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Forse siamo noi che...
... non abbiamo mai concesso occasioni agli altri per interagire con noi.
Parlo per esperienza personale: capita sovente che il mio carattere freddo e chiuso (e timido, naturalmente) ostacoli coloro che azzardano ad avvicinarsi e interessarsi a me. Intaccare un discorso con me non è facile, perché sono molto selettivo e se la persona con cui parlo non mi abbaglia è difficile che io scelga di proseguire la conversazione. Preferisco rispondere con poche parole e dar l'idea di voler sbolognare il dialogo in tempi brevi. Oggi è successo nuovamente, vi riporto sommariamente le fasi salienti di una conversazione tra me e una persona* che non vedevo da tempo: "Ehi, ciao rainy!" "Ciao" "Quanto tempo!" "Già..." "Come stai?" "Bene" (silenzio per qualche secondo) "Allora, che fai quest'anno?" "La maturità" "Ah, ti senti pronto?" "Direi di sì" (in realtà avrei voluto rispondere: "Siamo alla quarta settimana, che cazzo di domanda è?", ma mi sono trattenuto, fortunatamente) "Hai idea di cosa fare dopo?" "Sì" "Buono!" (altro intervallo di silenzio) "Che mi dici?" "Mah, niente di che" "Uhm..." (altro minuto di silenzio imbarazzante ed insopportabile) "Non mi racconti niente?" "Non ho granché da raccontare" (sul suo volto matura un'espressione stizzita) "Senti, adesso devo andare. Ci vediamo, vabè?" "Va bene" "Oh, stammi bene, eh. Riguardati" "Anche tu, ciao" Quel "riguardati" mi ha fatto riflettere. Ripensando alla nostra conversazione mi sono accorto che: 1) Non gli ho chiesto come stava 2) Non gli ho chiesto cosa stesse facendo (lavoro, studio...) 3) Ho risposto con disinteresse ad ogni sua domanda Ho capito che non gli ho dato modo di avvicinarsi a me, è come se gli avessi detto: "Vattene via, non ho voglia di parlare con te". Non so voi, ma forse è anche vero che spesso non ci accorgiamo di essere esageratamente chiusi e di non permettere agli altri di approfondire la nostra conoscenza. Io sono sicuro che questa persona si aggiungerà all'esercito di conoscenti che mi guarda con odio e non mi saluta. E fanno bene, perché me le vado sempre a cercare * un ex rappresentante del mio istituto |
Re: Forse siamo noi che...
Mi sono reso conto che ho fatto di tutto per isolarmi dagli altri..anche dopo inviti sistematici e espliciti..è proprio così certe volte..
La cosa che mi da fastidio è quando scambiano il mio modo di essere per snobismo.. |
Re: Forse siamo noi che...
A volte sono io che alzo un muro con gli altri,me ne rendo conto.:testata:
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Re: Forse siamo noi che...
Ma era reale disinteresse oppure non sei riuscito a conversare per altri motivi?
Se si fosse offeso ne avrebbe tutte le ragioni... da come hai descritto la scena mi è sembrata una persona gentile. |
Re: Forse siamo noi che...
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Io non snobbo affatto, semplicemente non riesco ad aprirmi come vorrei. O, più semplicemente, non ne ho voglia Quote:
Non metto in dubbio la sua cordialità, però ho criteri di valutazione piuttosto discutibili e me ne rendo conto. Mi dispiace davvero che sia finita così, spero che questa persona non si sia offesa. Non era affatto mia intenzione fare in modo che ciò accadesse, ma d'altra parte non saprei dire come avrei potuto costruire la conversazione |
Re: Forse siamo noi che...
Mi sa di sì!
Ieri ho incontrato una tipa alla fermata del bus e questa mi ha offerto il caffè solo perchè le ho iniziato a parlare dell'università, dei bus, delle info in generale per un sano avvio di vita universitaria. Un caffè e una chiacchierata giusto perchè stavo di ottimo umore. :mrgreen: |
Re: Forse siamo noi che...
