Sono d'accordo sul fatto che il non figo abbia da prendere coscienza di non essere figo, ma solo allo scopo di accettare sè stesso e volersi bene per com'è.
Dal tuo discorso sembra che suggerisci di fare di tutto per diventare figo. Ma questo cosa vuol dire? Come diventi figo? :interrogativo: Insegui perennemente i modelli proposti dalla moda del momento, vai in palestra senza che ti piaccia particolarmente? Visto che voglio essere aperto a tutte le soluzioni, mi piacerebbe sapere tu cosa suggerisci, visto che nell'altro topic non ha avuto risposta. :pensando: Perchè non capisco concretamente come opereresti. Quote:
Sì, quando il benessere cala la derivata f diviene infelicità, quando aumenta è felicità, ma se questa funzione derivata può anche andare in negativo, significa che quando sta a 0 (a cui corrisponde una situazione statica e di benessere costante), è una situazione normale e non così brutta. |
Re: Il massimo relativo del benessere.
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E nel caso multidimensionale basterebbe introdurre il gradiente. :mrgreen: |
Re: Il massimo relativo del benessere.
C'ho messo un po' a trovare una mia spiegazione, ma ora eccola… :cool:
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