Allora...intanto spesso stiamo sulle nostre per paura che inizi la solita raffica di domand esu fidanzate , viaggi, serate mondane, ma che fine hai fatto ecc
ci manca quasi totalmente il materiale sul quale si svolgono la maggior parte delle discussioni quando si esce e ci si incontra, cioè il cazzeggio , la chiacchiera fine a se stessa.... Spesso abbiamo timore di essere invadenti e questo da l'impressione degli snob che evitano tutti.... In più anche l'atteggiamento fisico spesso manda segnali di chiusura, la rabbia e le tensioni continue ci fanno assumere un altro aspetto rispetto a quello che pensiamo di avere. Tempo fa una persona con cui parlavo mi ha detto "ma che ti stai incazzando?" -no perchè?- "e stai facendo una faccia come uno incazzato....", cosa che non era nelle mie intenzioni, ma questo esce fuori, la faccia da piacione col sorrisetto furbo, o comunque l'espressione che ha la gente quando parla è abbastanza diversa dalla nostra..... |
Re: Forse siamo noi che...
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Spero che lui non sia come me, ma io ci sarei rimasto davvero male. Anche rileggendo mi è sembrato davvero cordiale. Per quanto mi riguarda il problema è tutt'altro che la freddezza... Per esempio un annetto fa ho incontrato una vecchia compagna di scuola alla fermata del treno. Quando arrivai lei c'era già: io ovviamente filo dritto, sono sicuro che non voglia salutarmi (era anche con un'altra ragazza, di certo non la chiamo io) e mi posiziono a una certa distanza da lei. Dopo qualche minuto sento gridare il mio nome. Non riesco ancora a crederci ma mi stava chiamando. Si avvicina, è cordiale e mi dà addirittura il classico bacio sulla guancia da saluto. Inizia a farmi le solite domande di routine, ma purtroppo non riesco a gestire bene la conversazione per l'ansia (era anche il 2° o 3° giorno di università, ero parecchio teso). Dopo che mi aveva chiesto cosa stavo facendo le rispondo che ho appena iniziato l'università, così le rivolgo la stessa domanda e lei mi risponde che non ha passato il test. Ecco le testuali parole a seguire: Io:"Anche a me c'era un test, ma sono passato senza troppe difficoltà perché c'erano tanti posti, 800 circa". Lei:"A me i posti liberi erano 1200..." *secondi di silenzio e imbarazzo* La gaffe mi mette ancora più ansia e la conversazione procede piuttosto male, al punto che inizio a pregare che il fottuto treno si sbrighi ad arrivare. Quando arriva sono così contento che neanche la saluto, praticamente mi fiondo dentro. Che figura di merda. Credo di isolarmi anche io, ma non lo faccio di certo apposta... nessuno rivolgerebbe la parola per la seconda volta a uno così. Non riuscirò mai a sostenere una conversazione decente con uno sconosciuto, è impossibile. :| |
Re: Forse siamo noi che...
Io ho un modo diverso di precludermi le possibilità.
Quando qualcuno intavola una conversazione con me, do tutto. Faccio molte domande, sono sempre sorridente, fino ad annullarmi quasi. Ovviamente questo non è positivo perchè non mi permette di esprimermi, e magari le persone si fanno un'idea di me errata :testata: Poi queste stesse persone, essendosi sentite comprese e a proprio agio, mi cercano e io (che in realtà avevo un po' esagerato per la paura di risultare noiosa) rifuggo a gambe levate perchè non ho più voglia di conversare. Non so quale dei due metodi sia meglio... Direi nessuno dei due xD |
Re: Forse siamo noi che...
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Io, di riflesso, se una persona mi risponde a monosillabi e se noto che ha un totale disinteresse nei miei rigurardi, la cancello definitivamente. |
Re: Forse siamo noi che...
dalla tua conversazione "l altro" capisce che non te ne frega niente se gli rispondi in quel modo , io per esempio invece sono tutto il contrario , se uno mi chiede che fai lavori? e io gli dico sempre e tu lavori? che fai? . in sostanza devi farli parlare , se non sai che dire in quel momento. per me il silenzio è inconcepibile in una conversazione a meno che non sono innamorato o sono davanti a un capo di lavoro , per il resto mi invento sempre qualcosa da dire sennò sono io il primo a dire " vabbè ho da fare ciao".
ps: ma anche cosi non è che cambia molto sempre in quel posto lo piglio , forse la gente non ascolta veramente quello che dici è piu intenta ad aspettare il proprio turno per parlare , l' egoismo regna sovrano purtroppo. |
Re: Forse siamo noi che...
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io so essere sia come rainy che come Betsy... dipende da come mi gira... e poi Rsy... anch'io avrei avuto la reazione di non cercarti più... per la para di vivere il medesimo disagio più che altro... |
Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
Il mio problema è non avere realmente nulla da raccontare.
Non mi sento all'altezza della vita degli altri. |
Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
Non hai tutti i torti. Effettivamente ho lo stesso vizio, anche io sono molto ma molto selettiva quindi quando mi capita di conoscere gente nuova se non mi piace a pelle mi è davvero difficile conversarci. E' come se lo/a "snobbassi", e succede sopratutto quando mi accorgo che caratterialmente è provincialotto (da me si dice terra terra), nel senso negativo del termine. Non mi fraintendete...io di certo non sono una scienziata (ho a malapena un diploma che non vale nulla, ho abbandonato l'università, ma questa è un'altra storia) semplicemente non sopporto la gente con mentalità ristretta e che si impiccia dei fatti altrui. Vivendo in un paesino sperduto nelle montagne il 90% delle persone che incontro (quelle rare volte che scendo in paese) è così. Resta da dire che l'attitudine alla selettività non ci aiuta di certo nell'uscire dalla fs ma altre volte ci aiuta nell'evitare brutte batoste...
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Re: Forse siamo noi che...
Tutto nella norma.
Le persone, di qualunque tipo, ricercano empatia negli altri, se non la trovano si sentono a disagio e si mettono sulla difensiva. Ci sono vari modi di reagire, ma fondamentalmente se non c'è partecipazione da parte di uno è difficile che l'altro faccia sforzi sovraumani per mantenere una parvenza di conversazione. Io stesso talvolta mi comporto così, ma non lo faccio apposta. Immagino che sia anche colpa mia se sono solo, ma vabbè, sono selettivo, e mi va bene così. |
Re: Forse siamo noi che...
Leggendo il dialogo, mi sono messo nei panni del tuo interlocutore. Ovviamente non so che rapporti siano intercorsi tra di voi ai tempi, però di sicuro anch'io ci sarei rimasto male. Anzi, essendo timido e quindi molto attento anche al linguaggio non verbale, sarei stato molto più rapido nel "captare" una chiusura nei miei confronti, e avrei chiuso prima la conversazione. Avrei poi pensato che in quel momento avrai avuto i tuoi problemi, o che sei una persona chiusa, o che potevi provare dell'astio per chissà quale motivo...
Rispondendo alla tua domanda "Forse siamo noi che non abbiamo mai concesso occasioni agli altri per interagire con noi", beh, alcune volte, sì, ovviamente! Tanti anni fa, la nostra azienda ci fece seguire un seminario sulla Comunicazione: furono 2 giorni intensi, in cui ho appreso che esistono delle "tecniche" per facilitare la comunicazione interpersonale. Non voglio sostenere che bastino delle tecniche per vincere la sociofobia, perché direi una bestialità, eppure aiutano! Solo il sapere la differenza tra "domande aperte" e "domande chiuse" mi ha aiutato parecchio, personalmente (ovviamente tendo a fare domande aperte, se voglio prolungare la conversazione). Es: domanda chiusa: Come stai? Che scuola fai? (implicano una risposta breve) domanda aperta: "Che mi dici?", "Non mi racconti niente?" (la risposta può essere articolata) Certo che se chiedo a qualcuno che conosco: "Hai idea di cosa fare dopo?", e mi sento rispondere "Sì", la prenderei come se qualcuno a cui chiedessi "Sa che ore sono" mi rispondesse "Sì" dopo aver consultato l'orologio, e cioè molto male!!! :( |
Re: Forse siamo noi che...
Ma secondo me il fatto di essere timidi non influisce sull'interesse che diamo al nostro interlocutore.
A me ad esempio succede il contrario. Sono una persona abbastanza timida e chiusa, ma quando mi capita di parlare con persone che conosco anche poco mi viene naturale rivolgere tutta la mia attenzione a loro. Io forse esagero perchè faccio un sacco di domande e magari permetto meno che gli altri facciano domande a me. |
Re: Forse siamo noi che...
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Questa estate ho incontrato un ex compagno di liceo, ho avuto una conversazione molto simile, dove mi sono accorta di non aver mostrato il minimo entusiasmo, di non avere ricambiato le domande e di averlo salutato con un tono che proprio farebbe sentire sgradita anche me se qualcuno mi parlasse così freddamente. E poi la sensazione di inadeguatezza che cresce ad ogni attimo di silenzio. Ho anche io questo problema, lo giustifico a me stessa con il fatto che anche fingersi interessati non cambierebbe le cose. E' vero che sarebbe più educato fare in un altro modo, sopratutto se sono loro per primi ad interessarsi a noi. Io qualche volta con persone del genere, che non mi avevano abbagliato, come dici tu, mi sono sforzata di prolungare i discorsi, ma si rimaneva nell' ambito della chiacchiera; i rapporti dove non si riesce a creare confidenza, ti fanno solo sentire più solo e incapace di percepire gli altri, almeno per me è così. Perciò ora li evito. Però poi rinunciando a tutti questi rapporti, si rischia di investire troppo nelle persone che ci abbagliano... è un modo non sano rapportarsi agli altri probabilmente. Un modo da evitanti forse:interrogativo: |
Re: Forse siamo noi che...
Il problema non è il caso singolo. Anche la persona più estroversa del mondo vive dei momenti chiusa in se stessa. Altra cosa, invece, è trovare che gli altri siano sistematicamente così lontani dal nostro modo di pensare e quindi di vivere (per chi ne abbia la coerenza), che qualsiasi approccio - anche solo finalizzato ad un semplice scambio di battute - non sia degno di essere intrapreso. Sinceramente, considerando quanto la dimensione sociale è in grado di sminuire le qualità individuali (prese singolarmente molte persone sanno ancora ragionare; facoltà alla quale rinunciano volentieri nel gruppo), non so quanto possa essere un bene cercare sempre e comunque di "venir fuori" dalle barriere che ci si costruisce attorno. Soprattutto perchè veder puntualmente disattese le proprie aspettative, circa il fatto che una persona alla quale hai mostrato te stesso sia in grado non dico di apprezzarti, ma almeno di provare a capirti, è quanto di peggio possa capitare a chi, come noi, tende a concedere piena fiducia piuttosto raramente. Per quanto mi riguarda, non frappongo tra me ed il mondo nessuna barriera; ma proprio per questo non mi faccio problema a dire che sono ossessivo compulsivo, come non me ne farei sulle mie opinioni politiche o sui gusti musicali: semplicemente è una parte di me, è quel che sono. E se la persona che ho di fronte non potrà fare a meno di liquidarmi istantaneamente sulla base dei suoi personali pregiudizi, tanto meglio: un idiota in meno con cui fare i conti. Penso che molti di noi in realtà non facciano altro che giocare in anticipo, evitando quelle persone che, quasi sicuramente, non sarebbero in grado di capirle del tutto.
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Re: Forse siamo noi che...
E' un po' la mia conversazione tipo,soprattutto se sono preso alla sprovvista,tipo incontro casuale.(se invece so di dover necessariamente passare una certa quantitò di tempo con l'altra persona cerco di fare un sacco di domande,in modo che sia lui/lei a fare il grosso della conversazione).
Aprrofitto comunque per esprimere tutto il mio odio verso il "che si dice?",o le sue varianti "che mi racconti?","novità?",eccetera. |
Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
Infatti nel mio caso sono io...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Scommetto che gli ha fatto molto piacere. :perfetto: |
Re: Forse siamo noi che...
Ergo gli altri non sbagliano mai ??? Io evito accuratamente di prendermi colpe che non ho, poi se altri si divertono ad autoflagellarsi, bé, (@zzi loro !!!
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Re: Forse siamo noi che...
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Alla fine manco mi ha salutato, è scappato subito perché aveva l'autobus in partenza. Vabè, per stavolta lo perdono :mrgreen: |
Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
Jeffrey non entrava in alcuna forma di competizione ... quasi avesse paura ... ed evitava i giochi che comportavano un contatto fisico. Si, a scuola andava malvolentieri .. . mostrava una gran paura degli altri ... una generale mancanza di sicurezza in sé stesso... se ci penso, mi rendo conto che anche la sua postura era diventata più rigida e che quando era in piedi stava molto eretto, come sull'attenti, con le mani tese lungo i lati delle gambe.
Jeffrey viveva in una sorta di alienazione che, come sappiamo, è caratteristica comune dl molti uomini. Per far parte del mondo, il bambino deve sentire che la sua esistenza è benefica, altrimenti è costretto ad allontanarsene. (la Klein ci spiega bene questo concetto). Kohut, nell'ambito dello psicologia del Sé, afferma che "se la carenza degli oggettiSé edipici è cronica [perché proveniente] da una grave patologia del Sé [dei genitori], il bambino proverà (…) un'angoscia eccessiva". Mitchell distingue una "angoscia edipica primaria e secondaria" : la prima (considerata dall'autore la più importante) nascerebbe in risposta "all'empatia difettosa dei genitori" mentre la seconda (che, sebbene derivata dallo prima spesso si manifesta in modo più vistoso dell'altra) sorgerebbe quando il Sé edipico frammentato, caratterizzato da fantasie e impulsi sessuali e distruttivi, prende il sopravvento dopo la disintegrazione del Sé edipico sano. Infatti, se l'assertività del Sé del bambino nella fase edipica riceverà risposte inadeguate esso "si frantumerà, si indebolirà e perderà armonia". Per quello che ci interessa, è utile sottolineare che Mitchell specifica che il ritiro affettivo è il modo più comune in cui si esprime la patologia dell'ambiente. Ora, se prendiamo in considerazione i primissimi anni dl vita di Jeffrey, pare evidente che in lui ci sia stato un ritiro affettivo e la difficoltà di rapporti con gli altri bambini ne è un'esplicita dimostrazione. Joyce: era timido e, per alcuni aspetti era ancora dipendente, all'asilo, per esempio, non riusciva a mettersi e ad allacciarsi gli stivali e siccome la maestra non lo aiutava spesso si metteva a piangere Lionel: un pomeriggio, tornando a casa, vidi che Jeffrey era sul prato bagnato per l'abbondante pioggia e che dimenava le mani... vidi che era caduto in una specie di buca fangosa dalla quale non riusciva a liberarsi... lo tirai fuori immediatamente ma mi resi conto che era terrorizzato: aveva avuto paura di essere inghiottito... Joyce: anche quando andò alle elementari ... li eravamo a Barteton ... ricordo ancora l'espressione di terrore che aveva sul viso la mattina del primo giorno di scuola. Era ammutolito. Quasi pietrificato... ho trovato queste riflessioii su u idividuo timido itroverso dove i alcue cose mi soo ricoosciuto...come la postura e la paura fi d aamio dle coforto cog li altri...che o mi fa a pparire simpatico credo..e credo sia comue a molti itroversi |
Re: Forse siamo noi che...
QUALCHE VOLTA siamo noi che non diamo alla gente la possibilità di conoscerci.
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Re: Forse siamo noi che...
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Re: Forse siamo noi che...
Vero. ò.O In effetti sono anche io che allontano gli altri. Vabbé... Non ho niente da condividere con gli esseri umani, a parte una piccola distinzione.
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Re: Forse siamo noi che...
Io invece mi sono stancato di prendermi ANCHE le colpe che non ho, sorry.
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Re: Forse siamo noi che...
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